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martedì 22 settembre 2015

Gattopardo docet...


3°ArtBlitz P.Q.08 - Performance Quadriennale 18/06/2008

"Diciamo No a questa Quadriennale di Roma: non rispetta gli artisti, non investe nella ricerca. Montano le polemiche anche fra i curatori invitati" Questo il titolo dell'articolo di Massimo Mattioli su Artribune del 21 settembre 2015. Questo il link: http://www.artribune.com/…/diciamo-no-a-questa-quadriennal…/ 

Gattopardo docet...
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» . 

Boresta docet... 


18/06/2008 16.58
Mostre: al via Quadriennale


Da domani al 14 settembre un centinaio opere di giovani artisti
Notizia (ANSA) - ROMA, 18 GIUGNO 2008
Con un centinaio di opere realizzate da altrettanti giovani artisti, parte la 15/a edizione della Quadriennale, da domani al 14 settembre. La rassegna, che torna nella sede storica di Palazzo delle Esposizioni, ha vissuto la vernice per la stampa, movimentata dalla protesta dell’artista Pino Boresta, che ha contestato il mancato invito alla rassegna gettando volantini con la scritta ‘Basta con i soliti raccomandati’ e un invito a firmare ‘per mandare Boresta alla Biennale di Venezia 2009′.


Come in un film di Godard (Performance Q.08)
Ho la gola secca e la bocca asciutta, avverto una forte sensazione di disidratazione senza avere in realtà sudato. Appena giro l’angolo decido di entrare nel primo bar che incontro chiedendo un bicchiere d’acqua. Il giovane barista nonostante la confusione è lesto, deve essersi accorto di qualcosa; bevo, ringrazio ed esco. Percorro cinquantina metri e si ripresenta la stessa arsura, il nasone (fontanella) di Piazza Venezia è troppo lontano decido cosi d’approfittare di un altro bar che a Roma non mancano. Questa volta entro con più tranquillità… esco e riprendo il cammino cercando di calmarmi.
Anche questa è andata, non è stato facile ma l’ho fatta.
Avevo calcolato tutto nei minimi particolari.
Arrivo in anticipo alla conferenza, non distribuisco i volantini e mi vado a sedere in fondo alla sala. I primi a parlare sono il presidente della Quadriennale e le autorità, che pur se scontati risulteranno più esaustivi dei 5 curatori preoccupati ad esibirsi secondo un rigoroso ordine alfabetico invece di parlare in sostanza della mostra. Sono lì seduto e come in un film di Godard, vivo, rivivo cento volte la stessa scena. L’ho studiata a fondo ma ogni volta che la riesamino mi vengono le palpitazioni; riesco a rilassarmi solo piegando qualche volantino.
Ci siamo! É arrivato il mio momento, stanno chiedono se ci sono domande da parte del pubblico, io dal fondo della sala mi alzo, agito le braccia e senza aspettare il microfono ad alta voce faccio presente che ho una domanda da fare. Catturata l’attenzione dei presenti domando“Vorrei sapere perché non mi avete invitato?”, c’è qualche risata e qualche applauso che prontamente stoppo reclamando invece più fatti. Attendo qualche istante in cui regna il silenzio e proseguo con la contro mossa studiata per tutelarmi dall’eventualità che uno dei 5 curatori tentasse con una risposta spiritosa di declassare l’evento contestatorio a farsa, e aggiungo; “Anzi! Non me ne frega niente, tanto rispondereste con le solite idiozie”. Allo stesso tempo lancio il primo gruppo di volantini che nell’attesa avevo smazzato e piegato uno si e uno no in modo che tirandoli non rimanessero appiccicati come avviene di solito.
Come da copione il tutto sarebbe dovuto finire qui gettando ancora volantini e niente più, invece il tempo da me stimato per blitz si dilata oltre le mie aspettative cogliendomi impreparato e con gli occhi di tutta quella gente puntati su di me, per fortuna uno dei curatori pensando di dire una cosa fica/intelligente decide di rispondere ugualmente “Perché il tuo lavoro non ci piace”. Andandogli in contro lancio altri volanti e gli domando “Perché tu che cosa sai di me? Cosa conosci del mio lavoro?”. Non risponde.
Improvvisamente qualcuno grida “acchiappalo acchiappalo” !
Questo scatena il mezzo fondista che è in me e scappo all’altro lato della sala approfittando di questo extra time per gettare altri volantini che non avevo preparato, lo faccio a piccoli mucchietti per evitare il solito inconveniente. Quando voglio posso essere molto veloce quasi come Arturo Bandini, o almeno così mi sentivo. Nel frattempo i difensori della patria si organizzano e mi accerchiano, decido cosi di recuperare il mio zaino e di consegnarmi ad uno dei custodi che tento di tranquillizzare con un bacio sulla guancia, ma lui si ritrae. Raggiunto anche dall’agente in divisa della security vengo scortano a braccio fin fuori al palazzo. Nel breve tragitto il vigilante in divisa mi domanda “Ma perché fai queste cose?” Gli rispondo che forse non l’avrebbe mai compreso e non era di certo quello il momento migliore per spiegarlo, ma un giorno lo avrei fatto. Mi ritrovo così fuori dal palazzo sulla scalinata di marmo agitato ma soddisfatto, avevo fatto quello che andava fatto e John Fante sarebbe stato orgoglioso di me. 


Sulla strada del ritorno cerco di immaginare il resto della conferenza:
Uno dei curatori prende la parola e spiega che le scelte sono sempre personali e ci sarà sempre qualcuno che verrà escluso. Allora qualcuno dal pubblico fa presente che chi è deputato a decidere ha il dovere di scegliere gli artisti migliori e non gli amici o amici degli amici, parenti, raccomandati o i primi leccapiedi che ti gironzolano intorno. Bisogna andare in giro per gli studi, informarsi e premiare chi lo merita realmente e non coloro che rientrano nella logica di convenienze personali.
Se ciò fosse avvenuto sarei stato perlomeno felice di aver fatto nascere delle riflessioni in occasione di una sterile conferenza, ma non è andata così. Mi hanno invece raccontato che subito dopo che sono uscito quasi tutti hanno cominciato ad andare via senza trovare il coraggio di fare domande, uno dei curatori pensando di essere spiritoso ha detto“Questo non l’abbiamo organizzato noi” e qualcuno dal pubblico non ad alta voce ha risposto “Peccato è stata la cosa più interessante di tutta la conferenza”.

p.s.
Non mi sarei mai aspettato di ricevere in seguito attestati di stima e solidarietà dalle persone presenti o da chi aveva saputo ciò che era accaduto alla conferenza stampa della Quadriennale. Finanche da alcuni giornalisti che hanno sostenuto di non aver posto domande dopo la mia uscita forzata anche perché amareggiati da com’ero stato trattato per aver posto solo un’ingenua, ingenuissssima direbbe Verdone, domanda (ma tale doveva essere per avere un’efficacia performantica). Domanda dalle quale a detta di molti sarebbe potuto nascere con i curatori, se fossero stati intelligenti e pronti di spirito, un interessante dibattito, invece di farmi portare via a braccio come un criminale per aver lanciato qualche volantino.
Pino Boresta

In foto: Poster Rettificato (una mia opera), il logo della Quadriennale, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, Jean Luc Godard, John Fante, Carlo Verdone, io che distribuisco i volantini del progetto F.B., Poster Rettificato (una mia opera).

lunedì 18 giugno 2012

Hans Richter. Dada fino all'ultimo respiro



A partire da sabato 30 giugno 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospita un’importante mostra retrospettiva – la prima su territorio nazionale – dedicata ad Hans Richter (Berlino, 1888 – Locarno, 1976). Artista poliedrico enormemente affascinato dalle infinite possibilità espressive fornite dal mezzo cinematografico, di cui fu uno dei massimi sperimentatori, Richter fu tra i padri fondatori del Dadaismo, nonché uno dei suoi maggiori esponenti.
Dopo un primo periodo espressionista, in cui dipinti e disegni risentono della forte influenza del movimento Der Blaue Reiter, Richter si trasferisce a Zurigo, dove, nel 1917, dà vita, con Tristan Tzara e Hugo Ball, al movimento Dada e, due anni più tardi, fonda, assieme ad Hans Arp e Marcel Janco, il Group des Artistes Radicaux. Contemporaneamente, comincia a sperimentare con i Rotoli dipinti, di derivazione cinese, nel tentativo di rendere al meglio l’idea di movimento, trasportando la figura oltre i limiti del quadro tradizionale. Il passaggio dietro la macchina da presa, avvenuto a partire dal 1917, è per lui una scelta obbligata. Nascono così i primi cortometraggi, tra cui, fondamentali sono quelli della serie astratta Rhythmus (1921 – 1925). Nel 1940, Richter si trasferisce a New York, dove realizza due lungometraggi, entrambi presenti in mostra: Dreams That Money Can Buy (1947) e 8 x 8: A Chess Sonata in Eight Movements (1957), nati dalla collaborazione con Max Ernst, Jean Cocteau, Fernand Léger, Alexander Calder e Marcel Duchamp.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione culturale De Arte e promossa dall’associazione Oesum Led Icima, raccoglie una settantina di opere di Richter, tra oli, collage, carboncini, disegni, serigrafie, acqueforti, lettere e cartoline Dada, a testimonianza dell’estro e della poliedricità dell’artista, oltre a ventotto importanti sperimentazioni cinematografiche dadaiste (tra cui alcuni cortometraggi di Marcel Duchamp, Fernand Léger e Man Ray), coprendone così l’intera carriera artistica e mettendo in risalto la continuità tra pittura e cinema, anch’esso inteso da Richter alla stregua di una vera e propria arte visiva. «Considero il cinema come una parte dell’arte moderna, soprattutto come un’arte visibile – scriveva il grande artista –. Ho sperimentato, per così dire a mie spese, che certi impegni della pittura possono essere realizzati solamente nei film. Il film è lo sblocco di alcune delle strade indicate dalla pittura che non hanno trovato un completamento nelle arti figurative. Qui si presentano i grandi compiti per il futuro. Arte moderna e film moderno si completano».

A partire dal 15 settembre 2012, alla mostra verrà affiancata un’esposizione di lavori dei sette giovani artisti vincitori del concorso Young at Art (Walter Carnì, Giuseppe Lo Schiavo, Armando Sdao, Valentina Trifoglio, Giuseppe Vecchio Barbieri e il duo MILC, formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio), che reinterpreteranno, ognuno attraverso il proprio peculiare stile, le suggestioni provate confrontandosi con l’opera di Hans Richter, dando vita a un’interessante riflessione sull’eredità del Dadaismo nell’arte contemporanea, declinata attraverso l’intero spettro delle sue modalità espressive: pittura, scultura, body art, grafica vettoriale, fotografia e video-arte.

Hans Richter
Dada fino all’ultimo respiro
Luogo:                                                 MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)
                                                               Piazza Falcone, 1  – 87041, Acri (Cs)                      
Curatore della mostra:                 Marisa Vescovo
Curatore esterno del MACA:     Boris Brollo
Vernissage:                                       30 giugno 2012, ore 18:00
Periodo:                                             dal 30 giugno al 7 ottobre 2012
Orario:                                                 dal martedì alla domenica, 9-13 e 16-20; lunedì chiuso
Info:                                                     Ufficio stampa tel. 0119422568
                                                               maca@museovigliaturo.it; www.museovigliaturo.it
                                                               www.facebook.com/MACA.Silvio.Vigliaturo
                                                               Twitter: @macaacri

mercoledì 9 settembre 2009

L'ARTISTA

COMUNICATO STAMPA


L’Artista (El Artista)

regia di Mariano Cohn e Gastòn Duprat



I paradossi dell’arte contemporanea

Il giorno 23 settembre, alle ore 10,30, presso il MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma, in via Reggio Emilia, 54 sarà presentato il film italo-argentino L’Artista (El Artista), già proposto con successo nella sezione ufficiale della scorsa Festa del Cinema di Roma.

La pellicola esplora con sottile ironia il mondo contemporaneo dell’arte, raccontando la storia di Jorge Ramirez, infermiere in un istituto geriatrico che, appropriandosi del genio creativo di un suo paziente, agita i meccanismi del mondo dell’arte, svelandone i giochi sottili.
Sullo sfondo delle vicende del protagonista, L’Artista riflette su un tema centrale dell’arte: al genio creativo dell’artista si contrappongono le logiche di mercato, le esigenze dei curatori e le pretese dei galleristi e del pubblico.

Il film - diretto da Mariano Cohn e Gastòn Duprat (già noti autori televisivi) e distribuito da Cinecittà Luce - è un prodotto low-budget che ha coinvolto persone già attive nel mondo dell’arte: Andrés Duprat (sceneggiatore) è curatore, manager di programmi culturali ed architetto, mentre Leon Ferrari, che interpreta il ruolo di un paziente, è un’artista concettuale argentino di calibro internazionale.

Il film uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 2 ottobre - in occasione della Giornata Nazionale del Contemporaneo.

Il 29 settembre alle ore 19,00 sarà proiettato in contemporanea a Roma, Milano, Torino e Bologna. Importanti luoghi dell’arte italiana, quali la galleria Oredaria di Marina Covi Celli, la Edieuropa di Raffaella Bozzini, e lo Studio di Ileana Florescu a Roma, la Cardi Black Box di Milano, nonché il museo MAMbo di Bologna e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, organizzano delle proiezioni nei propri spazi espositivi, convinti dalla pellicola e dall’interesse delle questioni affrontate.


SCHEDA FILM

Cast Tecnico

Regia
Mariano Cohn e Gastòn Duprat
Sceneggiatura originale Andrés Duprat
Fotografia Ricardo Monteoliva
Musiche originali Diego Bliffeld
Consulente creativo Mauro A. Fernàndez
Produttore esecutivo Marìa Belén De la Torre
Prodotto da Eduardo Costantini e Alfredo Federico per Costa Films
Fernando Sokolowicz per Aleph Media in associazione con Leon Ferrari
Gianluigi Gardani e Tore Sansonetti per BARTER
in associazione con Istituto Luce
con il sostegno di INCAA, Istituto Luce, Ibermedia DTV produzioni e l’ Istituto Nationale dell’Audiovisivo di Uruguay-Television National del Uruguay e UNTREF

Questo film è stato sviluppato con i fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali destinati allo sviluppo dei progetti selezionati secondo il protocollo d’intesa INCAA - Istituto Luce - Cinecittà Holding

Film riconosciuto di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema, Italia.


Distribuzione CINECITTA’ LUCE

Titolo originale: El Artista
Paese: Argentina, Italy
Anno: 2008
Durata: 110 min.
Crediti non contrattuali


Cast Artistico

Sergio Pangaro
Alberto Laiseca
Ana Laura Lozza
Marcello Prayer


Crediti non contrattuali

“Art is what you can get away with”, Andy Warhol

“Art is a lie that helps us to realize the truth”, Pablo Picasso

SINOSSI

Jorge lavora come infermiere in un istituto geriatrico. La sua vita monotona cambia improvvisamente quando scopre che un suo anziano paziente, che passa la maggior parte del tempo in stato catatonico, è dotato di uno straordinario talento pittorico.
Jorge decide di appropriarsi dei lavori dell’anziano e di proporli ad una galleria d’arte fingendo di esserne l’autore. In modo del tutto improvviso e inaspettato diventa in brevissimo tempo un artista di fama nazionale, osannato dai critici come il nuovo fenomeno della pittura contemporanea. Si ritrova repentinamente proiettato nel sofisticato milieu delle gallerie d'arte, fatto di curatori, collezionisti e ammiratori. Comincia così una scalata che lo porta al grande successo di pubblico, partecipa ad una serie di esposizioni, guadagna molti soldi, viene osannato dal mondo dell’arte.
Ma il destino di Jorge è legato a doppio filo a quello del suo paziente e al perdurare della sua creatività.

Il film esplora con ironia, leggerezza ma al tempo stesso profondità, il paradosso del mondo dell’arte contemporanea, i suoi personaggi e la difficoltà di definire il concetto stesso di arte.


IL FILM

Trovare una precisa definizione di arte è un tema esplorato per decenni da molti artisti e filosofi. L’ambiguità del termine arte ha sollevato diverse controversie e scontri tra differenti scuole di pensiero. Oggi la scena dell’arte contemporanea ha drasticamente cambiato il proprio panorama assottigliando la linea di demarcazione tra cosa è arte e cosa non lo è. Questa è la vera natura del film.


COLLABORAZIONI

Fin dall’inizio il film è stato concepito da persone coinvolte nel mondo dell’arte. Andrès Duprat, lo sceneggiatore, ha una lunga esperienza come curatore d’arte e manager di programmi culturali. Il film conta inoltre sulla partecipazione come coproduttore di un prestigioso artista argentino, Leon Ferrari, vincitore del Leone d’Oro nel 2007 alla Biennale d’Arte di Venezia che non solo interpreta un piccolo ruolo ma ha attivamente partecipato al progetto del film.


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