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sabato 27 gennaio 2018

Mostre: AK-47 - La violenza della Cina post-maoista nello sguardo di Zhang Dali - Arte Fiera Art City Bologna

AK-47, o della violenza
Lo sguardo di Zhang Dali sulla Cina contemporanea

Dall'1° al 4 febbraio, in occasione di ArteFiera 2018, alla Biblioteca d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, sarà in mostra uno dei dipinti-simbolo dell'artista cinese.

In attesa della prima mostra antologica Meta-Morphosis. Zhang Dali, che aprirà al pubblico il prossimo 22 marzo a Palazzo Fava.



Il primo piano di un volto di fanciullo impassibile, derubato di qualsiasi traccia di emozione, emerge da un mosaico di pochi essenziali colori. 

Solo avvicinandosi alla grande tela si scopre la natura dei tasselli del mosaico: AK-47, la sigla del fucile automatico progettato da Michail Kalashnikov, da cui il nome abbreviato AK (Avtomat Kalashnikova) prodotto per la prima volta in Unione Sovietica nel 1947. 

Il simbolo universale di guerre, insurrezioni, criminalità in tutto il mondo diventa la materia stessa di cui è permeata l'esistenza.

In mostra nella Biblioteca d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale (via Nazario Sauro 20/2), il dipinto della serie AK-47 sarà esposto dall'1 al 4 febbraio in occasione diArteFiera 2018 – ART CITY Bologna.

È una delle opere più rappresentative di Zhang Dali, uno degli artisti cinesi contemporanei più noti sulla scena internazionale: pittore, scultore, performer, fotografo, nonché padre della graffiti art in Cina, arte di strada che conobbe per la prima volta proprio a Bologna, dove arrivò nel 1989 subito dopo i tragici fatti di Piazza Tienanmen, restandovi fino al 1995. 

L'opera esposta a San Giorgio in Poggiale è il teaser della prima mostra antologica dell'artista, che Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Genus Bononiae gli dedicheranno a partire dal prossimo 22 marzo a Palazzo Fava.
 
AK-47 è un'opera che rappresenta il cuore della poetica di Zhang Dali e del suo modo di concepire l'arte come una lente che indaga la realtà circostante, in grado di sollevare domande sulla drammaticità del reale. 

Nel caso dell'artista lo sguardo è quello – profondamente umano e partecipe - sulla Cina post-maoista e sulle sue contraddizioni, sui rapidissimi cambiamenti che la crescita esplosiva del capitalismo ha portato con sé negli ultimi trent'anni, dalle condizioni di vita dei lavoratori ridotti alla serialità all'incessante urbanizzazione  che fagocita la tradizione.   

"Realismo estremo" quello di Zhang Dali - secondo la fortunata espressione di Yu Ke, caporedattore del mensile Contemporary Artist e professore alla Sichuan Academy of Fine Arts – in quanto artista che "si fa interprete del dovere dell'arte contemporanea di esprimere il dubbio sulla brutalità che permea la vita".

La sigla AK-47 era già stata utilizzata da Zhang Dali come firma dei suoi graffiti negli anni Novanta, primo artista cinese a utilizzare in patria questa forma espressiva appresa proprio a Bologna. 

La genesi dei grandi acrilici della serie AK-47 la racconta lo stesso artista: "Nel 2000 andai in Piazza Tienanmen perché pensavo che ci fossero dei fuochi d'artificio e un'atmosfera piuttosto festosa per celebrare l'arrivo del nuovo millennio. Solo dopo che ci eravamo avvicinati alla piazza ci rendemmo conto che i fuochi erano al Millennium Museum. Nei pressi della piazza un poliziotto mi disse in modo brusco di levarmi di torno e  non fermarmi. D'un tratto l'atmosfera festosa era stata distrutta. Tornato a casa iniziai a dipingere. AK-47 è un simbolo di violenza. Ho usato questo simbolo per vedere attraverso il volto che vidi quella notte. Volevo dipingere proprio quel tipo di volti, e così ho continuato finora".
 
L'Artista
Zhang Dali (Harbin, 1963) è uno dei più noti artisti contemporanei cinesi. Impegnato nelle tematiche della trasformazione storica, sociale ed economica della Cina negli ultimi trent'anni, ha utilizzato diverse tecniche espressive: graffiti, pittura, stampa, scultura, fotografia, installazioni e performance. Obiettivo della sua arte è raccontare il cambiamento, instaurando un dialogo con la città e con i suoi abitanti. 

Lavorando con un'ampia varietà di strumenti - dall'arte urbana alle foto storiche di archivio, fino alle installazioni su larga scala - i ritratti di Zhang Dali documentano la storia sociale contemporanea di una cultura in radicale sviluppo e trasformazione. 

I suoi lavori, esposti nelle più importanti gallerie e musei di tutto il mondo – dal MoMa di New York al British Museum, dalla Saatchi Gallery di Londra allo Smart Museum di Chicago.  Ha ottenuto le copertine di Time Magazine e di Newsweek.
 
Zhang Dali | AK-47
Biblioteca d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale
via Nazario Sauro 20/2, Bologna
Nell'ambito di ArteFiera segnalato da ART CITY Bologna

Orari
giovedì 1 e venerdì 2 febbraio h.10 – 17 | sabato 3 febbraio h. 10 – 24 | domenica 4 febbraio h. 10 - 19



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martedì 22 settembre 2015

Gattopardo docet...


3°ArtBlitz P.Q.08 - Performance Quadriennale 18/06/2008

"Diciamo No a questa Quadriennale di Roma: non rispetta gli artisti, non investe nella ricerca. Montano le polemiche anche fra i curatori invitati" Questo il titolo dell'articolo di Massimo Mattioli su Artribune del 21 settembre 2015. Questo il link: http://www.artribune.com/…/diciamo-no-a-questa-quadriennal…/ 

Gattopardo docet...
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» . 

Boresta docet... 


18/06/2008 16.58
Mostre: al via Quadriennale


Da domani al 14 settembre un centinaio opere di giovani artisti
Notizia (ANSA) - ROMA, 18 GIUGNO 2008
Con un centinaio di opere realizzate da altrettanti giovani artisti, parte la 15/a edizione della Quadriennale, da domani al 14 settembre. La rassegna, che torna nella sede storica di Palazzo delle Esposizioni, ha vissuto la vernice per la stampa, movimentata dalla protesta dell’artista Pino Boresta, che ha contestato il mancato invito alla rassegna gettando volantini con la scritta ‘Basta con i soliti raccomandati’ e un invito a firmare ‘per mandare Boresta alla Biennale di Venezia 2009′.


Come in un film di Godard (Performance Q.08)
Ho la gola secca e la bocca asciutta, avverto una forte sensazione di disidratazione senza avere in realtà sudato. Appena giro l’angolo decido di entrare nel primo bar che incontro chiedendo un bicchiere d’acqua. Il giovane barista nonostante la confusione è lesto, deve essersi accorto di qualcosa; bevo, ringrazio ed esco. Percorro cinquantina metri e si ripresenta la stessa arsura, il nasone (fontanella) di Piazza Venezia è troppo lontano decido cosi d’approfittare di un altro bar che a Roma non mancano. Questa volta entro con più tranquillità… esco e riprendo il cammino cercando di calmarmi.
Anche questa è andata, non è stato facile ma l’ho fatta.
Avevo calcolato tutto nei minimi particolari.
Arrivo in anticipo alla conferenza, non distribuisco i volantini e mi vado a sedere in fondo alla sala. I primi a parlare sono il presidente della Quadriennale e le autorità, che pur se scontati risulteranno più esaustivi dei 5 curatori preoccupati ad esibirsi secondo un rigoroso ordine alfabetico invece di parlare in sostanza della mostra. Sono lì seduto e come in un film di Godard, vivo, rivivo cento volte la stessa scena. L’ho studiata a fondo ma ogni volta che la riesamino mi vengono le palpitazioni; riesco a rilassarmi solo piegando qualche volantino.
Ci siamo! É arrivato il mio momento, stanno chiedono se ci sono domande da parte del pubblico, io dal fondo della sala mi alzo, agito le braccia e senza aspettare il microfono ad alta voce faccio presente che ho una domanda da fare. Catturata l’attenzione dei presenti domando“Vorrei sapere perché non mi avete invitato?”, c’è qualche risata e qualche applauso che prontamente stoppo reclamando invece più fatti. Attendo qualche istante in cui regna il silenzio e proseguo con la contro mossa studiata per tutelarmi dall’eventualità che uno dei 5 curatori tentasse con una risposta spiritosa di declassare l’evento contestatorio a farsa, e aggiungo; “Anzi! Non me ne frega niente, tanto rispondereste con le solite idiozie”. Allo stesso tempo lancio il primo gruppo di volantini che nell’attesa avevo smazzato e piegato uno si e uno no in modo che tirandoli non rimanessero appiccicati come avviene di solito.
Come da copione il tutto sarebbe dovuto finire qui gettando ancora volantini e niente più, invece il tempo da me stimato per blitz si dilata oltre le mie aspettative cogliendomi impreparato e con gli occhi di tutta quella gente puntati su di me, per fortuna uno dei curatori pensando di dire una cosa fica/intelligente decide di rispondere ugualmente “Perché il tuo lavoro non ci piace”. Andandogli in contro lancio altri volanti e gli domando “Perché tu che cosa sai di me? Cosa conosci del mio lavoro?”. Non risponde.
Improvvisamente qualcuno grida “acchiappalo acchiappalo” !
Questo scatena il mezzo fondista che è in me e scappo all’altro lato della sala approfittando di questo extra time per gettare altri volantini che non avevo preparato, lo faccio a piccoli mucchietti per evitare il solito inconveniente. Quando voglio posso essere molto veloce quasi come Arturo Bandini, o almeno così mi sentivo. Nel frattempo i difensori della patria si organizzano e mi accerchiano, decido cosi di recuperare il mio zaino e di consegnarmi ad uno dei custodi che tento di tranquillizzare con un bacio sulla guancia, ma lui si ritrae. Raggiunto anche dall’agente in divisa della security vengo scortano a braccio fin fuori al palazzo. Nel breve tragitto il vigilante in divisa mi domanda “Ma perché fai queste cose?” Gli rispondo che forse non l’avrebbe mai compreso e non era di certo quello il momento migliore per spiegarlo, ma un giorno lo avrei fatto. Mi ritrovo così fuori dal palazzo sulla scalinata di marmo agitato ma soddisfatto, avevo fatto quello che andava fatto e John Fante sarebbe stato orgoglioso di me. 


Sulla strada del ritorno cerco di immaginare il resto della conferenza:
Uno dei curatori prende la parola e spiega che le scelte sono sempre personali e ci sarà sempre qualcuno che verrà escluso. Allora qualcuno dal pubblico fa presente che chi è deputato a decidere ha il dovere di scegliere gli artisti migliori e non gli amici o amici degli amici, parenti, raccomandati o i primi leccapiedi che ti gironzolano intorno. Bisogna andare in giro per gli studi, informarsi e premiare chi lo merita realmente e non coloro che rientrano nella logica di convenienze personali.
Se ciò fosse avvenuto sarei stato perlomeno felice di aver fatto nascere delle riflessioni in occasione di una sterile conferenza, ma non è andata così. Mi hanno invece raccontato che subito dopo che sono uscito quasi tutti hanno cominciato ad andare via senza trovare il coraggio di fare domande, uno dei curatori pensando di essere spiritoso ha detto“Questo non l’abbiamo organizzato noi” e qualcuno dal pubblico non ad alta voce ha risposto “Peccato è stata la cosa più interessante di tutta la conferenza”.

p.s.
Non mi sarei mai aspettato di ricevere in seguito attestati di stima e solidarietà dalle persone presenti o da chi aveva saputo ciò che era accaduto alla conferenza stampa della Quadriennale. Finanche da alcuni giornalisti che hanno sostenuto di non aver posto domande dopo la mia uscita forzata anche perché amareggiati da com’ero stato trattato per aver posto solo un’ingenua, ingenuissssima direbbe Verdone, domanda (ma tale doveva essere per avere un’efficacia performantica). Domanda dalle quale a detta di molti sarebbe potuto nascere con i curatori, se fossero stati intelligenti e pronti di spirito, un interessante dibattito, invece di farmi portare via a braccio come un criminale per aver lanciato qualche volantino.
Pino Boresta

In foto: Poster Rettificato (una mia opera), il logo della Quadriennale, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, Jean Luc Godard, John Fante, Carlo Verdone, io che distribuisco i volantini del progetto F.B., Poster Rettificato (una mia opera).

martedì 3 aprile 2012

Young at Art. I Stay Here


A partire da sabato 14 aprile 2012, in occasione della XIV Settimana della Cultura indetta dal MiBAC, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) aprirà i suoi spazi a sette giovani artisti calabresi, dedicando loro una mostra che si protrarrà fino al 27 maggio.

L’appuntamento espositivo, a cura di Massimo Garofalo e Andrea Rodi, si pone come esito del concorso Young at Art, lanciato a inizio anno, attraverso il quale il museo ha inteso mettersi alla ricerca dei talenti ancora nascosti operanti sul territorio calabrese. Da qui il titolo della mostra, I Stay Here (Io rimango qui), ripreso da una serie fotografica di uno dei sette artisti partecipanti e particolarmente significativo dello spirito di un’iniziativa dallo spiccato carattere di work in progress, che da concorso è diventata mostra, per poi rinnovarsi come progetto itinerante. L’appuntamento del MACA è solo il primo di una lunga serie attraverso la quale verranno promossi i sette artisti.

In ottobre, in occasione della Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI, a ognuno di essi verrà chiesto di creare un lavoro ad hoc ispirato alle opere di Hans Richter, uno dei padri del Dadaismo, a cui il MACA dedicherà un’importantissima retrospettiva a partire dal maggio prossimo, la prima realizzata da un museo italiano. Successivamente, gli artisti di Young at Art troveranno spazio a San Demetrio Corone (Cs), in occasione della Biennale d’Arte Contemporanea Magna Grecia, mentre sono in corso le trattative per portare i loro lavori a Torino, in occasione di Artissima.

L’intento della mostra del MACA, e del corollario di eventi che ne seguiranno, è quello di dare spazio alla ricchezza artistica e creativa di una regione che sta finalmente cominciando a credere in se stessa e nelle proprie potenzialità, e lo farà sottolineandone in primo luogo la diversità di temi e tecniche, perché proprio la diversità dei suoi frutti è il sintomo principale della fertilità di un territorio. Ognuno dei sette artisti, infatti, è rappresentante di un differente ambito espressivo. Walter Carnì affronta la cronaca, e in particolare il tema della mafia, attraverso installazioni scultoree di grandi dimensioni e dal forte impatto visivo; il fotografo Giuseppe Lo Schiavo sottolinea l’importanza di mantenere un forte legame con la terra d’origine e di come questa non sia ostacolo alla creatività e alla fantasia; Armando Sdao presenta cinque tele dai connotati iperrealistici in cui la presenza dell’uomo riverbera in oggetti quali una manciata di biglie o un pallone da basket, perfette nature morte contemporanee; Valentina Trifoglio trasforma il suo stesso corpo in una tela bianca che accoglie i segni che le vengono proiettati addosso, trasformandoli in stati emotivi; Giuseppe Vecchio Barbieri destruttura il volto umano in ritratti grafici che coniugano un’iconografia di matrice Pop a uno spiccato gusto espressionistico per i vortici cromatici; il duo MILC (Movimento Indipendente per il Linguaggio Cinematografico), formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio, propone due filmati che sono altrettante riflessioni sullo spazio come fonte di disagio collettivo e individuale, tra denuncia sociale e frammentarietà dell’io.

YOUNG AT ART “Virtual”

In collaborazione con Alphabeti, creativa azienda nel settore della promozione dei beni culturali e i new media, e la BCC Mediocrati, verrà realizzata una nuova sala virtuale della Collezione Bancartis (www.mediocratitour.it), in cui i sette giovani artisti vincitori dell’iniziativa potranno esporre una selezione delle loro opere.

In questo modo, terminata la mostra in programma fino al 27 maggio 2012, i giovani talenti calabresi meriteranno ancora le luci delle ribalta grazie al web e a questi originali allestimenti virtuali che permettono la visibilità oltre il tempo naturale delle mostre temporanee e la promozione oltre i confini nazionali.

YOUNG AT ART

I Stay Here

Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Piazza Falcone,1 - 87041, Acri (Cs)

Curatori della mostra: Massimo Garofalo e Andrea Rodi

Vernissage: 14 aprile 2012, ore 17:00

Periodo: dal 14 aprile al 27 maggio 2012

Orario: dal martedì alla domenica, 9-13 e 15-19; lunedì chiuso

Info: Ufficio stampa tel. 0119422568

www.museovigliaturo.it; maca@museovigliaturo.it

sabato 5 dicembre 2009

Casa di bambola....WORK IN PROGRESS


Castello Sforzesco, Strada sotterranea /via XX settembre/ Vigevano (Pavia)/

5 dicembre ore 18:00


Work in progress... è la serata performance nel corso della quale sarà realizzata un'installazione site-specific e verranno aggiunte all'esposizione in corso al Castello di Vigevano le opere fotografiche di Andrea Simoncini Gibson. Nel corso della serata, saranno raccolti fondi di beneficienza per la Charity Mission del progetto, sarà presentato il libro-catalogo Casa di bambola (Doll's House) il cui video, realizzato appositamente per l'occasione, sarà proiettato nella strada sotterranea del Castello. Questo evento artistico andrà ad arricchire la collezione di opere esposte, tra le quali spicca l'installazione Dura Madre di Robert Gligorov: una bambola-carillon, dalle sembianze di una barbie,di dimensioni reali che svela sotto un foulars attributi sessuali maschili.

Scrive il curatore nel catalogo dell'esposizione:
"Nella prigione dei generi storicamente determinati da processi di produzione e riproduzione, le soggettività tendono ad assumere una nuova centralità. I conflitti tra potere maschile e femminile, tra uomini e donne, tra donne e donne, tra uomini e uomini, iniziano a disegnare nuovi scenari, complessi e ordinari. Sugli scenari tradizionali dei conflitti sociali e culturali all'interno del mondo occidentale irrompono variabili impreviste.
L'identità non può essere un luogo chiuso di auto-definizione rispetto al mondo esterno, agli "altri". E' invece "un campo aperto di riflessione ed elaborazione sulla propria singolare esperienza che sempre si sviluppa in relazioni plurali, in direzioni molteplici. Nello spazio e nel tempo"

Casa di Bambola è la collettiva organizzata a Vigevano in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne (International Day for the Elimination of Violence against Women) da Pro(G)Art (Comitato per le arti e la cultura a Vigevano). La violenza, sul corpo e sulla psiche femminile, è stata tradotta nel linguaggio delle immagini e della materia, sintatizzata cioè "nel concetto che prende forma" da
Francesca Crocetti, Valentina Gusella, Mirta Kokalj, Marta Manfredini, Claudio Monnini, Massimiliano Robino, Andrea Simoncini Gibson e
Robert Gligorov (special guest).

Il titolo dell'esposizione riprende quello dell'omonimo testo teatrale scritto da Henrik Ibsen (Et Dukkehnjem) nel 1879, una pungente critica sui tradizionali ruoli dell'uomo e della donna nell'ambito del matrimonio durante l'epoca vittoriana.
"Ci sono due tipi di leggi morali - scrisse Ibsen nei suoi primi appunti per la commedia - due tipi di coscienze, una in un uomo e un'altra completamente differente in una donna. L'una non può comprendere l'altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo". Il legame tra questo testo teatrale e la città di Vigevano è rappresentato dalla figura di Eleonora Duse, attrice nata a Vigevano il 3 ottobre 1858. Negli anni '90 dell' Ottocento fu proprio Duse a portare sulle scene italiane i drammi di Ibsen, tra i quali Casa di Bambola, interpretando la parte di Nora.
La sede dell'esposizione è la Strada sotterranea del Castello Sforzesco di Vigevano in via XX settembre, a pochi metri dalla casa in cui nacque la grande attrice italiana.
Le riprese video sono realizzate da Marco Lamanna.
Mariangela Maritato è giornalista professionista e critica d'arte, vive a Vigevano. Scrive dal 2003 per il Sole 24 ore. Ha collaborato con l'Agence France Presse, Quaderni Radicali, la Gazzetta del Sud, Arslife.com ed altre testate specializzate in arte contemporanea. Laureata in Scienze della Comunicazione con Tesi in Storia delle Relazioni internazionali presso la Lumsa di Roma, è laureanda in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Ha curato diverse mostre d'arte contemporanea presso enti pubblici, musei e gallerie private.

La mostra, patrocinata dal Comune di Vigevano, è stata realizzata grazie al contributo del Credito Artigiano. Sponsor: Etica Bmw. Concessionaria Mini, libreria Nutrilamente (Vigevano)


CASA DI BAMBOLA (DOLL'S HOUSE)
Francesca Crocetti, Valentina Gusella, Mirta Kokalj, Marta Manfredini, Claudio Monnini, Massimiliano Robino, Andrea Simoncini Gibson, Marco Lamanna (videomaker)
Special Guest: Robert Gligorov
Mostra ideata e curata da Mariangela Maritato
Patrocinio: Comune di Vigevano
Dal 25 Novembre al 24 Dicembre 2009
Catalogo Bocca Editori
Castello di Vigevano – Strada sotterranea
Via xx settembre, Vigevano (Pavia)
Ingresso libero
Orari: lu-dom 9:30 – 18:30.
Serata Work in Progress: sabato 5 dicembre ore 18:00
Info: progart@live.it http://progartvigevano.blogspot.com

venerdì 2 ottobre 2009

Project: lid for a submerged world



Dal 10 al 25 ottobre 2009 il MACA – Museo d’Arte Contemporanea di Acri ospita le opere del duo di artisti RaMa – composto da Federica Marini e Carmelo Rago –, vincitore della seconda edizione de Il Fuoco dell’Arte, premio internazionale di pittura scultura e poesia promosso dall’Associazione culturale PUL – Proposta Universitaria Libera, in collaborazione con l’UNICAL – Università della Calabria e la Provincia di Cosenza.
La proposta artistica tutt’affatto originale di questo duo può essere letta come un’operazione archeologica della modernità. Al centro del loro lavoro, e della mostra, è il tombino – o pozzetto, o chiusino –, inteso come elemento di arredo urbano capace di esibire le tracce delle propria origine, diventando in questo modo il segno distintivo dell’area geografica di appartenenza e di un particolare periodo storico – basti pensare ai numerosi fasci littori ancora impressi sopra i tombini di alcune città italiane. Attraverso la tecnica della stampa xilografica a cucchiaio, gli artisti si propongono dunque come archeologi capaci di rilevare le impronte, i segni e le tracce storiche, che l’umanità ha lasciato di sé sui pozzetti.
Non va inoltre dimenticato che il tombino richiama fortemente la categoria della “soglia” che il filosofo Walter Benjamin definiva come « il territorio della conoscibilità » - conoscibilità intesa come conoscenza del passato attraverso i luoghi del presente, una conoscenza che è anche una sorta di introspezione. Il pozzetto, infatti, separa ed unisce due mondi: quello della superficie e quello dell’apparato biologico della società, celato nel sottosuolo, consentendo l’interscambio vitale tra la prima e le sue viscere. Sotto di esso scorrono nascoste le acque, le fogne, le tubature del gas; rimangono occultati i cavi elettrici, le fibre ottiche, i serbatoi di benzina; in definitiva tutto ciò che consente la sopravvivenza tecnologica e materiale della civiltà moderna. Sono sistemi digestivi, nervosi, circolatori e linfatici che consentono lo svolgimento regolare e quotidiano della vita in superficie di migliaia di persone.
La mostra verrà estesa anche al di fuori delle sale del museo, interagendo con un tratto del centro storico di Acri. Gli artisti, infatti, trasfigureranno con la loro tecnica tutti i pozzetti della via che porta a Palazzo Sanseverino – sede del MACA –, una volta percorsa dalla carrozze principesche, facendo di questo scorcio di città un’installazione estremamente contemporanea, che, proprio per via del suo oggetto, gode di un’infinita possibilità di trasposizione geografica. Ogni strada che custodisca dei tombini può diventare il luogo in cui dare nuova forma a questo progetto. Ciò che avverrà per la prima volta ad Acri potrebbe essere effettuato allo stesso modo a New York come a Londra, a Tel Aviv, a Dubai, a Barcellona, o a Tokyo.

Mostra: PROJECT “LID FOR A SUBMERGED WORLD”
PROGETTO “COPERCHIO PER UN MONDO SOMMERSO”

Curatori
: Boris Brollo, Massimo Garofalo, Andrea Rodi, Valerio Vigliaturo

Luogo
: MACA-Museo Arte Contemporanea Acri
Palazzo Sanseverino- Piazza Falcone, 1 - 87041 Acri (Cs)
Vernissage: 10 ottobre 2009 ore 17


Periodo
: 10 – 25 ottobre 2009

Orario Mostra
: 9/13 - 16/20 chiuso il lunedì

info
: Ufficio stampa MACA – tel. 0119422568 – maca@museovigliaturo.it - www.museovigliaturo.it

venerdì 5 dicembre 2008

Gordon Matta-Clark - Fratello dove sei!?

Fratello dove sei!?
Souvenirs of Gordon Matta-Clark and John Batanne


martedì 9 dicembre h. 21.00
un happening immersivo con Ramuntcho Matta, Viviana Gravano e Steve Piccolo;
documenti, film, suoni e racconti dal mondo di Gordon Matta-Clark.

O' | via pastrengo 12, milano | isola


Il 9 dicembre Ramuntcho Matta, artista in residenza nel programma O'A.I.R., ci condurr‡, attraverso

un happening immersivo nel mondo di Gordon Matta-Clark e John Batanne, suoi fratelli.
Gli anni newyorkesi tra il 1975-78 verranno raccontati con documenti, filmati, suoni, ricordi e storie
familiari. Ospiti della serata Viviana Gravano e Steve Piccolo.


Ramuntcho Matta nasce nel 1960 alle porte di Parigi dove oggi vive e lavora. Figlio dell'artista
surrealista cileno Roberto (Sebastian) Matta Ë artista vsivo, compositore e musicista ed ha lavorato con
Brion Gysin, Don Cherry Laurie Anderson, John Cage, Chris Marker e molti altri. Ha esposto il suo lavoro
in Europa negli Stati Uniti e in America Latina. Ha insegnato alla Scuola di Arte e Design di Amiens e
alla Scuola di Belle Arti di Grenoble dal 1996 al 2000. Insegna "Dubbio" all'ENSCI (Ecole Nationale
Superieure de CrÈation Industrielle) di Parigi dal 2001. Ha pubblicato pi˘ di 40 dischi.,
Viviana Gravano (Roma, 1961) Ë storica e curatrice di arte contemporanea, docente di storia dell'arte
all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Recentemente ha pubblicato Paesaggi attivi. Saggio contro
la contemplazione (Costa & Nolan, 2008). Il volume traccia origini e sviluppi dell'attivismo urbano attraverso
artisti che dagli anni Cinquanta hanno rivisitato l'idea di paesaggio come territorio dell'azione. Tra questi,
le (de)costruzioni architettoniche di Gordon Matta-Clark.
Steve Piccolo nato a New York dove ha frequentato Bard College e New York University, Ë testimone
della New York degli anni di Matta-Clark. Compositore, musicista, performer e sound artist attivo dagli anni
Settanta, nel 1978 insieme a Evan e John Lurie e Arto Lindsay ha fondato il gruppo no wave/art-rock
The Lounge Lizards.




L'INFINITO TURBOLENTO
O'A.I.R. Artisti in Residenza
Judith Egger (D) Ramuntcho Matta (F) Robert Curgenven (AUS)
la mostra prosegue fino al 20 dicembre 2008 | 15.30 -19.30 | chiuso festivi e lunedÏ

L'INFINITO TURBOLENTO, appuntamento di presentazione dell'ottavo programma di Residenze
ha aperto al pubblico il 27 novembre presentando le ricerche ed i progetti sviluppati dai tre ospiti nel corso
della loro permanenza milanese. Chiude gli appuntamenti extra dedicati agli artisti in residenza il concerto
di Robert Curgenven 'multichannel field recording set & air+electricity' il 12 dicembre 2008.


INFO bios & MORE : http://www.o-artoteca.org t. +39 02 66823357
press: Culturalia t.+39 051 244615 culturalia@fastwebnet.it


O'A.I.R. Ë un programma promosso da:
O' associazione non profit, Milano;
LAB laboratorioartibovisa/Angelo Colombo, Milano;
Hotel Pupik Artists in Residence in der Schwarzenberg'schen Meierei in Schrattenberg, Austria;
in collaborazione con Die Schachtel, Milano;
e con il sostegno di Provincia di Milano- inContemporanea la rete dell'arte.

con il patrocinio di Australian Embassy di Roma


O' | residenze | fotografia | suono | performance
associazione non profit | via pastrengo 12, 20159 milano i | t +39 02 6682 3357 | f +39 02 3931 3654
http://www.o-artoteca.org | o@o-artoteca.org


sabato 6 settembre 2008

MAINSEITS - Kunst in Schloss Homburg



Pittura, scultura, installazioni, video arte, fotografia, performance

Renate Anger, Berlino; Carlo Bernardini, Milano; Helga Franke,
Francoforte/Triefenstein; Gabriele Juvan, Offenbach; Gertrude Elvira
Lantenhammer, Homburg; Gila Prast, Monaco; David Rodgers, New York;
Jutta Schmitt, Würzburg; Valentin Schwab, Karlstadt; Nele Ströbel,
Monaco; Anna Tretter, Amorbach/Kosice; Thomas Wörgötter, Berlino/Vienna

Il castello di Homburg, una costruzione a graticcio del 16mo secolo, fu
eretto su una ripida roccia di tufo sopra la grotta di Burkardus. La
grotta, cellula germinale del villaggio, è il punto di arrivo della
solenne processione che si svolge ogni anno il 12 ottobre in onore di
San Burkardus, primo vescovo di Würzburg. Con la sua vista sui
vigneti che circondano il Meno, il castello domina Homburg e dal 1998
ospita in permanenza diverse manifestazioni di arte contemporanea.

Per la durata di quattro settimane, dodici artisti animeranno con le
loro opere il castello e il villaggio. Ispirati dalla straordinaria
atmosfera del luogo, questi artisti presentano le loro opere nei vari
scenari che caratterizzano l'antico castello della stirpe dei Gebsattel
(1568): il palazzo, la cappella, la grotta, il prato delle capre, il
giardino del castello, la torre, la chiesa di san Burkardus, la piazza
Julius Echter, gli stendardi, i sotterranei, il cortile.


mainseits 14 Settembre – 12 Ottobre 2008
Inaugurazione: 13 Settembre, ore 15:00
Orari di apertura: Ven.,Sab.,Dom. 11:00-18:00 o previo accordo telefonico


Kunst in Schloss Homburg
Schlossplatz 3 - 97855 Triefenstein
tel 09395 877 888
mobil 0174 8540717

g.e.lantenhammer@t-online.de

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Postato su IL COMUNICATO STAMPA
da contemporaryartpress@gmail.com


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Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

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