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giovedì 29 marzo 2018

Mostra personale CONTEMPLATION di Nan Yar dal 31 Marzo al 7 Aprile a cura del Prof. Massimo Pasqualone.

Le contemplazioni di Nan Yar

Inaugurazione sabato 31 ore 1800.



"La cifra stilistica di Nan Yar risiede nella capacità che l'artista belga ha di tirare fuori dall'anima le emozioni e di trasformarle in visioni, contemplazioni, un estraniarsi per ritrovarsi attraverso, da un lato, lo scontro cromatico che produce immagini finanche oniriche, dall'altro un'attenzione alla figura femminile che diventa simbolo, si fa a volte bellezza, a volte storia, a volte eternità, mai dimentica dell'approccio gnoseologico e filosofico che ogni opera d'arte deve avere.

La visione filosofica è precipua nel percorso estetico di Nan Yar, vive il tempo della bellezza come capacità di dire il mistero della vita, di quel qui ed ora che non sfugge mai all'artista, che assume, ci sembra dire l'artista belga, un ruolo sciamanico, quasi rabdomante per le strade della bellezza, che si fa opera d'arte solo se diventa capacità di attrarre, di dire, di testimoniare.

Per questo l'opera d'arte ha, per Nan Yar, sempre e comunque una forte valenza etica, mai di provocazione ma sempre di riflessione, di trasmissione di un messaggio che frantuma le certezze consolidate, crea dei crepacci, per dirla con il noto filosofo austriaco Friedrich Waismann, dove si inseriscono le opere d'arte, tasselli di un sicuro approdo verso una chiara visione del mondo.

Quella di Nan Yar è, dunque, una precipua weltanschauung, costruita su una duplice ricerca, filosofica ed artistica, perché sempre e comunque, e ce lo insegnano i fratelli Schlegel e Schleiermacher, Hegel e Schelling, Giovanni Gentile e tanti altri, ad ogni opera d'arte corrisponde un rimando metafisico, che va enucleato, sviscerato, persino chiarito e contemplato.

Come fa, in modo decisamente plastico, Nan Yar."

Massimo Pasqualone critico letterario e d'arte, poeta e giornalista, docente universitario. 


sabato 24 marzo 2018

Mostra Roberta Betti e Fulvio Fanti: Istinti razionali" a Bologna dal 7 aprile 2018

Istinti razionali

Fulvio Fanti, Roberta Betti

 

 

 

 

BOLOGNA, Sala Museale del Baraccano

 

7 aprile 2018-18 aprile 2018

 

Inaugurazione sabato 7 aprile 2018, ore 18.00

 

 

presentazione di Andrea Baffoni

 

 

Un doppio appuntamento è quello offerto dalla mostra Istinti razionali, con opere di Fulvio Fanti e Roberta Betti, la mostra itinerante  che s'inaugura il 7 aprile 2018 presso gli spazi della Sala Museale del Baraccano a Bologna. La mostra che è stata presentata a dicembre a Chiusi (Si) presso  l'Atelier "Punto di Fuga" è corredata da un catalogo e patrocinata dal comune di Chiusi e dal comune di Bologna Quartiere Santo Stefano.

Inedito l'incontro fra i due artisti che per la prima volta mettono a confronto le loro opere, in una mostra dal sapore evocativo dove forme e colori parlano il linguaggio dell'astrazione e della ricerca interiore. Curata dal critico d'arte Andrea Baffoni, l'esposizione mostra la produzione più recente di entrambi, mettendo in gioco un dialogo incalzante dove alle energiche manifestazioni spontanee di Betti si alternano e, a volte, sovrappongono le liriche composizioni di Fanti: "L'incontro fra i dipinti di Roberta Betti e Fulvio Fanti", scrive il curatore, "lascia emergere l'energia contenuta nell'istinto creativo come stadio primario del processo artistico, subordinato alla costruzione razionale dell'opera e motore primordiale di insostituibile pregnanza. Si è di fronte, in entrambi i casi, ad artisti impegnati in una personale ricerca scaturente dal profondo dell'inconscio, non calibrata sul principio del riconoscere, ma contenuta nel desiderio dell'esprimere". 



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venerdì 23 marzo 2018

Mostra Artisti bardolinesi sul Lago di Garda

MOSTRA ARTISTI BARDOLINESI: DAL 24 MARZO A VILLA CARRARA

Torna a Bardolino, sul lago di Garda, la mostra che raggruppa oltre 40 espositori con pittura, scultura, fotografia e opere di ingegno

 

Il blu sfumato del Lago di Garda dipinto su tela, il verde degli olivi, il bianco e nero di una foto d'epoca, il bronzo e il legno che danno forma a opere uniche e particolari. L'edizione 2018 della Mostra Artisti Bardolinesi cambia il palcoscenico e si trasferisce dalla sala della Disciplina in Borgo Garibaldi alle prestigiose sale di Villa Carrara Bottagisio dal 24 marzo al 2 aprile. L'appuntamento, organizzato dalla Fondazione Bardolino Top in collaborazione con l'assessorato alla cultura del Comune, è ormai entrato stabilmente nell'agenda dei visitatori della sponda veronese del Lago di Garda e conterà sull'apporto di 40 artisti che hanno vissuto, vivono o frequentano abitualmente Bardolino, i quali esporranno le loro opere nei rinnovati spazi della villa, rigorosamente ad ingresso libero (aperto tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19, tranne dal 26 al 30 marzo che seguirà orario pomeridiano dalle 15 alle 19). «Il nostro obiettivo è quello di favorire la promozione della cultura e di farlo potendo anche sfruttare la vivacità turistica del nostro territorio – ha commentato Marta Ferrari, vicesindaco e assessore alla cultura – Bardolino è da sempre patria di artisti e personalità con uno spiccato senso artistico, quindi riuscire ogni anno a riunirli non è solo un motivo d'orgoglio per noi, ma anche un'opportunità per dimostrare quanto importante sia favorire la visibilità di artisti che troppo spesso vengono definiti "minori", ma che tali non sono. Poter disporre, inoltre, del nuovo spazio sul lungolago darà ancora maggior visibilità e prestigio ai partecipanti e all'evento stesso». All'interno di Villa Carrara Bottagisio troverà spazio non solo la pittura: «L'esposizione prevede anche una parte dedicata alla fotografia e una alla scultura – ha proseguito Marta Ferrari –, senza dimenticare le opere di ingegno create dai nostri artigiani con il legno o altri materiali». La mostra "Artisti Bardolinesi", curata da Fondazione Bardolino Top in collaborazione con Emilio Zorzi,  verrà inaugurata ufficialmente sabato 24 aprile alle 11 alla presenza delle autorità cittadine.



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giovedì 22 marzo 2018

illycaffè partner della mostra dedicata a James Rosenquist: l'artista che disegnò il logo dell'azienda

Inaugura il 24 marzo la mostra

 

JAMES ROSENQUIST. OPERE SU CARTA/WORKS ON PAPER

 

A Casa Cavazzini una personale dedicata a Rosenquist, uno dei fondatori della Pop-Art:

taglio del nastro con la moglie e la figlia dell'artista statunitense.

Apertura al pubblico dal 25 marzo al 17 giugno 2018.

 

 

Nel 1963, al Guggenheim Museum fu allestita l'esposizione Six Painters and The Object: nasceva la Pop Art americana e tra quei sei pittori c'erano artisti come Jim Dine, Roy Lichtenstein, Andy Warhol e James Rosenquist. A un anno dalla scomparsa, proprio a quest'ultimo è dedicata James Rosenquist. Opere su carta/Works on Paper, mostra organizzata dal Comune di Udine–Civici Musei e dall'ERPaC, Ente Regionale per il Patrimonio Culturale, che vuole ricostruire le tappe salienti del suo percorso artistico, focalizzando nello specifico la sua ampia produzione su carta. L'esposizione sarà inaugurata il 24 marzo alle 18.00 a Casa Cavazzini (Udine) alla presenza della moglie dell'artista, Mimi Thompson, e della figlia, Lily, a Udine per l'occasione. Fino al 17 giugno 2018, poi, nelle sale del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine si potranno ammirare trentacinque opere dell'artista americano, soprattutto incisioni, disegni e collages provenienti per la maggior parte da collezioni private statunitensi, che delineano l'evoluzione della sua attività dagli inizi degli anni Sessanta, alle ultime prove seguite all'incendio del suo studio avvenuto nel 2009: l'esposizione permetterà così di ammirare lavori quali Spaghetti & Grass o Dusting off Roses (entrambi del 1965) che segnano gli esordi dell'artista nell'ambito della grafica d'arte, passando attraverso capolavori significativi come la serie litografica a colori dal titolo Speed of Light della fine degli anni Novanta del secolo scorso, lungo un itinerario che ricostruisce visivamente la carriera di Rosenquist, caratterizzato da policromie aggressive e vistose e dalla passione per l'esasperazione visiva dei dettagli di oggetti di uso quotidiano. 

La mostra è stata realizzata in partnership con illycaffè, che con l'artista americano ebbe un rapporto privilegiato: fu Rosenquist, infatti, a realizzare a metà degli anni '90 il logo per l'azienda di Trieste che della collaborazione con i grandi maestri ha fatto un tratto distintivo. In mostra sarà visibile anche il dipinto realizzato da Rosenquist in omaggio a illycaffè da cui è stato tratto il logo oggi noto in tutto il mondo.

 

James Rosenquist (Grand Forks, 1933, New York, 2017) è considerato tra i maggiori esponenti della Pop Art americana; prima di diventare famoso, si era mantenuto dipingendo silos e serbatoi di benzina nelle praterie dell'Iowa, del Wisconsin e del North Dakota e aveva poi lavorato per un'agenzia commerciale dipingendo cartelloni autostradali e pubblicitari.

 

Un'esperienza, quella di cartellonista, che influenzerà molto la sua pittura che si dispiega generalmente in dimensioni monumentali, in una successione di immagini legate da associazioni più o meno comprensibili, a commento e critica della società americana. Le radici visive del suo lavoro affondano nella pubblicità e nella comunicazione di massa (da cui elimina qualsiasi intenzione estetica o simbolica), nel modo in cui esse restituiscono in maniera banale e stereotipata la realtà quotidiana; a colpirlo è l'energia e la velocità espressiva che promana dall'immaginario della pubblicità, di cui riscopre l'aspetto fantastico e meraviglioso. Stilemi che riguardano sia la pittura su tela, sia il meno conosciuto mondo del suo lavoro su carta che prende spunto dai medesimi principi compositivi e stilistici.

L'interesse che egli manifestò per la stampa d'arte deve essere ricondotto da un lato al crescente rilievo assunto da questo mezzo di riproduzione negli Stati Uniti durante gli anni '60, dall'altro a una specificità del movimento Pop, che nella stampa d'arte trovava un campo di sperimentazione sul segno e sul suo rapporto con il colore e la pittura, un terreno di ricerca espressiva sulla composizione stessa della raffigurazione. 

In questa situazione si colloca anche l'attività della Universal Limited Art Edition (ULAE), operante ancora oggi a Long Island (New York), ma fondata nel 1957 da Tatyana Grosman, per cui lavorarono molti esponenti della Pop Art e lo stesso James Rosenquist. Buona parte della produzione grafica dell'artista a partire dalla metà degli anni Sessanta è conservata proprio negli archivi della ULAE da cui provengono molte delle stampe esposte in mostra.

 

La mostra e il relativo catalogo, che conterrà uno scritto di Sarah C. Bancroft, direttrice del James Rosenquist Studio,  sono curati da Vania Gransinigh, direttore di Casa Cavazzini – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine. 

 

www.civicimuseiudine.it

 

ERPaC- Servizio promozione, valorizzazione e sviluppo del territorio di Villa Manin

 

L'Ente Regionale per il Patrimonio Culturale ha lo scopo di migliorare la qualità della filiera produttiva della conservazione, del restauro e della gestione del patrimonio culturale del proprio territorio e valorizzarne le potenzialità economiche. 

Provvede alla gestione e valorizzazione del compendio di Villa Manin e del suo parco e degli altri beni culturali, istituti e luoghi della cultura, alla promozione delle relazioni col territorio circostante Villa Manin quale principale punto di riferimento storico culturale.

Gli spazi espositivi di interesse culturale-turistico in gestione al sopracitato Servizio sono il Compendio monumentale di Villa Manin, il Magazzino delle Idee di Trieste, il Teatro Basaglia e Parco di San Giovanni di Trieste, il Faro di Trieste e la Galleria Spazzapan di Gradisca di Isonzo.

 

 

CIVICI MUSEI DI UDINE

 

I Civici Musei di Udine racchiudono una rete di musei e patrimoni, composta da Museo del Castello, Museo Etnografico, Gallerie del Progetto, Museo Friulano di Storia Naturale e Casa Cavazzini – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea. 

Quest'ultimo, progettato dall'architetto Gae Aulenti, si sviluppa su 3.500 mq ed è ospitato nell'antico edificio donato dal commerciante udinese Dante Cavazzini. Oltre alle esposizioni temporanee, sono visitabili nel museo le collezioni permanenti, la collezione Astaldi e la collezione F.R.I.A.M. Fra gli artisti esposti figurano Roy Lichtenstein, i fratelli Basaldella, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Willem de Kooning, Sol le Witt.



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Mostra Design Week > "La grammatica della linea. MARIO GOTTARDI architetto e designer" > 15 - 29 aprile 2018 > Milano, Spazio IDEA4MI


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Milano Design Week 2018

 

La grammatica della linea

MARIO GOTTARDI

architetto e designer

 

15 - 29 aprile 2018

 

Spazio IDEA4MI

Via Lanzone 23 – Milano

 

INAUGURAZIONE 14 APRILE 2018 DALLE 18

 

In occasione della Milano Design Week 2018 lo spazio IDEA4MI ospita la mostra La grammatica della linea. Mario Gottardi architetto e designer, un omaggio all'opera e alla storia di Mario Gottardi, voluto dal figlio Giorgio e curato da Caterina Corni, con l'art direction dell'architetto Paola Maria Gianotti.

 

Insieme a foto, bozzetti e testimonianze d'epoca della vasta produzione di Gottardi, la mostra sarà anche l'occasione per riattualizzare il suo lavoro, presentando tre complementi d'arredo che portano la sua firma, interpretati in chiave contemporanea.

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             Ritratto di Mario Gottardi                                Conchiglia Grand Hotel - Torre di Madesimo

Mario Gottardi, figura forse poco conosciuta ma molto prolifica sia come architetto che come interior designer, nasce a Venezia nel 1913 e si laurea nel 1939 al Politecnico di Milano, dove muove i suoi primi passi. I decenni '50-'60-'70 sono quelli che lo vedono più attivo dal punto di vista progettuale, operando prevalentemente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, con delle incursioni internazionali.

 

Questa mostra è l'occasione per ri-scoprire un progettista eccezionale, che fa della misura la sua cifra stilistica: un equilibrio che non significa ripetitività, ma che applica il dominio della linea a una variegata gamma di soluzioni architettoniche e d'interni e che, partendo dagli stilemi razionalisti da cui è chiaramente influenzato, li reinterpreta e li riattualizza seguendo da un lato le tendenze culturali a lui contemporanee e dall'altro le esigenze pratiche e concrete nell'utilizzo degli spazi e soprattutto degli oggetti e dei complementi di arredo, in cui esprime il suo lato più creativo.

 

"Lo si avverte nelle ville, dove il rigore costruttivo non è mai disgiunto da una sensibilità volumetrica e spaziale così come negli edifici residenziali, in cui l'esigenza abitativa non condiziona il sapiente uso dell'equilibrio e dello spazio." - scrive la curatrice Caterina Corni - "Le radici veneziane, la luce lagunare riecheggiano nell'opera di Gottardi. Il sapiente uso dei pieni e dei vuoti, la fluidità della linea creano quella musicalità cantata dal cemento armato, dal legno e dall'acciaio. Se la grammatica progettuale dell'edificio deve tener conto di determinate regole, la grammatica progettuale dell'oggetto d'arredamento gode di quella libertà creativa che svela la dimensione più intima dell'artista".

 

La cura nella scelta dei materiali e l'attenzione ai particolari, in una mediazione costante e continua tra tensione creativa e pragmaticità costruttiva, lo accompagnano in tutta la sua ricca produzione che spazia dall'urbanistica al restauro, dalle costruzioni pubbliche e private, all'arredamento navale, alberghiero, privato e teatrale, a cui unisce l'insegnamento universitario, ruolo che interpreta come fosse il maestro di una grande bottega.

 

La mostra La grammatica della linea. Mario Gottardi architetto e designer presenta una ricca documentazione fotografica e progettuale che testimonia le principali commesse che lo videro protagonista. I lavori di restauro svolti nei primi anni '50 di storici palazzi veneziani tra cui Palazzo Nero e Palazzo Contarini delle Figure sul Canal Grande, sempre a Venezia gli interni e gli arredi dell'Hotel Bauer Grunwald progettati nel 1951. Nel 1958 la progettazione urbanistica di Piazzale Roma e del 1965 la chiesa di S. Pietro Martire a Cinisello Balsamo. Tra il 1966 e il 1969 si occupa del progetto di interior design per il nuovo Conchiglia Grand Hotel Torre di Madesimo e nel 1968 si dedica alla realizzazione del teatro e centro culturale San Babila di Milano. Negli anni '70 arrivano le commesse internazionali tra cui la pianificazione dei complessi turistici di Marmaria, Kiris North e Aksu East in Turchia. Partecipa anche a molti concorsi in anni diversi e vince importanti commissioni pubbliche per le turbonavi Cristoforo Colombo (1953), Leonardo da Vinci (1958) e Michelangelo (1962), di cui realizza parte degli arredi. Instancabile e con la consueta visione acuta del progetto continua a lavorare anche negli anni Novanta a Milano con le ristrutturazioni della sede centrale dell'Alleanza Assicurazioni in Viale Luigi Sturzo e degli uffici del gruppo Zurigo in piazza Carlo Erba e la costruzione del complesso parrocchiale di Sesto San Giovanni.

 

In mostra il passato, ma anche il presente e il futuro dell'opera di Mario Gottardi, perché verranno presentati in anteprima tre prototipi di tre oggetti progettati da Gottardi che saranno poi commercializzati nel 2019. Con la collaborazione del figlio Giorgio, che ha voluto svelare la figura di suo padre anche da un lato più intimo, la curatrice Caterina Corni e l'art director Paola Maria Gianotti hanno scelto tre complementi d'arredo degli anni '50 - una poltrona, una sedia e un tavolino - che sono stati ri-battezzati con i nomi delle donne di casa Gottardi: Michaela, la moglie; Maria Grazia, la figlia; Chiara, la nipote.

 

I tre oggetti dal punto di vista progettuale sono rimasti intatti nella perfetta simbiosi tra forma e funzione e mantengono la purezza del disegno e la sobrietà della linea, su cui è innestata la cultura pop contemporanea nei rivestimenti, producendo un cortocircuito innovativo e originale, un ossimoro tra il razionalismo dell'impianto e l'impatto cromatico dei rivestimenti.

 

La poltrona Michaela, caratterizzata dal perfetto equilibrio di curve e controcurve che ricordano le movenze sinuose di un gabbiano che spicca il volo, è proposta con un'imbottitura damascata in cui spicca il background di un intenso blu Cina. La sedia Maria Grazia dalla raffinata eleganza che ricorda lo slancio delle architetture gotiche e il fascino senza tempo degli strumenti musicali a corda, presenta una seduta rivestita da un verde cangiante che cita le sete degli abiti indiani. Infine il tavolino Chiara che nelle sue forme semplici e marcate evoca lo scafo di una barca, mantiene il legno di rovere nella struttura, ma presenta un vetro smerigliato di un giallo intenso nel ripiano.

 

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Atrio Hotel Bauer - Venezia

 
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Atrio Gran Hotel - Verona

 
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Sala da ballo - Turbonave Michelangelo

 
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Entrata Teatro San Babila - Milano

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martedì 20 marzo 2018

Mostra "DC Super Heroes"_Palazzo degli Esami, Roma


DC SUPER HEROES: MENO DI UN MESE PER VISITARE LA GOTHAM CITY NEL CUORE DI ROMA

Di Gioia: "la mostra sarà aperta fino alle 23.00 nel week end di Pasqua"

 

Roma, 20 marzo 2018. Meno di un mese ancora e poi la Gotham City di Nathan Sawaya lascerà Palazzo degli Esami dopo aver incantato pubblico e critica.

 

L'artista LEGO® più famoso al mondo ha invaso con i suoi mattoncini la location di 2000 mq nel cuore di Roma dando vita a Trastevere alla mostra DC Super Heroes, in Italia per la prima volta fino al prossimo 8 aprile.

 

"Questa mostra è stata per noi un grande successo – sottolinea Fabio Di Gioia di LiveTree, curatore italiano dell'esposizione –. Sawaya, avvocato newyorkese prestato all'arte, ha sbalordito il pubblico grazie alle gigantesche opere di LEGO® che ricostruiscono il mondo dei Supereroi; ben 3 milioni di mattoncini combinati assieme dall'artista più famoso al mondo, conosciuto in Italia anche per un'altra mostra, The Art of The Brick, esposta con grande successo due anni fa. L'arte di Nathan Sawaya – conclude Di Gioia – ha conquistato sia il pubblico adulto che i più giovani, quelli che amano visitare le mostre la sera. Proprio pensando a queste richieste abbiamo deciso di prolungare l'esposizione fino alle ore 23.00 sabato 31 marzo e domenica 1 aprile, in occasione della Pasqua. Anche a Pasquetta la mostra sarà aperta ma nei consueti orari". 

 

Insomma un'emozione per grandi e piccini da non perdere: più di 120 opere, Superman, Batman, Wonder Woman, Joker e la famosa BATMOBILE in scala 1:1 costruita con mezzo milione di mattoncini. È la mostra LEGO® più grande al mondo creata finora dal guru delle costruzioni.

 

DC Super Heroes è realizzata in partnership con Warner Bros. Consumer Products and DC Entertainment. 

 




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venerdì 9 marzo 2018

MADE4ART, Milano: mostra "Il mio Giappone" - con gentile richiesta di segnalazione

 

Il mio Giappone
mostra fotografica

a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo

MADE4ART, Milano
In collaborazione con l'Associazione Culturale Giappone in Italia
14 - 26 marzo 2018 | Inaugurazione mercoledì 14 marzo, ore 18.30

Lo spazio MADE4ART di Milano è lieto di presentare Il mio Giappone, mostra dell'artista fotografo di origine marchigiana Guido Alimento (Macerata, 1950) a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni. In esposizione una selezione di fotografie realizzate da Guido Alimento durante i suoi numerosi viaggi nel Paese del Sol Levante, molte delle quali scattate nell'ottobre del 2017 a Kyoto e nei suoi dintorni.

Il Giappone, terra di grande suggestione e fascino, e la cultura nipponica hanno da sempre avuto grande influenza sulla sensibilità e la produzione fotografica di Alimento, caratterizzata da una netta predilezione nei confronti dei soggetti naturali, una profonda attenzione per i dettagli e da una tendenza verso l'astrazione. Giardini, fiori, templi, ma anche eleganti figure femminili in abiti tradizionali: il Giappone di Guido Alimento è un luogo della mente e del cuore, dove particolari di elementi naturali, strutture architettoniche e una presenza umana discreta e mai invasiva raccontano tante storie diverse, catturate e restituite dallo sguardo e dall'obiettivo del fotografo.

Accanto alle fotografie di Guido Alimento, verrà presentata una selezione di opere in ceramica realizzate con la tecnica tradizionale Kintsugi da Chiara Lorenzetti; l'artista rompe intenzionalmente piccole ceramiche, ne immagina fratture e imperfezioni, per poi donare alle opere nuova forma e unicità tramite la perfezione dell'oro.

La mostra Il mio Giappone, realizzata con la collaborazione dell'Associazione Culturale Giappone in Italia (Via Lamarmora 4, Milano) e di ChiarArtè di Lorenzetti Chiara, sarà aperta al pubblico dal 14 al 26 marzo 2018.

Il mio Giappone
a cura di Elena Amodeo, Vittorio Schieroni

14 - 26 marzo 2018
Inaugurazione mercoledì 14 marzo, ore 18.30
Lunedì ore 15 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 15 - 19

MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l'arte e la cultura
Via Voghera 14, 20144 Milano
+39.02.39813872

In collaborazione con
Associazione Culturale Giappone in Italia

ChiarArtè di Lorenzetti Chiara

Media partner
Gaiaitalia.com
Milano



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