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mercoledì 8 maggio 2013

L'ARTE DEL VETRO. Silvio Vigliaturo al XXVI Salone Internazionale del Libro di Torino



L’ARTE DEL VETRO
Silvio Vigliaturo al XXVI Salone Internazionale del Libro di Torino

Silvio Vigliaturo, Musica nuova per la Calabria

Silvio Vigliaturo, artista e maestro del vetro di fama internazionale, reduce dalla recente partecipazione alla mostra Contermporary Glass Art dell’Orlando Museum of Art, celebrativa dei primi cinquant’anni del movimento Studio Glass, e prossimo protagonista del Padiglione Tibet, prestigioso evento a latere della Biennale di Venezia, sarà presente, dal 16 al 20 maggio 2013, all’interno degli spazi del Salone del Libro di Torino con due sculture in vetro di grandi dimensioni, distintive di uno stile unico caratterizzato dalla seducente flessuosità delle forme e dalla vibrante lucentezza dei colori.
Le imponenti opere monolitiche troveranno spazio in due luoghi distinti che rappresentano per l’artista altrettanti legami vitali, mettendone a nudo la doppia natura di italiano contemporaneamente del Sud e del Nord. Nato ad Acri, in provincia di Cosenza, Vigliaturo si è presto trasferito con la famiglia a Chieri, città alle porte del capoluogo piemontese dove tutt’ora vive e lavora nella sua bottega artistica situata di fronte al suggestivo Duomo gotico. L’artista, a cui, nel 2006, la città di Acri ha voluto dedicare un museo, il MACA, che ospita una collezione permanente di oltre duecento sue opere, tra dipinti e sculture, riveste simbolicamente i panni del collegamento tra il Piemonte e la Calabria, Regione ospite della XXVI edizione del Salone Internazionale del Libro.
Proprio nello Stand Calabria troverà spazio l’opera Musica nuova per la Calabria, un augurio e un’esortazione che l’artista rivolge alla sua terra natia perché essa continui sul sentiero del cambiamento e del rinnovamento culturale e sociale intrapreso negli ultimi anni e di cui il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) è tra i protagonisti più vitali, con il suo fitto programma di eventi di promozione artistica e territoriale e di mostre dedicate ai grandi maestri dell’arte del XX e del XXI secolo.
L’anima piemontese di Vigliaturo è invece incarnata nel monolito Torre di Babele, in cui una serie di volti si sovrappongono l’uno all’altro, in un susseguirsi e mescolarsi di colori e nature che danno vita tanto a ogni singolo uomo quanto all’umanità intera. L’opera trova spazio all’interno dello stand della nota casa editrice canavesana Priuli & Verlucca, fortemente legata al territorio regionale, che, nel 2006, ha pubblicato un’ampia e curata monografia dell’artista, con testi, tra gli altri, dei critici d’arte Paolo Levi, Luca Beatrice, Andrew Brewerton e Rosa Barovier Mentasti.


L’ARTE DEL VETRO
Silvio Vigliaturo al XXVI Salone Internazionale del Libro di Torino
Lingotto Fiere, Via Nizza 280, Torino
dal 16 al 20 maggio 2013

Musica nuova per la Calabria, presso Stand Calabria, Padiglione 1
Torre di Babele, presso Priuli & Verlucca, stand L52-R134, Padiglione 2-3

Info:       Ufficio stampa MACA
tel. 0119422568
                info@silviovigliaturo.it; info@museomaca.it
                www.silviovigliaturo.it; www.museomaca.it

lunedì 6 maggio 2013

SILVIO VIGLIATURO. Giudizio Universale Trasparente



SILVIO VIGLIATURO
Giudizio Universale Trasparente

Silvio Vigliaturo, Mescolanze, 2010, olio su tela, cm 150x150


A partire da sabato 8 giugno 2013, la suggestiva sede del Castello Normanno di Santa Severina (Crotone), risalente all’XI secolo d.C., ospiterà una significativa collezione di opere dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo.
La mostra, a cura di Boris Brollo, promossa dal Comune e dal Rotary Club di Santa Severina, in occasione del suo decennale, è composta di venti lavori rappresentativi della produzione più recente di Vigliaturo, tra sculture, dipinti e una video-narrazione. Sono le grandi dimensioni a farla da padrone, in un’ottica di interazione con gli spazi imponenti e massicci della rocca di origine medievale voluta dal normanno Roberto il Guiscardo, che, nel 1075, conquistò il borgo di origine greco-bizantina di Santa Severina, tutt’ora uno dei più belli d’Italia.
Le sale del Piano Nobile del Castello ospitano una serie di tredici sculture di oltre due metri di altezza, che sono altrettante esemplificazioni di alcuni dei temi più cari all’artista: dalle figure eroiche, mitologiche e bibliche, ai Musicisti, sino agli Amanti. All’ingresso trovano spazio due Amazzoni con gli scudi in vetro e acciaio posati a terra. Si tratta di un omaggio che l’artista rende alla donna e alla sua forza, ritraendola in un momento di riposo ed esaltandone la femminilità attraverso la trasparenza del vetro che accende la lucentezza dei colori. Volgendo lo sguardo alternativamente nelle due direzioni opposte del percorso espositivo, il visitatore si trova posizionato su di una linea immaginaria che collega i personaggi totemici di Adamo ed Eva, situati ai lati opposti del Castello, ma sempre presenti l’uno nello sguardo dell’altra. Negli spazi che ospitano il Museo Archeologico trovano la loro sede altre tre sculture in vetro in cui riverberano le tematiche della donna-guerriero, questa volta personificata dalla Camilla del poema virgiliano, e degli Amanti. Infine, il percorso della mostra, che si giustappone a quello della visita del Castello che la ospita,  trova il suo termine nella video-narrazione e nei tre dipinti di grandi dimensioni alloggiati nelle ex-scuderie. Il vorticoso e drammatico Giudizio Universale, che da il titolo alla mostra, un marasma di corpi che si fondono in macchie rosse, bianche e nere, offre il perfetto contrappunto alla vivacità cromatica e alle forme sinuose e trasparenti tipiche dell’arte scultorea di Silvio Vigliaturo.

SILVIO VIGLIATURO
Giudizio Universale Trasparente

Luogo:                   Castello di Santa Severina
                                Piazza Campo, 88832, Santa Severina (KR)
Curatore:               Boris Brollo
Periodo:                 dall’8 giugno all’8 settembre 2013
Orari:                     tutti i giorni, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20
Ingresso:               intero 4€; ridotto 2€
Info:                       Cooperativa Aristippo (gestione Castello Normanno di Santa Severina)
                               Tel. 096251069; cell 3394051632
Ufficio stampa MACA
                               Tel. 0119422568
                               info@silviovigliaturo.it; info@museomaca.it
                               www.silviovigliaturo.it; www.museomaca.it

lunedì 25 febbraio 2013

Pino Chimenti. Una gioiosa macchina da guerra


A partire da sabato 20 aprile 2013, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospita un’importante mostra personale del pittore Pino Chimenti (Spezzano Albanese, 1952), che rientra nell’ambito del progetto Bancartis, promosso da BCC Mediocrati, attraverso cui, annualmente, l’istituzione bancaria e il museo alle porte della Sila collaborano per promuovere la cultura e l’arte sul territorio, presentando alla Calabria i grandi artisti che in essa hanno trovato le origini. 
Pino Chimenti è reduce dalla partecipazione al Padiglione Italiano della Biennale di Venezia del 2011, segnalato al curatore Vittorio Sgarbi dal noto critico d’arte Gillo Dorfles, che, nel 1985, lo aveva già selezionato per apparire tra gli artisti scelti dalla critica nel prestigioso Catalogo dell’Arte Italiana edito da Mondadori. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Urbino, sotto la guida del pittore Concetto Pozzati, Chimenti partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. A partire dalla seconda metà degli anni ’70, dopo un breve periodo di ricerca concettuale, la sua pittura acquista maggiore libertà compositiva, avvicinandosi alla personalissima figurazione astratto-fantastica che contraddistingue ancora oggi il suo lavoro, mai incline a seguire mode e correnti e caratterizzato da un’inconfondibile atmosfera fiabesca pervasa da una sottile ironia. 
«Ormai da diversi anni – ha scritto Dorfles dell’artista – prosegue nell'invenzione costante di piccoli miti personali, di strane leggende, nelle quali dei personaggi – tra il surreale e il ludico, tra il grottesco e l'affabile – si trastullano in mezzo a ghirlande di forme variopinte, di marezzature cromatiche, di sottili estroflessioni magnetiche, sempre sostenute da un minuzioso grafismo». Proprio quei miti personali e quei personaggi ludici e surreali sono i protagonisti della mostra del MACA, che li declina attraverso una collezione di circa 50 opere pittoriche, in cui il curatore Boris Brollo intravede un’affinità di spirito che lega l’artista calabrese a Picasso. «Non è una questione di forma o di segno, ma di concetto. Egli traduce l’opposizione di Picasso al regime franchista in una opposizione tout court – scrive Brollo –. Egli è un moderno maestro del racconto di questa terra calabra appartenuta a una grande storia e le cui radici trasudano ancora di questo passato glorioso. Pure qui egli sviluppa un senso del fantasticare che, benché affondi le radici nel passato, guarda al futuro. Futuro in cui il concetto dell’eterna lotta umana, oggi rimandata al virtuale, al computer e alle bombe intelligenti, segna un punto ancora umano alla lotta a corpo a corpo».

Progetto Bancartis
PINO CHIMENTI
Una gioiosa macchina da guerra

Luogo:                                             MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)
                                                       Piazza Falcone, 1 – 87041, Acri (Cs)                              
Curatore della mostra:                       Boris Brollo
Vernissage:                                      20 aprile 2013, ore 17:30
Periodo:                                           dal 20 aprile al 16 giugno 2013
Orario:                                             dal martedì alla domenica, 9-13 e 15-19; lunedì chiuso
Info:                                                 Ufficio stampa tel. 0119422568
                                                       info@museomaca.it; www.museomaca.it

lunedì 18 giugno 2012

Hans Richter. Dada fino all'ultimo respiro



A partire da sabato 30 giugno 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospita un’importante mostra retrospettiva – la prima su territorio nazionale – dedicata ad Hans Richter (Berlino, 1888 – Locarno, 1976). Artista poliedrico enormemente affascinato dalle infinite possibilità espressive fornite dal mezzo cinematografico, di cui fu uno dei massimi sperimentatori, Richter fu tra i padri fondatori del Dadaismo, nonché uno dei suoi maggiori esponenti.
Dopo un primo periodo espressionista, in cui dipinti e disegni risentono della forte influenza del movimento Der Blaue Reiter, Richter si trasferisce a Zurigo, dove, nel 1917, dà vita, con Tristan Tzara e Hugo Ball, al movimento Dada e, due anni più tardi, fonda, assieme ad Hans Arp e Marcel Janco, il Group des Artistes Radicaux. Contemporaneamente, comincia a sperimentare con i Rotoli dipinti, di derivazione cinese, nel tentativo di rendere al meglio l’idea di movimento, trasportando la figura oltre i limiti del quadro tradizionale. Il passaggio dietro la macchina da presa, avvenuto a partire dal 1917, è per lui una scelta obbligata. Nascono così i primi cortometraggi, tra cui, fondamentali sono quelli della serie astratta Rhythmus (1921 – 1925). Nel 1940, Richter si trasferisce a New York, dove realizza due lungometraggi, entrambi presenti in mostra: Dreams That Money Can Buy (1947) e 8 x 8: A Chess Sonata in Eight Movements (1957), nati dalla collaborazione con Max Ernst, Jean Cocteau, Fernand Léger, Alexander Calder e Marcel Duchamp.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’associazione culturale De Arte e promossa dall’associazione Oesum Led Icima, raccoglie una settantina di opere di Richter, tra oli, collage, carboncini, disegni, serigrafie, acqueforti, lettere e cartoline Dada, a testimonianza dell’estro e della poliedricità dell’artista, oltre a ventotto importanti sperimentazioni cinematografiche dadaiste (tra cui alcuni cortometraggi di Marcel Duchamp, Fernand Léger e Man Ray), coprendone così l’intera carriera artistica e mettendo in risalto la continuità tra pittura e cinema, anch’esso inteso da Richter alla stregua di una vera e propria arte visiva. «Considero il cinema come una parte dell’arte moderna, soprattutto come un’arte visibile – scriveva il grande artista –. Ho sperimentato, per così dire a mie spese, che certi impegni della pittura possono essere realizzati solamente nei film. Il film è lo sblocco di alcune delle strade indicate dalla pittura che non hanno trovato un completamento nelle arti figurative. Qui si presentano i grandi compiti per il futuro. Arte moderna e film moderno si completano».

A partire dal 15 settembre 2012, alla mostra verrà affiancata un’esposizione di lavori dei sette giovani artisti vincitori del concorso Young at Art (Walter Carnì, Giuseppe Lo Schiavo, Armando Sdao, Valentina Trifoglio, Giuseppe Vecchio Barbieri e il duo MILC, formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio), che reinterpreteranno, ognuno attraverso il proprio peculiare stile, le suggestioni provate confrontandosi con l’opera di Hans Richter, dando vita a un’interessante riflessione sull’eredità del Dadaismo nell’arte contemporanea, declinata attraverso l’intero spettro delle sue modalità espressive: pittura, scultura, body art, grafica vettoriale, fotografia e video-arte.

Hans Richter
Dada fino all’ultimo respiro
Luogo:                                                 MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)
                                                               Piazza Falcone, 1  – 87041, Acri (Cs)                      
Curatore della mostra:                 Marisa Vescovo
Curatore esterno del MACA:     Boris Brollo
Vernissage:                                       30 giugno 2012, ore 18:00
Periodo:                                             dal 30 giugno al 7 ottobre 2012
Orario:                                                 dal martedì alla domenica, 9-13 e 16-20; lunedì chiuso
Info:                                                     Ufficio stampa tel. 0119422568
                                                               maca@museovigliaturo.it; www.museovigliaturo.it
                                                               www.facebook.com/MACA.Silvio.Vigliaturo
                                                               Twitter: @macaacri

giovedì 8 marzo 2012

Francesco Guerrieri. Dal polimaterico all'essenza della struttura


A partire da sabato 31 marzo 2012, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospita un’ampia mostra retrospettiva dedicata a Francesco Guerrieri (Borgia, 1931), maestro della ricerca gestaltica, strutturalista e programmatica in campo pittorico. Protagonista prima del Gruppo ’63, e successivamente del binomio Sperimentale p., con la pittrice Lia Drei, sua compagna di vita, Guerrieri ha sempre cercato, attraverso le sue opere, un’apertura nei confronti dell’universo che passasse per il filtro della visione, un incontro tra uomo e infinito da svolgersi entro i limiti fisici dei sensi. I suoi dipinti, sottostando alle ragioni intime e rigorose della forma, esaminate a fondo in anni di infaticabile ricerca, sono altrettanti svelamenti di verità e meccanismi che stanno alla base della percezione visiva; enigmi connaturati alla vita che, come suggeriva Lia Drei nei suoi Diari, «devono essere osservati, guardati e vissuti lentamente, così dagli occhi ti entrano nel cuore e poi nell’anima».

Attraverso una collezione di oltre 50 dipinti, questa mostra segue le tappe fondamentali di oltre mezzo secolo di carriera artistica e ricerca teorica di Guerrieri: dai richiami cosmici e ancestrali delle viscerali opere polimateriche dei primissimi anni ’60, ai successivi studi strutturali e programmatici, passando attraverso gli affascinanti risultati delle ricerche dell’artista su struttura, ritmo e vuoto-luce – per cui ogni opera è frammento di una continuità infinita –, fino alle recentissime sublimazioni cromatiche configurate sempre con direzione infinito dentro la luminosità abbagliante del bianco assoluto verso la luce, come enunciato dal titolo dell’opera più recente.

Un percorso che, come spiega lo stesso pittore, è lo specchio dell’evoluzione terrestre: «Il nostro mondo, si dice, ebbe origine da un magma ribollente. In un secondo tempo la materia si raffreddò e si organizzò in ordinate stratificazioni. Il paragone potrà sembrare eccessivo, ma, allo stesso modo, potrei dire che, come pittore, per costruire l’ordine visivo dovevo conoscere prima il caos primordiale». Le opere polimateriche in mostra, quindi, si collocano come inizio degli inizi, fondamento dei successivi cinquant’anni di lavoro.

Oltre ad aver partecipato a numerose rassegne collettive, Francesco Guerrieri ha esposto in più di cinquanta mostre personali e ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Arte Oggi nel 1967, e il Premio Masaccio nel 1968. Recentemente gli è stato consegnato il Premio alla Carriera dalla Regione Calabria, in occasione della sua partecipazione fuori concorso a Limen Arte 2009. Sue opere sono alla GNAM, al MACRO e alla Fondazione La Quadriennale d’Arte di Roma, oltre che alla Fondazione VAF/Stiftung di Francoforte sul Meno, al MART di Rovereto, al MADI Museum di Dallas e in più di trenta altre istituzioni museali in Italia e all’estero. Nel dicembre del 2011, il suo dipinto Verso Itaca è entrato a far parte della collezione Bancartis della BCC Mediocrati.

Francesco GUERRIERI

Dal polimaterico all’essenza della struttura

Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Piazza Falcone,1 – 87041, Acri (Cs)

Curatore della mostra: Teodolinda Coltellaro

Curatore esterno del MACA: Boris Brollo

Vernissage: 31 marzo 2012, ore 17:30

Periodo: dal 31 marzo al 27 maggio 2012

Orario: dal martedì alla domenica, 9-13 e 15-19; lunedì chiuso

Info: Ufficio stampa tel. 0119422568

www.museovigliaturo.it; maca@museovigliaturo.it

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