
ORARIO
Dal 3 al 25 novembre 2017
KAREN THOMAS: I COLORI DELLA SPERANZA
ISTITUTO PORTOGHESE DI SANT'ANTONIO IN ROMA
via dei Portoghesi, 6 – 00186 – Roma con il patrocinio di Vernissage: venerdì, 3 novembre 2017, ore 18.30 Finissage: sabato, 25 novembre 2017, ore 18.30 APERTURA da lunedì a sabato, dalle 18.00 alle 20.00 Ingresso libero S'inaugura venerdì 3 novembre 2017 alle ore 18.30 presso la galleria dell'Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma la personale dell'artista Karen Thomas dal titolo I COLORI DELLA SPERANZA, una mostra presentata dal Rettore dell'Istituto, Mons. Agostinho da Costa Borges e che gode dell'alto patrocinio dell'Ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede. L'esposizione, realizzata con la collaborazione di Claudio Zaccaretti (luce e design), è un percorso emotivo e sensoriale che si snoda tra le sale della galleria in un crescendo di colore armonico, segni e luci: quadri su tela o su plexiglass e colonne luminose raccontano e ripercorrono i temi forti dell'attualità geo-politica del nostro tempo, con l'auspicio di trasmettere colore e luce e dissipare l'oscurità. La mostra rimarrà aperta fino al 25 novembre, da lunedì a sabato, tra le 18.00 e le 20.00. Sono possibili incontri con l'artista in orario alternativo su appuntamento scrivendo alla mail karen@karenthomas.it. Le tematiche LE COLONNE Come in un parco illuminato, che affonda le radici nel mondo classico, nell'arte ellenistica-romana, nel rispetto delle proporzioni e del "bello", l'artista Karen Thomas ha scelto di realizzare delle colonne tematiche con tecnica mista acrilico, oro ed argento su plexiglass per raccontare, attraverso una forte denuncia forte e in un grido di colore, il nostro tempo. Colonne grandi si alternano ad elementi più piccoli, anch'essi montati su base "classica" e realizzati in temi che esprimono Luce, Pace, Ambiente e Speranza. L'uso dell' oro simboleggia la preziosità della vita che ci è stata regalata e che va tratta con delicatezza e gratitudine. L'uso dell'argento simbolizza Leggerezza e Serenita'; porta Luce dove prima c'era il buio e insieme al verde significa per l'artista Speranza. La tecnica di pittura utilizzata non è astratta e non è figurativa: viene chiamata "astratto-figurativa" a causa del flusso dei colori nei quali si riconoscono delle figure che si fondono ed interagiscono con essi. L'intenzione è quella di fornire una "chiave di lettura" all'osservatore cercando di instaurare a mezzo dei colori, dei segni e della luce, un dialogo con l'opera, destando curiosità, generando domande e fornendo spunti per le risposte. A volte è sufficiente anche il solo guardare, farsi trasportare e perdersi tra i colori... Design e Luce si integrano al colore fondendosi con il colore in una forte sensibilità artistica che crea Luce e Bellezza. SPERANZA La visione dell'artista della natura e dell'ambiente si fa segno e colore. Il nostro pianeta - maltrattato, ferito, sanguinante, in lacrime, eppure forte e bellissimo - non si stanca di proteggersi e di continuare a regalarci spettacoli indimenticabili, fatti di albe e tramonti, ma anche di fioriture, frutti di un orto mediterraneo con farfalle, uccelli e lucertole illuminati dal sole, cani liberi e felici, di un cielo azzurro-cobalto, vento e onde rumorosi e spettacolari. PACE, EUROPA Un artista in solitaria oggi può fare poco ma, ribaltando la visione e unendosi agli altri, può produrre come un gigantesco mosaico dove ciascuno con le proprie capacità e la propria sensibilità va ad aggiungere un sassolino per realizzare l'Opera massima. Questa colonna è creata nelle sfumature del colore Blu, con accenni ai singoli paesi, come stelle dorate: ognuno con i suoi problemi, ma uniti nel cerchio d'oro, ad auspicio di garanzia di Pace e stabilità nel rispetto delle singole identità. INCONTRO Figure nella Luce si incontrano, percorrono un cammino insieme, escono dal buio della solitudine verso l'alto, verso la Luce. In questo dialogo di empatia ci si muove in un bluceleste, tra accenni di alberi e fiori, adulti, giovani, coppie con bambini in colori dolci e "caldi come la terra". KAREN THOMAS e le sue opere Nata a Berlino, ha svolto la sua attività artistica e di insegnamento a Parigi, Kiel, Lubecca e Amburgo. Soggiorni di studio a New York, Roma e Los Angeles. Numerose esposizioni personali e collettive in Germania, Italia, America e Cina. Vive e lavora a Roma, dove è stata per circa di vent'anni titolare della cattedra di Tecniche pittoriche presso la R.U.F.A., (Rome University of Fine Arts). Dagli anni Ottanta esegue un intenso lavoro per la trasposizione di impressioni di città, paesaggi e figure. E' tra gli esponenti della nuova corrente neo-espressionista data la sua formazione artistica. Dal 2000 si dedica alle ricerche sull'astrattismo tra forma e colore. La rappresentazione della "Genesi" segna da più di sei anni il suo percorso pittorico. Dalla ricerca del "fascino della luce" nasce un altro percorso pittorico che parte dalla creazione divina e attraversa il tema dei diversi fenomeni di luce, come la luce mediterranea e quella notturna. Negli ultimi anni segue un percorso artistico segnato dalla matericità e plasticità, dedicato al mondo della musica e ai suoi grandi interpreti, come Bach, Beethoven, Mozart e Verdi. La pittrice Karen Thomas segue un percorso artistico, intellettuale ed emotivo che la porta all'elaborazione di un nuovo "Manifesto del Ruolo Etico dell'Artista", di cui diviene prima firmataria. INFOLINE: Karen Thomas: +39 3355495870 Claudio Zaccaretti: +39 3927693359 |
Ultimi giorni per visitare la mostra
Tra Guercino e De Nittis
Due collezioni si incontrano
a cura di Stefano Papetti e Antonio D'Amico
21, 22 e 28 ottobre 2017
Domodossola, Casa De Rodis
Ultimi giorni per visitare l'esposizione Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano a Casa De Rodis a Domossola, dal 2014 sede espositiva della Collezione Poscio. Non solo una mostra, ma un progetto di ampio respiro finalizzato a contribuire al restauro del patrimonio artistico marchigiano, seriamente compromesso dagli eventi sismici che hanno colpito la regione dall'agosto 2016.
L'esposizione, realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, racconta la storia di due collezionisti, Antonio Ceci (1852-1920) e Alessandro Poscio (1928-2013): chirurgo marchigiano di adozione pisana il primo, imprenditore piemontese con la passione per la pittura il secondo.
Per la prima volta un nucleo di opere delle loro collezioni vengono messe a confronto, evidenziando accostamenti e suggestioni inaspettati ma profondamente in sintonia. Seppur lontani geograficamente, Antonio e Alessandro si rivelano due uomini dinamici che vivono il loro tempo sognando a occhi aperti davanti all'incanto dell'arte tra disegni e dipinti.
In mostra sono svelati i segreti e le passioni di entrambi i collezionisti che riflettono comuni interessi artistici: dai ritratti ai paesaggi, da vedute che inquadrano la natura a stretto contatto con l'uomo, a sguardi che comunicano i misteri e i fascini di storie lontane, quanto vicine.
Da Ascoli Piceno arrivano a Domodossola, tra gli altri, un gruppo prezioso di disegni di artisti quali Pietro da Cortona, Guercino, Luca Giordano e Domenico Morelli, ma anche tele affascinanti quali i suggestivi paesaggi ad olio di Alessandro Magnasco e Francesco Zuccarelli, la sublime Passeggiata amorosa di Pelizza da Volpedo, l'incantevole Pax di Luigi Nono. Della collezione Poscio invece si possono ammirare il luminoso Sole d'ottobre di Carlo Fornara, Veduta delle Alpi Lepontine di Giovanni Battista Ciolina, la realistica quanto magica Stradina a Settignano di Telemaco Signorini, due romantici e intensi paesaggi di Antonio Fontanesi e una fitta Querceta di Giovanni Fattori.
Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano è anche l'occasione per studiare opere ancora inedite e mai presentate al grande pubblico, come nel caso del San Gerolamo, attribuito al pittore caravaggesco Lionello Spada o alla deliziosa Vergine in preghiera, un piccolo rametto che appartiene al giovane Sassoferrato.
Il catalogo, edito da Cattaneo Editore, presenta contributi di importanti studiosi, come Annie-Paule Quinsac, Carlo Sisi, Fernando Mazzocca, Cinzia Virno, Maria Silvia Proni, Dario Gnemmi e i curatori della mostra e sarà oggetto di una raccolta fondi che contribuirà al restauro di un capolavoro dell'arte marchigiana compromesso dal sisma, ovvero la Madonna in trono fra i santi Sebastiano e Caterina d'Alessandria, una tavola del pittore austriaco Pietro Alamanno, attivo ad Ascoli Piceno nella seconda metà del XV secolo. La pala d'altare proviene dalla distrutta chiesa di San Silvestro ai Sassi, una suggestiva località montana del comune di Ascoli Piceno.
"L'espressione 'appassionata incompetenza', apparentemente contraddittoria, orgogliosamente modesta, commercialmente inefficace nell'attestare una mancanza di sapere, è il cuore della collezione iniziata da mio marito e da me profondamente condivisa." – racconta Paola Poscio – "Passione che coinvolge e sorprende anima e cuore...incompetente perché la scelta delle opere avviene fuori da ogni schema accademico, quasi per un'istintiva folgorazione, per la forza e l'intensità dell'emozione che suscita. È una raccolta di opere che - nel corso di oltre 50 anni - attraversa con disinvoltura epoche, linguaggi, stili diversi, ognuna episodio di un'avventura fatta di incontri, occasioni fortunate, rivelazioni e innamoramenti, diventando una sorta di diario".
La mostra è anche una bella occasione per scoprire Casa De Rodis, luogo in cui una parte della collezione Poscio è esposta. Palazzetto di origine medioevale in Piazza Mercato, un tempo dimora della famiglia De Rodis, di antica nobiltà antigoriana. L'antica dimora è stata oggetto di un'attenta ristrutturazione che da una parte ha recuperato tutti gli elementi storico-architettonici e dall'altra ha saputo reinterpretare in chiave moderna le caratteristiche dell'edificio e la sua storia.
Dal centro storico di Domodossola inoltre è possibile avventurarsi alla scoperta della cosiddetta Valle dei Pittori, la Val Vigezzo, conosciuta per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, alcuni dei quali esposti in mostra, come Lorenzo Peretti Junior, Carlo Fornara e Giovanni Battista Ciolina. La valle si snoda da Domodossola fino al confine svizzero, verso Locarno, attraverso un suggestivo tragitto percorribile anche con il trenino panoramico della "Vigezzina".
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