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mercoledì 7 gennaio 2009

Compagni di Banco: generazioni presenti di GIANNI PO...


Compagni di Banco: generazioni presenti
di GIANNI POLINAS

Mostra di Fotografia e Installazione

Mostra Compagni di Banco - generazioni presenti_FrontexAggius, Museo MEOC – dal 20 dicembre 2008 al 30 maggio 2009

Curatore: Giangavino Pazzola

con il contributo della Provincia Olbia-Tempio, Assessorato alla Cultura.

con il patrocinio del Comune di Aggius

In collaborazione con: Associazione Culturale Museo di Aggius e Associazione Culturale Eloheh Animamigrante di Ploaghe

nell'ambito del progetto: "Tra terra e cielo: le chiavi di Ichnos"

inaugurazione: sabato 20 dicembre ore 17.30

performance: Nerina Nieddu



I bambini - "le generazioni future", dal punto di vista degli adulti - sono in realtà qualcosa di diverso. Sono la soglia fragile e sensibile fra la lunga durata e l'immediato futuro della collettività. I loro ricordi sono freschi, il loro sguardo sul passato è un misto di rispetto e giocosità, la loro memoria è tutta tesa verso il presente e sull'incombenza di ciò che avviene. Sono generazioni presenti.
dal testo in mostra di Franciscu Sedda, semiologo Università di Roma - Tor Vergata, vicepresidente AISS




Una vecchia lavagna davanti alla quale tanti bambini hanno tremato, scritto e disegnato, può evocare tanti ricordi.
Inserirne una al Museo MEOC, non come reperto, ma come invito per quanti vorranno sporcarsi le mani con gessi e cimosa, è l'ultimo anello di un' immaginaria catena.

Al MEOC sono custoditi ed esposti oggetti che testimoniano la vita e gli antichi mestieri degli abitanti di Aggius, tra cui pregevoli telai.
É cosa inusuale che questi ultimi, seppur " pezzi da museo", non abbiano mai smesso di produrre grazie alla laboriosità delle donne del paese che, con i loro gesti quotidiani, alimentano le tradizioni, come fossero anelli di una catena partita da un tempo lontano.

Seguendo questa ipotesi, ho ritratto gli scolari della scuola elementare, due alla volta, nel gesto di ascoltare e parlare con il proprio compagno/a di banco, riportando la confidenza così come veniva trasmessa da un bambino all'altro, scatto dopo scatto.
Le immagini, realizzate sullo sfondo di una vecchia lavagna, stampate su supporti rigidi, sono state inserite sempre al Museo MEOC, tra pezzi antichi e vecchie foto: una catena fragile, come le storie e le tradizioni tramandate oralmente da una generazione all'altra, della quale i bambini, simbolicamente, rappresentano gli ultimi anelli di congiunzione.
Gianni Polinas




InfoMostra
Giangavino Pazzola > email giangapazzola@gmail.com - cell. (+39) 3495722389
Gianni Polinas > www.gpolinas.com email polinas@tiscali.it - cell. (+39) 3478818065




Museo MEOC
via Monti di Lizu 6 – Aggius - Sardegna - Italy
Orari mostra: 10/13- 15.30/19 - chiuso Lu - Tel. (+39)079621029
ingresso: gratuito mostra, museo biglietto
Presidente associazione: Maria Teresa Mura


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Postato da animamigrante su Nuovo CorrieredelWeb

sabato 6 dicembre 2008

Lino Strangis Videobuco. Video Art Mini-Store


Video Art Mini-Store

Lino Strangis

Videobuco


A cura di Veronica D'Auria

Inaugurazione giovedì 11 Dicembre 2008 ore 17:00

Prosegue il tour romano V.A.M.S. (Video Art Mini-Store) progetto di Public Art in progress di Lino Strangis, giovane artista e compositore residente a Roma attivo nel campo delle arti multimediali digitali ed in particolar modo dedicato a videoinstallazioni, sound art e musica elettronica di ricerca.

Ne è caratteristica peculiare l'accordo con esercizi privati dei più diversi generi convertiti in spazi espositivi accogliendo nella loro quotidianità quelle che l'autore chiama "installazioni minime" le quali vanno a costituire un'opera/progetto "progressiva e pluricellulare". L'idea di fondo è quella di porre in questi luoghi dell'attesa, spazi pubblici di transizione e inter-relazione delle installazioni audiovisive realizzate a partire da riprese di eventi quotidiani della città ai quali di solito, presi nel turbine della metropoli odierna, non si riesce a dedicare la giusta attenzione e/o delle audiovisioni che sono metafora di questo modo di percepire.

Se finora l'evento ha coinvolto esercizi commerciali dei più diversi generi e si è rivolto in particolare ai loro avventori occasionali, alla popolazione nel senso più ampio del termine (oltre a voler richiamare l'attenzione degli specialisti, cercando di portarli fuori dal circuito tradizionale) in questa occasione è stato scelto Videobuco, storica videoteca specializzata in cinema sperimentale e di ricerca, che per le sue peculiarità attrae una clientela interessata ed appassionata agli audiovisivi e che, di conseguenza, ha una formazione ed educazione ai linguaggi dell'audiovisione. "Ciò che ci interessa in questa circostanza è venire in contatto con questo pubblico di amatori a metà tra il pubblico specializzato e quello di passaggio."

Questa tappa inaugura inoltre una nuova installazione audiovisiva One moment in cui un momento transitorio, un luogo di passaggio, la stazione ferroviaria di Roma Termini (a pochi passi dal locale in cui viene esposta), viene attraversato da persone di cui non sappiamo nulla, casualmente intercettate dalla videocamera mentre camminano lungo un percorso di cui non conosciamo l'inizio e la fine, ma solo un tratto sospeso tra l'andare verso e tornare da. Un solo momento di pochi secondi si mostra come attraverso un microscopio temporale, un ralenti estremo, che lo apre, lo dipana e ne espone ogni attimo donando, grazie al contributo del sonoro, una potente carica drammatica ad ogni micro-movimento. Come sempre Strangis si avvale del sonoro e degli effetti di alterazione del ripreso per incrementare la potenza metaforica degli eventi: al primo livello, sopra descritto, sovrappone più volte la medesima sequenza ma a diverse e progressive velocità di scorrimento, anch'esse dialoganti con il sonoro, autonomo elemento del montaggio… Ma, come sempre nelle opere frutto delle sue più recenti ricerche, ad un approccio formale più o meno minimale equivale una notevole stratificazione di significati: in primo luogo emerge uno dei temi principi della poetica del giovane autore cioè il viaggio o meglio il viaggiare come metafora dell'esistenza… Non conta da dove si parte e verso cosa si va, ecco perché la stazione, luogo di transizione per eccellenza, perché il percorso stesso è la vita ed ogni passo lungo questo itinerario è un momento cruciale altrimenti che l'eventuale traguardo, che invece non si identifica mai, perfino se apparentemente raggiunto, con l'idea che di esso si aveva all'inizio del viaggio. Così un momento come un altro, in cui non accade all'apparenza nulla di significativo, mostra la sua potenza significante.

Come spiega l'autore riferendosi al proprio modo di operare "…Se i linguaggi dell'audiovisione commerciale odierna propongono un numero altissimo di immagini, fenomeni che si avvicendano velocissimi sullo schermo generando un sovraffollamento di informazioni e percezioni, io concentro la mia attenzione su singoli accadimenti, spesso infatti le mie opere constano di una singola inquadratura o di diversi punti di visione del medesimo processo, in ogni caso quasi sempre si tratta di riprese statiche in cui i movimenti di macchina sono minimi o del tutto assenti, in cui il movimento è tutto interno: il contesto ripreso diviene così come il palcoscenico di un teatro o come una fotografia animata in cui il sonoro e le diverse forme di alterazione del ripreso, altrimenti che essere un frustro contorno, svolgono un ruolo strutturale, come elementi autonomi della composizione, fondamentali per la formazione delle metafore che cerco di porre in opera."

L'evento è realizzato dall'associazione le momo electronique con il patrocinio del MLAC (Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell'Università La Sapienza di Roma) diretto da Simonetta Lux e coordinato da Domenico Scudero.

Da Giovedì 11/12/08 a Giovedì 08/01/09, aperto dal Lunedì al Sabato ore 10:00 – 20:30

Ufficio stampa: Veronica D'Auria

Videobuco, Via degli Equi n° 6 (San Lorenzo) – Roma – Tel: 3492304021

e-mail:lemomoelectronique@libero.it

sabato 6 settembre 2008

MAINSEITS - Kunst in Schloss Homburg



Pittura, scultura, installazioni, video arte, fotografia, performance

Renate Anger, Berlino; Carlo Bernardini, Milano; Helga Franke,
Francoforte/Triefenstein; Gabriele Juvan, Offenbach; Gertrude Elvira
Lantenhammer, Homburg; Gila Prast, Monaco; David Rodgers, New York;
Jutta Schmitt, Würzburg; Valentin Schwab, Karlstadt; Nele Ströbel,
Monaco; Anna Tretter, Amorbach/Kosice; Thomas Wörgötter, Berlino/Vienna

Il castello di Homburg, una costruzione a graticcio del 16mo secolo, fu
eretto su una ripida roccia di tufo sopra la grotta di Burkardus. La
grotta, cellula germinale del villaggio, è il punto di arrivo della
solenne processione che si svolge ogni anno il 12 ottobre in onore di
San Burkardus, primo vescovo di Würzburg. Con la sua vista sui
vigneti che circondano il Meno, il castello domina Homburg e dal 1998
ospita in permanenza diverse manifestazioni di arte contemporanea.

Per la durata di quattro settimane, dodici artisti animeranno con le
loro opere il castello e il villaggio. Ispirati dalla straordinaria
atmosfera del luogo, questi artisti presentano le loro opere nei vari
scenari che caratterizzano l'antico castello della stirpe dei Gebsattel
(1568): il palazzo, la cappella, la grotta, il prato delle capre, il
giardino del castello, la torre, la chiesa di san Burkardus, la piazza
Julius Echter, gli stendardi, i sotterranei, il cortile.


mainseits 14 Settembre – 12 Ottobre 2008
Inaugurazione: 13 Settembre, ore 15:00
Orari di apertura: Ven.,Sab.,Dom. 11:00-18:00 o previo accordo telefonico


Kunst in Schloss Homburg
Schlossplatz 3 - 97855 Triefenstein
tel 09395 877 888
mobil 0174 8540717

g.e.lantenhammer@t-online.de

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Postato su IL COMUNICATO STAMPA
da contemporaryartpress@gmail.com


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