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venerdì 16 aprile 2010

SILVIO VIGLIATUTO. MESCOLANZE


A partire da sabato 8 maggio 2010, il Museo del Presente di Rende (Cs) dedicherà un’esaustiva personale all’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo.

La mostra – curata da Luca Beatrice –, proponendosi di essere una materializzazione delle riflessioni sviluppate da Vigliaturo su alcuni aspetti della realtà contemporanea, si dispiega in blocchi di pensiero sorretti e collegati da una categoria centrale: la Mescolanza. Le maestose e colorate sculture in vetro fungono dunque da vettori di messaggi appassionati che l’artista indirizza allo spettatore per svegliarlo alla vita, ad una presa di coscienza, perché anch’egli assuma una posizione intellettuale di fronte alla realtà che lo circonda e che troppo spesso viene recepita come un opaco marasma di informazioni, ininterrotto e intorpidente. Il fervore teorico di Vigliaturo è fatto di una minuziosa analisi che si trasforma in sintesi artistica supportata da un’imprescindibile maestria pratica – risultato anch’essa di una mescolanza, in questo caso di tecniche sviluppate in trent’ anni di entusiasmata ricerca: dalla preparazione a freddo degli ossidi, alla metamorfosi dei forni, all’inserimento nel vetro della foglia d’oro, fino all’uso unico della soffiatura intesa a dare vita al disegno, alle sembianze dei volti, a vuoti di densità nella materia. La Mescolanza viene declinata in una serie di opere che spesso prendono le sembianze dei personaggi, reali o mitici, dell’antica Grecia. È questo il caso delle Amazzoni: un gruppo di tredici sculture con scudi di vetro e lance metalliche che raffigurano le donne-guerriero descritte da Eschilo e da Virgilio. Si tratta di una figura, quella dell’Amazzone, che da sempre trova posto nella poetica di Vigliaturo, e che egli arricchisce di significati che la tramutano in una categoria umana del presente: l’Amazzone è uno dei più grandi risultati della modernità e rischia di diventare il simbolo della sua mescolanza più riuscita; è la donna che, in seguito a una lotta costante, è stata capace di cancellare quelle differenze che la separavano dall’uomo e che le erano state imposte da secoli di società maschiliste. L’artista legge la Mescolanza anche nell’Iliade omerica, a cui dedica un trittico di sculture: Ettore e Andromaca – a testimoniare ulteriormente dell’importanza della figura femminile nella sua arte – e Achille. Quest’ultimo rappresenta l’uomo di successo tipico della società contemporanea: un personaggio che sale agli onori delle cronache grazie alla fortuna che gli ha riservato la natura, senza avere, in realtà, alcun merito personale, e che vive solo per mantenere la sua effimera condizione di fama. All’inumana arroganza di Achille viene contrapposto Ettore, l’uomo capace di togliersi l’elmo davanti alla moglie e al figlio in lacrime che non riusciva a riconoscerlo. È questo, per Vigliaturo, il simbolo dell’uomo capace di dare un futuro all’intera umanità; l’unica tipologia di uomo in grado di intraprendere un discorso concreto sulla mescolanza dei popoli. Da Ettore si passa a Pericle, il grande statista greco che per primo aveva sognato il progetto di una colonia panellenica, e da quest’ultimo a Obama, primo grande risultato positivo dell’inarrestabile evoluzione della mescolanza dei popoli e delle razze. Al centro fisico della mostra, a supporto della Mescolanza – un concetto fondamentale, ma che, se lasciato a se stesso, rischia di tramutarsi in caos –, Vigliaturo pone gli Equilibristi: tre sculture in vetro e acciaio; tre personaggi che, con spirito di leggerezza – perfettamente veicolato dalla liquida brillantezza del vetro – si mantengono stabili e disinvolti nonostante l’appoggio precario, incarnazioni emblematiche di una mente dinamica e lucida.

Mostra: SILVIO VIGLIATURO. MESCOLANZE
Curatore: Luca Beatrice
Luogo: Museo del Presente Via Nicolaj Lenin, 87036, Rende (Cs)
Vernissage: Sabato 8 maggio 2010 ore 18:00
Periodo: dall’8 maggio al 27 giugno 2010
Orario Mostra: dalle 09.00 alle 19.00, chiuso il lunedì
sito web: www.vigliaturo.com
info: Tel. 0984 462493- 22067
Ufficio stampa MACA – tel. 0119422568 – maca@museovigliaturo.it

martedì 16 marzo 2010

Luigi Le Voci, l'ultimo grande artista bohemien



Dell’artista Luigi Le Voci – originario di Castrovillari, ma tramutatosi rapidamente in amante passionale delle grandi città europee – hanno scritto, negli anni, firme importanti del panorama critico italiano, da Luigi Carluccio a Giovanni Arpino, Massimo Mila e Marziano Bernardi. Fu proprio quest’ultimo – storico critico del quotidiano La Stampa – a scoprirlo, seguirlo e sostenerlo negli anni passati dall’artista a Torino, prima come studente della facoltà d’architettura e poi ribelle e idealista promotore di se stesso con l’apertura, nel 1976, dello Spazio Le Voci, in cui esponeva le sue opere per venderle direttamente al pubblico, saltando a piè pari il mondo delle gallerie d’arte. «Un romantico nel senso Ottocentesco della parola», così lo definiva il grande critico torinese, «candidamente emotivo […], d’una assoluta sincerità di sentimenti, che osa dipingere dei violinisti in estasi, dei frati invasati di misticismo alla Greco, e ricupera i saltimbanchi del primo Picasso ma in chiave di passionalità disarmata». Ogni recensione dedicata al lavoro di Le Voci propone un’influenza nuova, un grande nome della storia dell’arte da accostare al suo gesto pittorico irrequieto e vivo, serpeggiante e frizzante in tracce concise, frammenti di segno, slanci e soprassalti di accenti: un tocco volante e guizzante alla De Pisis; e poi ancora Toulouse Lautrec, Velazquez filtrato attraverso Manet, il pizzico fiabesco alla Chagall e alla Utrillo. Questi riferimenti, che senza dubbio nobilitano l’artista, non devono però far pensare ad una mancanza di personalità. Le Voci ha un linguaggio individuale che si inserisce nella tradizione dei pittori di strada e che fa di lui l’ultimo grande bohemien; originale proprio per il suo legame alla figura in un periodo storico di costante fuga informale. Un linguaggio pieno di forza e di tensione lirica, fatto dell’irrequietezza demoniaca di un universo romantico. La sua pennellata, ora corposa e opulenta, ora levigata fino a rasentare la velatura, è stata capace di cogliere scorci caratteristici di città quali Parigi, Torino e Milano, restituendone delle cartoline animate. Grazie ad un ben miscelato impasto di agilità pittorica, perizia grafica e freschezza, è sempre riuscito a sottrarre le immagini all’ovvietà, facendone dei quadri pieni di garbo e coinvolgente allegria. È ciò che accade anche per gli oltre quaranta dipinti che compongono questa personale che gli dedica il MACA – Museo Arte Contemporanea Acri – in collaborazione con la BCC Mediocrati di Rende (Cs) –, e che rappresentano l’ennesima sensuale frattura che il pittore intende aprire nella rigidità del mondo. Le Voci è un artista profondamente europeo, come sapevano esserlo i suoi colleghi del XIX secolo. I suoi gesti rapidi, eppure vigorosi, fatti di una tecnica ricca di preparazione didattica trasfigurata attraverso un animo irrequieto ed una fantasia esuberante, vivificano gli angoli parigini così come le strade di Milano ed i panorami calabresi di cui sono rievocati i teneri fantasmi attraverso pennellate che sbocciano come fuochi d’artificio.

Mostra: Luigi Le Voci, l’ultimo grande artista bohemien
Luogo: MACA – Museo Arte Contemporanea Acri Palazzo Sanseverino, Piazza Falcone 1, 87041, Acri (Cs)
Curatori: Boris Brollo, Federico Bria
Periodo: 27 marzo – 30 maggio 2010
Vernissage: 27 marzo 2010 ore 18
Orario: 9-13 e 15-19, chiuso il lunedì
info: Museo – tel. 0984953309; Ufficio stampa MACA - tel. 0119422568 maca@museovigliaturo.it www.museovigliaturo.it

lunedì 1 febbraio 2010

MUSE.O.MUSICA - Omaggio a Nino Rota al MACA di Acri

Domenica 7 febbraio 2010 sarà possible visitare le affascinanti sale del MACA - Museo Arte Contemporanea Acri, guidati dall'artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo - a cui il museo è dedicato -, e accompagnati da un sottofondo musicale d'eccezione realizzato dalle strumentiste dell'Associazione Culturale Ars Enotria. La giornata culminerà nel concerto omaggio a Nino Rota.


scarica il programma dell'evento




MUSE.O.MUSICA


Perché portare la musica nelle sale di un museo?

La risposta a questa domanda sembra sorgere spontaneamente, pur in questi tempi dettati da una netta settorializzazione delle arti e della vita in generale, come se fosse custodita nell’animo di ciascuno di noi, una nozione connaturata all’uomo stesso. La musica e le arti visive interagiscono naturalmente essendo entrambe prodotte dalla medesima facoltà umana: la fantasia. È grazie alla fantasia che un’opera d’arte viene in un primo momento creata e successivamente rivissuta: ci si immerge in un dipinto vivificandone nella nostra mente le vicende rappresentate; allo stesso modo ci lasciamo cullare dalle note di una composizione musicale seguendone la melodia che si trasfigura in immagini, forme e colori. Creiamo altri mondi e abitiamo i mondi incantati creati da altri per noi. Parafrasando Giacomo Leopardi, possiamo dire che, proprio nella fantasia, siamo in grado di trovare la vera fonte dell’umana felicità.


OMAGGIO A NINO ROTA


Il duo viola e pianoforte e il duo arpa e pianoforte composti da Anna Stella Cirigliano, Giusy Caruso e Rosalba Cirigliano sono stati di recente costituiti per rendere omaggio al grande compositore e pianista Nino Rota, di cui ricorre nel 2009 il trentesimo anniversario della scomparsa.

Ciò che si intende perseguire con tale progetto è di richiamare l’attenzione del grande pubblico sui brani scritti da Nino Rota per pianoforte, per arpa, per il duo viola-pianoforte e per il duo arpa - pianoforte che costituiscono veri capolavori del repertorio affidato a tali strumenti.

Di Nino Rota si conoscono principalmente le sublimi melodie da lui ideate come colonne sonore di importantissimi film. E’ a tutti nota la grande amicizia che lo legava a Federico Fellini da cui è scaturito un forte sodalizio artistico sfociato nella collaborazione in numerosi film, di cui Rota ha creato temi indimenticabili.

Accanto a questi, che tutti conosciamo esiste, però, una produzione cameristica raffinatissima e finora poco conosciuta cha appare di notevole importanza anche perché in essa il compositore sperimentava spesso temi che successivamente avrebbe utilizzato nelle colonne sonore per film.

Tale produzione è rimasta pressoché sconosciuta, se si fa eccezione per gli entusiasmi ad essa riservati da parte della specialissima famiglia del compositore costituita dal Conservatorio “Piccinni” di Bari, di cui fu prima insegnante e poi direttore per trent’anni. Erano proprio gruppi di allievi e docenti del Conservatorio di Bari a “provare” le sue partiture a cui poi il Maestro apportava modifiche durante i suoi tragitti in treno o in aereo.

Nino Rota fece tantissimo per la sua terra in quanto, pur potendo trasferirsi in sedi più prestigiose, volutamente continuò a lavorare nel Conservatorio di Bari ove chiamò a farne parte i migliori musicisti del momento. Aiutò, altresì, gli alunni più meritevoli nel proseguimento degli studi musicali.

Alla luce di tutto ciò appare veramente strano che un festival dedicato a Nino Rota non si sia svolto mai in Italia, né a Milano, città che gli aveva dato i natali, né a Roma, in cui lavorò tutta la vita e né tantomeno in Puglia.

Un grande omaggio gli venne, invece, tributato a Mosca nel 1991 in occasione della traduzione in lingua russa di un volume di Pier Marco De Santi dedicato alla musica di Nino Rota.

La sua grande dote è stata quella di rendere la musica facilmente accessibile all’ascolto di tutti, utilizzando temi semplici ma dotati di forte creatività.

Il nostro intende essere un omaggio ad un genio italiano proponendo ESECUZIONI IN PRIMA ASSOLUTA PER LA CALABRIA di brani da lui ideati per pianoforte,arpa e viola in cui egli rivela grande maestria e bravura.

scarica il programma dell'evento



venerdì 4 dicembre 2009

Silvio Vigliaturo e il MACA in onda su Rai 3

Sabato 28 novembre il TGR Calabria di Rai 3 ha dedicato la rubrica Il Settimanale all'artista Silvio Vigliaturo e al MACA - Museo Arte Contemporanea Acri. Ecco il filmato:


per maggiori info:
maca@museovigliaturo.it
www.museoviglaituro.it

venerdì 2 ottobre 2009

Project: lid for a submerged world



Dal 10 al 25 ottobre 2009 il MACA – Museo d’Arte Contemporanea di Acri ospita le opere del duo di artisti RaMa – composto da Federica Marini e Carmelo Rago –, vincitore della seconda edizione de Il Fuoco dell’Arte, premio internazionale di pittura scultura e poesia promosso dall’Associazione culturale PUL – Proposta Universitaria Libera, in collaborazione con l’UNICAL – Università della Calabria e la Provincia di Cosenza.
La proposta artistica tutt’affatto originale di questo duo può essere letta come un’operazione archeologica della modernità. Al centro del loro lavoro, e della mostra, è il tombino – o pozzetto, o chiusino –, inteso come elemento di arredo urbano capace di esibire le tracce delle propria origine, diventando in questo modo il segno distintivo dell’area geografica di appartenenza e di un particolare periodo storico – basti pensare ai numerosi fasci littori ancora impressi sopra i tombini di alcune città italiane. Attraverso la tecnica della stampa xilografica a cucchiaio, gli artisti si propongono dunque come archeologi capaci di rilevare le impronte, i segni e le tracce storiche, che l’umanità ha lasciato di sé sui pozzetti.
Non va inoltre dimenticato che il tombino richiama fortemente la categoria della “soglia” che il filosofo Walter Benjamin definiva come « il territorio della conoscibilità » - conoscibilità intesa come conoscenza del passato attraverso i luoghi del presente, una conoscenza che è anche una sorta di introspezione. Il pozzetto, infatti, separa ed unisce due mondi: quello della superficie e quello dell’apparato biologico della società, celato nel sottosuolo, consentendo l’interscambio vitale tra la prima e le sue viscere. Sotto di esso scorrono nascoste le acque, le fogne, le tubature del gas; rimangono occultati i cavi elettrici, le fibre ottiche, i serbatoi di benzina; in definitiva tutto ciò che consente la sopravvivenza tecnologica e materiale della civiltà moderna. Sono sistemi digestivi, nervosi, circolatori e linfatici che consentono lo svolgimento regolare e quotidiano della vita in superficie di migliaia di persone.
La mostra verrà estesa anche al di fuori delle sale del museo, interagendo con un tratto del centro storico di Acri. Gli artisti, infatti, trasfigureranno con la loro tecnica tutti i pozzetti della via che porta a Palazzo Sanseverino – sede del MACA –, una volta percorsa dalla carrozze principesche, facendo di questo scorcio di città un’installazione estremamente contemporanea, che, proprio per via del suo oggetto, gode di un’infinita possibilità di trasposizione geografica. Ogni strada che custodisca dei tombini può diventare il luogo in cui dare nuova forma a questo progetto. Ciò che avverrà per la prima volta ad Acri potrebbe essere effettuato allo stesso modo a New York come a Londra, a Tel Aviv, a Dubai, a Barcellona, o a Tokyo.

Mostra: PROJECT “LID FOR A SUBMERGED WORLD”
PROGETTO “COPERCHIO PER UN MONDO SOMMERSO”

Curatori
: Boris Brollo, Massimo Garofalo, Andrea Rodi, Valerio Vigliaturo

Luogo
: MACA-Museo Arte Contemporanea Acri
Palazzo Sanseverino- Piazza Falcone, 1 - 87041 Acri (Cs)
Vernissage: 10 ottobre 2009 ore 17


Periodo
: 10 – 25 ottobre 2009

Orario Mostra
: 9/13 - 16/20 chiuso il lunedì

info
: Ufficio stampa MACA – tel. 0119422568 – maca@museovigliaturo.it - www.museovigliaturo.it

lunedì 1 giugno 2009

ACQUA MEDITERRANEA; SOLIDIFICAZIONE, COLORE DI VIGLIATURO



Dal 5 giugno al 30 agosto il MACK – Museo d’Arte Contemporanea di Crotone dedica una personale all’artista e maestro della vetro-fusione Silvio Vigliaturo.

Le svariate tematiche affrontate in questa mostra attestano dell’enorme curiosità che ha contraddistinto tutto il percorso artistico di Vigliaturo, ed in particolare quello degli ultimi anni. Ogni sala del museo è infatti caratterizzata da un’installazione o da un insieme di opere legate da uno stesso tema, tutte, ad ogni modo, riflessi di un pensiero vivace, attento e capace di dare un’interpretazione critica del presente in cui viviamo. Testimonianza lampante di ciò sono la serie di dipinti dal significativo titolo Dispersone=Dispersione+Persone e l’installazione Babele, Torre dell’Amore?; che ci restituiscono la lettura problematica che l’artista da dell’uomo contemporaneo e della sua incapacità di instaurare rapporti significativi, costantemente circondato dai suoi simili e tuttavia disperso, preda del caos dei moderni baccanali, vere e proprie affermazioni di una confusione che sembra intridere ormai ogni aspetto della nostra vita quotidiana.

Le due sculture in vetro dal titolo Vibrazioni Musicali e La Ballerina ci regalano, invece, un tributo allo spirito di leggerezza, alla vitalità e alla poeticità di quei corpi capaci di diventare suoni e accenti, all’eleganza della danza e all’armonia della musica che per l’artista sono un tutt’uno inscindibile.

Un’altra sala accoglie i Segni di luce, sculture in vetro che rappresentarono i XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, di cui Vigliaturo fu unico testimonial artistico.

Vi sono ancora i Monoliti, maestosi risultati delle ultime innovative ricerche fatte dall’artista sulle infinite possibilità espressive del vetro.

Ma ad essere il vero centro di questa mostra è il Mediterraneo, di cui Vigliaturo fa propri i colori caldi ed intensi tipici delle sue coste, attraverso la costruzione in vetro con parti mobili ritraente la pianta del fico d’india – vero e proprio emblema della mediterraneità – e l’ acqua del mare, che l’artista appare in grado di includere all’interno delle proprie sculture in vetro. Vigliaturo è un illusionista che, soffiando nel vetro, sembra saper rendere densa, solida, ogni singola particella d’acqua, pur mantenendone inalterata la fluidità, tanto che le stesse figure dei suoi personaggi sembrano fluttuare in un mare che ne trasforma i lineamenti restituendoli incredibilmente sinuosi e armonici, come, appunto, le onde delicate del Mediterraneo.


Palazzo Barracco, Piazza Castello 20, Crotone
Orario mostra: da martedì a domenica, ore 17,00-21,00 lunedì chiuso Curatore: Tatiana Forte e Gianfranco Labrosciano

Periodo: dal 5 giugno al 30 agosto 2009

Info: 0962.905714 – 0962.952625
www.fondazioneodyssea.it

Ufficio stampa MACA
0119422568 - maca@museovigliaturo.it - www.museovigliaturo.it

martedì 21 aprile 2009

Esperide: Cultura artistica in Calabria

XI Settimana della Cultura

18 – 26 aprile 2009

Eventi culturali a Palazzo Arnone

Esperide –Cultura artistica in Calabria.

Storia-Documenti-Restauro

Presentazione della rivista

Cosenza, Palazzo Arnone

Mercoledì 22 aprile – ore 16,00

Mercoledì 22 aprile, alle ore 16.00, a Cosenza, nella Sala delle Udienze di Palazzo Arnone, sede della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e della Galleria Nazionale di Cosenza, si terrà la presentazione della rivista Esperide –Cultura artistica in Calabria. Storia -Documenti -Restauro.

L'iniziativa si inscrive nell'ambito del programma indetto dalla Soprintendenza calabrese in occasione della XI Settimana della Cultura.

Alla manifestazione interverranno: Mario Panarello, direttore responsabile Esperide; Alessandra Anselmi,Università degli Studi della Calabria e Giovanna De Sensi Sestito, dello stesso ateneo.

Fabio De Chirico, soprintendente BSAE della Calabria e promotore dell'evento, coordinerà i lavori.

La cultura come punto di forza: questo l'incisivo slogan scelto per l'editoriale del primo numero e che dà ragione della mission di questo periodico dedicato all'arte e ai beni culturali calabresi.

La rivista ha l'intento di promuovere la cultura della collaborazione tra competenze differenziate nel campo dello studio, della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale della Calabria allo scopo di delineare la storia artistica ed architettonica della regione. Intende altresì promuovere una fattiva sinergia tra pubblico e privato nel campo della politica culturale, quale fattore identitario della comunità e volano per la promozione economico-sociale del territorio.

Esperide vuole infine rappresentare uno spazio di confronto libero, ma metodologicamente rigoroso per i giovani studiosi e laureati, in ispecie degli atenei calabresi, che possono così far conoscere il risultato del proprio lavoro e delle proprie ricerche.

La pubblicazione, a cadenza semestrale, è articolata in tre sezioni: la prima dedicata a tematiche di storia delle arti figurative e dell'architettura, la seconda ad indagini documentarie, la terza a problematiche inerenti la tutela e il restauro del patrimonio.

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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria

Soprintendente: Fabio De Chirico

XI Settimana della cultura

18 – 26 aprile 2009

Eventi culturali a Palazzo Arnone

Esperide- Cultura artistica in Calabria.

Storia- Documenti- Restauro

Presentazione della rivista

Cosenza, Palazzo Arnone

Mercoledì 22 aprile – ore 16,00

Ufficio stampa:

Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria

Silvio Rubens Vivone - Patrizia Carravetta

Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246

E-mail: sbsae-cal@beniculturali.it



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da: s.vivone@articalabria.it

giovedì 9 aprile 2009

KLEOMBROTOS - VIGLIATURO, una letterea dal passato


Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con tutti i suoi Istituti, promuove la Settimana della Cultura, quest’anno giunta all’XI edizione con lo slogan “Ia cultura è di tutti, partecipa anche tu”, per dare un maggiore impulso all’amore per l’arte e per il patrimonio culturale. In questo contesto Silvio Vigliaturo espone una collezione di sculture in terracotta e una serie di installazioni e opere in vetro presso il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, che raccoglie tutte le testimonianze materiali della Sibaritide dall’età protostorica all’età romana, ed in particolare il ricco e glorioso passato di quella che fu una delle più importanti poleis della Magna Grecia: Sybaris.

“Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila”, così scriveva il filosofo Giordano Bruno in L’arte della memoria. Questa breve frase è la perfetta sintesi delle riflessioni che stanno alla base di questa mostra di Silvio Vigliaturo. Si tratta infatti di una meditazione sul tempo e le sue stratificazioni, i suoi intrecci che sembrano essere guidati dal Fato degli antichi greci – civiltà con cui l’artista si è misurato costantemente lungo tutto il suo percorso creativo. È un’analisi volta a smascherare e reinterpretare la parvenza caotica del succedersi delle epoche storiche, quella confusione che solo apparentemente è in grado di cancellare le tracce anche d’intere città – come successe all’antica Sybaris nel 510 a.C., conquistata e distrutta dall’esercito della rivale Kroton. Nella visione di Vigliaturo quelle tracce non si perdono mai del tutto, ma, anzi, danno l’impressione di riaffiorare esse stesse spontaneamente dalle nebbie dell’oblio, per arricchire il nostro presente con il loro inestimabile valore documentario. In questo modo viene interpretata la dedica votiva alla dea Athena dell’atleta olimpionico dell’antica Sibari, Kleombrotos: una lettera, un documento, i cui destinatari siamo noi uomini d’oggi che, nel ritrovarci nel cuore di un’installazione, tra l’epigrafe e l’immagine del condottiero Milone - distruttore di Sybaris, anch’egli atleta olimpico, certo il più grande di tutti i Giochi antichi - siamo testimoni, stimolati dalla traccia lasciataci da Kleombrotos, di come l’antica città sia tuttavia riuscita a sopravvivere alla sua devastazione.

Questa dialettica tra passato e presente, mito e contemporaneità, in cui entrambi i poli in comunicazione sono in grado di agire stimolandosi a vicenda, è alla base della riflessione che Vigliaturo ha sviluppato per questa mostra. Le grandi sculture in vetro, le installazioni a pavimento e la serie di venticinque opere in ceramica intitolata La Guerra di Troia, si avvicendano agli importanti reperti archeologici custoditi nelle sale del museo. Ne traggono ispirazione, come nel caso del vaso con l'Erote: personaggio alato, con il quale l’artista intende dialogare, collocandogli di fianco una scultura in vetro che rappresenta una delle metafore a lui più care, la Caduta dell’Angelo, al fine di mostrare come certi temi siano delle costanti, degli archetipi della rappresentazione artistica e che, se anche in certe epoche possono subire delle modificazioni, o addirittura scomparire come la città di Sibari dopo l’attacco guidato da Milone, riappariranno, anche solo in una traccia mitica estrapolata dall’inconscio collettivo, di cui l’artista vuole essere il portavoce e l’interprete.


(Andrea Rodi)



Mostra: Kleombrotos – Vigliaturo, una lettera dal passato

Luogo: Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide

Località Casa Bianca, 87011 Sibari (CS)

Vernissage: 18 aprile 2009 ore 11.00

Orario mostra: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30. Lunedì chiuso.

Curatori: Anna Lucia Casolaro, Domenico Marino, Vittorio Amedeo Sacco

Testi di: Bernard Légé e Vittorio Amedeo Sacco

Periodo: dal 18 aprile 2009 al 31 maggio 2009

Info:
Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide
Ufficio stampa MACA
tel. 0119422568

maca@museovigliaturo.it
www.museovigliaturo.it

martedì 20 gennaio 2009

Il MACA è su FACEBOOK

Cari amanti dell'arte,

da qualche giorno il MACA - Museo Civico d'Arte Contemporanea Silvio Vigliaturo è su FACEBOOK!


Per trovarci cercate MACA Museo SIlvio Vigliaturo.

Sulla nostra pagina potrete trovare tutte le news riguardanti gli eventi del museo di Acri (Cs) e dell'artista Silvio Vigliaturo.


Venite a trovarci!

Diventate amici dell'arte contemporanea!


Maca Museo Silvio Vigliaturo's Facebook profile


ALTRA TERRA. Contaminazioni strada facendo.
Mostra dell'artista Silvio Vigliaturo.
Al MACA di Acri (Cs) fino al 1-3-2009


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