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mercoledì 2 maggio 2018

La Siria attraverso gli occhi dei bambini. Mostra video fotografica di Beppe Convertini alla Milano Art Gallery di Salvo Nugnes

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‘SI RIAccendono i colori della PACE’-Uno sguardo alla Siria attraverso gli occhi dei bambini


L’attore e conduttore Beppe Convertini, testimonial di Terre des Hommes, presenta per la prima volta a Milano la sua mostra video fotografica


Milano, maggio 2018 - “Si RIAccendono i colori della PACE la mostra video fotografica dell’attore e conduttore Beppe Convertini alla Milano Art Gallery di Salvo Nugnes.

Vernissage lunedì 14 maggio dalle ore 18:00 alle ore 21:00 presso il prestigioso spazio espositivo di Via G. Alessi in occasione dell’inaugurazione della mostra allestita fino al 21 maggio. 

L’esposizione è una raccolta di scatti fotografici e video realizzati da Convertini, testimonial di Terre des Hommes, in occasione della sua missione umanitaria in un centro profughi siriano, a Zarqa, per raccontare una silenziosa tragedia umana attraverso lo sguardo di centinaia di piccoli profughi siriani.


«Una grande dignità e compostezza – spiega Convertini - nel racconto di ogni memoria vissuta seppur nel dolore. Nel dramma sono stato rapito dalla gioia e dalla tenerezza dei più piccoli che mi hanno regalato con i loro sorrisi dei momenti indimenticabili più di quello che io ho potuto fare per loro. Nulla più mi spaventava a quel punto, e mi sono sentito “vivo” come poche volte nella vita. I gesti dicevano più di mille parole, al-cune volte è bastato davvero uno sguardo o una carezza per sentirsi parte di loro. Ero emozionato quando facevano a gara per stringermi la mano o per darmi un bacio, in quel momento pensi di aver perso del tempo nella tua vita dietro alla futile quotidianità».


Nel frattempo dal fronte siriano arrivano notizie a singhiozzi che viaggiano in tre lingue prima di giungere a destinazione, ma gli occhi dei bambini hanno un linguaggio universale e attraverso i loro occhi si cercherà di riportare l’attenzione mediatica su ciò che sta accadendo mentre la società civile sembra voltare lo sguardo dall’altra parte ormai assuefatta alla tragedia. La guerra in Siria non si ferma e il bilancio dei morti civili continua tragicamente a salire, mentre in Europa non sembra attecchire l’idea che stiamo vivendo un silenzioso genocidio postmoderno denunciato solo dalle urla soffocate e dagli occhi dei bambini siriani.


«È una vergogna che il mondo resti a guardare una catastrofe umanitaria del genere-commenta il direttore della Milano Art Gallery Salvo Nugnes-. Daremo con quest’iniziativa il nostro contributo affinché si accendano i riflettori e si intervenga per salvare milioni di vittime innocenti. La Milano Art Gallery è lieta di ospitare quest’evento, spero che la mostra di Convertini faccia il giro del mondo».


Attraverso gli scatti fotografici sembrerà di rivivere con i cinque sensi le storie impresse sulla pellicola e nel cuore di chi le ha vissute, testimoniate dall’espressione dei bambini. Tanti i temi scelti per gli scatti: l'educazione, l'istruzione, le spose bambine, l'assistenza sanitaria, le attività ludiche e sportive dei bambini e dei ragazzi siriani profughi, gran parte dei quali rimasti orfani per effetto della guerra civile. Un lavoro che documenta il grande lavoro portato avanti da Terre des Hommes in tutto il contesto della crisi siriana, ma anche l’insopprimibile voglia di vivere e di sperare dei bambini, anche nelle situazioni più drammatiche.

mercoledì 4 aprile 2018

Evento benefico nella Grande Mela: all'asta un quadro della pittrice Welleda Tomasi Cantù

Evento benefico nella Grande Mela: all'asta un quadro della pittrice Welleda Tomasi Cantù

Il ricavato della vendita andrà a favore dell’Ospedale di Borgotaro (PR)

L’iniziativa è promossa dalla “Valtarese Foundation”



È in partenza da Parma una nutrita delegazione di valtaresi per l’atteso evento annuale organizzato dalla “Valtarese Foundation”, attiva oltreoceano da ormai ventotto anni e presieduta da Francesco, per amici Frank, Capitelli.

La comunità parmense presente a New York festeggia anche quest’anno al ristorante Maestro’s Caterers in Bronxdale Avenue con un evento a scopo benefico che si terrà domenica 8 aprile: un pranzo di gala inframmezzato da momenti ufficiali in cui sarà messo all'asta un quadro della pittrice parmigiana, ma valtarese d’adozione, Welleda Tomasi Cantù.

L’artista, conosciuta da anni nella Grande Mela, festeggia il ventennale della sua partecipazione all'appuntamento fisso con la Valtarese Foundation, ed ha preparato appositamente un quadro olio su tela 70x50 cm, dal titolo “Flowers along the Taro river” e raffigurante colorati iris e girasoli su uno sfondo d’acqua dolce.

Il quadro della pittrice Welleda Tomasi Cantù – che andrà all’asta domenica 8 aprile 2018

La pittrice parmense, da sempre sensibile alle iniziative degli italiani all'estero, in particolare con sfondo umanitario e benefico, anche quest’anno ha voluto fare omaggio di una sua opera, affinchè il ricavato dell’asta possa essere di aiuto - insieme alle altre raccolte fondi portate avanti dalla fondazione dei valtaresi a New York - all'Ospedale di Borgotaro, terrà alla quale è particolarmente legata e di cui è diventata cittadina onoraria.


L’evento newyorkese premierà inoltre il direttore del reparto di Radiologia dell’Ospedale di Borgotaro Carlo Fortunati e la direttrice senior dell’Istituto di Energia Nucleare Americano di Washington Monica Trauzzi, originaria della Valtaro.

Ad accompagnare la delegazione parmigiana, il vice Sindaco del Comune di Borgotaro Matteo Daffadà e il direttore di filiale della banca sponsor Bper di Borgotaro Cristiano Delmaestro, unitamente al vice direttore generale e capo area Bper Pier Pio Cerfogli.

La pittrice parmigiana Welleda Tomasi Cantù

La pittrice Welleda Tomasi Cantù sarà in più ricevuta in forma ufficiale al Consolato Generale d’Italia di Park Avenue, per portare al Console Generale Ministro Plenipotenziario Francesco Genuardi, un cadeau del Museo Glauco Lombardi di Parma, città della Cultura 2020, unitamente ai saluti della direttrice Francesca Sandrini e del sindaco di Borgotaro Diego Rossi.

Oltre ai momenti istituzionali, sono previste visite guidate alla città e una giornata a Washington, prima del rientro in Italia il prossimo 11 aprile.

Francesca Caggiati

martedì 6 febbraio 2018

"Amare" Mostra collettiva

"Amare" Mostra collettiva di 16 artisti dal 10 al 17 Febbraio 2018. 


Fusione di colori ed emozioni tra il contemporaneo, l'astratto ed il figurativo.. 


Il tema l'amore in tutte le sue sfaccettature. 

Ospite la poetessa Tania Scavolini che leggerà alcune poesie sul tema.


Curatrice della mostra la Maestra d'arte Brunella Nonnato.


Vi aspettiamo tutti al vernissage sabato 10 Febbraio ore 1730 presso la galleria Frammenti d'arte Monteverde Vecchio.


Aperitivo di benvenuto. 


Entrata libera.



Direzione artistica
Romina de Lisio
Frammenti d'arte Monteverde Vecchio
Via Arturo Colautti 6/8
00152 Roma

Cell. 3470744067


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sabato 27 gennaio 2018

Mostre: AK-47 - La violenza della Cina post-maoista nello sguardo di Zhang Dali - Arte Fiera Art City Bologna

AK-47, o della violenza
Lo sguardo di Zhang Dali sulla Cina contemporanea

Dall'1° al 4 febbraio, in occasione di ArteFiera 2018, alla Biblioteca d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, sarà in mostra uno dei dipinti-simbolo dell'artista cinese.

In attesa della prima mostra antologica Meta-Morphosis. Zhang Dali, che aprirà al pubblico il prossimo 22 marzo a Palazzo Fava.



Il primo piano di un volto di fanciullo impassibile, derubato di qualsiasi traccia di emozione, emerge da un mosaico di pochi essenziali colori. 

Solo avvicinandosi alla grande tela si scopre la natura dei tasselli del mosaico: AK-47, la sigla del fucile automatico progettato da Michail Kalashnikov, da cui il nome abbreviato AK (Avtomat Kalashnikova) prodotto per la prima volta in Unione Sovietica nel 1947. 

Il simbolo universale di guerre, insurrezioni, criminalità in tutto il mondo diventa la materia stessa di cui è permeata l'esistenza.

In mostra nella Biblioteca d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale (via Nazario Sauro 20/2), il dipinto della serie AK-47 sarà esposto dall'1 al 4 febbraio in occasione diArteFiera 2018 – ART CITY Bologna.

È una delle opere più rappresentative di Zhang Dali, uno degli artisti cinesi contemporanei più noti sulla scena internazionale: pittore, scultore, performer, fotografo, nonché padre della graffiti art in Cina, arte di strada che conobbe per la prima volta proprio a Bologna, dove arrivò nel 1989 subito dopo i tragici fatti di Piazza Tienanmen, restandovi fino al 1995. 

L'opera esposta a San Giorgio in Poggiale è il teaser della prima mostra antologica dell'artista, che Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Genus Bononiae gli dedicheranno a partire dal prossimo 22 marzo a Palazzo Fava.
 
AK-47 è un'opera che rappresenta il cuore della poetica di Zhang Dali e del suo modo di concepire l'arte come una lente che indaga la realtà circostante, in grado di sollevare domande sulla drammaticità del reale. 

Nel caso dell'artista lo sguardo è quello – profondamente umano e partecipe - sulla Cina post-maoista e sulle sue contraddizioni, sui rapidissimi cambiamenti che la crescita esplosiva del capitalismo ha portato con sé negli ultimi trent'anni, dalle condizioni di vita dei lavoratori ridotti alla serialità all'incessante urbanizzazione  che fagocita la tradizione.   

"Realismo estremo" quello di Zhang Dali - secondo la fortunata espressione di Yu Ke, caporedattore del mensile Contemporary Artist e professore alla Sichuan Academy of Fine Arts – in quanto artista che "si fa interprete del dovere dell'arte contemporanea di esprimere il dubbio sulla brutalità che permea la vita".

La sigla AK-47 era già stata utilizzata da Zhang Dali come firma dei suoi graffiti negli anni Novanta, primo artista cinese a utilizzare in patria questa forma espressiva appresa proprio a Bologna. 

La genesi dei grandi acrilici della serie AK-47 la racconta lo stesso artista: "Nel 2000 andai in Piazza Tienanmen perché pensavo che ci fossero dei fuochi d'artificio e un'atmosfera piuttosto festosa per celebrare l'arrivo del nuovo millennio. Solo dopo che ci eravamo avvicinati alla piazza ci rendemmo conto che i fuochi erano al Millennium Museum. Nei pressi della piazza un poliziotto mi disse in modo brusco di levarmi di torno e  non fermarmi. D'un tratto l'atmosfera festosa era stata distrutta. Tornato a casa iniziai a dipingere. AK-47 è un simbolo di violenza. Ho usato questo simbolo per vedere attraverso il volto che vidi quella notte. Volevo dipingere proprio quel tipo di volti, e così ho continuato finora".
 
L'Artista
Zhang Dali (Harbin, 1963) è uno dei più noti artisti contemporanei cinesi. Impegnato nelle tematiche della trasformazione storica, sociale ed economica della Cina negli ultimi trent'anni, ha utilizzato diverse tecniche espressive: graffiti, pittura, stampa, scultura, fotografia, installazioni e performance. Obiettivo della sua arte è raccontare il cambiamento, instaurando un dialogo con la città e con i suoi abitanti. 

Lavorando con un'ampia varietà di strumenti - dall'arte urbana alle foto storiche di archivio, fino alle installazioni su larga scala - i ritratti di Zhang Dali documentano la storia sociale contemporanea di una cultura in radicale sviluppo e trasformazione. 

I suoi lavori, esposti nelle più importanti gallerie e musei di tutto il mondo – dal MoMa di New York al British Museum, dalla Saatchi Gallery di Londra allo Smart Museum di Chicago.  Ha ottenuto le copertine di Time Magazine e di Newsweek.
 
Zhang Dali | AK-47
Biblioteca d'Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale
via Nazario Sauro 20/2, Bologna
Nell'ambito di ArteFiera segnalato da ART CITY Bologna

Orari
giovedì 1 e venerdì 2 febbraio h.10 – 17 | sabato 3 febbraio h. 10 – 24 | domenica 4 febbraio h. 10 - 19



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martedì 2 gennaio 2018

Museo in erba a Lugano. Mostra-laboratorio di Arman



"L'avventura degli oggetti - Arman" 

Fino al  4 marzo 2018

Museo in erba - Riva Caccia 1A
Galleria Central Park 1° piano, 6900 Lugano

A due mesi dall'inaugurazione, "L'avventura degli oggetti – Arman" - una mostra-laboratorio particolarmente intrigante - registra un grande successo di pubblico. Sono numerosi i bambini e le famiglie che visitano il Museo in erba ogni settimana perscoprire la proposta d'arte che arriva dal Centre Pompidou di Parigi ed è dedicata all'opera di Arman. 

La scelta di rinnovare la collaborazione con il rinomato museo francese si rivela ancora vincente.

Realizzata dal Dipartimento "Jeune Public" del museo francese(responsabile del progetto Odile Fayet – designer lo svizzero Adrien Rovero), questa mostra per l'infanzia rappresenta un'opportunità unica e imperdibile per il giovane pubblico che, grazie all'accattivante scenografia, si trova immerso nel cuore di un'officina poetica che pullula di oggetti. 

In un percorso didattico, e allo stesso tempo coinvolgente e vivace, i più piccoli sperimentano in prima persona i gesti di Arman, esponente del Nouveau Réalisme che traeva ispirazione dai materiali prodotti dalla società dei consumi
L'esposizione del Centre Pomipdou permette di scoprire in modo giocoso e attivo la tecnica artistica di Arman e di comprendere le infinite possibilità di utilizzo degli oggetti del quotidiano per creare un'opera d'arte. 
I bambini rimangono affascinati dalle accumulazioni di scarpe, orologi, automobili e restano a bocca aperta di fronte alle sculture monumentali dell'artista che possono vedere in un filmato, alla fine del percorso. 
Non da ultimo, imparano a collaborare ad un'opera collettiva, e ciò che nasce dalla loro fantasia è sorprendente: da anonime scatole di plastica nascono in pochi minuti personaggi, edifici o città meravigliosi che trasformano continuamente lo spazio del museo. 
La mostra piace persino ai bimbi più piccoli, di neanche 2 anni, che trovano alcune postazioni dove possono facilmente conoscere gli oggetti, toccarli, manipolarli, ordinarli, dividerli per colore o per tipo e divertirsi insieme ai genitori o ai nonni. L'oggetto e il gesto diventano il filo conduttore e permettono l'incontro fra Arman e l'universo sensoriale del bambino.
Molti sono anche i partecipanti agli atelier che il Museo in erba propone il mercoledì pomeriggio e nel week-end. Il programma comprende laboratori su Arman, sui Nuovi Realisti, sulle opere del Pompidou e sui grandi nomi della storia dell'arte. 

Breve biografia di Arman (Nizza 1928 – New York 2005)
Arman (Arman Pierre Fernandez) è un pittore e scultore francese, che Inizia a interessarsi agli oggetti da bambino. 

«Da sempre - diceva - provo una grande passione per gli oggetti  […]. Oggi mi interesso soprattutto agli oggetti che, troppo spesso, sono già stati buttati via o utilizzati pochissimo. È fra questi scarti che trovo la materia prima per le mie creazioni. Svelare i misteri, la poesia degli oggetti  è il centro del mio lavoro».  
Infatti, fin da piccolo, Arman è circondato dagli oggetti. Sua nonna colleziona bottoni, suo padre è antiquario e rigattiere. 

Adora i timbri di ogni tipo, con le cifre, le lettere, i motivi più svariati: li utilizzerà più tardi per creare i suoi sigilli.
Da giovane Arman fa judo e a un certo punto riflette se diventare professionista.  È molto abile anche nel gioco del "Go" che gli permette di approfondire strategia e azione. 

Nelle sue opere riutilizzerà queste esperienze. Adulto, Arman diventa artista. Colleziona oggetti nuovi o usati, li ammucchia/ammassa/rac-coglie/raggruppa per realizzare le sue accumulazioni.

Per le sue "Colères" rompe mobili, televisori, strumenti musicali grazie alla sua forza di judoka. Senza alcuna pietà taglia e riassembla l'oggetto a modo suo nella serie "Coupes". Ciò che lo appassiona innanzitutto sono gli innumerevoli modi di trasformare un oggetto per scoprirlo sotto una nuova luce.

Il Museo in erba è stato inaugurato nel 2000 a Bellinzona e si è trasferito a Lugano nel 2016. Nato come prima antenna estera del Musée en Herbe di Parigi è ora autonomo e aperto a collaborazioni svizzere ed europee. 
È un museo diverso, uno spazio didattico dove si presentano esposizioni concepite per i bambini attraverso una pedagogia originale basata sul gioco e sull'umorismo. 
Unico nel suo genere in Ticino, seguito con attenzione anche dalla stampa italiana, è stato visitato da più di 133'000 bambini e ragazzi divertiti ed entusiasti delle loro scoperte. 
Stimolando la loro fantasia, coinvolgendoli emotivamente nel momento della scoperta e attivamente nell'atelier, il Museo in erba dà loro delle "chiavi" per avvicinarsi con attenzione diversa alla cultura, in particolare alle opere d'arte conservate nei musei. 
Il Museo in erba è inoltre riconosciuto dall'Associazione dei Musei Svizzeri e ha ricevuto il Premio Coop Cultura 2001 per l'originalità dell'iniziativa.



Orari del Museo in erba:  Lunedì-Venerdì: 8.30 – 11.45 / 13.15 – 16.30 
Sabato, domenica e vacanze di Natale: 14.00 – 17.00
Apertura straordinaria: 6 gennaio: 14.00 – 17.00.
Entrata Fr. 5.- 
Programma atelier e informazioni sulle attività del Museo in erba: 
tel: 0918355254  

Il Museo in erba, Riva Caccia 1a, CH – 6900 Lugano

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lunedì 1 gennaio 2018

“CENTO GIORNI DI SOLITUDINE” LA MOSTRA DI NIDAA BADWAN ARRIVA A SIENA. Dal 22 Gennaio al 2 Febbraio 2018 la Galleria Olmastroni di Siena ospita le opere dell’artista e fotografa emiratina con cittadinanza palestinese.

Dal 22 Gennaio al 2 Febbraio 2018 la Galleria Olmastroni di Siena ospita le opere 
dell'artista e fotografa emiratina con cittadinanza palestinese
"CENTO GIORNI DI SOLITUDINE" 
LA MOSTRA DI NIDAA BADWAN ARRIVA A SIENA

Una mostra che ha girato e sta girando il mondo, approda a Siena. Dal 22 Gennaio al 2 Febbraio 2018 la Galleria "Cesare Olmastroni" a Palazzo Patrizi ospiterà, grazie alla collaborazione tra la Compagnia MOTUS, il Comune di Siena e l'Unicoop Firenze, Sezione soci di Siena, la mostra "Cento giorni di solitudine" di Nidaa Badwan, fotografa emiratina con cittadinanza palestinese, di grande fama internazionale.

La mostra fotografica, che è già stata presentata a Gerusalemme, Kolding, Berlino, New York , Miami,  Dubai, San Marino e in alcune città italiane tra cui Ravenna e Forte dei Marmi, nasce dall'esilio autoimposto dell'artista, che il 19 novembre del 2013 si chiuse in una stanza, la sua piccola e colorata camera da letto di soli nove metri quadrati, e ci rimase venti mesi per protestare contro il conflitto Fatah–Hamas che da anni imperversa in Palestina e nella Striscia di Gaza e per le minacce ricevute da Hamas. 

Alcuni miliziani l'avevano infatti fermata per strada, durante l'organizzazione di un evento artistico, contestandole il mancato uso del velo. Rientrata a casa, dopo 8 giorni di prigionia e di violenze, Nidaa si rinchiuse in un auto-esilio volontario dalla propria comunità, per rimanere nell'unico spazio dove poteva essere libera come donna e come artista. Un esilio vissuto allo scopo di denunciare la condizione di isolamento e di mancanza di libertà che caratterizzano la vita quotidiana della popolazione, in particolare di quella femminile, all'interno di un territorio fortemente militarizzato, dove l'esercizio dei diritti individuali diventa una sfida che si rinnova ogni giorno.

Nei venti mesi trascorsi nella sua stanza, Nidaa ha prodotto gli splendidi autoritratti fotografici che compongono la mostra: opere che secondo alcuni critici d'arte ricordano le nature morte di Jean-Baptiste-Siméon Chardin, i chiaroscuri di Caravaggio, le scene teatralizzate di Jacques-Louis David.

La mostra segna l'inizio delle manifestazioni culturali connesse alla decima edizione di Move Off, rassegna internazionale di danza contemporanea, organizzata dalla Compagnia MOTUS nell'ambito della stagione teatrale del Teatro dei Rinnovati di Siena dal 31 Gennaio al 2 Febbraio 2018. 

La Rassegna ospita compagnie e giovani coreografi provenienti da tutto il mondo (Germania, Regno Unito, Albania, Korea) e, nella serata finale, organizzata dal Comune di Siena in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo, "DIS-CRIMINE" l'ultima produzione degli stessi MOTUS. 

Tra gli eventi, anche il Convegno "Rigener-arti" presso l'Università per Stranieri di Siena nel quale si affronta il tema della cultura come volano per lo sviluppo e la crescita dei cittadini.



domenica 10 dicembre 2017

Mostra d'arte iraniana PEACE TIME. SATURA Art Gallery, Genova dal 9 dicembre 2017



 











Sabato 9 dicembre 2017 ore 17:00
Palazzo Stella - inaugurazione
PEACE TIME
a cura di Manijeh Sehi, Sarvenaz Monzavi Flavia Motolese
aperta fino al 22 dicembre 2017
da martedì a sabato ore 15:00 - 19:00
Genova, SATURA art gallery

S'inaugura sabato 9 dicembre 2017 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la rassegna d'arte iraniana contemporanea "PEACE TIME" a cura Manijeh Sehi, Sarvenaz Monzavi e Flavia Motolese. 

La mostra, realizzata in collaborazione con White Line Gallery di Teheran, resterà aperta fino al 22 dicembre 2017 con orario 15:00 - 19:00 da martedì a sabato.

La mostra PEACE TIME costituisce un'ulteriore occasione di interscambio artistico-culturale che ci permette di proseguire sulla strada dischiusa da TIME TO TALK: l'obiettivo è quello di perpetuare e intensificare la collaborazione fra l'Iran e l'Italia, con la speranza che questo confronto aiuti a promuovere fra i popoli comprensione, amicizia e pace, di cui il mondo di oggi ha sempre maggiore bisogno.

Gli artisti iraniani si sono espressi attraverso opere che avessero come denominatore comune il tema della pace con la volontà di lanciare un messaggio globale attraverso l'arte contemporanea. I tempi avversi e complessi che stiamo vivendo ci inducono ad auspicare che l'arte possa essere terreno di confronto pacifico tra i popoli, perché la pace, proprio come l'arte, non ha nazione.

Da sempre, nella storia, agli artisti è affidato il compito di testimoniare la realtà, comprese le drammatiche conseguenze dei conflitti, ma anche quella di interpretarla e di ipotizzare scenari migliori, fornendo nuove soluzioni per un futuro più desiderabile. 

Come ha detto il curatore Hans Ulrich Obrist: "Un curatore non può predire il futuro dell'arte. Gli artisti, tuttavia, hanno antenne estremamente sensibili ai cambiamenti imminenti e spesso sanno rilevarli prima di chiunque altro. E così stando vicini agli artisti i curatori hanno la possibilità di riconoscere un assaggio di quello che verrà".
L'universalità del tema scelto, quello della Pace, su cui si sviluppa l'intero percorso narrativo, è dimostrazione del potere dell'arte di mettere in comunicazione culture diverse, attraverso l'immediatezza del linguaggio visivo, generando una comprensione più profonda delle rispettive identità.

La mostra, con le sue oltre 70 opere, volte a fornire un interessante spaccato delle tendenze dell'arte contemporanea iraniana, si distingue per la grande vivacità di stili e di tecniche. Per la seconda volta a SATURA, un'accurata selezione di opere, tra cui spiccano nomi di rilievo del panorama iraniano contemporaneo, ci permette di osservare la concezione dell'immagine e della visione sotto il profilo di un diverso ambito culturale: quali le influenze, i trend o la tradizione iconico-simbolica predominante.

Rispetto alla mostra precedente, sono state introdotte tecniche diverse che spaziano dalla pittura alla fotografia e dal disegno all'elaborazione digitale, permettendoci di analizzare come si siano sviluppate tra i due paesi e le differenze con cui vengono impiegate. Il rapporto con una figurazione classica rimane predominante, così come un'attenzione al colore. 

Il passaggio delle Avanguardie, che nel nostro paese ha prodotto un vero e proprio spartiacque tra il prima e il dopo, determinando una frattura nell'espressione artistica, sembra aver influito in maniera più mediata nell'arte iraniana
Si percepisce una consapevolezza diversa, più profonda, forse perché viene perseguita meno spettacolarizzazione in favore di valenze contenutistiche più forti. 
Ecco allora che ritornano le motivazioni di questa mostra: vicini e lontani, ugualmente abitanti di una realtà che impone il silenzio per riflettere ed agire diversamente.

ARTISTI IN ESPOSIZIONE:
Suzan Alimardani, Alireza Allahbakhshi, Fatemeh Arefi, Armineh Sarkisovich Arzumanian, Khatereh Avand, Bahman Boroujeni, Sanaz Eskandari, Shahla Esmailpoor, Mohammad Hadi Fadavi, Mehrdad Falah, Saman Farhangi, Laleh Ghazivakili, Narges Ghiabi, Sheida Gholipour, Farzaneh Hajighemi, Aysa Hekmat, Shahla Homayouni, Hadi Jamali, Pegah Jamali, Yalda Javaheri, Shirin Mirjamali, Sepideh Mirzai, Ahmad Mirzazadeh, Mitra Mobinzadeh, Nadereh Nejadpourhossein, Mojgan Nikbakht, Amirhoushang Ordouie, Samira Ostovan, Naser Ovissi, Rahimeh Pournoorbakhsh, Hadi Rafi Bakhsh, Hekmat Rahmani, Farzane Saeedi Rahvard, Nahid Razipour, Elham Rezasoltani, Azin Rostami, Nahid Salahmand, Manijeh Sehi, Maryam Seraj, Pejvak Seraj, Neda Shahhosseini, Malahat Tadayon, Hamid Talebpour, Shabnam Tolou, Samaneh Vahabi, Sosan Yadavar Vahed, Arman Yaghoubpour, Roya Zendehdel, Solaleh Abdolpanhan, Sima Amani, Sarah Ameri, Sadeq Asad, Ardeshir Boroujeni, Negar Farhangi, Anahita Ghazanfari, Farah Habib, Aisling Sareh Haghshenas, Pooria Hatami, Pooya Jamali, Shahindokht Mahinpour, Shahrzad Monzavi, Sarvenaz Monzavi, Reihane Moosavi, Tara Nazmalizadeh, Fereydoun Omidi, Tala Ranjbaran, Elnaz Rezasoltani, Neda Safari, Fatemeh Salemi, Selvi Samiei, Shabnam Shafeiyan, Yasaman Yaseri, Atefeh Yazdani, Akbar Zaheri.
Satura art gallery
SATURA Art Gallery
Piazza Stella 5/1 16123, Genova Italy

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