Roberto Casiraghi (ROMA CONTEPORARY)
Quale è stata la sua formazione?
Ho studiato a Genova fino alle superiori, per concludere a Torino dove la mia famiglia si trasferì alla fine degli anni '60. Ho iniziato a lavorare molto presto per rendermi indipendente dai miei genitori, per questioni economiche e non certamente affettive, e mi sono occupato di una rivista di management che era la pubblicazione che affiancava la scuola di amministrazione aziendale fondata da Ferrer Pacces e successivamente venduta al Gruppo Sole 24 ore e ho costituito una piccola concessionaria di pubblicità che vendeva spazi per riviste specializzate e per tutti i cataloghi ex Bolaffi, in seguito passati a Giorgio Mondadori
Ci può fare un breve percorso del suo vivere nel mondo dell'arte e di come ci è arrivato?
Nel mondo dell'arte sono arrivato da una porta di servizio, molto distante dall'ingresso principale: avevo l'incarico di raccogliere il materiale fotografico degli antiquari milanesi per il catalogo della mostra che annualmente si teneva alla permanente di Milano e da semplice "postino" mi sono trovato a dover compilare le schede, scattare le foto e, talvolta, scegliere gli oggetti da pubblicare. Il mio primo impatto è stato con l'arte antica e gli antiquari: ho rischiato il trauma psicologico ma ho superato la prova e ho iniziato con l'aiuto, il sostegno e la stima di alcuni grandi antiquari dell'epoca a occuparmi di mostre, a curare i percorsi, e gli allestimenti, la comunicazione, i cataloghi e l'ufficio stampa. Il passaggio dall'antico al contemporaneo è stata una naturale evoluzione dell'interesse per l'arte che nel frattempo e inevitabilmente si è sviluppata lavorando a contatto con le opere.
Quali opere troviamo alle pareti della sua stanza di rappresentanza?
Mi piacerebbe avere una stanza di rappresentanza, vorrebbe dire che sono "arrivato" e che rappresento qualcuno o qualcosa. Il mio mestiere non da soddisfazioni economiche tali da potersi permettere chissà che cosa e quelle poche opere che conservo prevalentemente in ufficio a Torino e a Roma sono acquisti emotivi che suscitano sensazioni di benessere, non rispondono a logiche di speculazione o investimento anche se in taluni casi sono stati degli ottimi investimenti; ma sempre a posteriori e sorprendentemente, non organizzati scientificamente.
E come mai da Torino è poi approdato a Roma?
Roma era l'unica grande capitale a non avere una fiera d'arte contemporanea e avevo affinato un progetto che ci sembrava tagliato su misura per la città eterna
Un breve consuntivo di queste prime edizioni di "Roma contemporary"?
La culla, poi il nido, l'asilo e finalmente quest'anno 2013 ROMA va a scuola, compie sei anni. E' stato un percorso difficile e travagliato, come del resto il parto e la nascita del progetto. Roma è una città la cui indifferenza ha ispirato grandi autori e letterati e non è certo una fiera d'arte che può sovvertire una tradizione ultra millenaria ma nonostante ciò, con piccoli passi, il percorso ipotizzato per la fiera si sta compiendo e la prossima edizione darà un segnale evidente di quanta strada sia stata fatta da 2008 ad oggi. E questo grazie alla costanza ed alla collaborazione di molti, galleristi e collezionisti assieme agli Enti Locali e tante altre istituzioni artistiche.
Anticipazioni o pronostici per l'edizione 2013?
Il progetto si evolve e la fiera del 2013 pone esclusivamente al centro dei propri interessi e delle proprie analisi i paesi del mediterraneo e del medio oriente; gallerie e artisti di quell'area o che a quella parte di mondo si ispirano, offriranno al pubblico una rappresentazione geograficamente molto precisa, qualitativamente interessante per paesi che si stanno dimostrando in questi ultimi anni particolarmente attivi e dinamici. Cristiana Perrella è stata chiamata a dettare le scelte scientifiche e sua è la maternità del progetto in questa declinazione nuova. Dal 27 al 29 settembre 2013 al MACRO Testaccio (e anche "altrove" in città) si terrà la sesta edizione di ROMA CONTEPORARY - The Mediterranean and Middle East Art Fair.
La crisi economica e la morsa inesorabile del fisco porteranno a un ulteriore prosciugamento del mercato dell'arte oppure le opere di arte contemporanea sono destinate a diventare l'unico bene rifugio assieme all'oro e ai gioielli?
Io credo che vedere l'arte unicamente come bene rifugio sia un errore che spersonalizza le scelte e priva il mercato del suo fondamento estetico. Ciò premesso occorre attuare tutti i provvedimenti necessari a rendere l'acquisto di opere d'arte meno penalizzante rispetto agli altri paesi sia per quanto riguarda l'iva che per quanto riguarda una certa attitudine a considerare i collezionisti come prototipi di evasori e quindi perseguitati d'ufficio.
Pensa di poter dare un suggerimento a ministri e assessori per poter migliorare la nostra stagnante situazione culturale?
Ministri ed assessori ascoltano troppo i consigli di chi sta loro vicino. Al nostro paese manca la cultura della cultura; è da questa consapevolezza che bisogna incominciare e i primi che dovrebbero porsi il problema sono i nostri Presidenti del Consiglio che, viceversa, fanno occupare la poltrona a persone che non hanno per l'argomento alcun interesse. Pensavo che Facchiano e Bono Parrino fossero il punto più basso della storia del nostro patrimonio e mi sbagliavo.
Ultimamente si parla molto di meritocrazia, lei pensa che nel mondo dell'arte, in Italia, questo parametro viene applicato?
Ma no, certamente no. E del resto non si capisce per quale motivo il mondo dell'arte dovrebbe vivere in una sorta di ambiente protetto; è parte del sistema e basta leggere i bandi di reclutamento dei direttori dei musei d’arte contemporanea o i bandi per i servizi aggiuntivi del Ministero MICAB o cercare di penetrare nella rete di protezione di società, associazioni e fondazioni per comprendere che il merito non è neppure un optional, compare proprio nel listino prezzi...
Interviw by PINO BORESTA
artista eclettico e controcorrente. Da alcuni
anni tiene una rubrica fissa per la rivista
“Juliet”. Vive nei sobborghi di Roma ed è
un viaggiatore impenitente.
Pubblicato su; ("Juliet" n. 162 April - May 2013)
In foto:
Una mia opera di fotocomposizione del ritratto Roberto Casiraghi .
Due mie foto di ROMA CONTEPORARY al MACRO Testaccio del 2012.
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