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domenica 10 marzo 2013

Lisa Nocentini: La Biblioteca di Babele alla SACI Gallery


La SACI è lieta di presentare una mostra di scultura in ceramica dell'artista e 3D Area Head della SACI, Lisa Nocentini.

LISA NOCENTINI

La Biblioteca di Babele
Scultura in Ceramica  

dal 14 marzo al 5 aprile 2013
Inaugurazione 14 marzo alle ore 18


Lisa Nocentini ha ricevuto un Diploma di Arti Applicate di Pittura e Ceramica, Istituto d'Arte di Porta Romana, Firenze, ha studiato pittura presso l'Accademia di Belle Arti, Firenze, e pittura e  ceramica alla Ecole des Beaux Arts, Aix-en-Provence, Francia. Si è specializzata nello studio della  Ceramica anche con i ceramisti inglesi David Leach e John Colbeck e, dal 1978 al 1981, è stato assistente di Bruno Gambone. Dal 1982, halavorato come ceramista professionale a Firenze e ha partecipato a mostre e concorsi in Italia, Germania e Svizzera.


Galleria MAIDOFF è aperta dal lunedì al venerdì ore 9-19, sabato e domenica ore 13-19. 


Jules Maidoff Gallery
Studio Art Centers International
Palazzo Jules Maidoff - Via Sant'Egidio 14
50122 Firenze ITALIA

Ufficio Stampa - Press Office:
T 055 289 948 - F 055 277 6408
gallery@saci-florence.edu

www.saci-florence.edu

lunedì 17 settembre 2012

STEFANO TURRINI: “ARTIFICIO” alla SACI Gallery Firenze 18 settembre

 


STEFANO TURRINI: Artificio
18 settembre – 10 ottobre, 2012
INAUGURAZIONE: MARTEDì 18 SETTEMBRE ORE 18


La SACI Gallery in Via Sant'Antonino, 11, Firenze, è lieta di presentare una mostra di arte di Stefano Turrini.

In mostra sono esposte sculture leggere e trasparenti fatte di rete in alluminio rame, ferro e colore acrilico, opere pittoriche su carta, libri d’artista editi in tiratura limitata e in unica copia, e alcuni gioielli in argento e altri materiali.

Stefano Turrini nasce a Figline Valdarno (Firenze) nel 1951. Attivo fin dai primi anni ottanta, ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in gallerie private e istituzioni pubbliche, prevalentemente in Italia ma anche in Francia, Spagna, Svizzera. Artista eclettico, utilizza la pittura, la scultura, i libri d’artista e altro per esprimersi. Si è occupato di arte marginale contribuendo alla fine degli anni settanta alla nascita e alla crescita del centro di attività espressive La Tinaia di Firenze. Ha collaborato con numerosi poeti e scrittori per i suoi libri d’artista.

www.stefanoturrini.com

SACI Gallery
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant’Antonino, 11
50123 Firenze, Italy
T 055 289 948

La Galleria SACI è aperta dal lunedì al venerdì ore 9-19, sabato e domenica ore 13-19.   Ingresso gratuito.

mercoledì 30 maggio 2012

Silvio Vigliaturo. Glass Mixtures



A partire dal 9 giugno e fino al 29 luglio, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Taormina, con il patrocinio dell’Assessorato dei beni culturali e dell'identità della Regione Siciliana, della Provincia di Messina e la partnership del MACA - Museo d’Arte Contemporanea di Acri (Cs), nell’ambito dell’edizione 2012 di Taormina Arte, organizza presso lo spazio espositivo della ex Chiesa del Carmine un’importante mostra dal titolo Glass Mixtures che raccoglie una selezione significativa della produzione più recente dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo nato ad Acri (Cs) nel 1949.
La mostra, curata dal figlio Valerio Vigliaturo, propone le riflessioni sviluppate da Vigliaturo su alcuni aspetti della realtà contemporanea, attraverso un unico filo conduttore, quello della Mescolanza. Le maestose e variopinte sculture in vetro e i sinuosi dipinti fungono da vettori di messaggi appassionati che l’artista indirizza allo spettatore per ridestarlo alla vita, a una nuova presa di coscienza, perché anch’egli assuma una posizione intellettuale di fronte alla realtà che lo circonda e che troppo spesso viene recepita come un opaco marasma di informazioni, ininterrotto e intorpidente. Il fervore teorico di Vigliaturo è fatto di una minuziosa analisi che si trasforma in sintesi artistica supportata da un’imprescindibile maestria pratica risultato anch’essa di una mescolanza, in questo caso di tecniche sviluppate in trent’anni di entusiasmata ricerca: dalla preparazione a freddo degli ossidi, alla metamorfosi dei forni, all’inserimento della foglia d’oro nel vetro, fino all’uso unico della soffiatura intesa a dare vita al disegno, alle sembianze dei volti, a vuoti di densità nella materia.
L’abilità propria di Vigliaturo nell’esprimersi efficacemente attraverso l’uso di più media artistici è già in sé sintomo di una riuscita mescolanza di tecniche: le sculture in vetro non potrebbero esistere senza il segno elegante, quasi liquido, che trova spazio sulle sue tele, tanto che si potrebbe dire che nella produzione dell’artista, pittura e scultura formano un tutt’uno inscindibile.

In contemporanea a Taormina, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (dopo la recente la mostra su Steve Jobs) ospita dal 25 maggio al 1 luglio una personale dedicata all’artista dal titolo Help!

 
Silvio Vigliaturo
GLASS MIXTURES
Luogo:              Chiesa del Carmine
                        Piazza del Carmine, Taormina (Me)                  
Curatori:          Valerio Vigliaturo
Vernissage:     sabato 9 giugno, ore 18
Periodo:           dal 9 giugno al 29 luglio 2012
Orario:             tutti i giorni, 10-23
Info:                mobile +39 393.9485636
Web:               www.vigliaturo.com, www.museovigliaturo.it

martedì 3 aprile 2012

Young at Art. I Stay Here


A partire da sabato 14 aprile 2012, in occasione della XIV Settimana della Cultura indetta dal MiBAC, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) aprirà i suoi spazi a sette giovani artisti calabresi, dedicando loro una mostra che si protrarrà fino al 27 maggio.

L’appuntamento espositivo, a cura di Massimo Garofalo e Andrea Rodi, si pone come esito del concorso Young at Art, lanciato a inizio anno, attraverso il quale il museo ha inteso mettersi alla ricerca dei talenti ancora nascosti operanti sul territorio calabrese. Da qui il titolo della mostra, I Stay Here (Io rimango qui), ripreso da una serie fotografica di uno dei sette artisti partecipanti e particolarmente significativo dello spirito di un’iniziativa dallo spiccato carattere di work in progress, che da concorso è diventata mostra, per poi rinnovarsi come progetto itinerante. L’appuntamento del MACA è solo il primo di una lunga serie attraverso la quale verranno promossi i sette artisti.

In ottobre, in occasione della Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI, a ognuno di essi verrà chiesto di creare un lavoro ad hoc ispirato alle opere di Hans Richter, uno dei padri del Dadaismo, a cui il MACA dedicherà un’importantissima retrospettiva a partire dal maggio prossimo, la prima realizzata da un museo italiano. Successivamente, gli artisti di Young at Art troveranno spazio a San Demetrio Corone (Cs), in occasione della Biennale d’Arte Contemporanea Magna Grecia, mentre sono in corso le trattative per portare i loro lavori a Torino, in occasione di Artissima.

L’intento della mostra del MACA, e del corollario di eventi che ne seguiranno, è quello di dare spazio alla ricchezza artistica e creativa di una regione che sta finalmente cominciando a credere in se stessa e nelle proprie potenzialità, e lo farà sottolineandone in primo luogo la diversità di temi e tecniche, perché proprio la diversità dei suoi frutti è il sintomo principale della fertilità di un territorio. Ognuno dei sette artisti, infatti, è rappresentante di un differente ambito espressivo. Walter Carnì affronta la cronaca, e in particolare il tema della mafia, attraverso installazioni scultoree di grandi dimensioni e dal forte impatto visivo; il fotografo Giuseppe Lo Schiavo sottolinea l’importanza di mantenere un forte legame con la terra d’origine e di come questa non sia ostacolo alla creatività e alla fantasia; Armando Sdao presenta cinque tele dai connotati iperrealistici in cui la presenza dell’uomo riverbera in oggetti quali una manciata di biglie o un pallone da basket, perfette nature morte contemporanee; Valentina Trifoglio trasforma il suo stesso corpo in una tela bianca che accoglie i segni che le vengono proiettati addosso, trasformandoli in stati emotivi; Giuseppe Vecchio Barbieri destruttura il volto umano in ritratti grafici che coniugano un’iconografia di matrice Pop a uno spiccato gusto espressionistico per i vortici cromatici; il duo MILC (Movimento Indipendente per il Linguaggio Cinematografico), formato da Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio, propone due filmati che sono altrettante riflessioni sullo spazio come fonte di disagio collettivo e individuale, tra denuncia sociale e frammentarietà dell’io.

YOUNG AT ART “Virtual”

In collaborazione con Alphabeti, creativa azienda nel settore della promozione dei beni culturali e i new media, e la BCC Mediocrati, verrà realizzata una nuova sala virtuale della Collezione Bancartis (www.mediocratitour.it), in cui i sette giovani artisti vincitori dell’iniziativa potranno esporre una selezione delle loro opere.

In questo modo, terminata la mostra in programma fino al 27 maggio 2012, i giovani talenti calabresi meriteranno ancora le luci delle ribalta grazie al web e a questi originali allestimenti virtuali che permettono la visibilità oltre il tempo naturale delle mostre temporanee e la promozione oltre i confini nazionali.

YOUNG AT ART

I Stay Here

Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Piazza Falcone,1 - 87041, Acri (Cs)

Curatori della mostra: Massimo Garofalo e Andrea Rodi

Vernissage: 14 aprile 2012, ore 17:00

Periodo: dal 14 aprile al 27 maggio 2012

Orario: dal martedì alla domenica, 9-13 e 15-19; lunedì chiuso

Info: Ufficio stampa tel. 0119422568

www.museovigliaturo.it; maca@museovigliaturo.it

lunedì 12 marzo 2012

DARK ISLAND di GUY LYDSTER


a cura di Lodovico Pignatti

21 aprile – 9 giugno 2012


Galleria B4 | Via Vinazzetti, 4B | Bologna












Comunicato Stampa

Sabato 21 aprile 2012 sarà inaugurata alla Galleria B4 di Bologna “Dark Island”, grande personale dello scultore neozelandese Guy Lydster, a cura di Lodovico Pignatti. Dopo il successo ottenuto in occasione di Arte Fiera OFF 2012, che l’ha visto protagonista di importanti spazi espositivi come lo Spazio Fabrizio Cocchi, la splendida cornice di Villa Hercolani, dimora cinquecentesca appena fuori le mura medievali di Bologna e la Galleria Art to Design, tappe che l’hanno reso ancor più noto a livello nazionale, Lydster rinnova l’unicità intrinseca e figurativa della sua opera con gli Headscapes inediti di Dark Island.

Dark Island, evoluzione naturale del lavoro dell’artista e delle sue continue sperimentazioni, si compone di una ventina di Headscapes - unione di Head e Landscapes (teste-paesaggi) - che evocano un viaggio metaforico verso la riscoperta di quel terreno oscuro chiamato infanzia.

La mostra si articola negli spazi della galleria che scandiscono i tre momenti del viaggio verso: la ricerca di un luogo, l’approdo alla meta e la separazione. L’esposizione è da considerarsi percorso completo nell’opera di Lydster; sono rappresentati tutti i momenti di produzione dell’opera, dalla fase iniziale più espressionista e abbozzata, che grazie all’uso della creta cruda giunge ad effetti sorprendenti, attraverso quella più dura e ricca di dettagli, fino alla fase ultima, in cui primeggia la linea compiuta del bassorilievo. Compare per la prima volta la colorazione, realizzata con pigmenti rossi, gialli e verdi, che mescolati alla creta ancora cruda stimolano in maniera sorprendente l’espressività.

Nella prima sala, il viaggiatore-spettatore è accolto da un gruppo di Headscapes che indicano un percorso da navigare.
Sono raffigurate diverse isole, rappresentazioni di possibili mete da raggiungere, tra cui un’opera fondamentale dal titolo Land of the Long White Cloud, (terra dalla lunga nuvola bianca), traduzione della parola in lingua maori “Aotearoa”, termine che indica la Nuova Zelanda. In contrasto con tali immagini di mare e isole sparse, realizzati in creta bianca, si erge centrale l’opera Dark Island, approdo del viaggiatore. Circondata da un mare mosso e verdastro, l’isola scura esercita una forza di attrazione sullo spettatore come se fosse lui stesso un nuotatore che attraversa torbide acque. Accanto, disposte a terra, un arcipelago di teste/isole si stende sul mare del pavimento.

Nella seconda sala il viaggio continua verso il cuore del terreno raggiunto. L’occhio del viaggiatore esplora la riva e si muove verso le forme organiche e i colori che fioriscono all’interno dell’isola. In questa dimensione originaria l’artista stabilisce un rapporto pacifico con i luoghi della memoria, la presenza della barriera naturale, il dolore nell’asprezza del paesaggio, e perfino la morte (è significativa la simbolica presenza di un gatto nero in agguato, bello, ma inquietante).


Il percorso si chiude nello spazio esterno della Galleria con gli Headscapes che simboleggiano gli emigranti, la partenza verso l’ignoto, in cui i viaggiatori sono muniti solamente di nostalgia e di proprie memorie. Incisi sui volti di un grappolo di grandi teste, vari squarci naturali dell’isola vengono conservati e spediti verso l’orizzonte e forse verso un’altra isola. L’esperienza straziante dell’emigrante è la metafora della difficile separazione fisica e spirituale dal viaggio ed emblema del forte legame uomo-natura. L’artista ci invita a scoprire quanto la natura sia una forza non solamente più grande di noi, ma anche una forza che cresce in noi.

A completare il percorso, una decina di disegni dell’artista che esprimono la percezione dell’ambiente visto dal mare; ossia la rigida geometria dell’immenso paesaggio, risultato delle diverse congiunzioni naturali e marine.

La mostra segna anche il percorso della vita che ci vede protagonisti di un viaggio interiore in cui la natura è il mezzo che ci conduce all’essenza e invita ad una riflessione sulla nostra presenza nel mondo.



Guy Lydster scultore neozelandese nasce a Auckland nell’aprile del 1955, ma si trasferisce con la famiglia a Vancouver molto presto.
Già da bambino scopre l’amore per l’arte, inizia a studiare teatro, poi si dedica alla pittura e infine arriva alla forma simbolica a lui più congeniale: la scultura.
Nei primi anni 80 si trasferisce a Bologna per studiare all’Accademia delle Belle Arti e finito il suo percorso universitario decide di rimanere a vivere e lavorare nel capoluogo emiliano.

Per Guy Lydster sono stati di fondamentale importanza per lo sviluppo del suo percorso di scultore il riferimento e lo studio di Henry Moore, Constantin Brancusi e Alberto Giacometti entrambi, come lui, intrisi di naturalismo e essenzialità; ma ancora di più si nota la forte ispirazione primitiva che ha trovato nei suoi luoghi di origine. L’arte eschimese, quella indiana e quella imponente e spirituale dell’Isola di Pasqua trovano nella scultura di Guy un importante sviluppo.

Inizia il suo lavoro cercando una pietra che possa fargli da bozzetto per l’opera, quando l’idea è chiara crea una base sulla quale innalza un asse verticale e alla quale aggiungerà materiale fino a creare una testa. Quando la forma è finita inizia a svuotarne il cranio, tagliandola con piccole e controllate incisioni da neurochirurgo. Lo svuotamento collabora anch’esso alla creazione della forma che si plasma dall’interno non seguendo un canonico modellamento anatomico. Le parti del cranio vengono poi ricomposte; aggiungendo materiale per la memorizzazione del paesaggio, lo scultore procederà ad un secondo svuotamento fino al raggiungimento della giusto equilibrio tra mente e corpo.
I materiali utilizzati sono creta, argilla, marmo, pietra e travertino.


Agenzia di Comunicazione:
Culturalia di Norma Waltmann
Agenzia di comunicazione
Bologna - Vicolo Bolognetti 11
tel : +39-051-6569105
fax: +39-051-2914955
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