Il volume è il catalogo della mostra in corso a Palazzo Litta dedicata a una collezione d'arte contemporanea confiscata in Lombardia e assegnata al Ministero per i beni e le attività culturali. Sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, taluni di grande rilievo nel panorama artistico internazionale, allestite nella splendida cornice delle sale nobili del Palazzo, raccontano il percorso di redenzione dell'importante collezione che, sottoposta a sequestro preventivo nell'ambito di un procedimento per gravi reati finanziari e passata alla gestione dell'Agenzia Nazionale, torna oggi alla collettività sotto forma di raccolta museale.
Curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio, organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia in accordo con l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e realizzata dallo staff tecnico dello stesso Segretariato, l'esposizione comunica gli esiti dell'attività svolta dall'ufficio a supporto dell'Agenzia Nazionale negli anni 2014-2016, allorché due confische di opere d'arte effettuate in regione l'hanno visto coinvolto nella duplice veste di consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell'azione di restituzione. Il lavoro, svolto in partenariato con Paolo Campiglio, docente di storia dell'arte contemporanea presso l'Università degli Studi di Pavia, ha mostrato come le opere esposte siano tutte autentiche, in gran parte dotate di documentazione d'acquisto o provenienza piuttosto che di expertise o dichiarazione dell'autore, raccolte secondo un disegno preciso e, verrebbe da dire, guidato da un consigliere esperto.
L'insieme delle opere di Arte Liberata, in alcuni casi dei veri e propri capolavori, permette di seguire per tappe la storia dell'arte dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, con una particolare predilezione per le poetiche astratte e informali e per le neo-avanguardie degli anni Sessanta. In mostra si ritrovano una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un'importante grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali rappresentanti dell'Arte Povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari. Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolo di Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova che esprime la gestualità del colore come atto di protesta.
La mostra, fortemente voluta per i significativi simbolici e concreti di cui è portatrice, ha una valenza che va di gran lunga oltre l'esposizione temporanea, seppur straordinaria, di Palazzo Litta.
La destinazione che il Segretariato regionale ha proposto all'Agenzia nazionale è quella museale, con la richiesta di mantenimento del nucleo indiviso, sia per motivi storico-artistici sia, e soprattutto, per il valore simbolico che un'assegnazione unitaria e in blocco ha sotto il profilo del messaggio di legalità sotteso a tutta la politica della riconversione dei beni confiscati.
L'obiettivo primario è quello dell'allestimento in un Polo o Padiglione dell'Arte Liberata, una sorta di museo/centro studi permanente dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che si vorrebbe realizzare a Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell'Agenzia nazionale, quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i proventi di attività illecite.
Nelle more della creazione del Polo dell'Arte Liberata, la collezione sarà esposta presso la GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo, che si è dichiarata disponibile ad accogliere tutte le opere valorizzandole nel proprio rinnovato e prestigioso percorso museale.
Palazzo Litta, Corso Magenta 24, Milano 28 settembre - 18 novembre 2018 Orari di apertura Giovedì dalle ore 12 alle 22; venerdì/sabato/domenica dalle ore 12 alle 19. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Aperture straordinarie la mattina per gruppi e scuole con prenotazione obbligatoria (tel. 0280294217, da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 13)
Entrata libera
Catalogo Scalpendi Editore
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