Dopo l'acclamata mostra "Scacco Matto" dove il teatro futurista e le geometrie elementari di Fortunato Depero incontravano le composizioni astratte e fluorescenti di Peter Halley, la Galleria In-Arco è lieta di presentare "Movimento, Luce e Creatività Infantile" Bruno Munari ed Enrico Prampolini. La ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività infantile attraverso il gioco di Bruno Munari si affianca al panorama dell'arte astratta caratterizzata per il suo profondo interesse per il dinamismo -organicismo, sino alla polimatericità influenzata da visioni del microcosmo di Enrico Prampolini. La mostra curata da Graziano Menolascina, si compone partendo dal 1913 con "Ritmi Spaziali" di Enrico Prampolini sino ai lavori realizzati negli anni cinquanta, continuando con una selezione di dipinti, sculture e carte che percorrono tutta la carriera artistica di Bruno Munari dal 1950 al 1990. Designer, scultore e scrittore. Considerato uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del 20° secolo, ha mantenuto inalterata la sua estrosa creatività a sostegno dell'indagine costruttiva della forma attraverso sperimentazioni visive e tattili e insieme, alla sua grande capacità di comunicare attraverso parole, oggetti, giocattoli. Inizialmente vicino al futurismo, se ne allontanò poi gradualmente dedicando la sua ricerca all'approfondimento di forme e colori e all'autonomia estetica degli oggetti. Tra le realizzazioni più emblematiche le «macchine inutili» (dal 1933), congegni meccanici presentati come modelli sperimentali che indagano sulle possibilità percettive, che fecero di Munari un precursore dell'optical art. La ricerca non inquadrabile nelle categorie consuete, tende a una sorta d'ironico analismo, mediante la continua sperimentazione di sempre nuovi strumenti di comunicazione. Partito dalla poetica futurista dell'interpretazione dell'arte come totalità, egli risolve il suo processo inventivo attraverso forme astratte semplici e pure, per offrire all'uomo oggetti utili non solo in senso materiale, ma anche intellettuale ed estetico, nel tentativo di riassumere in essi le contrastanti istanze della tecnica e dell'arte, della necessità, della libertà e dell'imprevisto. La sua costante ricerca è stata quella dell'approfondimento di forme e colori, variabili secondo un programma prefissato e della autonomia estetica degli oggetti. La figura di Enrico Prampolini, nasce come pittore, scenografo e scrittore d'arte. Fu uno dei più noti rappresentanti del futurismo, cui aderì dal 1912, contribuendovi con «manifesti» e scritti polemici, caratterizzando fin dall'inizio la sua ricerca col prediligere come mezzo espressivo il collage polimaterico. Dopo un periodo preparatorio in cui assimilò, assieme agli elementi futuristi, quelli del cubismo e dell'astrattismo. Prampolini si avviò gradatamente attraverso forme puramente astratte e mezzi polimaterici, verso una rappresentazione di visioni fantastiche di forte luminosità, oggetti e corpi cosmici, che simboleggiano di fatto il potere dello spirito umano sulle forze naturali, attraverso i mezzi della civiltà moderna e la sua compenetrazione con esse. In contatto con i maggiori movimenti d'avanguardia del Novecento, svolse un importante ruolo come organizzatore di eventi. Nel 1945 fondò l'Art club, e proseguì nel suo impegno per la diffusione dell'arte astratta parallelamente alla sua attività pittorica che rimase sempre fedele all'astrazione pura e alla ricerca delle varie possibilità offerte dal polimaterismo (Rapporti armonici, 1954; Astrazione plastica X, 1955, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna). Di grande interesse è il suo contributo teorico nel campo della scenografia teatrale (da Scenografia e coreografia futurista, 1915, a Elementi formativi della scenografia contemporanea, 1950). |
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