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venerdì 5 ottobre 2018

MOstra: Dal negativo al positivo al Museo e Parco Archeologico dell’antica Kaulon - Monasterace (Reggio Calabria)

Dal negativo al positivo

Museo e Parco Archeologico dell'antica Kaulon

Monasterace (Reggio Calabria)

Domenica 14 ottobre 2018

Ore 15.00/19.00

 

Domenica 14 ottobre 2018, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, a Monasterace (Reggio Calabria), il Museo e Parco Archeologico dell'antica Kaulon, diretto da Rossella Agostino, aderisce alla "Giornata nazionale delle famiglie al museo", sul tema Piccolo, ma prezioso, con l'iniziativa Dal negativo al positivo.

Essa  prevede l'attuazione del progetto in due fasi:

·         Accoglienza e presa visione dei "Piccoli, ma preziosi" reperti esposti nelle teche del Museo;

·         Attività laboratoriale finalizzata alla riproduzione di un manufatto.

In particolare, i bambini dai 5 ai 10 anni con le rispettive famiglie verranno accolti nelle sale espositive dove potranno prendere visione dei tanti reperti, piccoli, ma preziosi in quanto espressione della storia della colonia greca di Kaulonía.

Successivamente, sarà focalizzata l'attenzione dei partecipanti su un reperto archeologico di particolare rilievo, di cui sarà possibile realizzarne una riproduzione nel Laboratorio di Restauro.

L'attività di laboratorio e la visita al Museo verranno offerte gratuitamente ai bambini, mentre per gli adulti è previsto il costo ridotto del biglietto € 1,50.

L'iniziativa è organizzata dai Servizi Educativi del Museo.

Il Museo Archeologico e Parco Archeologico dell'antica Kaulon è afferente al Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Acordon.

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Dal negativo al positivo

Museo e Parco Archeologico dell'antica Kaulon

Monasterace (Reggio Calabria)

Domenica 14 ottobre 2018

Ore 15.00/19.00

 

Polo Museale della Calabria

Direttore: Angela Acordon

Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile)

Tel.:  0984 795639 fax  0984 71246 

venerdì 28 settembre 2018

Marcos Tamargo nella collettiva “Escapes” 2 ottobre – 2 dicembre Espinasse 31

Marcos Tamargo, l'artista viaggiatore e narratore del suo tempo per la prima volta in Italia nella collettiva "Escapes"

2 ottobre – 2 dicembre Espinasse 31  



"L'arte deve essere trasgressiva e comunicativa, non lasciare la gente indifferente, un artista deve essere narratore del suo tempo".

L'artista spagnolo Marcos Tamargo dipinge le sue tele come un viaggiatore scrive il suo diario di bordo, ogni opera rappresenta uno dei suoi viaggi e ogni colore rievoca il ricordo di una città vissuta: "Io e i miei quadri andiamo di pari passo, ho modellato il paesaggio con il mio modo personale di vedere, non c'è nessuna differenza tra me e loro". Definito un artista plastico per la varietà dei materiali e delle tecniche utilizzate, Marcos espone per la prima volta in Italia, grazie al progetto della residenza d'artista milanese "Espinasse 31". Dal due ottobre al due dicembre, durante la retrospettiva "Escapes", il rapporto tra l'uomo e la materia, nelle sue infinite trasformazioni, sarà protagonista delle sue tele. "Nelle mie opere cerco di usare materiali che trovo durante i miei viaggi per cercare di rievocare le emozioni e le esperienze vissute e per rafforzare il legame con il territorio.

 "Il quadro Today, esposto in mostra, è stato realizzato durante uno dei miei viaggi in Kenya, quando una galleria di arte africana mi propose il progetto di residenza d'artista lì. Sono originario delle Asturie e ho vissuto bene per cinque anni a New York, a Londra, a Miami, in ambienti industriali, più oscuri e non è che li rinneghi ma c'è una svolta dopo la mia vita in Kenya. Era la prima volta che vivevo in un luogo non industriale, e questo mi ha fatto percepire altri aspetti. Ebbi subito l'ispirazione ammirando la luce e i paesaggi, ogni immagine in Kenya potrebbe essere un quadro. E' stato qui che ho capito di non poter più abbandonare l'Africa e i suoi colori e ho deciso di dipingere questa tela, con una tavolozza di colori terrosi, caldi". Nella serie realizzata durante il suo viaggio in Kenya, la tavolozza di Marcos si alleggerisce e i colori aumentano: ocra, toni terrosi, marroni, rossi, la luce invade tutto e segna un'intensa flessione nelle sue successive serie "Anabasis", ispirate al racconto omonimo dello scrittore greco Senofonte.

Qui la pittura diventa più materiale, più vicina, grazie anche alla ricerca degli elementi selezionati dalla materia organica quali terra, fiori, legno, radici, felci, oggetti semplici e umili che oltre a caratterizzare il luogo stesso, ci raccontano di lavoro, collegamenti ed emozioni tangibili.  Dal Kenya, dove viene introdotto l'uomo nel suo paesaggio, ad Anabasis, dove si comincia ad avere un tono più simbolico, secondo una ricerca personale e anonima, l'artista vuole trasmettere un messaggio universale, dove la luce intensa e commovente annuncia un esito felice nell'avventura del viaggio interiore, alla ricerca della conoscenza.

L'ispirazione per Marcos parte sempre da un viaggio e prende forma e colore a contatto con una nuova cultura e con nuove conoscenza, in questo modo l'artista diviene narratore del suo tempo e l'arte non esprime altro che il suo modo di vivere.

Esposto in varie istituzioni culturali europee ed importanti collezioni come il Patrimonio Nazionale e la Società Ispanica di New York, Marcos Tamargo è conosciuto anche per essere diventato in Spagna l'ambasciatore di "Winsor & Newton", il primo brand a ricevere la Royal Warrant dalla Regina d'Inghilterra.

Le altre tele esposte in mostra come "Travel"e "Her smile" evidenziano la trasformazione della materia in forma di texture e mettono in risalto le venature del colore che indagano la natura e la sua essenza. In questo modo anche lo spettatore si sente più vicino all'opera e riesce a percepire le stesse sensazioni di Marcos: "per me il compito del pittore è quello di comunicare, la pittura è un apprendimento senza fine. Ricercando e studiando, dipingendo e vivendo, tutto ciò costituisce un unico orizzonte nel mio lavoro, dove  cerco di trasmettere le mie esperienze, la mia vita, più viaggio più osservo e più penso di avere il dovere di trasmettere".

Poter poi condividere del tempo all'interno di una residenza con altri artisti permette un continuo scambio di idee e di comunicazione e Marcos Tamargo ha voluto cogliere subito quest'opportunità in Italia che lo vede esporre per la prima volta: "Sono molto entusiasta di aver conosciuto Antonio Castiglioni, proprietario di Espinasse 31 e di avere avuto da lui questa possibilità. Per un artista come me, abituato a viaggiare tra la Spagna, la Svizzera, l'Africa, la Germania, l'America, non è sempre facile organizzarsi e coordinare ogni cosa. Il team di Espinasse 31 è stato per me come una famiglia, spero ci siano altre occasioni da poter condividere insieme".

Annaida Mari

Oltre l'Orizzonte - Tea Giobbio Walter Vallini

Oltre l'Orizzonte

L‘esposizione artistica Oltre l’Orizzonte sarà inaugurata ad Aosta venerdì 28 settembre 2018 alle 18. La sala espositiva dell’Hôtel des États in Piazza Chanoux farà da cornice a questa mostra, curata da Alessandro Parrella coadiuvato dall’équipe della Parrellarte, fino al 4 novembre 2018.
L‘accostamento delle opere della fotografa Tea Giobbio con quelle dell’art-designer Walter Vallini porterà i visitatori dell’esposizione a cogliere epifanie che, come suggerisce il titolo, varcano la soglia. Valicano, quindi, l’orizzonte del comune ragionare e osservare. Tutto ciò calato in una regione dove, per sua naturale morfologia, l’orizzonte è ben delimitato, costituendo simultaneamente un grembo materno e un ostacolo per il vedere oltre. Chi meglio di un’oculista come Tea Giobbio può rendere visibile ciò che per noi è sconosciuto e quindi inesistente per l’occhio umano? Chi meglio di un architetto come Walter Vallini può dare forma e struttura a questo “oltre” qui rivelato? .
Giobbio, dottoressa e fotografa, realizza delle composizioni fotografiche la cui precisione formale congiunta a un estro latore di rivelazioni metafisiche combina lo scienziato con l’artista che alberga in lei. La componente scientifica che traspare sia dalle sue fotografie che dal suo discorrere si distacca dal puro raziocinio di matrice illuminista che pur costituendo la loro base, lascia spazio alla soggettività che poggia la sua forza su quanto a prima vista pare il suo punto debole. “Gestisci con la sinistra, dirigi con la destra” direbbe il saggista americano Stephen Richards Covey alludendo alla necessaria sinergia tra l’emisfero destro, creativo, interdisciplinare, intuitivo e visuale, con quello sinistro regno della logica e dell’analisi.
Vallini, premio IDIA per la migliore architettura d’interni dell’anno 1989, dal 2002 presenta le sue opere in esposizioni nazionali ed estere. Installazioni di tatliniana e flaviniana memoria nell’aspetto formale si ricollegano e sviluppano le speculazioni concettuali del Gruppo T. Il Miriorama, dottrina centrale del gruppo, teorizza la volontà di rappresentare il mutamento dell'immagine nella progressione temporale. Ovvero le infinite visioni che in questa mostra vengono rivelate varcando l’orizzonte della consuetudine che con il suo ritmo ricorrente svuota ogni cosa dal suo significato e dal suo potere evocativo.
Insomma un viaggio oltre quella siepe “che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude”.
Gian Marco Parrella

Scheda tecnica

Oltre l'Orizzonte

Tea Giobbio e Walter Vallini

  • Cura: Alessandro Parrella
  • Organizzazione: Struttura Attività espositive della Regione autonoma Valle d'Aosta
  • Aosta, Sala espositiva Hôtel des États
  • Piazza Chanoux, 8
  • Orario:
  • martedì-domenica 10-13/14-18
  • lunedì chiuso
  • ingresso libero

mercoledì 26 settembre 2018

MEETING OF RYOSUKE COHEN - Pontassieve, Firenze



XXVII  Rassegna internazionale “Incontri d’Arte”
La Barbagianna, una casa per l’Arte Contemporanea
 Pontassieve (Firenze), via di Grignano 25

MEETING OF  RYOSUKE  COHEN
Performance di  Ryosuke  Cohen
CORPO - AZIONE - MEMORIA


a  cura  di Sandro  Bongiani e  Alessandra Borsetti Venier
Presentazione di  Sandro  Bongiani
3  ottobre 2018, dalle ore 15:00 alle 20:00

Mercoledì 3  ottobre 2018  dalle ore 15:00 alle 20:00   l’artista giapponese Ryosuke  Cohen  presenterà al pubblico la performance Corpo - Azione – Memoria, in occasione dei suoi 70 anni (1948-2018) e del  Meeting Fractal Portrait Project presso la  XXVII Rassegna Internazionale “Incontri d'Arte” curata da Alessandra Borsetti Venier “La Barbagianna – una casa per l’arte contemporanea” di Pontassieve, Firenze.

Ryosuke Cohen, uno dei più longevi e interessanti artisti giapponesi contemporanei nati negli anni quaranta, nel 1985 ha iniziato il progetto internazionale  “Brain Cell”  e  nel 2001 il Progetto “Fractal  Portrait”. Ryosuke Cohen non è nuovo alla performance, è dal 2001 che realizza  performances in occasione dei numerosi  meeting  svolti in tutto il mondo (la prima volta  è stata  svolta in Italia), con face e body, coinvolgendo migliaia di artisti nel campo della collaborazione e della performance. Un progetto  globale di arte partecipata svolto da Cohen  nel campo dell’arte globale.
Cohen è oggi l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che vi partecipano. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio che si materializza  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente coinvolti. In questa performance di Pontassieve verranno realizzate 5 opere  (body) Fractal Portrait Project  di grande dimensione di cm 209x89 ciascuna. Vogliamo evidenziare un lato ancora poco conosciuto dei progetti “Fractal Portrait” ,soprattutto alla conoscenza delle opere “Body” e della serie delle slhouette del corpo  realizzate  dall’artista in particolari momenti collettivi unendo insieme diversi fogli Brain Cell in cui i soggetti, gli amici incontrati nei vari tour vengono invitati a  distendersi a terra sopra questi fogli Brain Cell,  con l’artista  impegnato  per l’occasione a  disegnare e rilevare il contorno immediato del corpo. Una sorta di “performance collettiva” che, seppur con le dovute differenze di lavoro, lo lega indissolubilmente al suo  caro amico Shozo Shimamoto, divenendo, di fatto,  il naturale  attivo continuatore  e interprete dell’arte di ricerca oggi in Giappone. 
Per questo evento  Internazionale  il 3 ottobre 2018 saranno  presenti in mostra 36 opere della serie “Brain Cell” (Cervello Cellula) dal numero 966 dell’8 gennaio  2017 al 999 dell’ 8 novembre 2017 di cui una speciale opera realizzata appositamente per il numero 1000, e tre  lavori  Fractal  Portrait Project  body inediti di grande dimensione presentati precedentemente a giugno 2018 a Pontassieve.



Biografia / Ryosuke Cohen, nato nel 1948, Osaka, in Giappone. Il nome della famiglia è Kouen  ma su consiglio di Byron Black, ha adottato  il nome  inglese  'Cohen' come in ebraico. Cohen scoprì la mail art in Canadà.  Ryosuke è il figlio di un noto scrittore di haiku in Giappone, Jyunichi Koen. I primi lavori di Cohen sono il risultato di un misto di tradizione e immaginario giapponese, numeri  e icone contemporanee  così com’è la sua firma, la lettera "C". L’artista giapponese per lungo tempo è stato interessato al movimento  Dada e Fluxus,  in contatto con Shozo Shimamoto e i membri del gruppo Gutai  condividendo in modo spontaneo e naturale un nuovo modo di fare arte contemporanea. Ryosuke non è il primo artista postale e marginale giapponese, ma sicuramente è l’autore giapponese più interessante nel network internazionale.  Dopo Ray Johnson e  Guglielmo Achille Cavellini, anche Ryosuke Cohen  rimette  ancora una volta in gioco le carte della sperimentazione in  un sistema culturale antiquato che preferisce l’opera creata appositamente per essere mercificata. Lo fa  proponendo un particolare suo progetto “Brain Cell” (Cellula celebrale), iniziato nel giugno 1985 con  migliaia di membri  sparsi in oltre 80 paesi.  Un lavoro che raccoglie  ogni 7-10 giorni circa le immagini di tanti artisti su un'unica pagina allegando un elenco di indirizzi di collaboratori, 55 in media per opera, che lo ha visto coinvolto per oltre  30 lunghi anni,  rifiutando l’opera unica e concetti  consueti come l’originalità e quindi, preferendo maggiormente il gioco, la ricerca  e la libertà concreta dell’artista volutamente collocato ai margini dell’attuale sistema culturale. Per questo modo di fare, egli è forse il più  interessante e attivo artista nella rete di chiunque altro per la capacità organizzativa del progetto e per diffusione capillare dell’arte marginale. 
Nell'agosto 2001 ha iniziato in Italia  il progetto “Fractal Portrait”, facendo ritratti e silhouette del corpo ai suoi amici artisti in occasione dei  vari Meeting   svolti in diverse parti del mondo; Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Irlanda del Nord, Spagna, Jugoslavia, Germania, Olanda, Corea, Italia e Francia.  Cohen è l’artista contemporaneo che non rappresenta più colui che produce un’opera d’arte secondo le vecchie idee classiciste della tradizione, ma ricopre il ruolo di mediatore e di intermediario tra la realizzazione di un’idea progettuale (la sua) e coloro che partecipano al progetto. Praticamente, egli si fa promotore di un “fare” diventando regista di un intervento provvisorio,  che nasce  dal contributo degli altri e  si materializza insieme  nella collaborazione collettiva in cui tutti possono partecipare ed essere positivamente e  appassionatamente coinvolti nella  creazione dell’opera. In oltre trent’anni di lavoro ha esposto con mostre e svolto performance  e incontri  in numerose e diverse aree geografiche del  mondo.   Attualmente vive a Ashiya-City Hyogo in Giappone.


M.E.R.d.A. Personale di Pino Boresta

11 ottobre 2018 – ore 18.00

M.E.R.d.A. Manifesti Elettorali Rettificati da Asporto

Personale di Pino Boresta

Clicca per vedere il video del prequel
Bianco Contemporaneo
è lieto di presentare la prima mostra
della sua programmazione di arti visive 2018/2019

Vernissage 11 ottobre  2018 ore 18,00
Via Reno 18/a Roma
La mostra si protrarrà fino al 15 gennaio 2019

La scelta del primo artista da esporre in una nuova galleria d’arte svela il carattere stesso dello spazio espositivo. La vasta offerta che il panorama artistico propone rende difficile orientarsi per la decisione di ciò che maggiormente rappresenterà il luogo.
Attraverso i suoi articoli pubblicati su Artribune, Pino Boresta ha catturato l’attenzione, dove, con sguardo irriverente e mai offensivo, analizza il mondo dell’arte e narra la sua originale esperienza artistica. 
Approfondendo le ricerche, si scopre un personaggio coraggioso e divertente, che conosce e irride le regole senza mai trasgredirle. Prende ispirazione da tutti i movimenti storici di avanguardia e nel contempo li nega con la sua puntuale richiesta di far parte del sistema dell’Arte.
La mostra che presentiamo nasce inizialmente come M.E.R. Manifesti Elettorali Rettificati ed il suo sviluppo successivo ha prodotto M.E.R.d.A. Manifesti Elettorali Rettificati da Asporto. Saranno esposti manifesti elettorali che solcano la parabola politica italiana a cavallo del millennio rettificati dall’artista per mezzo delle smorfie del suo viso. 
 
Per la divulgazione dell’opening della mostra, abbiamo girato un video come prequel dell’inaugurazione nel quale si racconta l’ingresso dell’artista in galleria con leopere da rettificare, come ha agito per la loro modifica fino ad arrivare al risultato finale da M.E.R. M.E.R.d.A.
Si ringraziano gli intervenuti che si sono prestati come attori e con spirito ironico e sereno hanno permesso la creazione del video.
Si ringrazia in ordine di arrivo: Laura Cherubini, Manuela De Leonardis, Egidio Emiliano Bianco, Adriana Polveroni, Laura Della Gatta, Daniele Contavalli, Ciriaco Campus.
 
Video a cura di Luca Carrazza
Montaggio video Andrea Fiorentini

Scarica il testo critico della mostra

giovedì 13 settembre 2018

Alzheimer, una mostra fotografica per una visione differente


Milano, 14 settembre 2018

Federazione Alzheimer Italia per XXV Giornata Mondiale e VII Mese Mondiale Alzheimer

 

Amore, Perdita e Risate - Una visione differente dell'Alzheimer

 

Mostra dei ritratti della fotografa Cathy Greenblat in occasione dell'incontro a ingresso libero

Dalla famiglia alla comunità: l'innovazione al servizio della persona con demenza

 

 

Lucille si gode la pet therapy con i cagnolini Tammy e Gigi, mentre Bridget balla alla festa della Pasqua ebraica. Didi ride sfogliando una rivista insieme a un'assistente del Centro Diurno che frequenta; la Signora Hamajma festeggia invece il compleanno insieme alla famiglia.

Sono alcune delle persone con demenza protagoniste delle fotografie di Cathy Greenblat, fotografa e sociologa americana, raccolte nella mostra "Amore, Perdita e Risate - Una visione differente dell'Alzheimer" che la Federazione Alzheimer Italia porta nel nostro Paese in occasione della XXV Giornata Mondiale Alzheimer, celebrata in tutto il mondo il 21 settembre.

 

La mostra sarà a Milano in occasione dell'incontro a ingresso libero "Dalla famiglia alla comunità: l'innovazione al servizio della persona con demenza" (prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti: 02-809767, organizzato dalla Federazione Alzheimer il 14 settembre presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, dalle 9 alle 16.

 

I 14 scatti, una selezione degli oltre 100 presenti nell'omonimo libro, ritraggono persone con demenza provenienti da diversi Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, India, Giappone, Repubblica Dominicana) e contesti socioeconomici.

Tutte sono colte in momenti di serenità, mentre si divertono, si rilassano e svolgono attività "normali", come una passeggiata o ascoltare un'esibizione al pianoforte, insieme ai propri cari e agli operatori che li assistono nelle residenze, strutture e centri diurni in cui sono ospiti.

L'obiettivo è mostrare come, anche dopo la diagnosi, la persona con demenza non sia condannata all'isolamento, ma possa continuare a relazionarsi con gli altri e a vivere una vita piena di significato, e anche a fare quello che ha sempre caratterizzato la sua vita. Come l'ex insegnante di matematica che scrive numeri e operazioni sulla lavagna acquistata apposta per lei dal Centro Diurno che frequenta.

"Come Federazione Alzheimer promuoviamo un'assistenza innovativa che metta sempre al centro il malato e ascolti le sue esigenze - afferma Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia - Questa mostra è la dimostrazione che una diversa visione della persona con demenza è possibile".

 

L'esposizione arriva in Italia dopo essere stata accolta in diversi Paesi europei, negli Stati Uniti, in Israele e in Australia.

Oltre alla tappa milanese, per tutto settembre, Mese Mondiale Alzheimer, la mostra sarà ospitata contemporaneamente dalle associazioni locali affiliate alla Federazione Alzheimer Italia in ben 33 città: Abbiategrasso MI, Alberobello BA, Albino BG, Asti, Bari, Castel Giorgio TR, Bologna, Borgomanero NO, Brescia, Camposampiero PD, Catanzaro, Fabriano AN, Foggia, Genova, La Spezia, Lamezia Terme CZ, Lecce, Legnano MI, Lissone MB, Milano, Milazzo ME, Monza, Pisogne BS, Piacenza, Potenza, Quartu S.Elena CA, Roma, Rosta TO, Sassari, Torino, Trieste, Venezia, Verbania, Verona.



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lunedì 27 agosto 2018

"I Giardini dell'anima", simbologia floreale in mostra alla Chiesa del Morelli

"Giardini dell'anima", 7-8-9 settembre 2018 – Chiesa del Morelli, Imola

La simbologia floreale tra religiosità e tradizione: maioliche da tavola e opere sacre dialogano nella mostra "Giardini dell'anima"

Chiesa del Morelli a Sasso Morelli ospiterà dal 7 al 9 settembre la XXV edizione del percorso "Segni e immagini della devozione popolare" organizzato da Clai con il patrocinio della Diocesi e la collaborazione del Comune della città di Imola


Sasso Morelli (Imola), Agosto 2018 – Sabato 8 e domenica 9 settembre, si terrà presso la Chiesa del Morelli a Sasso Morelli (Imola) la mostra intitolata "Giardini dell'anima. Simboli di fiori in tavola e nell'arte sacra", organizzata da Clai in occasione della XXV edizione del percorso artistico "Segni e immagini della devozione popolare" che quest'anno taglia l'ambizioso traguardo del quarto di secolo.

Un affascinante viaggio che lega cultura, tradizione e religiosità e che quest'anno, in soluzione di continuità con l'edizione passata "Convivio", approfondisce ulteriormente il tema della tavola mettendo in evidenza maioliche d'uso e di decorazione databili tra la prima metà del Settecento e l'ottavo decennio dell'Ottocento. Di manifatture, epoche e fogge diverse, i materiali ceramici esposti trovano nella decorazione a carattere floreale un loro minimo comune denominatore.

Marco Violi, curatore della mostra, ha suddiviso il percorso espositivo in quattordici sezioni, ognuna dedicata a un fiore: fiordaliso, ranuncolo, rosa, giglio bianco, tulipano, garofano, anemone, aquilegia, margherita, peonia, papavero, fiore di loto, iperico, quercia. Queste le quattordici essenze vegetaliprotagoniste della mostra e raffigurate sulle maioliche esposte - zuppiere, alzate, vassoi, piatti piani e da dessert, tazze e vasi. Ogni fiore trova un suo corrispondente nella simbologia religiosa. A ciascuno di essi coincide poi un'opera d'arte sacra della quale esso è il simbolo. 

Ogni sezione comprende infatti sia materiali ceramici che opere d'arte sacra - dipinti, oreficerie e stampe - tra cui diversi inediti.

La prima sezione, ad esempio, è dedicata al fiordaliso, simbolo di Cristo nell'iconografia cristiana che viene spesso ripreso nei dipinti dell'Assunzione della Vergine, la Resurrezione e l'Ascensione. Qui ad una elegante zuppiera realizzata tra il 1883 e il 1890 dalla Cooperativa Ceramica d'Imola e decorata a mazzetti di fiori recisi tra cui spiccano numerosi fiordalisi, è unito un raffinato calice veneziano in argento, donato da papa Pio VII al Capitolo della Cattedrale di Imola, sul piede del quale vi sono quattro sculture, una delle quali raffigura l'Assunzione della Vergine, poiché il fiordaliso ne è il simbolo.

"La mostra "Giardini dell'anima", offre indubbiamente la possibilità di poter ammirare tutti insieme, e per la prima volta, un cospicuo gruppo di materiali artistici di elevata qualità – spiega Marco Violi – Contestualmente – e mi sembra sia un elemento ancora più importante del mero fatto estetico – consente di rileggere la storia spirituale attraverso leggende che si perdono nella notte dei tempi tra superstizione, paganesimo e devozione popolare. In ultima analisi, quindi, di recuperare per mezzo dei segni e dei simboli naturali, lo spirito e la forza di quella devozione millenaria, i cui fondamenti divulgativi hanno trovato una solida base nelle più semplici conoscenze del tempo, tempo in cui la natura, con il passare delle stagioni, il profumo e il colore dei fiori, ha svolto il ruolo di vero e proprio mezzo di comunicazione globale. Quattordici storie di fiori su cui si innestano altrettante storie sacre: i primi, per la loro effimera bellezza, ci rammentano la caducità della vita terrena; le seconde, poiché esemplari di Cristo, della Madonna e delle vite dei santi, spalancano una finestra sulla vita eterna.".

La mostra, patrocinata dalla Diocesi e dell'Amministrazione comunale di Imola, raccoglie oltre cinquanta opere, tra le quali sono presenti diversi inediti. I materiali in prestito provengono non solo da chiese delle Diocesi (come la Cattedrale) e dal locale museo diocesano, ma anche da importanti raccolte pubbliche quali il MIC di Faenza e il Museo delle Ceramiche di Forlì, oltre che da rinomate gallerie antiquarie e collezionisti privati.

Preziose maioliche di manifatture faentine (Ferniani e Vicchi), bolognesi (Finck-Rolandi), imolesi (Gaetano Lodi), lombarde (Antonio Ferretti) e fiorentine (Ginori) – tra cui spicca per rarità e provenienza la selezione di pezzi, parte del monumentale servito da tavola del Kedivé d'Egitto, dialogano con raffinate oreficerie sacre (calici, fermagli di piviale, croci astili e anelli episcopali di botteghe veneziane, romane, faentine e francesi dal XVI al XX secolo), dipinti (fra i quali si segnalano il grande rame della bottega di Carlo Dolci e la tela di Giovanni Gasparro, oltre che i ramini di Nicolás Enríquez e Gregorio Vásquez de Arce y Ceballos), ex voto e stampe (tra cui un raro foglio di Heinrich Aldregrever inciso nel 1553).

"Dalle Madonne dei pilastrini partì venticinque anni fa il percorso espositivo "Segni e immagini della devozione popolare" iniziativa di CLAI per comprendere il patrimonio valoriale, storico e culturale della comunità a cui apparteniamo, del nostro territorio – dice GiovannBettini, Presidente CLAI -Negli ultimi anni la mostra ha portato in evidenza la centralità del CONVIVIO per il valore "religioso" del cibo, nutrimento del corpo e dell'anima. In questa nuova edizione della Mostra il tema raccoglie queste suggestioni e ci presenta un percorso originale attraverso la simbologia dei fiori: fiori nei decori di piatti, zuppiere, legumiere e apparati da tavola di grande pregio, fiori nella rappresentazione iconografica di Santi e di Madonne, oggetti di culto e di devozione popolare. Il tema GIARDINI DELL'ANIMA ci porta anche a una riflessione profonda sulla bellezza della diversità, diversità di forme, colori e profumi. Diversità nelle stagioni, di tempi di crescita, di fioriture e di frutti. Soffermandoci sulla bellezza delle opere esposte nella Mostra curata con grande sensibilità da Marco Violi, ne trarremo un forte viatico personale per non omologarci al pensiero dominante."

Dove: Chiesa del Morelli (g.c. FamMongardi) a Sasso Morelli

Inaugurazionevenerdì 7 settembre alle ore 17.30

Apertura mostra al pubblico: sabato 8 e domenica 9 settembre 2018

Orari di aperturadalle ore 10.00 alle 20.00


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