Una ricerca fatta più con lo sguardo di un artista che con quello tradizionale del curatore. Uno sguardo, si spera, in grado di associare il rigore filologico con il coraggio visionario, quanto mai necessario per proporre INEDITI del nostro sentire.
Il giovane performer Adrian Pino Olivera che sta facendo parlare di sé con i suoi interventi agli Uffizi di Firenze e il Louvre di Parigi, con il suo gruppo di due giovanissime fotografe e videomaker. O artisti come Fabrizio Sacchetti, fotografo, performer, quasi dimenticato in Italia, ma presente da circa dieci anni con le sue installazioni, video e performance, in America, Austria, Svizzera, Germania e non solo.
Alcuni come Germano Scurti, sociologo, performer, regista di documentari e noto musicista nel mondo della musica contemporanea, che debutta con un lavoro fotografico di assoluto interesse.
Incontriamo inoltre il lavoro di Cesare Marino, autodidatta, con una ricerca personale, fotografo di eventi e operatore video, che prende come punto di partenza la fotografia industriale dei coniugi Becher e della cosiddetta “Scuola di Dusseldorf”.
Mia Murgese Mastroianni, artista visiva, privilegia l’uso della macchina fotografica per indagare la realtà attraverso scatti che dal cinema e dal suo passato di pittrice le consentono di creare composizioni poetiche e oniriche.
Motiscause, artista italo-catalano, sintetizza nel tratto grafico del disegno tutta la sua multidisciplinarietà e il legame con Bruno Munari.
Andrea Orsini, artista poliedrico, quasi un alchimista dell’espressione, antropologo, architetto, che lavora ultimamente sulla relazione tra le idee, le immagini, il suono e il colore.
Infine Anton Roca, artista catalano, italiano di adozione, caratterizza il suo lavoro per una stretta interazione tra esperienze vitali e artistiche, si muove tra pensiero e osservazione dai quali emerge una poetica che trascende il fatto estetico per approdare all’etica.
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