ARDUINO
CANTAFORA | ALESSANDRO MENDINI
COSE, CASE, CITTA’
a cura di Ivan
Quaroni
Antonio Colombo Arte
Contemporanea è lieta di presentare Cose, Case, Città, doppia
personale di Arduino
Cantafora e Alessandro Mendini, a cura di Ivan Quaroni.
La mostra raccoglie opere di vari periodi, che incarnano aspetti diversi, e
perfino contrapposti, della cultura visiva postmoderna al confine tra arte e
architettura.
Entrambi architetti, artisti e scrittori, ma anche
raffinati intellettuali, Alessandro
Mendini e Arduino Cantafora si cimentano, attraverso le loro
opere, in un serrato confronto di stili, linguaggi e ossessioni antitetiche.
Due
anime del Postmoderno, quella post-avanguardista, neofuturista di Mendini e
quella anacronista, retrospettiva, classica di Cantafora, il primo guarda
avanti, inventa i concetti di "Cosmesi Universale" e il "Design Pittorico",
il secondo torna al mestiere, al rapporto con la realtà ottica. Due anime, la
neomoderna e la classica che hanno convissuto nel Postmodernismo, così come
fecero la Transavanguardia, gli Anacronisti, i Citazionisti
e i Nuovi Nuovi, incarnando i vari aspetti di una medesima attitudine verso il
ripescaggio e il ripensamento della storia dell’arte.
In mostra, di Arduino Cantafora saranno
esposti alcuni dipinti di vedute di città silenti della serie Domenica
Pomeriggio accanto alle composizioni complesse dei Teatri di Città,
e ad una selezione di opere più piccole dedicate a scorci di interni. Alessandro Mendini,
invece, esporrà opere su tavola e tela, dipinte con una speciale vernice alla
nitro, alcuni oggetti e prototipi oltre che una serie di disegni degli ultimi
anni. Le sue opere saranno inserite in un wallpainting policromo site
specific.
Allievo e
collaboratore di Aldo Rossi
fino al 1978, ma con un background che affonda le radici nell’interesse
scientifico per una lucida e razionale riproduzione realistica, Arduino Cantafora
ha dipinto opere in cui non solo l’architettura urbana, ma anche gli interni
domestici, gli oggetti e i luoghi sono descritti con un impressionante rigore e
una straordinaria acribia tecnica.
Architetto,
insegnante e scrittore – tra i suoi scritti vale la pena ricordare almeno Quindici
stanze per una casa, pubblicato da Einaudi – Arduino Cantafora è
autore di una pittura pulita, otticamente esatta, spesso imbevuta di umori
mercuriali e malinconici. I suoi dipinti, che spaziano dalle vedute urbane alle
allegorie architettoniche, dagli interni borghesi alle vecchie locomotive a
vapore,mostrano che
alla base del suo modus pingendi c’è sempre un profondo interesse
umanistico per lo studio morfologico delle forme.
Influenzato da
Caravaggio e dalla pittura lombarda del Cinque e Seicento, ma anche dal
Divisionismo, dal Purismo e dalla Metafisica, il linguaggio figurativo di Arduino Cantafora si
configura come l’esito di un personalissimo percorso memoriale, che parte da
una sentita adesione al dato ottico per ricostruire l’identità storica
individuale e collettiva. Un’attitudine, questa, che ha poi tradotto in una pratica
didattica al Politecnico di Losanna e all’Accademia di Architettura di
Mendrisio, dove ha affrontato i diversi temi legati al problema della
rappresentazione.
“Ho sempre sperato, durante gli anni di insegnamento”,
ha confessato l’artista, “di riuscire a contribuire al piacere di vedere le
cose, allo stupore della visione come fattore di libertà inalienabile
individuale, che nel sapere cogliere lungo l’arco del giorno e delle stagioni
il rincorrersi della luce, possa incontrare la sempre identica a se stessa
gioia dell’essere”.
Architetto,
designer, teorico e scrittore, Alessandro Mendini ha passato l’infanzia in
una casa borghese disegnata da Piero Portaluppi, circondato dalle opere dei
maggiori artisti italiani del Novecento collezionate dai suoi parenti. A questo
imprinting visivo, fondamentale per la sua formazione, si è unita poi una vivace
passione per il disegno. Dopo la laurea in architettura, inizia a lavorare allo
Studio Nizzoli, ma nel 1970 lascia la progettazione per dirigere le riviste
“Casabella”, “Modo” e “Domus”, attraverso cui diffonde le sue idee di
rinnovamento nel design. Alla fine degli anni Settanta entra nello Studio
Alchimia, il gruppo di design radicale che negli anni Ottanta riscrive le
regole della progettazione in senso anti-funzionalista, puntando sulla
produzione di oggetti di puro piacere, prototipi, mobili, ambienti,
installazioni e arredi ispirati all’estetica kitsch e all’arte popolare.
Nel design
come nell’architettura, Mendini affronta il progetto come arte e l’arte come
progetto, creando curiose contaminazioni tra pittura e architettura e
inventando concetti provocatori come “Design Pittorico”, “Artigianato
Informatico” e “Architettura Ermafrodita”.
Seguendo una
logica paradossale, infatti, Mendini trasferisce in pittura l’approccio
ideativo del design e dell’architettura, mentre infonde in questi ultimi l’impulso
emozionale dell’arte. “Data l’insufficienza del progetto a fronteggiare il
mondo”, scrive nel 1986, “esso viene sostituito dal dipinto, che diventa
un’opera senza principio, senza fine e senza giustificazione, una formalistica
rete di stilemi e riferimenti visivi, simile al frangersi di un’onda”.
I suoi
oggetti, così come i suoi dipinti sono contrassegnati dall’invenzione di un
personale alfabeto di forme astratte, modellate sulla reinterpretazione dei
linguaggi delle avanguardie moderniste e futuriste. Nei disegni, affiora,
invece, l’anima più ironica e poetica di Mendini, incline alla creazione di
racconti visivi sospesi tra il bozzetto e il progetto, eternamente in bilico
tra il bisogno di costruire e il desiderio di sognare.
La
mostra inaugura mercoledì 6 aprile alle ore 18.30
e
resterà aperta fino al 19 maggio 2016
da
martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 – sabato
dalle 15.00 alle 19.00
aperture
speciali per la settimana del Salone del Mobile:
da
martedì 12 aprile a venerdì 15 aprile dalle 11.00 alle 20.00,
sabato
16 e domenica 17 aprile dalle 13.00 alle 19.00
Giovedì
21 aprile alle ore 18.30
conversazione
con gli artisti, Franco Raggi, Antonio Colombo e il curatore Ivan Quaroni
ARDUINO
CANTAFORA, nato a
Milano nel 1945. Vive e lavora a Losanna, Svizzera.
Architetto, professore di architettura alla Scuola
Politecnica Federale di Losanna e all’Accademia di Architettura di Mendrisio è
uno tra i pochi italiani a essere stati invitati come “Visiting Professor” alla
Yale University.
La carriera di Cantafora ha pochi paragoni per
l’eccellenza dei risultati conseguiti.
Un elenco solo parziale comprende mostre personali
alla Triennale di Milano, nel 1973 con il grande pannello "Città
analoga", che divenne il manifesto di una nuova tendenza che recuperava
gli elementi del razionalismo e dell'architettura europea del Novecento, e nuovamente nelle edizioni del 1980 e 1984. Nel
1980 partecipa alla Biennale di Venezia, sia nella sezione Architettura che in
quella di Arti Visive, nel 1982 all’Alcazar di Siviglia, nel 1984 alla Martin
Gropius Bau di Berlino, nel 1990
a Palazzo Reale di Milano e nel 1994 al Centro Pompidou
di Parigi.
L’attività
di Cantafora comprende anche numerose scenografie per la Scala e per altri
prestigiosi teatri, una serie di pubblicazioni sul tema dell’architettura e
dell’insegnamento e alcuni scritti di pura narrativa pubblicati da Einaudi.
Nel 2003 ha
vinto il premio di pittura Michetti.
Il
riconoscimento internazionale della qualità del suo lavoro è anche ben
testimoniato dalla recente acquisizione da parte del Museo Nazionale d'Arte
Moderna (MNAM) del Centre Pompidou di Parigi di una sessantina di opere per la
collezione permanente.
ALESSANDRO MENDINI, è nato nel 1931 a Milano, dove
vive e lavora.
Laureatosi architetto, è stato fatto membro onorario della Bezalel Academy of
Arts and Design di Gerusalemme. Gli è stato attribuito il Compasso d'oro per il
design (1979 - 1981 - 2014), è "Chevalier des Arts et des Lettres" in
Francia, ha ricevuto l'onorificenza dell'Architectural League di New York e la
Laurea Honoris Causa al Politecnico di Milano e all'École Normale Supérieure de
Cachan in Francia. E' professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of
fine Arts in Cina. Nel 2015 gli è stato
conferito l’European Prize for Architecture 2014 a Chicago, la Laurea Honoris
Causa dall’Accademia di Belle Arti di Wroclaw in Polonia e dall’Università KMU-
Kookmin University di Seoul in Corea, ed è divenuto Mestre de Design al FAD di
Barcellona in Spagna. Ha diretto in successione le riviste
"Casabella" (1970-1976), "Modo" (1977-1981) e
"Domus"(1980- 1985; 2010- 2011). E’ tra i fondatori della Global Tools e di Domus
Academy.
Collabora con compagnie internazionali ed é
consulente di varie industrie in Europa e nell'Estremo Oriente, per
l'impostazione dei loro problemi di immagine e di design. Suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni
private. Nel 1989 ha aperto assieme al fratello, architetto Francesco Mendini,
l’Atelier Mendini a Milano, progettando importanti edifici, realizzati in
Italia e all’estero (Uffici Alessi, Museo di Groningen, Torre di Hiroshima,
Metropolitana di Napoli…).
Sono ora in uscita una
raccolta dei suoi scritti (“Scritti di domenica”) curata da Loredana Parmesani,
edita da Postmedia books e una ampia monografia (“Codice Mendini”) a cura di
Fulvio Irace, pubblicata da Mondadori Electa.
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