Il verso della famosa canzone dei Beatles, che hanno molto influenzato la carriera di art-director prima e di artista poi di Flavio Lucchini, autore di visionarie innovazioni sia che progettasse i giornali che hanno fatto epoca nell'editoria di moda (come Amica, Vogue Italia, L'Uomo Vogue, Donna, Moda e molti altri) sia che, per primo, affrontasse le interferenze tra arte e moda con la sua ampissima e variegata ricerca artistica volta a togliere caducità e frivolezza all'abito femminile. Costante ricorrente nelle sue opere, siano dipinti, disegni, sculture, altorilievi o digital-painting che spaziano dall'haute couture ai burqa, l'uso del bianco, nei materiali più disparati. Resina catalizzata, gesso, colori acrilici, materiali tessili, acciaio dipinto, elaborazione pittorica di fotografie, sono gli "strumenti" da piegare in drappeggi, volants, texture, volute, forme geometriche o tracce di donna da scoprire nei volti incompiuti o nelle folle di figure velate in cui il colore è solo un dettaglio superfluo. Bianco come pagina da riempire di emozioni, come lezione di purezza, come base per ogni sfumatura suggerita dalla mente, come sintesi di scelte di vita sempre anticipatrici, creative e calviniste.
Flavio Lucchini, art-director, editore, artista e imprenditore, attività intraprese con la stessa passione e dedizione in momenti diversi della sua vita, ha esposto in diverse mostre personali e collettive, tra cui la 54° Biennale d'Arte di Venezia e la grande antologica a lui dedicata nell'intero Palazzo Ducale di Sabbioneta, meta culturale sotto il segno dell'Unesco. Flavio Lucchini vive tra Milano, Parigi e Dubai. E' anche fondatore e presidente di Superstudio Group.
www.flaviolucchiniart.com
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