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venerdì 15 novembre 2019

A Bologna "I Love Italy": talenti italiani si uniscono per portare ad una riflessione dell'arte e delle sue potenzialità

Dopo il grande successo avuto a Parigi presso Le Carrousel du Louvre, I LOVE ITALY, mostra itinerante internazionale che da due anni si muove in tutta Italia e all’estero per promuovere i talenti italiani, giunge ora a Bologna in una location davvero prestigiosa, in pieno centro storico, quale la Galleria Farini sita all’interno del cinquecentesco Palazzo Fantuzzi.

Stefania Comaschi

Francesca Ghidini


Ideata nel 2017 da Francesca Callipari, curatore e direttore artistico di questo progetto, “I Love Italy” è stata presentata in diverse città quali Milano, Roma, Venezia, Firenze, Torino e Parigi con notevole successo di pubblico e critica.

Obiettivo principale di questo tour di eventi è quello di promuovere l’arte italiana e dunque gli artisti più meritevoli presenti sul nostro territorio, evidenziando le bellezze e le ricchezze di questo Paese e dimostrando le potenzialità e il valore del made in Italy al fine di attuare una riflessione sul potere dell’arte quale mezzo attraverso cui avviare una rinascita culturale, economica, e sociale. 

Roberta Ferrari

Mina Mevoli


Nelle diverse tappe si è costituito sempre più un vero e proprio collettivo di artisti che di volta in volta si è arricchito di creativi estremamente interessanti con un ventaglio molto ampio di proposte che spaziano dal figurativo all’astratto, al paesaggio, all’onirico, all’Informale fino a giungere alla scultura, alla fotografia e alla moda. 


Majla Chindamo
Nella tappa bolognese saranno presentati ben 38 artisti, provenienti da tutta Italia e accuratamente selezionati, per un totale di 74 opere che ci condurranno in un percorso tra pittura, disegno, fotografia e scultura. Da segnalare all’interno della collettiva quattro artisti che presenteranno delle piccole esposizioni personali ovvero: Maria Rosaria Iacobucci con la serie di opere materiche “Mondi sospesi”; Anna Staccini, pittrice e fotografa con “Itaca dentro: l’isola che non c’è”, percorso tra fotografia e disegno; Alfredo Saviola con “Introspezione” nella quale propone una serie di astratti e Adina Ungureanu con “Mujer, Luz y orbe” incentrata su una serie di ritratti femminili.



I love Italy

A cura di Francesca Callipari
Dal 30 novembre al 05 dicembre 2019

Location
GALLERIA FARINI CONCEPT
Bologna, Via San Vitale, 23/a, (Bologna)
Orario di apertura
da martedi a domenica ore 15-19
Vernissage
30 novembre 2019, ore 18
Roberta FerrariGiuliana PellacaniRita TaglianettiMaria Strangio
Martina Sacheli, Prienne, Francesca SorrentinoCristina ModoloPaola Tramontin
Rita IoannacciFrancesca Bice GhidiniLorella RagnatelliFrancesca Scesa,
Maria Grazia Zanetti, Mauro PiccoliMaria MorraMina MevoliFlora Trojer,
Paolo GruppusoBarbara TrapaniCristina MantisiGiusi BergandiLaura Lepore,
Majla ChindamoIlaria RanzatoEleonora GnoffoStefania Comaschi
Alfredo Saviola, Maria Rosaria IacobucciAdina UngureanuAnna Staccini
Stefano PolastriMichela GorettiVittorina CastellanoAndrea Severi

mercoledì 13 novembre 2019

Ritrovata a Salerno una caricatura inedita di Federico Fellini



Ritrovata a Salerno  una caricatura inedita del 1937 

del grande Federico Fellini




Ritrovata in una soffitta di una  vecchia casa a Salerno, dopo 82 anni  una caricatura inedita originale eseguita  a pastelli nel 1937  dal grande regista Federico  Fellini. Ritrae il suo prof. salernitano di ginnastica  Luigi  C.  che in quell’anno insegnava al liceo classico Giulio Cesare di Rimini.




Caricatura a pastelli  di Federico  Fellini,  Rimini 1937


Dopo 82 anni  è stata ritrovata per caso in una soffitta di una casa a  Salerno un'opera inedita eseguita nel 1937 da Federico Fellini.  In quel periodo  i  disegni di Federico Fellini  che faceva per gioco ritraendo i compagni e gli insegnanti del liceo e che poi regalava   agli amici erano apprezzati  al momento e quasi sempre buttati via. L’attuale proprietario dell’opera  Luigi C.  ci racconta di uno zio insegnante di ginnastica,  suo omonimo, che dopo aver frequentato la Scuola della “Farnesina” meglio conosciuta ufficialmente come "Scuola fascista di educazione fisica" conseguendo il diploma  si trovò nel 1937 a insegnare come primo incarico scolastico al liceo ginnasio “Giulio Cesare” di Rimini nella classe dove frequentava  anche Federico Fellini.  






Il nipote  ci racconta che “lo zio gli ripeteva spesso di un particolare incontro al bar con il giovane Fellini in pieno inverno del 1937, nel penultimo anno di scuola  che Fellini fece a Rimini.  Quel giorno il prof. siccome doveva entrare a scuola alla seconda ora, soleva fare come al solito una passeggiata sul lungomare che in quel periodo era desolato. Camminando notò in un tavolino di un bar  un ragazzo che riconobbe nel suo alunno Federico Fellini. A vederlo il giovane Fellini con voce suadente e remissiva gli disse: Professore, dopo una notte di baldoria con gli amici sono stanco ed ho fame, per cortesia  mi può offrire un cornetto e un cappuccino che non ho neanche una lira”. Il prof. giusto il tempo di ordinare  al bar la colazione al suo alunno si ritrovò sul tavolino una   caricatura colorata su carta Bristol; in un attimo il ragazzo di  Gambettola aveva  abbozzato con segno deciso il ritratto del Prof. regalandoglielo e dicendo: “Professore, a me non mi piace la scuola, lo conservi perché io un giorno sarò un grande”. Lo conferma  anche l’attore Alberto  Sordi in cui Fellini nei primi anni di vita stentata a Roma soleva  spesso dire agli amici “ un giorno sarò un grande regista”. Tale opera di Fellini il Prof.  l’ha custodita in casa  con gelosa cura per lungo tempo fino alla sua morte (1999).  Da sottolineare, visto  i suoi studi incerti al Liceo Classico che non andavano per niente bene,  nel 1937  Fellini aveva iniziato anche a guadagnare qualcosa seguendo il suo interesse artistico,  infatti, in quell’anno insieme al pittore Demos Bonini,  aveva aperto la bottega Febo dove i villeggianti andavano a farsi immortalare in azzeccate caricature  firmate “FEBO” con il giovane Fellini  che disegnava e  Bonini, essendo un pittore li colorava.  Di quegli anni lo stesso Fellini ha raccontato alla Chandler (Io, Federico Fellini, A. Mondadori, 1995) questa sua precoce vocazione: “La scuola mi offriva l’opportunità di disegnare con la scusa di prendere appunti o di scrivere e quindi di vivere nel mio mondo di fantasia, mentre fingevo di ascoltare le parole degli insegnanti. Disegnavo di nascosto caricature, sperando di non essere mai scoperto e che tutti pensassero che stavo prendendo appunti su appunti”.  Una passione intensa quella  di descrivere le facce e le espressioni grottesche,  degli amici che diventerà  poi una delle caratteristiche peculiari del suo cinema. In effetti,  Marcello Monaldi ci dice che “Fellini ha sempre disegnato accanitamente: da bambino, quando riempiva le tovaglie di casa con interminabili ghirigori, da studente, quando faceva le caricature degli insegnanti o andava sulla spiaggia di Rimini, vestito di tutto punto, a caccia di clienti a cui fare il ritratto, da giovane in cerca di fortuna quando collaborava come umorista e vignettista al Marc’ Aurelio: e poi da regista, quando il disegno gli serviva per fissare i lineamenti di un personaggio, per abbozzare un costume, una scenografia per captare le suggestioni cromatiche da…”.  Proprio nel 37’ tanti bozzetti che Fellini produceva per pochi centesimi sul lungomare di Rimini quasi sempre venivano  buttati subito via perché ritenuti di poco conto. Con il passare del tempo inizia a collaborare con alcune riviste inviando vignette sino a diventare un collaboratore fisso del settimanale fiorentino “420” e poi del “Marc’Aurelio”: siamo  ormai nel 1939 anno nel quale Fellini si trasferisce a Roma con la scusa di iscriversi a giurisprudenza. Comincia a frequentare l’ambiente dell’avanspettacolo e della radio, a scrivere copioni, gag e battute per spettacoli e film vari. Nasce un mito della cinematografia.  Purtroppo, tanti  lavori di quegli anni  riminesi sono stati persi e si conosce pochissimo questa parentesi giovanile che precede l'arrivo a Roma nel 1939 con l'inizio  geniale nel campi della cinematografia a contatto con importanti personaggi del cinema e dello spettacolo. Purtroppo, si conoscono maggiormente i disegni degli anni 50 fino agli anni 80 legati al cinema, ma rimane poco conosciuta la parentesi degli anni di Rimini prima di trasferirsi con la famiglia a Roma. L'opera in questione analizzata e periziata dal critico d’arte Sandro Bongiani  della  Collezione Bongiani Art Museum di Salerno si presenta  protetta da una vecchia cornice nera dal bordo oro con vetro e relativo passepartout. Disegnata a pastelli su Carta Bristol  di cm 25x35  nel 1937 con una tecnica  già  matura  nonostante i suoi 17 anni. L’opera risulta di grande importanza, soprattutto, per capire la personalità  geniale del giovane Fellini.  E’ di sicuro una delle poche o forse l’unica  opera firmata dal grande regista, (la firma di Fellini è visibile dentro un piccolo quadrato inclinato  in basso a destra del foglio), di fatto risulta una delle prime opere giovanili  già convincenti e geniali del maestro. Oggi quest’opera  inedita è  valutabile  tra i 50 e i 70 mila euro.       Sandro  Bongiani

 






CARICATURA  DEL PROF. LUIGI C. RITROVATA A SALERNO






PARTICOLARI DELL'OPERA RITROVATA A SALERNO

 




BIOGRAFIA  


FEDERICO FELLINI È NATO A RIMINI IL 20 GENNAIO 1920, FIGLIO DI IDA BARBIANI, ROMANA, E DI URBANO, EMILIANO, RAPPRESENTANTE DI COMMERCIO ORIGINARIO DI GAMBETTOLA. HA UN FRATELLO, RICCARDO, NATO NEL 1921 E UNA SORELLA, MADDALENA. IL GIOVANE FEDERICO FREQUENTA IL LICEO CLASSICO DELLA CITTÀ MA LO STUDIO NON FA MOLTO PER LUI. COMINCIA ALLORA A PROCURARSI I PRIMI PICCOLI GUADAGNI COME CARICATURISTA: FONDA, IN SOCIETÀ CON IL PITTORE DEMOS BONINI, LA BOTTEGA "FEBO", DOVE I DUE ESEGUONO CARICATURE DI VILLEGGIANTI. PER PROMUOVERE I FILM, IL GESTORE DEL CINEMA FULGOR GLI COMMISSIONA I RITRATTI DEI DIVI. FIN DAI PRIMI MESI DEL ’38 AVVIA UNA COLLABORAZIONE CON LA “DOMENICA DEL CORRIERE”, CHE OSPITA VARIE SUE VIGNETTE, E CON IL SETTIMANALE UMORISTICO FIORENTINO “420”. TRASFERITOSI A ROMA NEL GENNAIO ’39 CON IL PRETESTO DI ISCRIVERSI A GIURISPRUDENZA, ENTRA NELLA REDAZIONE DEL “MARC’AURELIO”, UN DIFFUSO PERIODICO SATIRICO, DIVENTANDO POPOLARE ATTRAVERSO CENTINAIA DI INTERVENTI A FIRMA FEDERICO. FREQUENTA GLI AMBIENTI DELL’AVANSPETTACOLO, SCRIVENDO MONOLOGHI PER IL COMICO ALDO FABRIZI, E COLLABORA ALLE TRASMISSIONI DI VARIETÀ DELLA RADIO DOVE INCONTRA LA GIOVANE ATTRICE GIULIETTA MASINA (1921-1994), CHE SPOSERÀ IL 30 OTTOBRE ’43. AVRANNO SOLTANTO UN FIGLIO, MORTO A UN MESE DALLA NASCITA. PARTECIPANDO AI COPIONI DEI FILM DI FABRIZI E DI ALTRI IL RIMINESE SI IMPONE PRESTO COME SCENEGGIATORE. LAVORA A ROMA CITTÀ APERTA E SUBITO DOPO A PAISÀ STRINGENDO UNA FECONDA AMICIZIA CON ROBERTO ROSSELLINI. SCEGLIE DI ASSOCIARSI CON IL COMMEDIOGRAFO TULLIO PINELLI, AL QUALE RESTERÀ PER SEMPRE LEGATO. IN COPPIA DIVENTANO FRA GLI SCENEGGIATORI PIÙ RICHIESTI, AL SERVIZIO DI VARI REGISTI TRA I QUALI PIETRO GERMI E ALBERTO LATTUADA. QUEST’ULTIMO LO VUOLE ACCANTO NELLA REGÌA DI LUCI DEL VARIETÀ (1950), CHE SI AUTOPRODUCONO USCENDO DALL’IMPRESA PIENI DI DEBITI. VA MALE ANCHE IL PRIMO FILM CHE FELLINI DIRIGE DA SOLO, LO SCEICCO BIANCO (1952), MA IL SUCCESSO ARRIVA CON I VITELLONI (1953), LEONE D’ARGENTO A VENEZIA E LANCIO DEFINITIVO DI ALBERTO SORDI. SEGUE LA STRADA (1954), INTERPRETATO DA GIULIETTA E PREMIATO CON L’OSCAR,  SOLTANTO LA PRIMA DI UNA SERIE DI PELLICOLE CHE COLLOCHERANNO FELLINI FRA I GRANDI DEL CINEMA. TRA I TITOLI PIÙ NOTI SI RICORDANO LE NOTTI DI CABIRIA (’57, ALTRO OSCAR), LA DOLCE VITA (’60, PALMA D’ORO A CANNES),  (’63, OSCAR) FELLINI SATYRICON (’69),  ROMA (’72), AMARCORD (’73, OSCAR), IL CASANOVA (’76), PROVA D’ORCHESTRA (’79), GINGER E FRED (’85), INTERVISTA (’87, PREMIO DEL QUARANTENNALE A CANNES, GRAN PREMIO A MOSCA), LA VOCE DELLA LUNA (’90). L’ITER FELLINIANO È COSTELLATO DI OMAGGI E RICONOSCIMENTI, INCLUSI LA LEGION D’ONORE (’84) E IL PRAEMIUM DELL’IMPERATORE DEL GIAPPONE (’90). FELLINI È UNO DEI REGISTI CHE HA VINTO PIÙ OSCAR, CINQUE, DI CUI L’ULTIMO, ALLA CARRIERA, NEL ’93 POCHI MESI PRIMA DELLA MORTE CHE AVVIENE A ROMA IL 31 OTTOBRE  PROVOCANDO UN IMMENSO CORDOGLIO IN TUTTO IL MONDO.


Notizia segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

sabato 9 novembre 2019

L'artista parmigiana Giovanna Tomasi commemorata nella Capitale a sette anni dalla scomparsa

Giovanna Tomasi commemorata nella Capitale a sette anni dalla scomparsa
Welleda Tomasi Cantù nella Chiesa degli Artisti di Roma in occasione della 7^ commemorazione della figlia Giovanna Tomasi.jpg
Welleda Tomasi Cantù nella Chiesa degli Artisti di Roma per la commemorazione della figlia Giovanna Tomasi - ph. Francesca Caggiati
A marzo prossimo a Roma a Palazzo Ferrajoli mostra antologica della madre e pittrice Welleda Tomasi Cantù
Noceto (PR), 9 novembre 2019 – E' stata commemorata nei giorni scorsi a Roma Giovanna Tomasi, artista parmigiana e madrina del Magmatismo, prematuramente scomparsa sette anni fa. Alla messa, celebrata nella Basilica di Santa Maria in Monte Santo in piazza del Popolo - meglio conosciuta come Chiesa degli Artisti – ha partecipato anche il Marchese Giuseppe Ferrajoli.
Giovanna Tomasi, ricordata più volte durante la funzione, può a pieno titolo essere considerata la fautrice di una nuova corrente artistica, che consiste nel “magmare” gli oggetti del vivere quotidiano, i momenti della vita, fissandoli con l'oro, l'argento e il rame, da qui il termine magmatismo, approdato nel linguaggio artistico grazie alla artista parmigiana, ma romana d'adozione. In realtà, era cittadina del mondo e le gratificazioni arrivavano da Parigi, Montecarlo e infine dalla Capitale.
Nel 2005 Giovanna dona una sua opera a Papa Benedetto XVI e da lì il legame con Roma si è via via consolidato, tanto da diventare negli ultimi anni la sua dimora principale.
Nella Capitale organizza importanti iniziative artistico-culturali a Palazzo Ferrajoli - dove Giovanna ha anche vissuto per un certo periodo di tempo – e dove ha allestito mostre ed eventi frequentatissimi da amici, personaggi dello spettacolo e del jet set, come Elettra Marconi e il Principe Guglielmo Giovanelli, nipote del celebre fisico ed inventore.
In occasione della sua trasferta romana per partecipare alla commemorazione della figlia, Welleda Tomasi Cantù, pittrice conosciuta anche all'estero per i suoi quadri raffiguranti in particolare soggetti floreali e come ambasciatrice di arte e cultura, ha posto le basi per un nuovo importante evento che si terrebbe a marzo 2020 proprio a Palazzo Ferrajoli: una mostra antologica della pittrice nocetana per celebrare gli oltre cinquant'anni di carriera artistica, in cui saranno esposte anche alcune opere della figlia Giovanna per continuare ad esporre insieme come era già successo a Parigi in occasione di diverse edizioni di Art Capital.

mercoledì 6 novembre 2019

Spazio Ophen Virtual Art Museum di Salerno / Mostra Personale di Carl T. Chew - RCBz - Reid Wood





Pavilion Lautania Virtual Valley / Spazio Ophen Virtual Art Museum

Carl T.  Chew - RCBz - Reid  Wood

IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two



Tre proposte  internazionali indipendenti con un testo di Sandro  Bongiani presentate in contemporanea con la 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 e in  occasione del decennale dello Spazio Ophen Virtual Art Gallery.

  Inaugurazione lunedì 25 agosto 2019 ore 18:30  
from 25 august to 21 november 2019



                                                                                                          

Domenica 25 agosto alle ore 18.30 lo  Spazio Ophen Virtual Art Museum è lieta di inaugurare IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two,  tre personali dedicate a tre artisti di confine “marginal attivi” presentati negli spazi del Pavilion Lautania in contemporanea con la  58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019. Le rispettive mostre sono accompagnate da un testo critico di Sandro Bongiani e sono visitabili fino al 21 novembre 2019.


Lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 58° Biennale di Venezia 2019, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e collaterale presso il “Pavilion  Lautania  Virtual  Valley”  a  Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood, tre artisti americani nati nel 1948 che riassumono compiutamente il lavoro di una ricerca marginal-attiva   ch’è  iniziata con Shozo Shimamoto, G. Achille Cavellini, e poi proseguita con altri diversi artisti, tra cui Ryosuke Cohen, Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood. In linea con il tema generale May You Live In Interesting Times”  della 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 che indaga sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, con una lettura della realtà osservata da più punti di vista, fra modi diversi di interpretare il mondo.
Per questo secondo evento internazionale vengono presentati 24 opere ciascuno dei tre artisti americani, in  tre sale personali diverse con la carica metafisica e la condizione visionaria delle cose raccontata da Carl T. Chew,  dal mistero dell’oggetto ansioso, dal mondo insostanziale e  dai luoghi inoggettivi diventati  “non luoghi”  di Reid Wood,  oppure, dall’intervento spesso  dissacratorio e poetico tra fantasia, realtà e storia dell’arte dell’artista RCBz.  Sono particolari riflessioni che gli artisti fanno  oggi in questo anestetizzato contesto sociale carico di grande incertezza e disumanità in cui si confezionano spesso ingiustizie che certificano il disprezzo assoluto per la condizione umana.  Sia Carl T. Chew che RCBz e Reid Wood lavorano  utilizzando la fotografia e la stampa digitale approdando al teatro dell’essenza e  dell'eterotopia trascorrente, tra spazio esteriore e spazio mentale divenuto accadimento e essenza poetica del  “non-luogo.” Le opere  ancora poco conosciute al grande pubblico dei tre artisti nascono dal bisogno  di collocarsi al di là di un confine, in un’area di ricerca “marginale” capace di definire  e porsi in forma alternativa alle ricerche ripetitive prodotte dal sistema ufficiale dell’arte. Un’invenzione giocata a tutto campo su   “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro  che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono  nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in loro la proposta convincente di  una ricerca volutamente di confine  in un particolare campo di azione  svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come  spartiacque al  modo  omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte.

Si ringrazia l’Archivio Carl T. Chew di Seattle, L’Archivio RCBz del Minnesota,  l’Archivio Reid Wood di Oberlin, (Usa) e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno (Italy) per aver permesso la realizzazione di questo secondo importante appuntamento internazionale.





Pavilion Lautania / Spazio Ophen Virtual Art Museum
 IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two
Carl T.  Chew - RCBz – Reid  Wood
Via S. Calenda, 105/D – Salerno (Italy). Tel/Fax 089 56 48 159
e-mail:  bongianimuseum@gmail.com    

Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00 


  

 


BIOGRAFIA / CARL  T.  CHEW


Born: 1948, Urbana (IL), lives  in  Seattle, Washington (Usa) 
 World's Most Famous Unknown Artist!

Employment History
2010 Artist again, 2006 – 2010 Seattle Public Schools Middle School science teacher, 2004 – 2005 Self-employed visual artist, http://www.ctchew.com, 2004 – 2005 Seattle Public Schools substitute teacher, 2001 – 2004 Seattle Public Schools 4-5 teacher, Graham Hill Elementary School, 2000 – 2001 Seattle Public Schools substitute teacher, 1985 – 2000 Founded and directed The Contemporary Carpet Center, Kathmandu, Nepal, 1989 – 1990 Public Schools/Public Art, Washington State Arts Commission, 1988 Artists Unlimited, Artist in Residence, Edmonds Community College, Edmonds, WA, 1984 – 1986 State of Washington Dept. of Transportation, City of Seattle, I-90 Design Team, 1976 – 1999 Self-employed as a visual artist and musician.

Selected One Person Exhibitions
 1994, Mia Gallery, Seattle, WA, January, 1991,"Too Live Chew", Mia Gallery, Seattle, WA, January,  1990, "C.T. 'C'elects", Cheney Cowles Museum, Spokane, WA, September-October, 1988, "Documents Northwest", Seattle Art Museum, Seattle, WA, March 3-April 24,  1983, "Le Extinction des Artes", Whatcom Museum of History and Art, Bellingham, WA,  1980, "Medieval Massage Parlor", Davidson Galleries, Seattle, WA, September, 1979, "Prehistoric Post Office", Davidson Galleries, Seattle, WA, September, 1978, "Stamps", The Brooklyn Museum, Brooklyn, NY, May, 1977, "Video Dig", and/or, Seattle, WA. Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy).

 

 



 BIOGRAFIA / RCBz




Born: 1948, Minnesota (Usa),  perhaps?
“Born in the east of the East River due to the murmuring anxiety of the decennial celebrations of victory, immersed in commercially financed electromagnetic mythologies, bound by a beneficent indifference to flit, flail and fritter through the ancestral Alexandrian parchments, I am not an artist; I am not a scholar; They are a faint moody impulse that goes around the intellectual float ".
RCBZ is "in it but not of it". The situation is becoming a story that is passing into the realm of the Yeti. We have shown that everyone exists, but sightings are less and less frequent. RCBz has always lived in anonymity, it is a sort of mysterious Banksy of international postal art. Certainly much more creative than the Billboard advertising and commercial poster. We know very little about this artist and there is still no trace of biography that can reveal something more to us. We only know that he lives in Minnesota (USA).  Friends, who knows something let us know !!! Currently there is no personal site where you can see his works. Some recent works of recent years are present only on: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=73  and in this personal exhibition. Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy).








BIOGRAFIA / REID  WOOD


Born: 1948, North Carolina (USA), lives in Oberlin, Ohio (Usa).
Reid Wood was born in 1948 in North Carolina (USA). He holds BA and MA degrees in studio art from Oberlin College. He works in a variety of media, including drawing, printmaking, collage, artists books, mail art, digital imaging, and performance art. He has exhibited his work both nationally and internationally in more than 145 venues since 1975. Examples of his work can be found in a number of public and private collections and archives, including MoMA (Franklin Furnace Archive), The Sackner Archive, The Avant Writing Collection (Ohio State University), Archives of American Art (John Held, Jr. Papers), The National Institute of Design (Ahmedabad, India), Lalit Kala Akademi (New Delhi, India), The National Postal Museum of Canada, The Emily Harvey Foundation (Venice), the King St. Stephen Museum of Hungary, Museo Minimo (Naples), and The National Museum El Reina Sofia, Madrid (Sztuka Fabryka Archive). Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy). Some recent works of recent years are present only on: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=80Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno.



Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno 


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