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venerdì 8 dicembre 2017

Mostre: Opening Ignazio Mortellaro - Siamo due abissi - un pozzo che fissa il cielo




Ignazio Mortellaro

"Siamo due abissi - un pozzo che fissa il cielo"
"We are two abysses - a well staring at the sky"
a cura di / curated by Agata Polizzi


OPENING 16.12.2017
ORE 18.30
FPAC PALERMO


IT__La galleria Francesco Pantaleone arte Contemporanea è lieta di presentare, "Siamo due abissi – un pozzo che fissa il cielo", una mostra personale dell'artista Ignazio Mortellaro, a cura di Agata Polizzi.
Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), è artista, architetto e ingegnere, la sua formazione lo porta ad indagare con approccio sperimentale i vari ambiti del sapere. Il suo è un lavoro aperto, che guarda alla possibilità come metodo. Il progetto espositivo "Siamo due abissi – un pozzo che fissa il cielo", restituisce in questo senso più livelli ipertestuali, propone sguardi che penetrano l'arte e la scienza, danno corpo ad una visione dinamica per descrivere paesaggi e contesti come fossero esperienze "in transito".
Due le serie di opere in mostra e un'installazione. La serie Land, sculture di sottrazione, racconta paesaggi fisici e concettuali, dove l'artificio ridefinisce spazi e pensieri, dove idea e materia sono pervase l'una dell'altra. Mindscapes sono collages di foto d'archivio, progetti relativi ad infrastrutture e cantieri, documenti sottratti al reale e rimontati seguendo uno schema di ribaltamento e cucitura, che produce immagini inedite e surreali. Infine l'installazione Infinity of Infinities, traspone in materia la visione dell'artista rispetto alle differenti combinazioni possibili negli infiniti universi che ci circondano.

In occasione della personale sarà presentata la pubblicazione "Ignazio Mortellaro works and essays 2011-2017" a cura di Valentina Bruschi e Agata Polizzi.


EN__Francesco Pantaleone Arte Contemporanea is pleased to announce "We are two abysses - a well staring at the sky" solo-show's Ignazio Mortellaro, curated by Agata Polizzi.
Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978) is an artist, architect, and engineer. His background brings him to investigate, with an experimental approach, the various settings of knowledge. His work is open and looks at possibility as method. The exhibition, "We are Two Abysses - a well staring at the Sky", restores more hyper textual levels and proposes views that penetrate art and science. The works give body to a dynamic vision describing landscapes and contexts as though they were experiences "in transit."
There are two series of works on display accompanied by an installation. The Land series, subtraction sculptures, displays places where physical places meet conceptual ones, where the artificial redefines space and thoughts where idea and material are pervaded. Mindscapes, collage made from archival images, structural and construction projects, documents taken from reality, all rearranged following a tilting and stitching pattern, produces surreal and innovative images. In the end, the installation Infinity of Infinities transposes the vision of the artist into material according to different combinations of the infinite number of universes that surround us.

On the occasion of his solo-show, a catalogue of the artist's work will be presented to the public, "Ignazio Mortellaro works and essays 2011-2017" curated by Valentina Bruschi and Agata Polizzi.

Informazioni:
artista: Ignazio Mortellaro
titolo: Siamo due abissi - un pozzo che fissa il cielo
a cura di: Agata Polizzi
luogo: Francesco Pantaleone arte Contemporanea, via Vittorio Emanuele 303, Palermo
inaugurazione: sabato 16 Dicembre 2017 dalle ore 18:30
durata: dal 19 Dicembre 2017 al 17 Febbraio 2018
orari: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
info: +39 091 332482
sponsor: Planeta, Monte Alburchia

catalogo: Ignazio Mortellaro works and essays 2011-2017
a cura di: Valentina Bruschi e Agata Polizzi
prefazione di: Valentina Bruschi e Agata Polizzi
testi di: Laura Barreca, Valentina Bruschi, Daniela Cotimbo, Luca Mortellaro, Francesco Pantaleone, Agata Polizzi, Andrea Ruggieri, Simona Squadrito
progetto grafico: Ignazio Mortellaro
produzione:Ignazio Mortellaro
Italian/English edition
Formato 15x21 cm, brossura con elastico a fettuccia nero, pp. 208, ill. 159, col e bn
ISBN 979-12-200-2648-2


artist: Ignazio Mortellaro
title: Siamo due abissi - un pozzo che fissa il cielo (We are two abysses – a well staring at the sky)
curated by: Agata Polizzi
place: Francesco Pantaleone arte Contemporanea, via Vittorio Emanuele 303, Palermo
opening: sat 16th dec 2017 6:30 pm
on view: from 19th dec 2017 to 17th feb 2018
orari: from tuesday to saturday 10 a.m - 1p.m / 3 p.m - 7 p.m
info: +39 091 332482
sponsors: Planeta, Monte Alburchia

catalogue: Ignazio Mortellaro works and essays 2011-2017
edited by: Valentina Bruschi and Agata Polizzi
preface by: Valentina Bruschi and Agata Polizzi
text by: Laura Barreca, Valentina Bruschi, Daniela Cotimbo, Luca Mortellaro, Francesco Pantaleone, Agata Polizzi, Andrea Ruggieri, Simona Squadrito
graphic design: Ignazio Mortellaro
production: Ignazio Mortellaro
Italian/English edition
Format 15x21 cm, soft binding with black TPE rubberbands, pp. 208, ill. 159, col. and bw
ISBN 979-12-200-2648-2


domenica 3 dicembre 2017

25 anni di arrivi e partenze. Un Mercoledì del CAMeC speciale il prossimo 6 dicembre a Prato, dalle ore 17.

Sarà l’occasione per conoscere o ritrovare I Santini Del Prete, che nel 2017 festeggiano i 25 anni del loro sodalizio artistico con una serie di iniziative promosse dall’Archivio Carlo Palli, Prato. 

Al CAMeC presentano una nuova performance e diverse opere inedite dedicate a 25 anni di arrivi e partenze.
Il sodalizio nasce nel 1992 quasi fatalmente per la curiosa complementarietà dei cognomi di Franco Santini e Raimondo Del Prete, accomunati dalla stesso mestiere di ferroviere e da una comune passione per la mail art, l'arte visiva e la diffusa creatività contemporanea. 

Si dilettano quali rappresentanti militanti della non-arte che non è in contrapposizione all'arte, bensì in armoniosa dialettica per il completamento degli opposti. 

Si esprimono con azioni, video, installazioni, opere fotografiche e pittoriche. 

Partendo dal modello degli storici happening di Allan Kaprow e contaminandolo con il concetto più attuale multimediale e onnicomprensivo di performance, il duo ferroviario cerca di superare la coniugazione tra arte e vita, aggiungendo un elemento ulteriore: la non-arte. 

Pertanto attraverso la rappresentazione di loro stessi in azione tentano la copulazione tra arte e non-arte con l'auspicio di emozionare, rallegrare, coinvolgere se stessi e gli astanti.

Mostra di GIORGIO BEVIGNANI a CONTEXT Art Miami dal 5 al 10 dicembre 2017

CONTEXT Art Miami

Dal 5 al 10 dicembre 2017
MIAMI (Florida)

Direttamente da Bologna, l'artista Giorgio Bevignani sarà presentato dalla storica Galleria bolognese Stefano Forni alla celebre fiera d'arte americana CONTEXT Art Miami, che si terrà dal 5 al 10 dicembre 2017 nel circuito della grande manifestazione ART Miami, con l'obiettivo di sostenere le avanguardie emergenti giunte a metà carriera insieme ai già consolidati maestri dell'arte contemporanea. Per l'occasione saranno esposti alcuni dei lavori più significativi della produzione artistica di Bevignani, appena rientrato in Italia dal Giappone, dopo l'intervista "Dialogues in Paradise" al Moa Museum of Art - MOA美術館 di Atami, che in questa speciale occasione ha acquisito nella propria collezione permanente una delle numerose opere dell'artista.


·         CONTEXT Art Miami

Nata nel 2012, CONTEXT Art Miami si svolge durante la settimana più importante dedicata all'arte contemporanea negli USA e propone un'atmosfera innovativa che mette in dialogo artisti, gallerie e collezionisti a livello internazionale: una piattaforma unica e alternativa, per promuovere l'arte di giovani talenti e offrire a gallerie emergenti e consolidate di incontrare i grandi rivenditori del settore.

Per Miami, la Galleria Stefano Forni, da sempre attenta al valore artistico di giovani autori nazionali e internazionali, ha selezionato un ventaglio di artisti variegato.

Insieme ai lavori più recenti di Giorgio Bevignani saranno esposte le opere di:

§  Mario Schifano, artista conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo, maestro indiscusso della Pop Art italiana che ha segnato indelebilmente la storia dell'arte italiana del secondo Novecento.

§  Luciano Ventrone, tra gli artisti italiani maggiormente conosciuti a livello internazionale. Nelle sue opere l'artista crea mondi suggestivi carichi di vissuti e di emozione, la sua attenzione per l'applicazione della pittura, il suo trattamento del colore e della luce lo pongono tra i maestri della figurazione contemporanea.

§  Antonello Viola, artista romano le cui opere, siano esse tele, carte o dipinti su vetro, rappresentano un perimetro cromatico in cui la pittura diventa luogo riflessivo, di ricerca d'assoluto, attraverso un processo di accumulo, stratificazione, sedimentazione. Sovrapponendo velature di colori, e poi togliendo, raschiando, cancellando, l'artista trasforma l'invisibile in visibile.

§  Daniele Papuli, artista che fa della carta il fulcro ed il mezzo del suo linguaggio espressivo. Trasforma la carta da cellulosa quasi impalpabile a materia stratificata. Il singolo foglio, così effimero ed evanescente, nelle mani dell'artista, diventa unità di misura per comporre lo scheletro interno dei suoi volumi, forme che si aprono e si dischiudono, animate da un dinamismo interno.

§  Edite Grinberga, artista lettone di caratura internazionale che nelle sue raffigurazioni d'interni e nature morte evoca momenti di tranquillità che raccontano viaggi e storie di vita con l'ausilio di una pittura che ricerca la luce attraverso le ombre. È attraverso il mezzo della luce che il flusso del tempo viene visualizzato.


Giorgio Bevignani
Scultore e pittore unico nel suo genere, Giorgio Bevignani vive e lavora in Italia, in provincia di Bologna, dove modella, plasma e assembla diversi materiali trasformandoli in vere e proprie opere d'arte, che vanno dalla pittura alla scultura, per approdare al magico universo delle installazioni.

Sin dai suoi esordi, esplora l'essenza dell'uomo mediante un processo di decostruzione, che preferisce non passare per la percezione sensibile delle cose, ma che attraversa in qualche modo la parcellizzazione dei materiali. Il vero motore della sua ricerca artistica sta, infatti, nella necessità di giungere alla verità, rinunciando a oggetti e ready-made: un'evoluzione continua che, da un punto di vista materiale e concettuale, dà vita a nuove interazioni e profondità sempre diverse. 

In questo senso, il lavoro di Bevignani sfugge da uno stile preciso e sfocia in una personale "filosofia dell'arte" che spesso s'intreccia con la mitologia, le scienze sperimentali, la matematica, la fisica e la metafisica, tutti ambiti nei quali l'artista ha compiuto studi che hanno contribuito ad ampliare il substrato della sua ispirazione: un mondo atomico, dove emergono agglomerati cromatici e dove le parti si attirano e si addensano in ammassi, costellazioni, installazioni di grande fascino, "colori che irrompono nell'aria, fili che intrecciano l'universo e l'aria che li attraversa, ma fili che intrecciati danno vita, ricreano, aprono a stanze e dimore, segnano e disegnano forme, saccheggiano simboli, indicano da nord a sud e da est ad ovest la trama del tempo, quel pendolo che si sfilaccia dopo un qui e un dove", come osserva lo storico dell'arte Carlo Franza.

Tutto questo prenderà armoniosamente vita a Miami, dove in occasione di Context Art Miami, l'artista presenterà tre sue recenti produzioni, per un totale di 17 opere esposte che identificano significativamente quel particolare agglomerarsi di materiali, quali silicone e pigmenti, in un motivo di mobile, malleabile, severa, semplice, composta e folgorante bellezza:

   La serie Al-gher, che s'ispira alle conformazioni del corallo, realizzata con silicone e schiuma poliuretanica. Queste "pietre sospese" annullano la dimensione spazio-temporale dell'ambiente in cui sono inserite, trasformandolo in uno spazio interiore con il quale lo spettatore è invitato a interagire. I suoi agglomerati di corpuscoli, sospesi come corpi celesti nelle galassie o disposti su una rete metallica che ricorda la struttura delle particelle in un atomo, formano la personalissima visione del "de rerum naturae" e della fisica/metafisica di Bevignani.

   La serie Il Silenzio Nudo, ispirata a un verso del poeta Giacomo Leopardi, è una straordinaria collezione di immagini informali su tela, dove i colori identificano un linguaggio umano che viene prima dei segni e della scrittura. Illuminati da una fonte di luce, esse rivelano qualcosa d'ignoto, che sta sotto allo strato visibile allo spettatore. Così, questi dipinti nascono dall'esplorazione dell'uso del silicone – un materiale di consistenza gelatinosa – che mischiato al colore su una base di più strati cromatici, dà vita a una patina semipermanente, che al tatto ricorda la pelle elastica umana.

   La serie Fragments, una sorta di ammassi di materia pulviscolare che abitano lo spazio come fasci di luce propria nell'ombra. Un progetto di grande suggestione, che potrebbe essere tranquillamente descritto dalle parole del famoso neuroscenziato Andrea Moro: "Noi non vediamo la luce. Vediamo solo gli effetti che essa ha sugli oggetti. Sappiamo della sua esistenza solo perché viene riflessa da ciò che incontra nel suo cammino, rendendo così visibili gli oggetti, che altrimenti non vedremmo, così un nulla illuminato da un altro nulla, diventa qualcosa".


BIOGRAFIA

Giorgio Bevignani nasce a Città di Castello nel 1955, vive e lavora a Castel San Pietro Terme, Bologna (Italia).
Maestro d'Arte all'Istituto d'Arte San Bernardino di Betto di Perugia nel 1979.
Maturità in Arte applicata (scultura) all'Istituto d'Arte Duccio di Buoninsegna di Siena nel 1981.
Frequenta l'Accademia di Bologna da 1984 al 1986, e l'Accademia di Brera (Milano) dal 1986 al 1988.
Membro della Royal British Society of Sculptors dal 2014.
Le sue opere si trovano in collezioni private a Città di Castello, Milano, Siena, Bologna, New York City, Roma, Brescia, Bergamo, Reggio Emilia, Cesena, Modena, Ancona, Imperia, Bogotà, Nizza, Basilea, e Strasburgo.



INFORMAZIONI UTILI

Dove: CONTEXT Art Miami (Florida) One Herald Plaza (Biscayne Bay & 14th Street), Miami, FL 33132, Stati Uniti
Quando: dal 5 al 10 dicembre 2017
Phone: +1 305.517.7977

Espositore: Galleria Stefano Forni (Italy-Bologna) (Stand C203)
Tel: +39051225679 - +393667206888

Artista: Giorgio Bevignani
Facebook: giorgio.bevignani

venerdì 1 dicembre 2017

Mostra “MIAs Mid-career Italian Artists a cura di Roberto Brunelli presso “Biasutti Giampiero Studio D'Arte per il '900” a Torino

Si terrà domani, sabato 2 dicembre a partire dalle ore 15:30 a Torino presso "Biasutti Giampiero Studio D'Arte per il '900" ( Via della Rocca, 10 ) il finissage e la presentazione del catalogo della mostra "MIAs Mid-career Italian Artists curata da Roberto Brunelli che ha visto la partecipazione di 37 Artisti della "Generazione anni '60" che hanno preso parte a un progetto di ricerca che a distanza di oltre 25 anni dall'uscita del nr. 158 della rivista Flash Art (ottobre/novembre 1990) dedicato allo "Speciale Arte Giovane", ha condotto il visitatore in un viaggio attraverso a quanto quegli artisti, oggi "mid-career", sono stati capaci di leggere nel passato e anticipando la futura crisi non solo economica, ma soprattutto di valori socio-morali che tante ripercussioni ha sulla società attuale. 

Con la presentazione del catalogo si conclude quindi un'esperienza che ha costituito un ulteriore occasione a tre anni dall'uscita del libro "Anninovanta 1990-2015"

Un percorso nell'arte italiana" (Roberto Brunelli – GLI ORI Editori Contemporanei, dicembre 2014), per restituire alla comunità quegli artisti, oggi cinquantacinquenni e riaffermare quanto siano ancora pieni di energia e abbiano ancora molto da dire attraverso la costruzione di un racconto per immagini, con l'obiettivo di indagare le possibili relazioni tra storia e sperimentazione artistica.


In mostra opere di Guido Bagini, Massimo Barzagli, Alessandro Bazan, Betty Bee, Francesco Bocchini, Walter Bortolossi, Luca Caccioni, Paolo Canevari, Monica Carocci, Sergio Cascavilla, Gennaro Castellano, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Cuoghi Corsello, Vanni Cuoghi, Nizzo De Curtis, Francesco De Grandi, Santolo De Luca, Enrico Tommaso De Paris, Mario Dellavedova, Francesco Di Lernia, Fulvio Di Piazza, Daniele Galliano, Patrizia Giambi, Sergio Fermariello, Jonathan Guaitamacchi, Massimo Kaufmann, Gabriele Lamberti, Antonella Mazzoni, Simone Pellegrini, Luca Piovaccari, Pierluigi Pusole, Sergio Sarra, Remo Suprani, Stefano Tedioli, Marco Veronese, Velasco Vitali.


Roberto Brunelli 



lunedì 27 novembre 2017

Fondazione Adolfo Pini: mostra "Memory as Resistance" di Nasan Tur, a cura di Gabi Scardi

ALLA FONDAZIONE ADOLFO PINI LA MOSTRA
NASAN TUR MEMORY AS RESISTANCE
a cura di Gabi Scardi

Dal 30 novembre 2017 al 9 marzo 2018
Opening: mercoledì 29 novembre, ore 18.30
Corso Garibaldi, 2 Milano
 
Per maggiori informazioni  
www.fondazionepini.net/attivita-culturale/memory-as-resistance
 
 
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Dal 30 novembre 2017 al 9 marzo 2018, la Fondazione Adolfo Pini presenta la mostra Memory as Resistance, un progetto inedito realizzato dall’artista Nasan Tur, a cura di Gabi Scardi. Il tema della memoria, del ruolo del soggetto nella società e del suo lascito saranno al centro degli interventi ospitati dalla Fondazione, e si intrecceranno anch’essi al legame con il vissuto di coloro che la abitarono.

L’invito della Fondazione è stato, per l’artista, l’occasione per concepire un nuovo progetto che prevede un allestimento che occuperà le vetrine della casa museo. L’esposizione comprende in particolare una serie di fotografie dedicate a persone che, fino in fondo, si sono impegnate per la libertà d’espressione e un video incentrato sulla figura di un uomo che appare di profilo, sullo sfondo di un paesaggio in cui riconosciamo il Bosforo. 

L’uomo è Hrant Dink: figura fondamentale del movimento per la riconciliazione e i diritti in Turchia, nonché caporedattore del settimanale bilingue turco – armeno Agos, ucciso davanti all’ingresso della redazione nel 2007. Nel video, un’azione ripetuta restituisce l’immagine di Hrant Dink accartocciata, dispiegata, stesa con le mani e poi nuovamente accartocciata, come in una sequenza infinita. L’opera trasmette un senso di lontananza, ma anche la forza dell’orizzonte. Il suo ricomparire, sempre più sbiadita, eppure persistente, interferisce con la cronologia: malgrado gli eventi, la presenza del soggetto incessantemente si rinnova. 

La memoria fragile ma tenace non arretra, e le azioni, anche a distanza di tempo, mantengono valore. Il lavoro di Nasan Tur prende avvio alla fine degli anni Novanta, nel corso del tempo l’approccio personale si stempera e i riferimenti si ampliano. L’artista comincia a elaborare i temi del vivere e del convivere urbano e mette in campo una grande attenzione ai filtri culturali che condizionano il nostro sguardo e le nostre attitudini. 

Le sue opere sono interpretazioni critiche dei contrasti, delle contraddizioni e delle tensioni psicologiche e sociali dell’individuo nel presente. Vi emergono, in forme diverse, questioni legate alle ideologie, alle utopie, al linguaggio e ai concetti di storia, nazionalità, eredità culturale e attivismo.

In occasione di Memory as ResistanceNasan Tur terrà una lecture, giovedì 30 novembre alle ore 18.00, aperta al pubblico, durante la quale l’artista illustrerà la sua ricerca estetica fino ad arrivare ai più recenti sviluppi dei suoi ultimi progetti. 

Venerdì 1 dicembre La Fondazione Adolfo Pini organizza un appuntamento collaterale alla mostra Memory as Resistance. N

ella galleria nel cortile della Fondazione, gli studenti della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano avranno l’opportunità di partecipare a un momento di approfondimento e di confronto con l’artista, tramite l’esposizione di loro opere legate alle tematiche affrontate da Nasan Tur nella mostra.

Dopo aver presentato i primi due progetti site specificThe Missing Link di Michele Gabriele, e Materia prima di Lucia Leuci, con questa nuova mostra la Fondazione prosegue pertanto il proprio percorso dedicato all’arte contemporanea, sotto la guida di Adrian Paci, con l’obiettivo disporsi quale luogo di incontro e valorizzazione della scena dell’arte giovanile nazionale e internazionale Milano.
 
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Memory as Resistance
A cura di Gabi Scardi
30 novembre 2017- 9 marzo 2018
Opening: 29 novembre 2017 ore 18.30

Lecture di Nasan Tur
Giovedì 30 novembre ore 18.00

Appuntamento collaterale
Mostra Four
Federico Arani, Vincenzo Badiglio, Francesco de Bernardi e Jacopo Martinotti
A cura di Maria Chiara Baccanelli e Emanuele Tira
Venerdì 1 dicembre 
La mostra sarà visitabile dal 29 novembre


Fondazione Adolfo Pini
Corso Garibaldi 2, Milano
Orari: da lunedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 | 15.00 – 17.00
Ingresso gratuito
Tel. 02 874502
www.fondazionepini.it
Facebook: Fondazione Adolfo Pini
 
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sabato 25 novembre 2017

Mostra di Fausto De Nisco, a cura di Sandro Parmiggiani a Reggio Emilia, 1 dicembre 2017 - 13 aprile 2018

BFMR & Partners

Dottori Commercialisti Revisori Legali

1 dicembre 2017 – 13 aprile 2018

FAUSTO DE NISCO

Intrichi e radure nel bosco della pittura

A cura di Sandro Parmiggiani

Inaugurazione: venerdì 1 dicembre, ore 19.00

BFMR & Partners, studio di Dottori Commercialisti Revisori Legali di Reggio Emilia che fa capo a Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio ospita, dal 1 dicembre 2017 al 13 aprile 2018, "Intrichi e radure nel bosco della pittura" di Fausto De Nisco, artista modenese che sonda le infinite possibilità del segno, della forma e del colore.
Curata da Sandro Parmiggiani, la mostra raccoglie una trentina di opere pittoriche realizzate negli ultimi tre anni: dipinti ad olio su tela di grandi dimensioni e lavori a tecnica mista su carta, nei quali si registra un abbondante uso del collage, tecnica d'elezione per lo studio della composizione. 
Il percorso espositivo è inoltre completato da un piccolo nucleo di carte degli anni Novanta.
«I dipinti di Fausto De Nisco – scrive il curatore – sono una sfida persistente a chi pensi di poterne immediatamente cogliere la bellezza e il senso attraverso uno sguardo fuggevole e sommario. Le linee che in un punto s'intrecciano e in un altro divergono, andando a formare geometrie della più varia ampiezza e natura, i colori, accostati con perizia, che trapassano da un punto, s'inabissano nel nulla e poi riaffiorano in un'altra parte del dipinto, le figurazioni che qua e là paiono germinare e prendere forma, per presto svanire e dissolversi in qualche lampo tonale: tutto concorre a definire le opere di De Nisco come luoghi di un mistero e di una rivelazione che, per coglierne qualche lacerto della genesi e dell'essenza segrete, esigono che si ripercorrano i sentieri lungo i quali si è inoltrato l'artista e si ricostruiscano le mappe che lui ha tracciato. De Nisco, riprendendo e sviluppando alcune esperienze della pittura europea ed americana del secolo scorso, parte, nella realizzazione dei suoi dipinti, da un nucleo, figurativo o geometrico, dal quale germinano e si dipartono liane che vanno a insediarsi in un'altra parte dell'opera, dando vita a una sorta di bosco in cui s'alternano intrichi e slarghi, viluppi e radure. L'arcipelago di isole che così si va formando è generato da suggestioni che attingono alla memoria personale dell'artista, alle sue passioni pittoriche, letterarie e musicali, all'innata e via via conquistata sensibilità per i rapporti, fondati sull'alternanza di equilibri e di scarti improvvisi, tra segni, forme, colori».
In occasione del vernissage su invito, previsto per venerdì 1 dicembre a partire dalle ore 19.00, sarà visitabile l'anteprima della mostra, aperta al pubblico da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. 
Per informazioni: tel. 0522 455000, info@bfmr.it, www.bfmr.it.

Fausto De Nisco è nato a Sassuolo (Modena) nel 1951, dove vive e lavora. Espone, dal 1984, in mostre personali e di gruppo, in gallerie private e in spazi pubblici, in Italia e all'estero. La sua opera ha riscosso l'interesse di critici e storici dell'arte, quali, tra gli altri, G. Celli, F. Caroli, C. Cerritelli, B. Bandini, S. Parmiggiani, C. Spadoni, R. Pasini, L. Conti, G. Granzotto. La sua prima mostra personale si è tenuta proprio a Reggio Emilia nel 1985, alla Galleria La Minima. Da allora, l'artista ha mantenuto uno stretto legame con la città che si è concretizzato con le personali "La fluidità della visione" (Palazzo Casotti, Reggio Emilia, 2009, testi di Sandro Parmiggiani e di Leonardo Conti) e "Frammenti nella memoria" (Galleria Radium Artis, San Martino in Rio, Reggio Emilia, 2013-14).

BFMR & Partners è uno studio di Dottori Commercialisti Revisori Legali fondato nel 2007 da Gian Matteo Bonomo, Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio. Accanto all'attività professionale, sostiene da anni l'arte e la cultura attraverso la promozione di esposizioni dedicate ad artisti e fotografi (Daniele Vezzani, Carlo Mastronardi, Nani Tedeschi, Angelo Davoli, Nadia Rosati, Wal, Toni Contiero, Riccardo Varini, Richard B. Datre, Giuliano Della Casa, Marco Paoli, Carlo Ferrari, Luca Gilli, Corrado Tagliati, Stanislao Farri, Carlo Vannini, Domenico Grenci, Ermanno Foroni, Alessandra Binini, Giuseppe Maria Codazzi) e la sponsorizzazione di rilevanti iniziative culturali (Attività di Palazzo Magnani 2009 e 2010, "Fotografia Europea" 2010-2017).

Fausto De Nisco
Intrichi e radure nel bosco della pittura
A cura di Sandro Parmiggiani
1 dicembre 2017 – 13 aprile 2018
Inaugurazione su invito: venerdì 1 dicembre 2017, ore 19.00
Orari: da lunedì a venerdì ore 10.00-12.00 e 16.00-18.00.

Per Informazioni:
BFMR & Partners Dottori Commercialisti Revisori Legali
Facco Mazzocchi Riccio & Partners
Piazza Vallisneri, 4
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 455000

Mostre: Public Gardens, l'arte fitodepurativa di Luporini, Cantoni e Spaletra al Gate 26A di Modena

Public Gardens, l'arte fitodepurativa di Luporini, Cantoni e Spaletra al Gate 26A di Modena

"In mezzo a tutto questo stiamo noi", così i tre artisti spezzini Andrea Luporini, M.Grazia Cantoni e Daniela Spaletra introducono il loro lavoro Public Gardens, dal prossimo 2 dicembre alla galleria Gate 26A di Modena.

Per questo progetto gli autori hanno deciso di porre la loro attenzione sul territorio di origine: La Spezia. Public Gardens mostra uno studio in cui il territorio spezzino, in particolare sulla discarica adiacente il borgo di Pitelli, come altre decine di siti in tutta Italia, dove lo spazio viene tutt'ora martirizzato dagli abusi ambientali. 

Le autorità rassicurano ufficialmente sulla sicurezza delle sostanze ritrovate nel sito e negli spazi attigui, mentre le analisi dicono il contrario, riportando la presenza di metalli pesanti e idrocarburi, tanto da portare il tasso di mortalità a un livello drammaticamente elevato.

In questo scenario s'inquadra il lavoro degli autori, dove nello spazio della galleria, da bianco contenitore, si azzera e si presta a ospitare 400 litri di nera terra che faranno da sfondo all'esposizione fotografica. "Quello che noi e voi stiamo calpestando non è semplice terra -affermano-, ma un pezzo di storia intrinseco di vite e ricordi. Tre piante germogliano dal buio. Come simulacri carichi di bellezza sono il simbolo di una precarietà e incertezza di una vita non controllabile".

Alla base di questo lavoro c'è una doppia presa di coscienza, sul problema e sul suo possibile superamento: la presenza di sostanze nocive è vista da molti come qualcosa da negare e nascondere sotto il tappeto, in primis dalle autorità ma anche dalla popolazione stessa che subisce gli effetti dell'inquinamento; dall'altra parte, sulla collina nascono ovunque ostinatamente piante e fiori dalle proprietà fitoriparatrici, che hanno in sé la capacità di depurare il terreno dai metalli pesanti, ma, che ne sono allo stesso tempo contaminate. 

La ricerca si muove su questo confine sottile, in cui natura e intervento umano convivono quotidianamente. Le piante che crescono su questo terreno inquinato sono con­crete, pur mostrandosi in una veste onirica e pittorialista e in mezzo a tutto questo stiamo noi, che guardiamo alla quotidianità senza riuscire a riconoscere il conflitto in atto e le conseguenze che porterà sul nostro futuro. 

La matrice del colore nero fonde i fiori e la terra creando un processo infinito, dove la natura cerca di rinnovare se stessa. Se da una parte le fotografie ci mostrano i meccanismi di rimozione che siamo disposti ad applicare per la necessità di vivere all'interno di una società, dall'altra l'istallazione Public Gardens diventa metafora di una possibile guarigione.

Da sabato 2 dicembre a domenica 7 gennaio
Sabato 2 vernissage (18:00 / 23:45)
da lun a ven su appuntamento
sab e dom 17/20
Gate 26A
Via Carteria, 26/A - Modena
Ingresso gratuito
Infoline 3338601405

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Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

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