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giovedì 19 novembre 2015

Mostra "Matisse e il suo tempo" > dal 12 dicembre a Palazzo Chiablese di Torino


SAVE THE DATE > arrira a Torino la grande mostra
"Matisse e il suo tempo"
dal 12 dicembre a Palazzo Chiablese



Matisse "l'ansioso, il follemente ansioso" - così lo descrive uno dei suoi amici divisionisti - domina l'arte della prima metà del XX Secolo ed è considerato uno delle coscienze artistiche più affascinanti del Novecento. Sempre al centro di dibattiti, durante tutta la sua carriera è stato capogruppo dei fauves, osservatore critico del cubismo, discepolo di Signac, Renoir e Bonnard, rivale di Picasso, maestro d'accademia e infine precursore di un'arte che anticipa l'espressionismo astratto newyorkese.

Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger - tutte provenienti dal Centre Pompidou - la mostra "Matisse e il suo tempo" si prefigge di mostrare le opere di Matisse attraverso l'esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori. 

Così, per mezzo di confronti visivi con opere di artisti suoi contemporanei, sarà possibile cogliere non solo le sottili influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione, ma anche una sorta di "spirito del tempo", che unisce Matisse e gli altri artisti e che coinvolge momenti finora poco studiati, come il modernismo degli anni quaranta e cinquanta. Opere di Matisse quali Icaro (della serie Jazz del 1947), Grande interno rosso (1948), Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) sono messe a confronto con i quadri di Picasso, come Nudo con berretto turco (1955), di Braque, come Toeletta davanti alla finestra (1942), di Léger, come Il tempo libero – Omaggio a Louis David (1948-1949)
Promossa dal Comune di Torino - Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group, la mostra curata da Cécile Debray conservatore Centre Pompidou sarà visitabile a Palazzo Chiablese di Torino dal 12 dicembre 2015 al 15 maggio 2016.
Dieci sezioni in mostra illustrano, secondo un percorso cronologico intercalato da approfondimenti tematici, le figure matissiane delle odalische - come in Odalisca con pantaloni rossi del 1921 -; la raffigurazione dell'atelier, soggetto ricorrente nell'opera di Matisse ma che, negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, dà luogo a quadri stupefacenti a firma di Braque (L'Atelier IX, 1952-56) e Picasso (Lo studio, 1955); l'opera e il percorso di Matisse dai suoi esordi con Gustave Moreau (1897-99) fino alla sua scomparsa negli anni Sessanta e alle ultime carte dipinte e ritagliate.
La mostra vede come sponsor Lottomatica, come sponsor tecnici Grandi Stazioni, Trenitalia, Coop, Canale Arte e vede il supporto di La Rinascente. L'evento è consigliato da Sky Arte HD. Il catalogo è edito da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE.


Giorni di apertura e orari di mostra
LUN 14.30 - 19.30 | MAR, MER, VEN, SAB, DOM 9.30 - 19.30 | GIO 9.30 - 22.30 (Il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura)
Informazioni e prenotazioni T. +39 011 0240113 www.mostramatisse.it www.ticket.it/matisse #MatisseTorino 


Henri Matisse, L'algerina, 1909, olio su tela, 81x65 cm, Collection Centre Pompidou, Paris Musée national d'art moderne - Centre de création industrielle. Photo: © Centre Pompidou, MNAM-CCI/Philippe Migeat/Dist. RMN-GP © Succession H. Matisse by SIAE 2015

LA VIA FRANCIGENA NEL CALENDARIO E NELLA MOSTRA DEDICATA AL GIUBILEO 2016


Sabato 21 Novembre all'Istituto d’arte Toschi di Parma presentazione e inaugurazione delle opere di tredici artisti, tra cui Mario Schifano



Il 2016 sarà anno di Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco e sabato 21 novembre alle ore 10.00 nell'Aula Magna del Liceo Artistico Statale “Paolo Toschi” di Parma, il Preside dell’Istituto d’Arte prof. Roberto Pettenati presenterà il calendario illustrato da artisti contemporanei principalmente emiliano romagnoli e realizzato con la partecipazione e il patrocinio del Liceo Artistico, della Diocesi di Fidenza e del Museo Pier Maria Rossi di Berceto. Il viaggio, scandito da immagini e suggestioni lungo la via Francigena, inizia già in copertina con la “Facciata del Duomo di Fidenza” raffigurata nel 1994 da Mario Schifano, rimasto affascinato dalla Cattedrale dedicata a San Donnino, posta sulla via dei pellegrini che porta a Roma e prosegue fino in Terrasanta.

L'opera di Mario Schifano - copertina del calendario - raffigurante il Duomo di Fidenza e conservata in Curia Vescovile a Fidenza

Il tema del pellegrinaggio viene interpretato, mese per mese, da dodici artisti contemporanei che hanno creato le opere appositamente per questo calendario, realizzato grazie a Graphital: si parte con Ezio Camorani che in gennaio raffigura l’inizio e la fine del viaggio; Claudio Cesari che rappresenta in febbraio un punto preciso del percorso, il guado di Fornovo; Beppe Mecconi che nel mese di marzo verga a mano su carta la via a guisa di labirinto; Vincenzo Vernizzi che in aprile raffigura i principali luoghi francigeni del parmense; Stefano Grasselli che in maggio rivisita in chiave fantasiosa e moderna i tratti montani; Nunzio Garulli che nella sua terra e cielo riprende il concetto di infinito per un giugno dai tratti cromatici forti; in luglio sono rappresentati da Massimo Violi due pellegrini lungo il percorso; Mariangela Canforini raffigura in agosto la sosta di due viandanti intenti a leggere e suonare l’armonica a bocca; mentre Nicla Ferrari in settembre propone il soggetto delle mani, come simbolo di vita interiore, ma anche di ricezione dell’ostia consacrata che rigenera in Cristo l’animo umano; Giovanna Scapinelli ritrae in ottobre una figura femminile in preghiera nella pieve di Bardone; in novembre Giuseppe Bigliardi interpreta in modo astratto la Via con una tecnica mista composta da bitume, resina su tavola e lamina d’acciaio; e per finire in dicembre Paolo Bottioni propone un viaggio di fede, riprendendo il simbolo dell'Associazione Europea delle vie Francigene che vuole essere di raccordo tra passato, presente e futuro.
L'esposizione delle opere rimane allestita nell'Aula Magna del Liceo Artistico di viale Toschi fino al 4 dicembre ed è liberamente visitabile dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.
Il progetto espositivo, a cura dello storico Marzio Dall'Acqua, proseguirà con una seconda esposizione al Museo Pier Maria Rossi di Berceto che sarà inaugurata l'8 dicembre e durerà fino al 10 di gennaio, per poi spostarsi subito dopo a Fidenza in luogo e date in via di definizione.

All'evento inaugurale di sabato 21 novembre sono attesi anche il prefetto Giuseppe Forlani e l’onorevole Giuseppe Romanini.



Apre con Philippe Daverio la nuova grande mostra a Imola: la collezione d'arte della Fondazione Cassa dei Risparmi


APRE LA NUOVA GRANDE MOSTRA A IMOLA

"LA COLLEZIONE. OGGETTI D'ARTE E D'ARTIGIANATO DELLA FONDAZIONE CASSA DEI RISPARMI DI IMOLA"



INAUGURA PHILIPPE DAVERIO



venerdì 4 dicembre 2015

ore 18.00 Centro Polivalente Gianni Isola, Palazzo Sersanti



Periodo

dal 4 dicembre 2015 al 7 febbraio 2016

Sede

 Centro Polivalente Gianni Isola, Palazzo Sersanti

Dalla quadreria all'antiquariato, dalla ceramica alla scultura, dall'oggettistica alle scarpe: da Innocenzo da Imola a Bertozzi & Casoni. La Fondazione della Cassa dei Risparmi di Imola, per la prima volta, apre le porte dei suoi tesori e riflette sull'opera d'arte: tra pittura, scultura, arte della calzatura, moda, ceramica, manoscritti, arredamento, artigianato. Sarà Philippe Daverio a inaugurare questo "percorso di conoscenza" che svela l'identità di grandi artisti accomunati da una forte relazione col medesimo territorio emiliano-romagnolo dal XV secolo ad oggi.

Dopo il grande successo di pubblico registrato con la mostra "Arte dal Vero" la città di Imola si prepara a un grande evento, alla visione di un tesoro destinato a essere condiviso con il grande pubblico.  La Fondazione della Cassa dei Risparmi, infatti, apre le porte delle collezioni di arte e di artigianato che per la prima volta sono messe in mostra.

La mostra: "La Collezione. Oggetti d'arte e d'artigianato della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola" che sarà inaugurata dal critico d'arte Philippe Daverio il 4 dicembre 2015, rimane aperta fino al 7 febbraio 2016, a Palazzo Sersanti negli spazi espositivi del Centro Polivalente Gianni Isola.

Le opere selezionate svelano un denso percorso che segue le tracce di artisti e artigiani di grande talento vicini per diverse motivazioni a Imola e alla Romagna, rivelando le migliori energie del territorio, i protagonisti di un sapere artistico capace di dialogare grazie alle loro opere con la realtà della cultura nazionale, le sue sollecitazioni, le sue esperienze evocative. Una mostra che, nella sua eterogeneità, ha il valore di mantenere viva l'attenzione rispetto al recupero e alla valorizzazione della memoria nel rispetto di quell'impegno della Fondazione a ricoprire un ruolo fondamentale di salvaguardia di ogni testimonianza storica e artistica della terra imolese.

L'eclettica collezione della Fondazione fa riflettere, poi, sull'ordinaria considerazione dell'arte e della bellezza dimostrando il valore dell'arte quando si fonde con l'artigianato, la moda, le abilità presentando dipinti, oggetti, sculture, stampe, arredi, fotografie, monete, libri, manoscritti e archivi che costituiscono non solo un "corpus artistico" di alto valore e pregio ma un peculiare e variegato insieme che restituisce l'identità di un territorio dalla vocazione artistica e talentuosa.

Della Quadreria - che conta circa 350 dipinti la maggior parte dei quali riferibili al Fondo Margotti, sono stati selezionati circa 35 eccellenti opere che vanno ad allestire la prima sala.

In mostra, tra gli altri, troviamo una bella tavola di Innocenzo da Imola, il Matrimonio mistico di Santa Caterina da collocarsi all'inizio del secondo quarto del secolo XVI, quando Innocenzo riesce a fondere influenze bolognesi e ricordi fiorentini. I quadri di Innocenzo erano particolarmente richiesti nelle settecentesche collezioni europee.

Figlio dell'orafo Pietro, sappiamo Innocenzo nel 1508 a Bologna; lo troviamo l'anno successivo a Firenze, verosimilmente nella bottega di Mariotto Albertinelli, come suggerisce Giorgio Vasari. La sua produzione influenza un altro pittore imolese, attivo anche in Romagna, Gaspare Sacchi, del quale vediamo la giovanile Madonna con il Bambino in trono e i Santi Caterina, Giovanni Battista, Sebastiano, Alberto, Girolamo, Giorgio e Pietro Martire, un angelo musicante ai piedi del trono.

In mostra anche la Madonna dell'Umiltà con il Bambino benedicente che grazie alle indagini conoscitive di Federico Zeri, che considerava l'autore una personalità di primo piano nel periodo tardo gotico dell'Emilia orientale e della Ferrara quattrocentesca, possiamo avvicinarla al Maestro del Trittico. Il Maestro per alcuni studiosi è identificabile in Antonio di Cristoforo Orsini per altri nel Maestro G.Z. da identificarsi con Michele di Jacopo dei Carri.

La collezione della Fondazione riunisce poi il maggior numero di opere del romano Gian Domenico Valentini del quale sono in mostra quattro oli su tela che raccontano la capacità dell'artista di fondere influenze nordiche con pastosità romane e verità emiliana. Potremmo definirlo il "pittore della maiolica e della ceramica", sempre protagoniste nella realtà dei suoi quadri, fatta di cucine, spezierie, laboratori di alchimisti, farmacie, diventando strumento d'indagine e di conoscenza.

Legata al mito è l'allegoria in mostra del cesenate Francesco Andreini; la sua pittura si distingue per l'uso di luci e ombre in forte contrasto che definiscono in modo netto i volumi dei personaggi. Proseguendo nell'esame delle opere in mostra, di Angelo Gottarelli vediamo Giuditta che mostra la testa di Oloferne. Il pittore di Castel Bolognese, abbandonato l'abito talare, si forma a Imola nella bottega di Andrea Valeriani per entrare quindi a Bologna all'Accademia Clementina e seguire dal 1763 al 1765 i corsi di Vittorio Maria Bigari. Fu abile collaboratore di Alessandro Dalla Nave di cui in mostra sono i disegni a inchiostro su carta.

Di Ubaldo Gandolfi, allievo di Felice Torelli e direttore dell'Accademia Clementina nel 1761, spicca il foglio autografo, XVII sec., di Ubaldo Gandolfi: la Figura seduta con turbante. Di Amleto Montevecchi in mostra un corpus di disegni tra cui opere pregevoli quali: Nudo femminile, I Soldati e Fuga in Egitto.

Il secolo XX spinge gli artisti imolesi a partecipare alle avanguardie, lo dimostra Mario Guido Dal Monte che nel 1928 apre ad Imola una Casa d'Arte Futurista di cui in mostra due pitture a olio. Altri partecipano alle Biennali veneziane: Germano Sartelli con le sue sculture è l'esempio più illustre. Importanti interpreti della tradizione ceramica in mostra sono stati nel secolo scorso e sono tuttora Bertozzi & Casoni che espongono sculture: la Raccolta di Palle di Natale colorate e il Vaso di Fiori.

Dei 285 pezzi che costituiscono il fondo Ceramiche e Maioliche, la selezione che è in mostra riguarda anche l'importante serie di maioliche imolesi del Settecento, accanto a un notevole corpus di 40 maioliche realizzate dal maestro Angelo Biancini, fino ai vasi da farmacia firmati dalla Manifattura Ferniani dell'inizio del XIX sec. Delle Sculture raccolte in questi anni oltre alle opere di Domenico Minganti l'attenzione va a pregiati pezzi come l'antica Madonna con Bambino in avorio e L'Angelo reggi candelabro attribuita a Francesco di Domenico Valdambrino.

Più organica la collezione Numismatica che conta 271 pregevoli pezzi antichi medievali e moderni, di cui 40 in mostra come la moneta d'argento etrusca della zecca di Populonia e la moneta da quattro dracme di Alessandro Magno coniata dal sovrano macedone presso la zecca di Biblo.
Fra le miniature meritano di essere ricordate il Ritratto di giovanetto e il Ritratto di Paolina Borghese mentre per la fotografia sono in mostra le opere di Gian Franco Fontana. Il fotografo ed editore imolese oltre a possedere albumine ottocentesche, negativi, lastre, pellicole, dagherrotipi, stampe, ha prediletto fotografare Imola in tutti gli angoli meno conosciuti, ma sistematicamente vissuti dai suoi concittadini.

Fra le Pubblicazioni e Manoscritti di grande rilevanza è il Fondo del Monte di Pietà, sessantaquattro serie manoscritte ove spicca il Libro Campione del Monte, El Campione, che conserva l'atto di fondazione del Monte imolese nel 1512, e il Fondo Anarchico Fabbri fondo di libri anarchici.
Il percorso continua con opere eccezionali tra cui le tre antiche campane. Importanti dinastie di campanari si sono succedute con successo sino al XIX secolo tra cui Magister Toscolus che ha praticato da protagonista eccellente questa tradizione sin dagli inizi del 1300.

La Fondazione ha sempre agito per conservare la memoria delle botteghe artigiane, acquistando i loro archivi. Come nel caso del liutaio di fama internazionale Primo Contavalli e della sua bottega. In mostra il violino che ebbe grande fama soprattutto in Giappone.

O come quello di Renato Manzoni, il "ciabattino" come amava definire se stesso, che merita un capitolo a parte. La Collezione Manzoni conta 751 scarpe, vere e proprie opere d'arte costruite per attrici e personaggi celebri, si può considerare antesignana del made in Italy.

LA COLLEZIONE
OGGETTI D'ARTE E D'ARTIGIANATO DELLA FONDAZIONE CASSA DEI RISPARMI DI IMOLA

Centro Polivalente Gianni Isola, Palazzo Sersanti
Piazza Matteotti 4, Imola

Orario
martedì e giovedì: 10-12 e 16-19
mercoledì e venerdì: 16-19
sabato e domenica: 10-12 e 16-19

Ingresso libero

Con il Patrocinio di:
Regione Emilia-Romagna,
Soprintendenza ai beni artistici della provincia di Bologna,
Istituto dei Beni Culturali dell'Emilia Romagna,
Comune di Imola,
Acri.

Informazioni: www.mostrefondazioneimola.it

Fondazione Cassa di Risparmio di Imola,
Palazzo Sersanti, Piazza Matteotti 8
40026 Imola  Bo
Tel 0542.26606
segreteria@fondazionecrimola.it
www.fondazionecrimola.it

mercoledì 18 novembre 2015

ELIANA PROSPERI. Gli animali vaganti sono…

martedì 24 novembre ore 18.30 | Piazza Mattei 7/8, Roma

“Gli animali vaganti sono…” è il titolo della mostra personale di Eliana Prosperi, visibile dal 24 novembre al 20 dicembre presso Le Tartarughe a Roma, in Piazza Mattei, dinamico locale nel centro città che ha da poco festeggiato il primo anno di attività, caratterizzandosi, fin dall’inizio, per la commistione con l’arte contemporanea, organizzando esposizioni ed eventi dedicati a pittura e fotografia. Per l’occasione l’artista presenta sei tele di medie dimensioni e una composizione di piccoli “tasselli” 20x20 cm, tutti raffiguranti la sua tipica variegata umanità, “in bilico” sul filo delle sfide della quotidianità.
«Esseri così semplici, così prevedibili, quando sono tristi piangono quando sono felici ridono»: sono questi gli “equilibristi” che ne compongono le opere; alter ego che abbandonano ogni complessità a favore di un rapporto schietto e diretto con la vita, sincero nel manifestare sentimenti e paure. “Animali vaganti”su cui proiettare le proprie ansie, aspettative, slanci e fantasie. Per Eliana Prosperi creare significa mettere in scena gli avvenimenti in cui si imbatte casualmente, che le hanno fatto “scattare dentro la poesia”; narrare di “piccole” storie, circostanze in apparenza insormontabili (ma mai impossibili da superare), quotidianità tanto comuni quanto perennemente impreviste, infondendo ogni immagine della naturale empatia verso l’esterno di cui è dotata. Il suo operare indaga il legame con gli altri, l’intimità, la natura, i traumi, il ricordare-dimenticare, il costruire serenità, la ricerca di autenticità.

Nell’esprimersi mescola i due registri dell’astratto e del figurativo, a volte intervallati da scritte e frasi “lanciate nel vuoto”: su fondali incorporei, senza spazio né luogo, si stagliano prive di alcun rapporto dimensionale o temporale “agitate” silhouette, appena tratteggiate nei contorni, composte della stessa materia della base, oppure nette nel loro contrasto con il fondo, sottolineato attraverso tinte unite e dissonanti. Dopo un periodo maggiormente istintivo, dove i segni si fanno sempre più affannati e le figure abbozzate, oggi la Prosperi sta a poco a poco riacquistando il piacere per la rifinitura, l’elaborazione dettagliata. Le opere in mostra mantengono intatta la travolgente vitalità espressiva, ma recuperano il gusto per la cura e il particolare “studiato”. Sono in misura preponderante monocromi, dove il gioco consiste nel contrapporre texture, trasparenze ed effetti cangianti di brillantezza.

“Gli animali vaganti sono…” presenta i lavori di ultima produzione: «Racconto di persone, delle loro piccole e grandi solitudini, del loro vagare fisico e interiore nel mondo. Nel mondo, che amano, usano sempre il cuore che gli consente di spalmare sulle ferite la fiducia che serve per continuare a sognare. Se incontri un animale vagante lo riconosci perché se gli fai un sorriso muove la coda.

ELIANA PROSPERI. Gli animali vaganti sono…
Mostra personale di pittura di Eliana Prosperi

Inaugurazione: martedì 24 novembre ore 18.30
Dal 24 novembre al 20 dicembre 2015
Orari: dal martedì alla domenica 15.00 – 22.30

Le Tartarughe
Piazza Mattei 7/8, Roma | 06 6476 0520
Ingresso gratuito

L'artista modicano Gieffe (Giuseppe Fratantonio) espone a Firenze nell'ambito di una collettiva internazionale

Meriggio silente, acrilico, 2015
In viaggio, acrilico, 2015.
I paesaggi iblei di Giuseppe Fratantonio in arte Gieffe saranno in mostra a Firenze da Giubbe Rosse, il prestigioso caffè-ristorante nonché uno dei locali storici più famosi d'Italia, dal 21 novembre all'11 dicembre 2015. L'artista modicano d'origine ma pozzallese di adozione è stato invitato, quale unico rappresentante della Sicilia, a esporre le proprie opere in una prestigiosa collettiva a carattere internazionale a cura di Jacopo Chiostri e Maria Teresa Prestigiacomo dal titolo "Autori alle Giubbe Rosse", che sarà allestita nello storico caffè di Piazza della Repubblica (inaugurazione sabato 21 novembre, ore 15.00).

La mostra, realizzata con il patrocinio del Comune di Firenze e la direzione artistica del maestro Riccardo Ghirelli, metterà assieme opere dell'artista svizzera Carmen Lopez, dell'ungherese Anna Szelenyi, Elena Bullo, Guido Tonasso, Guido Da Villa, Ornella de Rosa, Claudia Giacomini, Michelangelo Marullo e, appunto, di Giuseppe Fratantonio - Gieffe.

L'artista siciliano, in particolare, sarà presente con una selezione di nuovi lavori realizzati ad acrilico. Nei suoi quadri i colli, le marine, i campi disseminati di carrubi e casolari e incisi dalla bianca geometria dei muri a secco sono giocati su un cromatismo ora espressionista ora metafisico che ne esalta la luminosità e l'ariosità mediterranea.

«Il modicano Fratantonio - ha scritto Maria Teresa Prestigiacomo - ha un background variegato e composito. La sua valenza espressiva si articola affondando le sue radici nel suo amato paesaggio pozzallese e modicano, il suo ispiratore Paul Klee. Il suo paesaggio, pur evocando, a volte, la metafisica o Hopper, risulta originale e non certo vicino a citazioni giacché originale e strettamente legato alla rappresentazione del suo paesaggio che ama osserva cura, culla come un bambino, attraverso il suo risveglio, accarezzandone e cogliendone i colori del mattino dell'alba del tramonto, del meriggi, dell'afa, dell'imbrunire, sempre con eleganza del tratto, con la pulizia delle sue linee nette, semplici ma efficaci nel narrato pittorico della sua amata terra».

Un'opera dell'artista siciliano resterà in permanenza nelle sale di Giubbe Rosse affinché possa esserne tratta una splendida etichetta di vini toscani.

Giuseppe Fratantonio in arte Gieffe ha iniziato a dipingere parecchi decenni fa, ma solo nel settembre 2014 ha cominciato a esporre in pubblico i suoi lavori, grazie anche all'incontro con il maestro Salvatore Fratantonio e il gruppo degli artisti di "Sentire in bottega". Da allora è stato protagonista della personale "La mia terra" a Pozzallo (Spazio Cultura "Meno Assenza") e di diverse collettive, tra cui quelle ad Arcore (Palazzo Borromeo), Modica (Fondazione Grimaldi), Ragusa (Galleria Creative Art Gallery) e Comiso (Pinacoteca Bufalino).


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martedì 17 novembre 2015

"Mirabilia domestica": la mostra d'arte che piace anche ai bambini

"Mirabilia domestica"
Tante famiglie con bambini per l'inaugurazione
Sculture di sabbia, utensili incorniciati e opere coloratissime dei fratelli Perone conquistano i romani.
La mostra sarà visitabile nella Galleria Michelangelo fino al 5 dicembre.

E' iniziata con il piede giusto la mostra dei fratelli Perone inaugurata sabato presso la Galleria Michelangelo di via Giovanni Giraud, 6 a Roma. Tante famiglie ma anche turisti con bambini al seguito hanno preso parte all'evento nel cuore della Capitale. Quaranta fra quadri e sculture di sabbia, matite giganti, colori e tanta fantasia: sono gli ingredienti di una mostra originale e divertente adatta persino ai più piccoli. E infatti molti genitori ne hanno già approfittato.
"Crediamo - dichiarano i fratelli Perone - che l'arte diventi universale quando riesce ad arrivare a tutti. Le nostre opere sono apparentemente semplici, per questo tanto apprezzate dai più piccoli".
"Lucio Perone riesce ad addomesticare gli oggetti ad essere naturali, a comportarsi come fossero parte della natura oltre che ad avere una loro anima e personalità; mentre è di Peppe Perone l'ibridazione tra cose, oggetti, animali. Ibridazione tra forme che però non troviamo in natura secondo le irreali simbiosi da lui proposte né nella produzione seriale dei nostri utensili" descrive il curatore Marco Tonelli.
"Una mostra da non perdere - afferma il gallerista Fabio Cozzi - Non solo per la bellezza delle opere ma anche per l'eccezionalità di questa doppia personale che vede di nuovo insieme, dopo quindici anni, due fratelli che non lavorano a quattro mani ma che nella loro bravura sembrano completarsi e generare una tecnica e un linguaggio assolutamente unici ".
Per chi vorrà visitare la mostra c'è tempo fino al 5 dicembre. Un evento unico anche per il fatto che i due fratelli, Lucio e Peppe Perone, sono tornati ad esporre insieme nella Capitale dopo quindici anni. La doppia personale è stata allestita nella Galleria Michelangelo di Fabio Cozzi a cura del critico d'arte Marco Tonelli.



Biografie
Lucio Perone nasce a Napoli nel 1972, frequenta il Liceo Artistico di Benevento e nel 1994 si diploma in scultura all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Condivide con il fratello Giuseppe il percorso formativo e l'attività iniziale. Nel 2007 vince il Premio Internazionale Giovane Scultura, Fondazione Messina, Casal Betrame Linee all'orizzonte, Galleria d'Arte Moderna, Genova. Nel 2014 partecipa alla mostra L'eredita dell'arte. Mimmo Paladino - Mohanna Durra, Giordan National Gallery of Fine Arts di Amman, Giordania.
Peppe Perone nasce a Napoli nel 1972. Vive e lavora a Rotondi, Avellino. Dopo aver frequentato il Liceo artistico a Benevento, nel 1994 si diploma in scultura all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2000 viene invitato a realizzare una scultura manifesto per le Bandiere di Maggio in piazza del Plebiscito a Napoli. Nel 2014 disegna con il fratello Lucio il Manifesto del Premio Strega 2014 e partecipa ad alcune mostre collettive, tra cui The spring break show da Guidi&Schoen, Cosa Succede a Rotondi? nell'ambito del progetto Sistema Irpinia per la Cultura Contemporanea, Land like the Sea e Capri. The island of art, tenutesi entrambe a Capri.

L'opera vincitrice del Spotlight 2015 - I'm ready to live di Giorgio Bevignani -in mostra a Londra alla Andipa Gallery dal 10/12


Annunciano il vincitore della terza edizione del Spotlight Award 2015


"I' m ready to live" di Giorgio Bevignani
Solo exhibition presso Andipa Gallery di Londra

10 dicembre 2015 - 9 gennaio 2016


L'artista Giorgio Bevignani con l'opera "I'm ready to live" è il vincitore del premio Spotlight 2015. 
Il premio, giunto alla sua terza edizione, viene assegnato dalla Royal British Society of Sculptors - RBS - in collaborazione con Andipa Gallery. Ogni anno all'artista vincitore viene offerta l'opportunità di esporre presso l'Andipa Gallery per un periodo di quattro settimane, come parte integrante del programma stesso della galleria.
Dal 10 dicembre 2015 fino al 9 Gennaio 2016 l'opera vincitrice di Bevignani sarà esposta presso la galleria londinese in una solo exhibition.

Il lavoro premiato ha ottenuto l'attenzione della giuria per la drammatica realtà contemporanea che descrive: 'I'm ready to live' risuona come un grido disperato per fuggire da un presente, che non permette di vivere, alla ricerca di un possibile futuro.

"I'm ready to live" nasce dopo aver letto il libro di Elémire Zolla: "La nube del telaio", prendendo forma dall'analisi di due parole fondamentali: Sertum e Exordior, parole collegate tra loro al nichilismo, al nulla e all'annientamento di ogni forma di vita.

Sertum è il punto primo di partenza, il principio da cui l'artista trae ispirazione. È l'intreccio, che si concretizza nella creazione di una grande rete da pesca, da utilizzare in mare o nel deserto, quel luogo bivalente in cui tutto può nascere o tutto può morire. Deserto che nell'opera di Bevignani rappresenta il luogo in cui ogni serto si disfa, un posto da cui fuggire, spesso per conquistare un più fortunato futuro o semplicemente per cominciare a vivere. 

Dal Sertum si giunge all'Exordior, momento conclusivo dell'opera, ma anche punto per una nuova partenza. Esordio, unione di ordito e trama, l'inizio della tessitura che, attraverso la sua spoletta, guida la folla dei disperati che fuggono, intrecciando fili colorati verso una nuova rinascita. 

Ripercorrendo i lavori dell'artista Giorgio Bevignani è evidente la sua evoluzione a livello sia materiale che concettuale.
L'esplorazione della pittura astratta precede l'approdo di Giorgio Bevignani alle installazioni scultoree. In questo primo periodo emerge la sua propensione per i colori, che in agglomerati cromatici, diventano vere e proprie pietre, elemento fondamentale delle sue future opere. Ma mentre nelle sue tele si riflette la ricerca costante di verità rispetto alla natura delle cose, il suo sguardo muta nelle prime installazioni. Le sue pietre danzanti sospese tra il buio e la luce, rispondono all'esigenza di riprodurre l'origine dell'universo in un totale equilibrio di forze. Nei lavori più recenti invece, è evidente notare come lo sguardo di Bevignani, prima rivolto all'universo, ora si addentri nelle profondità del suo riflesso, senza distaccarsi totalmente dalle opere precedenti.
I suoi lavori rimangono sempre caratterizzati da un forte uso dei colori e la modularità non è lasciata al caso. Infatti, se nelle installazioni passate i moduli erano sospesi nel vuoto a creare disegni nello spazio, ora questi si agglomerano e si addensano, fino a creare un unico ammasso. Ciò che caratterizza le nuove opere di Bevignani non è solo la loro creazione, ma anche la loro esecuzione,la loro generazione, momenti non più discernibili.
È la loro stessa realizzazione che ci permette di comprendere l'essenza di queste sculture, nate da attese e insicurezze, pause, riprese, abbandoni, nuovi inizi.
Giorgio Bevignani crea una sua Natura, sospende distillati di stati emotivi in spazi che richiamano intimi silenzi di riflessione.

Andipa Gallery dal 1967 è una delle principali gallerie contemporanee di Londra. Situata nel cuore di Knightsbridge, comprende dipinti, disegni, stampe di maestri come Matisse e Picasso, di artisti pop come Warhol e Lichtenstein Hockney, e di artisti contemporanei come Banksy e Damien Hirst. 


Biografia

Giorgio Bevignani, nato a Città di Castello (PG) nel 1955, attualmente vive e lavora a Bologna.
Dal 1990 al 1993 ha vissuto e lavorato a New York, dove ha esposto per la galleria 39 Mercer Street, e dove è stato notato dal celebre gallerista Leo Castelli. Nel 1995 ha trascorso un periodo in Colombia realizzando la personale "Pinturas", a cura di Marta Elena Cardinal Arango presso la galleria Diners di Santafé. Nel 1999 è stato selezionato dall'emittente televisiva WDR e dall'Istituto di Cultura Italiana di Colonia per rappresentare l'Italia nella mostra collettiva "Coincidences", presso l'Ignis Kulturzentrum. Tra le mostre personali più recenti vanno ricordate: "Peter Pan e l'Orizzonte dei Rossi" presso Fabbrica (FC) nel 2009, "Granada" sempre nel 2009 a Bogota in Colombia, "BIO-Abisso" durante la Human Rights nights presso la Cineteca di Bologna nel 2010; "Europa" presso la Galleria Restarte & Contemporary Concept durante Artefiera off Bologna, 2012, e infine " La compagnia evanescente" Casa dell'architettura, Roma, 2013.
 Tra le collettive: "A certain Form of Heaven / Male" a cura di Isabella Falbo, 2007, galleria Artsinergy, Bologna; e "Premio Città di Novara" 2008, in occasione del quale Giovanni Cordero gli conferisce il premio per l'opera. Tra le più recenti ricordiamo "Direzione alterità" presso il Teatro India a Roma, 2011; dello stesso anno "Peace Island" all'Istituto Superiore Antincendi a Roma e "BO- Hème" presso la Galleria H2O a Bologna, 2012.
L'opera recente "Jordan's Red Water" è in questo momento esposta al BAG, Bocconi Art Gallery, Milano.
Opere di Giorgio Bevignani sono presenti ad Ancona, Bologna, Imperia, Milano, New York, Roma, Reggio Emilia, Santafé di Bogotà, Siena, Strasburgo.



INFORMAZIONI UTILI

TITOLO DELL'OPERA: I'M READY TO LIVE

ARTISTA: GIORGIO BEVIGNANI

SEDE ESPOSITIVA: ANDIPA GALLERY

DATE DI APERTURA: 10 DICEMBRE 2015 – 9 GENNAIO 2016

GIORNI DI APERTURA: DA LUNEDÌ A VENERDÌ

ORARI DI APERTURA: 9.30 – 18.00

PREMIO SPOTLIGHT 2015 PROMOSSO DA:



IN COLLABORAZIONE CON:
AGENZIA DI COMUNICAZIONE E UFFICIO STAMPA



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