La Galleria Canovaccio di Terni PRESENTA la mostra personale di Ljubomir Borozan “Le tre Sorelle - Bocca di Cattaro”. Dal 15 maggio '10 al 29 maggio '10
La rassegna è composta in gran parte da opere inedite e intende ripercorrere attraverso una ventina di dipinti selezionati, l’intero arco creativo dell’artista contaminato perennemente dall’influenza della storia e della cultura delle terre che ha amato e in cui ha operato.
In particolare intende sottolineare e raccontare, attraverso la sua arte inconfondibile, le storie solo narrate e mai scritte, trasformando la sua tela in una sorta di teogonia della storia delle storie del mondo.
La tecnica narrativa, il segno e l’ampia gamma di soggetti presenti, si contamina, spesso di tecniche nuove e speriementali come tutta l’opera dell’Artista.
Dall’olio su tela ai pastelli, passando per la contaminazione del digitale Giclee, l’opera di Ljubomir Borozan trasporta i suoi soggetti a cavallo del tempo, mantenedoli attuali, freschi.
Storie senza tempo, non luoghi che appartengono a tutti. In particolare, e tema che da il nome all’esposizione, è la storia delle Tre Sorelle di Cattaro, che funge da perno narrativo, che sviluppa e srotola tutto il percorso artistico e vitale del pittore, con ritorni e strappi propri della storia di una terra passionale e vera. Il viaggio continua in lungo e largo per il mondo, vera patria dell’autore, che proprio da queste continue contaminazioni, regala allo spettatore la sensazione di un’arte universale, fatta di codici visivi netti, forti, spesso simbolici.
Proprio a 15 anni dall’ultima esposizione nella città di Terni, l’artista ritrova la strada per concludere un ciclo, un viaggio che tra mille peripezie, lo riporta in uno dei luoghi che ha più amato, ritrovandosi cresciuto e ancora innamorato.
Apertura mostra con la presentazione del Prof. Paolo Cicchini
“...Ljubomir racconta storie, ascoltate forse dalla voce di vecchi pescatori che riposano davanti al mare incontaminato dalle bocche di Cattaro, o udite più probabilmente con l’orecchio del cuore dalle pietre di case antiche, dal rumore dell’onda, dal vento che porta il profumo del mare e carezza con mano invisibile una natura incontaminata, Le cose parlano e narrano storie in cui sono state testimoni. L’artista interpreta la voce delle cose e traduce quegli’echi lontani in forme colorate, in volti di donne vissute in tempi lontanissimi, forse solo nella fantasia di chi le ha credute vive, tre straordinarie sorelle, innamorate dello stesso uomo, un marinaio, tre sorelle strette da un vincolo solidale fedeltà, impegnate a non lasciarsi travolgere dalla passione per non tradire il giuramento fatto alle altre. Queste figure, protagoniste della storia conosciuta in Montenegro come quella delle “Tre sorelle”, tornano vive nella pittura di Borozan campeggiando in quadri del Maestro, tatuato il viso dai segni incancellabili di una antica passione, avendo intorno simboli propri dell’arte bizantina: il levriero, medaglioni incisi con stemmii di famiglie vissute da generazioni in faccia al mare della costa dalmata; cupole che richiamano alla memoria una storia che ha avuto a protagonista Venezia. I simboli dello “spazio eidetico” di Borozan escono dalla loro immobilità ed entrano in uno spazio diverso, vivo, dove la realtà intorno interagisce con altre realtà che di propongono di occuparlo. Borozan racconta storie, dando voce alla casa di pietra che ha conosciuto i sospiri dell’amore delle tre sorelle; simbolicamente narra la loro morte prestando le finestre della loro casa, in faccia al mare, impietosamente murate. Una storia d’amore che l’arte fa rivivere, perpetuonandola oltre il tempo di una lunga catena di generazioni.”
Paolo Cicchini
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