Giovedì 30 ottobre 2008 alle ore 18.30, la Galleria Il Bulino artecontemporanea di Roma inaugura la mostra Quadri comunicanti di Grazia Varisco, esponente di spicco dell'arte cinetica e programmata, insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, del Gruppo T di Milano. A quasi vent'anni di distanza dall'ultima personale romana, la Galleria presenta una mostra ispirata all'omonima serie di opere realizzate dalla Varisco nell'ultimo anno, i Quadri comunicanti, completata da un'antologica di piccoli esemplari che documentano il suo costante percorso di ricerca sul rapporto spazio-temporale, iniziato alla fine degli anni Cinquanta. In tutto una ventina di opere che permettono di seguire la coerenza formale e processuale del lavoro di Grazia Varisco, partendo dal presente per terminare con gli oggetti cinetici degli anni Sessanta.
I Quadri comunicanti (2008) segnano un notevole scarto rispetto ai lavori appena precedenti - la serie Strappo alla regola (2007) - che consiste in una maggiore simultaneità delle informazioni contrastanti, legate principalmente alla dialettica tra ordine e disordine, regola e caso. La sala d'ingresso è interamente dedicata a quest'ultima indagine presentata attraverso tre grandi installazioni a parete. Attraverso quella sensibilità delicata e sottile che contraddistingue tutto il suo lavoro più recente, Grazia Varisco non inventa lo spazio, piuttosto lo "ascolta". L'esperienza che viene prodotta è, anche in questo caso, più mentale che fisica; non prende di mira l'intero corpo o più sensi, ma coinvolge principalmente la vista.
Nei Silenzi (2005-2007) protagonista indiscusso è invece il vuoto esaminato attraverso il dispositivo dell'interazione del fruitore con l'opera. La scorrevolezza delle lastre di metallo smaltato che costituiscono l'opera permette, a chi vorrà completare il lavoro, di cambiarne forma e dimensioni. Un vuoto strappato dunque alla regola del pieno e del persistere statico delle immagini. Le Extrapagine (1975-78), partono invece dalla "piega" per inventare nuove geometrie e per verificare l'interferenza tra caso e programma. La piega rende il foglio luogo di effettivi accadimenti e di evoluzioni, suggerisce un gesto e ne contiene il movimento e rompe definitivamente il rigore della sua geometria. La variazione era già stata indagata dalla Varisco anche attraverso modalità ancora più sottili e misteriose negli Spazi potenziali (1973), nei Mercuriali (1969) e, ancor prima, nella serie dei Reticoli frangibili (1968-1969). Allo spostamento minimo dello sguardo la composizione, seppure fissa, pare modificarsi: le maglie del vetro interferiscono con i segni dilatandoli, assottigliandoli, occultandoli. Qualcosa si sottrae al controllo visivo, producendo un'interferenza che rompe uno schema.
La mostra si completa con una selezione di opere dei primi anni Sessanta, legate alle ricerche del Gruppo T. Le Tavole magnetiche, in cui prevale l'aspetto ludico, richiedono l'intervento del pubblico. Uno storico Schema luminoso variabile, in cui evidente è il rapporto con la scienza e la tecnologia, interroga infine la luce allo scopo di produrre costanti stimoli ed effetti percettivi. In mostra è inoltre esposto il multiplo Duetto, piccola scultura in alluminio smaltato a due colori con tiratura a 50 esemplari, realizzata da Grazia Varisco per le Edizioni Il Bulino di Roma.
CATALOGO IN MOSTRA CON UN TESTO CRITICO DI
ELISABETTA LONGARI
GRAZIA VARISCO, nasce a Milano nel 1937, dove vive e lavora. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano partecipa alle ricerche artistiche in campo cinetico e programmato come esponente del Gruppo T prendendo parte alla serie di mostre titolate Miriorama. Nel 1962 partecipa alle mostre Arte Programmata, organizzate da Bruno Munari, con introduzione in catalogo di Umberto Eco, a Milano, Roma, Venezia e dal 1963 espone, sia in Italia che all'estero, alle rassegne del movimento internazionale Nouvelle Tendance. Nel 2006 il suo lavoro è ampiamente documentato nella mostra Gianni Colombo-Grazia Varisco, allestita presso la Rotonda di via Besana a Milano. A Roma il suo lavoro è stato invece rappresentato di recente in due importanti mostre collettive: Gli ambienti del Gruppo T - Le origini dell'arte interattiva del 2006 ospitata alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Il Mito della velocità del 2008, presso il Palazzo delle Esposizioni.
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