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sabato 27 gennaio 2018

L'artista Giorgio Bevignani in mostra nell'ambito dell'artweek bolognese con DUM.BO dal 31 gennaio al 26 febbraio 2018 presso il Centro Studi Didattica della Arti


DUM.BO
Didattica Underground Metropolitana_Bologna

Artisti: Gian Luca Beccari, Angelo Bellobono, Giorgio Bevignani, Davide Bramante, Massimo Giacon
A cura di Maria Chiara Wang
febbraio – 25 febbraio 2018

Presso Centro Studi Didattica delle Arti - Via Cartoleria, 9 – Bologna

Organizzato da: Contemporary Concept e Liceo Artistico Arcangeli


Promosso da: Ministero della Pubblica Istruzione_Ufficio Regionale Scolastico dell'Emilia Romagna

Accademia delle Belle Arti di Bologna. 

In collaborazione con: Deodato Art Gallery |  giochidiluce  |  Painting |

Mercoledì 31 gennaio: Vernissage su invito, ore 18.30
Giovedì 1 febbraio: Apertura mostra 10.00 – 19.00                
Ingresso: libero


Contemporary Concept, in concomitanza con Arte Fieraorganizza una grande mostra dal titolo DUM.BOin cui vengono presentati cinque artisti di calibro internazionale: Gian Luca Beccari, Angelo Bellobono, Giorgio Bevignani, Davide Bramante e Massimo Giacon.

Il titolo della mostraDUM.BOtrae origine dall'omonimo quartiere artistico newyorkese famoso per la sua anima bohémienne e per il suo fermento artistico sperimentale. Tutti gli artisti presentati in mostra hanno vissuto, lavorato, creato ed esposto nella Grande Mela; molti di loro lo hanno fatto proprio in questo quartiere all'avanguardia di Brooklyn. 

Citando Angelo Bellobono: 'New York rimane ancora oggi uno dei più riusciti esperimenti di antropologia contemporanea; il crocevia dove vite, sogni, successi, vulnerabilità e fallimenti si incontrano e stratificano'. 

DUM.BO, curato da Maria Chiara Wang - con il Patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione_ Ufficio Regionale Scolastico dell'Emilia Romagna - è un progetto espositivo risultante dall'ideazione, organizzazione e realizzazione di cinque percorsi tematici proposti dagli stessi artisti agli studenti del Liceo Artistico Arcangeli di Bologna

Gli obiettivi specifici di questa iniziativa sono orientati a favorire l'indagine degli alunni sugli aspetti interdisciplinari del mondo dell'arte contemporanea e a promuovere la collaborazione tra l'Istituzione scolastica e il sistema dell'Arte, per accompagnare gli studenti verso il mondo universitario. DUM.BO è anche acronimo di Didattica Underground Metropolitana _ Bologna e, in quanto tale, vuole porre l'accento su tre aspetti cardine dell'iniziativa: la valenza didattico-formativa attribuita alle attività in programma, il taglio anticonvenzionale e anticonformista del percorso ideato per gli studenti e il carattere metropolitano del progetto. Bologna è una città viva e attiva dal punto di vista culturale, una città che - grazie alle iniziative sia pubbliche che private - offre sempre più spazio all'Arte Contemporanea. 

La mostra organizzata da Contemporary Concept è inserita nel programma ministeriale del Ministero della Pubblica Istruzione_Ufficio Regionale Scolastico dell'Emilia Romagna, nella programmazione degli eventi culturali della manifestazione di ArteFiera e si avvale del patrocinio del Comune di Bologna e dell'Accademia delle Belle Arti di Bologna.

Nell'ambito di Art City Bologna, in occasione di ArteFiera 2018, DUM.BO è un evento pensato, ospitato e allestito all'interno del Centro Studi Didattica delle Arti: un palazzo del XVI secolo facente parte della splendida cornice dell'Insula Gesuitica di Bologna e prima sede dell'Istituto Statale d'Arte della città (n.1885), che conserva al suo interno calchi e bozze dei più importanti artisti italiani tra cui Michelangelo, Pisano, Jacopo della Quercia e Donatello. 

Contemporary Concept è l'istituzione contemporanea che da anni allarga i propri orizzonti a forme d'interazione tra generi - arte visiva, arte digitale e arte urbana – con progetti curatoriali e grandi eventi, privati e pubblici. Contemporary Concept rinnova la sua collaborazione con la città di Bologna, dopo i grandi successi di Andy Warhol e di Takashi Murakami realizzatinelle scorse edizioni di Arte Fiera.  

I cinque artisti in mostra sono stati scelti per la loro rilevanza internazionale e per la spiccata sensibilità pedagogica. Hanno esposto in gallerie e fiere di tutto il mondo e anche i progetti futuri li vedranno proiettati all'estero. La loro presenza, negli anni, è stata registrata a più scale: dal territorio locale, a quello nazionale per poi estendersi oltre confine.
Per Beccari, Bellobono, Bevignani, Bramante e Giacon il confronto e lo scambio con le nuove generazioni è linfa vitale edimprescindibile nel proprio percorso artistico; il dialogo con i giovani diventa fondamentale per la coltivazione di nuovi talentied essenziale per offrire e ricevere stimoli e rimanere a strettocontatto con  il magma fecondo degli artisti emergenti.

Gian Luca Beccari si occupa di videoarte. La sua produzione ha origine nell'epoca analogica, quella dell'arte manuale, delle foto e delle riprese con la pellicola e approda all'era digitale, quella che utilizza la tecnologia come strumento di analisi e mezzo di espressione. Beccari, portavoce dell'estetica della comunicazione di massa e della filosofia mistica applicata, si concentra sul rapporto tra corpo e tecnologia, uomo e macchina, sinapsi e magneti, carne e metallo. Alla base del suo lavoro c'è uno studio approfondito sia a livello di tecnica (computer, sensori, strumenti digitali…)  che di contenuti (dalla filosofia, alla religione, dalla mitologia ai classici). 

L'arte pittorica di Angelo Bellobono è relazionale, sociale, partecipativa e, in quanto tale, l'osservazione e l'ascolto sono elementi fondamentali nella sua ricerca. Bellobono da anni svolge un'indagine sui temi dell'appartenenza e dell'identità condotta a stretto contatto con le comunità e i territori. 'Before and after my time', programma di avvicinamento e approfondimento della storia originale dei primi abitanti di New York, ne è un esempio. 
E proprio nella Grande Mela Bellobono ha deciso di aprire uno studio come ulteriore sede per il suo lavoro, oltre a Roma. Temi ricorrenti nei suoi lavori sono la Montagna, vissuta non come barriera ma come ponte, cerniera tra luoghi; l'idea di Confine come entità in movimento; il Ghiaccio interpretato come archivio, depositario di memorie sedimentate nel tempo; lo Sviluppo Sostenibile come risultato di una relazione virtuosa tra antropologia e geologia.

Giorgio Bevignani è un artista che ama sperimentare: la sua produzione è varia per i temi sviluppati, per i materiali utilizzati, per i volumi e le forme realizzate. I titoli delle sculture palesano l'interesse di Bevignani per la letteratura, la mitologia, la scienza e la filosofia. La luce, il colore, la cristallizzazione dello spazio e del tempo, le sensazioni tattili sono gli aspetti su cui si concentra maggiormente la sua ricerca. Un approfondimento è dedicato dall'artista anche alle tematiche sociali e allo studio della società contemporanea. Bevignani ha vissuto a New York per alcuni anni ed è lì che è avvenuto l'incontro che ha motivato la sua carriera artistica, quello con Leo Castelli, famoso gallerista statunitense, scopritore di grandi talenti come Andy Warhol. 

Davide Bramante è un fotografo ed uno sperimentatore di linguaggi video. Il suo lavoro è la sintesi di tre passioni: l'arte, la fotografia e il viaggio. Le immagini di grande formato in mostra che ritraggono le città metropolitane del mondo sono realizzate con una tecnica fotografica del tutto originale. Bramante sovrappone esposizioni multiple comprendenti da 4 a 9 scatti fatti in fase di ripresa. Nelle sue opere si racchiude ancora l'effetto sorpresa della pellicola: solo nel momento dello sviluppo si scopre il risultato del proprio lavoro. 

Infine, Massimo Giacon è un artista eclettico e poliedrico. Nella sua carriera annovera opere da fumettista, illustratore, designer, musicista. Le sue sculture in ceramica che vedremo esposte in mostra sono il risultato di una riflessione sulla società contemporanea. I giocattoli da emblemadi divertimento e spensieratezza diventano le personificazioni dei vizi e delle debolezze dell'uomo moderno, i simboli della sua corruzione e del suo malessere. 

In occasione dell'inaugurazione della mostra DUM.BO, la sera del 31 gennaioil Centro Studi Didattica delle Arti aprirà le porte del suo splendido spazio da poco restaurato e si presenterà alla città felsinea con i 5 percorsi degli artisti sopracitati. É altresì compresa, in un'ala dello spazio di Via Cartoleria, una sezione con i lavori dei giovani studenti del Liceo Arcangeli che hanno partecipato al progetto Ministeriale. 

Orari mostra:

Mercoledì 31 gennaio | Vernissage su invito, ore 18.30
Giovedì 1 febbraio: 10.00 – 19.00 
Venerdì 2 febbraio: 10.00 – 19.00
Sabato 3 febbraio: 10.00 – 23.30 ART CITY WHITE NIGHT -
Domenica 4 febbraio: 10.00 – 19.00
Orari mostra dal 6 al 25 febbraio: 10.00 –19.00

Ingresso gratuito 

Lunedì chiusura


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mercoledì 24 gennaio 2018

Mostra "Arte senza tempo" Venezia - Evento Carnevale 2018


Mostra di Arte Contemporanea di Pittura, Scultura e Fotografia

"Venezia: Arte senza tempo"

Galleria d' Arte San Vidal
Campo San Zaccaria – Venezia
Vernissage: sabato 3 febbraio ore 17:30
3 – 12 febbraio 2018


Durante i folli giorni del Carnevale, la Galleria d'Arte San Vidal di Venezia ospiterà dal 3 al 12 febbraio 2018 l'esposizione di arte contemporanea a ingresso gratuito "VENEZIA: ARTE SENZA TEMPO" organizzata da PromArte

41 Artisti di spicco nel panorama contemporaneo sono chiamati a confrontarsi, declinando i linguaggi dell'arte nelle forme e nei metodi della pittura, della scultura e della fotografia, per proporre un superamento della dimensione temporale codificata: far dimenticare del tempo che passa e suscitare delle riflessioni che operino un rovesciamento delle convinzioni sul tempo, alla sua consistenza ed evanescenza.

Il vernissage si terrà sabato 3 febbraio alle 17:30, con una performance live di Costanza Benedetelli al violino e Alvise Stiffonial violoncello. 

L'esposizione sarà introdotta dal Dott. Giorgio Vulcano e dalla Dott.ssa Francesca Bogliolo.

L'opera d'arte nella mostra "Arte senza tempo" diventa un innesco che permette di riconsiderare le proprie conoscenze e percezioni sul mondo.Come il Carnevale sovverte le regole, l'arte interviene infattisull'ingranaggio del tempo, smussando le sue estremità dentate, divergendo le sue ruote perpetue, deviando il corso del suo infinito procedere.

L'arte è oltre il tempo. Lo supera quando la sua grandezza raggiunge l'immortalità, oppure lo allenta nella percezione attenta e dilatata dello spettatore che si immerge nei suoi abissi e nelle sue vette. Talvolta invece fa convergere la temporalità verso di sé, attraverso un magnetismo ancestrale, come un buco nero in cui gli eventi e le vite poste sull'orizzonte di ciò che accade precipitano in una dimensione alterata, spazio-tempo in cui si combinano creativamente pensieri ed emozioni.

In questo modo lo spettatore, immerso nella contemplazione di opere senza tempo, riesce a immergersi nel tempo della notte dell'anima, in cui si risveglia l'inconscio e la luna si impossessa dei pensieri. Si ritrova cullato dal notturno dei misteri e del fantastico, una melodia al piano che è una ninnananna per la nostra irrazionalità. Oppure si trova bagnato dalla luce zenitale, senza ombre, senza tentennamenti, quella di un'ora perfetta in cui tutto è illuminato, tutto è chiaro e vive nell'eternità. 

Questo il potere dell'arte, essere della sabbia, manipolatrice di tempo, sogni e realtà.

"Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta."
A. Baricco

Mostra: "VENEZIA: ARTE SENZA TEMPO"
Presentazione critica: Dott. Giorgio Vulcano Dott.ssa Francesca Bogliolo
Spazio espositivo: Galleria d'Arte San Vidal, Campo San Zaccaria - 30122 Venezia
Vernissage: sabato 3 febbraio ore 17:30
Durata: 3/12 febbraio 2018
Ingresso gratuito
Orari: 10:30-12:30, 15:00-18:00 (domenica chiuso)
Artisti: Raiquen ARDUINI, Carlo BALLJANA, Claudio BARBUGLI, Imelda BASSANELLO, Fiorenzo BERTIN, Roberto BONETTI, Diane BONJOUR, Anna Maria CALAMANDREI SANTI, Caterina CALDORA, Adriana CAMPAGNARO, Stefano CATALINI, Margy CAVANNA, Pierluigi COCCHI, Angelo COLANGELO, Mario COLOMBELLI, Federico DE ANGELIS, Mara DESTEFANIS, Giusy Cristina FERRANTE, Giacomo FRIGO, Maria GALATI, Ombretta GIOVAGNINI, Luigi GUARINO, Francesco GUIDONI, LA BEA, Sandra LEVAGGI, Matteo MAGI, Carlotta MANTOVANI, Walter MARIN, Pino NANIA, Paolo REMONDINI, Sergio ROTA SPERTI, Annamaria RUGGERI, Franca SACCHI, Rosalba SANTACROCE, Renzo SBOLCI, Maria Adelaide STORTIGLIONE, Giuseppe TABACCO, Anna Maria TANI, Josefina TEMIN, TODERINI, Giovanni TRIMANI.


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Mostra fotografica "Invisible Light", di SHEILA McKINNON. Roma,14-24 febbraio 2018


INVISIBLE LIGHT
mostra fotografica di
SHEILA McKINNON

Dal 14 febbraio al 24 febbraio 2018
Dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18

Sala del Cenacolo del Complesso di Vicolo Valdina - Camera dei deputati
Ingresso di Piazza Campo Marzio, 42 - Roma

Ingresso libero


La fotografia cattura le realtà della nostra società più di ogni altra forma di comunicazione visiva. Il lavoro di Sheila McKinnon pone l'attenzione su due dei più pressanti problemi del nostro tempo: diritti delle donne/educazione delle ragazze e cambiamenti climatici. 

Da una parte è una dei pochi fotografi che offre un'originale prospettiva di entrambi i problemi – in particolare il primo. 

Il suo lavoro sensibilizza gli spettatori sulla dignità ivi contenuta, la naturale joie de vivre, quando documenta le attività eseguite dalle donne e dalle ragazze in paesi in via di sviluppo con condizioni sociali che le lega ai sistemi nei quali sono inoculate - la continuità dei costumi e la tradizione di leggi ed atteggiamenti in corso da generazioni. 

Nelle sue immagini riguardanti il clima, McKinnon espone la bellezza del nostro pianeta - riassumendo l'impetuosità atmosferica che aleggia sopra e sotto - legata alla terra, in una tavolozza pittorica di spettacolari colori e disegnando la naturale fenomenologia che sgorga dalla pancia della terra.

La sua fotografia e il processo creativo con cui viene presentato invitano a una discussione, che dovrebbe espandersi attorno a tutto il globo su vari livelli, sugli effetti del cambiamento climatico sulle popolazioni migranti, sul nostro approvvigionamento di cibo e acqua e sui tanti svariati modi in cui la nostra reale esistenza è minacciata dall'invasione del cambiamento climatico. Novantasette paesi sono d'accordo su questo e si sono impegnati a partecipare attivamente per invertire il problema.

La mostra è patrocinata dall'Ambasciata del Canada e da Kyoto Club.


SHEILA MCKINNON 
(www.sheilamckinnon.com)
Sheila McKinnon è una rinomata fotografa, giornalista e artista multimediale di origini canadesi, che ha vissuto la maggior parte della sua vita in Italia. 

Ha lavorato per le principali testate a livello mondiale, come The New York Times, Newsweek e Condé Nast, e con numerose pubblicazioni italiane incluso la Repubblica, il Messaggero, Corriere della Sera, l'Espresso, etc.

McKinnon ha collaborato con organizzazioni umanitarie ed agenzie UN come UNICEF, FAO, UNFPA, IDLO e molte altre.

Ha fatto importanti esposizioni al Museo di Roma in Trastevere, al Palazzo Ducale a Genova, al The Robert F. Kennedy International House of Human Rights a Firenze, al Palazzo delle Esposizioni a Roma e in occasione del G8 a Siracusa, Sicilia, nel 2009, la sua mostra Invisible Women è stata presentata dal Ministero dell'Ambiente italiano.

Ha pubblicato diversi libri e le sue opere sono ricercate da collezionisti in tutto il mondo. 

Una selezione di 22 immagini di grande formato sono parte della collezione permanente del patrimonio culturale dell'Italia.

Per maggiori informazioni: 
http://www.sheilamckinnon.com/bio_it.pdf


venerdì 19 gennaio 2018

Tiziana Tommei - SetUp 2018 | Enrico Fico - Simone Lingua. Bologna, 1/4 febbraio 2018

Dal 1 al 4 febbraio 2018, Tiziana Tommei sarà presente a SetUp Contemporary Art Fair 2018 a Palazzo Pallavicini, Bologna, con un progetto espositivo incentrato su due artisti e ideato a partire dal tema proposto quest'anno - l'attesa

In linea con la scorsa edizione, a cui aveva preso parte come Galleria 33, Tiziana Tommei torna quest'anno a sostenere il lavoro di Enrico Fico (Napoli, 1985), artista candidato con l'opera WAX sia al premio SetUp che al premio Tiziano Campolmi. 

Accanto a questa conferma, una nuova proposta: Simone Lingua (Cuneo, 1981), nome emergente dell'arte cinetica e optical. 

In risposta al tema dato, Tiziana Tommei ha voluto concentrarsi su di un componente particolare dell'attesa, che, come essa stessa scrive nell'incipit del testo critico è «quello stato di sospensione in cui perfino gli opposti possono convivere in armonia». 

Essa mette al centro una riflessione, affermando: «insita nell'attesa stessa è la logica della contraddizione: uno stato di apparente pax e stasi in cui in verità tutto scorre e che, in potenza, reca già in sé l'oggetto o evento in procinto di manifestarsi». 

Da qui la decisione di affiancare in mostra due artisti e insieme «due linguaggi artistici - e insieme due modi di vedere e concepire l'arte - molto distanti tra loro, se non addirittura assolutamente antitetici […] Da un lato il tono introspettivo e silenzioso, riservato ed emotivo, autobiografico ed ermetico del lavoro di Fico; dall'altro il carattere dinamico e programmato, estetico e scientifico, cinetico e ipnotico delle opere di Simone Lingua». Il titolo del testo, "Poesia interrotta", è allineato con l'aspetto dell'antinomia e rafforzato in un ossimoro dalla dichiarazione aperta e diretta che apre lo scritto: «Ho sempre amato le attese».
 
Enrico Fico presenta tre progetti inediti: WAX, Sótto pèlle e Selected Objects. Opere di piccolo formato, nelle quali la cera è assoluta protagonista. Anche in queste nuovi lavori, egli mantiene al centro della sua ricerca il rapporto tra immagine e testo: un nodo che egli non vuole sciogliere, ma indagare in ordine alla sua entità ed essenza. Selected Objects rappresenta la proiezione in formato di sculto-installazione di Ghiandole, collezione presentata lo scorso anno a SetUp. 

Se in queste opere sono (ancora) gli oggetti inanimati il vocabolo di espressione scelto, WAX e Sótto pèlle segnano nel percorso di Fico l'inizio di un'indagine rivolta alla figura umana. Con l'apertura di WAX l'artista sceglie per la prima volta come soggetto il corpo umano (e il ritratto) e in Sótto pélle si spinge oltre. Tiziana Tommei descrive come segue quest'ultimo progetto: «Immagini mentali di un corpo fisico. 

Frammenti astratti di nudo, scomposto, indagato e catturato, eppure non deducibile persino nella sua entità immanente. Ombre, profili e dettagli nella quali non viene restituito nulla di epidermico e dove tutto è sublimato. Ogni scatto trascende la realtà sensibile, la pelle e le membra, per divenire un fatto intimo e personale, volutamente non intellegibile».
 
Simone Lingua espone in forma di installazione una delle sue ultime sperimentazioni in ambito cinetico: la cupola. Plexiglass cromato e verniciato, 60 cm di diametro e 30 di profondità: attraverso questa nuova dimensione, l'artista studia i riflessi di grafiche geometriche diverse su di una superficie convessa, creando nuovi cinetismi, che vengono perfezionati con effetti optical. 

Come scrive Tiziana Tommei «Per capire veramente l'arte cinetica di Simone Lingua occorrerebbe seguirne tutte le fasi di creazione: dall'ideazione, alla progettazione fino alla realizzazione dell'opera. Noi vediamo il risultato di un processo molto complesso: esso muove da un'idea puramente astratta, che immediatamente dopo si traduce in segno grafico - disegno a mano libera - per poi prendere forma attraverso i materiali. […] Il fulcro di tutto è il riguardante, o meglio il suo sguardo. 

L'artista, nel corso dell'iter creativo, è chiamato continuamente a misurarsi con il punto di vista dello spettatore. Potremmo definirla un'empatia di sguardi, una relazione a tre, tra soggetto che osserva, autore e oggetto osservato […]. Si cerca, attraverso la sperimentazione, di sorprendere e catturare l'altro, di mantenere la sua attenzione, invitandolo a lasciarsi trasportare».
  

Informazioni tecniche
Spazio/Stand A6: Tiziana Tommei
Artisti: Enrico Fico, Simone Lingua
Communication Manager
Amalia Di Lanno
SetUp Contemporary Art Fair 2018
1 - 4 febbraio 2018
Palazzo Pallavicini
Via San Felice 24, Bologna
Preview
giovedì 1 febbraio, ore 20.00 > 24.00
Apertura al pubblico
giovedì, ore 21.00 > 24.00
venerdì e sabato, ore 16.00 > 24.00
domenica, ore 11.30 > 22.00

Ingresso € 7,00

Ingresso gratuito per i bambini di età inferiore a 7 anni

mercoledì 17 gennaio 2018

Mostra “IDENTITÀ IMPROBABILI. PAOLO RADI ED EMANUELA FIORELLI”

Musei di San Salvatore in Lauro 

A cura di: Giovanni Granzotto

Testi: Giovanni Granzotto, Alessia Carlino

Catalogo: Il Cigno GG Edizioni

INAUGURAZIONE venerdì 19 gennaio 2018 ore 19.00

 
«La trasformazione è data dall'unione di materiali diversi che, insieme, si completano ed evocano il passaggio da un luogo all'altro, da un tempo a un altro tempo». Racchiude questo "Identità Improbabili" l'esposizione - organizzata da "Il Cigno Edizioni" in collaborazione con Studio d'Arte GR e curata da Giovanni Granzotto - degli artisti Paolo Radi ed Emanuela Fiorelli che verrà inaugurata venerdì 19 gennaio a Roma, nei Musei di San Salvatore in Lauro, nel Complesso Monumentale del Pio Sodalizio del Piceni.
Due artisti diversi, che però si completano, due raffigurazioni opposte che però si toccano, due artisti da sempre impegnati nel dare forma al rapporto tra l'uomo e lo spazio, inteso non solo dal punto di vista geometrico e concettuale, ma anche corporeo e percettivo.

Nelle opere dell'una la razionalità si sensibilizza, in quelle dell'altro la luce diventa armonia del visibile. Entrambi sono però accomunati da una ricerca che si interroga su ciò che appare e ciò che traspare. 

Gli artisti obbligano infatti gli spettatori ad avvicinarsi e a retrocedere dalle opere, "costringendoli" a cambiare di continuo il punto di vista, mettendo alla prova la propria percezione.

Paolo Radi utilizza materiali variegati (tra cui anche l'acciaio inox) per dare forma a una membrana-diaframma che sembra pulsare, fremere sottopelle, rivelando senza mai svelare completamente il proprio contenuto. 

In parte occultata, in parte ancora visibile, la scultura racchiusa all'interno è resa impalpabile, come fosse stata disancorata dal suo peso e stesse per involarsi. 

«Per me la luce è l'elemento più evocativo. E poi c'è il buio. I neri che utilizzo in molte opere sembrano aprire a qualcosa, ma in realtà non aprono a nulla. Possono essere intesi come ricordi che vanno e che vengono», racconta l'artista romano che orienta la propria ricerca verso lo studio delle qualità formali dell'immagine, rintracciando e analizzando, all'interno della storia dell'arte, l'opera di personalità affini al proprio percorso tra cui Kazimir Malevič e Ben Nicholson. "Identità improbabili" verosimilmente racchiude tutto questo.

Le sculture di Emanuela Fiorelli sono la trasposizione di uno schema mentale preordinato che, attraverso la distensione e l'ordito di un filo elastico prende la forma di piani e volumi. «Sono evidentemente affascinata dalla geometria ma allo stesso tempo mi piace anche metterla in discussione».

Ed è proprio la geometria ad accumunare i due artisti, che sono, tra le altre cose, anche marito e moglie. «La geometria come la intendiamo noi non completa come quella tradizionale, ma nega quasi se stessa».

La mostra pensata per gli ampi spazi del Museo, prevede anche l'esposizione di nuove opere dei due artisti capitolini ispirati al tema del passaggio, mondo intermedio di transizione tra sensibile e intellegibile ovvero, attraversamento da uno stato fisico ad uno stato mentale.

Si delinea infatti nelle ultime opere di Radi una caratteristica che lui definisce "intarsi" forme tagliate dove si va a focalizzare l'opera stessa in una sorta di ascesi di luce e abisso di silenzio.

Il taglio è anche il protagonista delle ultime opere della Fiorelli che, come scrive lei stessa, «sono sottrazioni alla continuità, confine che delinea un'apertura all'altrove».

La mostra prevede anche la presentazione di alcune installazioni dei due artisti che si articoleranno nei suggestivi spazi dei Musei di San Salvatore in Lauro.


Musei di San Salvatore in Lauro
Piazza San Salvatore in Lauro, Roma

Dal 19 gennaio al 28 febbraio 2018
Orari e giorni: dal martedì al venerdì: 10.00-13.00 / 15.30-18.30
Sabato: 10.00-13.00; domenica e lunedì chiuso.
  
Informazioni: Il Cigno GG Edizioni, tel: 06 6865493

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"La luce dell'anima" di Ghitta Carell in mostra al Salone della Cultura 2018 - Milano, 20 e 21 gennaio 2018

 FONDAZIONE 3M:
"LA LUCE DELL'ANIMA" DI GHITTA CARELL
IN MOSTRA AL SALONE DELLA CULTURA 2018 

Il 20 e 21 gennaio 86 ritratti di Ghitta Carell tratti dall'Archivio
della Fondazione 3M saranno esposti negli spazi di SuperStudio Più di Milano

In mostra anche le creazioni di gioielli in argento realizzate dagli allievi del corso di lavorazioni artistiche e oreficeria della scuola professionale Galdus ispirate dai ritratti di Ghitta Carell

Milano, 16 gennaio 2018 – In occasione della seconda edizione del Salone della Cultura in programma il 20 e il 21 gennaio a Milano presso gli spazi di SuperStudio Più, Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di oltre 110 mila immagini, presenta la mostra "La Luce dell'Anima" della fotografa Ghitta Carell.

Curata dal critico fotografico Roberto Mutti, la mostra "La luce dell'anima" raccoglie 86 scatti realizzati fra la fine degli anni Venti e la seconda metà degli anni Cinquanta, che rappresentano il panorama dei profondi mutamenti di cui l'Italia è stata protagonista, visti attraverso i volti, le posture, gli abiti e gli stili dei personaggi ritratti da Ghitta Carell.

Ghitta Carell, affermata ritrattista nella Roma degli anni Trenta, ha origini ungheresi. Dopo aver frequentato dei corsi a Budapest, con un fotografo ufficiale della corte austroungarica, poi a Leipzig e a Vienna, nel 1924 si trasferisce a Firenze, dove frequenta gli ambienti intellettuali della città. La fotografa lavora anche a Milano, dove ritrae i personaggi del mondo della finanza. Introdotta alla corte di casa Savoia, nel 1928 apre un nuovo studio a Roma, dove passeranno tutti gli esponenti più in vista della classe dirigente dell'Italia di quegli anni, dai politici agli aristocratici.

Ghitta Carell è stata spesso definita come l'interprete del mondo del potere, grazie alle sue opere più famose realizzate negli anni Trenta, in piena era fascista: i ritratti di Mussolini, di Pio XII e di molti nobili. La sua opera, tuttavia, è assai più complessa, come dimostrano i ritratti di persone comuni e le molte immagini di politici del dopoguerra, quali Giulio Andreotti, Giuseppe Saragat, Giovanni Gronchi, Alcide De Gasperi, di scrittori come Cesare Pavese, di attrici come Valentina Cortese, di personaggi come Walt Disney e di giornalisti come Camilla Cederna.

L'opera di Ghitta Carell è caratterizzata da un modo di operare apparentemente semplice – usava una macchina a lastre nel formato 18x24, più raramente una Rolleiflex 6x6 – Ghitta Carell era attenta alla composizione, rigorosa nella scelta delle luci, raffinata nella stampa che curava personalmente, così come gli accurati interventi di ritocco per migliorare il risultato finale.

Il Salone della Cultura, giunto alla sua seconda edizione dopo aver raccolto lo scorso anno oltre 35.000 visitatori, rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti del libro e della cultura in generale. L'obiettivo della manifestazione è quello di offrire agli editori, espositori, librai dell'usato, collezionisti, e librai antiquari – ALAI (Associazione Librai Antiquari Italiani) che esporranno grande visibilità, coinvolgendo nel contempo il pubblico partecipante all'interno di un vero e proprio contenitore culturale attraverso esperienze formative e interattive.

Per la seconda edizione del Salone della Cultura continua inoltre la partecipazione della scuola professionale Galdus e dei suoi allievi. La manifestazione ha affidato parte dell'accoglienza e dell'allestimento agli studenti del corso di informatica gestionale per turismo, eventi ed azienda della scuola e ospita in uno spazio dedicato i segreti dell'arte orafa e le sue nuove forme, i suoi maestri e i giovani orafi di domani, in una Milano che, ancora oggi, è uno dei 5 distretti italiani dell'oreficeria.

Sono in mostra le creazioni di gioielli in argento, che gli allievi del corso di lavorazioni artistiche e oreficeria della scuola professionale Galdus hanno ideato e realizzato ispirandosi alle tiare indossate dagli esponenti delle famiglie reali dei ritratti di Ghitta Carell di Fondazione 3M, rivisitandole alla luce degli status symbol di oggi. 

Tra anelli, ciondoli e bracciali sarà possibile viaggiare dagli anni Trenta ad oggi attraverso i gioielli indossati dai più giovani. La tiara, indossata fin dall'antichità come segno di distinzione, ha ritrovato un grande successo a partire dalla fine del '700 per comparire oggi in occasione di nozze ed eventi con dress code. Al pubblico verrà offerta la possibilità di sperimentare alcune tecniche dell'arte orafa in due laboratori dedicati al gioiello di carta e alle sculture libro, con la guida degli allievi e maestri orafi del corso di lavorazioni artistiche e oreficeria. 

Tra i maestri dell'arte orafa milanese di oggi Italo Antico, maestro di scultura e orafo, premio Compasso d'Oro 2011, espone alcune sue sculture gioiello in dialogo con gli allievi e i maestri orafi della scuola professionale Galdus: Rossana Ricolfi, Rosa Maria Venetucci, Dario Mambretti, Bruno Spinazzè.


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