CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Mostre ed Esposizioni

Cerca nel blog

sabato 18 gennaio 2014

Anima gonfia che, che, che, che, che, che...






Lunedì 24 gennaio 2005 “Azione e Svantaggi”

Ieri! Sono cresciuto la mia anima si è gonfiata la mia coscienza si è allargata, la mia consapevolezza è più spessa, ma ne avrei fatto volentieri a meno.

Ieri! Non so che ricorrenza fosse ma su tutti i canali TV vi erano continui documenti sulla shoah che rivelavano verità sconvolgenti per il nostro io.

Ieri! Non riuscivo a staccare i sensi dallo schermo televisivo. Le interruzioni pubblicitarie, che in genere odio più di ogni altra cosa, erano quasi indispensabili per dare modo al mio cervello di respirare elaborando ed ordinando la marea di emozioni pensieri e riflessioni che quello che stavo vedendo ed ascoltando scatenava a getto continuo nella mia mente.

Ieri! Ho visto il mostro che dentro di noi ogni mattina dobbiamo annichilire e spingere in punizione in un angolo.

Ieri! Risucchiato come in un vortice ho compreso tutta la mia inutilità di artista di fronte a quello che apprendevo.

Ieri! Mi sono vergognato di aver qualche volta, anche se solo per qualche istante, pensato o più semplicemente ascoltato senza dire nulla, chi si lamentava del fatto che si parli ancora troppo di quello che ebrei ed altre minoranze etniche hanno vissuto sulla loro pelle.
Mi vergogno, mi vergogno, mi vergogno, di non aver avuto il coraggio di dirgli che non si può smettere ne ora ne mai di ripetere continuamente quello che e stato tentato di fare dai nazisti durante la guerra, perché questa tragedia enorme non è patrimonio del popolo ebreo e tedesco ma una tragedia che riguarda l'umanità intera nella sua totalità, e non tanto per la vastità delle popolazioni coinvolte ma per quello che degli esseri umani sono riusciti a fare. E per favore non parliamo di tentativo di fare perché non si può parlare di tentativo quando si uccidono a sangue freddo quasi 20 milioni e dico 20 milioni di persone. Quella di Hitler e dei suoi compari (che sono stati molti ma molti di più di quello che si vuole far credere) è un successo, un successo in pieno stile, messo in atto da quella macchina di morte che era il terzo richt.

Ieri! Ho capito che la storia ci parla anche di altre stragi sanguinose e cruente compiute da alcuni popoli su altri come quella degli europei sugli indiani americani o ancora prima dei spagnoli e portoghesi sulle popolazioni indigene dell’America del sud, ed in Asia dove i cinesi giapponesi e sovietici hanno fatto altrettanto.
Perché è vero che ancora oggi vi sono in atto dei tentativi di pulizia etnica di cui si parla troppo poco.
Ma nessuno è riuscito a fare quello che i nazisti sono riusciti a fare durante la 2° guerra mondiale. Attenzione non parlo delle cattiveria ferocia, crudeltà messa in atto da questi, perché a qualcuno non sembrerà possibile, ma vi è chi prima e dopo di loro ha saputo fare peggio. Ma parlo della loro lucida e scientifica follia delle loro azioni.
Non riesco a credere che possa essere esistito qualcuno che sia riuscito a sostenere il peso della pazzia che le loro menti malate partorivano giorno dopo giorno.
Non riesco a credere che fossero realmente degli esseri umani, mi resta più facile pensare che fossero degli extra terresti camuffati da uomini. Forse quelli che qualcuno già cercava tra di noi prima ancora della seconda guerra mondiale.

Ieri! Ho capito che non esiste un popolo di assassini… ma per qualcuno attuare un progetto di sterminio di massa non è stato diverso da altri progetti e per compierlo al meglio ha avuto il terribile cinismo d’imparare analizzando quello che l’opera in corso del massacro gli forniva come esperienza.

Ieri! Mi hanno spiegato che anche per fare bene il mestiere dell’assassino, dell’aguzzino, del carnefice bisogna avere l’umiltà di saper imparare dai propri errori e questa è l’unica umiltà messa in atto dalle SS, dalle forze speciali naziste e da molti altri tedeschi e non solo.

Ieri! Non riuscivo a dormire perché continuava presentarsi chiaro nella mente il percorso schematico messo appunto dai nazisti per uccidere milioni d’innocenti, colpevoli solo di essere nati. Per esorcizzare questo stato emotivo ho dovuto trascriverlo qui di seguito:




  • Azione; Si uccidevano in prossimità o nelle vicinanze delle loro case e cospargendoli di benzina gli si dava fuoco. Svantaggi; Il lavoro non veniva mai ben fatto ed i corpi rimanevano spesso semi carbonizzati. Si sprecava un sacco di preziosa benzina, e bisognava faticare non poco per procurarsi la legna necessaria abbattendo spesso molti amati e stimati alberi che i tedeschi apprezzavano sicuramente più degli ebrei.

  • Azione; Si portavano nei boschi si uccidevano vestiti si scavavano delle fosse poco profonde e venivano buttati dentro. Svantaggi; Anche così i tedeschi scoprirono piuttosto presto che questo costava loro molta fatica per scavare le fosse e gettarvi i corpi dentro. Inoltre spesso se non si voleva o non si aveva il tempo di spogliarli i vestiti ed altro non era riciclabile e tutto andava perduto.

  • Azione; Allora si pensò bene di portarli si! a fare una breve gita nei boschi ma prima di ucciderli gli facevano scavare la loro stessa fossa poi li facevano spogliare, li mettevano in fila nudi sul ciglio e sparandogli non dovevano neanche fare la fatica di spingere i corpi giù nella buca comune. Poteva capitare che qualcuno si ostinasse a non morire come da statuto, ed allora la povera truppa tedesca doveva faticare un po’ di più con qualche calcio qui e lì.Vi consiglierei poi di evitare la solita stupida riflessione “Visto la fine imminente avrebbero potuto rifiutarsi di scavare la fossa ,e tentare magari di scappare ribellandosi tutti insieme, sarebbero morti ugualmente, ma almeno…”. Ma almeno che? avete visto troppi film di Rambo e non avete mai assistito ad un uomo che muore con il cervello spappolato da un colpo di pistola Svantaggi; Si sprecavano molte munizioni, bisognava ricoprire la fossa ed era un procedimento molto lungo, ma incredibile a credersi questo non erano il vero problema. Il problema più grosso era costituito dalle conseguenze che riportavano i soldati del plotone di esecuzione che finivano per avere a seguito di ciò che facevano gravi disturbi psicofisici e molti di loro finivano per stare male e marcavano visita, alcuni impazzivano o scappavano, qualcuno addirittura si suicidava, ma nessuno si rifiuto mai di fare il proprio dovere. E se un essere umano preferisce suicidarsi piuttosto che rifiutarsi di eseguire un ordine credo debba essere oggetto di un attenta riflessione e forse a questi si! Che varrebbe la pena di scoperchiargli la testa per vedere come rimbalzano da una parte all’altra i neuroni del loro cervelletto. Probabilmente in maniera più interessante di quelli dei gemelli monozigoti vivisezionati dai nazzi-scienziati pazzi.

  • Azione; A questo punto era chiaro che dovevano trovare altri sistemi più sbrigativi, meno faticosi, ma soprattutto meno shockanti e traumatizzanti per la truppa. Non fu difficile trovarli, infatti, è a questo punto che scesero in campo con tutta la loro creatività le menti più criminali partorite in seno al regime. Cominciarono ad utilizzare di volta in volta quello che l’occasione ed il territorio offriva. Pertanto, in un caso la comunità intera di un paese venne tutta rinchiusa in una sinagoga alla quale venne poi appiccato il fuoco non risparmiandosi di sparare raffiche di mitra sui bambini che alcuni genitori nella speranza di salvarli gettavano da alcune finestre che erano riuscite ad aprire. In altri casi specialmente nei paesi freddi del nord si approfittava dei vasti laghi ghiacciati nei quali si praticava un grosso buco dove venivano gettate centinaia di ebrei, e non solo, e poi richiuse. Dove non vi erano laghi si penso di sotterrarli vivi, E’ stata questa una delle scene più scioccanti che ho visto ieri incollato allo schermo con occhi secchi che non riuscivano a trovare il tempo di sbattere le palpebre per essere inumiditi. Ma finalmente arriva il colpo di genio, e qualcuno, credo a Treblinka ma potrei sbagliarmi, pensò per la prima volta di usare i gas. Quella prima volta usarono i gas di scarico degli automezzi, ma visto i buoni risultati non ci misero molto ad organizzarsi. Svantaggi; Pochi, se non quello di quegli odiosi cadaveri da eliminare ma alla quale trovarono ben presto una soluzione alla loro altezza e che gli procurerà parecchia fama ma di quella infame degna della loro infamia , i forni crematori.

  • Azione; E quindi arrivarono i campi di sterminio di Aushwitz, Dachau e molti altri, organizzati per rendere le cose più semplici e sbrigative per tutti, sia ai carnefici, che a questo punto non dovevano far altro che sorvegliare ed impartire ordini, ai martiri che condannati a morte quasi potevano scegliere come morire, sparati, bastonati, gasati, fulminati sui fili di recinzioni, impiccati (i più volenterosi riuscirono a farlo anche da soli), poi c’era chi sceglieva di morire di fame regalando fino all’ultimo giorno quella poca schifezza che gli davano da mangiare ai propri compagni ecc. ecc.. Svantaggi; Nessuno, anzi qualche vantaggio visto che i tedeschi riuscivano così a procurarsi la materia prima a bassissimo costo per fare saponette ed affini. Quindi questa volta niente controindicazioni, la macchina della morte era riuscita a trovare la sua perfetta chiusura del cerchio. L’unica preoccupazione consisteva nel fatto di fare presto perché stavano, fortunatamente per tutti noi, perdendo la guerra.




Avete! Avete visto quanta volontà, quanta abnegazione, quanti sacrifici bisogna fare, ma soprattutto quanto sia importante la pratica, per imparare bene il proprio lavoro di assassini o più propriamente di sterminatori di massa?

Materia prima per imparare c’è nera molta in Europa. Troppa… purtroppo. Provo miseria nel pensare che... e mi resta difficile credere che... se non ci fossero stati ebrei o zingari ecc. questi carnefici avrebbe rinunciato ad imparare sempre meglio il loro mestiere, ma ciò che ho visto ed ascoltato non riesce a farmi pensare diversamente.
E si! Perché di propensione al mestiere di carnefici-assassini bisogna parlare e non di ideologia quando si riesce a mettere in atto un escalation come quella descritta qui di seguito:

  • NNNNEMICI; Hanno cominciato con l’uccidere gli avversari politici o chiunque la pensasse diversamente, perché n-e-m-i-c-i del popolo tedesco di cui “solo Lui” voleva il bene.
  • SSSSCOMODI; Per passare subito dopo a tutti coloro che pur pensando nella stesso modo erano però concorrenti s-c-o-m-o-d-i, e quindi traditori e spie al servizio del nemico.
  • CCCCARITA; E quindi giunge finalmente il momento di cominciare a mettere in atto un po’ di c-a-r-i-t-à e misericordia aiutando tutti quei poveri malati di mente rinchiusi nei manicomi a porre termine alla loro sofferenza terrena. Certi di compiere quello che loro stessi desideravano più di ogni altra cosa, li aiutavano a trapassare felici e contenti visto che così facendo davano una mano anche alla loro madre patria nel risparmiare risorse ed energie importanti che poteva essere in questo modo spostate su fronti più produttivi e necessari al regime, tutto in nome della gloriosa collettività germanica
  • DDDDANNOSI; Ben presto arrivò il turno dei leader, degli intellettuali, degli uomini più attivi ed intelligenti che avevano la sola colpa di essere ebrei, quindi d-a-n-n-o-s-i alla causa della comunità ariana.
  • NNNNOCIVI; Da qui al passo successivo, e dichiarare tutti gli ebrei, zingari, negri ed altre etnie esseri inferiori, fu breve. Tutti gli uomini adulti di tali razze vennero considerati n-o-c-i-v-i al popolo dell’impero. Pertanto andavano espulsi od eliminati in qualche modo, anche perché non degni di calpestare la stessa terra della razza suprema.
  • PPPPERICOLOSI; Dopo poco si decise di eliminare, quanto prima, tutti gli uomini dal sedicesimo anno di età delle etnie sopra citate considerati p-e-r-i-c-o-l-o-s-i per cui destinati a morire. Per il momento si escludevano dal massacro le donne ed i bambini con i quali non si era ancora deciso cosa fare.
  • IIIINFERIORI; Quindi, arrivò l’ordine di eliminare anche le donne che avrebbero potuto partorire altri inutili esseri i-n-f-e-r-i-o-r-i.
  • IIIINUTILI; Ma alla fine si decise di non tergiversare più e di ucciderli tutti, avendo però l’accortezza di cominciare dai i più deboli e malati insieme ai vecchi donne e bambini considerati i-n-u-t-i-l-i e pertanto un peso non più sostenibile dal grande stato.




Ma a questo punto sorgeva un problema… ammazzare tutta quella gente era un impegno troppo faticoso d’assolvere da soli cosi ebbero la brillante idea di farsi aiutare dagli stessi ebrei ed altri prigionieri. Nasce così la figura del “Capò” che in genere veniva assegnata ai più robusti degli uomini e delle donne. Altri ancora sani, e fisicamente sfruttabili, venivano utilizzati come schiavi per ogni tipo d’impiego, i più degradanti. Praticamente quello che all’inizio delle persecuzioni era considerata la condizione peggiore che ti potesse capitare, divenne ben presto la più ambita.
Divenire uno schiavo condannato ai lavori forzati sottoposto ai più efferati maltrattamenti perdendo ogni sorta di dignità nei confronti della propria persona era l’unico modo che ti permetteva di rimanere in vita.

Quando! Quando poi ho ascoltato la testimonianza dell’uomo dai pantaloni corti scampato alla morte è nato in me la necessità di scrivere qualcosa nel tentativo di descrivere le mie emozioni i miei pensieri.

che

Che!…Quella mattina mia madre, sapeva che sarebbero venuti a prenderci ed era informata di come andavano le cose.
Prendendomi da una parte, mi domandò (ma in realtà me lo stava dicendo) “Cosa vuoi fare? vuoi metterti i pantaloncini corti?, ed allora resteremo sempre insieme e vicini in fila con me e la tua sorellina e non ci divideranno, o vuoi metterti i pantaloni lunghi ed allora i tedeschi potrebbero pensare che sei già un uomo e ti metteranno nella fila con papa e tutti gli altri uomini?”. Non aspetto la mia risposta e mi mise i pantaloni lunghi. Quel giorno sul piazzale, quando ci divisero, fu l’ultima volta che vidi mia madre e la mia sorellina”

che

Che!…Un bambino nudo cerca in ginocchio a tastoni la mano del padre appena ucciso. Un tenete si avvicina estrae la pistola dalla fondina l’appoggia alla nuca del bambino, ancora carponi, e spara…. poi con un calcio lo spinge giù nella fossa. Il tedesco che ha raccontato questa storia piangendo ha detto “avrei dovuto raccontarlo a qualcuno, avrei dovuto farlo sapere…e forse qualcuno li avrebbe fermati”

che

Che!…Una donna sulla banchina ferroviaria rifiuta di separasi dal suo bambino, la minacciano dicendogli che se non lo avesse fatto l’avrebbero uccisa insieme a lui, lei risponde che avrebbe preferito morire piuttosto. Un tedesco delle SS si avvicina estrae la pistola, accosta le due teste, quella del bambino a quella della madre e spara un colpo, poi soddisfatto rivolgendosi a tutto il pubblico non pagante grida ad alta voce mostrandola la pistola orgoglioso “con una sola pallottola ”.

che

Che!…Uno degli addetti alle camere a gas appena apre la porta sente il pianto di un bambino. Subito si accorge che un neonato era sopravvissuto miracolosamente, avverte immediatamente un soldato nazista che deciso senza battere ciglio, ne pensarci su un attimo, si avvicina al piccolo e gli spara un colpo. Uscendo dice “I miracoli non esistono” rivolgendosi a tutti coloro che avevano osato proferire la parola miracolo. Probabilmente aveva ragione lui in quel punto del modo non esisteva e non vi era spazio che per una sola realtà di cui lui era guardiano e Dio.

che

Che!…Una bambina nuda viene travolta e quasi soffocata dai corpi anch'essi nudi degli adulti, che morendo gli crollano in dosso. Quando sente che cantando sotto i fumi dell’alcol il plotone di esecuzione se ne stava andando, con estrema fatica riesce ad emergere da quella montagna di cadaveri e fugge nel bosco.

che

Che!…Questi sono solo alcuni dei tantissimi incredibili, sconvolgenti e shockanti episodi raccontati dai sopravvissuti all’Olocausto che ieri mi si sono scolpiti nella mente, ma non ne sono contento, perché e solo la mia memoria e come tale non esiste se non dentro di me, mentre ben altro valore ed importanza avrebbe scolpire la pietra della memoria collettiva.

CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE




Estensione dell'olocausto
Il numero esatto di persone uccise dal regime nazista è ancora soggetto a ulteriori ricerche. Recentemente, documenti declassificati di provenienza britannica e sovietica hanno indicato che il totale potrebbe essere superiore a quanto ritenuto in precedenza. Ad ogni modo, le seguenti stime sono considerate altamente affidabili.
  • 5,6–6,1 milioni di ebrei
  • 3,5–6 milioni di civili Slavi
  • 2,5–4 milioni di prigionieri di guerra
  • 1–1,5 milioni di dissidenti politici
  • 200.000–800.000 tra Rom e Sinti
  • 200.000–300.000 handicappati
  • 10.000–250.000 omosessuali
  • 2.000 Testimoni di Geova


CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE CHE

anima gonfia

ieri

azione e svantaggi

nnnn ssss cccc dddd nnnn pppp iiii iiii

che

questa la breve storia dell’azione ed i suoi svantaggi












Pino Boresta

venerdì 17 gennaio 2014

Mostra “Per non dimenticare” - Incontro con l’artista Zanella


Mostra "Per non dimenticare" - Incontro con l'artista Zanella
Cevo (BS), dal 18 gennaio al 27 gennaio 2014

Inaugurazione sabato 18 gennaio, ore 18:00


In occasione della "Giornata della Memoria", il Museo della Resistenza di Valsaviore, in collaborazione con il Sistema bibliotecario di Valle Camonica e la Rete bibliotecaria bresciana, con il patrocinio di ANPI (Associazione nazionale partigiani d'Italia) Valsaviore, Comune di Cevo, Unione dei Comuni di Valsaviore, Comunità montana di Valle Camonica, Consorzio B.I.M., Accademia Tadini di Lovere, propone una serie di iniziative per commemorare le vittime del nazifascismo e dell'Olocausto, nella ricorrenza dell'ingresso delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa nel campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, nel 1945.

La mostra bibliotecaria "Per non dimenticare" è allestita da sabato 18 a lunedì 27 gennaio a Cevo (BS), presso i locali della ex cooperativa; in esposizione, la grande tela dell'artista loverese Angelo Zanella intitolata "Memoria" (2011), realizzata con tecnica mista. 

Il programma prevede per sabato 18 gennaio, alle ore 10:00, lo spettacolo "Anne Frank", presso la sala polivalente di Cedegolo, per gli studenti dell'Istituto comprensivo "Bernardino Zendrini"; alle ore 18:00 a Cevo, presso i locali dell'ex Cooperativa, l'inaugurazione della mostra bibliotecaria; alle ore 20:30 a Cevo, presso la sala consiliare, la replica dello spettacolo "Anne Frank" aperta al pubblico, con ingresso libero. Sabato 25 gennaio 2014 incontro con l'autore: Marco Albertario, conservatore dell'Accademia Tadini, presenterà la tela "Memoria" e l'artista Angelo Zanella.

La mostra resterà aperta nei seguenti orari:

- domenica 19 gennaio, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00
- sabato 25 gennaio, dalle 15:00 alle 17:00
- domenica 26 gennaio, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00
- lunedì 27 gennaio, dalle15:00 alle 17:00

Da lunedì 20 a venerdì 24 gennaio 2014 la mostra è aperta su prenotazione, contattando il numero di telefono 331.2972776, chiedere di Katia.







giovedì 16 gennaio 2014

Rostros, ahora y aquí la mostra di Sergio Grispello al WTArtspace di Barcellona



L'incontro è il tema della mostra del fotografo partenopeo che per la prima volta presenta al pubblico un'esposizione fotografica interattiva a Barcellona. Al WTArtspace inaugurazione giovedì 16 gennaio, finissage venerdì 28 febbraio 2014.

Rostros, ahora y aquí di Sergio Grispello


Rostros, ahora y aquì di Sergio Grispello

Inaugurazione: 16 di Gennaio 2014 alle 19.30

Werner Thöni Artspace (WTA)

Calle Legalitat, 49

Bajos / Gràcia

Barcelona


La mostra sarà aperta al pubblico

dal martedì al venerdì

dalle 11.30 alle 14.00 e dalle 18:30 alle 20:30


Restituire attraverso un ritratto fotografico l'incontro intimo con uno sconosciuto è l'obiettivo della mostra fotografica interattivadel fotografo partenopeo Sergio GrispelloRostros, ahora y aquí è il progetto al quale lavora dal 2012 tra Barcellona e Napoli. Attraverso questo lavoro, l'artista vuole documentare le città e glispazi vissuti dalla gente, dall'interno degli stessi, raccontando le differenti storie attraverso i volti sui quali sono inscritti.

Rostros, ahora y aquí inaugurerà in modo dinamico la stagione 2014 del Centro de Arte Emergente WTA, il fotografo inviterà ipassanti e abitanti di Gracia (quartiere di Barcelona nel quale vive e lavora) a condividere esperienze e storie personali davanti al suo obbiettivo fotografico. Per questo l'artista monterà uno studio fotografico al WTArtspace e realizzerà - da giovedì 16 gennaio 2014 - i ritratti che saranno stampati in bianco e nero. Tutti i soggetti ritratti saranno invitati a vedere per l'ultima volta l'opera terminata, l'artista toglierà al momento la foto dalla parete e consegnerà ilritratto autografato l'ultimo giorno della mostra, il 28 febbraio 2014 a partire dalle ore 19.00. I ritratti che non saranno consegnati resteranno di proprietà dell'artista.

Rostros, ahora y aquí potrà essere seguito anche da coloro che non saranno a Barcellona, infatti è stato aperto uno spazio in rete dedicatoinsieme alle fotografie Grispello racconterà anche lesensazioni di ogni incontro, una narrazione speciale che valorizzerà il progetto e genererà un'interessante storia. L'indirizzo del blog nel quale si potrà seguire quotidianamente lo sviluppo del lavoro é: www.rostrosahorayaqui.com

Sergio Grispello, nato a Napoli nel 1975, é un artista visivo che lavora con la fotografia dal 1997: ha prodotto progetti personali, lavori professionali e si è dedicato all'insegnamento della fotografia. La sua formazione e produzione si sono realizzate tra Napoli, Berlino e Barcellona, città nella quale risiede dal 2007. Il filo conduttore della sua ricerca artistica è l'incontro con l'essere umanonelle sue molteplici attitudini, gli effetti della sua interazione con gli altri, così come il vincolo che crea con il suo ambiente.


Per informazioni:

Sergio Grispello:

mail: sergio.grispello@gmail.com

www.sergiogrispello.com


Rostros, ahora y aquí:

www.rostrosahorayaqui.com


WTArtspace:

mail: com@wernerthoeni.com

http://wernerthoeni.com


martedì 14 gennaio 2014

240 mila visitatori alla mostra Eni La Madonna di Foligno di Raffaello

Record di 240 mila visitatori per la mostra Eni La Madonna di Foligno di Raffaello. L'esposizione proseguirà nella Chiesa del Monastero di Sant'Anna  a Foligno.
Nel viaggio di ritorno verso i Musei Vaticani mostra straordinaria del capolavoro nello stesso luogo dove è stata esposta per due secoli e poi requisita nel 1797 dai francesi che la portarono a Parigi.

San Donato Milanese (Milano), 14 gennaio 2014 – Sono stati 240 mila i visitatori  della ormai tradizionale mostra organizzata da Eni a Palazzo Marino, in collaborazione con i Musei Vaticani e il Comune di Milano. Il grande successo di pubblico per  La Madonna di Foligno (28 novembre 2013 - 12 gennaio 2014) conferma la validità della formula proposta da Eni e apprezzata in sei anni da oltre un milione e 200 mila visitatori che,  prima dell'opera di Raffaello, hanno ammirato:  La conversione di Saulo di Caravaggio (2008- oltre 160.000), San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci (2009 - 180.000), Donna allo specchio di Tiziano (2010 - oltre 190.000), l'Adorazione dei pastori San Giuseppe falegname di Georges de La Tour (2011- 210.000) e Amore e Psiche stanti di Canova e Psyché et l'Amour di Gérard (2012 -  227.000).
Durante il suo viaggio di ritorno verso la Pinacoteca dei Musei Vaticani, il capolavoro di Raffaello farà tappa a Foligno. Dal 18 al 26 gennaio 2014, in collaborazione con i Musei Vaticani, il Comune e la Diocesi di Foligno, Eni riporterà la Madonna di Foligno nella Chiesa del Monastero di Sant'Anna, luogo che ospitò l'opera per 217 anni prima di essere requisita dai francesi che nel 1797 la portarono a Parigi.

La Madonna di Foligno fu trasferita nel 1565  al Monastero di Sant'Anna dalla Chiesa di Santa Maria  in Ara Coeli a Roma, per la quale era stata realizzata nel 1511-12. Nel monastero si trovava suor Anna, nipote di  Sigismondo de' Conti che aveva commissionato l'opera. Dopo la requisizione e la successiva restituzione dell'opera da parte dei francesi, una serie di vicissitudini riportarono la Madonna di Foligno a Roma, nella città per cui era stata commissionata.

Grazie a Eni e ai Musei Vaticani viene esaudito il desiderio da tempo manifestato dalla città di Foligno di riavere, anche se per un breve periodo, il capolavoro di Raffaello la cui storia è tanto legata al suo territorio.

Approfondimento
Valeria Merlini e Daniela Storti, curatrici della mostra.
 Nella Chiesa del Monastero di San'Anna è stata ospitata per oltre due secoli la Madonna di Foligno che deve la sua celebrità alla grandezza del suo autore, Raffaello. I documenti tacciono relativamente alle reali motivazioni e alle precise modalità in virtù delle quali l'opera fu trasferita nel 1565 dalla chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma, per la quale era stata realizzata nel 1511-12 su commissione del folignate Sigismondo de' Conti, al monastero di Sant'Anna, in cui fu  monaca per oltre sessant'anni suor Anna, nipote dello stesso Sigismondo.
L'iconografia del dipinto è ispirata a una storia narrata nella Legenda Aurea: nel giorno di Natale, la Vergine e il Bambino sarebbero apparsi ad Augusto, davanti al disco solare, circondati da angeli, e l'imperatore, rinunciando a farsi venerare come un dio, avrebbe riconosciuto la grandezza del Bambino e consacrato il luogo della visione alla Madonna. La Madre e suo Figlio sono rappresentati nella parte superiore della pala, al di sotto, sulla terra, San Giovanni Battista, San Francesco, il committente e San Girolamo, considerato il primo segretario pontificio, partecipano alla visione. L'armonia di linee e colori che governa la scena diviene dunque espressione dell'armonia celeste, dando forma all'invisibile. In primo piano, un putto presenta all'osservatore una tabula ansata priva di iscrizione, il cui significato ha interessato a lungo gli studiosi. Sullo sfondo sono rappresentati due fenomeni celesti che illuminano un centro abitato: un arcobaleno dai colori poco definiti e un corpo infuocato che precipita su una casa. Quest'ultimo è stato variamente  interpretato come bombarda, cometa o meteorite, ma va ricondotto, con ogni probabilità, alla scampata morte di Sigismondo che fu all'origine dell'opera. Il dipinto che vediamo oggi subì una delicatissima operazione di trasporto del colore dalla tavola alla tela, durante la sua permanenza a Parigi in età napoleonica. Questa operazione, considerata oggi fortemente invasiva, ha permesso però di conservare nel tempo questo capolavoro, giunto a noi intatto nella sua cromia originale. Ancora oggi il capolavoro del maestro urbinate continua a godere di una popolarità sorprendente che fin dal Cinquecento ha portato viaggiatori, pellegrini e visitatori appassionati a contemplarne la sublime bellezza.



sabato 11 gennaio 2014

Torna a Milano Vintage Workshop in preview 16-17 gennaio


   Preview
  VINTAGE WORKSHOP®  
   Milano (39th) Limited Edition

16 - 17 January 2014

9/21:00 ingresso libero/ 9 a.m.- 9 p.m. non-stop, free adm.   

New Location: Hotel MONTEBIANCO Mokinba
                     Via Monte Rosa, 90  20149 Milano
 
Flyer Vintage Workshop Milano 16*17 gennaio 2014
SPECIAL VINTAGE SHOPPING SHOW
Inspirations for the collections S/Summer 2015   
 Bags, shoes, belts,  fancy leathers + other Vintage research  accessories

SPECIALE ESPOSIZIONE-VENDITA VINTAGE
Ispirazioni per le collezioni P/Estate 2015
Borse, scarpe, cinture, pelletteria e altri accessori  Vintage di ricerca



About the new Preview location:
Red line subway MM1, stop Lotto/Fiera2 (exit Via Monte Rosa)
Free electric shuttle “Mokinba” from Colleoni Gate to the Hotel location and vice versa       
( from 3 to 6 p.m. nonstop)


For directions, admission and times, click the links below:
Google Map                                             Google Street View

Nuova sede Preview:
A pochi passi da Porta Colleoni e da Piazzale MM1 Lotto/Fiera2
(uscita su Via Monte Rosa)
Calessino elettrico “Mokinba” gratuito da P.ta Colleoni all’Hotel e vic. (dalle ore 15 alle 18 continuato)

Per informazioni:  http://www.vintageworkshop.it/

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *