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venerdì 19 gennaio 2018

Tiziana Tommei - SetUp 2018 | Enrico Fico - Simone Lingua. Bologna, 1/4 febbraio 2018

Dal 1 al 4 febbraio 2018, Tiziana Tommei sarà presente a SetUp Contemporary Art Fair 2018 a Palazzo Pallavicini, Bologna, con un progetto espositivo incentrato su due artisti e ideato a partire dal tema proposto quest'anno - l'attesa

In linea con la scorsa edizione, a cui aveva preso parte come Galleria 33, Tiziana Tommei torna quest'anno a sostenere il lavoro di Enrico Fico (Napoli, 1985), artista candidato con l'opera WAX sia al premio SetUp che al premio Tiziano Campolmi. 

Accanto a questa conferma, una nuova proposta: Simone Lingua (Cuneo, 1981), nome emergente dell'arte cinetica e optical. 

In risposta al tema dato, Tiziana Tommei ha voluto concentrarsi su di un componente particolare dell'attesa, che, come essa stessa scrive nell'incipit del testo critico è «quello stato di sospensione in cui perfino gli opposti possono convivere in armonia». 

Essa mette al centro una riflessione, affermando: «insita nell'attesa stessa è la logica della contraddizione: uno stato di apparente pax e stasi in cui in verità tutto scorre e che, in potenza, reca già in sé l'oggetto o evento in procinto di manifestarsi». 

Da qui la decisione di affiancare in mostra due artisti e insieme «due linguaggi artistici - e insieme due modi di vedere e concepire l'arte - molto distanti tra loro, se non addirittura assolutamente antitetici […] Da un lato il tono introspettivo e silenzioso, riservato ed emotivo, autobiografico ed ermetico del lavoro di Fico; dall'altro il carattere dinamico e programmato, estetico e scientifico, cinetico e ipnotico delle opere di Simone Lingua». Il titolo del testo, "Poesia interrotta", è allineato con l'aspetto dell'antinomia e rafforzato in un ossimoro dalla dichiarazione aperta e diretta che apre lo scritto: «Ho sempre amato le attese».
 
Enrico Fico presenta tre progetti inediti: WAX, Sótto pèlle e Selected Objects. Opere di piccolo formato, nelle quali la cera è assoluta protagonista. Anche in queste nuovi lavori, egli mantiene al centro della sua ricerca il rapporto tra immagine e testo: un nodo che egli non vuole sciogliere, ma indagare in ordine alla sua entità ed essenza. Selected Objects rappresenta la proiezione in formato di sculto-installazione di Ghiandole, collezione presentata lo scorso anno a SetUp. 

Se in queste opere sono (ancora) gli oggetti inanimati il vocabolo di espressione scelto, WAX e Sótto pèlle segnano nel percorso di Fico l'inizio di un'indagine rivolta alla figura umana. Con l'apertura di WAX l'artista sceglie per la prima volta come soggetto il corpo umano (e il ritratto) e in Sótto pélle si spinge oltre. Tiziana Tommei descrive come segue quest'ultimo progetto: «Immagini mentali di un corpo fisico. 

Frammenti astratti di nudo, scomposto, indagato e catturato, eppure non deducibile persino nella sua entità immanente. Ombre, profili e dettagli nella quali non viene restituito nulla di epidermico e dove tutto è sublimato. Ogni scatto trascende la realtà sensibile, la pelle e le membra, per divenire un fatto intimo e personale, volutamente non intellegibile».
 
Simone Lingua espone in forma di installazione una delle sue ultime sperimentazioni in ambito cinetico: la cupola. Plexiglass cromato e verniciato, 60 cm di diametro e 30 di profondità: attraverso questa nuova dimensione, l'artista studia i riflessi di grafiche geometriche diverse su di una superficie convessa, creando nuovi cinetismi, che vengono perfezionati con effetti optical. 

Come scrive Tiziana Tommei «Per capire veramente l'arte cinetica di Simone Lingua occorrerebbe seguirne tutte le fasi di creazione: dall'ideazione, alla progettazione fino alla realizzazione dell'opera. Noi vediamo il risultato di un processo molto complesso: esso muove da un'idea puramente astratta, che immediatamente dopo si traduce in segno grafico - disegno a mano libera - per poi prendere forma attraverso i materiali. […] Il fulcro di tutto è il riguardante, o meglio il suo sguardo. 

L'artista, nel corso dell'iter creativo, è chiamato continuamente a misurarsi con il punto di vista dello spettatore. Potremmo definirla un'empatia di sguardi, una relazione a tre, tra soggetto che osserva, autore e oggetto osservato […]. Si cerca, attraverso la sperimentazione, di sorprendere e catturare l'altro, di mantenere la sua attenzione, invitandolo a lasciarsi trasportare».
  

Informazioni tecniche
Spazio/Stand A6: Tiziana Tommei
Artisti: Enrico Fico, Simone Lingua
Communication Manager
Amalia Di Lanno
SetUp Contemporary Art Fair 2018
1 - 4 febbraio 2018
Palazzo Pallavicini
Via San Felice 24, Bologna
Preview
giovedì 1 febbraio, ore 20.00 > 24.00
Apertura al pubblico
giovedì, ore 21.00 > 24.00
venerdì e sabato, ore 16.00 > 24.00
domenica, ore 11.30 > 22.00

Ingresso € 7,00

Ingresso gratuito per i bambini di età inferiore a 7 anni

lunedì 9 gennaio 2017

Roma, Eataly - 10 gennaio: mostra Scarcity Waste di Syngenta

Eataly ospiterà a Roma Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award

10 gennaio - 9 febbraio 2017, Eataly Roma Ostiense

Le contraddizioni di un pianeta malato di spreco
nelle immagini del premio fotografico internazionale Syngenta.

Roma, 9 gennaio 2016 - Da martedì 10 gennaio 2017Eataly Roma Ostiense ospiterà la mostra Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award, esposizione itinerante che racconta la drammatica contrapposizione tra scarsità e spreco di risorse naturali attraverso le immagini premiate all'edizione 2015 del prestigioso concorso internazionale di fotografia promosso da Syngenta.

Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award torna in Italia dopo essere stata esposta a Milano (Piazza Gae Aulenti) durante il semestre di EXPO 2015 e a Cremona nel Museo Civico Ala Ponzone. 

La mostra fotografica, che sosterà a Roma sino a giovedì 9 febbraio 2017 con accesso gratuito, sbarca nella Capitale in una collocazione particolarmente significativa: il grande centro enogastromico Eataly di Roma Ostiense, tempio della valorizzazione delle eccellenze agroalimentari made in Italy e  della cultura enogastronomica nazionale.

Si tratta di un'associazione forte e del tutto pertinente, dato che il percorso espositivo di Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award è una riflessione per immagini sul tema, attualissimo, dello spreco delle risorse planetarie, con tutto ciò che comporterà sulla disponibilità futura di acqua e cibo e sulle nostre abitudini alimentari. 
Entro il 2050, infatti, la domanda di cibo è destinata a raddoppiare

Ogni anno, tuttavia, circa 1/3 dell'intera produzione alimentare viene sprecato e ogni secondo si perdono superfici coltivabili delle dimensioni di un campo di calcio a causa dell'erosione del suolo e dell'urbanizzazione.

La mostra affronta la tematica attraverso la forza evocativa delle immagini selezionate dalla giuria del Syngenta Photography Award, premio organizzato annualmente da Syngenta per promuovere il dialogo e creare consapevolezza sulle sfide che il pianeta deve gestire. 

L'allestimento presenta la rosa dei progetti fotografici migliori tra quelli presentati da oltre 2.000 fotografi professionisti e amatoriali di tutto il mondo, tra cui il primo premio 2015 nella categoria professionisti, assegnato al documentarista Mustafah Abdulaziz per la serie "Water", e la foto "Shijazhuang AQI 360, 2014" del tedesco Benedikt Partenheimer, vincitrice nella categoria amatoriale.

"La presenza della mostra a Eataly Roma Ostiense testimonia l'attenzione e la vicinanza della nostra azienda, interamente dedicata all'agricoltura, alla tematica della disponibilità di cibo di qualità e in abbondanza per le generazioni a venire" - spiega Luigi RadaelliAmministratore Delegato di Syngenta Italia. "Si tratta di un argomento che interroga e chiama in causa anche la filiera delle produzioni agroalimentari italiane di eccellenza, di cui Eataly è un'espressione autorevole e di successo." 



Syngenta
Syngenta è una delle principali aziende dell'agro-industria mondiale. Il gruppo impiega più di 28.000 persone in oltre 90 paesi che operano con un unico proposito: Bringing plant potential to life (Sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita). 

Attraverso l'elevata competenza scientifica, la presenza su scala mondiale e l'impegno nei confronti dei clienti e dei partner, contribuiamo ad accrescere la produttività delle colture, a proteggere l'ambiente e a migliorare la salute e la qualità della vita. 

Per maggiori informazioni su Syngenta potete consultare i siti web www.syngenta.com  www.syngenta.it e www.goodgrowthplan.com

Per ulteriori informazioni sul Syngenta Photography Award, visitare il sito: www.syngentaphoto.com

Segui il Syngenta Photography Award  

INFORMAZIONI SULL'ESPOSIZIONE 
Date: 10 gennaio – 9 febbraio 2017
Indirizzo: Eataly Roma Ostiense - Piazzale 12 Ottobre 1492, 00154 Roma
Orari di apertura: tutti i giorni da lunedì a domenica 9 - 00


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www.CorrieredelWeb.it

martedì 14 ottobre 2014

Il 18 e 19 ottobre torna "GIARDINI DEL VOLTURNO", SAN BARTOLOMEO CASA IN CAMPAGNA (CE)


 

 

SAN BARTOLOMEO CASA IN CAMPAGNA

 "GIARDINI DEL VOLTURNO"

III edizione della Mostra Mercato di fiori, piante e tutto quanto fa giardino.

 

18 e 19 ottobre 2014

Sabato 18 e Domenica 19 ottobre, il Parco di San Bartolomeo nella vallata di Cesarano a pochi chilometri dall'antica Caiazzo, in provincia di Caserta, ospita la terza edizione di Giardini del Volturno la mostra mercato di piante e fiori curata da Loreto Marziale. Dopo il successo dell'edizione primaverile – svoltasi il 5 e 6 aprile -, la due giorni di ottobre è dedicata ai colori e alle essenze dell'autunno. Il parco di San Bartolomeo – Casa in Campagna ospiterà vivaisti ed espositori provenienti da tutta Italia: ci saranno in mostra e in vendita agrumi in vaso, rose antiche, orchidee, succulente e cactacee, varietà esotiche ed essenze aromatiche del Mediterraneo, ma anche piccolo artigianato di qualità, flower designer. Giunta alla sua terza edizione, la mostra mercato Giardini del Volturno nasce con lo scopo di diffondere la cultura del verde e l'amore per le piante tra grandi e piccini: nei due giorni dell'evento ci saranno laboratori creativi, mostre e visite guidate al Parco che è anche un'oasi naturalistica popolata da piante rare e fauna protetta. Arricchiscono l'esposizione vasi e terrecotte artistiche, arte topiaria, attrezzi da giardino, prodotti biologici e cosmesi naturale e tutto quanto riconduca al concetto di verde e natura. Scenario unico della mostra mercato sono i viali e i prati della tenuta San Bartolomeo Casa in Campagna, custodita con cura e passione dalla famiglia Marziale.


La terza edizione di GIARDINI DEL VOLTURNO è dedicata a Gian Marco Jacobitti:
già soprintendente ai Beni architettonici, culturali, artistici e storici delle province di Caserta e Benevento. Uomo instancabile, architetto e persona distinta Jacobitti è stato a capo della sovrintendenza per quindici anni durante i quali riuscì a riportare in auge la Reggia di Caserta facendone restaurare gli appartamenti, la cascata, il teatro di corte, il giardino all'inglese e tutto il parco circostante.
  

L'ingresso alla mostra mercato è libero. Gli orari sono: dalle 09.00 alle 18.00. Possibilità di pranzare nel Parco su prenotazione al costo di 30 euro per gli adulti, 20 euro per i bambini.

Il parco di San Bartolomeo si estende per 40 mila metri quadri in un succedersi di viali e giardini popolati da specie arboree esotiche e mediterranee. Il lungo viale, delimitato nella prima parte da Phoenix canariensis, Washingtona robusta e Brahea armata e nella seconda parte da Ulivi, Gleditsia, Gelsi, Liriodendrom e Aceri campestri, accoglie il visitatore conducendolo verso due eleganti edifici, l'uno di fronte all'altro e in posizione panoramica, visibili da molti punti della vallata del Volturno tra il verde intenso della macchia mediterranea. Il visitatore può ammirare un'ampia varietà di Palme (Butia capitata, Trachycarpus fortunei, Chamaerops humilis), Yucche, Phormium e la fioritura estiva delle Lantane montevidentis e della Calliandra tweedii; ed ancora una folta vegetazione di Fico d'India e Echium candicans, arricchita da Eucalipti, Oleandri e Ligustri impiantati negli anni Trenta del Novecento. Custodi della Tenuta sono le Querce e poste alla fine del viale di ingresso, stanno quasi a salutare il visitatore testimoniando la secolare storia del luogo. All'interno del Parco c'è una piccola oasi naturalistica con piante rare e una fauna protetta, dove abitano animali esotici come cicogna, marabù, pellicani e fenicotteri. Infine, una Butterfly House, una casa permanente delle farfalle, introduce i visitatori nel favoloso mondo dei lepidotteri. All'interno del parco è possibile pranzare in un elegante padiglione ristorante.


San Bartolomeo Eventi

Via Rognano Località Pantaniello di Caiazzo (CE). Tel.: +39.0823.862623 
Contatti: info@sanbartolomeo-casaincampagna.it www.sanbartolomeoeventi.it



giovedì 12 febbraio 2009

Milano Vintage Workshop: tendenze P-Estate 2010

Abbiamo il piacere di annunciarci ed invitarvi a visitare la XVII edizione del Milano Vintage Workshop, l'ormai affermato salone espositivo in formula di show room, dove le proposte di abbigliamento, scarpe accessori d'epoca sono sempre altamente selezionate.

L'evento rappresenta una sorta di "distillato di ricerca" per i palati più esigenti, per coloro che hanno già visto tutto e vogliono ancora essere sorpresi.

Noi esponiamo ciò che alle fiere non si vede, il raro o l’unico e gli accessori vintage di ricerca che non sono ancora stati riprodotti in epoca moderna.

Vi aspettiamo dal 2 al 4 marzo presso l'Admiral Hotel
di fronte alla Porta Domodossola di FieraMilanoCity.

Angela Eupani, Associazione Culturale Ricercatori Moda d'Epoca


Vintage Workshop® torna a Milano con un'esposizione

per le tendenze Primavera-Estate 2010


clicca sull'immagine per ingrandirla (Tutti i diritti d'utilizzo sono riservati)



Al via la 17a edizione dell'evento dedicato al Vintage di ricerca con la 2a sessione in calendario dal 2 al 4 marzo 2009 presso il salone espositivo dell'Admiral Hotel, nel cuore del quartiere di Fieramilanocity.

Vintage Workshop® è un'esposizione collettiva borse, scarpe e accessori Vintage per l'abbigliamento.

La manifestazione, organizzata dall'Associazione Culturale "Ricercatori Moda d'Epoca" si prefigge l'obiettivo, sin dalla sua fondazione nel 2005, di presentare un distillato della miglior ricerca vintage creando ad ogni edizione - mediante istallazioni, conferenze, mostre e programmi sempre diversi - una sorta di immersione totale in un suggestivo mondo di idee dalla moda del passato, riconducendole ai nostri giorni per la moda e le tendenze del futuro.

La 17a edizione si svolgerà presso l'Admiral Hotel di Largo Domodossola 16 a Milano, situato di fronte alla Porta Domodossola nel quartiere di Fieramilanocity dal 2 al 4 marzo 2009 con orari 9/20, apertura a tutti e ingresso libero.

Saranno esposti: borse, calzature, cinture, fibbie, foulards, costumi da mare, cappelli e molti altri accessori d'epoca provenienti da tutto il mondo e con preponderanza di scarpe e borse.

Il salone dell'Admiral sarà così aperto sia al pubblico degli appassionati sia agli addetti ai lavori della moda, in particolare stilisti, produttori, buyers, manager di prodotto, centrali d'acquisto, stylists, cool-hunters, boutiques specializzate.

Questa 2a sessione, ad un mese di distanza da quella già svolta la prima settimana di febbraio, servirà anche di approfondimento e conferma dei temi più richiesti in quella di anteprima e accluderà anche una nuova selezione di articoli vintage per rispondere a richieste mirate espresse dai clienti la 1a settimana di febbraio, questo nell'ottica di offrire un servizio sempre più efficace e orientato al cliente. Vintage Workshop® è cresciuto con questo obiettivo fondamentale grazie al quale da alcune stagioni riceve la visita delle migliori 300 Aziende al mondo attive nel settore del prêt-à-porter e dell'alta moda.

Denominatori comuni degli articoli esposti saranno l'appartenenza all'ultimo secolo di storia della moda (1880/1980), la caratteristica di essere rari o unici e di avere un elevato contenuto stilistico finalizzato a fornire fonti d'ispirazione anche per la moda contemporanea e soprattutto per proporre idee così creative e inedite da sortirne tendenze moda future.

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Da non perdere per gli operatori moda: su richiesta i visitatori professionali potranno visionare la nuova selezione d'archivio accessori d'epoca Primavera/Estate ed eventualmente noleggiarli con pick-up direttamente in loco. I colori, i materiali e i temi proposti per la primavera/estate 2010 saranno illustrati direttamente presso l'Admiral Hotel durante le giornate espositive sia mediante prototipia vintage sia con cartelle stampa che potranno essere richieste in loco fino ad esaurimento.

Vintage Workshop è infatti l'unica esposizione itinerante esistente in Italia dove gli espositori "aprono" i propri archivi di ricerca lontano dalle loro rispettive sedi.

Da non perdere per il pubblico: Vintage Workshop ha sempre salutato favorevolmente anche visitatori non professionali purché realmente appassionati di Vintage ed il team di espositori è particolarmente orgoglioso del fatto che alcuni esemplari unici e irripetibili di capi e accessori Vintage siano ora nelle mani di privati.

"La 16a edizione di Vintage Workshop®, appena conclusa, ha registrato grande favore da parte sia degli operatori professionali della moda sia del pubblico degli appassionati. Nonostante il momento sfavorevole dell'economia e budgets in contrazione, il nostro evento è gradualmente cresciuto ottenendo nella recente edizione un risultato globale di oltre il 40% in più rispetto al febbraio 2008". Ha dichiarato Angela Eupani, attuale presidente in carica dell'Associazione Culturale Ricercatori Moda d'Epoca, organizzatrice della manifestazione che, da alcune stagioni, può già vantare alcuni tentativi di imitazione. "Il nostro maggiore patrimonio è dato dalla singolarità e qualità delle proposte merceologiche in mostra: tutti gli esemplari di accessori esposti sono infatti irreperibili in ogni altra fiera o manifestazione e debbono rispondere a rigorosi criteri di originalità, autenticità, rarità e, molto spesso unicità. Questo rende sempre più consapevoli i nostri visitatori dell'opportunità offerta da Vintage Workshop® di presentare l'inedito, tutto ciò che non è stato ancora riprodotto o rispolverato in epoca moderna, assicurando spunti, idee ed ispirazioni sempre fresche, stimolanti e innovative".

"Ricercatori Moda d'Epoca", attualmente unica associazione culturale a livello nazionale attiva nel settore vintage-fashion, raduna vari esperti e collezionisti della moda d'epoca e si occupa della programmazione di un carnet di eventi e mostre rivolte al pubblico degli utenti finali per Enti e Associazioni locali.

Il settore Programmazione e Sviluppo dell'Associazione si occupa inoltre di pianificare mostre ed eventi espositivi "on demand" per operatori moda quali produttori del tessile/abbigliamento ma anche dei semilavorati funzionali alla produzione di accessori e per uffici stile ed inoltre contests, direzione artistica e scenografica, istallazioni particolari per vernissages, servizi fotografici, gallerie e locali.


clicca sull'immagine per ingrandirla (Tutti i diritti d'utilizzo sono riservati)


Per saperne di più:

www.vintageworkshop.it (sito ufficiale)

www.vintageworkshop.org (blog affiliato)

Segreteria organizzativa: press@vintageworkshop.it Tel.0455-851323

Infoline durante gli eventi:339-6729704

Comunicato a cura dell'Ufficio Stampa dell'Associazione Culturale Ricercatori Moda d'Epoca, Vicenza 12.02.2009







diffusione: CorrieredelWeb diffusione: www.corrieredelweb.it

domenica 21 agosto 2016

Mario Vespasiani al festival La Sibilla e i nuovi visionari...

LA SIBILLA E I NUOVI VISIONARI
FESTIVAL DEL PENSIERO CONTEMPORANEO

In occasione della mostra di Mario Vespasiani nella Pinacoteca Civica di Montefortino nelle Marche si è aperta la prima edizione del festival La Sibilla e i nuovi visionari, rassegna sul pensiero contemporaneo ispirata e collegata alle sue opere.

L'intervento di Vespasiani, che ha dato il via agli incontri, intitolato "L'Arte alchemica: dall'immagine infranta alla ricostruzione della forma" ha fatto il punto sul metodo e sul processo artistico attuale e su come l'arte contemporanea sia in grado di offrire uno sguardo privilegiato per la comprensione del presente.

Segue il programma completo degli incontri:
www.retemusealedeisibillini.it/grande-evento-a-montefortino



MARIO VESPASIANI
L'ARTE ALCHEMICA
e la leggenda della pittura dal 1400 ad oggi

La Città di Montefortino e la Rete Museale dei Sibillini sono lieti di invitare alla mostra Mario Vespasiani L'arte alchemica e la leggenda della pittura dal 1400 ad oggi, che presenta la più recente ricerca dell'artista Mario Vespasiani (1978) in dialogo con le opere della Collezione Duranti della Pinacoteca Civica, secondo un preciso percorso stilistico ed iconografico, che collega e dona un'inedita chiave di lettura, non solo ai lavori esposti ma anche a un luogo che come pochi intreccia spiritualità e leggenda.

Mario Vespasiani non nuovo alle contaminazioni con la grande arte (da ricordarsi le sue mostre con Mario Schifano nel 2008, con Osvaldo Licini nel 2010, con Lorenzo Lotto nel 2012 e nel 2015 con Mario Giacomelli) sceglie questa volta non un autore bensì un'intera pinacoteca, per cercare di trasmettere le metamorfosi che nell'arte avvengono nella materia e dunque nel gesto, quanto nel suo significato simbolico.

Innanzi tutto è importante precisare che Arte alchemica è da intendersi non come una pratica esoterica bensì in un processo di conoscenza, di individuazione del proprio sé, suddiviso in tre fasi: psichica (il significato dell'opera), sensoriale (la funzione emotiva) e intuitiva (la gestualità pittorica).

Varcando i limiti imposti dalla visione tradizionale del museo, le opere in mostra si aprono all'esperienza che svela non soltanto il risultato finale dell'immagine, ma anche gli archetipi da sempre esistiti, che si ritrovano nelle tracce lasciate dalla natura sul paesaggio e dall'uomo sulle pareti delle caverne e delle chiese, nella mitologia e nel sacro.

Le opere si caricano dunque di una valenza simbolica, che trasforma la materia al punto da farla sparire e ricomparire sotto altre sembianze, sotto altri temi, come fosse la scoperta di un altro particolare aspetto della natura umana. Seguendo il criterio di Duranti, di una collezione che porta con sé il fascino e il mistero di una "wunderkammer", Vespasiani sceglie di presentare le sue opere più recenti e mai esposte, le quali abbandonano la figurazione per sporgersi nel territorio dell'informale, dove il segno estremo ed essenziale, si pone nel momento in cui la visione diventa micro e macrocosmica, aperta ad un movimento che appare come un processo conoscitivo in atto.

L'autore mette al centro dell'evento la vitalità del gesto, l'atto di coraggio di chi con decisione si immerge nel magma incandescente dei sensi che, nella fusione col tutto, riportano in superficie non forme immediatamente riconoscibili, bensì il principio in cui la materia recupera il suo aspetto originario.

I nuovi dipinti di Vespasiani non citano dunque le opere presenti nella pinacoteca nei temi o nelle tecniche, ma mostrano l'avanzamento della pittura da cogliere nel segno iniziale, ciò che le dà origine e che sfuma non nell'imitazione quanto nell'aderenza ai principi creativi del mondo.

Il senso di Arte alchemica, non è perciò da confondere con un certo pensiero comune che è solito identificarla in una scienza immaginaria, in una sorta di pratica magica che trasforma gli oggetti in oro, ma si rivolge alle virtù innate dell'uomo, le quali si manifestano in quel fare esperienza di sé, oggettiva e soggettiva che sia, nell'interiorità come al di fuori, nello spirito e nella materia.

Una mostra che si presenta in aderenza col tessuto vitale del territorio, rispecchiando gli scenari naturali che si perdono nelle vette e nei corsi d'acqua, di cui le opere sembrano fissarne il fluire, come la vita effimera dei fiori e le impronte lasciate dagli animali selvatici, avviando il racconto di quelle storie mitiche che nel vicino Santuario della Madonna dell'Ambro affrescato persino con le immagini delle Sibille, si abbracciano con la fede.

Anche il criterio dell'allestimento rispecchia l'indole visionaria di Duranti, e quella sua qualità eccentrica di pittore nel comporre le figure in rapporto alle opere altrui, che in quel suo volontario isolamento era solito circondarsi da veri e propri "assemblages" di dipinti con i quali si poneva in continuo colloquio, occupando tutto lo spazio disponibile.

Vespasiani adotta il gusto da allestitore di Duranti, che in controtendenza rispetto all'organizzazione razionalizzata della galleria nobiliare del suo tempo, trovava in quella più arcaica del "cabinet des curiosités" la sua volontà enciclopedica di riunire il sapere in un "fare alchemico", dove le difformità degli insiemi, ieri come oggi vanno a caricare il luogo di valenze criptiche, personali e comunque legate ad una profonda spiritualità.

Il collegamento con le opere della collezione permanente si scorge dunque nella continua connessione tra le varie epoche, sottolineando come la natura e l'uomo nel corso dei secoli siano sempre gli stessi, ma sono trasformati nelle loro apparenze. Perciò la ricerca di Vespasiani si svela come un'apparizione, come un volo o un ritmo che coglie, non la ripetizione di uno stile o di un linguaggio già assimilato, ma una sottile vibrazione da tramandare, che narra coi suoi colori la leggenda della pittura.













Titolo: Mario Vespasiani - L'arte alchemica e la leggenda della pittura dal 1400 ad oggi






Curatori: Daniela Tisi e Onorato Diamanti

Luogo: Pinacoteca Civica - Fortunato Duranti, Montefortino FM

Info: Palazzo Leopardi, Largo Duranti 5 - Tel. 0736-859491





Periodo: 26 giugno - 4 settembre 2016

Orari: giugno e settembre aperto sabato e domenica: 10,30-12,30 - 17-19


Luglio e agosto aperto tutti i giorni: 10,30-12,30 - 17-19

Siti web: www.pinacotecafortunatoduranti.it - www.retemusealedeisibillini.it


www.mariovespasiani.com


















CURRICULUM






Mario Vespasiani nasce nel 1978 risiede a Ripatransone nelle Marche dove ha lo studio principale, alternandosi periodicamente nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. Fin dall'esordio è sempre stato considerato come una figura indipendente e al di fuori delle attuali tendenze artistiche, anche grazie ad una ricerca che non ha riferimenti analoghi nella scena attuale. Rispetto al materialismo ateo e a un certo manierismo pittorico che hanno imperversato in Italia nell'ultimo trentennio la sua arte è apparsa subito un caso a sé, per il suo interesse a dare forma ad un "gesto eroico" che sa essere autore e testimone di un momento storico di grande accelerazione, evolvendo progressivamente l'ampio aspetto stilistico dei soggetti indagati, nei tratti essenziali e simbolici.


Vespasiani è uno dei giovani pionieri dell'arte italiana che sta portando la pittura a livelli inaspettati, oltre i limiti tradizionali del quadro e ben lontano dalle provocazioni estetiche: confrontandosi con la fotografia, la performance, le istallazioni e di recente con la letteratura, ha saputo imprimere all'azione pittorica altri significati, fondendo se stesso con ciò che raffigura, calandosi completamente nel flusso creativo per far diventare il suo percorso ardito e profondo e le persone che lo circondano quasi figure leggendarie.

L'interesse che sta suscitando il lavoro di Mario Vespasiani sta nel fatto che lui e la sua opera coincidono perfettamente e questo fa si che ad emergere non sia il ruolo da protagonista a cui molti aspirano, quanto la continua relazione con la potenza creatrice, la stessa che - dichiara - lo attrae costantemente verso il mistero e lo fa sentire in cerca di vibrazioni archetipiche, in stretto contatto con una fonte che ha una chiara matrice spirituale.





Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali.

Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove per la prima volta le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di Giacomelli, uno dei fotografi più incisivi del '900. Con la mostra Gemine Muse espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore, nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45a Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani dal futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi.





Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica dai nuovi materiali alle tecnologie, viene inviato nel 2012 dall'Accademia di Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Per tutto il 2014 si è dedicato al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima della Torre dei Gualtieri di San Benedetto del Tronto e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta dedicandogli contemporaneamente una personale. La città di Santa Vittoria in Matenano gli riserva una grande mostra che raccoglie per la prima volta le opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale.

Dal 1998 sono trenta le mostre personali documentate con volumi prodotti in serie limitata, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.




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giovedì 18 dicembre 2008

Dentro e fuori la 52°


Le morti possibili








267 ore 49 minuti e 5 secondi…é questo il tempo impiegato, nell’arco di 5 anni (1999/2007), da circa 250 persone che armate solo di gomma sono riuscite a cancellare pagina dopo pagina un’intera rivista di "Vogue Hommes", e più esattamente quella del Settembre 1986 con Sylvester Stallone in copertina. Sto parlando di "Another Misspent Portrait of Etienne de Silhouette 1999-2007" opera dell’artista australiano Christian Capurro presente alla 52° Biennale di Venezia con questo fantastico progetto di cancellazione di massa. A coloro che hanno partecipato a questa operazione, è stato anche chiesto di scrivere a matita sulla pagina che avevano cancellato il tempo impiegato ed il valore monetario (espresso in tariffa oraria) ricevuto per il periodo di lavoro. Questa spesa ha dato ad ogni pagina un valore simbolico che sommato a tutte le altre, ha stabilito una sorta di valore dell’intera opera.













- Quest’opera bellissima mi ha riportato come in sogno al "Robot industriale Puma" di Max Dean esposto durante la 48° Biennale (quella di Harald Szeemann del 1999). Un’opera interattiva che offriva allo spettatore l’opportunità di determinare il destino di fotografie di famiglia trovate per caso. Queste potevano essere salvate o distrutte per mezzo di un trinciadocumenti e finire su di un nastro trasportatore che poi le depositava sopra ad un mucchio di altre già tagliuzzate. Trovo in ciò un’azione di pura poesia che grida "Non si può salvare tutto". Infatti, le scelte a cui siamo chiamati nella vita quotidiana sono continue, e vanno da decisioni insignificanti a giudizi di maggior peso. A quale punto una persona a causa di un flusso di sopravvivenza emotiva si spegne ed a quale si accende? Capurro cancella atti pubblici nel tentativo di distruggere memorie collettive? Dean distrugge atti privati nel tentativo di cancellare memorie individuali? -














Risvegliandomi mi ritrovo purtroppo alla biennale dei giorni nostri felice di aver finalmente trovato qualcuno di cui parlare dopo tante cose inutili. Riacquisto fiducia, ma immediatamente nasce in me il timore che Christian potesse essere l’unico. Ho quindi dovuto farmi forza parafrasandomi colui che disse:"…ma io sto cercando ancora qualcuno più straordinario di te!…"
Se siete curiosi di sapere come andrà a finire dovete solo trovare la forza di continuare a leggermi, nel bene e nel male. E quando uno è bravo, buono, sincero ed intellettualmente onesto come me non deve mai aspettare molto perché le proprie paure scompaiano. Difatti giusto lì di fronte si trovava l’americana Christine Hill con i suoi bauli contenenti lavori e vite intere, trasportabili. Oggetti della vita di ogni giorno: abiti, libri, articoli per l'ufficio e per la casa... kit pronti all'uso. Hill sostiene che la propria vita "normale" è un’opera d’arte. Lei ha dichiarato che agli esordi si definiva "prostituta dell’arte", ma questo kit tra tutti quelli in mostra non l’ho visto, o forse si?





Il resto della Biennale è morte in tutte le salse, senza trovare quello che avreste voluto sapere sulla morte, perché l’arte non produce risposte ma solo domande. Domande, continue domande alle quali qualcuno dovrà pur dare delle risposte, o perlomeno tentare. Noi artisti ce ne laviamo le mani sempre troppo facilmente con la formuletta "L’arte non risolve! ma pone solo nuovi e continui interrogativi".











Ed allora ecco a voi, in mille vesti diverse, le tante morti possibili presenti quest'anno a Venezia:
La morte contata, "15 muertos, 1200 muertos, nueve muertos, 59.000 muertos, 500.000 muertos, 700 muertos, seis muertos, 20.000 muertos, 220.000 muertos, 187 muertos, 97 muertos, 100.000 muertos….." Questi e molti altri i ritagli di giornale di Ignasi Aballì artista spagnolo che ci ricorda così le stragi e le tragedie avvenute in tutto il mondo. Numeri tristi, ben ordinati ed in fila, che raccontano quanto la nostra esistenza sia determinata da coordinate random.
La morte annunciata, o meglio pronunciata in tutte le lingue da tante persone di nazionalità diversa. Opera del cinese Yang Zhenzhong.
La morte ricamata, con gli scheletri finemente ornati ed incorniciati di Angelo Filomeno.
La morte palleggiata, opera video di Paolo Canevari dove si vede tra le rovine di Belgrado un ragazzino che si allena usando un cranio umano al posto del pallone.
La morte della madre, opera dell’artista francese Sophie Calle. Anche lei fa della sua vita privata una forma d’arte che trasforma in video, fotografia, linguaggio, installazione e cinema. Si è scelta da sola il proprio curatore per il padiglione francese nella figura del noto artista Daniel Buren, vivo.








La morte nascosta, quella apparentemente assente tra le rovine di Beirut nelle foto di Gabriele Basilico.

La morte dei morti, ritratta nei disegni come tanti santini, appesi al muro, delle vittime americane in Iraq da Emile Price.
La morte pesata, di Felix Gonzalez Torres. Artista morto ma presente alla biennale nel Padiglione USA con varie opere tra cui quella di un mucchio di caramelle sul pavimento corrispondente al peso di una persona ammalata mortalmente.
La morte fotografata, scatti quasi rubati di Jan Christiaan Braun eseguiti in un cimitero dove le lapidi sono state ornate con oggetti significativi per sigillare e confezionare così il ricordo prezioso di una persona cara. Particolarmente toccante quella con un seggiolino auto per bimbo.
La morte dipinta, quella ormai nota dei teschi di Enzo Cucchi che espone al Museo Correr.
La morte in simboli, quella presentata da Damien Hirst, a cura di Valerio Dehò alla Galleria Michela Rizzo con il titolo "New Religion" dove affronta ancora una volta il tema del rapporto "vita-morte" attraverso una serie di simboli ricorrenti quali croci, teschi, calici. Hirst è l’esponente più conosciuto della Young British Art insieme a Tracy Emin anche lei presente a Venezia (nel padiglione della Gran Bretagna) con la sua ciccia baffetta sempre all’aria, sarà vulvostrofobica?
La morte in chiesa, quella di San Gallo scelta come palcoscenico ideale per la bella istallazione di Bill Viola che inaugura personalmente leggendo lui stesso ad alta voce una poesia del poeta senegalese Birago Diop. Versi che raccontano della condizione dei morti, figure che in realtà non ci abbandonano mai. Tutti i lavori di Viola trattano in qualche modo la contrapposizione vita/morte e mai dimenticherò finchè vivo il suo stupendo e magnifico video dove accosta una giovane madre, che mette al mondo un bambino e una vecchia signora prossima alla morte.
La morte bugiarda, sotto forma di un teschio di Pinocchio riprodotto in ceramica da Bertozzi & Casoni ed esposto a Ca’ Pesaro.
La morte stecchita, come quella dei gatti di Jan Fabre nella sua personale a palazzo Benzon. Mostra ultra elegante, extra lussuosa e super confezionata come pure quella di Asi Da Samraj intitolata "Realismo trascendentale" curate rispettivamente da Giacinto di Pietrantonio e Achille Bonito Oliva che hanno destato in me un paio di lancinati interrogativi: "Ma quanto saranno costate? Chi avrà pagato?"
La morte ovunque, visibile nell’esposizione ben allestita a Palazzo Fortuny denominata "Artempo". Questa si, che merita di essere visitata.
La morte finta, quella di Cattelan in "Who killed Cattelan?" opera/operazione, fuori biennale pubblicizzata ovunque per Venezia anche con adesivi (ed io me ne intento…) del pittore David Dalla Venezia, che ha realizzato una versione del tema del David e Golia sul modello del omonimo dipinto di Caravaggio. Il David ha le sembianze dell’autore, mentre la testa di Golia è quella del noto artista contemporaneo Maurizio Cattelan.











La morte vera, quella misteriosa del commissario del padiglione Messicano Príamo Lozada, morto il 13 giugno in un ospedale di Venezia, a causa delle ferite riportate in un incidente accaduto il 28 maggio in circostanze ancora tutte da chiarire. Aveva forse previsto tutto Bernhard Cella? che sostava all’entrata dei giardini in una tenda con su la scritta "What does the artists do after the death of the curator?". Preveggenza, fatalità od opportunismo di cattivo gusto?
La morte inscenata, quella realizzata da Marko Mäetamm per il padiglione dell’Estonia con un piacevole video se pur inquietante. Mäetamm viene definito nel bel teso del curatore Mika Hannula "l’artista più ingenuo del mondo". Un artista che sta attraversando un momento di grande difficoltà, che ha paura di fallire, che si sente smarrito e solo. Quest’opera dove inscena la strage della sua famiglia è solo la storia di un’altra bugia. Ma quale? Quella di colui che è atteso nel paradiso dei perdenti? Marko dichiara di sentirsi impotente e di non sapere cosa fare. Si sente inutile per il sistema. Si sente un assassino ma non lo è, perché lui è un artista e pure di quelli bravi, sostengo io. Con il suo operato sembra voglia dirci che non bisogna sempre prendere tutto troppo sul serio in quanto avvolte conviene celebrare un fallimento non per fallire di più o fallire meglio, ma perché umiliarsi pubblicamente può servire per seguire un progetto di speranza contro la demagogia dominante. Poiché proprio come dice Mika "C’è sempre una scelta, c’è sempre un’alternativa. C’è sempre una speranza e qualcuno a cui raccontarsi per sentirsi un po’ meno soli e smarriti".









Tra le partecipazioni nazionali particolarmente interessante quella dell’Irlanda con il progetto "1984 and Beyond". L’artista Gerard Byrne ha realizzato un film come ricostruzione ragionata di una discussione fra dodici eminenti scrittori di romanzi di fantascienza, realmente avvenuta nel 1963. Questo lavoro che conduce ad interessanti collegamenti fra diversi periodi storici, mostra anche come il passato immaginava il futuro. Probabilmente non casuale la data scelta da Byrne! che ci rimanda immediatamente al famoso libro di George Orwell"1984". Be careful Gerard!... "The big brother watching you". Altri padiglioni degni di nota oltre quello dell’Irlanda ed Estonia sono quello Spagnolo da molti anni sempre tra i migliori, con 4 artisti invitati (J. L. Guerin, M. Filarino, L. Torreznos e R. R. Balsa). Quello della Romania con il suo progetto "Low-Budget Monuments". Divertenti quello Scandinavo e quello del Giappone. Buona la prova della Corea con gli scheletri dei personaggi dei fumetti di Lee Hyung-Koo, ed autori anche del miglior buffé d’inaugurazione, che dopo una faticosa giornata ci ha fatto esclamare a me ed a my lovely family (mia moglie e mia figlia "Soele") "Che Dio benedica i coreani". Un non classificato al padiglione della Germania da un po’ di anni sempre più simile ad un ufficio postale a causa delle sue lunghe code, questa volta passo.
Il povero Padiglione Venezia è destinato a non ospitare mai niente di decente visto che tra premi farsa ed omaggi inesistenti (quest’anno di Emilo Vedova non c’era neanche la puzza) si entra e si esce dall’altra parte con le stesse emozioni che si provano passando sotto un cavalcavia. E non voglio credere che la colpa sia dei 3 curatori (A.Vettese, C. Bertola, L.M. Barbero). La prossima volta propongo di affittarlo all’India che in un primo momento doveva essere presente alla Biennale, per la prima volta, con un loro padiglione, ma qualcosa è andato storto.











E finalmente ecco la novità; Il Padiglione Italia che torna ai suoi vecchi fasti. No! Non parlo di quello dei Giardini utilizzato per una scialba fiera d’arte, o almeno tale sembrava. Ma quello nuovo di zecca delle Tese frutto degli sforzi intrapresi sopratutto da Pio Baldi ed affidato alla cura di Ida Giannelli che chiama a se G. Penone, e vabbè! E ancora una volta F. Vezzoli che durante un’intervista l’ho sentito preoccuparsi del fatto che probabilmente non sarà invitato fra 2 anni visto che questa è solo la terza volta di seguito che lo fanno. Ma io se fossi in lui non dispererei visto che in Italia non si pratica il buon senso, ma piuttosto la regola del dispetto. "Nessuno lo vuole?!...a nessuno piace?!.. e io lo richiamo" Per cui io propongo "Vezzoli for ever". In realtà non è lui, che ci vuole stupire a tutti costi con i suoi lavori, come qualcuno ha detto, ma sono i curatori che continueranno ad invitarlo alla faccia di tutti gli altri. Quali altri? Volete i nomi? E io ve li faccio, Pietroiusti, Viel, Vitone, Vaglieri, Fantin, Tozzi, Norese, Umbaca, Marisaldi, Mezzaqui, Falci, Fontana, Modica, Losi, Di Bello, Mocellin, Pellegrini, Arienti. Che se fossero stati invitati anche tutti insieme avremmo probabilmente speso di meno, visto opere sicuramente più interessanti, e mostrato al caro Charles Saatchi ed al mondo intero che gli artisti italiani esistono e sono bravi almeno quanto i loro. Così si aiuta e si promuove l’arte italiana.
Ah dimenticavo di informarvi che il curatore unico di questa 52° Biennale di Venezia è stato per la prima volta un americano; "Robert Storr", ma forse non era importante.




Pubblicato su; "Orizzonti" n. 21 Novembre – Febbraio 2008



In foto Opere di; C.Capurro, M. Dean, C. Hill, I. Aballi, G. Basilico, B.Cella, G. Byrne e F. Vezzoli intervistato.

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