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sabato 9 novembre 2019

L'artista parmigiana Giovanna Tomasi commemorata nella Capitale a sette anni dalla scomparsa

Giovanna Tomasi commemorata nella Capitale a sette anni dalla scomparsa
Welleda Tomasi Cantù nella Chiesa degli Artisti di Roma in occasione della 7^ commemorazione della figlia Giovanna Tomasi.jpg
Welleda Tomasi Cantù nella Chiesa degli Artisti di Roma per la commemorazione della figlia Giovanna Tomasi - ph. Francesca Caggiati
A marzo prossimo a Roma a Palazzo Ferrajoli mostra antologica della madre e pittrice Welleda Tomasi Cantù
Noceto (PR), 9 novembre 2019 – E' stata commemorata nei giorni scorsi a Roma Giovanna Tomasi, artista parmigiana e madrina del Magmatismo, prematuramente scomparsa sette anni fa. Alla messa, celebrata nella Basilica di Santa Maria in Monte Santo in piazza del Popolo - meglio conosciuta come Chiesa degli Artisti – ha partecipato anche il Marchese Giuseppe Ferrajoli.
Giovanna Tomasi, ricordata più volte durante la funzione, può a pieno titolo essere considerata la fautrice di una nuova corrente artistica, che consiste nel “magmare” gli oggetti del vivere quotidiano, i momenti della vita, fissandoli con l'oro, l'argento e il rame, da qui il termine magmatismo, approdato nel linguaggio artistico grazie alla artista parmigiana, ma romana d'adozione. In realtà, era cittadina del mondo e le gratificazioni arrivavano da Parigi, Montecarlo e infine dalla Capitale.
Nel 2005 Giovanna dona una sua opera a Papa Benedetto XVI e da lì il legame con Roma si è via via consolidato, tanto da diventare negli ultimi anni la sua dimora principale.
Nella Capitale organizza importanti iniziative artistico-culturali a Palazzo Ferrajoli - dove Giovanna ha anche vissuto per un certo periodo di tempo – e dove ha allestito mostre ed eventi frequentatissimi da amici, personaggi dello spettacolo e del jet set, come Elettra Marconi e il Principe Guglielmo Giovanelli, nipote del celebre fisico ed inventore.
In occasione della sua trasferta romana per partecipare alla commemorazione della figlia, Welleda Tomasi Cantù, pittrice conosciuta anche all'estero per i suoi quadri raffiguranti in particolare soggetti floreali e come ambasciatrice di arte e cultura, ha posto le basi per un nuovo importante evento che si terrebbe a marzo 2020 proprio a Palazzo Ferrajoli: una mostra antologica della pittrice nocetana per celebrare gli oltre cinquant'anni di carriera artistica, in cui saranno esposte anche alcune opere della figlia Giovanna per continuare ad esporre insieme come era già successo a Parigi in occasione di diverse edizioni di Art Capital.

mercoledì 6 novembre 2019

Spazio Ophen Virtual Art Museum di Salerno / Mostra Personale di Carl T. Chew - RCBz - Reid Wood





Pavilion Lautania Virtual Valley / Spazio Ophen Virtual Art Museum

Carl T.  Chew - RCBz - Reid  Wood

IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two



Tre proposte  internazionali indipendenti con un testo di Sandro  Bongiani presentate in contemporanea con la 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 e in  occasione del decennale dello Spazio Ophen Virtual Art Gallery.

  Inaugurazione lunedì 25 agosto 2019 ore 18:30  
from 25 august to 21 november 2019



                                                                                                          

Domenica 25 agosto alle ore 18.30 lo  Spazio Ophen Virtual Art Museum è lieta di inaugurare IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two,  tre personali dedicate a tre artisti di confine “marginal attivi” presentati negli spazi del Pavilion Lautania in contemporanea con la  58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019. Le rispettive mostre sono accompagnate da un testo critico di Sandro Bongiani e sono visitabili fino al 21 novembre 2019.


Lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 58° Biennale di Venezia 2019, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e collaterale presso il “Pavilion  Lautania  Virtual  Valley”  a  Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood, tre artisti americani nati nel 1948 che riassumono compiutamente il lavoro di una ricerca marginal-attiva   ch’è  iniziata con Shozo Shimamoto, G. Achille Cavellini, e poi proseguita con altri diversi artisti, tra cui Ryosuke Cohen, Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood. In linea con il tema generale May You Live In Interesting Times”  della 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 che indaga sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, con una lettura della realtà osservata da più punti di vista, fra modi diversi di interpretare il mondo.
Per questo secondo evento internazionale vengono presentati 24 opere ciascuno dei tre artisti americani, in  tre sale personali diverse con la carica metafisica e la condizione visionaria delle cose raccontata da Carl T. Chew,  dal mistero dell’oggetto ansioso, dal mondo insostanziale e  dai luoghi inoggettivi diventati  “non luoghi”  di Reid Wood,  oppure, dall’intervento spesso  dissacratorio e poetico tra fantasia, realtà e storia dell’arte dell’artista RCBz.  Sono particolari riflessioni che gli artisti fanno  oggi in questo anestetizzato contesto sociale carico di grande incertezza e disumanità in cui si confezionano spesso ingiustizie che certificano il disprezzo assoluto per la condizione umana.  Sia Carl T. Chew che RCBz e Reid Wood lavorano  utilizzando la fotografia e la stampa digitale approdando al teatro dell’essenza e  dell'eterotopia trascorrente, tra spazio esteriore e spazio mentale divenuto accadimento e essenza poetica del  “non-luogo.” Le opere  ancora poco conosciute al grande pubblico dei tre artisti nascono dal bisogno  di collocarsi al di là di un confine, in un’area di ricerca “marginale” capace di definire  e porsi in forma alternativa alle ricerche ripetitive prodotte dal sistema ufficiale dell’arte. Un’invenzione giocata a tutto campo su   “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro  che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono  nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in loro la proposta convincente di  una ricerca volutamente di confine  in un particolare campo di azione  svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come  spartiacque al  modo  omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte.

Si ringrazia l’Archivio Carl T. Chew di Seattle, L’Archivio RCBz del Minnesota,  l’Archivio Reid Wood di Oberlin, (Usa) e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno (Italy) per aver permesso la realizzazione di questo secondo importante appuntamento internazionale.





Pavilion Lautania / Spazio Ophen Virtual Art Museum
 IDENTITY OF ARTIST / Marginal Active Resistances Two
Carl T.  Chew - RCBz – Reid  Wood
Via S. Calenda, 105/D – Salerno (Italy). Tel/Fax 089 56 48 159
e-mail:  bongianimuseum@gmail.com    

Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00 


  

 


BIOGRAFIA / CARL  T.  CHEW


Born: 1948, Urbana (IL), lives  in  Seattle, Washington (Usa) 
 World's Most Famous Unknown Artist!

Employment History
2010 Artist again, 2006 – 2010 Seattle Public Schools Middle School science teacher, 2004 – 2005 Self-employed visual artist, http://www.ctchew.com, 2004 – 2005 Seattle Public Schools substitute teacher, 2001 – 2004 Seattle Public Schools 4-5 teacher, Graham Hill Elementary School, 2000 – 2001 Seattle Public Schools substitute teacher, 1985 – 2000 Founded and directed The Contemporary Carpet Center, Kathmandu, Nepal, 1989 – 1990 Public Schools/Public Art, Washington State Arts Commission, 1988 Artists Unlimited, Artist in Residence, Edmonds Community College, Edmonds, WA, 1984 – 1986 State of Washington Dept. of Transportation, City of Seattle, I-90 Design Team, 1976 – 1999 Self-employed as a visual artist and musician.

Selected One Person Exhibitions
 1994, Mia Gallery, Seattle, WA, January, 1991,"Too Live Chew", Mia Gallery, Seattle, WA, January,  1990, "C.T. 'C'elects", Cheney Cowles Museum, Spokane, WA, September-October, 1988, "Documents Northwest", Seattle Art Museum, Seattle, WA, March 3-April 24,  1983, "Le Extinction des Artes", Whatcom Museum of History and Art, Bellingham, WA,  1980, "Medieval Massage Parlor", Davidson Galleries, Seattle, WA, September, 1979, "Prehistoric Post Office", Davidson Galleries, Seattle, WA, September, 1978, "Stamps", The Brooklyn Museum, Brooklyn, NY, May, 1977, "Video Dig", and/or, Seattle, WA. Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy).

 

 



 BIOGRAFIA / RCBz




Born: 1948, Minnesota (Usa),  perhaps?
“Born in the east of the East River due to the murmuring anxiety of the decennial celebrations of victory, immersed in commercially financed electromagnetic mythologies, bound by a beneficent indifference to flit, flail and fritter through the ancestral Alexandrian parchments, I am not an artist; I am not a scholar; They are a faint moody impulse that goes around the intellectual float ".
RCBZ is "in it but not of it". The situation is becoming a story that is passing into the realm of the Yeti. We have shown that everyone exists, but sightings are less and less frequent. RCBz has always lived in anonymity, it is a sort of mysterious Banksy of international postal art. Certainly much more creative than the Billboard advertising and commercial poster. We know very little about this artist and there is still no trace of biography that can reveal something more to us. We only know that he lives in Minnesota (USA).  Friends, who knows something let us know !!! Currently there is no personal site where you can see his works. Some recent works of recent years are present only on: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=73  and in this personal exhibition. Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy).








BIOGRAFIA / REID  WOOD


Born: 1948, North Carolina (USA), lives in Oberlin, Ohio (Usa).
Reid Wood was born in 1948 in North Carolina (USA). He holds BA and MA degrees in studio art from Oberlin College. He works in a variety of media, including drawing, printmaking, collage, artists books, mail art, digital imaging, and performance art. He has exhibited his work both nationally and internationally in more than 145 venues since 1975. Examples of his work can be found in a number of public and private collections and archives, including MoMA (Franklin Furnace Archive), The Sackner Archive, The Avant Writing Collection (Ohio State University), Archives of American Art (John Held, Jr. Papers), The National Institute of Design (Ahmedabad, India), Lalit Kala Akademi (New Delhi, India), The National Postal Museum of Canada, The Emily Harvey Foundation (Venice), the King St. Stephen Museum of Hungary, Museo Minimo (Naples), and The National Museum El Reina Sofia, Madrid (Sztuka Fabryka Archive). Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno (Italy). Some recent works of recent years are present only on: http://www.collezionebongianiartmuseum.it/sala.php?id=80Several works are permanently present in the Bongiani Art Museum Collection of Salerno.



Mostra segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno 


RASSEGNA INTERNAZIONALE A PORTO S. ELPIDIO / "Omaggio a Fausto Paci"






Rassegna Internazionale di  Mail Art

con 120 artisti di 20 nazioni

 “Omaggio a Fausto Paci - Ambasciatore Cavelliniano”





Mostra dei lavori dal 9 novembre fino al 18 novembre 2019

Villa Baruchello Via Belvedere, Porto Sant’Elpidio ( FM).





In occasione del 95° compleanno" di Fausto Paci organizzato dalla Tavolozza Marche, dal Centro d’arte e cultura Verum presso Villa Baruchello di Porto San’Elpidio progetto a cura di Lucia Spagnuolo con l’introduzione di  Anna Boschi, interventi di  Piero Cavellini, Sandro Bongiani, Pier Roberto Bassi, Lucia Nardi. Performance di Fulgor Silvi, Dania Gentili, Gianni Romeo, Roberto Formiconi, Renata Giovanni Stradada  e con la presenza dell’Ambasciatore Fausto Paci.











"Guglielmo Achille Cavellini  & Fausto Paci"

“Una  avventura proiettata nel futuro”

Presentazione di Sandro Bongiani


Guglielmo Achille Cavellini  (GAC) nasce a Brescia nel 1914 in una famiglia di commercianti. Dopo alcune prove di iniziazione al disegno e sporadici tentativi pittorici di natura informale interrompe quello che sembra un desiderio innato per convogliare tutta la sua capacità espressiva in un progetto collezionistico che lo vedrà giungere ai vertici internazionali raccogliendo e promuovendo le opere degli artisti suoi contemporanei impegnati in una ricerca informale-astratta.  Riprende nei primi anni Sessanta un’attività personale  pronto a ripartire dall’esperienza fatta come collezionista per cercare una propria autonomia di linguaggio a coniugare il lavoro di altri autori in un processo di appropriazione che porterà avanti durante tutta la sua attività artistica.  Nel 1965 usa gli oggetti della sua attività quotidiana unendoli a sfondi di scarto industriale in una sorta di autobiografia oggettuale. Vengono poi le cassette che contengono le sue opere precedenti soggette ad una sistematica autodistruzione e gli omaggi ad autori che rappresentano la storia dell’arte in forma di francobollo celebrativo o di ricostruzione fantastica delle loro opere più famose in cui inizia a rapportare se stesso. Dal 1968 produce i carboni bruciati con cui estende i due concetti di distruzione e celebrazione in un lavoro sistematico ed accurato su di una buona fetta della storia dell’arte. Dopo aver realizzato, distrutto e riciclato una parte consistente del suo lavoro degli anni precedenti,  GAC decide di  compiere “il grande passo”, attuando l'autostoricizzazione”, attraverso il quale prende forma una ramificata elaborazione concettuale che lo porta ad esporre se stesso al centro della propria opera in una specie di combattimento ideale con il sistema artistico di cui si fa analitico “destrutturatore”  siglando ironicamente ogni opera con la data del centenario dell'autore e  inviando per via postale in tutto il mondo una decina di “mostre a domicilio”.   In Italia, per diversi decenni, GAC è stato osteggiato come  “un ricco eccentrico in vena di esibizionismo”, non compreso perché ritenuto soltanto un importante  collezionista d’arte contemporanea  e di conseguenza  collocato dalla critica ufficiale  nel completo isolamento.  A partire dal 1971,  dopo l’irruzione nel mondo dell’arte dell’americano Ray Johnson, G. A. Cavellini  incomincia a   ribellarsi ai poteri forti  attuando  l'autopromozione e l'autocelebrazione di sé attraverso la diffusione di interventi di vario tipo, cercando  opportunamente  di  ridicolizzare certe  logiche sottese al mercato dell'arte. Questo concetto da allora sarà il motore pulsante fino all’ultimo del suo lavoro,  secondo una personale concezione del rapporto tra arte e vita  che prenderà le forme più varie ed articolate, da una proliferante ed ossessiva riscrittura della propria biografia sulla realtà circostante alla formulazione delle “mostre a domicilio”, libri opera che lo condurranno al centro di un circuito mailartistico internazionale di cui fu uno dei più celebrati esponenti.  Dal 70 in poi, Cavellini partecipa attivamente alla messa in crisi del sistema “come battitore libero“ condividendo  in modo trasversale e parallelo più campi di ricerca e smantellando così un concetto tradizionale che preferiva la  produzione dell’artista ripetitiva e ben identificabile, una produzione  piuttosto “riconoscibile”  al completo servizio del mercato dell’arte. Oggi, GAC ci sembra davvero una delle figure più convincenti  nel panorama culturale di quegli anni.

Dopo la Pop Art tutto poteva   diventare  merce.  Tutto ciò  l’aveva compreso anche Cavellini che a partire dalla seconda parte degli anni ’60 il poi  inizia a utilizzare  nelle sue opere materiale di scarto d’impronta dadaista; soldatini, giocattoli, piume, foglie secche, lamette da barba, uniti ad altri materiali trovati vanno  a configurarsi come  una sorta di teatrino carico di memorie e di  ironie sottese.  Per tale motivo, Gac risulta un artista  decisamente non  etichettatile in una specifica scuola o gruppo artistico, proprio perché  si offre nel contempo  come citazionista, poeta visivo, performer, body artist,  mail artist e persino street artist e creatore di artistamp, quindi, difficilmente classificabile per le diverse pratiche utilizzate ma sicuramente artista del superamento trasversale di una logica tutta tradizionale. Dal 1973 in poi, come conseguenza diretta dell’autostoricizzazione,  Gac riscopre anche la scrittura come segno, scrive e riscrive a ripetizione la propria storia dappertutto. Inventa la “Pagina dell’Enciclopedia” partendo da dati biografici reali, estende la propria storia ad appropriazioni temporali iperboliche e parossistiche del pensiero umano  con uno sguardo obliquo e intenso rivolto al passato  e anche al presente.  La breve biografia si tramuta così in scrittura che l’autore applica a tutto:  dalle stoffe e gli oggetti ai vestiti e persino i modelli viventi divengono il supporto diretto di questa invasione e occupazione “pittorica” con un fare improntato alla performance.  A tal proposito è da segnalare negli anni ’80 una serie di festivals in onore di Cavellini organizzati per prima in California  tra  San Francisco, Los Angeles e Hollywood e in  seguito a Middelburg, in Olanda, in Belgio nel 1984  e persino in Ungheria a Budapest, in cui l’azione performativa e all’happening collettivo viene sperimentato in modo amplificato e convincente.  

Oggi,  Cavellini è da considerare come uno dei maggiori e originali innovatori della seconda metà del 20° secolo. Ha vissuto l'arte contemporanea dal secondo dopoguerra fino al 1990, intensamente come artista libero  non condizionato da schemi e imposizioni, diceva: “preferisco vivere la mia avventura, proiettata nel futuro, piuttosto di dovermi impantanare nell’intricata  giungla  dell’arte”.  Nel suo  continuo nomadismo “da autentico outsider”  Cavellini ha avuto la fortuna di aver incontrato due significativi personaggi  come Fausto Paci e Gianni Romeo che  hanno compreso  per primi l'importanza del suo lavoro di ricerca dedicando con entusiasmo e passione la propria vita a far conoscere il lavoro e le idee di questo interessante artista bresciano.  Fausto Paci, delegato da GAC come  “Ambasciatore Cavelliniano”  ha saputo convogliare e diffondere  con  interventi mirati e opportuni  operazioni   di Mail Art tutta l'attenzione verso questo importante personaggio dell'arte. Oggi, a distanza di 29 anni dalla morte, ritorna l'occasione di poter approfondire  e rivalutare finalmente  il suo  lavoro,  grazie anche alla ricorrenza esemplare dei 95 anni  dell'amico  Fausto Paci, fedele da sempre a questo mitico personaggio dell'arte contemporanea italiana che di fatto ha scardinato  le carte in tavola  messe a punto dal  monotono mondo del  sistema ufficiale dell'arte. Un doveroso e particolare ringraziamento va anche a Lucia Spagnuolo curatrice di questa straordinaria manifestazione  presso Villa Baruchello a Porto Sant’Elpidio.  

Sandro  Bongiani
14 ott. 2019








Partecipanti:








FAUSTO PACI,  
AMBASCIATORE DI GUGLIELMO ACHILLE CAVELLINI


Evento segnalato da 
Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

Università Bocconi / L'opera su Carta di Paolo Gubinelli



PAOLO GUBINELLI,  L'OPERA SU CARTA



UNIVERSITA' BOCCONI - MILANO
ART EXHIBITION / MOSTRA D’ARTE PAOLO GUBINELLI










Organized by / Organizzato da ISU BOCCONI Free entrance / Ingresso libero

For information / Per informazioni www.unibocconi.it/iniziativeculturali



11 November 2019 - 8 January 2020 11 novembre 2019 - 8 gennaio 2020 Sala Ristorante Università Bocconi | via Sarfatti 25 Monday-Saturday 9am-12pm / lunedì-sabato: 9-12 Preview Mon, 11 November 6pm A cocktail reception will follow 


Inaugurazione lunedì 11 novembre ore 18.00 Segue rinfresco



Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019 



PENSIERI DI CARTA


Oggi è una giornata di sole,

la luce incide il mio foglio

dove traccio pensieri che mi rendono vivo,

solo così riesco a vivere la mia bella avventura

debbo ringraziare la luce e il sole

che illumina il mio spazio interiore

per parlare in silenzio alla mia opera.

Paolo Gubinelli  (23 ottobre 2019).




Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019

Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019 


Graffi, colori in polvere su carta cm 50 x 70 - 2019 










       Elena Pontiggia


Il lavoro di Paolo Gubinelli (Matelica 1945), che vediamo ora in questa breve antologica, è tutto impostato sulla levità, ed è strano che sia meno ricordato di quanto potrebbe, in tempi come i nostri in cui si parla sempre di leggerezza e in cui tutto vuole essere soft e light. Ma una ragione c’è. La levità, nei suoi quadri e nelle sue carte, non è una qualità ottimistica, trionfalistica, positivista. È una dimensione lirica che confina con la fragilità. Le sue linee delicate che attraversano i fogli senza quasi toccarli, le sue diagonali e le sue circonferenze interrotte che percorrono velocemente lo spazio, i suoi colori soffici che sono sul punto di svanire parlano di un mondo volatile che si dissolve sotto i nostri occhi. Parlano di una bellezza fuggevole che tende a nascondersi. Parlano di equilibri difficili, come in certi suoi triangoli opposti al vertice, di cui si potrebbe dire quello che diceva Licini delle sue geometrie: ”Stanno in equilibrio per miracolo”. Parlano, ancora, di una tensione verso uno spazio diverso da quello, limitato e angusto, in cui ci muoviamo. Linee e tessere colorate danno l’idea, insomma, dell’inizio di un viaggio. Ma quello che interessa a Gubinelli non è il percorso: è il punto di arrivo.    Elena Pontiggia


The work by Paolo Gubinelli (born in 1945 in Matelica, Italy) featured in this short retrospective focuses on levity. It may be strange that his art is not better remembered in times like ours, in which we are always discussing lightness and everything aims to be soft and light. However, there is a reason. The levity in his paintings and papers is not an optimistic, triumphal, positivist quality. It is a lyrical dimension that borders on fragility. His delicate lines that cross the page almost without touching it, his diagonals and interrupted circumferences that quickly travel through space, his soft, almost faded colors, speak of a volatile world that dissolves before our eyes. They speak of a fleeting beauty that tends to hide. They speak of difficult balances, as in his adjacent angle triangles, which could be described as Licini said of his geometries: “They are in equilibrium by some miracle.” What’s more, they speak of a striving for a space different from the limited and narrow space through which we move. Colored patterns and lines convey the idea, in short, of the beginning of a journey. But what interests Gubinelli is not the path: it is the point of arrival.  Elena  Pontiggia






Paolo Gubinelli /  Biografia






Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti:  Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.


Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.


Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.


Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.



Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri: Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

Stralci critici: Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.









Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.  Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.








Paolo Gubinellibiography. Born in Matelica (province of Macerata) in 1945, lives and works in Florence. He received his diploma in painting from the Art Institute of Macerata and continued his studies in Milan, Rome and Florence as advertising graphic artist, planner and architectural designer. While still very young, he discovered the importance of Lucio Fontana’s concept of space which would become a constant in his development: he became friends with such artists as :

Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, and Zoren, and established a communion of ideas and work.

His work has been discussed in various catalogues and specialized reviews by such prominent critics as:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.


Many others have also written about his work:

Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Sandro Bongiani, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

His works have also appeared as an integral part of books of previously unpublished poems by major Italian poets foreigners:

Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi,  Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

He participated in numerous personal and collective exhibitions in Italy and abroad. Following pictorial experiences on canvas or using untraditional materials and techniques, he soon matured a strong interest in “paper” which he felt the most congenial means of artistic expression. During this initial phase, he used a thin white cardboard, soft to the touch and particularly receptive to light, whose surface he cut with a blade according to geometric structures to accent the play of light and space, and then manually folded it along the cuts.

 In his second phase, he substituted thin white cardboard with the transparent paper used by architects, still cutting and folding it, or with sheets arranged in a room in a rhythmic-dynamic progression, or with rolls unfurled like papyruses on which the very slight cuts challenging perception became the signs of non-verbal poetry.

 In his most recent artistic experience, still on transparent paper, the geometric sign with its constructive rigor is abandoned for a freer expression which, through the use of colored pastels and barely perceptible cuts, translates the free, unpredictable motion of consciousness in a lyrical-musical interpretation.

 Today, he expresses this language on paper with watercolor tones and gestures which lend it a greater and more significant intensity.

He made white and colour pottery where engraved and relief signs stand out in a lyrical-poetic space.







ANTOLOGIA CRITICA / CRITICAL ANTHOLOGY


PAOLO  GUBINELLI

DAL 1977 al 2019

STRALCI CRITICI  / CRITICAL EXCERPTS

Testi in Italiano e in Inglese

Mostre personali e antologiche  /  Personal exibition

Biografia in Italiano e Inglese

Mostre Collettive   

Pag. 241




Per l'occasione viene presentata un’antologia di scritti e saggi critici per una lettura più chiara e corretta del messaggio estetico dell’artista Paolo Gubinelli.






LE  OPERE

Incisioni, colori in polvere su carta


Segni in rilievo su ceramica
Presso Ceramiche Biagioli - Gubbio, Presso Ceramiche Bizzirri - Città di Castell0

Segni in rilievo su vetro, presso Fiam Italia Pesaro
La collezione d’arte Spazio Miralfiore di Pesaro

Incisioni su plexilgass


Incisioni su plexiglass






LA  MOSTRA  VIRTUALE
DI  PAOLO  GUBINELLI

- Logo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno.

COLLEZIONE  BONGIANI  OPHEN  ART  MUSEUM  DI  SALERNO

Sandro Bongiani Arte Contemporanea
Avvia  Slideshow


La mostra è  segnalata da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno


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