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venerdì 11 ottobre 2019

Monica Zarba ritorna alle origini con una personale in Caplèra

Monica Zarba, ritorna alle origini con una personale in Caplèra
La pittrice Monica Zarba con una delle sue opere

La pittrice nocetana inaugura domenica 13 ottobre la sua nuova mostra dal titolo “Dentro”
Parteciperanno il pittore Rino Sgavetta e le Amministrazioni Comunali di Noceto e Medesano
"Medesano - PR) Ritorna alle origini Monica Zarba, pittrice nocetana da anni trasferitasi a Trento, per inaugurare domenica 13 ottobre alle 15.30 alla Caplèra – in strada Costa Garibalda, 11  a Medesano - una mostra personale dal titolo “Dentro”, nata per sottolineare l’introspezione e il legame tra passato e presente che caratterizza molte sue opere. Il passato con i suoi punti oscuri e il presente da vivere, in continua evoluzione e divenire.
Monica Zarba si avvicina alla pittura dieci anni fa, come espressione dell’incontro con le sue emozioni più profonde e la necessità di farle emergere nella loro alternanza. La ricerca del gesto pittorico e la stesura del colore in modi differenti diventano il filo conduttore che si ritrova nei suoi paesaggi, nei quadri astratti e nelle figure femminili.
Gli scuri che rappresentano il vuoto, il buio, l’oscurità vengono sovrastati dagli aranci che rappresentano la vitalità, l’energia, la luce della vita che vince sulla morte.
Nelle sue opere si ritrova una particolare attenzione nel riempire il vuoto, come espressione di un amore e una fiducia nella vita, nonostante le avversità incontrate nel suo cammino.
Ci racconta qualcosa di sé?
“Ho sempre amato l’arte in generale. La mia famiglia mi ha trasmesso l’amore per la musica classica: mio padre era tenore dilettante e mio fratello Francesco clarinettista suona in varie orchestre stabili ed è maestro di due bande della provincia. In passato ho cantato per molti anni come solista, ma mai avrei pensato di scoprire questa passione per la pittura; poi nel 2009 la svolta. La pittura è riuscita a tradurre le mie emozioni più nascoste. Ho iniziato a dipingere campi di papaveri, ispirati alla mia terra di origine, Noceto, visto che già all'epoca mi ero trasferita in Trentino. Decido così di frequentare alcuni corsi di pittura a Trento e tutti mi dicono che i miei quadri trasmettono qualcosa, ma essendo autodidatta non ho il coraggio di esporle, fino al 2016 quando incontro una persona che mi incoraggia a fare la mia prima mostra in trentino e poi nel 2018 la mia prima mostra personale nella Rocca di Noceto e una collettiva in cui ho avuto occasione di esporre anche insieme ad altri pittori nocetani e nel 2019 espongo a Pergine nella corte di Casa Stelzer con un evento dedicato al mondo femminile.”
Cosa significa dipingere per Monica Zarba?
“Dipingere è un cammino che va di pari passo con la vita stessa, è un divenire che si concretizza nel gesto ed è in quel gesto e in quella pennellata che si cerca di immortalare quell'attimo, come se fosse per sempre. Una consapevolezza che solo l’amore per se stessi e per l’altro può essere il mezzo di riscatto alla morte stessa e che serve a raggiungere la felicità. Dipingo per incontrarmi con le mie emozioni più profonde e farle emergere nella loro alternanza di gioia e tristezza, nostalgia e sogno, buio e luce, solitudine e comunione.”
Come nascono i suoi quadri?
“I paesaggi nascono dal richiamo forte dei luoghi cari alla mia infanzia, vissuta nella campagna parmense fra campi di grano, papaveri uniti ad affetti carissimi. Rivivono in me nella luce di quel tempo e si aprono ad una nuova dimensione, come sogno di una natura intatta in cui fondermi. Gli astratti invece sono un’espressione istintiva di segni, forme e colori che si muovono sulla tela a ritmo di musica e creano immagini, pensieri e sensazioni nuove. Infine, le figure femminili sono il mio corpo che sente, che vibra in una continua danza che alterna vissuti di vita e di morte. Le donne parlano con il proprio corpo che diventa tramite non verbale, pensiero.”
Che opere esporrà nella mostra che verrà inaugurata domenica 13 ottobre in Caplèra?
“Principalmente astratti che fanno parte del mio ultimo periodo e i paesaggi, in cui c’è un ritorno alle mie origini, in quanto nata e cresciuta a Noceto sono fortemente legata a questa terra. Terra come madre e materia che - in antitesi al cielo - rappresenta tutto ciò che è solido, tangibile e concreto. Il cielo è aria, libertà e spiritualità.”
Quali tecniche utilizza nei suoi quadri?
“Mi piace sperimentare, amo la matericità, utilizzare materiali naturali come il legno, i gusci di uovo negli astratti, la foglia oro, il caffè, ma dipingo anche molto ad olio, utilizzando una vasta gamma di colori e sfumature, dal nero all’arancio acceso”.
Durante l’inaugurazione ci sarà anche un sottofondo musicale che accompagnerà la scoperta delle sue opere: come mai questa scelta?
“Quando si guarda un dipinto vengono coinvolti l’occhio e l’anima, quando si ascolta una musica è l’orecchio e l’anima. Voglio far vivere un’esperienza multisensoriale che coinvolga i sensi, le emozioni. Già in passato ho abbinato durante l’inaugurazione delle mie mostre la musica e l’olistica e questa cosa è piaciuta molto. Vi aspetto numerosi in Caplèra domenica 13 ottobre, sarà l’occasione per conoscere i miei quadri e fare un brindisi tutti insieme.”

All'inaugurazione - con ingresso gratuito e brindisi finale interverranno il pittore Rino Sgavetta, molto conosciuto a Parma, e famoso anche all'estero, con il quale  Monica Zarba ha un rapporto di amicizia e condivisione dell’arte e i delegati delle Amministrazioni comunali di Noceto Medesano.

Campo di papaveri olio su tela di Monica Zarba

mercoledì 9 ottobre 2019

NOSTOS di Vito Bongiorno (Opere dal 1990 al 2019)


A cura di Lorenzo Canova
Sabato 12 Ottobre ore 17:30
MACA - Museo Arte Contemporanea Alcamo (TP)
  
Il Maca di Alcamo ospiterà l’Antologica di Vito Bongiorno “Nostos” per la XV Giornata del Contemporaneo

Anche ad Alcamo, il 12 ottobre, si celebra la XV Giornata del Contemporaneo, iniziativa nazionale che coinvolge i Musei soci di AMACI, l’Associazione dei Musei d’arte Contemporanea Italiani.

Il MACA, la struttura museale alcamese, socia di AMACI, aderisce all’iniziativa, presentando la mostra antologica dell’artista Vito Bongiorno. L’inaugurazione dell’Antologica, sabato 12 Ottobre alle ore 18:00; la mostra resterà aperta al pubblico fino al 31 Dicembre. 
Il catalogo della mostra è a cura dello storico dell’arte Lorenzo Canova. Parlano dell’autore l’editore Ernesto Di Lorenzo ed il direttore artistico della Fondazione Orestiadi Enzo Fiammetta.

Breve cenni biografici
Vito Bongiorno nasce ad Alcamo nel 1963, studia al Liceo artistico di Roma dove sviluppa un grande interesse nell’esplorazione della materia in relazione al tempo. Tra il 1985 e 1987 vive a Monaco di Baviera dove allestisce le prime mostre e successivamente a New York.
Oggi è tra i protagonisti più rappresentativi dell’arte contemporanea romana, noto per l’utilizzo del carbone e della cenere, come simbolo dell’amarezza, dell’inquinamento, della malattia e della spaccatura che caratterizzano l’umanità. Ciò che preme all’artista Bongiorno è far emergere se stesso, delineando uno stile personale nell’ambito delle correnti più innovative.
Fra i momenti più significativi e recenti della sua carriera: nel luglio 2009, il presidente del Museo delle Trame Mediterranee “Fondazione Orestiadi” di Gibellina, Ludovico Corrao acquisisce all’interno del Museo l’opera di Bongiorno Oltremare a Gibellina. Nel 2014, l’artista espone presso i Musei Capitolini e, nello stesso anno, il Ministero della Pubblica Istruzione gli commissiona un murales di 6 metri all’interno di una scuola romana. Successivamente, interviene con un’istallazione al Museo Cà Pesaro in occasione della Biennale di Venezia mentre a Napoli la sua performance Terra Mater apre le porte al "Naf-Napoli Arte Fiera"
Nel 2019 espone al Macro Museo d'Arte Contemporanea di Roma con l’opera Our Planet.

Afferma il Sindaco Domenico SurdiOspitare, presso il nostro Museo di Arte Contemporanea, le opere del Maestro Vito Bongiorno segna una nuova tappa del percorso volto alla costruzione di una visione contemporanea della Città. L’artista alcamese, con questa Mostra, ristabilisce un legame con i luoghi e gli spazi della sua memoria e dei suoi affetti; un’esposizione caratterizzata dall’impiego del carbone al posto dei colori e dei pennelli, il segno distinguibile di Bongiorno.
Dichiara l’assessore alla cultura Lorella Di Giovannile opere che il Maestro presenta alla sua personale di Alcamo vogliono descrivere quell’inquinamento morale e sociale che logora il nostro pianeta, svelando la speranza di una rinascita attraverso un linguaggio materico in continua trasformazione”.

Scrive il curatore della mostra, Lorenzo Canovail progetto evidenzia, già dal titolo, il ritorno di un artefice alla sua terra nativa dopo una lunga assenza, un’immersione a ritroso nel proprio passato che fa emergere le creazioni del presente. I riferimenti di Bongiorno fondono le radici classiche della Sicilia alle dialettiche del presente, ricordano le forme di antiche sculture riportando a una meditazione sulle questioni planetarie. L’artista ha ampliato le sue opere in senso tridimensionale, passando dalle mappe mondiali e dalla sagoma dell’Italia alla costruzione di sfere che ricordano il pianeta ed i suoi ecosistemi (pensiamo alle regioni artiche e all’Amazzonia) minacciati dalla corsa al profitto che distrugge tutto, senza tenere in conto il destino delle generazioni future”.
L’editore Di Lorenzo, che cura l’evento antologico ad Alcamo, scrive “Nostos, il titolo di questa antologica di Vito Bongiorno, è perfetto sia per il significato esistenziale che per la sintesi artistica e la valenza simbolica. Ogni artista, come diceva Consolo, è un ulisside: cerca sempre nuovi orizzonti, ma non può prescindere dal ritorno alla propria “isola”; così Bongiorno, pur aperto ad esperienze in Italia e all’estero (da Roma a Monaco di Baviera, a New York) ha mantenuto il suo rapporto umano e creativo con la Sicilia. Un rapporto alimentato di ricordi e di suggestioni, rivelatosi decisivo nelle scelte estetiche: vedi i due elementi cromatici che caratterizzano la poetica dell’artista: il blu del mare e del cielo, il nero del carbone, il senso di luce, apertura e speranza da una parte, quello di spaccatura, amarezza, dall’altra: i chiaroscuri e le contraddizioni della vita e della nostra terra”.
Ed Enzo Fiammetta, Direttore del Museo della Fondazione Orestiadi di Gibellina scrive “Come misurare la fragilità delle cose? Come riflettere sui delicati equilibri che governano la contemporaneità, definita da una rete di immagini, fatti e relazioni, reali e virtuali, che ci fanno tralasciare le vere necessità che oggi mettono in pericolo la nostra sopravvivenza sulla terra? Le opere di Vito Bongiorno ci portano dentro una dimensione che riflette sul tempo che viviamo, un equilibrio delicato che sopraintende la nostra realtà, la fiducia nell’uomo si deve misurare con la fragilità e l’incertezza che governa il mondo.
La ricerca dell’artista trova conferma nelle sue geografie, realizzate con tessere di carbone, opere che confermano, nel contrasto tra soggetto e materia, la complessità del fine da raggiungere per consentire la sopravvivenza del pianeta e salvaguardare la nostra essenza”.

Paola Lombardo


INFO:
NOSTOS di Vito Bongiorno (Opere dal 1990 al 2019)

A cura di Lorenzo Canova

Testi in catalogo di: Lorenzo Canova, Enzo Fiammetta, Ernesto Di Lorenzo


Inaugurazione: sabato 12 Ottobre ore 17:30

Fino al 31 dicembre 2019

MACA - Museo Arte Contemporanea Alcamo (TP)

Piazza Ciullo, 91011 Alcamo TP, Italia


Orari al pubblico: dal lunedì alla domenica dalle ore 9,30 alle ore 12,30; pomeriggio dalle ore 16,30 alle 19,30

sabato 5 ottobre 2019

Mostra "Gianni Otr Baggi. Mondo Fuori" | Palazzo Borromeo, Milano | 9-16 ottobre 2019 - con gentile richiesta di segnalazione

Gianni Otr Baggi 
Mondo Fuori
a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo 
9 - 16 ottobre 2019
Cocktail Party - mercoledì 9 ottobre, ore 18 - 21
c/o Studio Rospigliosi, Palazzo Borromeo 

In occasione della Quindicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, MADE4ART è lieto di presentare presso la prestigiosa sede espositiva dello Studio Rospigliosi di Milano, all'interno dell'esclusiva e splendida cornice di Palazzo Borromeo, nel cuore del centro storico della città, un'importante personale dell'artista fotografo Gianni Otr Baggi (Pavia, 1946).

La mostra, a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, presenta al pubblico l'inedita serie Mondo Fuori - World Outside frutto della recente ricerca progettuale in ambito fotografico dell'artista lombardo. Dopo aver indagato attraverso le sue opere gli aspetti più propriamente introspettivi della realtà, Gianni Otr Baggi si propone ora di raccontare il mondo esterno attraverso un linguaggio surreale e figurativo realizzato attraverso sovrapposizioni inaspettate ed enigmatici assemblaggi, facendo spesso ricorso ad accesi e intensi cromatismi, a un disordine visivo organizzato e ricercato, a un'astrazione presa in prestito dal campo della pittura. Opere di grande fascino e profonda poesia nelle quali dettagli architettonici e particolari tratti dalla storia dell'arte si fondono armonicamente, dove l'universo del sacro e la vita quotidiana della metropoli vengono a unirsi in sorprendenti composizioni. Una maniera di osservare il mondo e di comunicarlo agli altri che appartiene al linguaggio del surrealismo, sapientemente interpretato da Gianni Otr Baggi attraverso l'obiettivo fotografico.

La dimensione libertaria del surrealismo ha avuto l'ambizione smisurata di darci in questo secolo posto, come nessun altro, sotto il segno della violenza e dell'odio, una poetica dell'amore e un'etica della libertà. 

Arturo Schwarz, da un'intervista di Massimiliano Castellani, 2014

Articolato attraverso gli ambienti dello Studio Rospigliosi, il percorso espositivo troverà il suo punto centrale in una speciale dark room, una sala del tutto priva di luce naturale, dove il gioco creato dalle ombre e dalle luci artificiali sarà in grado di dar vita a un ambiente sospeso e raccolto, capace di amplificare le capacità percettive del visitatore e invitarlo a concentrarsi in profondità nell'osservazione delle opere fotografiche esposte.

Mondo Fuori, con data di inaugurazione mercoledì 9 ottobre 2019, sarà aperta al pubblico fino al giorno 16 dello stesso mese; apertura in occasione della Giornata del Contemporaneo AMACI sabato 12 ottobre dalle ore 15 alle 18. In occasione della mostra verrà presentato il catalogo Mondo Fuori - World Outside dedicato all'omonima serie di opere d'arte di Gianni Otr Baggi.

 

Gianni Otr Baggi. Mondo Fuori
a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo

9 - 16 ottobre 2019
Lunedì ore 15 - 18, da martedì a sabato ore 10 - 13 e 15 - 18

Cocktail Party | Mercoledì 9 ottobre, ore 18 - 21
Apertura Giornata del Contemporaneo AMACI sabato 12 ottobre ore 15 - 18

c/o Studio Rospigliosi | Palazzo Borromeo
Piazza Borromeo 10, 20123 Milano

Communication by
MADE4ART 



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lunedì 23 settembre 2019

A Milano Roberta Betti ci porta alla scoperta del suo "Graffio dell'anima"

La Galleria Spazioporpora di Milano presenta la personale dell'artista toscana originaria di Chiusi



Dopo diverse esperienze espositive anche a livello internazionale l’artista toscana Roberta Betti arriva a Milano presso la Galleria Spazioporpora che dal 14 al 28 ottobre 2019 ospiterà la sua mostra personale.





Nata a Chiusi inizia la sua attività negli anni '90 dedicandosi dapprima al genere del paesaggio, ma a partire dal 2010 una profonda ricerca artistica la conduce dalla serenità dei paesaggi toscani, cosi luminosi e statici, alla forza vibrante e al dinamismo impetuoso degli astratti, ove su tele dallo sfondo prevalentemente scuro ella trasferisce le sue emozioni mediante vortici di colore e linee graffianti.



L’evento curato da Francesca Callipari con il patrocinio del Comune di Chiusi, del Museo Ugo Guidi e dell’Associazione Kouros, sarà incentrato proprio su questa produzione astratta nella quale è protagonista assoluto il colore: un colore luminoso che sembra insorgere dal fondo della tela per esplodere ed irradiarsi al di fuori di essa…  Si tratta di una pittura che è pura espressione dei moti interiori dai quali l’artista si fa guidare, attivando una ricerca introspettiva che dà luogo ad opere dal forte impatto visivo ed emozionale, con una carica energetico-spirituale senza eguali.




Da qui il titolo scelto per l’esposizione: “Il Graffio dell’anima” che testimonia il legame indissolubile sussistente tra pittura e interiorità, evidenziando le forme di questo colore sfolgorante impresso attraverso movimenti simulanti graffi che pervadono la tela e che talvolta appaiono come veri e propri cerchi concentrici. 




Sono impronte d’anima che si riversano sulla tela, squarci di luce che si aprono tra le tenebre più profonde, lasciando per sempre tracce di sentimenti ed emozioni che entrano subito in dialogo con l’osservatore.

La stessa artista afferma: 

è come se volessi graffiare l’oscurità che a volte è in noi e ritrovare arcobaleni, frammenti di luce, simboli di speranza e non solo…

La mostra, visitabile presso la Galleria Spazioporpora di Milano dal 14 al 28 ottobre 2019, sarà inaugurata giovedì 17 ottobre dalle ore 18.30 fino alle 20.30 con una presentazione a cura della curatrice e storica d’arte Francesca Callipari e in presenza dell’artista Roberta Betti.








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