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domenica 21 marzo 2010

MOSTRA GIORGIO LAVERI: FATE ILVOSTRO GIOCO

GIORGIO LAVERI
Fate il vostro gioco 
 
Catalogo con testo di Anty Pansera 
 
Inaugurazione 
Mercoledi 31 marzo 2010  ore 18.00 
 
31 marzo 2010 - 15 maggio 2010  


Con la mostra personale Giorgio Laveri. Fate il vostro gioco la galleria Terre d'Arte di Torino rende omaggio all'artista savonese e rinnova il proprio interesse per i protagonisti dell'arte italiana del XXI secolo.
La mostra, dal 31 marzo al 15 maggio 2010, segue le recenti presenze personali di Laveri presso Bergamo Arte Fiera (Colossi Arte contemporanea), ArtFirst Bologna (Valente arte contemporanea) e MiArt (Colossi Arte contemporanea) e le presentazioni della monografia bilingue "Giorgio Laveri scultura per gioco scultura per davvero", edita da Vanilla Edizioni, che documenta il complesso delle opere realizzate dall'artista dal 1980 al 2009, affiancando loro la prima compiuta ricerca documentaria su tutta la bibliografia esistente.
L'esposizione torinese illustra un significativo percorso nell'articolata e multiforme opera di Giorgio Laveri, attraverso alcune opere che dimostrano la sua posizione di rilievo nell'ambito della ricerca ceramica italiana e internazionale.
In particolare, per l'occasione, Giorgio Laveri presenta le sue ultime realizzazioni in ceramica: Rino il temperino e Tita la matita.
Anty Pansera ne fornisce una originale lettura critica nella pubblicazione che accompagna la mostra.

Giorgio Laveri è protagonista di un percorso espressivo ormai trentennale.
Dopo gli studi di formazione professionale sulla regia televisiva, Laveri, affianca le esperienze teatrali e cinematografiche alla pratica scultorea con particolare predilezione al materiale ceramico. Ruolo specifico delle terre e conoscenza delle tecniche realizzative costituiscono gli assunti su cui fondare il proprio percorso espressivo. Col doppio registro dell'incanto e dell'invettiva, tra apologia e derisione, Laveri matura un'idea di scultura che gli permette di profanare tutte le mitologie culturali, utilizzando la ceramica per trasformare in arte la sua concezione del mondo e delle cose.
Da qualche tempo Giorgio Laveri ferma la sua attenzione su oggetti comuni e commerciali appartenenti alla realtà urbana che lo circonda e, attraverso un'operazione di riproduzione ingrandita e impreziosita dal fascino degli smalti ceramici a gran fuoco, fornisce loro una nuova dignità. Oggetti defunzionalizzati, gonfiati, assemblati, reinterpretati che permettono all'artista di attraversare la barriera del quotidiano e – per contrappasso rispetto a quanto scrive Blanchot "Malgrado il massimo sviluppo dei mezzi di comunicazione, il quotidiano sfugge…"1 - di inneggiare a ciò che è talmente conosciuto da passare inosservato. In tal senso la provocazione significante degli oggetti ingigantiti, che sembra, in prima analisi, derivare da riferimenti al dadaismo duchampiano piuttosto che all'extraterritorialità scultorea di Claes Oldenburg2 o alle diverse declinazioni dei nouveaux realistes, per Giorgio Laveri diventa il tentativo di congiungere due opposti: da un lato porre la lente di ingrandimento sul quotidiano nella sua più comune e scontata accezione, dall'altro renderlo non convenzionale, porlo al centro dell'attenzione, restituirlo protagonista di una trasfigurazione artistica. Ogni oggetto preso in considerazione diventa per Laveri uno strumento di comunicazione e più precisamente di comunicazione sensuale: il soggetto, più che qualcosa di importante in sé, è un mezzo per coinvolgere e avvicinare chi guarda. E' il desiderio di toccare e di essere toccato che interessa all'artista ligure, il quale enfatizza la presenza degli oggetti di consumo banale per renderli eccezionali attraverso l'uso di una materia estremamente sensoriale qual è la ceramica.


Galleria Terre d'Arte
Via Maria Vittoria 20/A
10123 Torino
tel/fax +3901119503453 
info@terredarte.net

 

LATO:PATRICIA GLAUSER, insight outside

LATO presenta  PATRICIA GLAUSER - insight outside


Dal 20 marzo al 10 aprile 2010
Inaugurazione 20 marzo, dalle ore 18:30

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Patricia Glauser, partendo dall’osservazione dell’espressività materiale della tela, della sua fisicità e presenza nello spazio, inizia la sua personale ricerca del “tra” ovvero:  “dello spazio che divide e/o connette interno ed esterno, materia ed energia, presenza e assenza”.
Alterando la superficie dei dipinti, solitamente monocromi, con tagli, pieghe, cuciture, o applicazioni di altra tela, l’artista aiuta a liberare la storia nascosta “tra” le sue emozioni e le possibilità espressive del materiale pittorico. Nella storia dell’arte si incontrano importanti precedenti nella possibilità della tela di esprimere la terza dimensione sia dal punto di vista visivo, nelle ricerche rinascimentali sulla prospettiva, che da quello fisico, ad esempio nel caso dei tagli di Fontana.
Patricia Glauser, memore di tutte queste possibilità, sviluppa un rapporto personale con la tela. Quest’ultima, nella serie “Momento I”, non riveste solo il ruolo di ospitare le idee dell’artista, ma lavora partecipando all’atto creativo. La modalità operativa di Patricia fa parlare la tela che riflette e reinterpreta l’energia ricevuta.
Nei dipinti della serie “Momento II” la Glauser approda a una pittura formale bidimensionale: la tela torna a fare il suo lavoro di supporto per  forme e figure che escono e si nascondono dietro il colore, forme fantastiche che diventano così segni dall’aspetto riconoscibile e personaggi stilizzati.
Le forme ottenute diventano scultoree nei lavori della serie “Momenti III”. Gli interventi dell’artista si concretizzano non più sulla tela ma con la tela stessa. Usando solo alcuni punti di riferimento sulla cornice, che rimane unico elemento a mantenere la forma classica rettangolare del quadro, l’artista taglia e piega il supporto creando opere scultoree astratte, monumenti fantastici ed espressivi.
La ricerca di Patricia consiste fondamentalmente in un intervento nella tela sempre più concreto.  L’imprevedibilità del risultato, connaturata al lavoro dell’artista, permette, allo stesso tempo, di esprimere emozioni e di ottenere nuovi spunti  per le creazioni future.

Spela Zidar e Fabrizia Bettazzi


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giovedì 18 marzo 2010

Kilohertz - il futuro della musica al Fuori Salone - Milano, 14 -19 aprile 2010


KhZ
MUSIC INSIDE AL FUORI SALONE
14-19 aprile 2010

Il futuro della musica è nel corpo e Kilohertz (KhZ) inaugura una nuova filosofia sonora per cui il design diventa parte integrante dell'esperienza di ascolto. Gli oggetti e le installazioni KhZ sono vettori vibrazionali su cui sedersi, sdraiarsi o appoggiarsi per creare nel proprio corpo uno spazio dove il suono si contrae e si espande in miriadi di forme diverse.

Durante il Fuori Salone del Mobile, KhZ è presente in numerosi luoghi di Milano con la sua avanguardia nel quale corpo e mobile d'arredo entrano in simbiosi attraverso la musica. Installazioni, workshop, concerti e isole sonore sparpagliate in giro per la città dove rilassarsi e farsi massaggiare da sound designer e body-dj.
Workshop e sperimentazione presso ELITA
Dal 14 al 19 Aprile KhZ sarà presente presso ELITA al teatro Franco Parenti in via Pier Lombardo 14. Insieme ad ELITA, KhZ chiama a raccolta Sound Designer, DJ e produttori per sviluppare un nuovo linguaggio compositivo. Presso il foyer sarà presente una installazione KhZ composta da una piattaforma SoundGrass (erba sonora) e un dispositivo di monitoraggio delle forme che il suono crea nel corpo. L'installazione interattiva sarà disponibile a chiunque voglia collegare il proprio Ipod, computer, oscillatore o strumento musicale. Per provare l'ebbrezza di suonare direttamente per i corpi degli ascoltatori.

Body Sound Design presso ITEM.
Una opportunità di provare l'esperienza di un body concert si presenta presso ITEM in via Pompeo Leoni 5. Qui, sabato 17 Aprile a partire dalle ore 21, Sound Designers si alterneranno a una console collegata con strutture Kilohertz Horta. I DJ faranno da massaggiatori ai corpi dei fruitori che visiteranno lo spazio. Le musiche saranno sperimentazioni con sonorità Dubstep, Techno e Drum and Bass .

Sambass e NuBossa presso Brasil SA
Per chi si avventurerà nei meandri di Zona Tortona KhZ ha pensato a una installazione SoundGrass posizionata presso Brasil SA in via Tortona 31. Una opportunità di sdraiarsi su un prato di erba sonora, chiudere gli occhi e lasciare che i nuovi suoni dell'avanguardia Brasiliana massaggino il proprio corpo. Una sorta di juke boxe del futuro curato dal design KhZ

Jack your Body presso Serendeepity.
Sul marciapiede di fronte a Serendeepity, in corso Porta Ticinese 100 una opportunità di ascoltare la propria musica preferita con il corpo. Jack your body è un nuovo concetto di isola sonora urbana dove le vibrazioni della propria musica fungono da massaggio. Venerdi 16 presso Serendeeptity si susseguiranno Happening e jam session in collaborazione con DJ e Sound Designer.

Ulteriori informazioni:
Ronald Lewis Facchinetti - Tel 3381873070 - ronald@kilohertz.it

martedì 16 marzo 2010

Luigi Le Voci, l'ultimo grande artista bohemien



Dell’artista Luigi Le Voci – originario di Castrovillari, ma tramutatosi rapidamente in amante passionale delle grandi città europee – hanno scritto, negli anni, firme importanti del panorama critico italiano, da Luigi Carluccio a Giovanni Arpino, Massimo Mila e Marziano Bernardi. Fu proprio quest’ultimo – storico critico del quotidiano La Stampa – a scoprirlo, seguirlo e sostenerlo negli anni passati dall’artista a Torino, prima come studente della facoltà d’architettura e poi ribelle e idealista promotore di se stesso con l’apertura, nel 1976, dello Spazio Le Voci, in cui esponeva le sue opere per venderle direttamente al pubblico, saltando a piè pari il mondo delle gallerie d’arte. «Un romantico nel senso Ottocentesco della parola», così lo definiva il grande critico torinese, «candidamente emotivo […], d’una assoluta sincerità di sentimenti, che osa dipingere dei violinisti in estasi, dei frati invasati di misticismo alla Greco, e ricupera i saltimbanchi del primo Picasso ma in chiave di passionalità disarmata». Ogni recensione dedicata al lavoro di Le Voci propone un’influenza nuova, un grande nome della storia dell’arte da accostare al suo gesto pittorico irrequieto e vivo, serpeggiante e frizzante in tracce concise, frammenti di segno, slanci e soprassalti di accenti: un tocco volante e guizzante alla De Pisis; e poi ancora Toulouse Lautrec, Velazquez filtrato attraverso Manet, il pizzico fiabesco alla Chagall e alla Utrillo. Questi riferimenti, che senza dubbio nobilitano l’artista, non devono però far pensare ad una mancanza di personalità. Le Voci ha un linguaggio individuale che si inserisce nella tradizione dei pittori di strada e che fa di lui l’ultimo grande bohemien; originale proprio per il suo legame alla figura in un periodo storico di costante fuga informale. Un linguaggio pieno di forza e di tensione lirica, fatto dell’irrequietezza demoniaca di un universo romantico. La sua pennellata, ora corposa e opulenta, ora levigata fino a rasentare la velatura, è stata capace di cogliere scorci caratteristici di città quali Parigi, Torino e Milano, restituendone delle cartoline animate. Grazie ad un ben miscelato impasto di agilità pittorica, perizia grafica e freschezza, è sempre riuscito a sottrarre le immagini all’ovvietà, facendone dei quadri pieni di garbo e coinvolgente allegria. È ciò che accade anche per gli oltre quaranta dipinti che compongono questa personale che gli dedica il MACA – Museo Arte Contemporanea Acri – in collaborazione con la BCC Mediocrati di Rende (Cs) –, e che rappresentano l’ennesima sensuale frattura che il pittore intende aprire nella rigidità del mondo. Le Voci è un artista profondamente europeo, come sapevano esserlo i suoi colleghi del XIX secolo. I suoi gesti rapidi, eppure vigorosi, fatti di una tecnica ricca di preparazione didattica trasfigurata attraverso un animo irrequieto ed una fantasia esuberante, vivificano gli angoli parigini così come le strade di Milano ed i panorami calabresi di cui sono rievocati i teneri fantasmi attraverso pennellate che sbocciano come fuochi d’artificio.

Mostra: Luigi Le Voci, l’ultimo grande artista bohemien
Luogo: MACA – Museo Arte Contemporanea Acri Palazzo Sanseverino, Piazza Falcone 1, 87041, Acri (Cs)
Curatori: Boris Brollo, Federico Bria
Periodo: 27 marzo – 30 maggio 2010
Vernissage: 27 marzo 2010 ore 18
Orario: 9-13 e 15-19, chiuso il lunedì
info: Museo – tel. 0984953309; Ufficio stampa MACA - tel. 0119422568 maca@museovigliaturo.it www.museovigliaturo.it

lunedì 15 marzo 2010

Mostre: Rabarama a Saint Tropez

Rabarama ed i suoi androgini.
Con Rabarama, i colori e le forme della materia assumono mille combinazioni differenti.

Puzzles, lettere, alveoli ricoprono i corpi delle sue creature, una ricerca estetica e non solo, una materia che si trasforma in forme riconoscibili.

Soggetti dagli sguardi spesso assenti, soggetti che sembrano “ portatoti “ di segreti.

L’androgino spesso racchiuso su se stesso è comunque portatore di speranza.

Una riflessione, una meditazione continua ed incessante.

Da una determinazione genetica si passa alla “ liberazione “, un uomo libero, un uomo che diventa artefice del suo destino.

Non più  chiuso in un labirinto con una sola ed unica via d’uscita.

Tra le sue opere ed il fruitore una sottile linea di confine, una linea che “ obbliga “ alla riflessione.

Arte che parla e fa parlare di sé, obbligate considerazioni, spontanei pensieri.

Non ci si può non interrogare su cosa l’artista voglia dirci.

Rabarama, fino a pochi anni fa “ diamante grezzo” dell’arte contemporanea, è diventata una certezza ed una garanzia per tutti i suoi collezionisti.

Smith direbbe che anche un soggetto avverso al rischio investirebbe e punterebbe su di lei.



Francesco Saverio Russo

sabato 13 marzo 2010

Entroterra: mostra collettiva "Viaggiatori sedentari", sabato 17 ...


Associazione Culturale per la promozione dell'arte figurativa contemporanea

Con il patrocinio della Provincia di Brescia e della Regione Lombardia

Presenta la collettiva
    "Viaggiatori sedentari"   
Opere di
 
    Cristina Iotti, Ernesto Achilli, Nicola Biondani,
    Vincenzo Calli, Marco Manzella, Elio De Gregorio, 
    Andrea Gnocchi, Elena Mutinelli, Dino Sambiasi,
    Giuseppe Tirelli, Salvatore Santoddì 
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Inaugurazione: 17 aprile 2010 h. 17:30.
Date Mostra: dal 17 aprile al 30 giugno 2010
Titolo mostra: VIAGGIATORI SEDENTARI
Spazio Espositivo: Viale Bornata- Borgo Pietro Wuhrer, 43 – ed. 13- Brescia
Orari di visita: dal giovedì al venerdì 15:00-19:00; Sabato 11:00 -19:00
Telefono: 030.5233558; cell. 340/7781096
Website: www.entroterra.it
Ingresso libero
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COMUNICATO STAMPA

Sabato 17 aprile 2010 alle ore 17:30 presso il nuovo spazio Entroterra si inaugura la collettiva dal titolo "Viaggiatori sedentari".
La mostra nasce dall'idea di alcune conversazioni e riflessioni fatte da Giuliana Mazzola con gli artisti, sul concetto di viaggio artistico, inteso come metafora del viaggio interiore, che porta poi l'artista a materializzare e realizzare  un'opera.  Un viaggio quindi che tenta di unire gli artisti di Entroterra in un unico filone poetico, in cui la differenza di itinerario, la scelta di mezzi di trasporto, le partenze e gli arrivi portano tutti ad un unico approdo: la contemporaneità figurativa e le sue mille sfaccettature.
Così il viaggiatore diventa "sedentario", un ossimoro, ma che ben identifica il compito dell'artista, quello di osservare il mondo attorno  a sé, di coglierne l'essenza e le sue peculiarità, per poi isolarsi nel suo mondo e realizzare col suo medium una interpretazione e una sintesi del vivere quotidiano. Da una parte il viaggio diventa un movimento interiormente, in cui il l'artista si mette in cammino su rotte meno  battute e comode, con la libertà di programmi e di percorsi per scoprire e capire la civiltà in cui ci troviamo. Dall'altra parte il viaggio è sedentario, la riflessione prende forma, e il l'artista - viandante si sofferma per riplasmare la realtà attraverso la sua immaginazione, attraverso la composizione o riplasmandola per noi spettatori che ci prendiamo il tempo di soffermarci a guardare una mostra e a confrontarci con i quadri e le sculture a noi contemporanei.
La mostra prevede la presenza sia di pittori (la coloratissima tempera di Manzella, l'interpretazione mistica e vitale di Santoddì, il ritorno all'ordine di De Gregorio contrapposto all'acrilico in continuo movimento di Sambiasi, le sovrapposizioni iconiche di Gnocchi, la natura riposante di Achilli e le potenti figure di Calli) che scultori (terrecotte ironiche quelle di Tirelli, più umanamente dolorose quelle di Biondani, mani forti e contratte per la Mutinelli) ed anche una bravissima disegnatrice (la Iotti, vincitrice del premio Faber Castel per l'uso straordinario delle matite colorate): tutti all'insegna della nuova figurazione contemporanea.
"C'è solo un viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo
che si viaggi per tornare. L'uomo non può più tornare nello stesso punto da cui è partito,perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da se stessi non si può fuggire. Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima,come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare"
(Andreij Tarkovskij, Racconti cinematografici, Milano, Garzanti, 1994.)

Note Biografiche  


Ernesto Achilli, Dopo gli studi giovanili presso il Liceo artistico a Milano, ha continuato lavorando soprattutto come incisore e frequentando la Scuola degli Artefici presso l'Accademia di Brera. Da anni lavora nella tranquillità delle campagna lombarda alla ricerca di materiali ed oggetti dimenticati da ritrarre sulle sue tele.
Marco Manzella, nato a Livorno nel 1962, vive e lavora ora tra Brescia e Viareggio. Diplomatosi in restauro, ha lavorato molti anni in questo settore specializzandosi in antiche tecniche pittoriche. Dal 1993 si dedica solo alla pittura. Ha iniziato la sua attività espositiva nel 1985. Lavora con gallerie italiane e straniere. L' interesse per la pittura figurativa anglosassone lo ha portato ad alcuni soggiorni in Inghilterra e negli Stati Uniti, da dove nascono alcuni dei disegni e dei quadri più recenti. Alcuni suoi quadri sono stati scelti per l'ultimo live televisivo degli attori Ale & Franz.

Andrea Gnocchi, nato nel 1975 si è diplomato all'Accademia di Brera in decorazione. In concomitanza con la carriera artistica ha realizzato/allestito stand fieristici nelle manifestazioni "Milano moda" e "Moda in",ha collaborato come scenografo realizzatore nella creazione di spot pubblicitari con l'agenzia BRW&PARTNERS di Milano. Le sue opere sono state esposte in diverse gallerie italiane ed in occasione di importanti eventi fieristici.
Dino Sambiasi Dino Sambiasi nasce a Brindisi nel 1968 dove vive e lavora. Il suo percorso artistico comincia nei primi anni Novanta. Vincitore di numerosi premi viene subito invitato a partecipare a importati mostre, rassegne e fiere nazionali ed internazionali. Numerose sono le opere che fanno parte di collezione pubbliche e private. La sua particolare tecnica pittorica rientra nella ricerca del materiale di utilizzo quotidiano, quali carta, giornali, sacchetti di juta, etc. riutilizzati e miscelati con sapienza per creare un caleidoscopio di soggetti e contesti urbani, di sagome umane e di paesaggi metropolitani.
Cristina Iotti nasce a Sassuolo (MO) nel 1965. Si diploma nel 1987 in illustrazione allo IED di Milano e in seguito si dedica al design ceramico. Dal 2002 lavora esclusivamente come pittrice esponendo in Italia e all'estero. Realizza personalissimi disegni dal taglio fotografico e dalla tecnica raffinatissima. Usando le matite colorate con cura minuziosa e attenzione al dettaglio descrive la contemporaneità e la quotidianità. Nel 2007 è stata la vincitrice del Premio Arte per la grafica e del Premio speciale Faber-Castell e, per la prima volta nella storia del premio, si è aggiudicata la Targa oro anche nel 2008.
Elena Mutinelli  è nata a Milano nel 1967.Dopo aver conseguito il diploma di scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera, nel '90 con i docenti Cavaliere, Cascella, Lidia Silvestri, si è trasferita a Pietrasanta per apprendere la tecnica della scultura del marmo.
A Milano le sue opere sono state esposte in diversi spazi tra cui la Compagnia del Disegno, la galleria Marieschi, Entroterra (dove ha presentato una serie di potenti disegni sull'erotismo) e a Miart, scelta da Marina Mojana nella sezione Con-Tatto.

Nicola Biondani nasce a Mantova il 14 novembre del 1976. Diplomatosi nel 1998 all'istituto d'Arte di Guidizzolo (MN), prosegue gli studi artistici iscrivendosi alla scuola di scultura dell'Accademia Cignaroli di Verona dove inizia a partecipare regolarmente a concorsi d'arte ed esposizioni; diplomatosi con una tesi su Adolfo Wildt e Francesco Messina entra come assistente nello studio dello scultore modenese Frabrizio Loschi e lo stesso anno entra nei laboratori dell'ente lirico di Verona come scultore scenografo. Nell'ottobre 2004 ha la sua prima personale alla galleria "Aregoladarte" nel centro storico di Mantova; contemporaneamente apre al pubblico il proprio atelier dove tuttora lavora realizzando opere personali e su commissione per pubblici e privati utilizzando i materiali padri della scultura: la creta, il bronzo e il marmo.

Giuseppe Tirelli è nato in Tanzania nel 1957. Dopo molti anni di lavoro in campo sindacale ha iniziato a dedicarsi alla scultura, a cui ora si dedica completamente. Ha frequentato l'Istituto d'arte "Gazzola" a Piacenza dove attualmente vive e lavora. Una sua scultura è stata acquistata dalla Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. Tra le sue più recenti esposizioni, ricordiamo la mostra personale alla Temple University di Roma nel 2004 promossa dalla Galleria Il Polittico di Roma, le mostre collettive "Altre Figurazioni" alla Galleria Agorárte di Milano, "Chiaro e Scuro" alla Galleria Flowers di Londra nel 2005 e la recentissima "Nuova scultura figurativa italiana" a Roma presso Il polittico con la presentazione del famoso critico inglese E. Lucie-Smith.
Elio De Gregorio, nato a Milano nel 1950, si è trasferito in Belgio nel 1976 dove ha studiato presso l'Académie Royale des Beaux-Arts de Bruxelles, completando la sua formazione in incisione a Molembeek.  Attualmente  insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Bruxelles.
Vincenzo Calli nasce nel 1953. Dopo essersi diplomato all'Istituto d'Arte di Sansepolcro, frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Firenze. A soli 21 anni tiene la sua prima mostra. Nel 1984 inizia l'avventura "americana": è invitato infatti ad esporre nella World's Fair Exposition - New Orleans (Louisiana).Ottiene i riconoscimenti della critica nel 1986 con il premio "Arte 86". Inizia a collaborare con prestigiose gallerie in Italia e all'estero. La sua pittura riconoscibile per il richiamo all'arte rinascimentale dell'Italia centrale, come Piero dell Francesca e Beato Angelico.
Salvatore Santoddì nasce a Caltagirone nel 1978, città dove vive e opera. Allievo di Salvo Russo, si diploma in pittura nell'anno accademico 2003/2004 presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Ha partecipato a diversi eventi e a diverse collettive. La sua pittura riecheggia le antiche architetture religiose e private in rifacimento della sua terra natia, qui emergono figure umane sollevate, in contemplazione e assorte e cariche di religiosità spirituale, oppure elementi fitomorfi rigogliosi ed estremamente rari e delicati.



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ASSOCIAZIONE CULTURALE ENTROTERRA
Sede espositiva: Viale Bornata- Borgo Pietro Wuhrer, 43 (ed. 13)- 25123 Brescia tel. 030.5233558
Cell. 340-7781096/ 338-9649806
e-mail: press@entroterra.it



Postato su Oggi Arte

Mostra di Adriano Fida



ada egidio e gian marco volpi
saranno felici di accogliervi all'inaugurazione della mostra

"formato A 4"
di adriano fida

alla presenza dell'artista

sabato 20 marzo 2010 dalle ore 18:00

la mostra si terrà fino al 10 maggio 2010

collezionando gallery
via monti di creta 55
00167 roma

Tel. 06-6624970
cell 338-7375137 o 334-2111434
email collezionandogallery@hotmail.it
 Orario della galleria   dal lunedì al sabato: 10:00 – 13:00     /   16:30 – 20:00

3 amici ed un progetto…così nasce "formato A 4"
mostra dell'artista contemporaneo Adriano Fida ideata e diretta da Ada Egidio e Gian Marco Volpi.
Tutto nasce dall'idea di creare una serie di ritratti rivisitati in chiave moderna.
Il progetto si sposa perfettamente con la tecnica pittorica e la sensibilità dell'artista.
L'intento è quello di associare un volto, ma soprattutto una persona, alle azioni compiute.
Si cerca di dare una continuità  visiva ad un nome e ad un gesto facendo una scomposizione emotiva del personaggio. Questo rende l'opera finita
viva di luce propria.
Stampando le foto dei personaggi sulla carta l'artista prende l'ispirazione e coglie l'essenza.
Semplici fogli A 4 formano il percorso che racconta la storia di un personaggio.
Come un libro che viene sfogliato per essere letto, le tele sono sfogliate per essere viste.

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