Puzzles, lettere, alveoli ricoprono i corpi delle sue creature, una ricerca estetica e non solo, una materia che si trasforma in forme riconoscibili.
Soggetti dagli sguardi spesso assenti, soggetti che sembrano “ portatoti “ di segreti.
L’androgino spesso racchiuso su se stesso è comunque portatore di speranza.
Una riflessione, una meditazione continua ed incessante.
Da una determinazione genetica si passa alla “ liberazione “, un uomo libero, un uomo che diventa artefice del suo destino.
Non più chiuso in un labirinto con una sola ed unica via d’uscita.
Tra le sue opere ed il fruitore una sottile linea di confine, una linea che “ obbliga “ alla riflessione.
Arte che parla e fa parlare di sé, obbligate considerazioni, spontanei pensieri.
Non ci si può non interrogare su cosa l’artista voglia dirci.
Rabarama, fino a pochi anni fa “ diamante grezzo” dell’arte contemporanea, è diventata una certezza ed una garanzia per tutti i suoi collezionisti.
Smith direbbe che anche un soggetto avverso al rischio investirebbe e punterebbe su di lei.
Francesco Saverio Russo
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