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giovedì 25 ottobre 2018

Inaugurazione mostra Isotta Bellomunno a Casa Vuota a Roma: DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO

DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO

PERSONALE DI ISOTTA BELLOMUNNO

A cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)

27 ottobre – 2 dicembre 2018

Inaugurazione: sabato 27 ottobre 2018, ore 18:30

 

"Da consumarsi preferibilmente entro" è il titolo della prima mostra personale tenuta a Roma dall'artista napoletana Isotta Bellomunno, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo e ospitata dal 27 ottobre al 2 dicembre a Casa Vuota (via Maia 12 int. 4A). L'inaugurazione, sabato 27 ottobre a partire dalle ore 18:30, è inserita nel calendario delle iniziative di Rome Art Week. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì su appuntamento ed è realizzata in collaborazione con Taffo Funeral Services.

La personale presenta al pubblico un corpus di opere realizzate dall'artista negli ultimi cinque anni che ruotano intorno a due temi fondamentali: il nutrimento materno e la morte. Temi che ispirano anche un'installazione pensata appositamente per gli spazi di Casa Vuota.

 

"Da consumarsi preferibilmente entro" è una frase nella quale ci imbattiamo ogni giorno. Quando la leggiamo stampigliata sulla confezione di un prodotto alimentare non ci soffermiamo a pensare che che da neutrale espressione del gergo merceologico potrebbe tramutarsi per noi in una sibillina profezia. L'avvertenza che ci informa sulla scadenza degli alimenti e che associamo in particolare del latte può assurgere infatti a formula critica della società dei consumi e diventare persino metafora della brevità della vita umana.

La morte è da sempre uno dei punti cardine della ricerca di Isotta Bellomunno ed è per lei lo spunto per esprimere il carattere di una napoletanità capace di esorcizzare la paura dell'estremo traguardo con ironia e vitalismo. Al tema della morte l'artista ha dedicato una serie di lavori fotografici e di performance che ruotano intorno a una bara vera. Estrapolata dal contesto funebre, la bara trova una nuova collocazione all'interno della quotidianità domestica. Per esempio nel ciclo fotografico "Io baro", in mostra a Casa Vuota, l'artista usa la cassa lignea come tavolo di lavoro su cui impastare il pane, come divano o come vasca da bagno. Accanto alla morte, in un vivace ossimoro, si pone la ricerca di Isotta Bellomunno sul latte materno, incentrata sull'immagine delle mammelle che, con spirito dissacratorio, sono protagoniste di installazioni, fotografie e disegni.

 

ISOTTA BELLOMUNNO, NOTA BIOGRAFICA

Isotta Bellomunno (www.isottabellomunno.com) nasce a Napoli nel 1987. Nel 2005 si trasferisce a Milano, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera e inizia la sua attività espositiva. Nel suo percorso di ricerca sono riscontrabili due matrici costanti e ricorrenti, da un lato un'amara ironia, a tratti beffarda e perennemente provocatoria, dall'altro le origini familiari, perno gravitazionale esistenziale e artistico. Le soluzioni formali del suo lavoro sono invece variabili e molteplici: dal disegno alla fotografia, dalle soluzioni scultoree all'azione performativa. Attualmente vive e lavora a Napoli.

Le sue mostre personali sono nel 2017 "Un maiale e un elefante", presentazione del libro d'artista presso Tomato a Torino; nel 2015 "Latte di Mamma" a cura di Chiara Reale presso Castel dell'Ovo a Napoli; nel 2013 "#Labarabarca", performance a cura di Anna Lucia Cagnazzi sul Lungomare Caracciolo di Napoli e "From the left side" a cura di Lorenzo Mantile presso Sarajevo Supermarket a Napoli.

Fra le collettive si annoverano nel 2018 "Una stanza tutta per Sé" curata da Eloisa Saldari alle Scuderie Aldobrandini di Frascati; nel 2016 la residenza artistica "BocsArt" a Cosenza; nel 2014 "MantegnaCercasi" alla Casa del Mantegna a Mantova e il "Concorso Internazionale Centro-Periferia" al Museo delle Terme di Diocleziano di Roma; nel 2012 "Video al termine della notte" presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli, "Womade" alla Fabbrica del Vapore di Milano e il "6° Premio Arte Laguna" alle Nappe dell'Arsenale di Venezia. È stata vincitrice, inoltre, nel 2014 del 7° Internazionale d'Arte LGBTE S.A.L.I.G.I.A. all'Ex Manifattura Tabacchi di Torino.

 

INFORMAZIONI TECNICHE:

TITOLO DELLA MOSTRA: DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO

AUTORE: Isotta Bellomunno

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dal 27 ottobre al 2 dicembre 2018

ORARI: visitabile su appuntamento

VERNISSAGE: sabato 27 ottobre 2018, ore 18:30

IN COLLABORAZIONE CON: Taffo Funeral Services

INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 

INGRESSO GRATUITO




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A Roma i dipinti del norvegese Gullvaag per il Festival Internazionale di Arte e Musica Sacra

Arrivano a Roma i dipinti del norvegese Haakoon Gullvaag

Martedì 30 ottobre alle 19 alla Chiesa di San Lazzaro ai Lebbrosi il vernissage a ingresso gratuito con le opere del noto pittore norvegese, nell'ambito del XVII Festival Internazionale di Arte e Musica Sacra. 

L'esposizione, visitabile fino al 4 novembre, sarà accompagnata dal concerto del quartetto d'archi dell'orchestra Trondheim Soloists diretto da Steinar Larsen.

    

Il pittore Haakoon Gullvaag - uno dei più noti in Norvegia nonché ritrattista ufficiale dei Reali norvegesi - arriva a Roma con le sue opere: la mostra è patrocinata dall'Ambasciata di Norvegia e si tiene nell'ambito del XVII Festival Internazionale di Arte e Musica Sacra. 

Il vernissage, aperto al pubblico a ingresso gratuito, avverrà martedì 30 ottobre alle 19 presso la Chiesa di San Lazzaro ai Lebbrosi (Borgo San Lazzaro, 17), e vede sia la presenza straordinaria dell'artista, sia il concerto del quartetto d'archi della nota orchestra Trondheim Soloists diretto da Steinar Larsen.

Visitabile fino al 4 novembre tutti i giorni dalle 17 alle 19 con ingresso gratuito, la mostra comprende una selezione delle opere di Haakoon Gullvaag dedicate al Ciclo Biblico, parte delle quali sono state realizzate nel 2017 durante una residenza di oltre un mese tra Tolfa (Rm) e Civitavecchia

A seguito di quella esperienza, organizzata in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia a Oslo, il pittore ha ricevuto anche la cittadinanza onoraria nella città di Tolfa. 

Anticipata da un evento a Civitavecchia, questa mostra di Roma apre un nuovo percorso che vedrà il pittore protagonista di alcune esposizioni nelle principali città italiane, tra il 2019 e il 2020.

Dal suo esordio artistico nel 1983, Gullvaag è stato invitato ad esporre i suoi dipinti in diversi paesi tra cui Danimarca, Francia, Giordania, Polonia e ovviamente in diverse location norvegesi. 

La sua è una pittura surrealista, spesso dedicata al tema della spiritualità, che si accosta alla sua fama di noto e moderno ritrattista



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Allo Stadio di Domiziano in mostra La Forza degli Dei e degli Eroi


Allo Stadio di Domiziano in mostra La Forza degli Dei e degli Eroi
The strength of gods and heroes, un titolo evocativo per un'esposizione che racchiude la simbologia dell'artista Ciro Palumbo. A Roma dal 27 ottobre al 25 novembre

La mitologia e la cultura pop si incontrano e si fondono nelle opere di Ciro Palumbo, artista torinese e protagonista di numerose personali in Italia e all'estero. The strength of gods and heroes (La Forza degli Dei e degli Eroi) è il titolo della mostra, prodotta e organizzata da Canova e curata da Angelo Crespi, che dal 27 ottobre fino al 25 novembre sarà esposta a Roma all'interno dello Stadio di Domiziano, sito archeologico sottostante Piazza Navona e patrimonio UNESCO.

Non solo Roma, in programma un doppio appuntamento per presentare questo artista "pop": la mostra fa parte infatti della rassegna del progetto StArt Mondadori Retail, caratterizzato da un calendario di eventi dedicati alla proposta delle nuove icone Pop, all'interno dei suoi Store nella città di Milano. Il 23 ottobre alle ore 18:00, la città meneghina ospiterà la conferenza stampa e una preview.
 
Ciro Palumbo si pone oggi come un artista di rilievo in Italia e all'estero, e questo è testimoniato non solo dalle numerose mostre a lui dedicate ma anche dalla circolazione delle opere dell'artista all'interno del complesso sistema dell'arte contemporanea. È con questi dati che oggi è possibile analizzare l'andamento culturale di un artista. La sua presenza sul mercato, nelle gallerie, nelle collezioni, misurano la sua capacità di far breccia nell'animo del pubblico.

"Un artista deve da sempre essere riconoscibile e questo concetto porta inevitabilmente all'idea che nell'arte tutto possa essere definito secondo un'ideologia Pop e quindi popolare – afferma Amedeo Demitry, direttore commerciale di Canova e prosegue – Ecco che l'artefice diventa icona, o quanto meno lo diventano le sue opere e il suo linguaggio espressivo. Sussiste una sorta di evoluzione nella pittura di Palumbo che, partendo dai suoi classici temi metafisici, legati ora al mitologico, ora all'immaginario contemporaneo, arriva oggi alle riconoscibilissime icone super Pop, dotate di superPoteri. Ruffiana esibizione di romantiche icone che facilmente colpiscono l'animo di chi guarda? No! Palumbo è un preciso mediatore di una realtà contemporanea, fatta di colore e simboli, bisognosa però di quegli angoli di sicuro rifugio della memoria, che solo il Classico può darci. È il connubio a vincere".
 
L'opening della mostra è il 27 ottobre alle ore 19:00, le opere di Ciro Palumbo saranno visibili al pubblico fino al 25 novembre presso lo Stadio di Domiziano a Roma, durante gli orari di apertura del museo, dalle 10:00 alle 19:00.
 


The strength of gods and heroes
(La Forza degli Dei e degli Eroi)
Dal 27 ottobre al 25 novembre
Stadio di Domiziano - Piazza Navona 45, Roma
Ingresso esposizione - Via di Tor Sanguigna 3
Maggiori informazioni su orari e prezzi:



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martedì 23 ottobre 2018

ARCHITETTURE “ARTIFICIALI” E “UMANE”SI INCONTRANO NEL “SEGNO” DI MARCO MANZO

ARCHITETTURE "ARTIFICIALI" E "UMANE"SI INCONTRANO NEL "SEGNO" DI MARCO MANZO
 
Grande attesa per la performance "Stigma-Il segno" di Marco Manzo, partecipante al Padiglione Nazionale Guatemala all'interno della 16. Biennale di Venezia Architettura

 

 

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La performance "Stigma- Il segno" farà si che quest'ultimo, dopo aver confluito nel design e nella scultura già presenti con l'installazione ambientale di cui Manzo è autore, divenga ornamento della struttura portante del corpo umano, ovvero la colonna vertebrale, su cui verrà incisa una linea retta di colore rosso, traccia indelebile che sarà propria in tale occasione di una delle mannequin più note al mondo, Maria Carla Boscono..

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 GUARDA IL VIDEO 


A dare testimonianza di come pittura, scultura, architettura siano tutte figlie del disegno, poiché generate da quest'ultimo sarà la performance "Stima-Il segno" di Marco Manzo, designer, scultore e tatuatore, che si svolgerà il 29 ottobre alle ore 11 all'interno del Padiglione Guatemala, nell'ambito della 16.Biennale di Venezia Architettura. L'artista tra l'altro è già partecipante a questa edizione della Biennale, nel Padiglione Guatemala, con una installazione composita che accoglie una monumentale scultura-struttura, delle lastre tatuate e due progetti architettonici, laddove ogni elemento è contraddistinto da quel segno primordiale che rinvia alle tradizioni e alla cultura guatemalteca, in uno stretto rapporto di richiami e continuità.
 
La performance "Stigma- Il segno" farà si che quest'ultimo, dopo aver confluito nel design e nella scultura già presenti con l'installazione ambientale di cui Manzo è autore, divenga ornamento della struttura portante del corpo umano, ovvero la colonna vertebrale, su cui verrà incisa una linea retta di colore rosso, traccia indelebile che sarà propria in tale occasione di una delle mannequin più note al mondo, Maria Carla Boscono.
 
Durante lo svolgimento della performance, alcune indossatrici "vestiranno" lo stile ornamentale, già presente in forma statica sulle opere esposte, in un intreccio tra organico e inorganico, vita e morte, generando così un'onirica rappresentazione dell'effimero che incontra l'imperituro.
 
Alle ore 11.30, si terrà una conferenza durante la quale l'artista presenterà il "Manifesto del tatuaggio ornamentale", stilema di cui è fondatore e precursore. 
 



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PER ACCREDITI 


Comunicazione e Ufficio Stampa

Emiliano Belmonte, Giorgio Polacco.

+39 333 8851111

+39 320 1640764

emiliano.stampa@gmail.com

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MARCO MANZO, VISUAL ARTIST, DESIGNER , TATUATORE E SCULTORE 

BIENNALE DI VENEZIA ARCHITETTURA 2018 PADIGLIONE GUATEMALA.

Raw e Videocittà: MUSIA e' presente con due grandi eventi

Raw e Videocittà: MUSIA è presente con due grandi eventi

INAUGURA OGGI martedì 23 ottobre, ore 18.30

MUSIA, il nuovo spazio di Via dei Chiavari a Roma presenta, oltre alla già avviata mostra a cura di Enrico Crispolti sulla seconda metà del Novecento romano nella Collezione Jacorossi, eventi pensati espressamente per Raw 2018 e Videocittà, le due grandi manifestazioni che animeranno il fine autunno nella Capitale.
Dal 23 ottobre al 4 novembre videoarte e giovane arte per una esperienza globale che getta un ponte tra la grande storia dell'arte del secolo scorso e la creatività di oggi.




MUSIA
Sale Pompeo

Rä di Martino
Poor Poor Jerry
A cura di Ilaria Gianni

23 ottobre - 3 novembre 2018



Poor Poor Jerry è il titolo di un video di Rä di Martino, che utilizza il linguaggio dell'animazione, indagando come musica, cinema e televisione siano stati in grado di costruire un immaginario condiviso e formare un'enciclopedia sentimentale. Il video indaga la nostra coscienza collettiva sovrapponendo le gesta di un'icona delle serie animate americane con paesaggi desertici e con suoni tratti dal cinema.




Rä di Martino, Poor Poor Jerry, 2017
Proiezione su canale singolo, full HD 1920 x 1080, audio stereo, colore, 6'18''
Courtesy dell'artista e Copperfield, Londra
Prodotto da Snaporazverein (CH)
Inglese con sottotitoli in italiano.






MUSIA
Galleria 9

Alessandro Cannistrà, Fabrizio Cicero, Alessandro Rosa
Remember to forget
A cura di Giulia Tulino

23 ottobre - 3 novembre 2018



Remember to Forget, mostra collettiva organizzata nell'ambito di Rome Art Week, presenta i lavori di Alessandro Cannistrà, Fabrizio Cicero e Alessandro Rosa. Tre diversi punti di vista rappresentati da opere video, installazioni e fotografie. Cannistrà, dopo un intenso viaggio in sud America, presenta, attraverso fotografie e video, un racconto visivo denso ed enigmatico, allo scopo di comunicare la sua riflessione socio-antropologica e filosofica sui dubbi, le paure e le fobie che accompagnano l'uomo occidentale. Fabrizio Cicero, analogamente a Cannistrà, parte dal suo vissuto, ma ricostruendo, in modo visionario, ironico e volutamente fanciullesco, il proprio passato di bambino in una provincia siciliana dove le luminarie scandiscono il tempo delle feste ma anche il background culturale di un luogo difficile. Alessandro Rosa, dei tre è certamente il più lontano dalla rappresentazione di sentimenti tratti dalla sfera personale, più o meno intima, più o meno legata ad una memoria privata. La sua ricerca artistica, incentrata su un'innata curiosità filosofica e psicologica, si configura come una sorta di strumento o metodo capace di mettere in discussione alcuni assunti, verbali e visivi, che normalmente ignoriamo o non consideriamo.


MUSIA, Sale Pompeo e Galleria 9,
Via dei Chiavari 7/9, Roma
Orari: ore 16.00 - 22.30 dal martedì al sabato - festivi e lunedì chiuso
T. 06 68 21 02 13

Ingresso libero

lunedì 22 ottobre 2018

Presentazione del Catalogo della mostra "Arte liberata-Dal sequestro al Museo. Storia di una collezione confiscata in Lombardia". Milano, Palazzo Litta, 25 ottobre - ore 19.00

Il Segretario regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia
 
Benedetto Luigi Compagnoni 
 
Presentazione del catalogo della mostra
 
ARTE LIBERATA – DAL SEQUESTRO AL MUSEO
Storia di una collezione confiscata in Lombardia 
 
a cura di Beatrice Bentivoglio-Ravasio
(Scalpendi Editore)
 
Giovedì 25 ottobre, ore 19
Palazzo Litta (Milano, Corso Magenta, 24)
 
 
Marco Carminati converserà  
con  Francesco Tedeschi
e con gli autori
Beatrice Bentivoglio-Ravasio Paolo Campiglio
 
Mostra visitabile fino alle ore 22
 
 
 

 
 
Il volume è il catalogo della mostra in corso a Palazzo Litta dedicata a una collezione d'arte contemporanea confiscata in Lombardia e assegnata al Ministero per i beni e le attività culturali. Sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, taluni di grande rilievo nel panorama artistico internazionale, allestite nella splendida cornice delle sale nobili del Palazzo, raccontano il percorso di redenzione dell'importante collezione che, sottoposta a sequestro preventivo nell'ambito di un procedimento per gravi reati finanziari e passata alla gestione dell'Agenzia Nazionale, torna oggi alla collettività sotto forma di raccolta museale. 

Curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio, organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia in accordo con l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e realizzata dallo staff tecnico dello stesso Segretariato, l'esposizione comunica gli esiti dell'attività svolta dall'ufficio a supporto dell'Agenzia Nazionale negli anni 2014-2016, allorché due confische di opere d'arte effettuate in regione l'hanno visto coinvolto nella duplice veste di consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell'azione di restituzione.

Il lavoro, svolto in partenariato con Paolo Campiglio, docente di storia dell'arte contemporanea presso l'Università degli Studi di Pavia, ha mostrato come le opere esposte siano tutte autentiche, in gran parte dotate di documentazione d'acquisto o provenienza piuttosto che di expertise o dichiarazione dell'autore, raccolte secondo un disegno preciso e, verrebbe da dire, guidato da un consigliere esperto.

L'insieme delle opere di Arte Liberata, in alcuni casi dei veri e propri capolavori, permette di seguire per tappe la storia dell'arte dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, con una particolare predilezione per le poetiche astratte e informali e per le neo-avanguardie degli anni Sessanta. In mostra si ritrovano una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un'importante grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali rappresentanti dell'Arte Povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari. Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolo di Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova che esprime la gestualità del colore come atto di protesta.

La mostra, fortemente voluta per i significativi simbolici e concreti di cui è portatrice, ha una valenza che va di gran lunga oltre l'esposizione temporanea, seppur straordinaria, di Palazzo Litta.

La destinazione che il Segretariato regionale ha proposto all'Agenzia nazionale è quella museale, con la richiesta di mantenimento del nucleo indiviso, sia per motivi storico-artistici sia, e soprattutto, per il valore simbolico che un'assegnazione unitaria e in blocco ha sotto il profilo del messaggio di legalità sotteso a tutta la politica della riconversione dei beni confiscati.

L'obiettivo primario è quello dell'allestimento in un Polo o Padiglione dell'Arte Liberata, una sorta di museo/centro studi permanente dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che si vorrebbe realizzare a Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell'Agenzia nazionale, quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i proventi di attività illecite.

Nelle more della creazione del Polo dell'Arte Liberata, la collezione sarà esposta presso la GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo, che si è dichiarata disponibile ad accogliere tutte le opere valorizzandole nel proprio rinnovato e prestigioso percorso museale.
 
Palazzo Litta, Corso Magenta 24, Milano
28 settembre - 18 novembre 2018
 
Orari di apertura
Giovedì dalle ore 12 alle 22; venerdì/sabato/domenica dalle ore 12 alle 19.
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Aperture straordinarie la mattina per gruppi e scuole con prenotazione obbligatoria
(tel. 0280294217, da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 13)

Entrata libera

Catalogo
Scalpendi Editore

Alla Milano Art Gallery la terza personale a tematica ambientale di Gabriella Ventavoli

Per amore delle piante – un mondo verde: Gabriella Ventavoli torna alla Milano Art Gallery

 

Gabriella Ventavoli colpisce ancora nel segno, verrebbe da pensare. A seguito delle personali Per amore dell'Acqua e Per amore della Terra, quest'ultima tenuta dal 15 maggio al 5 giugno, l'artista apre un terzo capitolo. 


Per amore delle piante – Un Mondo Verde, così si intitola la mostra che verrà ospitata a Milano, in via Ampère 102, dall'8 al 29 novembre. Scelta non casuale quella della location, La Porta Verde, che, oltre al nome significativo, l'ha vista esordire e sviluppare questo progetto. 


Non è lasciata al caso nemmeno la data dell'inaugurazione, giovedì 8 novembre alle 18. Quel giorno infatti, sempre a Milano, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, verrà inaugurato il fine settimana di Focus Live, il festival della scienza del noto mensile.


L'intento della pittrice consiste nel sottolineare la bellezza, la forza e l'intelligenza delle piante inserendo la mostra in un contesto affine come quello creato dal magazine. In questa occasione infatti si ripercorrono gli albori della nostra specie fino ad arrivare ai giorni nostri, nel tentativo di capire i problemi che ci affliggono e mostrare gli strumenti per risolverli. 

Quello di Gabriella Ventavoli è invece un omaggio, al nostro pianeta, che continua da tempo e che questa volta si sofferma sugli organismi che ci hanno preceduto nell'arrivo sulla Terra. 


L'artista spiega in questi termini la sua proposta: «Senza di loro non potrebbe esserci vita per il regno animale. Le piante, immobili e silenziose, sono sede di processi dinamici straordinari. Nelle mie tele ho cercato di rappresentare proprio il dinamismo insito in esse». 


E così fa, in nove grandi teleri esposti nella zona di piazzale Loreto.

A presentare e organizzare l'evento il manager di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo Salvo Nugnes, direttore delle Milano Art Gallery.

Per maggiori informazioni è possibile chiamare lo 0424 525190.

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