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domenica 23 maggio 2010

Braque, Kandinsky, Chagall. Aime' Maeght e i suoi artisti

mostra

DA BRAQUE
A KANDINSKY A CHAGALL.
AIMÉ MAEGHT E I SUOI ARTISTI
.


Ferrara
Palazzo dei Diamanti
28 febbraio - 2 giugno 2010

Bonnard, Matisse, Kandinsky, Braque, Chagall, Miró, Giacometti e molti altri artisti animarono l'universo di Aimé Maeght. Figura chiave della scena artistica del secondo Novecento, egli fu un editore di fama e, soprattutto, fondatore a Parigi di una delle gallerie più influenti e innovative del secolo, nonché, a Saint-Paul de Vence, della Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, un tempio dedicato alla creazione artistica e un crocevia internazionale di pittori, scultori, poeti, scrittori, musicisti e personaggi della cultura.
Aimé Maeght promosse l'attività di maestri affermati e contribuì alla nascita di un nuova stagione della loro arte incoraggiandoli a utilizzare, oltre alla pittura, anche di grande formato, altri linguaggi come il mosaico, la ceramica, la pittura su vetro, l'incisione o il libro d'artista. Allo stesso tempo tuttavia si dimostrò attento alle ricerche delle generazioni più giovani, dando prova di saper competere con le gallerie nordamericane protagoniste del rinnovamento artistico del secondo dopoguerra. Inoltre, la sua instancabile attività di editore fece della Galleria, della Fondazione e della sua stessa abitazione un punto d'incontro del mondo artistico e intellettuale, dal cui confronto nacquero straordinarie creazioni collettive.
maeght cane
Per approfondire la conoscenza di questo affascinante capitolo della vita artistica e culturale del secondo dopoguerra, Ferrara Arte organizza la mostra Da Braque a Kandinsky a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti, la prima in Italia dedicata alla Galleria Maeght e alle vicende che ne segnarono la storia. L'esposizione, a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, è anche l'occasione per studiare un aspetto della storia dell'arte del Novecento fino ad oggi poco indagato ma assolutamente fondamentale: il mercato dell'arte e i suoi principali animatori, i mercanti e i galleristi.
Un centinaio di opere – soprattutto dipinti, ma anche sculture, ceramiche, disegni, incisioni, affascinanti fotografie e volumi illustrati delle Edizioni Maeght – permettono di ripercorre il ventennio d'oro che intercorre dall'apertura della galleria parigina nel 1945 all'inaugurazione della Fondazione nel 1964, momento culminante di questa storia sia dal punto di vista creativo che della notorietà internazionale.
La rassegna è suddivisa in undici sezioni tematiche, legate tra loro, come un filo rosso che si snoda lungo tutta la mostra, dall'attività editoriale della galleria e dalla rivista Derrière le miroir, le cui uscite accompagnavano ogni esposizione con funzione di catalogo, entrambe originali traguardi raggiunti nell'intento di far dialogare le altre discipline con quelle figurative.

bonnard fanciulla distesa Aimé Maeght strinse amicizia con due grandi protagonisti dell'arte del Novecento come Matisse e Bonnard, grazie ai quali mosse i primi passi nel mercato dell'arte, abilmente aiutato dalla moglie Marguerite. Negli anni Trenta la coppia aveva aperto un negozio e una stamperia a Cannes. Durante la guerra la donna, rimasta sola a causa della partenza del marito per il fronte, vendette fortuitamente, ad un prezzo esorbitante, un quadro di Bonnard conservato nella stamperia per essere riprodotto. L'artista l'apprezzò e le offrì di vendere altre sue opere. In seguito, Aimé aiutò il maestro a recuperare le proprie tele rimaste al di là della linea del fronte. Fu proprio su consiglio di Bonnard e di Matisse che nel 1945 Maeght acquistò la galleria a Parigi inaugurandola con una personale dello stesso Matisse.
Il tema della prima sezione della mostra è proprio l'intima amicizia che legava Aimé e Marguerite ai propri artisti, un legame nutrito anche della sensibilità e dell'ospitalità che la donna seppe sempre dimostrare loro. Ne sono testimonianza i ritratti di Marguerite realizzati da Matisse nel 1944 e da Giacometti nel 1961, due icone che ne esaltano l'una il fascino della maturità, l'altra l'autorevolezza e la profondità dell'età avanzata. In mostra li affianca il bellissimo dipinto di Bonnard, Fanciulla distesa (Jeune fille étendue) del 1921, che Marguerite custodiva nella propria camera, un esempio dell'ineguagliabile capacità dell'artista di restituire, con un tono commosso e malinconico, un frammento di vita reale.

Tramite la figlia di Matisse, Marguerite, nel 1945 Aimé conobbe Georges Braque con il quale in breve nacque un'amicizia profonda e uno scambio fecondissimo. Fondatore del cubismo assieme a Picasso, Braque era allora un maestro indiscusso dell'arte moderna: il contratto in esclusiva che firmò con Aimé e la mostra allestita nel 1947 rappresentarono il primo traguardo importante della carriera del gallerista. Questi, a sua volta, incoraggiò Braque a riaccostarsi alla litografia e a realizzare libri illustrati: in mostra sono esposte alcune tavole eseguite per La libertà dei mari (La Liberté des mers) di Pierre Reverdy, un poema che ispirò a Braque una raffinata integrazione di testo e immagine e un sottile gioco di analogie e rispondenze. Aimé acquistò l'intera produzione dell'artista, di cui la rassegna presenta alcune delle opere più significative. Tra queste figurano gli imponenti pannelli decorativi con motivi mitologici del 1931, una rilettura in chiave arcaicizzante del tema del nudo classico caro a Picasso e Matisse che, nell'uso gesso inciso, riflette l'interesse di Braque per le proprietà tattili dei materiali; oppure uno dei celebri Ateliers del 1950-51, considerati uno dei suoi vertici espressivi, per l'armonia ricca di risonanze musicali che regna tra le componenti formali, vere protagoniste dell'opera.
miro serpente
Duchamp Si prega di toccare La terza sezione della rassegna è dedicata ad uno degli episodi che fecero più scalpore nella storia della galleria, la memorabile esposizione Le Surréalisme en 1947 organizzata da André Breton e Marcel Duchamp. Si trattava della prima grande mostra surrealista del dopoguerra, che segnava il ritorno a Parigi dei principali protagonisti del movimento dopo l'esilio nordamericano durante gli anni della seconda guerra mondiale.
In mostra viene riproposto il catalogo con la provocatoria copertina ideata da Duchamp, sulla quale è applicata una protesi di seno femminile in gomma, accompagnata dalla didascalia "si prega di toccare", in cui viene ribaltato, in modo dissacrante, il rapporto tradizionale con l'opera d'arte. Viene inoltre presentata la celebre tela Superstizione – Serpente di Miró, una teoria di motivi arcaicizzanti dipinti dall'artista catalano su di una lunga striscia ondulata di tessuto. esposizione surrealista Nell'esposizione del 1947 l'opera faceva parte di uno delle installazioni della "sala delle superstizioni", ed era allestita alle spalle di una donna bendata nuda, come documenta a Palazzo dei Diamanti una gigantografia di una stupenda foto della mostra.

La mostra del 1947 fu per Aimé l'occasione per avviare una collaborazione estremamente fruttuosa e stringere una grande amicizia con Alberto Giacometti, che sino alla metà degli anni Trenta aveva militato nelle fila del surrealismo, in seguito abbandonato per tornare a rappresentare la figura.
Nel corso degli anni Cinquanta, anche grazie alle mostre che si tennero presso la Galleria Maeght, Giacometti vide crescere enormemente la propria fama, fino a diventare una delle figure più rappresentative dell'arte del dopoguerra e, più in generale, della scultura del Novecento.
I bronzi riuniti nella quarta sezione della mostra, e in particolare La foresta (La Forêt) del 1950, sono rivelatori della capacità di Giacometti di trasmettere, con un linguaggio assolutamente nuovo, il senso di solitudine e di precarietà dell'esistenza umana che accomunava le generazioni che avevano vissuto da vicino la seconda guerra mondiale. La composizione riunisce otto figure di diverso formato, immobili come alberi in una foresta, che si fiancheggiano senza guardarsi. Nelle sculture degli anni Cinquanta le proporzioni si allungano a dismisura dando alla figura umana un aspetto sempre più ieratico, come mostra la celeberrima serie delle Femme de Venise del 1956, di cui sono esposti tre splendidi esemplari.
Sono inoltre accostate alcune tele di Giacometti e di Braque a sottolineare una comune sensibilità esistenziale; un'affinità confermata anche dal commosso disegno di Giacometti, toccante testimonianza che ritrae la testa dell'amico Braque sul letto di morte.

chagall sole giallo
Tra i grandi nomi che la Galleria Maeght rappresentò in esclusiva c'era anche Chagall, che vi espose per la prima volta nel 1950 una selezione di dipinti, gouaches, incisioni e ceramiche. La sezione a lui dedicata riunisce un analogo ventaglio di tecniche esplorate dall'artista russo per ricreare visivamente il proprio mondo poetico: vedute parigine, il pittore con la tavolozza, coppie di amanti, galli fantastici, asini alati, violinisti e fiori provenzali. In dipinti della maturità, come il celebre Sole giallo (Soleil jaune) del 1958 o il più tardo Fiori secchi (Fleurs sechées) del 1975, il colore è intenso, steso a pennellate sciolte e sembra fluire spontaneamente dando corpo alla rappresentazione, mentre la luce è quella penetrante e gioiosa scoperta nel 1952 in Grecia con la seconda moglie Vava. A ulteriore riprova dell'amicizia che univa la famiglia Maeght ai suoi artisti, e tra questi Chagall, è esposto anche il dono fatto dal pittore per il figlio di Aimé: la gouache Per Paule et Adrien (Pour Paule et Adrien) del 1956, che offrì all'artista l'occasione per tornare su uno dei suoi temi prediletti, l'abbraccio degli amanti.

kandinsky nodo rosso A differenza della maggioranza delle gallerie dell'epoca, che sostenevano un'unica tendenza artistica, Aimé spaziò dall'arte figurativa all'arte astratta, seguendo una propria poetica personale e una ricerca instancabile della qualità. Per queste ragioni, due anni dopo l'esposizione surrealista, Maeght organizzò una grande mostra dedicata all'opposto versante dell'astrazione. Vi riunì artisti di diversa provenienza, come Kandinsky e Léger, che, per questo motivo, sono qui presentati nella stessa sezione. Del grande pittore russo, fondatore del Cavaliere Azzurro, figurano opere del periodo dell'inegnamento al Bauhaus, come Cerchio blu II (Cercle bleu II) del 1925, inconfondibile nell'astrazione geometrica, e Nodo rosso (Nœud rouge) del 1936, realizzato dopo il trasferimento a Parigi, nel quale la fluidità delle linee e delle forme compone motivi biomorfi dalla cromia intensa.
leger comete Léger è presente con due opere: una composizione del 1929, giocata sulla relazione tra le forme e i contrasti di colore che evidenzia l'attenzione dell'artista per le ricerche astratte, e il bellissimo trittico, Grandi code di comete (Grandes queues de comètes) del 1930. Eseguito probabilmente per un paravento, esso evoca il movimento del corpo celeste che, nella sua stupefacente bizzarria, richiama tanto la sfera dell'immaginario quanto l'ambito scientifico.

Una piccola sezione della mostra è dedicata a due artisti che, pur appartenendo alla generazione dei "maestri", ottennero una tardiva notorietà negli anni Cinquanta in seguito al rapporto stabilito con la Galleria Maeght, Bram van Velde e Pierre Tal-Coat. Entrambi operavano nell'ambito dell'astrazione, il primo con una marcata espressività affidata ai contrasti cromatici, il secondo più lirico e tonale. Accanto ai loro dipinti, vengono presentati due preziosi numeri di Derrière le miroir a loro dedicati, con testi di intellettuali della levatura di Samuel Beckett.

matisse cespuglio Segue una raffinata sezione dal titolo Bianco e nero, che rende omaggio alla sensibilità di Aimé per l'attività grafica e le ricerche incentrate sull'economia dei mezzi espressivi. Ne è un esempio emblematico il grande Cespuglio (Le Buisson) realizzato da Matisse nel 1951: pochi tratti di inchiostro e gouache delineano un'immagine ad un tempo straordinariamente semplice e monumentale. Lo affiancano alcuni fogli dell'americano, a lungo residente a Parigi, Ellsworth Kelly, presente alle mostre dedicate da Aimé ai giovani talenti. Si tratta di alcune litografie ispirate al giardino di Saint-Paul de Vence, che costituiscono una variante delle sue ricerche sulla semplificazione di particolari della realtà e che testimoniano la sua profonda ammirazione per l'ultima produzione di Matisse. Un affascinante contrappunto tridimensionale all'arbusto di Matisse è poi offerto dal sorprendente In piedi (Debout), dello scultore americano Alexander Calder, che sembra sfidare la legge di gravità. L'opera è uno dei mobiles dell'artista, termine coniato da Duchamp per qualificare le sculture cinetiche di Calder, realizzate con materiali esili e poveri, il cui movimento è attivato da un minimo spostamento d'aria.

calder in piedi Tra le presenze più assidue della galleria vi furono due personalità come Miró e Calder - cui è dedicata la nona sezione - entrambi legati ai Maeght da un contratto di esclusiva e da una solida amicizia. Con il suo atteggiamento sperimentale e le sua propensione per la grafica, Miró fu l'artista che meglio seppe valorizzare la strumentazione e l'esperienza tecnica offerta dai Maeght in quell'ambito, come testimonia il corpus di circa 1500 litografie ed acqueforti prodotte dall'artista. Tra i fogli presenti in mostra, la tecnica mista Per i 70 anni di Aimé (Pour le 70 ans d'Aimé) mette in luce un'audace integrazione del segno con la parola, che, utilizzata con funzione grafica, invade la superficie in tutte le direzioni. La sezione presenta inoltre gouaches e olii tra i quali il suggestivo Gioia di una fanciulla davanti al sole (Joie d'une fillette devant le soleil) del 1960. Il dipinto rivela un rapporto con le ricerche degli espressionisti astratti, per l'immediatezza e la gestualità delle pennellate con le quali l'artista ha trasferito sulla tela la commozione suscitatagli dalla volta celeste. Con Miró, che frequentava dal 1928, Calder condivise l'ispirazione alla natura e al cosmo e l'atteggiamento giocoso e sperimentale: un'attitudine che traspare dai due eccentrici uccelli modellati in fil di ferro e dal Gatto serpente (Le Chat serpent). Calder creò, in maniera intuitiva, un universo parallelo di forme aeree derivate dalla natura. Ne è un esempio in mostra il bellissimo Sommacco V (Sumac V) del 1953, donato ad Adrien Maeght in occasione delle sue nozze, che evoca la suggestione della chioma rossastra dell'albero in autunno.calder gatto serpente

Nel giro di pochi anni la Galleria si era imposta come il principale punto di riferimento delle figure riconosciute come maestri del movimento moderno. Al contempo aveva scelto di rappresentare artisti meno noti, quali Pierre Tal-Coat e Bram van Velde, o talenti emergenti, come Kelly e Chillida, discostandosi ulteriormente, in questo, dall'orientamento prevalente nelle gallerie contemporanee. Per tale ragione, la mostra propone un affascinante confronto generazionale, accostando opere di Léger e Chillida che trovano una comune fonte di ispirazione negli elementi naturali: le possenti forme sbalzate da Léger nel 1941 ricordano ad esempio un intreccio di rami e il complesso disegno delle radici, mentre protagonista della terracotta di Chillida Terra XXIX (Lurra XXIX) del 1979 è proprio la terra con impressi i segni primordiali della presenza dell'uomo. Il lavoro dell'artista basco nasce, infatti, da una riflessione sui materiali, le cui leggi governano la costruzione dell'opera.
miro cammino
La mostra si chiude con un'ampia sezione dedicata alla Fondazione, un progetto che, sin dalla sua genesi, deve molto agli artisti di Aimé. Dopo la tragica morte di Bernard, figlio giovanissimo del gallerista, Braque e Léger lo incoraggiarono ad aprire in sua memoria un centro dedicato all'arte moderna. Maeght raccolse l'idea e pose mano alla realizzazione di una sorta di "opera d'arte totale", un luogo dove i diversi linguaggi espressivi potessero dialogare tra loro.
La Fondazione Aimé et Marguerite Maeght
Una selezione di affascinanti fotografie storiche ricostruisce la nascita e i momenti della vita di questo straordinario complesso, dalla fase progettuale, che vide la stretta collaborazione dell'architetto catalano Josep Lluís Sert con Aimé e la sua cerchia di artisti, fino all'inaugurazione e alle Nuits de la Fondation Maeght, animate dalla partecipazione dei massimi nomi della musica e della danza contemporanee, come Duke Ellington, Olivier Messiaen, John Cage, Karlheinz Stockhausen, Terry Riley o Merce Cunningham. giacometti uomo che cammina Accanto alle foto, a ricreare la straordinaria suggestione del luogo, vi sono i bozzetti di alcune sculture di Miró, l'Arco e l'Uccello lunare, che popolano il labirinto da lui realizzato nel giardino, uno dei vertici del suo percorso artistico. Vi è inoltre il suo dipinto a dimensione murale del 1968, La faticosa marcia guidata dall'uccello fiammeggiante del deserto (Marche pénible guidée par l'oiseau flamboyant du désert), che trasmette l'immediatezza e la vitalità di un graffito. Il cantiere della Fondazione offrì a molti artisti l'opportunità di lavorare su grande scala. Braque, ad esempio, realizzò il mosaico della piscina e la vetrata meridionale della cappella. Quest'ultima è dominata dal volo di un uccello, un motivo ricorrente nella produzione di questa fase, che compare sintetizzato nella misteriosa tela Uccelli neri (Les Oiseaux noirs), del 1956-57, offrendogli l'opportunità per un'estrema, rigorosissima, riflessione sul tema a lui caro del rapporto fra la figura e lo spazio. Anche Calder realizzò opere monumentali che collocò tanto negli spazi esterni, quanto in quelli interni, come il magnifico mobile ispirato ad un planetario I tre soli gialli (Les Trois soleils jaunes).
Uno degli angoli più compiuti e intensi della Fondazione è il cortile terrazzato che ospita le grandi sculture di Giacometti: affacciato sul cielo e su una pineta esso enfatizza la forza drammatica e la tensione verso l'assoluto trasmessa dalle scarne silhouette della Donna in piedi I (Femme debout I) e dell'Uomo che cammina I (Homme qui marche I) del 1960, cui, in mostra, viene accostato il celebre Cane (Le Chien) del 1957.


La mostra, a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, è organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate.


fonte: www.palazzodiamanti.it

sabato 15 novembre 2008

Raffaele Autunnale - Nuove forme

Con una scoppiettante mostra dell'artista leccese Raffaele Autunnale, la galleria Dell'Uva di Ferrara conclude la stagione espositiva 2008 riservando una vera e propria chicca per tutti gli appassionati d'arte che, fino al 15 Dicembre potranno vedere alle pareti della galleria una dozzina di grandi opere di un artista sorprendente, ludico ed imprevedibile proporsi con un approccio poetico sulla grande speranza umana: la libertà. Autunnale, con una tecnica pittorica ricca ed intensa, mediata da dinamiche composizioni di forme e colori, esegue irriverenti scarabocchi quasi come un giovane graffitista urbano erede dell'espressionismo astratto alla Pollok. Con una decisa rinuncia alla rappresentazione dell'oggetto, privandolo del compito di attrarre l'attenzione percettiva, Autunnale esalta la spiritualità capace di entrare direttamente in comunicazione con la sensibilità creatrice, limitandosi alla sola evocazione e lasciandoci quindi la libertà di creare e ricreare insieme a lui sensazioni profonde. Nell'era dei computer, dei mouse, delle tavolette grafiche e del digitale… ormai ci siamo dimenticati la bellezza di muoverci liberamente con i colori sulla tela come bambini, avere tutto quel bianco a disposizione da riempire…quasi senza scopo, senza un obiettivo, gesti pittorici in libertà, senza che nessuno a giudicare quello che fai… provando sensazione di sconfinata libertà e la capacità di dipingere le emozioni con la spontaneità del bambino. Autunnale ascolta se stesso e liberandosi dagli schemi pone una nuova consapevolezza per una nuova possibilità figurativa: quella di gettare il famoso sassolino nello stagno della nostra psiche, spesso dominata ed occupata da convenzioni e ritmi di vita ormai stereotipati, invitandoci alla libertà, al sogno ed al candore dell'infanzia, liberandoci della scorza esteriore dei fenomeni, della loro superficie visibile, non è più dell'oggetto in sé, ma spingendoci ad attrarre l'attenzione percettiva verso la pura sensazione/emozione data dal colore. In galleria il catalogo a cura di Luca Renna per la Raphael Art Gallery di Lecce.

Fino al 15 Dicembre 2008 ingresso libero. Info: Galleria Dell'Uva via De Romei 38 44100 Ferrara 0532242875 www.ferraraproart.com proart@paolors.191.it Orari tutti i giorni 9.00 12.30/ 15.30 19.30 Sabato e domenica su appuntamento In collaborazione con: Raphael Art Gallery - via Cosimo di Palma n.31/33, 73100, Lecce - Tel. e Fax 0832.458960 e-mail: info@raphaelartgallery.com www.raphaelartgallery.com



lunedì 20 ottobre 2008

VISIONI ORIENTE E OCCIDENTE

VISIONI D'ORIENTE E D'OCCIDENTE

Sezione espositiva della IV Biennale Internazionale d'Arte di Ferrara
con opere di provenienza asiatica (Cina e Corea del Sud), americana (California, Argentina, Nicaragua), europea (Italia, Olanda, Turchia)

patrocini: Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara, Regione Emilia-Romagna

FERRARA, Palazzo Ex Borsa, Sale Art & Cultura
Largo Castello 20

Dal 24 ottobre al 2 novembre 2008
vernissage: 24 ottobre - ore 17.30

Presentazione critica di Sabrina Falzone, Critico e Storico dell'Arte

Ospiti d'onore: Marco Salvatore Mallamaci e Nadia Presotto, giornalista del Corriere dell'Arte


Espongono:
Ismail Acar, Kareem Ralph Amin, Symona Colina, Paola Colleoni, Kira De Pellegrin, Annunzia Fumagalli, Paolo Ghersi, Donato Lotito, Marco Salvatore Mallamaci, Maria Cristina Martini, Vesna Pavan, Maria Cristina Remondi, Marialuisa Sabato, Kim Sung-Heun, Fabio Usvardi, Dino Ventura, Mariangela Verriello, Duan Xiaoli

Il critico e storico dell'arte Sabrina Falzone, in collaborazione con l'Associazione Ferrara Pro Art, sono lieti di presentare la rassegna di arte contemporanea:

"VISIONI D'ORIENTE E D'OCCIDENTE"


La mostra avrà luogo a Ferrara presso il Palazzo Ex Borsa, in pieno centro cittadino, nella splendida cornice delle Sale Art&Cultura e si inserisce nelle Rassegne della IV Biennale Internazionale d'Arte di Ferrara, svolgendosi nei giorni che vanno dal 24 ottobre al 2 novembre 2008.

Questa sezione della Biennale è dedicata all'Oriente, in particolare al confronto intellettuale tra artisti occidentali e asiatici. Essa rappresenta l'evoluzione ferrarese del progetto culturale "Ponte di tradizioni tra Cina e Italia" di Venezia, patrocinato dall'Ufficio Culturale dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese e curato dal critico d'arte Sabrina Falzone.

Il ciclo espositivo, che si contraddistingue per la connotazione internazionale, mira a favorire gli scambi artistici tra l'Occidente e l'Oriente, due universi culturali ricchi di storia, cultura e tradizioni. Esso ha lo scopo di "costruire" un ponte di comunicazione tra Asia, Europa e America e lo fa sul piano delle arti visive, avulso da qualsiasi pregiudizio culturale.

Il critico Sabrina Falzone ci spiega: <<Ospite d'onore della rassegna, Marco Salvatore Mallamaci, l'artista italiano più famoso in Cina svela un "Mosaico" particolarmente variegato di culture e mostra lo "Scoglio" che occorre superare per ridurre le distanze. La medesima visione del mondo si ritrova nelle opere digitali di Donato Lotito, caratterizzate da un'articolazione più complessa.
Tracce di un "Cammino" spirituale verso l'altro s'imprimono sui sentieri mentali percorsi dalla pittrice Maria Cristina Remondi, che propone un incontro tra Oriente e Occidente sul piano dell'"Anima", le cui distanze geografiche e le diversità etniche trovano la massima espressione nel dittico "Agli antipodi" di Dino Ventura (Mat).
L'azzurro diviene poesia nelle immagini di Marialuisa Sabato, dell'olandese Symona Colina e di Fabio Usvardi, dove velature simboliche rievocano le stilizzazioni floreali nipponiche; mentre tonalità calde ed esotiche affiorano sulle superfici dei lavori di Mariangela Verriello, del californiano Kareem Ralph Amin e di Paolo Ghersi.
Da un "Frammento di sogno" Kira De Pellegrin ci mostra due realtà culturali mediante un linguaggio dicotomico, impostato su ritmi e alternanze bicrome. E se la raffinata pittrice di origini argentine, Paola Colleoni, ci suggerisce uno spazio surreale nel quale proiettare i nostri auspici d'afflato interculturale, l'artista turca Ismail Acar ne coglie le sfumature ironiche.
L'esposizione "Visioni d'Oriente e d'Occidente" non annovera esclusivamente figurativi fortemente radicati alla tradizione, come Annunzia Fumagalli, ma accoglie anche rivoluzionari stili grafici, tra cui vanno menzionate le stilizzazioni eurogiapponesi di Vesna Pavan.
Presso le Sale Art&Cultura sono esposte, inoltre, una preziosa collezione di piatti decorati a mano della poliedrica Maria Cristina Martini, le originali statue del coreano Kim Sung-Heun, nonché le note sculture in bronzo dell'artista cinese Duan Xiaoli, facenti parte di una nota collezione privata, che stanno facendo il giro d'Italia.>>


catalogo: in mostra, Edizioni ProArt
curatore: Sabrina Falzone
email: ufficiostampa@sabrinafalzone.info


INGRESSO GRATUITO


giovedì 2 ottobre 2008

4° Giornata del Contemporaneo_Airswap Galleria MLB Ferrara


Sabato 4 ottobre 2008 ore 20.00

4°GIORNATA DEL CONTEMPORANEO | FERRARA
IN CONTEMPORANEA CON FESTIVAL DELL'INTERNAZIONALE

AIRSWAP:Arianna Callegaro, Luca Mazza, Silke De Vivo, Francesca Togni
"Airswap digital gallery"
in occasione dell'esposizione "Fil Rouge"
curata da Maria Livia Brunelli
presso homegallery MLB
Corso d'Ercole I d'Este 3
Ferrara.


Postproduzioni degli artisti:
Silke De Vivo, Giulia Casula, Fabio Di Camillo, Arcangelo Favata, Marina Gellona, Simone Mair, Caterina Morelli, Elena Maria Olivero, Elena Stradiotto, Serena Piccinini, Elma Van Imhoff, Saskia Van Santen Kolff, Stefano Pasquini, Simona Cao, Karin Hauser, Martin Emilian Balint, Anna De Manincor, Francesca Conchieri, Mauro Biffaro, Andrea Kvas, Veronica Vianini, Marilena Gemellaro, Hubert Kostner, Zilla, Valentina Miorandi, Laura Gonzalez Sanchez, Raffaella Giorcelli, Yaron Lapid, Eva Susner, Cristina Mariani, Flavio Borretti, Silvia Cena, Monica Lugas, Nicola Genovese, Sonic Belligeranza, Andy Weir/Allsoppandweir, Rebecca Agnes, Tehila Lapidot, Chiara Giannella, Nazgol Ansarinia, Linda Quinlan, Gayle Chong Kwan, RAM, Timea Oravecz, Paper Resistance, Susan Garde Pettie, Rik McNair, Serenza Zanardi, Ricchezza Falcone, Alvise Bittente, Marcella Angrisano, Cecilia Bettiol, Benoit Burquel, Debora Carrara, Daniella Castro Cano, Raffaella Crispino, Francesca De Pieri, Arianna Fantin, Anna Forlati, Luciana Fornasari, Fuctory, Severine Gallardo, Elisa Genna, Lorenza Gobbi, Andrea Grazia, Luigi Guerrieri, Brunno Jahara, Dario Lazzaretto, Lidia Meneghini, Katia Meneghini, Francesca Messori, Isabella Metaxa, Maria Grazia Molendino, Ann Maria Pena, Martina Nalesso, Opium, Giuliana Racco, Georgia Tribuiani, Matteo Serri, Elena Skoko, Anna Visani, Roberto Zanon, Valentina Medda, Clementina Zanghi.

Comunicato:

"FIL ROUGE". Il filo rosso nell'arte contemporanea a Ferrara.

ST.ART.47, Atelier Le Chat Noir, Galleria del Carbone, MLB Maria Livia Brunelli home gallery
Inaugurazioni 4 ottobre 2008, dalle ore 17 alle 24

Inaugura il 4 ottobre, per la prima volta anche a Ferrara, la quarta edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento promosso dall'Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani (AMACI) dedicato all'arte del nostro tempo e al suo pubblico.

Punto di partenza della manifestazione ferrarese è la sinergia creatasi tra alcune delle realtà più dinamiche nella promozione del contemporaneo presenti in città, che partecipano all'evento unite nell'intento di allargare il numero dei fruitori di arte contemporanea a Ferrara.

Il titolo della manifestazione, Fil Rouge, sottolinea simbolicamente non solo il tema comune, ovvero l'uso del filo, del ricamo e del cucito nell'arte contemporanea, ma anche lo stretto legame tra i quattro spazi espositivi: l'Associazione St.Art. 47 diretta da Nedda Bonini (Via Cittadella 45/47), l'Atelier Le Chat Noir (evento a cura di Silvia Meneghini), Via Garibaldi 39/A, la Galleria del Carbone diretta da Paolo Volta (via del Carbone 18a) e la MLB Maria Livia Brunelli home gallery diretta da Maria Livia Brunelli (Corso Ercole I d'Este 3).

Ognuno degli artisti che partecipa all'evento lavora da tempo con il ricamo e il cucito, mezzi espressivi sempre più ricorrenti nell'arte contemporanea per le infinite possibilità di sperimentazione e sempre più lontani dalla sfera tipicamente femminile e domestica. Sebbene il tema comune sia sviluppato dagli artisti secondo punti di vista differenti e attraverso l'utilizzo di diversi materiali e tecniche, le opere in mostra testimoniano il desiderio comune di recuperare una manualità spesso sacrificata da una società tecnologica e virtuale.

Tra le opere in mostra nelle quattro sedi, i materassi ricamati a forma di rosa di Ketty Tagliatti, le adolescenti autolesioniste di Ilaria Margutti, le mappe di città di Anila Rubiku, le provocatorie bambole cucite con tratti infantili di Erika Latini, i fili rossi di Letizia Cariello, gli abiti modificati dagli artisti del collettivo Airswap, il sutra metallico di Arianna Callegaro, le pelli cucite ad immagini fotografiche di Nedda Bonini, l'energia creativa raccolta nei libri d'artista di Maurizio Osti, le tessiture sulle pagine di Loretta Cappanera, le parole ricamate in un percorso nel quotidiano di Marina Gasparini, le stratificazioni di gesti familiari di Cinzia Calzolari, le esplorazioni corporee di Antonella Guidi, gli scritti evocativi di Maria Lai, gli intriganti abiti d'artista di Juan Caro e Fabio Sasso.
ST.ART.47: Cinzia Calzolari, Loretta Cappanera, Marina Gasparini, Maria Lai, Maurizio Osti;

Atelier Le Chat Noir: Juan Caro e Fabio Sasso;

Galleria del Carbone: Nedda Bonini, Annalisa Cattani, Dragoni-Russo, Antonella Guidi, Chiara Intropido, Adriana Torregrossa;

MLB home gallery: Letizia Cariello, Erika Latini, Ilaria Margutti, Anila Rubiku, Ketty Tagliatti, Airswap, Arianna Callegaro.

Inaugurazioni: 4 ottobre 2008,
ore 17 ST.ART.47,
ore 18 Atelier le Chat Noir
ore 19 Galleria del Carbone
ore 20 MLB home gallery (cocktail conclusivo).

Sedi: Ferrara - ST.ART.47, Atelier le Chat Noir, Galleria del Carbone, MLB Maria Livia Brunelli home gallery.

Durata manifestazione: dal 4 al 28 ottobre;
dal 1al 23 novembre le 4 mostre saranno trasferite presso la Rocca di Cento (Ferrara).

A cura di: Nedda Bonini e Silvia Casotti, Silvia Meneghini, Paolo Volta e Massimo Marchetti, Maria Livia Brunelli e Benedetta Bodo.

Catalogo con testi di: Maria Livia Brunelli, Massimo Marchetti, Dario Mazzoni, Silvia Meneghini.

Orari: ST.ART.47 16.30 – 19.30, chiuso il giovedì, oppure previo appuntamento (338.9161984)
Atelier le Chat Noir aperto solo il 4 ottobre dalle 17 alle 24
Galleria del Carbone da lunedì a venerdì 17-20, sabato e festivi 11-12.30 e 17-20 (393.9546489)
MLB Maria Livia Brunelli home gallery 16-20 su appuntamento (346.7953757)

Ingressi: gratuiti.



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