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Ai Weiwei Very Yao, 2008
Courtesy; Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Photo by: Ela Bialkowska – Crediti obbligator
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Riflettere sul passato di grandi nazioni per comprendere la necessità di innovare è l'idea centrale di una delle sei sezioni della mostra di arte e scienza IMPREVEDIBILE, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà,
fino al 4 febbraio nel nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli di Fondazione Golinelli a Bologna.
Tra le opere in mostra, Very Yao (2008) di Ai Weiwei, che appartiene alla lunga serie di opere realizzate dall'artista cinese con le biciclette, un mezzo di trasporto che fino agli anni Ottanta è stato parte integrante dell'identità cinese, ma che la corsa alla modernità e al progresso inarrestabile ha portato a essere sostituito dalle automobili, con un impatto brutale sull'ambiente e sulla vivibilità delle città asiatiche.
L'oggetto che ha rappresentato a lungo la libertà di movimento per i cinesi oggi non ha più lo stesso ruolo: la mancanza dell'elemento dinamico della catena, rimosso dall'artista, conferisce alle biciclette un carattere statico,
accentuato dall'essere ammassate in una torre monumentale.
Frequente nel lavoro di Ai Weiwei è il riferimento al concetto di tradizione,
inteso non come nostalgia del passato ma come necessità di memoria storica, oggi minacciata dalla frenesia del cambiamento.
In questo caso però – come sottolineano Cristiana Perrella e Giovanni Carrada, curatori della mostra – sembra che le conseguenze di una modernizzazione a tappe forzate possano essere reversibili: negli ultimi anni infatti si sta facendo molto per riportare i cittadini sulle due ruote, cercando di creare un connubio virtuoso tra passato e futuro.
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