1) Pino da cosa è stata mossa la tua
azione performatica "Io vivrò"? Ti chiedo questo perché
personaggi sintetici creati dal sistema in maniera fintamente
disfunzionale come Luca Rossi ti hanno accusato di essere troppo
estremo e quasi impresentabile, secondo lui/loro e secondo una certa
mentalità artistica, provocazioni e lavori come il tuo hanno senso
solo quando realmente inquadrati in un sistema.
R: Quale sistema? Ci sono tanti
sistemi, a me piace il mio sistema, credo che ognuno debba utilizzare
il sistema che preferisce, il giorno in cui questo sistema non fosse
più soddisfacente, cambierò sistema... e quale sistema utilizzerò?
Probabilmente ancora una volta un sistema di quelli non realmente
inquadrati, o forse no o forse si.
2) Tu ti definisci un artista di
processo o di prodotto? Quando determini una tua azione artistica
pensi in termini di prodotto o t'interessa esplorare il processo che
deriva da una suggestione che diventa processo e azione?
R: A me interessa tutto, il prodotto,
il processo, l'azione artistica, il prodotto che nasce dall'azione
artistica le esplorazioni, le suggestioni e tutto ciò che sorge a
galla nel corso dell'azione stessa e dopo e prima di questa.
3) Avevi annunciato la tua morte per
poi urlare a Baratta e Gioni che vivrai, ma pensi sul serio che a
certi artisti oggi interessi partecipare alla Biennale di Venezia?
Forse realmente interessati a partecipare alla Biennale di Venezia
sono solo quelli artisti Accademici (per carica artistica di
portaborse politico e di partito) che non riescono a risolvere la
loro frustrazione con un mercato privato che giustamente non ne ha
mai riconosciuto l'attività ed il valore (il problema l'aveva bene
evidenziato Sgarbi), ma un artista come te, ben radicato nel suo
territorio e nella sua comunità che cosa ha in comune con la fiera
del mercato culturale dell'arte con una patina d'istituzionalità?
R: Lo sai che mi hai convinto? Infatti
credo che questo sia il mio ultimo tentativo di partecipare alla
Biennale di Venezia, anche perché che altro potrei inventarmi?
Oddio... una ideuzza mi è venuta.
4) Diciamo qualcosa su Massimiliano
Gioni, questo vento nuovo dell'arte contemporanea, di cosa è figlia
questa sua presunta competenza superiore? Politi da anni sostiene su
Flash Art di essere un suo padre spirituale di formazione, suo come
di Cattelan, Bonami, Beatrice e Bellini per esempio, come mai tutte
le grandi competenze del sistema dell'arte italia sembrano
obbligatoriamente passare da Flash Art?
R: Forse perché lo dice lui? Ma
potrebbe anche essere vero... ma non credo mi interessi molto
rispondere a questa domanda comunque l'ho fatto.
5) Ti ritrovi nell'etichetta outsider
del sistema dell'arte contemporanea? Se accomuno il tuo nome a quello
di Marco Lavagetto (l'autore della beffa di Tirana ai danni di Politi
e Flash Art e di Luca Lo Coco (l'artista costretto a chiudere il suo
sito d'arte ashart sotto provvedimento cautelativo del tribunale di
Palermo per una azione legale di Politi e il suo studio legale)
sbaglio?
R: Si!
6) Pensi che l'informazione artistica
specializzata nell'epoca del web 2.0 abbia ancora un senso? In fondo
a cosa servono ancora critici, curatori e galleristi? In questo tempo
di forte crisi economica l'artista ha in fondo finalmente la
possibilità di relazionarsi senza filtro, col suo lavoro, al suo
pubblico ed alla comunità che lo determinano.
R: Gli artisti sono come i bambini, che
soffrono se i genitori non elogiano quello che fanno. Lo stesso vale
per tutti coloro che cascano in depressione se non trovano nessuno
che si accorge di loro.
7) Luca Rossi sostiene che per vivere
non bisogna andarlo a urlare alla conferenza della biennale. Sostiene
che la tua operazione sia solo critica istituzionale che mostra la
tua debolezza che ha bisogno di essere alla Biennale per vivere, dice
testualmente "Boresta dipende da ciò che critica,
contraddittorio e fine a se stesso". Ho già dichiarato
pubblicamente che Luca Rossi è qualcosa che mira a intercettare i
cambiamenti in corso per capitalizzarli in futuro attraverso il web,
tu cosa vorresti rispondergli direttamente.
R: Io rispondo che Luca Rossi ha
ragione e che anche tu hai ragione su quello che dici di lui, ma
anche io ho le mie ragioni che nessuno di voi due pero conosce.
8:) "Boresta è il più insider di
tutti perché per vivere deve andare alla conferenza stampa della
biennale. Neanche alla mostra. Critisca istituzionale di vecchia
data. Io vivrò???? Alla conferenza stampa? Vivrà cosa??? Ma dai, si
vive con il fare e con i contenuti. Oggi tutti possono scrivere io
vivrò sulla propria bacheca. Boresta è incagliato in vecchie
logiche sistemiche." Altra critica feroce che il web attraverso
il progetto Luca Rossi rivolge alla tua operazione, pensi realmente
di essere incastrato con le tue operazioni in vecchie logiche di
sistema?
R: No!
Qui i 2 video
Il più outsider di tutti
In tale clima sobrio ma pacifico è parsa quasi finta l'irruzione in sala (assolutamente reale) del perennemente escluso situazionista, Pino Boresta il più outsider di tutti, che aveva da tempo annunciato il suo suicidio nel caso non fosse stato invitato alla Biennale. Non essendo ovviamente stato invitato neanche questa volta ha rassicurato che sì, nonostante tutto, ancora “vivrà”.
Claudia Colasanti (pubblicato dal Il Fatto Quotidiano)
Nuova performance-blitz dell’artista romano durante la conferenza stampa della Biennale. L’outsider per eccellenza rivendica ancora una volta la propria esistenza
“I don’t give up”, urla a pieni polmoni Pino Boresta. E se c’è qualcosa che va riconosciuto all’artista romano, insieme a una rara genuinità, sono la tenacia e la convinzione con cui porta avanti la sua ricerca, da almeno un paio di decadi. Performer, situazionista (o “situazionauta” come ama definirsi), oltre che street artist ante litteram, Boresta è sbucato fuori dal pubblico della conferenza stampa della Biennale di Venezia, ieri a Roma, al grido di “Io vivrò”.
Dopo aver provocatoriamente annunciato, con email, post su forum e pubblicità sui giornali, che si sarebbe tolto la vita se Gioni non l’avesse invitato alla mostra, ha invece a sorpresa deciso di riaffermare con forza la propria esistenza, la propria condizione di outsider, di irregolare, di allegro e consapevole disturbatore. La performance, interrotta dal servizio d’ordine come ogni blitz che si rispetti, si è chiusa con un forte applauso, mentre Paolo Baratta, presidente della Biennale, riprendeva la parola dicendo a Massimiliano Gioni: “pensavo fosse una delle tue trovate”…
Valentina Tanni (su Artribune)
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