LUCE GALLERY
SURFACE IN VOLUME
A cura di Margherita Artoni
Jonathan Binet
Sarah Crowner
Julian Hoeber
Oliver Laric
William J. O'Brien
Angel Otero
Mika Tajima
Opening Martedì 3 Aprile 2012 ore 18.30
In mostra 3Aprile – 16 Giugno 2012
Luce Gallery è lieta di ospitare la nuova produzione artistica di sette giovani e influenti protagonisti del dipinto contemporaneo. La mostra collettiva, a cura di Margherita Artoni, si propone di scandagliare la componente scultorea del medium pittorico mettendo radicalmente in questione la tradizionale raison d'être dell'arte a due dimensioni, senza tuttavia escludere la possibilità di un'inedita e più complessa coerenza stilistica. L'ipotesi tridimensionale del dipinto viene esplorata dagli artisti con materiali alternativi, tecniche d'avanguardia, insolite geometrie, trasparenze e giustapposizioni cromatiche al fine di inaugurare un linguaggio dall'impronta marcatamente provvisoria attraverso cui la superficie pittorica rompe il margine che la disgiunge dalla scultura occupando un territorio ibrido e proprio per questo così affascinante. Non si tratta dunque di una mera sperimentazione manierista portata all'estremo, ma di una necessità consapevole e latente al tempo stesso che obbliga il pensiero dell'autore a cercare nel filtro gnoseologico del dipinto un'inesauribile strumento di prassi creativa.
Jonathan Binet sovverte la concezione classica dell'opera su tela maturando un'indagine approfondita intorno alle componenti performative del puro processo pittorico, ricondotto al "grado zero" grazie ad importanti accorgimenti tecnici tra cui l'uso iterato dello spray. Nel corpo di lavoro dell'artista francese il gioco oppositivo tra intenzione e caso sposa la centralità instabile del movimento dando vita ad una vera e propria poetica del gesto che suggerisce, di riflesso, un incontro paradossalmente equilibrato tra la sfera temporale del ritmo e quella spaziale del dipinto. Jonathan Binet è nato nel 1984 a Saint-Priest, vive e lavora a Parigi. Mostre selezionate: Gaudel de Stampa (Paris), Treize (Paris), Galeries d'exposition Beaux-Arts (Paris), Chert (Berlin), Galerie Art Concept (Paris), Espace Lohmond (Paris), Maison d'Art Contemporain de Chailloux (Fresnes), Galerie Passage de Retz (Paris). L'artista è rappresentato da Gaudel de Stampa (Paris).
Sarah Crowner si interroga sul ruolo attanziale del dipinto ereditando dalla storia dell'arte (Dada, Bauhaus, Modernismo) e dallo studio dei fondali teatrali un'evidente predisposizione alla pratica artigianale. Forbici, stoffa, macchina da cucito, sono gli strumenti privilegiati dalla Crowner per tessere il collage delle molteplici sfumature che distinguono l'arte dalla messa in scena, la musica dalla poesia, in un fertile dialogo tra osservante e osservato volto a trasformare l'opera pittorica in oggetto spontaneo; il solo mutamento davvero necessario qualora si ambisca a restituire al dipinto un'autentica vitalità plastica.
Sarah Crowner è nata nel 1974 a Philadelphia, vive e lavora a New York. Mostre selezionate: Galerie Nordenhake (Stockholm), Nicelle Beauchene Gallery (New York), Catherine Bastide (Brussels), Helena Papadopoulos (Athens), University Art Museum, University at Albany (New York), Martos Gallery (New York), Eleven Rivington (New York), Kunstverein (Amsterdam), Glenn Horowitz Bookseller (East Hampton), Nordenhake (Berlin), The Whitney Museum of American Art (New York), White Columns (New York).
Julian Hoeber elabora un codice visivo e concettuale che trova le sue radici nell'Op Art e nel tromp l'oeil per evolvere in una sintassi compositiva dal linguaggio altamente multiprospettico le cui principali influenze sono legate alla cultura visiva del cinema, della fotografia e del disegno. Nei dipinti dell'artista le medesime unità modulari vengono riconfigurate in un gran numero di risultanti uniche tramite indicatori alfanumerici che tuttavia rivelano un intrinseco germe di irregolarità pittorica, eliminando in tal modo ogni possibile distinzione tra verità fattuale e illusione sensoriale. L'impiego rigoroso di un determinato sistema matematico diventa quindi il presupposto teorico per la riscoperta del valore artigianale dell'opera e delle implicazioni psicologiche ad essa connesse. Julian Hoeber è nato nel 1974 a Philadelphia, vive e lavora a Los Angeles. Mostre selezionate: Rubell Family Collection (Miami), Western Bridge (Seattle), Silverman Gallery (San Francisco), Blum & Poe (Los Angeles), Hammer Museum (Los Angeles), Praz-Delavallade (Paris), Circus Gallery (Los Angeles), Kavi Gupta (Chicago), Pixel Gallery (Toronto), Rental Gallery (New York).
Oliver Laric governa uno spazio simulacrale al cui interno icone culturalmente condivise vengono manipolate distanziandosi dalla propria connotazione classica. Il lavoro in mostra si compone di diversi strati sovrapposti di piccoli ologrammi circolari, commissionati dall'artista alle fabbriche cinesi di Shenzhen e recanti sulla superficie simboli ben radicati nell'immaginario comune - basti pensare al Pensatore di Rodin, al Discobolo di Fidia e al dio romano Giano. Qui, l'influenza della tecnologia digitale che insiste sull'opera di Laric si palesa nello stile decorativo che origina l'immagine; il "guillochè", comunemente usato per conferire tono originale a prodotti e documenti. Oliver Laric è nato nel 1981 a Innsbruck, vive e lavora a Berlino. Mostre selezionate: Tanya Leighton, (Berlin), Seventeen Gallery, (London), Western Front, (Vancouver), Nordic Biennial, (Norway), Massachusetts Museum of Contemporary Art, (North Adams), Kunsthaus (Graz), New Museum of Contemporary Art (New York).
William J. O'Brien prende in esame la dimensione caotica del vivere contemporaneo servendosi di un'estetica multimediale che tra le diverse possibilità espressive comprende la tecnica del dipinto, naturalmente rivisitata in senso sperimentale. Le tele di O'Brien raccontano l'incessante dialettica tra ordine e caos con un lessico che rifiuta il timido disvelamento del contenuto per favorire una carica formale esplosiva in grado di stimolare la reazione immediata da parte dell'osservatore; vittima e giudice nel contempo di un mondo ermetico in cui l'uomo contempla la propria crisi interiore mentre viene ceduta la parola al potere esperienziale della materia.
William J. O'Brien è nato nel 1975 a Cleveland, vive e lavora a Chicago. Mostre selezionate: Marianne Boesky Gallery (New York), World Class Boxing, (Miami), Acme (Los Angeles), Lisa Cooley Gallery (New York), Espacio 1414 (Santurce), Loyola University Museum of Art (Chicago), The Green Gallery (Milwaukee), The Renaissance Society at The University of Chicago (Chicago), Shane Campbell Gallery (Oak Park IL), Susanne Hilberry Gallery (Detroit).
Angel Otero indaga la sostanza costitutiva dell'opera pittorica delineando una narrativa sospesa tra la diacronia della memoria e la natura sincronica dell'opera d'arte attraverso una chiave interpretativa echeggiante molteplici influenze (l'enfasi materica di David Hammons, l'espressionismo astratto di William De Kooning, o ancora l'energia cromatica di Joan Mitchell) la cui sintesi ultima si estrinseca in un approccio del tutto personale. Nei lavori dell'artista portoricano la "pelle" del dipinto (oil skin) nasce e prende forma indipendentemente dalla tela, che solo al termine dell'intero processo ospita sul proprio "corpo" infinite lenzuola di pittura.
Angel Otero è nato nel 1981 a San Juan, vive e lavora a Brooklyn. Mostre selezionate: Galerie Isa (Mumbai), Istanbul'74 (Istambul), Lehmann Maupin (New York), Chicago Cultural Center (Chicago), Kavi Gupta (Chicago), El Museo del Barrio, (New York), Museum of Contemporary Art (Chicago), Prism (West Hollywood).
Mika Tajima presenta una configurazione geometrica di pannelli in plexiglass densi di sfumature e spesso arricchiti da una ben calibrata trama serigrafica, inaugurando un'universo di significati in cui l'architettura e il pattern strutturale degli oggetti plasmano le attività dell'uomo entro un processo performante quasi inaccessibile dal punto di vista razionale. In particolare, la disposizione a griglia dei pannelli evidenzia il carattere iterativo dell'opera e celebra il superamento del dipinto nell' "altro da sé"; un oggetto la cui superficie nasconde o tradisce l'implicita struttura a guscio. La serie Furniture Art fa riferimento alla Furniture Music di Erik Satie (Musique d'ameublement), caratterizzata da ripetizioni sonore studiate ed eseguite per dare luogo ad una musica di sottofondo funzionale all'accompagnamento emotivo di molteplici occasioni (aural decor).
Mika Tajima è nata nel 1975 a Los Angeles, vive e lavora a Brooklyn. Mostre selezionate: Aspen Art Museum (Aspen), Tensta Konsthall (Stockholm), UT Visual Art Center (Austin), DeCordova Museum (Lincoln), Massimo De Carlo (Milan), Rachel Uffner Gallery (New York), South London Gallery (London), Seattle Art Museum (Seattle), Elizabeth Dee Gallery (New York), The Kitchen (New York), San Francisco Museum of Modern Art (San Francisco).
Orario Galleria: dal Mercoledì al Sabato 15.30 - 19.30
LUCE GALLERY
Corso San Maurizio 25, 10124 Torino
Tel. +39 011 8141011
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