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venerdì 10 giugno 2016

Arriva ESCHER a Milano > la grande mostra > dal 24 giugno a Palazzo Reale di Milano



Dopo il grande successo delle mostre a lui dedicate a Roma, Bologna e Treviso - che hanno totalizzato 580.000 visitatori e conquistato le classifiche delle esposizioni più amate e seguite dal pubblico internazionale - Escher, il genio olandese "pop" che con le sue visioni ha incantato la fantasia di grafici, le menti di scienziati e influito su altri artisti, approda finalmente a Milano.

Escher
24 giugno 2016 - 22 gennaio 2017
> Palazzo Reale, Milano


Dal 24 giugno 2016 al 22 gennaio 2017, 200 opere saranno esposte nelle sale di Palazzo Reale: una grande mostra interamente dedicata a Maurits Cornelis Escher (1898-1972), l'incisore, intellettuale e matematico che ha colonizzato l'immaginario collettivo con le sue opere visionarie.


Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935. Litografia, 31,1x21,3 cm. Fondazione M.C. Escher. All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com
Maurits Cornelis Escher, Vortici, 1957. Incisione, 43,8x23,5 cm. Collezione Giudiceandrea Federico. All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com
Maurits Cornelis Escher, Autoritratto, 1929. Litografia, 26x20,3 cm. Collezione Giudiceandrea Federico. All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com
Hip Products, Stars, Black Light Poster, 52,5x65,5 cm. Collezione Giudiceandrea Federico. All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com

Maurits Cornelis Escher, Tempio di Segesta, Sicilia, 1932. Incisione, 32,2x24,2 cm. Collezione Giudiceandrea Federico. All M.C. Escher works © 2016 The M.C. Escher Company The Netherlands. All rights reserved www.mcescher.com


Dopo il grande successo delle mostre a lui dedicate a Roma, Bologna e Treviso - che hanno totalizzato 580.000 visitatori e conquistato le classifiche delle esposizioni più amate e seguite dal pubblico internazionale - Escher, il genio olandese "pop" che con le sue visioni ha incantato la fantasia di grafici, le menti di scienziati e influito su altri artisti, approda finalmente a Milano.

Dal 24 giugno 2016 al 22 gennaio 2017, 200 opere saranno esposte nelle sale di Palazzo Reale: una grande mostra interamente dedicata a Maurits Cornelis Escher (1898-1972), l'incisore, intellettuale e matematico che ha colonizzato l'immaginario collettivo con le sue opere visionarie.

A Milano sono esposti tutti i capolavori di Escher, come Mano con sfera riflettente, Relatività (o Casa di scale), Metamorfosi e Belvedere, oltre a esperimenti scientifici, giochi e approfondimenti didattici che consentono ai visitatori di ogni età di comprendere le invenzioni spiazzanti, le prospettive impossibili, gli universi apparentemente inconciliabili che si armonizzano in una dimensione artistica unica.

La mostra, promossa dal Comune di Milano - Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Escher Foundation, è curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea.
Una grande esposizione che vede come main sponsor M&G Investments.

LA MOSTRA
A Escher, artista sui generis che amava dire "lo stupore è il sale della terra", si deve l'aver ampliato le possibilità immaginative di tutti coloro che hanno osservato e osservano la sua opera dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.
Ispirato e influenzato dall'arte a lui contemporanea e del passato, Escher declina ricerca geometrica e rigore nella visionarietà estetica più pura. Artista poliedrico e contemporaneo ante litteram, egli non trova solo nel mondo dei numeri, della geometria e della matematica l'unica chiave di lettura per comprendere il suo universo creativo. Genio complesso che attinge a piene mani ai vari linguaggi fondendoli in un nuovo intrigante percorso che costituisce un originale unicum nel panorama della storia dell'arte di tutti i tempi ed emoziona il grande pubblico.
L'arte di Escher, che le nuove tecnologie digitali sembrano rincorrere facendone propri i risultati, non accusa i segni del tempo, sebbene siano trascorsi quarantaquattro anni dalla scomparsa del suo ideatore.

Con oltre 200 opere la mostra è divisa in sei sezioni:
    - La formazione: l'Italia e l'ispirazione Art Noveau
    - Dall'Alhambra alla tassellatura
    - Superfici riflettenti e struttura dello spazio
    - Metamorfosi
    - Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
    - Economia escheriana ed eschermania

La mostra vede come sponsor Generali, special partner Ricola, con il sostegno di la Rinascente e NH Hotels, e vede come sponsor tecnici ATM, Trenitalia, Coop Lombardia, Kartell e lighting partner Reggiani.
Con il supporto di Il Sole 24 ORE, Domenica 24 ORE e Radio24.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Catalogo edito da Fondazione Escher.

Sede e orari
Milano, Palazzo Reale (P.zza Duomo 12)
lunedì 14,30 - 19,30
martedì - mercoledì - venerdì - domenica 9,30 - 19,30
giovedì - sabato 9,30 - 22,30

Informazioni e prenotazioni
T +39 02 89 29 711

Hashtag ufficiale
#EscherMilano




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MARTEDÌ 14 GIUGNO 2016 INAUGURA A BUDAPEST LA MOSTRA COLLETTIVA “ARTISTI LIGURI A BUDAPEST”. IN ESPOSIZIONE LE OPERE DI 21 DIFFERENTI ARTISTI, FRA QUESTI UN GRUPPO DI ALLIEVI DEL QUINTO ANNO DEL LICEO ARTISTICO KLEE-BARABINO DI GENOVA


Martedì 14 giugno 2016, alle ore 18, presso il Mkisz di Budapest, in Andrássy ut 6, inaugura la mostra collettiva "Artisti liguri a Budapest". Ben 21 artisti, ivi compreso un gruppo di allievi del liceo artistico Klee-Barabino di Genova, esporranno le proprie opere nella prestigiosa location della capitale ungherese sita nell'elegante viale alberato riconosciuto nel 2002 Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

L'evento è organizzato da Pietro Bellantone, responsabile dell'associazione culturale EventidAmare di Genova in collaborazione con alcune realtà artistico culturali ungheresi. Gode inoltre del patrocinio di Regione Liguria, Comune di Genova, ITA Italian Trade Agency, Camera di Commercio di Genova nonché del Liceo Artistico Statale Klee-Barabino di Genova.

A programma, dalle ore 18, gli interventi relatori ed introduttivi a cura dello stesso Pietro Bellantone; di Maria Csontos, presidente e segretaria dell'Associazione Culturale Liguria-Ungheria; di Márta Simonffy, presidente del Mkisz Associazione Ungherese degli Artisti d'Arte Figurativa e Applicata di Budapest e di Gian Luca Borghese, addetto culturale dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest.


Alle ore 18,30 inaugurazione della mostra con presentazione a cura del professor Daniele Grosso Ferrando, stimato storico e critico d'arte che così recensisce la mostra: «Giocare e creare sono il filo conduttore della mostra collettiva di artisti liguri a Budapest, un'esposizione che cementa l'amicizia culturale fra Italia e Ungheria e testimonia la vitalità e la ricchezza dell'ambiente artistico genovese. Le opere esposte indicano che il ritorno alla pittura e alla "manualità" dell'arte, iniziato nei primi anni '80 con la Transavanguardia e il Neoespressionismo, dopo le sperimentazioni anti/pittoriche degli anni '60 e '70, sia diventato una componente oramai irrinunciabile del panorama artistico contemporaneo. I lavori in mostra oscillano fra linguaggio figurativo e linguaggio astratto in una molteplicità di soluzioni e di esiti stilistici».

Al termine sarà disponibile un rinfresco con prodotti d'eccellenza liguri ed ungheresi a cura di Prodotti d'Amare e Mkisz.

L'esposizione resterà aperta al pubblico sino a domenica 10 luglio 2016. Ingresso libero tutti i giorni dal lunedì al venerdì con orario continuato 10-18, chiuso i festivi.

Per ulteriori informazioni contattare l'associazione EventidAmare al numero 348.15.63.966 o inviare mail all'indirizzo di posta elettronica eventidamare@libero.it.

L'inaugurazione della mostra sarà preceduta Sabato 11 giugno 2016 alle ore 15, presso il Mom Park del XII Distretto, nell'ambito dell'Italian Festival, dall'esibizione canora di Carlo Marrale, fondatore del gruppo musicale Matia Bazar, che per l'occasione rappresenterà l'Italia. Il giorno seguente saranno presentate alcune nuove specialità gastronomiche nate dal connubio culinario dei due paesi europei.

Approfondimenti, a cura del professor Daniele Grosso Ferrando


L'io è gioco? Probabilmente sì, tenendo conto che la parola gioco, come quella francese jeu, contiene la radice "io". La creazione è gioco, divertimento della mente e delle mani? Forse sì, in quanto l'artista è "un eterno bambino" (Mirò) e "la cultura nasce in forma ludica e viene innanzitutto giocata" (Huizinga). Tutta l'arte è gioco? Forse sì, perché la vita è gioco e l'homo, oltre a essere sapiens e faber, è anche ludens. Il primo a riconoscerlo è stato Kant che nella Critica del giudizio ha spiegato come "l'arte abbia in comune con il gioco la libertà e il disinteresse".

Il fascino dell'arte sta infatti tutto nell'incantesimo della creazione dove l'artista/ demiurgo è come il bambino che immagina di essere re, cavaliere o pirata. Del resto, il valore del gioco è presente in culture molto antiche, dove il dio che gioca, giocando crea, come nel mito sumerico di Adapa, creato per gioco da Ea, signore della sapienza e della saggezza. Giocare con l'arte è certamente uno dei principi base dell'estetica contemporanea, da Duchamp a Klee, da Savinio a Depero, da Man Ray a Munari e vale come magico ritorno all'infanzia e come fuga da una realtà sempre più enigmatica e alienante. A partire da Nietzsche il mondo pesa, infatti, sul nostro io e l'artista sente la necessità di trasformarlo in un gioco dove l'adulto lascia il posto al bambino che sfida il destino con i suoi occhi pieni di meraviglia e stupore.

Giocare e creare sono il filo conduttore della mostra collettiva di artisti liguri a Budapest, un'esposizione, progettata dalle Associazioni Culturali EventidAmare e Liguria-Ungheria, che cementa l'amicizia culturale fra Italia e Ungheria e testimonia la vitalità e la ricchezza dell'ambiente artistico genovese. Le opere esposte indicano che il ritorno alla pittura e alla "manualità" dell'arte, iniziato nei primi anni '80 con la Transavanguardia e il Neoespressionismo, dopo le sperimentazioni anti/pittoriche degli anni '60 e '70, sia diventato una componente oramai irrinunciabile del panorama artistico contemporaneo.

I lavori in mostra oscillano fra linguaggio figurativo e linguaggio astratto in una molteplicità di soluzioni e di esiti stilistici.


AURORA BAFICO dichiara il suo amore per Genova e la Liguria dipingendo suggestivi paesaggi e scorci urbani, resi con sincera commozione, in cui il ricordo si fa luce, emozione e colore.

FRANCISCA BRAVO esplora i labili confini fra figurativo e astratto: i suoi paesaggi si trasfigurano nel colore attraverso accordi e sensazioni cromatiche, percorsi da un'inesauribile energia vitale o modulati in ritmi musicali.

I Violini e le Chitarre di ROSA BROCATO si collegano alla moltiplicazione dinamica delle immagini e alle visioni simultanee dei Futuristi, mentre il colore si accende in toni corruschi e in bagliori di luce, creando un forte impatto visivo ed emozionale.

Per FRANCO BUFFARELLO l'ironia, amara e beffarda, svela la falsità di un mondo tragicomico e senza senso, dove tutto è maschera e finzione e l'unico spiraglio (o difesa?) è svelarne il lato grottesco, in una visione disincantata e paradossale della realtà.

Oltre la vita di LUISA CAPRILE è un omaggio alla scultura classica nella lavorazione del marmo, in cui la levigatura delle superfici rende luminosa la forma, caratterizzata da morbidi passaggi chiaroscurali.

Nei quadri africani di GIANNI CARREA la prodigiosa abilità tecnica si unisce a ricordi iperrealistici che trasfigurano l'immagine reale in potenti evocazioni " mentali ", dove la ricchezza del colore, libero da condizionamenti formali, potenzia l'effetto straniante e la forza esplosiva delle sue opere.

In ARIANNA DEFILIPPI lo spazio si fa colore, onirico ed evocativo, ricco di risonanze interiori e reso mediante striature e " attimi " di luce che sondano le profondità dell'inconscio in un dialogo fra spirito e materia.

In Oltre il buio di IDA FATTORI il colore e il gesto, entrambi di ricordo espressionista, assumono una potenza scenografica che sottolinea, in forme quasi epiche, il passaggio dall'oscurità cosmica ed esistenziale allo splendore della luce.

La pittura di TERESA FIOR, tutta giocata sul registro intimista, è fatta di atmosfere sospese, quasi metafisiche, di spazi silenti, di angoli nascosti, di piccoli oggetti che riaffiorano, indistinti e sfumati, da ricordi lontani e ritrovati.

MARIA PIA FIORENTINI usa un vocabolario pittorico di segni astratti che dialogano con allusioni figurative in modo da richiamare immagini reali, con una capacità evocativa tale da ricordare i mondi sospesi fra realtà e fantasia di Paul Klee.

Ritmi sinuosi e arabeschi lineari si uniscono alla profondità psichica del colore nelle opere digitali di GIORGIO LEVA, dove lo sviluppo dinamico crea effetti di espansione cromatica e di emozioni di luce.

ENRICO MERLI è un poeta del colore e della luce in grado di evocare l'incanto del paesaggio ligure in immagini di rara bellezza, come in Tramonto su Genova, dove la magia della luce crepuscolare si riverbera dal cielo tempestoso, schiarendosi all'orizzonte in toni dorati.

In MATILDE PORCILE PEZZONI le suggestioni dell'amato paesaggio ligure si trasformano in visioni sfocate, quasi oniriche, in cui il dato naturale diventa emozione interiore ed evocazione cromatica.

I Cavalli di PATRIZIA TARGANI IACHINO saturano lo spazio con la loro prorompente presenza fisica e sono dipinti in modo molto naturale, ma, nello stesso tempo, resi monumentali dall'inquadratura ravvicinata che si focalizza su un particolare, soprattutto la testa dell'animale.

Le opere di ONDINA UNIDA si caratterizzano per le loro sperimentazioni polimateriche, in cui la dimensione onirica e la sospensione temporale creano atmosfere magiche che ricordano i sogni surrealisti.

AGNESE VALLE usa colori accesi e decisi che determinano un forte impatto visivo, accentuato dalla bidimensionalità delle immagini, in una riscrittura molto personale e quasi naif del paesaggio.

Una sezione della mostra è dedicata ai lavori di un gruppo di allievi del Liceo Artistico Klee-Barabino di Genova, che hanno così l'irripetibile occasione di mostrare il loro talento in una vetrina prestigiosa e di grande significato culturale.

PAOLO BERSANO recupera atmosfere informali e "segniche", in cui il colore si espande in vibrazioni interiori.  

CRISTINA CERULLI rende omaggio all'Art 4\Nouveau nei ritmi fluidi e lineari delle sue eleganti figure femminili, ricche di sfumature cromatiche.

BEATRICE FAVALI resta sospesa fra sogno e realtà in immagini che evocano il mondo onirico dei Surrealisti.

MIRIANA ISOLA "cattura" il tempo nel volto rugoso di un anziano, muto testimone di esperienze e di ricordi incancellabili.

JACOPO ROSSETTI oscilla fra mondo figurativo e linguaggio astratto in forme che sembrano sottoposte a un continuo processo metamorfico.


Associazione Culturale EventidAmare. Scopi e finalità. EventidAmare è un'associazione di promozione culturale ed enogastronomica nata nel 2010. Le finalità che si propone sono la realizzazione di eventi nazionali ed internazionali che concorrano alla valorizzazione del patrimonio ligure: arte, musica ed enogastronomia. Ha progettato e realizzato, in questi anni, eventi interculturali che hanno previsto l'incontro, lo scambio e il confronto nei settori dell'arte, della musica e dell'enogastronomia. Quella ligure è venuta così ad "abbracciare" culture alcune volte "vicine", perché appartenenti al bacino del Mediterraneo ed altre invece lontane, grazie anche alla collaborazione dei Consolati di Francia, Perù, Tunisia, Ungheria, Uruguay, Congo, Haiti, Spagna. Altre volte, quale riconoscimento dell'attività realizzata, ha ricevuto il patrocinio morale da parte delle Ambasciate in Italia di Bolivia, Colombia, Ecuador, Portogallo, Spagna, Venezuela (con l'importante collaborazione del Museo Luzzati, Germano Beringheli, Luciano Caprile e Stefano Bigazzi, Erminio Raiteri, Maria Cristina Castellani, Alessandro Bertirotti, Stefano Finauri, l'associazione spagnola Trescucarachas, Carlo Marrale e Eliano Calamaro per la musica, Virgilio Pronzati per l'enogastronomia e Gianpaolo Belloni-Zeffirino, ambasciatore della Cucina Italiana nel Mondo).




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MORELATO alla mostra collettiva a/maze, emotional mapping c/o nhow Milano



MORELATO alla mostra collettiva
a/maze, emotional mapping

c/o il nhow Milano in Via Tortona 35 fino al 22 ottobre 2016.

Morelato rinnova la sinergia culturale con il nhow Milano, dove fino al 22 ottobre 2016 in Via Tortona 35, saranno presenti alcune opere d'autore
 firmate dall'azienda veronese all'interno della mostra a/maze – emotional mapping. 

Curata da Elisabetta Scantamburlo, la collettiva segna il secondo appuntamento dell'anno, dove arte e design si incontrano per raccontare "l'emozione dei luoghi, la magia della scoperta, il labirinto in cui perdersi e farsi sorprendere".

Foto: credit Giovanni Panizza.




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giovedì 9 giugno 2016

BIENNALE ARCHITETTURA | CARLA BECHELLI ARQUITECTOS PARTECIPA ALLA MOSTRA TIME-SPACE-EXISTENCE | Palazzo Bembo, Venezia | Preview 26-27 Maggio - 18/22


CARLA BECHELLI ARQUITECTOS
partecipa a
TIME-SPACE-EXISTENCE

Evento collaterale della 15. Mostra internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia

Fino al 27 novembre 2016
Palazzo Bembo, Venezia


Lo studio Carla Bechelli Arquitectos, in occasione della 15. Mostra Internazionale di Architettura – la Biennale di Venezia, partecipa alla esposizione TIME SPACE EXISTENCE, evento collaterale a cui sono stati chiamati ad esporre un gruppo internazionale di architetti che si confrontano con i concetti filosofici di Tempo, Spazio ed Esistenza, documentando le idee e gli attuali sviluppi dell'architettura contemporanea.

Gli spazi di Palazzo Bembo ospitano presentazioni individuali di importanti firme dell'architettura ed è in questo contesto che Carla Bechelli Arquitectos presenta la sua installazione tridimensionale, una riflessione su come lo studio argentino, di stanza a Buenos Aires, intende la progettazione architettonica.

Carla Bechelli ha partecipato con dei suoi progetti universitari rappresentando la Universidad de Buenos Aires, alla Biennale di Architettura del 1991, e ora, dopo 25 anni e varie esperienze in Argentina, Brasile, Messico, Uruguay e Cile, ritorna con il suo studio fondato nel 2003. 

Tutti i suoi progetti nascono da due concetti fondamentali: da un lato la ricerca e il dialogo con l'identità del luogo, con la sua storia, il suo clima, il suo background cuturale che fanno da contrantalare all'attenzione per il design, per le linee, i volumi e la luce, perseguendo un'estetica moderna e una spazialità inedita, rigore funzionale e attenzione al dettaglio. 

L'installazione ideata per Venezia accomuna in sè queste caratteristiche e offre la possibilità di sperimentare un'architettura fusa con la natura, in cui i confini tra interno ed esterno sono estesi e intangibili o addirittura aboliti. 

Quest'opera vuole rendere corporei fenomeni immateriali come il tempo, il movimento e lo spazio. La tecnica di stratificazione crea l'impressione del tempo che passa attraverso un dispositivo con un'ottica spaziale che rappresenta il passare delle stagioni, mostrando i colori della vegetazione che cambia. 

Mentre il visitatore cammina attraverso l'installazione, l'architettura si svela attraverso la natura, dimostrando come il rapporto con essa produce nell'uomo gioia per i sensi e per l'anima. 

L'installazione inoltre non parla un linguaggio astratto, ma racconta tre progetti dello studio Carla Bechelli Arquitectos: due di questi - San Isidro Hotel e St George's School – sono inseriti in contesti naturali e per il terzo – Las Piedras Villas & Houses – è stato creato un parco di flora locale con un bellissimo paesaggio che fa da cornice all'architettura

Las Piedras ha vinto un premio internazionale, l'International Property Awards nell'ottobre 2015 per la sua originale proposta urbanistica e paesaggistica. 

Si trovano tutti e tre a Bueon Aires, città in cui il clima mite permette di progettare strutture in cui interno ed esterno dialogano senza soluzione di continuità. Il grande progetto residenziale di Las Piedras è costituito da piccoli edifici chiamate "ville", collocate in un grande parco progettato al centro del layout, che rappresenta il cuore della realizzazione, dove si annullano i confini tra la natura e i giardini e le terrazze delle varie abitazioni. 

Allo stesso modo, la facciata ondulata del San Isidro Hotel - caratterizzata da frangisole in legno - e il giardino sul tetto sono fusi con gli alberi centenari che circondano il progetto e anche la piscina segue il naturale declivio del paesaggio circostante, mentre il grande atrio del Colegio San Jorge si apre all'esterno e dialoga con le forme organiche del tetto e  il piano terra convertito in parco.

Inoltre in linea con il tema della mostra principale - REPORTING FROM THE FRONT - curata da Alejandro Aravena, l'architettura di Carla Bechelli Arquitectos dimostra come, nonostante le difficili condizioni economiche e politiche dell'America Latina, si possano creare soluzioni semplici ed economiche, ma allo stesso tempo innovative e smart, con un occhio sempre attento al design.

La passione dello studio per la progettazione e la spiccata professionalità lo hanno portato a conseguire riconscimenti internazionali, vincere diversi premi e ad essere selezionato, come associato, dall'architetto Rafael Viñoly per differenti progetti come Acqua a Punta de l'Este e il Carrasco International Airport di Montevideo, entrambi in Uruguay.


Time Space Existence
European Cultural Centre (Palazzo Bembo)
Venezia, Italia
28 Maggio -27 Novembre 2016



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RossoCinabro presenta la mostra "Il dettaglio che ci piace". Roma,15 – 30 giugno 2016

La mostra ha l'intenzione di restituire il contatto diretto e immediato con le singole opere. 

Siamo circondati da immagini, (frase fatta ricorrente) ma in questo magma indistinto alcune immagini ci colpiscono, ci attraggono al primo sguardo. 

Senza rifletterci tanto, a volte siamo attratti da un  particolare, non dalla ricerca artistica, non dall'autorePerché il dettaglio che ci piace arriva, talvolta, prima della comprensione. 

Perché l'esperienza dell'arte, è incentrata sull'attività dell'immaginazione, che di per sé è una funzione cognitiva presente anche nelle percezioni più comuni della realtà. 

Nell'arte sperimentiamo qualcosa di singolare che avvia  un processo emotivo, sensibile che non possiamo trovare altrove. Nell'opera d'arte l'immaginazione può dar vita  a qualcosa che non riusciamo a controllare  del tutto, ma verso cui siamo attratti perché sentiamo che vi è un qualcosa di irrinunciabile.

Le opere esposte sono di: Claudette Allosio, Olimpia Barbu, Vincenzo Basile, Antonio Cellinese, Beatrice Cofield, Alistairs Cooke, Daniela Corallo, Andrea Cossu, Vincenza Cotugno, Andrés Escriva, Giovanna Fabretti, Francesca Federico, Alessandro Gozzuti, Andreina Guerrieri, Hannes Hofstetter, Anne Lise Kaaby, Sophokles Koutris, Cris Llarena, Stefano Mariotti, Bruno Mertens, Elvio Miressi, Joy Moore, Päivyt Niemeläinen, Nicola Pica, Sandrine Pillon, Elena Poerio, Eva Rossi Kivimaki, Daniela Rebecchi, Alfio Sacco, Ingvill Solberg,  Fabio Snoze D'Agostino, Georgeta Stefanescu, Elina Tammiranta Summa, Ana Taveras, Tiril, Glenda Tuzza, Emilio Vacchiano 

I visitatori possono aspettarsi una serie di dipinti, fotografia d'arte, sculture, in diversi stili e dei media.
a cura di Cristina Madini



Opening lunedì 13 Marzo dalle 12:00-15:00 solo su invito 
La mostra è aperta al pubblico 13-30 giugno da lunedì a venerdì ore 11:00-07:00


Via Raffaele Cadorna, 28
00187 Roma
tel. 06 60658125
apertura no-stop
da lunedì a venerdì 11:00-19:00



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mercoledì 8 giugno 2016

Dai cassonetti strapieni ai residence malconci, e molto altro: la vita dei romani in una mostra di pittura dal 23/06


Nella Galleria Michelangelo la quotidianità viene rappresentata come nelle istantanee scattate e condivise sui social dai romani arrabbiati e stanchi. Vernissage 23 giugno, ore 18:30


Si terrà dal 23 giugno al 23 luglio presso la Galleria Michelangelo di via Giovanni Giraud 6, a Roma la mostra BVT-Build Verification Test degli artisti Claudio Bissattini, Marco Verrelli e Tamburro Marco. L'evento curato da Marco Tonelli, ideato e realizzato dal Gallerista Fabio Cozzi, prenderà il via con un vernissage giovedì 23 giugno, alle 18:30, proprio nell'incantevole Galleria d'arte a due passi da piazza Navona.

BVT-Build Verification Test (letteralmente "test di verifica di costruzione" applicato spesso nel campo dei software) è di fatto la trasposizione di un concetto che spesso a che fare con la tecnologia direttamente sull'arte. Il dipinto diventa una sorta di test che l'artista ha effettuato sulla tela, con dei colori e delle immagini. Fra le rappresentazioni più suggestive colpiscono quelle dei fari costieri e la riproduzione dell'estraneazione digitale dei tempi moderni.

Il residence Bastogi, le montagne di rifiuti accatastate sotto ai cassonetti dove però c'è scritto Raccolta differenziata e una tabella che indica la strada per Ostia: la cronaca romana diventa protagonista di una mostra di pittura così vera da essere originale. Una collettiva in cui una curiosa rappresentazione della realtà si somma a quella dei fari costieri e dell'estraneazione dietro i monitor del computer tipica dei tempi moderni.

Di ipotesi in ipotesi, a volte inconsapevoli, mentali, tentativo dopo tentativo, il pittore ha prodotto l'opera alla quale e dalla quale ne seguiranno altre. Non necessariamente migliori o peggiori ma sicuramente a testimonianza di un processo di avanzamento tecnologico tanto più si considera la tendenza di molti artisti moderni e contemporanei a lavorare su delle serie con materie sperimentali e innovative di cui spesso non si conoscono reazioni, comportamenti e durate. Non solo un test dunque rispetto a ogni singola opera ma anche un test rispetto a tutta la serie che si sviluppa da un'idea iniziale e che poi cambia mano mano che si che l'artista affina la sua tecnica pittorica.

Da questo punto di vista la mostra diventa un test vivente con lo spettatore che è insieme protagonista ed osservatore. Bissattini in particolare afferma e nega continuamente la certezza dell'immagine. L'artista si diletta a mostrare l'artificiosità del suo e di ogni altro software pittorico. I fari di Verrelli sono invece interpretabili come dei punti di vista attivi o passivi: possono essere osservati ma anche indicare la rotta. 

Tamburro diventa persino malinconico reiterando una poltrona rossa: emblema di un punto di osservazione domestico da cui vedere il mondo esterno. In questo caso però sempre attraverso un monitor o una finestra quasi a sottolineare l'estraneazione dei tempi moderni. "Ad osservare i quadri - afferma il Gallerista Fabio Cozzi - s'intravedono spaccati di Roma, crudi quanto veri. La quotidianità diventa arte, punto d'osservazione e spunto d'osservazione. Fosse tramite una sorta di istantanea su tela, una poltrona rossa o un faro costiero che può essere a volte metafora altre semplice edificazione".


BVT-Build Verification Test
23 giugno . 23 luglio 2016
A cura di: Marco Tonelli
Ideazione e realizzazione: Fabio Cozzi
Vernissage: giovedì 23 giugno, h 18.30
Orari mostra 16:30-20:00 . domenica chiuso
Galleria Michelangelo
Via Giovanni Giraud 6, 00186 Roma



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martedì 7 giugno 2016

A PLACE TO BE | LATO 2016 | SU COSA S'IMPERNIA? - Fabio Cresci




SU COSA S'IMPERNIA?
Fabio Cresci

16 giugno – 16 june
29 luglio – 29 july

ph: Luca Gambacorti


Fabio Cresci (1955, Marcignana, Empoli - FI).
Nel 1982 si diploma all'Accademia delle Belle Arti di Firenze, dal 1984 al 1987 ha tenuto mostre personali presso la Galleria Salvatore Ala di New York e di Milano. Nel 1986 partecipa alla XLII Biennale di Venezia, Arte e Alchimia. Nel 1994 è la mostra Orizzonti, alla Galleria Schema di Firenze; nel 1995 Aperto Italia'95, Trevi; Il formaggio e i vermi, Palazzo Casali, Cortona nel 1996. Del 1997 e poi 2000 la mostra Dopopaesaggio figure e misure del giardino. Nel 1998 partecipa alla collettiva Au rendez-vous des amis: Identità e opera, presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; è dello stesso anno anche la mostra Bù!, Palazzo delle Papesse Centro Arte Contemporanea Siena. Del 2002 è la sua personale alla Galleria Biagiotti di Firenze, del 2008 alla Galleria  Il Ponte di Firenze. Del 2012 la personale I due stampi a Villa Pacchiani, S.Croce sull'Arno, Pisa. Del 2015 la personale  Se la copia necessita di progettazione, che dire allora dell'originale? a C2 Firenze. Nel corso degli anni varie le partecipazioni a mostre collettive come nel 2011 Dove è la città? a SUN studio 74 rosso Firenze; nel 2012 Madeinfilandia a Pieve a Presciano, Arezzo; nel 2015 Walking on the planet a Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno, Arezzo.
La prima produzione di Fabio Cresci vede la lavorazione di tele di stampo figurativo utilizzando soprattutto colori vegetali e acquerello, a creare immagini quasi evanescenti di limpide trasparenze tonali. Seguono i lavori su cellulosa, a sottolineare una fisicità originata dalla stessa etereità del periodo precedente. Negli anni, a conferma di una forte connotazione intima, assume sempre maggiore rilevanza una dimensione del sacro che avvalori il gesto, la visione, la consuetudine quotidiana, e che vede nell'arte la sua estrinsecazione estetica. Ritorna inoltre il cammino sensibile verso l'idea di luce, processo iniziatico verso i luoghi del principio, inteso come forma essenziale, affermazione di vita e consapevolezza estetica di arte.




Fabio Cresci (1955, Marcignana, Empoli - FI).
Graduate in Fine Arts Academy in University of Florence in 1982, Cresci had individual exhibitions from 1984 to 1987 at the Salvatore Ala Gallery, New York and Milan. In 1986 he participated in the 42nd International Art Exhibition, Venice Biennial, Arte e Alchimia. The exhibition Orizzonti was held in the Galleria Schema, Florence, in 1994; in 1995 Aperto Italia '95 was in Trevi; Il formaggio e i vermi was in Palazzo Casali, Cortona, in 1996. In 1997 and again in 2000 in the exhibition Dopopaesaggio figure e misure del giardino. In 1998 he participated in the group exhibition Au rendez-vous des amis: Identità e opera at the Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato. The exhibition Bù (Boo!) was held in the same year at Palazzo delle Papesse in Siena. In 2002 the exhibition at the Galleria Biagiotti in Florence and in 2008 at the Galleria Il Ponte, Firenze. In 2012 had the individual exhibition I due stampi at Villa Pacchiani, S.Croce sull'Arno, Pisa; in 2015 Se la copia necessita di progettazione, che dire allora dell'originale? at C2 Firenze. During the years he has had many partecipations at the group shows as in 2011 Dove è la città? at SUN studio 74 rosso Firenze; in 2012 Madeinfilandia at Pieve a Presciano, Arezzo; in 2015 Walking on the planet a Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno, Arezzo.
The first production of Fabio Cresci were works on canvas and figurative in style using mainly organic paints and watercolours to create almost evanescent images in clear transparent tones. Then were works on cellulose emphasised a physical element that had its origins in the same ethereal nature of the previous period. During the years, confirming the deeply personal aspect of his work, it becomes more important a religious dimension that makes use of vision, gesture, daily habit, and finds its aesthetic expression in art. Furthermore it returns the intricate journey towards the idea of light, an initiatory progress towards origins that are seen as the essence, a confirmation of life and an aesthetic understanding of art.






a cura di | edited by Matteo Innocenti
in collaborazione con |  in collaboration with Luca Gambacorti 


In prospettiva differente potremmo provare a compilare una storia dell'arte come storia dei luoghi.
Ogni opera ha necessitato di uno spazio – spazio di creazione e spazio di osservazione; la dimensione di accoglimento non è soltanto testimone di un artista e del suo stile, ma di esigenze più ampie: del costruire che ad essa stessa ha dato forma, delle persone che l'attraversano e di chi vi risiede, del pensiero e dell'organizzazione sociale di un periodo, dei modi in cui si è deciso di formare e di abitare il mondo.
Considerare un luogo in tutte le sue componenti e per tutte le sue condivisioni è assumere un'ottica di responsabilità. L'area disponibile a contenere ogni cosa indistintamente, pur in una sua apparente utilità finisce per rivelare i meccanismi di una mediocre cognizione - anche la situazione più sterile resta in vita solo per le esperienze umane che vi avvengono.
A PLACE TO BE è un ciclo composto da progetti d'artista con riferimento allo spazio architettonico, appositi per Lato, sviluppati nel corso del 2016.
Differenti ricerche e punti di vista che si rapportano al luogo non quale contenitore ma in termini d'identità, per farne emergere i caratteri specifici. Un approccio differente d'esposizione come incontro con una storia già avviata e alla cui continuazione s'intende partecipare, per la coscienza che ogni nuovo atto, ogni nuova opera, da individuo a individuo, è un contributo alla definizione della realtà.

Il secondo progetto è SU COSA S'IMPERNIA? di Fabio Cresci.

LATO è studio di architettura e spazio espositivo fondato da Luca Gambacorti nel 2006 con il recupero di un ex fabbricato industriale all'interno della cerchia muraria di Prato; oltre l'attività professionale il fine è di avviare e consolidare collaborazioni tra le varie dimensioni territoriali legate in vario modo alla cultura. A PLACE TO BE è in relazione al decennale dalla fondazione.




In a different prospective we can try to write an art history like a history of places.
Every artwork needs a space - a space to be created and a space of observation; the dimension of recognition is not only a testimonial of the artist and his style, but of greater needs: of construction that itself has given shape, of people that cross it and reside it, of thinking and of social organization during a period, of ways in which has been decided to create and live in the world.
Considering a space with all its components and sharings is assuming things with a responsible outlook. The available space that may contain any vague object/thing, also if we consider its visible function, ends up revealing mechanisms of a mediocre awareness (knowledge/cognition) - even the purest situations remain alive thanks to human experiences that  take place.
A PLACE TO BE is a cycle composed from three artists projects referring to the architectural space, suitable for Lato, developed during 2016.
Different researches and points of view that are associated with the place, not on the physical level (where the artworks are placed), but on identity terms; so that specific characters may emerge. A different approach of exhibiting as an encounter of a story already going on and that we continuously intend to participate, with the conscious that any new act, any new artwork, from individual to individual, is a contribution of defining the reality.

The second project is SU COSA S'IMPERNIA? of Fabio Cresci.

LATO  is an architecture studio and exposition space founded by Luca Gambacorti in 2006 recovering an ex industrial building inside the city walls of Prato. Besides the professional activity the objective is to keep going and consolidating collaborations from various territorial dimensions linked in different ways with the culture. A PLACE TO BE is in relation to the tenth anniversary from its foundation.



Tel: 0574071696  Fax: 0574070041

        
orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00_13.00 | 15.00_19.00
ingresso gratuito


opening hours: Monday to Friday 10.00_13.00 | 15.00_19.00
free entry




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