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venerdì 26 febbraio 2016

I colorati diorami naturali di Susi Mauri in mostra dal 6 marzo a Cantù

SUSI MAURI
Clorofilliche. Piccole istantanee naturali
a cura di Elisa Fusi

Inaugurazione: domenica 6 marzo 2016, ore 19
In mostra: fino al 8 aprile



Domenica 6 marzo iTeatro San Teodoro di Cantù presenta il progetto Clorofilliche. Piccole istantanee naturali di Susi Mauri, giovane artista di Mariano Comense (Co).


La mostra si compone di una decina di lavori originalirealizzati mediante stampa fotografica su carta cotone, accompagnati per l'inaugurazione da una videoproiezione ospitata sul palco del teatro. 


Il tema delle opere è la varietà della natura, indagata raccogliendo, classificando e componendo in colorati diorami gli elementi vegetali, tra cui foglie, bacche, fiori e semi.



Il ricorso alla tecnica fotografica consegna immortalità alla ricchezza dei colori e delle silhouettes di un materiale organico altrimenti deperibile. 


Quelle di Mauri sono opere in divenire, realizzate lungo un processo che si conclude solo nel momento dello scatto. A guardarle, ricordano le tavole di botanica per la precisione e l'attenzione scientifica, per il carattere corale della composizione, in cui si valorizzano le singole parti invocando il tutto. 


Queste porzioni di natura risaltano nell'accostamento cromatico e scandiscono uno spazio ritmico e geometrico, che non lascia nulla al caso. Ma la precisione e l'asciuttezza di linguaggio a tratti lasciano il posto a un racconto più creativo, nel caso in cui le foglie sono sottoposte a manipolazioni e ritagli, e narrativo, presentando le diverse fasi di essiccazione di una foglia. 


Storia di una foglia diventa quindi il soggetto di un video in cui gli stadi involutivi di diverse foglie sono scanditi dal ticchettio di un orologio e il sottofondo dei suoni del bosco ricrea l'ambientazione naturale da cui le stesse sono state prelevate, i parchi cittadini di Torino.




Susi Mauri è nata nel 1987 a Lecco. Vive e lavora a Torino.
Grafica di professione, si forma presso la NABA di Milano e lavora per alcuni anni in città. Il suo primo vero interesse è la natura che dall'autunno del 2014 è protagonista del progetto Clorofilliche

Con questa ricerca artistica Susi Mauri ha partecipato nel 2015 all'evento Arteinvilla, esponendo all'interno della storica Villa Sormani a Mariano Comense, e alla mostra collettiva dieciXquindici presso il Teatro San Teodoro (Cantù). 
Questa è la sua prima mostra personale.

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Susi Mauri | Clorofilliche. Piccole istantanee naturali
Inaugurazione: domenica 6 marzo 2016, ore 19
In mostra: fino al 8 aprile 2016
Teatro San Teodoro - Cantù (CO), via Corbetta 7
Orari: la mostra è visitabile negli orari di apertura della biglietteria, in presenza di spettacoli teatrali e duranti gli aperitivi della domenica. Ingresso libero.


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giovedì 25 febbraio 2016

Luciano Nenzioni. L'oltre, la solitudine, l'elevazione. 27 Febbraio 2016 Galleria Fondantico Bologna

A cento anni dalla nascita una retrospettiva ricorda l'artista bolognese

Luciano Nenzioni

Dal 27 Febbraio al 12 Marzo 2016
Galleria Fondantico, Via de' Pepoli 6/E – Bologna




Un atteso ritorno quello dello scultore e pittore Luciano Nenzionia Bologna. E' in omaggio alla sua multiforme personalità e originale produzione d'artista che la Galleria Fondanticoorganizza la mostra, a cura del critico e storico dell'arte Gian Ruggero Manzoni, dal titolo Luciano Nenzioni. L'oltre, la solitudine, l'elevazione, che inaugura Sabato 27 Febbraio 2016, alle ore 17,30.

Nella elegante cornice delle sale dell'antico edificio cinquecentesco, in pieno centro storico, dove ha sede Fondantico, sarà possibile ammirare circa 50 lavori, tra quadri e sculture, che questo maestro, nato nel 1916 a Bologna (ma da sempre con un legame particolare con la la vicina San Lazzaro di Savena dove visse a lungo), morto nel 2007 a Imola, produsse, avvalendosi delle piu' svariate tecniche e dei materiali più insoliti, durante la sua lunga carriera artistica. In modo particolare saranno presentate opere che vanno dagli anni '60 agli anni '80.

Anni in cui Nenzioni si esprimerà, oltre che con figure animali facenti parte del "momento del Tutto Tondo", così definite dallo stesso artista (con evidente riferimento a Brancusi), anche attraverso un mondo popolato di cavalieri, giullari, dame e personaggi della Commedia dell'Arte, tutte figure di un lontano passato "cortese" che evocano sentimenti di nostalgia e struggimento profondi. Si tratta delle sculture araldiche dei "Guerrieri", degli "Aruspici" o dei "Giardini di pietra", delle opere a tempera e iuta che raffigurano navi o città turrite ovvero tornei di cavalieri.

Qui i personaggi medievali, seppure attualizzati nella loro struttura plastica secondo modelli riconducibili al gusto estetico e alla visione della contemporaneità, vivono una sorta di sospensione atemporale che genera una dimensione metafisica di grande fascino in cui trovano dimora destini diversi in un'altalena di morte e di perdizione, di vita e di riscatto, di miserie e di ombre, di nobiltà e di luce.

Da ora in poi la poetica di Nenzioni si evolverà verso punte di lirismo sempre più alte, facendosi portatrice delle emozioni più intime e degli stati d'animo che per le vicende, a volte vicissitudini, della vita, si agitano nel cuore e nella mente dell'artista. Sotto l'aspetto stilistico e formale tale poetica si esprimerà attraverso un linguaggio figurativo di grande suggestione, costruito secondo rigorose regole geometrico-matematiche e tendente verso forme di perfezione assoluta in una continua e inappagata ricerca dell'armonia universale e del soprannaturale.

La vita di Luciano Nenzioni non è stata, infatti, una passeggiata. Ufficiale dell'esercito italiano, subì per alcuni anni una dura prigionia nel campo di concentramento di Wietzendorf, esperienza drammatica che ne segnerà l'esistenza e il lavoro artistico:.«Avevo un'intensa esigenza di spiritualità, forse per esorcizzare gli orrori della guerra, raffiguravo uomini senza orecchie, senza piedi, per appunto enfatizzare lo spirito sulla materia» ricorderà nei suoi appunti lo stesso artista.

Rientrato dalla prigionia, l'ancora giovane Nenzioni, dovrà rinunciare agli amati studi universitari in Scienze naturali, abbandonando anche l'insegnamento, che aveva iniziato a esercitare all'Istituto Scarabelli di Imola già prima di laurearsi, per impiegarsi in un ente pubblico. Per lui, che prima della guerra aveva condotto una vita brillante e agiata, con davanti una carriera di successo, deve essere stato traumatico vedere tutti i suoi sogni infrangersi.

Un po' per questo, un po' forse per sua indole, egli diventa una persona schiva e silenziosa. Per un certo periodo frequenta gli ambienti culturali emiliano-romagnoli, entrato a far parte del Circolo Artistico della sua città comincia a dipingere e a scolpire. Il suo rapporto con questi ambienti sarà improntato alla riservatezza che gli è propria, cui si aggiunge «un pizzico di diffidenza» fa notare teneramente uno dei suoi tre figli.

Nonostante queste frequentazioni, l'artista bolognese, non ha mai aderito né alle correnti, né partecipato agli accesi dibattiti, che agitavano in quegli anni il mondo delle arti figurative, scegliendo, invece, la strada dell'outsider e vivendo nel dolce isolamento, a contatto con la sua anima, sulle colline bolognesi di Monte Calvo, cavaliere solitario, senza macchia e senza paura, come tanti dei suoi amati personaggi "cortesi".

Rinunciò alla fama, che non avrebbe tardato ad arrivare, come confermano i consensi ottenuti in occasione delle mostre che tenne in Emilia Romagna, soprattutto a Bologna, Modena, Imola, e in varie località italiane e straniere. Amò, invece, lavorare in solitudine e con grande umiltà, dedicandovi con slancio e amorevolezza ogni suo momento libero. Se tali scelte contribuirono a impedirgli di conoscere in vita la fortuna e la fama toccate a molti altri suoi contemporanei, il suo ricordo, di uomo e di artista, a Bologna, dove nacque e trascorse buona parte della sua esistenza, non si è mai spento.

A mantenere vivo tale ricordo hanno contribuito la sua ineguagliabile umanità e il suo alto senso etico da cui scaturì l'importante contributo artistico dato per la realizzazione del commovente ciclo commemorativo di Monte Sole, dedicato alle vittime della strage nazista di Marzabotto, e nelle stazioni della Via Crucis nell'Appennino bolognese, il che colloca di diritto Luciano Nenzioni tra gli artisti del '900 maggiormente impegnati e più importanti nell'ambito delle opere dell'arte sacra, mistico-religiosa e a connotazione civile.



Luciano Nenzioni. L'oltre, la solitudine, l'elevazione

A cura di Gian Ruggero Manzoni
Dal 27 Febbraio al 12 Marzo 2016
Orario: 10,00/13,00 – 16,00/19,00
Galleria Fondantico di Tiziana Sassòli
Via de' Pepoli 6/E
40125 Bologna
Tel/fax 051 265980
info@fondantico.it







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I prossimi incontri nell'ambito della mostra Making Sense. Artisti + Makers per nuovi immagini possibili a Palazzo Pretorio


MAKING SENSE
Artisti + Makers per nuovi immaginari possibili

Francesco Bertelé e Recipient.cc, Roberto Fassone, Friends Make Books, Kensuke Koike, Lumi Industries, Laurina Paperina, Elisa Strinna
a cura di Guido Bartorelli, Caterina Benvegnù, Stefano Volpato

NON SOLO MOSTRA

La programmazione avviata a Palazzo Pretorio propone non solo esposizioni, ma anche eventi e dibattiti secondo modalità rigorose e aperte, con l'ambizione di divenire punto di riferimento per gli specialisti e la premura di offrire al cittadino curioso una relazionalità comunicativa. 

Dopo la fase iniziale, rappresentata da un periodo di residenza e dall'apertura della mostra Making Sense. Artisti + Makers per nuovi immaginari possibili, frutto del lavoro congiunto di Artisti e Makers, si arriva alla fase finale del progetto: la serie di incontri e conferenze dedicati ai temi presi in considerazione dal progetto, con l'obiettivo di indagare in maniera ancora più profonda le interazioni tra il linguaggio dell'arte contemporanea e un tema quanto mai attuale come quello della nuova artigianalità e le pratiche ad essa connesse, di cui sono figura chiave i makers.

A marzo 2016, ultimo mese di apertura della mostra, si aprirà un dibattito pubblico sui temi e sui problemi sollevati. Nelle storiche sale di Palazzo Pretorio, a Cittadella (PD), un ciclo di incontri e conferenze vedrà succedersi gli interventi di esperti, professionisti e studiosi di chiara fama per sviluppare, discutere e rivedere gli spunti offerti dal progetto da un punto di vista estetico, economico e sociale, tramite un'interazione proprio con l'allestimento espositivo.

Questi appuntamenti e dibattiti, che saranno condotti secondo modalità rigorose e aperte, ambiscono a divenire punto di riferimento per gli specialisti e a offrire al cittadino curioso una relazionalità cordiale e comunicativa.

Tutti gli incontri si svolgeranno presso Palazzo Pretorio alle ore 20:30, alla presenza dei curatori del progetto, Guido Bartorelli, Caterina Benvegnù e Stefano Volpato, che discuteranno con l'ospite le tematiche della mostra, riflettendo in particolare sulle tecnologie divenute economiche e pertanto per tutti; sul fatto che i nativi digitali escono finalmente dallo schermo per praticare una nuova manualità; sulla ridefinizione del ruolo e dell'identità dell'arte in mezzo a tanta creatività amatoriale.

10 marzo - Il primo appuntamento con Domenico Quaranta, docente universitario, curatore e critico d'arte, autore di numerose pubblicazioni, tra le quali Media, New Media, Postmedia (Milano 2010).

Il 17 marzo, invece, il programma prevede l'appuntamento con Stefano Micelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e autore di numerose pubblicazioni, tra le quali Futuro artigiano. L'innovazione nelle mani degli italiani (Venezia 2011).

Il 24 marzo Making Sense incontrerà i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Superiore Meccatronico di Vicenza, che hanno presentato i propri progetti alla Maker Faire Rome 2015.

Il 31 marzo sarà la giornata di presentazione del saggio-catalogo Making Sense, edito da CLEUP, che accompagnerà la mostra proponendo approfondimenti sui temi scientifici del progetto, grazie agli interventi dei curatori, lasciando comunque un importante spazio all'esame critico dell'opera degli artisti coinvolti. Ne discuteranno con i curatori Fabio Cavallucci, direttore del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci – Prato e Fulvio Chimento, curatore e critico d'arte, autore del volume Arte italiana del terzo millennio (Milano – Udine, 2013).

Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Palazzo Pretorio Onlus, con il contributo del Comune di Cittadella e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, patrocinato dal Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università degli Studi Di Padova e con il contributo di Metalservice S.p.a.
Inoltre vanta del prezioso media partnership di Lega Nerd.

info e contatti

TEL: 049/9413474

EMAIL: info@fondazionepretorio.it   

WEB: www.fondazionepretorio.it

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mercoledì 24 febbraio 2016

Whitelight Art Gallery 2 Marzo 2016 vernissage "Decentrato"



GINO SABATINI ODOARDI
DECEN
TRATO
A cura di Martina Cavallarin
Via Lunigiana angolo Via Copernico
Vernissage 2 Marzo 2016 ore 19.00
2 marzo – 15 aprile 2016



DECENTRATO è la prima mostra che Whitelight Art Gallery presenta nella nuova sede all'interno di Copernico Milano Centrale
e la prima personale di Gino Sabatini Odoardi a Milano.

Copernico e Whitelight Art insieme per creare nuove sinergie e contaminazioni tra mondo dell'‪arte‬ e ‪business‬: una missione ad alto tasso di ‪viralità‬.

La mostra si evolve a partire da due importanti progetti che l'artista ha attuato negli ultimi anni: Tra le pieghe e Cortocircuiti.
Il confronto tra queste ricerche origina due percorsi distinti e al contempo organici tra loro, includendo opere fondate sui temi del sacro e del profano
e sull'analogia piega/sublimazione, che costituiscono il nucleo del lavoro pensato site specific per lo spazio del Copernico Milano Centrale,
all'interno del più ampio progetto ART BASEMENT.
© Martina Cavallarin


Cenni Biografici - Gino Sabatini Odoardi (1968)
Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in "Che cosa è il fascismo" alla Kunsthalle di Klagenfurt e poi suo assistente)
e Jannis Kounellis (allievo nel 1998 a L'Aquila). Nel 2010 la Logos ed. pubblica un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni.
Nel 2011 è alla 54° Esposizione Internazionale d'Arte "La Biennale di Venezia", Padiglione Italia (Arsenale).
Artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all'arte concettuale, ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive,
in Italia e all'estero. Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou)
"Le prix des Jeunes Createurs" all'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi.
"Termoformatura in polistirene" è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall'artista per realizzare gran parte dei suoi lavori,
l'appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale. Vive e lavora a Pescara.



Whitelight Art
www.whitelightart.it
info@whitelightart.it
Sedi operative:
via Copernico 38, Milano
via San Giorgio 12/a, Bologna
Tel. (+39) 334 1499233





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Mostra 'I dipinti dei peintres cartonniers' | David Sorgato, Milano | Inaugurazione 4 marzo, ore 18



David Sorgato 
I dipinti dei peintres cartonniers o l'arte anonima del miracolo d'aubusson

5 marzo - 30 aprile 2016
Inaugurazione: 4 marzo, ore 18


Via Sant'Orsola, 13 
 
Il 4 marzo 2016, alle ore 18, David Sorgato inaugura la mostra "I dipinti dei peintres cartonniers. o l'arte anonima del miracolo d'aubusson".

Opere dipinte e opere tessute che rivelano come il legame tra le due arti, ad Aubusson, vivesse in magnifica simbiosi.

David Sorgato ha selezionato, dalla sua ricca collezione di dipinti dei peintres cartonniers de la Tapisserie Royale, 30 tele dipinte tutte provenienti dalla vendita del 1995 della Collezione Hamot, storica maison francese attiva dal 1792 al 1999, che fu tra i fornitori preferiti di tessuti e arazzi di tutti i governi francesi, da Luigi XV al Generale De Gaulle.

In mostra, fino al 30 aprile, anche 10 Aubusson antichi e 6 moderni, alcuni arazzi eseguiti tra Sei e Settecento e una rarissima serie di arazzi del 1930.

Tra arredi scelti ad hoc, dipinti e tessili dialogano tra loro, ma è ammirando in particolare i primi che s'intende quanto era stretto il rapporto tra l'idea, tradotta in pittura, e l'opera compiuta all'interno dei laboratori de la Manufacture Royale d'Aubusson. 

Basta ammirare la cascata di peonie rosa disposte ad arte nella siloutte del fianco di un arredo imbottito, o ancora il mazzo di fiori che centra uno spazio rettangolare con una leggera modanatura, probabilmente la ventola di un parafuoco, o lo schienale di una seduta.

Questi dipinti, modelli fedeli in proporzione e colore ai manufatti finiti, siano essi arazzi murali, tappeti o tappezzerie, spesso erano accompagnati da scritte, appunti o annotazioni tecniche lasciate dal pittore per guidare il maestro tessitore; costui posizionava i cartons sotto al telaio al quale lavorava con la tecnica a basse lisse, cioè allargando i fili stessi sul retro del lavoro, senza mai vederne direttamente il risultato se non con l'ausilio di un piccolo specchio fatto scivolare tra i fili e i cartons: il miracolo d'Aubusson.

Il fascino dei cartons sta proprio nel fatto di essere stati vivi strumenti di lavoro: lungo il perimetro sono ancora presenti i piccoli fori dei chiodi serviti per fissarli a telaio. 


Nessuno di questi capolavori reca la firma del suo esecutore, che evidentemente si considerava parte integrante di una filiera artigianale. 
 
Solo in qualche caso è apposto a margine dei dipinti il nome Aubusson come autenticazione d'origine, perché comunque, in queste verdures, nei fiori, frutti, paesaggi boschivi, corsi d'acqua e piccoli animali, che sembrano usciti da una fiaba, si coglie una rara sensibilità e un raffinato gusto per il bello.

Chi si avvicina a Les Cartons de Tapisserie d'Aubusson ha dinanzi a sé opere di alto artigianato artistico, dei veri e propri dipinti realizzati con passione e maestria, che sono testimonianza di un'epoca e di un mestiere scomparso. 


Oggi, ammantati della dignità di opera d'arte a sé stante, sono oggetto di un nuovo e vivo interesse artistico e commerciale, soprattutto in Francia dove si prospetta la nascita di un museo dedicato.




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martedì 23 febbraio 2016

"I ritmi del colore, la danza delle forme": le opere di Ghilardi in mostra a Bergamo

I ritmi del colore, la danza delle forme

Dal 12 marzo al 3 aprile, presso la ex chiesa della Maddalena di Bergamo, una mostra dedicata a Paolo Ghilardi


Bergamo, 23 febbraio 2016 - La Fondazione Credito Bergamasco organizza – con il patrocinio del Comune di Bergamo e con la collaborazione di GAMeC – una mostra dedicata a Paolo Ghilardi: I ritmi del colore, la danza delle forme.

L'esposizione approfondisce il percorso esistenziale ed artistico di Paolo Ghilardi attraverso una selezione di dipinti e sculture realizzati dagli anni Sessanta agli anni Novanta, periodo corrispondente al quarantennio centrale della sua attività.


Artista curioso e aggiornato, sempre attento alle diverse manifestazioni della creatività umana, i suoi interessi sono sconfinati nella musica, nel design, nell'architettura, nell'urbanistica.

Dopo alcune esperienze vicine alle tendenze della Nuova Figurazione, alla fine degli anni Sessanta Ghilardi rompe completamente anche gli ultimi rapporti che lo legavano all'arte mimetica per iniziare una personale ricerca nel campo dell'astrattismo e dimostrando notevole apertura verso ciò che parallelamente si produceva a livello internazionale.

Dai quadrati concentrici, alle rette modulate, ai nastri multiformi, le geometrie colorate di Paolo Ghilardi si scandiscono sulle superfici come in una danza, a volte febbrile e sincopata, a volte sinuosa e leggiadra.


Abile sperimentatore di materiali diversi, Ghilardi ha approfondito con rigore gli studi sulla geometria percettiva e, attraverso significativi interventi di arte ambientale, ha rinnovato con freschezza e libertà il concetto classico di opera d'arte.


"L'esposizione – sostiene Angelo Piazzoli, curatore della mostra insieme a Paola Silvia Ubiali – rappresenta l'omaggio della Fondazione Creberg a un artista che ha saputo stare al passo con i tempi recependo in modo personale i venti di novità che soffiavano in Europa nella seconda metà del Novecento e rispondendo agli stimoli con una ricerca sempre intelligente e coerente (peraltro esposta nelle gallerie più aggiornate e sperimentali)."


"Essa costituisce altresì – prosegue il Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco – l'occasione per ricordare un vero Civis bergomensis, un Cittadino che ha lasciato un notevole contributo a Bergamo, sia come insegnante – prima al Liceo Artistico Statale e poi all'Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara – sia come consulente del Comune per il Piano del colore della città dall'inizio degli anni Ottanta fino al 2005, impegnandosi ripetutamente nel recupero di decori antichi. Tematiche delicate, che hanno investito tutto il discorso dell'arredo urbano e sulle quali Ghilardi è intervenuto con il garbo di un vero e proprio maestro del colore, mettendo in campo la propria personale capacità di far "danzare le forme sul ritmo del colore."



Sede e orari 

Bergamo, ex chiesa della Maddalena
Via Sant'Alessandro, 397d 

12 marzo – 3 aprile 2016

Orari:
da martedì a domenica,  dalle ore 15.30 alle ore 19.30 

Ingresso libero
Catalogo in distribuzione gratuita in mostra



Evento inaugurale: venerdì 11 marzo, ore 18.00

Organizzazione Fondazione Credito Bergamasco (Bergamo) con il patrocinio del Comune di Bergamo e con la collaborazione di GAMeC

Curatori: Angelo Piazzoli - Paola Silvia Ubiali





Per informazioni: www.fondazionecreberg.it

La Fondazione Creberg è on line su Facebook con la pagina "Fondazione Credito Bergamasco":
www.facebook.com/pages/Fondazione-Credito-Bergamasco/1544952805763131?fref=ts

lunedì 22 febbraio 2016

"A Pop History" mostra a cura di Graziano Menolascina.

A Pop History
a cura di Graziano Menolascina

Inaugurazione 27 febbraio 2016, ore 18:00 palazzo Pietro Tiravanti
sede dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone
a cura di Graziano Menolascina


L’Accademia di Belle Arti di Frosinone ospita per la prima volta una mostra dedicata all’arte contemporanea; una occasione unica per coniugare la fruizione di un'importante contenitore culturale qual è il MACA (Museo di Arte Contemporanea dell’Accademia) che apre le proprie porte al territorio e poter conoscere il mondo affascinante e sfacettato della Pop Art, lungo quasi cinquant’anni di storia tra tecniche e artisti, in uno scenario davvero internazionale.

“A Pop History” propone un viaggio attraverso tutta l’evoluzione della Pop Art Internazionale a partire dagli anni Cinquanta quando il movimento iniziò a sperimentare una nuova visione estetica del mondo. 

L’esposizione parte dall’assemblage del padre fondatore del movimento Robert Rauschenberg, ma propone anche i “Flowers” di Andy Warhol e i personaggi dei fumetti di Roy Lichtenstein, continuando con i graffiti di Keat Haring, gli studi realizzati da Dennis Oppenheim per macchine del futuro volanti e gli scatti fotografici di Sam Shaw.   

Negli stessi anni in Italia una nuova generazioni di artisti si confronta con la Pop Art americana: Alighiero Boetti, Mario Schifano e Bruno Zanichelli, il nipponico Yasumasa Morimura con la serie “Self-Portrait – After Marilyn Monroe”, passando per i geometrismi di Nicholas Howei e Peter Halley finendo all’artista riconosciuto come il pittore delle persone Alex Katz. 

Il percorso continua con le opere pittoriche di David Bowes, Daniele Galliano, Ryan Mendoza e David Salle, la tecnologia delle sculture parlanti di Tony Oursler e al lavoro in cera New Pop di Silvano Tessarollo, per terminare con uno sguardo sulle generazioni ultime con i lavori di Manuele Cerutti e Sabrina Dan, le installazioni Zen di Yo Akao, le sculture scomponibili di Gabriels e le opere ricavate da codici HTML di Hirotsugu Aisu.


gli artisti:
Hirotsugu Aisu, Yo Akao, Alighiero Boetti, David Bowes, Manuele Cerutti, Sabrina Dan, Gabriels, Daniele Galliano, Peter Halley, Keat Haring, Nicholas Howei, Alex Katz, Roy Lichtenstein, Ryan Mendoza, Yasumasa Morimura, Dennis Oppenheim, Tony Oursler, Robert Rauschenberg, David Salle, Sam Shaw, Mario Schifano, Silvano Tessarollo, Andy Warhol, Bruno Zanichelli.

Una mostra dedicata al tema della Pop Art negli spazi museali,
inaugurazione:
sabato 27 febbraio 2016, alle ore 18:00, Accademia di Belle Arti – MACA
palazzo Pietro Tiravanti (viale Mazzini – Frosinone).



                    Accademia di Belle Arti di Frosinone – Viale Marconi – 03100 Frosinone – Tel. 0775 211167 – Fax 0775 211168
e-mail: direttore@accademiabellearti.fr.it – Sito web: www.accademiabellearti.fr.it

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