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venerdì 2 ottobre 2015

FEELWOOD Cultura del legno tra arte e design _ Mostra personale di Davide Balossi _ vernissage 6 ottobre, ore 18.30 _ Turati Boiseries TEMPORARY HUB_via Turati 3_Milano

FEELWOOD: NEL TEMPORARY HUB DI TURATI BOISERIES LA MOSTRA DI DAVIDE BALOSSI

 

Mariano Comense, 2 ottobre 2015FEELWOOD è il titolo della mostra allestita presso il Temporary Hub di Turati Boiseries in Via Turati 3, nel cuore di Milano. Protagonista dell'esposizione, che andrà in scena dal 6 al 10 ottobre, saranno le opere scultoree di Davide Balossi, soggetti, coinvolgenti e sfuggenti al tempo stesso, che intendono scrutare l'animo umano attraverso forme eteree e longilinee ricavate dal legno.


La materia è il filo conduttore dell'evento che verrà inaugurato con un vernissage martedì 6 alle ore 18.30. Il legno è il denominatore comune, emblema di una fusione intelligente tra l'opera d'arte e il prodotto di mercato proposto da Turati Boiseries che farà da perfetta cornice all'esposizione. La passione per la manualità artigianale, l'amore per il design, l'arguta ricerca di materiali pregiati e la loro successiva sapiente lavorazione: è da qui che l'arte si plasma al design, è da qui che Balossi nelle sue sculture e Turati nel mondo dell'arredo trovano terreno fertile per dare vita, partendo dal legno, a creazioni uniche.

 

"I corpi scolpiti da Davide Balossi, solidi, quasi assertivi nel loro imporcisi così, frontali, a grandezza reale, nel loro guardarci negli occhi. Occhi che però a un tratto sfuggono, conducendo a un dedalo di segreti. Sceglie il legno per le sue figure, Balossi, perché è un materiale che ama e conosce, certo. E che padroneggia con una maestria sbalorditiva. Ma lo sceglie anche perché come pochi altri il legno è materia viva e palpitante, respirante, profumata. Difficile resistere alla tentazione di accarezzare queste forme, spesso ottenute con un lavoro di incollatura di trucioli che necessita di una pazienza e di una precisione quasi maniacali." così Alessandra Redaelli, si è espressa in merito allo stile e le opere di Balossi in occasione della mostra "Incorpore(o)" presso - Galleria Punto sull'Arte.

 

Con la stessa maestria, Turati Boiseries fa dell'eleganze del legno il proprio punto di partenza che si plasma al pregio delle finiture e i motivi stilistici di soluzioni d'arredo dall'identità chiara, destinata a non sbiadire. L'attento equilibrio tra moderno e classico trovano concretezza nelle collezioni che guardano all'innovazione ma anche alla continuità della propria tradizione. L'antico sapere della maison di Mariano Comense  sfida il tempo nell'instancabile ricerca di forme e soluzioni nuove dell'abitare, capaci sempre di sorprendere e conquistare grazie opere di artigianato di altissimo livello, realizzate unicamente su progetto, da maestri altamente specializzati.

 

FEELWOOD è stato realizzato grazie alla collaborazione di ARTforEconomy, progetto istituito da Stefano Colombo, con l'obiettivo di porre in correlazione il mondo dell'Arte con quello Economico, attraverso la rappresentazione di teorie e concetti economici attraverso l'opera d'arte, con la collaborazione e il lavoro di giovani artisti e partner dall'elevato standing che operano in Italia e fuori dai confini nazionali.

La mostra organizzata a Milano vuole dunque essere una celebrazione della materia che, tra arte e design, mira a esaltare la bellezza e l'emozionalità, tracce del tempo vissuto di ogni albero, ricomposte secondo nuove armonie facendo fede ad un linguaggio artistico totalmente nuovo.

 

L'ARTISTA

Davide Balossi nasce nel 1979 a Merate (LC). Fin da bambino ama il disegno e dimostra un'attitudine particolare per i lavori manuali e la creatività, in particolare per la lavorazione del legno. Dopo aver conseguito la maturità di Geometra e aver seguito un corso di Interior Design, nel 2005 si iscrive alla Scuola Professionale di Scultura in Legno e segue i corsi serali all'Istituto d'Arte a Ortisei (BZ). Nel 2008 consegue il titolo di Scultore in Legno. Partecipa a concorsi e mostre in Italia e all'estero. Si qualifica tra i finalisti del Premio Arte nel 2006, 2007, 2008 e tra i semifinalisti nel 2012 e 2013. Vive e lavora tra Brivio (LC) e Pontida (BG). 

 

 

IL PROFILO

Turati Boiseries nasce oltre 50 anni fa in un territorio saldamente legato alla tradizione mobiliera e si posiziona come simbolo della storica tradizione artigianale nell'universo dell'arredamento. Oggi l'azienda è un punto di riferimento nel settore per la sua capacità di coniugare valori artigianali ed eccellenza italiana, grande esperienza e ricerca, nuove idee e rivisitazione

di canoni classici. Un processo autentico che nasce da una strutturata filiera imprenditoriale che conserva ancora quell'anima così semplicemente artigianale di persone che fanno della passione per questo mestiere il loro valore aggiunto, senza negarsi alle sperimentazioni più ardite e alle richieste più sofisticate di una clientela che esige il meglio e l'esclusivo.

Anticipando le tendenze e l'evoluzione del gusto nell'arredo classico Turati Boiseries ha creato una linea di soluzioni d'arredo che nasce dall'esperienza di valenti artigiani. Ecco perché ancora oggi le Boiseries di Turati rappresentano un importante capitolo dell'arredamento classico: l'eccezionale componibilità dei suoi elementi fa da supporto all'originale impostazione classica delle composizioni, offrendo così un'ampia possibilità di scelta, oltre che di confronto con le singole esigenze estetiche e culturali. Collezioni di grande stile per l'arredo, che comprende varie tipologie abitative: giorno e notte, uffici, negozi e sale riunioni, biblioteche, controsoffitti a cassettoni, porte e complementi d'arredo.

Collezione Maramotti | new exhibitions Silent Sticks | Industriale immaginario


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Corin Sworn | Silent Sticks
Industriale immaginario


from 4 October 2015

Collezione Maramotti is pleased to announce two new upcoming exhibitions, Silent Sticks by Corin Sworn and Industriale immaginario, both opening at the Collection on 4 October.

Corin Sworn, winner of the fifth edition of Max Mara Art Prize for Women, in collaboration with Whitechapel Gallery, presents her large installation Silent Sticks at Collezione Maramotti, where it will enter its permanent collection, after being shown at Whitechapel Gallery, London.
Continuing her artistic research weaving history, memories and fragments of true or imagined tales, in this new work Corin Sworn has drawn inspiration from the characters and stories of Commedia dell’Arte, a form of improvisational theatre developed in the 16th century in Italy where it continues to play an important cultural role even today.
The work is the result of the artist's residency in Italy in 2014, when Sworn explored in depth the culture of Rome, Naples and Venice, studying traditional stage plays and meeting actors and experts of Commedia dell’Arte.
Sworn is interested in the idea of mistaken identities and the frequent recourse to this literary device in the stage productions of Commedia dell’Arte: the first players and characters with radically different appearances (a woman passing as a man, a master dressed as his servant or a nobleman with the look of a beggar) toyed with the perception of strictness linked to rank and social standing, and represented the anxieties derived from the instability characterising society at the time, by winking at liberty and social mobility. Inspired by these ideas, Silent Sticks reworks the story of a famous case of imposture in the 16th century and is set like a stage scene with props, costumes, sound and video elements. In particular the costumes designed by the artist who researched many historical and iconographic sources and found inspiration in the text Il teatro delle favole rappresentative by Flaminio Scala, were hand-made in collaboration with a team of designers and artisans from Max Mara.

Download the press kit of Silent Sticks

The group exhibition Industriale immaginario presents works 1958-2013 from Collezione Maramotti which have never been shown before, some belonging to the Collection's first historical group of acquisitions, while others have been recently bought or are commissioned works.
The works have been chosen in order to probe and illustrate some of the research in contemporary art that is explored through the use of typical industrial materials, the re-use of objects of industrial origin de-contextualized from their primary function, at the boundary between artisanal handiwork and industrial product in the creating process.
The formal outcome, the language codes and the artists' statements are very articulated: from research intimately linked to the definition of individual and collective memory, to political and social thinking on the processing and use of information, from life cycle of objects and perishability, to the search for the representation of reality and its perception between natural and artificial, to achieve together the polysemy of the work.
On show works by: Vincenzo Agnetti, Elisabetta Benassi, Wim Delvoye, Lara Favaretto, Paolo Grassino, Gregory Green, Peter Halley, Kent Henricksen, Matthew Day Jackson, Kaarina Kaikkonen, Krištof Kintera, Annette Lemieux, Nuvolo, Carl Ostendarp, Laure Prouvost, Tom Sachs, Vincent Szarek, Andrea Zittel.


Corin Sworn | Silent Sticks: 4 October 2015 – 28 February 2016
Industriale immaginario: from 4 October 2015

The exhibitions can be visited free of charge during the opening hours of the permanent collection.

Thursday and Friday 2.30pm – 6.30pm
Saturday and Sunday 10.30am – 6.30pm
Closed: 1 November, 25-26 December, 1 and 6 January



Collezione Maramotti
Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia - Italy
Ph. +39 0522 382484
info@collezionemaramotti.org
www.collezionemaramotti.org

Ennesima Una mostra di sette mostre sull'arte italiana. A cura di Vincenzo de Bellis alla Triennale di Milano, 26 novembre 2015 – 6 marzo 2016

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Vettor Pisani, L'eroe da camera. Tutte le parole dal silenzio di Duchamp al Rumore di Beuys,
Esperimento Roma 1972. Vettor Pisani e Monica  Strebel. Foto di Elisabetta Catalano
Collezione Mimma Pisani
courtesy Elisabetta Catalano Archive

Ennesima
Una mostra di sette mostre sull'arte italiana
A cura di Vincenzo de Bellis

Direzione artistica: Edoardo Bonaspetti, Curatore Triennale Arte
 
26 novembre 2015 – 6 marzo 2016

Dal 26 novembre 2015 al 6 marzo 2016 la Triennale di Milano presenta Ennesima. Una mostra di sette mostre sull'arte italiana, a cura di Vincenzo de Bellis. Non “una” mostra sull’arte italiana ma, letteralmente, “una mostra di mostre” che, attraverso sette percorsi, cerca di esplorare gli ultimi cinquant’anni di arte contemporanea in Italia raccogliendo più di centoventi opere di oltre settanta artisti dall’inizio degli anni Sessanta ai giorni nostri, in un allestimento che si estende sull’intero primo piano della Triennale di Milano.

Il titolo prende ispirazione da un'opera di Giulio Paolini, Ennesima (appunti per la descrizione di sette tele datate 1973), la cui prima versione è suddivisa in sette tele. Da qui il numero di progetti espositivi in cui si articola la mostra di de Bellis per la Triennale: sette mostre autonome, intese come appunti o suggerimenti, che cercano di esplorare differenti aspetti, collegamenti, coincidenze e discrepanze, nonché la grammatica espositiva della recente vicenda storico-artistica italiana. Sette ipotesi di lavoro grazie alle quali leggere, rileggere e raccontare l'arte italiana anche attraverso l'analisi di alcuni dei formati espositivi possibili: dalla mostra personale all'installazione site-specific, dalla collettiva tematica alla collettiva cronologica, dalla collettiva su uno specifico movimento alla collettiva su un medium fino alla mostra di documentazione. Non un unico progetto che cerchi a tutti i costi connessioni tematiche o stilistiche, cronologiche o generazionali, bensì una piattaforma che provi a ipotizzare la compresenza di questi formati e di altri possibili, per raccontare uno spaccato degli ultimi cinquant'anni di produzione artistica.

Il percorso di Ennesima inizia così con la collettiva tematica dal titolo Per la scrittura di un'immagine, focalizzata sull’analisi della centralità dell’iconografia nella produzione artistica italiana dagli anni Sessanta a oggi, per proseguire con la mostra collettiva su un movimento artistico intitolata L'immagine della scrittura: Gruppo 70, poesia visuale e ricerche verbo-visive e dedicata alla Poesia Visiva, e ancora con Alessandro Pessoli: Sandrinus, il tutto prima delle parti, la prima mostra personale dell’artista in un’istituzione pubblica italiana. Snodo centrale del percorso è la mostra collettiva su un medium: La performance dal tempo sospeso: il tableau vivant tra realtà e rappresentazione, che si concentra sulla performance, con l’obiettivo di presentare un'analisi del suo sviluppo attraverso un focus sul sottogenere del tableau vivant, a cui segue L’archivio corale: l’esperienza di Lazzaro Palazzi, dallo spazio autogestito ad Avanblob, mostra di documentazione che a venticinque anni di distanza rende omaggio alle attività del gruppo di ex studenti di Luciano Fabro proponendo un primo tentativo di storicizzazione. Conclude il percorso 2015: tempo presente, modo indefinito, mostra collettiva generazionale che ruota attorno a una selezione di artisti nati tra la metà degli Anni Settanta e Ottanta. L’intero allestimento è infine costellato di interventi site-specific in punti cruciali del percorso espositivo, raccolti sotto il titolo di Qui, ora e altrove: Site-Specific e dintorni, che si inseriscono in maniera trasversale rispetto alle altre sei mostre.

Sette tentativi, dunque, sette suggerimenti, sette possibili analisi e interpretazioni dell'arte italiana contemporanea: in questo modo Ennesima privilegia, rispetto a una visione univoca, delle prospettive multiple che, come tali, nella loro parzialità possono essere considerate un campionario di approcci diversi all'arte contemporanea. Gli spazi del primo piano della Triennale verranno dunque suddivisi secondo un preciso percorso, attraverso il quale visitatore sarà guidato alla scoperta delle sette mostre che potranno così essere percepite come autonome e autosufficienti, ma anche come parte di una visione più ampia che le comprende tutte.
Partendo da questa sua natura “plurale”, nata dallo studio e dall’analisi di grandi rassegne recenti e meno recenti alle quali, in vari modi – dalla citazione alla reazione – vuole rendere omaggio, il progetto si configura dunque come una meta-mostra: una mostra che riflette su se stessa, sulla pratica espositiva e sui meccanismi che ne regolano il funzionamento, e che svela nel suo stesso impianto sia la grammatica che ha portato a certe scelte sia, al contempo, la totale soggettività delle stesse, delineando così un affresco composito del sistema contemporaneo italiano nelle sue diverse specificità.

Artisti:
Vincenzo Accame, Vincenzo Agnetti, Alessandro Agudio, Mario Airò, Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Vanessa Beecroft, Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Lupo Borgonovo, Ugo Carrega, Elisabetta Catalano, Maurizio Cattelan, Giuseppe Chiari, Francesco Clemente, Roberto Cuoghi, Danilo Correale, Gino De Dominicis, Patrizio Di Massimo, Luciano Fabro, Lara Favaretto, Vincenzo Ferrari, Linda Fregni Nagler, Giuseppe Gabellone, Alberto Garutti, Francesco Gennari, Paolo Gioli, Massimo Grimaldi, Adelita Husni-Bey, Emilio Isgrò, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Gruppo di via Lazzaro Palazzi (Mario Airò, Enzo Buonaguro, Matteo Donati, Stefano Dugnani, Giuseppina Mele, Chiyoko Miura, Liliana Moro, Andrea Rabbiosi, Bernhard Rüdiger, Antonello Ruggieri, Adriano Trovato, Francesco Voltolina), Marcello Maloberti, Lucia Marcucci, Nicola Martini, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Eugenio Miccini, Luca Monterastelli, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Alek O., Martino Oberto, Luigi Ontani, Luciano Ori, Giulio Paolini, Pino Pascali, Diego Perrone, Alessandro Pessoli, Lamberto Pignotti, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi, Luigi Presicce, Carol Rama, Pietro Roccasalva, Andrea Romano, Gianni Emilio Simonetti, Rudolf Stingel, Santo Tolone, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli, Luca Vitone.

Nell'idea di far convergere all’interno della mostra tutti i filoni di ricerca operati sull'arte italiana degli ultimi cinquant'anni, Ennesima comprenderà anche un programma pubblico di video screening, performance, conferenze e talk legati ai temi della mostra che coinvolgerà tra le altre, anche le esperienze editoriali – case editrici e magazine – che rappresentano uno degli aspetti più interessanti del sistema dell'arte italiano dell’ultimo decennio.

Ennesima sarà accompagnata da una pubblicazione in sette libri e da una guida-catalogo a cura di Vincenzo de Bellis ed edita da Mousse Publishing, che rispecchierà la divisione in sette parti della mostra e sarà arricchita da contributi, saggi e testi critici inediti, commissionati per l’occasione, a curatori e critici italiani delle ultime generazioni, che negli ultimi anni si sono distinti sia a livello nazionale che internazionale: Cristina Baldacci, Lorenzo Benedetti, Barbara Casavecchia, Laura Cherubini, Vincenzo de Bellis, Eva Fabbris, Luigi Fassi, Francesco Garutti, Massimiliano Gioni, Andrea Lissoni, Luca Lo Pinto, Francesco Manacorda, Simone Menegoi, Paola Nicolin, Allegra Pesenti, Andrea Pinotti, Alessandro Rabottini, Letizia Ragaglia, Nicola Ricciardi, Alberto Salvadori, Marco Scotini, Andrea Viliani, Elena Volpato, Giorgio Zanchetti.



Ennesima
Una mostra di sette mostre sull'arte italiana
A cura di Vincenzo de Bellis
Direzione artistica: Edoardo Bonaspetti, Curatore Triennale Arte

26 novembre 2015 – 6 marzo 2016
Conferenza Stampa: 25 novembre, ore 11.30
Inaugurazione: 25 novembre, ore 19.00


Triennale di Milano

Viale Alemagna 6
20121 Milano
T. +39 02 724341
www.triennale.org

Il gusto in Arte & Art Nou - Collettiva di artisti italiani e spagnoli. Alla galleria Sabrina Falzone di Milano


Il gusto in Arte & Art Nou

Collettiva di artisti italiani e spagnoli

Dal 1 al 30 ottobre 2015
Sale Mirò, Guttuso e Europa
Inaugurazione: 1 ottobre ore 18

Artisti:
Cinta Agell
ALCE
Esther Arnuelos
Susana Baldis
Angela Barbi
Mª Jose Barrera
Carmen Berges
Montse Bosch Cavedo
Martina Cantero
Mercedes Casado
Luisa Cejas
Rosalia Colomer
Adriana Exeni
Esperanza Garcia
Heber Luis Gil
Clara Gracia
Montserrat Guanter
Higuera
Alicia Miner
Ahmet Ogras
Catherine Gaillard Pérez
Mercè Rio
Marta Rourich
Ana Solanas
Andres Vijande

Alla galleria Sabrina Falzone di Milano prosegue la ricca stagione creativa per l'Expo e questa volta gli artisti spagnoli di Art Nou, rinomato gruppo di pittori e scultori, si confronteranno con alcuni artisti italiani del progetto "Il gusto in Arte" per un inedito scambio culturale dai parametri internazionali. Nel ventaglio di proposte italiane, da segnalare l'artista ALCE, per la prima volta in esposizione nella galleria milanese che rappresenta una novità assoluta della prossima programmazione autunnale.

In esposizione anche le opere di autori selezionati, come Cinta Agell, Esther Arnuelos, Susana Baldis, Angela Barbi, Mª Jose Barrera, Carmen Berges, Montse Bosch Cavedo, Martina Cantero, Mercedes Casado, Luisa Cejas, Rosalia Colomer, Adriana Exeni, Esperanza Garcia, Heber Luis Gil, Clara Gracia, Montserrat Guanter, Higuera, Alicia Miner, Ahmet Ogras, Catherine Gaillard Pérez, Mercè Rio, Marta Rourich, Ana Solanas, Andres Vijande.

 
Galleria Sabrina Falzone – Sale Europa, Mirò e Guttuso
Via Giorgio Pallavicino 29
20145 Milano - Italy
Orari di apertura: mart-ven h.16-19; sabato h.10-12
Chiuso lunedì e festivi
Ingresso gratuito
www.galleriasabrinafalzone.com

giovedì 1 ottobre 2015

Kaleidoscope al Chiostro di Saronno (VA) dal 24 ottobre

Mostra                                 Kaleidoscope
Artisti in mostra              Arcangelo, Davide Bramante, Marco Di Giovanni, Francesco De Rocchi, Jorge Eielson, Andrea Facco, Debora Hirsch, Iaia Filiberti, Lucio Fontana, Ferdinando Greco, Lelli e Masotti, Uliano Lucas, Paola Mattioli, Ugo La Pietra, Franco Marrocco, Jorunn Monrad, Christian Quijada, Alessandro Savelli              
Risultati immagini per kaleidoscopeLuogo                                   Saronno, viale Santuario 11
Periodo                               da 24 ottobre 2015 fino al 16 gennaio 2016 (finissage)
Orario                                  da martedì a venerdì 10/12.30 – 16/18.30
                                               Sabato 10/12.30 – domenica su appuntamento
Info                                       www.ilchiostroarte.it -  telefono 02 9622717

Kaleidoscope, la mostra che apre la stagione del Chiostro arte contemporanea prende spunto dalla magia delle forme e dei colori che si formano spontaneamente e meravigliosamente nel caleidoscopio.
Strumento fluido e creativo il caleidoscopio genera senza fine immagini sorprendenti ottenute dal movimento di frammenti singoli che si intersecano, si sovrappongono, si specchiano nel cilindro cannocchiale, una metafora che calza perfettamente con la scelta degli artisti in mostra, in cui il filo conduttore è quello delle forme e delle cromie dominanti in ciascuno dei protagonisti.
Centrale in questa esposizione in corso fino a gennaio 2016 è l’opera di Andrea Facco RDP, un tondo multicolore e dinamico, un vortice di colori diversi che ruota su se stesso espandendo pura energia.
  
Andrea Facco rdp scotch su legno, diam cm 180, anno 2013

L’opera è realizzata con i resti di nastro adesivo che l’artista recupera dalle schermature usate nella lavorazione degli altri dipinti. L’approccio di Facco è da tempo ritenuto uno dei più interessanti nella odierna concezione della pittura, un concettuale recupero degli strumenti e delle abilità speciali del Pittore, per farne con ironia e spirito critico, un mezzo di indagine metalinguistico.

          
Lelli e Masotti, teatro alla Scala, 1992, pigmented fine art giclée cm 60x50

Da questo centrale lavoro “manifesto” la mostra si srotola in una carrellata di autori e opere dai quali emergono sontuosi i rossi del Teatro alla Scala nelle fotografie di Lelli e Masotti, da anni interpreti attenti e colti del mondo teatrale e musicale, e i gialli degli scoppi di Dalmine di Paola Mattioli, che ha ritratto con lucidità il processo di fusione della centrale siderurgica insieme ai suoi artefici. Un reportage privo di retorica, ma epico. 

La tematica espositiva ci conduce a ritrovare due Principi del monocromo, Lucio Fontana nato in Argentina e Jorge Eielson di origine peruviana; Pierre Restany dichiarava in un testo degli anni novanta in cui trattava dei due artisti a lui cari: “collocati fianco a fianco sullo stesso piano, un “quipus” e un “taglio” possono in effetti apparire come il positivo e il negativo dell’unico gesto d’intervento concepibile (moralmente) nello spazio monocromo infinito di Yves Klein”. Il nodo di Eielson e il taglio di Fontana sono elementi esclusivi di un linguaggio che sintetizza la forma assoluta nel colore.
    
 Jorge Eielson, Quipus azzurro, diam cm 81, acrilico su tela su legno

Dal grado zero di questi due punti fermi l’esposizione si apre in un ventaglio di variabili stilistiche e di ricerca: la gestualità pittorica e il sentimento di Arcangelo si imprimono forti sulla grande tela grigia “Viaggio di luna”, un concentrato di arcaica poesia che sfida una seconda opera di importanti dimensioni come “Il lago, la montagna e la luna”, in cui domina, profondo, terribile, il nero di Ferdinando Greco.

La sala risuona di clangori di una battaglia fra titani del fare pittorico, che si stempera e si rasserena nelle trasparenze liquide di due artisti dell’informale lirico come Franco Marrocco del quale sono in mostra tipici suoi blu marini e Alessandro Savelli che presenta una composizione di carte in cui il colore esprime le sue più felici modulazioni. Si inserisce in questo momento di distensione il Rosa, tenue, spirituale, del maestro del Chiarismo Francesco De Rocchi, che ha usato, nei primi del novecento, una materia pittorica che è una materia-luce biancorosata, raddensata in una fitta stenografia che non dimentica tematiche esistenziali.
    

Alessandro Savelli, un cielo raccontato, 2013tecnica mista su carta cm 168x192

Il fronte concettuale di questa mostra che si snoda per tappe cromatiche è rappresentato dal verde inteso come verde pubblico di Ugo La Pietra: i fotomontaggi, gli acquerelli e le ceramiche della serie “il verde risolve” presentata in primavera proprio nelle sale del chiostro, ci indicano  una strada critica  - e ironica -  per comprendere come il verde, nelle sue forme impreviste e spontanee, ci sveli la natura del luogo, di uno spazio, la sua tavolozza cromatica, insieme ai reali processi formali dell’uomo. Nelle interpretazioni dell’artista si configurano nuovi paesaggi plastici e nuovi traguardi visivi perché il tema della trasformazione nella città contemporanea (e del suo declino) è un tema importante. Lo stesso scelto da Uliano Lucas, che per questa occasione ha selezionato alcuni scatti tra i più celebri del suo archivio. In questa mostra dedicata al colore non poteva mancare, infatti, uno dei cavalieri del bianco e nero di reportage.
     
Ugo La Pietra, Verde in città, 2013 acquarello su carta

      
Marco Di Giovanni, Bon Voyage, 2004, valigia, lente, maquette, dispositivo illuminante

Una sequenza  di opere di giovani artisti completa questo percorso in cui visioni inaspettate emergono dalle opere: così è nelle valigie con spioncino di Marco Di Giovanni, o nelle superfici di Jorunn Monrad, che riprende ossessivamente un modulo (una lucertola stilizzata, tipica delle leggende norvegesi) che genera e si rigenera, muovendosi sinuosamente sulla superficie del quadro, così che l’azione dell’artista è da paragonare alla ricerca informatica circa i pixel  grafici o i files di un software pirata.
     
Jorunn Monrad, The hidden-the darkness,  2004, acrilico su tela, cm 70x70

Proprio i pixel si dilatano nei ritratti di criminali che Debora Hirsch ha ripreso dalle schede della polizia brasiliana; ne derivano immagini astratte, in cui i soggetti non esistono, sono "persi", sono ragazzi"perduti". La vibrazione della superficie digitale si ritrova anche nei paesaggi onirici del peruviano Christian Quijada, che punteggia le sue vedute di elementi mobili: tutte le opere si allontanano dalla staticità di una pittura tradizionale e diventano qualcosa di diverso, definendo un linguaggio fluido, liquido, così che Iaia Filiberti sceglie per questa mostra una sua Pepita, in versione Ofelia, che emerge dall’acqua tinta di rosso sangue, con boccaglio e maschera “ salvavita”, una figura mitica, sprezzante, ironica E MAI rassegnata alla minaccia degli squali che intorno le nuotano.
   
Iaia Filiberti, Pepita martire, 2014, tecnica mista su cartoncino

La mostra trova la sua ideale chiusura e soluzione in una delle composizioni fotografiche di Davide Bramante, primo e straordinario interprete della multipla esposizione, capace di unire in una sola immagine numerosi particolari, dove dettagli di centri abitati, vedute urbane e prospettive aeree sono sovrapposti e assemblati con naturalezza in differenti prospettive. Ogni fotografia ne racchiude un’altra, e un’altra ancora, in una visione simultanea e sincronica, dove il particolare si perde nell’universale e viceversa, per sovrapporsi e confondersi all’infinito.
http://www.ragusanews.com/immagini_articoli/25-07-2013/1396119600-il-grande-fotografo-davide-bramante-ospite-della-photogallery-di-ragusanews.jpg      
Davide Bramante, Madrid Parc del Retir
 

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