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venerdì 15 maggio 2015

Inaugura domani a Reggio Emilia la mostra “NOI – Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane” (Palazzo dei Musei, ore 18)


 

NOI Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane  L'operosità in divenire racconta secoli di storie e getta un ponte verso il futuro


Inaugura domani alle 18 al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia la mostra "NOI – Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane", che rimarrà aperta per dodici mesi, fino a maggio 2016. La mostra è inserita nel programma di WE A. RE \ Reggio Emilia per Expo 2015, che si propone di offrire un percorso di scoperta del territorio reggiano ai visitatori di Expo Milano 2015, condividendo i temi della grande esposizione milanese e focalizzandosi sul rispetto della terra, sull'alimentazione, sull'arte del lavorare e del produrre in un'ottica di consapevolezza di come il mangiar bene sia necessario per vivere meglio. Dalle tradizioni secolari che hanno fatto nascere "miti" come il parmigiano reggiano, l'aceto balsamico, la filiera del maiale e del lambrusco, all'accelerazione continua dell'innovazione, conservando la fedeltà al territorio e ai principi del vivere e del mangiare sano.

IL SIGNIFICATO DELLA MOSTRA
Curata da Luca Molinari e suddivisa in sei percorsi – Noi governiamo l'acqua, Noi lavoriamo la terra, Noi alleviamo gli animali, Noi produciamo futuro, Noi costruiamo comunità, Noi amiamo mangiar bene – la mostra coinvolge l'intera struttura del Palazzo dei Musei (le Gallerie centrali e laterali, fino al terzo piano) e ne rafforza la percezione non solo come luogo di raccolta del passato ma anche come un laboratorio continuo, in cui il passato interagisce con il presente e il futuro. Una sinergia rafforzata anche attraverso il rapporto con l'Officucina, un laboratorio su strada all'esterno del palazzo e curato da Food Innovation Program (il Master universitario sulla food innovation promosso da Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Institute for The Future di Palo Alto e Future Food Institute di Bologna), dove si produrranno ulteriori materiali da inserire nell'allestimento interno.

Lo spirito che guida la mostra è il simposio culturale: un incontro fra persone di epoche diverse, prodotti tipici e aziende - storiche e innovative – le bellezze e le sfide del territorio, le sue modificazioni. L'obiettivo? Offrire al visitatore uno speciale viaggio nel tempo che unisce e giustappone rimandi al passato delle tradizioni e sguardi precorritori sul futuro, raccontando una terra, delle comunità e dei processi produttivi che hanno nel dinamismo e nella ricerca dell'eccellenza la loro cifra identificativa. Gli ambienti e le sezioni della mostra, necessariamente suddivisi in aree tematiche per dar conto dei tanti mondi che vivono all'interno del territorio reggiano, sono popolati di oggetti antichi e avveniristici, di testimonianze private e ricordi collettivi, perché qui la Storia è stata sempre partecipata da tutti, ciascuno con il proprio talento, uniti nel produrre futuro innestandolo come coltivatori esperti nelle radici della propria identità.

ALLA SCOPERTA DEI PERCORSI
All'ingresso si viene accolti da una maestosa pittura a olio che rappresenta l'opera di bonifica del territorio di Reggio Emilia e introduce al fondamentale rapporto con l'acqua. L'elemento naturale che forse più di tutti simboleggia la vitalità, per questo dà il via al percorso espositivo: storie d'acqua, un bene troppo spesso dato per scontato, che presentano al visitatore la relazione dell'uomo con questa risorsa il modo in cui essa nei secoli ha scolpito il territorio. Tappe simboliche di queste storie sono alcuni oggetti-chiave che richiamano epoche ed esperienze. Come il pezzo di acquedotto romano, accostato ad un modernissimo contatore idrico, o le mappe sei-settecentesche accostate a fotografie attuali della zona, un "come eravamo" ancora riconoscibile nell'oggi. Da questa prima "immersione" si passa ad un ambiente diverso ma complementare a quello naturale: la vita più propria dell'uomo in questo territorio, fatta di imprenditori, lavoratori, intelligenze.

Al centro della stanza, pezzi di design industriale (come un motore che ha vinto il premio come migliore diesel) al confine tra funzionalità e arte, macchine e prodotti di eccellenza, sulla parete di fronte una narrazione fotografica della vita sociale e politica reggiana – dalle lotte operaie a Reggio Children, dalla vita delle cooperative alla nuova imprenditoria. Una storia che intreccia attaccamento alla terra, consapevolezza e investimento sul futuro. All'inizio e alla fine del corridoio alcuni oggetti molto diversi fra loro rimandano ad altre storie di comunità, di idee e talenti, e si guardano da un capo all'altro come in uno specchiodimensione molto utilizzata negli ambienti per restituire il senso di tanti volti che si riflettono nel medesimo specchio e compongono un'unica immagine, NOI. Un plurale sentito come assai individuale, ovvero che riguarda tutti e ciascuno, un tutt'uno, un collettivo.

Gli oggetti protagonisti di questo ambiente non seguono alcuna cronologia, sono esempi di progettualità e tecnologie da epoche diverse: stanno lì, di fronte al visitatore, per incuriosirlo e richiamare alla sua mente immagini di vita quotidiana o di esperienze condivise, fargli scoprire come l'industria agroalimentare interagisce con la meccanica o come la meccatronica può migliorare i processi produttivi. Sono simboli, opere d'arte: come la prima e accanto la  più progredita macchina per la mungitura automatica, o il frigo tricolore della Smeg, lucido di fabbrica, e una vecchia cucina Bertazzoni, esemplare di design degli anni Trenta, e ancora il primo prototipo di orto casalingo e, poco lontano, tutto l'occorrente per un erbolario.

All'altro capo del corridoio, spicca la base di uno splendido carro di legno ottocentesco, tipico delle famiglie reggiane fino all'Ottocento: coloratissimo, veniva utilizzato per il trasporto di merci e di persone, come pure per i funerali e i matrimoni, ed era talmente parte della quotidianità delle persone che sull'asse centrale era dotato di spuntoni in ferro battuto dalle forme di foglie o spuntoni, chiamati "maledizioni" e pensati per tener lontano il malocchio. Tutt'intorno, planimetrie a rilievo e fotografie della zona, a ribadire la passione per la cura del territorio e una sua gestione sostenibile – oggi temi alla ribalta del dibattito ambientalista ma qui, a Reggio Emilia, di casa da sempre.

Una casa senza pareti, che accoglie uomini e animali: questo il messaggio di armonia e radicamento che si percepisce attraversando le sale dedicate agli animali. Se per un verso infatti questo percorso vuole illustrare la ricchezza faunistica del territorio, per l'altro mostra come l'uomo ha saputo utilizzarlo, con rispetto e profitto. Il grande protagonista è, senza dubbio, il maiale, seguito da mucche, cavalli, cacciagione. E poi gli esseri fantastici che hanno abitato le rime dell'Ariosto, i mosaici delle antiche chiese e gli esperimenti impossibili di Spallanzani, che continuano a rivivere nei sogni concreti dei laboratori didattici di Reggio Children.

La grande sorpresa arriva di fronte ai bachi da seta: pochi sanno che in queste zone fino al Sette-Ottocento si producevano le migliori sete italiane, ed erano impiegate nel settore circa cinquemila persone, molte delle quali contadini, con un doppio lavoro che quindi, ancora una volta, testimonia del dinamismo di queste comunità.

E poiché la tavola è il luogo ideale per radunarsi e crescere insieme, in una sezione della mostra sono i consorzi a fare gli onori di casa: introdotti da squisite ricette tradizionali – specialità domestiche come i cappelletti e le paste fresche, i bolliti con le loro salse, la spongata e la zuppa inglese, depositari di un sapere orale tramandato di generazione in generazione – e attraversati da un altro lungo corridoio arredato con immagini di brulicante vita produttiva, vengono presentati al visitatore i consorzi del maiale, del Lambrusco, dell'Aceto balsamico e naturalmente del Parmigiano Reggiano, tutti accomunati da lunghissima storia, risultati di una lenta  sperimentazione, figli di questa terra e delle sue materie elementari. Ciascuno di essi ha una stanza dedicata, dove è raccontato con un ampio corredo di numeri, dati, infografiche, e si presenta al visitatore anche "di persona", come le forme di Parmigiano esposte nella stanza del consorzio.

Dal volto dei prodotti a quello di chi oggi vive a Reggio Emilia la distanza che corre è solo quella di due rampe di scale: al terzo piano ecco una galleria di ritratti di alcuni abitanti della città, a sottolineare l'importanza della componente umana nella gestione delle ricchezze del territorio nello sviluppo del tessuto produttivo, economico, culturale e sociale. Commissionati al fotografo tedesco Kai Uwe Schulte, ciascun ritratto si rispecchia, di fronte, in una breve narrazione scritta dalla giornalista Marta Dore, che dà voce a questi volti e alla passione che trasmettono.

È la contemporaneità che prende voce, ti guarda negli occhi e parla del domani, significativamente poggiando su due piani di tradizioni, storie, scommesse. Con questo mosaico della comunità reggiana contemporanea, si conclude in modo suggestivo la mostra "NOI", che non solo espone, narra, fa rivivere, proietta nel futuro: alla fine del suo percorso, proprio all'uscita, si intuisce l'invito a visitare questa terra, ad incontrare i suoi protagonisti, per vivere insieme a loro un'avventura che ormai sentiamo anche nostra.

Mostra personale Martine Goeyens - lunedì 18 maggio p.v. ore 19,00 Palazzo Ferrajoli

L'impressionista belga Martine Goeyens espone per la prima volta a Roma

Lunedì 18 Maggio, all'interno della manifestazione "La Settimana dell'Arte" ideata da Sara Iannone, presidente dell'ass. cult. "L'Alba del Terzo Millennio", si inaugurerà la mostra personale di Martine Goeyens, artista belga impressionista.

Martine Goyens, dopo le importanti esposizioni alla Commissione Europea a Bruxelles e la sua presenza a eventi internazionali e nazionali come l'American Cup nel 2010 a Valencia ,The World of Accordion e ORC Campionato Mondiale di Vela a Castelfidardo e Ancona, il Museo Archeologico di Trevignano, arriva per la prima volta a Roma con le sue opere più importanti, storiche e attuali, e una serie di sculture in bronzo.

Durante tale occasione verrà presentata anche la sua nuova monografia dell'artista impreziosita dai contributi di artisti come Rolando Gualerzi, Gabriella Di Luzio, Lorenzo Bonini e altri famosi editorialisti internazionali .

L'inaugurazione si terrà negli splendidi saloni di Palazzo Ferrajoli, storico palazzo a piazza Colonna, dalle ore 19,00 alla presenza di autorevoli e prestigiosi ospiti.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 25 Maggio.

giovedì 14 maggio 2015

Cantine Aperte... a Luci Spente


Eventi in azienda, maggio 2015
Cantine Aperte
…a Luci Spente

Rocca delle Macìe: Vino, Arte, cultura e sostenibilità ambientale. 

Una serie di appuntamenti e una Mostra sensoriale con la pittura "di luce"


Mostra: "Siam come le lucciole". 
Dal 21 Maggio al 31 Ottobre 2015

Cantine aperte
 sabato 30 e domenica 31 Maggio - lunedì 1 Giugno



Sui temi del risparmio energetico con l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile quali sole, mare, vento e calore della Terra, nasce il progetto della Mostra "Siam come le Lucciole" che si propone, nell'Anno Internazionale della Luce (IYL 2015) di indagare una forma di espressione artistica attraverso l'utilizzo della pittura luminescente. 

Sono opere realizzate con polveri che si attivano al buio, cosicché l'oscurità che normalmente annulla la percezione visiva, in questo caso la rende possibile. Il progetto della Mostra ha entusiasmato la Famiglia Zingarelli. 

Le opere di un nutrito gruppo di artisti internazionali saranno ospitate a Rocca delle Macìe e nel Relais Riserva di Fizzano, a Castellina in Chianti.

L'inaugurazione è prevista per il 21 maggio 2015 alle ore 19.00 alla presenza di Sergio e Daniela Zingarelli e famiglia, il pittore della luce Raimondo Galeano e la curatrice Simona Gavioli.

La Mostra sarà visitabile durante la manifestazione Cantine Aperte che si svolgerà, come ogni anno, presso l'azienda.

Per info e prenotazioni comunicazione@roccadellemacie.com

Cantine Aperte, uno stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano nato nel 1993 grazie al Movimento Turismo del Vino, è l'evento enoturistico più importante in Italia. 

Oltre alla possibilità di assaggiare i vini e di acquistarli direttamente in azienda, è possibile entrare nelle cantine per scoprire i segreti della vinificazione e dell'affinamento. 


Il Programma:
Domenica 31 Maggio: Tour in Cantina e degustazione gratuiti
Sabato 30 Maggio e Lunedì 1 Giugno: Tour in cantina e degustazione anche di vecchie annate di "Ser Gioveto" su prenotazione. 

Loc. Le Macìe, 45 Castellina In Chianti (SI)  -  SP 51, tra Castellina Scalo e Castellina in Chianti
Per info e prenotazioni 0577 7321 

GE2 - Remo BIANCO alla Galleria Blu di Milano


Remo Bianco: i "3D"
Uno sperimentalismo radicale
Milano, Galleria Blu, Via Senato 18
Tel. 02/76022404 e 02/76020028  - galleriablu@fastwebnet.it

19 maggio – 17 luglio 2015
da lunedì a venerdì 10-12.30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi)

inaugurazione: lunedì 18 maggio 2015, ore 21




La Galleria Blu di Milano presenta una mostra dedicata ai "3D" di Remo Bianco, ciclo di lavori realizzati dalla fine degli anni Quaranta. Origine e fondamento del percorso successivo dell'artista, i "3D" sono caratterizzati dall'utilizzo di materiali e tecniche sperimentali, e costituiti dalla sovrapposizione di più superfici trasparenti, in vetro e plastica, disegnate e dipinte a china, pennarelli, smalti, oppure opache, traforate secondo sagomature interne, in lamiera, legno laccato, plexiglas.


Declinazioni concettualmente e non solo spazialmente tridimensionali, i "3D", sono la prima tipologia di opere organicamente esposta come tale dall'artista, che ne ha sempre sottolineato il valore fondante e cruciale per l'intero suo percorso creativo, spesso identificato con i suoi più noti "tableaux dorés".


Una ricerca declinata in un dialogo attivo con le esperienze del MAC Movimento Arte Concreta (in particolare Atanasio Soldati e Bruno Munari), ma anche e soprattutto con lo Spazialismo di Lucio Fontana e il Movimento Arte Nucleare, per giungere a confrontarsi con le poetiche dell'azzeramento e dell'oggettualità di autori italiani come Piero Manzoni, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Dadamaino, Paolo Scheggi, o di tendenze internazionali come Nouveau Réalisme, Neo-Dada, Zero, Minimalismo e Pop Art.



La prima mostra personale di Bianco interamente dedicata ai "3D", presentata alla Galleria del Naviglio di Milano nel 1953, era proprio accompagnata da un testo di Fontana, che esplicitamente collocava questa ricerca tra le punte più avanzate di un'innovativa indagine anti-emotiva e anti-illusiva di superamento della superficie in direzione spaziale e oggettuale, in una chiave fondamentale per comprendere lo sperimentalismo radicale di Bianco: dalla stagione dei "3D", interprete di un metamorfismo linguistico, di un eclettismo propositivo, che è indice e motivo di una persistente quanto crescente attualità della sua opera.

Francesca Pola




La mostra "Remo Bianco. I 3D: uno sperimentalismo radicale" si inaugura lunedì 18 maggio e resterà aperta al pubblico fino al 17 luglio 2015 negli orari consueti della galleria: da lunedì a venerdì 10-12.30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi).


uessearte Via Natta 22 Como   tel. 031 269393  fax 031 267265 

Prolungata fino al 21 maggio la mostra Sacro e profano di Agnes Preszler




In via eccezionale sarà prolungata fino al 21 maggio la mostra personale di Agnes Preszler nell'atrio del Palazzo della Provincia. In un accostamento ardito, ma motivato dalla dualità dell'essere umano, sacro e profano condividono lo spazio in questa mostra all'insegna della ricerca della bellezza, spirituale o corporea sia, Ritratti di santi da S.Francesco d'Assisi a Santa Salome, da S.Tommaso d'Aquino a S.Pio da Pietralcina ed altri soggetti religiosi. Sezione speciale dedicata all'Uomo della Sacra Sindone. Copie di quadri dell'800 raffiguranti le modelle ciociare, questa volta senza veli, ed altri nudi. Speciale Festa della Mamma.


Info:

Palazzo della Provincia di Frosinone, piazza Gramsci - Frosinone, tel: 0775/2191
orario continuativo: 7.30-19.30, sabato e domenica chiuso

mercoledì 13 maggio 2015

Oliver OSBORNE | 10.06.2015 at 7 pm



 
Oliver OSBORNE
The Neck


Inaugurazione mercoledì 10 giugno 2015 dalle 19 alle 21
11 giugno - 23 luglio 2015
Fino al 20 giugno: martedì – sabato 11-19
Dal 22 giugno: lunedì – venerdì 11-19




Giò Marconi ha il piacere di annunciare The Neck – prima personale di Oliver Osborne in galleria.
Osborne presenterà una serie di nuovi dipinti che include la figurazione, l'astrazione e l'appropriazione di immagini estrapolate da fonti esterne.

The Neck - Il Collo connette la testa al corpo e può essere visto come la rappresentazione del gap tra la razionalità e l'emozione. Come ogni punto di connesione è anche un punto di debolezza e vulnerabilità, uno stretto passaggio attraverso il quale ingoiamo e respiriamo.

La mostra presenta una poliedricità di tecniche di rappresentazione e di immagini, tra cui una ficus elastica, un piccolo vaso arancione, un ventre gravido, un uomo delle caverne, un cane. Il text painting Getränke (2015), la cui traduzione è Bevande, sembra parlare del processo di produzione di un dipinto dallo studio (wet/bagnato) alla mostra (dry/asciutto).

Usato abitualmente nei paesi e nelle città tedesche per publicizzare i produttori di bevande, questo termine richiama sia l'idea di refrigerio che di intossicazione. Estrapolato dal suo consueto contesto linguistico, diventa astratto ma in pittura, dove l'astrazione  è decifrabile, risulta  figurativo  proprio per il fatto di essere un testo.

Il linguaggio, la comprensione, la traduzione diventano strumenti di indagine per esplorare le diverse possibilità della pittura, messe in scena secondo una rigorosa selezione tecnica: olio, acrilico, serigrafia.

I dipinti sono diretti nella rappresentazione e impassibili nel loro humor, con un atteggiamento più silenzioso che magniloquente



Giò Marconi
via Tadino, 20
20124 Milan
tel +39 02 2940 4373

 

 

Happening di Mario Vespasiani - Painting set free

MARIO VESPASIANI

PAINTING
SET
FREE

Dopo il prestigioso incarico ricevuto di recente dalla Città di Fermo nel realizzare il Palio dell'Assunta 2015, l'artista Mario Vespasiani (1978) è stato invitato a dar vita nella sua città di nascita - San Benedetto del Tronto e in uno dei suoi luoghi più rappresentativi quale è la storica Torre dei Gualtieri - ad un happening, con le inedite opere in seta, dall'alto valore simbolico.

Sabato 16 maggio alle ore 21,15 si terrà dunque l'evento dal titolo Painting set free in cui i nuovi arazzi saranno disposti al vento sui lati della torre a simboleggiare attraverso la sua cifra espressiva, che si svela in forme colorate e immagini estratte, la sua l'idea di libertà, nell'ottica del viaggio e della conquista di sé.

Il torrione edificato nel XV secolo, in laterizio e con pianta esagonale, da sempre punto di riferimento di marinai e navigatori del medio Adriatico torna per un giorno ad assumere il senso originale di orientamento e di porto sicuro in cui le bandiere di Vespasiani anche in contrasto col macabro significato di altri celebri vessilli neri, si presentano come emblemi di un'identità aperta alla vita, all'accoglienza e allo scambio.

Per l'occasione si terrà un doppio concerto bandistico con brani in perfetta linea con la ricerca artistica di Vespasiani: la banda della Città di San Benedetto aprirà la serata con l'Inno alla gioia, mentre quella bresciana di Londrino svolgerà un più ampio repertorio di celebri colonne sonore incentrato sul tema del viaggio.

Le opere in seta di Mario Vespasiani, potranno essere ammirate anche nella mostra Il corpo non mente presso il chiostro di San Francesco di Monsampolo nell'ambito della rassegna Marche Centro d'Arte, in corso fino al 14 giungo e con una visita guidata il pomeriggio del 29 maggio.

Lunedi 18 maggio Mario Vespasiani sarà presente alla mostra Imago Mundi, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino ed è in uscita il suo libro interamente dedicato agli scritti sull'arte.




Autore: Mario Vespasiani
Titolo: Painting set free
Luogo: Torre dei Gualtieri -Paese Alto di San Benedetto del Tronto AP
Giorno: sabato 16 maggio 2015
Inizio ore: 21,15
Durata: 45 minuti circa
Concerto: Banda Santa Cecilia di Londrino e Banda Città di San Benedetto
Patrocinio: Città di San Benedetto del Tronto, Associazione Amici del Paese Alto, Comitato di Quartiere Paese Alto
Partner: Marche Centro d'Arte



Mario Vespasiani nasce nel 1978 vive e lavora nelle Marche e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. E' uno dei talenti dell'arte italiana, con una ricerca che lo sta portando ad innovare il concetto di pittura nelle varie modalità espressive come nello studio delle luminosità del colore. Le sue opere adottano un linguaggio simbolico e si rivolgono ad un più vasto itinerario dell'anima, incentrandosi sul profondo mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito.

Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura.

Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali. Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra così ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove per la prima volta le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di Giacomelli, uno dei fotografi più incisivi del '900.

Con la mostra Gemine Muse espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore, nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica dai nuovi materiali alle tecnologie, vieni inviato nel 2012 dall'Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio, viene inviato al Premio Termoli.

Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero bandiere rappresentando un concetto di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità collettiva, uscendo dallo spazio espositivo per mostrarsi con performance ed happening. Nell'ultimo anno si è dedicato al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel mese di maggio del 2015 è uscita il suo primo libro interamente dedicato agli scritti. Dal 1998 sono trenta le mostre personali documentate con volumi prodotti in serie limitata, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.

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