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martedì 16 ottobre 2012

VASCO BENDINI/MATTEO MONTANI COSÌ LONTANI, COSÌ VICINI


30 novembre 2012 - 20 gennaio 2013
Palazzo de’ Mayo - S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee
Corso Marrucino, 121 | Chieti

Dal sito www.culturaliart.com sarà possibile scaricare la cartella stampa e le immagini in alta risoluzione.

Comunicato stampa

Un dialogo fra generazioni sotto il segno dell’arte contemporanea chiude l’operoso 2012 della Fondazione CariChieti, presieduta dal Presidente, Prof. Francesco Sanvitale. A partire dal 30 novembre e fino al 20 gennaio 2013 il S.E.T., lo Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo a Chieti, ospiterà la mostra intitolata “Vasco Bendini/Matteo Montani. Così lontani, così vicini”, con il dialogo fra due artisti anagraficamente lontani ma vicini per una comune visione originaria, cosmogonica, sorgiva. La mostra, ideata e curata da Gabriele Simongini, presenterà complessivamente più di trenta opere dei due artisti, separati da cinque decenni: proprio nel 2012 Vasco Bendini (classe 1922), riconosciuto dalla critica come uno dei padri dell’informale italiano, ha festeggiato novant’anni, mentre Matteo Montani (classe 1972), artista di spicco fra gli emergenti italiani, ne ha compiuti quaranta.
L’esposizione ospiterà un’opera storica di Bendini del 1951, due suoi strepitosi oli su alluminio del 1980 ed una serrata scelta di opere degli anni duemila. Montani presenterà tutte opere degli ultimi sei-sette anni (fra cui la spettacolare “Soglia”, dalla base di sei metri) oltre ad un’inedita “red room”. E sarà interessante mettere a confronto i dipinti realizzati negli stessi anni da due artisti così lontani anagraficamente ma spesso, pur nelle reciproche differenze, sintonizzati su lunghezze d’onda simili. Come scrive Gabriele Simongini, le opere di Bendini e Montani sono animate da “un soffio vitale che forse è anche pneuma, respiro, aria. E che ci appare come una sorta di principio originario inveratosi in immagini sorgive. Le loro opere, nel complesso, sono forse sismografi, elettrocardiogrammi dell’universo, della natura naturans che racchiude ed innerva anche la loro interiorità. Bendini e Montani, in qualche modo, sono forze della natura ma simili ad un tramonto, all’alba, ad una natura generatrice più che a quella matrigna e distruttiva”.
Sono vicini, Bendini e Montani, anche sotto il segno di un nome storico per l’arte italiana del ‘900, quello dei Sargentini e della galleria L’Attico: se Bendini è stato legato da un lungo sodalizio a Bruno Sargentini, Montani deve molto agli impulsi e agli stimoli ricevuti da Fabio Sargentini, a partire dalla sua personale tenutasi a L’Attico nel 2007. E andando a ritroso nel tempo, esattamente cinque decenni prima, il 25 novembre 1957, Vasco Bendini partecipava alla collettiva che inaugurava a Piazza di Spagna proprio L’Attico di Bruno e del giovanissimo Fabio Sargentini. Insomma, ancora cinquant’anni di vicinanza-lontananza (1957-2007).
Un malinteso senso della novità ad ogni costo domina tuttora molte delle ricerche sostenute dal sistema dell’arte internazionale, fino al punto di disprezzare e seppellire nell’oblio un patrimonio plurisecolare di esperienze che si è trasmesso di generazione in generazione. Proprio per questo è fondamentale sostenere e rafforzare un dialogo fra generazioni anche lontane che spesso si realizza nel modo più convincente attraverso l’arte, come questa mostra intende ribadire.
Il catalogo, edito da Allemandi e curato da Gabriele Simongini, può vantare la presenza di contributi degli stessi artisti, del curatore e del grande gallerista Fabio Sargentini, oltre alle riproduzione delle opere esposte, alle immagini dell’allestimento e alle biografie di Bendini e Montani.


Vasco Bendini
Nato nel 1922, il bolognese Vasco Bendini, dopo aver studiato con Giorgio Morandi e Virgilio Guidi, si impone sulla scena artistica degli anni cinquanta come uno dei maggiori e più originali interpreti del clima Informale. Di grande importanza è stato l’incontro, ancora negli anni cinquanta, con il critico Francesco Arcangeli, col quale intrattiene un lungo sodalizio che attraversa la carriera di entrambi. Innumerevoli le sue mostre personali e le partecipazioni alle maggiori esposizioni nazionali ed internazionali.

Matteo Montani
Classe 1972, diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma, inizia la sua carriera artistica alla fine degli anni Novanta. L’incontro con Fabio Sargentini nel 2005, sancito dalla personale tenuta a L’Attico nel 2007, è un momento fondamentale per il percorso artistico di Montani. Di grande rilievo, nel 2011, la personale “Seelenlandschaft: due regimi dello sguardo” al Museum Am Dom di Wuerzbug, in Germania.

Agenzia di Comunicazione:

Culturalia di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11 
tel : +39-051-6569105
mob: +39-392-2527126

lunedì 15 ottobre 2012

Mostra: Ivan Jakhnagiev / Ernesto Piccolo | Il pretesto della forma


Edarcom Europa
Galleria d'Arte Contemporanea


  Siamo lieti di invitarLa all'inaugurazione della mostra

IVAN JAKHNAGIEV / ERNESTO PICCOLO

Il pretesto della forma


inaugurazione venerdì 19 ottobre ore 18,00-21,00

fino a sabato 3 novembre
ingresso libero


Edarcom Europa Galleria d'Arte Contemporanea
Via Macedonia, 12/16 – Roma
tel. 06 7802620 -
www.edarcom.it


orario: da lunedì a sabato ore 10,30/13,00 e 15,30/19,30


Segui i tuoi artisti preferiti anche su

Youtube  Facebook  Twitter

 

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Edarcom Europa
Galleria d'Arte Contemporanea

Via Macedonia, 12/16
00179 Roma
tel. 06.7802620
www.edarcom.it


giovedì 11 ottobre 2012

UN INTENSO DIALOGO TRA AMERICA E SALENTO: PER LA PRIMA VOLTA IN MOSTRA A LECCE L'ARTE ASTRATTA DI MARY OBERING


E-lite studiogallery

 

in collaborazione con

il Comune di Lecce - settore Cultura e Maison de Créatife 

 

è orgogliosa di presentare

 

 

Architetture di luce

mostra personale di Mary Obering

 

a cura di Marina Pizzarelli


31 ottobre – 3 dicembre 2012 | E-lite studiogallery | Corte San Blasio 1c, Lecce

Opening: mercoledì 31 ottobre ore 18:30 | ingresso gratuito

 

Mary Obering sarà presente

 

 

 

 

E-lite studiogallery si apre alla scena dell'arte contemporanea americana con "Architetture di Luce", personale dell'artista newyorkese Mary Obering, a cura di Marina Pizzarelli, che inaugurerà il 31 ottobre alle ore 18:30 presso la sede della galleria leccese, dove sarà visitabile fino al 3 dicembre 2012. La mostra sarà presentata con una conferenza stampa lunedì 29 ottobre 2012 alle ore 11:00 presso gli spazi del MUST, Museo Storico della Città di Lecce, seguirà la preview stampa presso gli spazi di E-lite studiogallery.

 

La galleria leccese, con il preciso intento di creare uno scambio continuativo tra la realtà locale e quella americana in una logica di interazione e coinvolgimento artistico, culturale e territoriale, porta, per la prima volta a Lecce uno dei più alti esempi fra gli artisti musealizzati legati alla pittura astratta. Mary Obering è, infatti, presente con le sue opere nelle collezioni permanenti di alcune tra le più importanti realtà espositive del mondo, da musei come il Museum of Fine Arts di Boston o il Whitney Museum of American Art di New York a gallerie private come la Galerie Frank Elbaz di Parigi o la John Weber Gallery di New York.

 

La mostra è realizzata da E-lite studiogallery in collaborazione con il Comune di Lecce – settore Cultura e Maison de Créatife. Sponsor Vestas Hotels & Resort.

 


La mostra

 

"Architetture di luce" racconta una pittura che è struttura ed emozione, e che in perfetta armonia con lo spazio espositivo della galleria, uno spazio architettonicamente connotato dalla luce e dalla pietra leccese, presenta un coinvolgente percorso nell'arte della Obering, in quella sua particolare sintesi tra il rigore astratto della tradizione minimalista americana e il senso della forma, la sensualità cromatica, l'amore per la preziosità delle tecniche e dei materiali, ispirati al Medioevo e al Rinascimento italiano.

 

Il percorso espositivo, composto di oltre venti opere (di cui quelle degli ultimi anni esposte per la prima volta), "come in un polittico trecentesco, crea un sistema polifonico, una percezione simultanea dei diversi elementi e della loro connessione in un'unità, che li comprende e li supera", racconta la curatrice Marina Pizzarelli, e in un accattivante gioco di luce e di rapporti tra le contrastanti superfici opache e lucide, la griglia geometrica nella quale s'inseriscono le campiture e l'architettura in pietra leccese degli spazi di E-lite studiogallery, genera un forte impatto emozionale.

 

Lo stretto legame tra la Obering e il Salento (da lei eletto luogo ideale per ispirarsi e in cui ama trascorrere la primavera e l'autunno in una quotidianità divisa tra la casa di Novaglie e lo studio di Specchia) è evidente nel ciclo di opere selezionate per la mostra, che mettono in risalto il risultato di un dialogo privilegiato fra l'artista e l'architettura salentina, con un particolare apprezzamento alla severità dell'architettura normanno-sveva, le masserie, le costruzioni povere salentine. Un dialogo che l'ha portata a mettere alla base della sua ricerca il modulo parallelepipedo del mattone di pietra leccese, elemento primario dell'architettura salentina e a giocare sul rapporto di questo stesso elemento con il colore e con l'oro.

 

L'artista americana dimostra, una volta di più, di essere in grado di portare avanti una carriera artistica di alto livello, iniziata oramai da oltre quarant'anni. Un fascino visuale, una potenza espressiva e uno slancio vitale che, nella fusione tra il piacere della forma classica e mediterranea con l'alfabeto minimal della recente tradizione americana, "sembrano voler condurre per mano il visitatore a guardare le cose con gli occhi incantati dell'artista", come afferma la curatrice nel saggio sulla Obering pubblicato nel volume "Verso Sud".

 

 

L'artista


Vitale figura del panorama newyorkese, Mary Obering vive e lavora dividendo il proprio tempo tra la casa sul mare a Novaglie e il suo studio a Specchia e il suo atelier di Soho. Il suo lavoro combina le tecniche tradizionali del Rinascimento con il formalismo rigoroso, derivato dal minimalismo americano. Le opere sono un vero ibrido fra pittura e scultura e suggeriscono insieme un mistero alchemico e un'eleganza imperiale, attraverso una tecnica che privilegia l'utilizzo della tempera, dell'uovo e della foglia d'oro su pannelli di gesso. Espone in tutto il mondo dal 1971 e si trova in molte importanti collezioni pubbliche e private.



La sede


E-Lite studiogallery si propone come crocevia per la creatività e per la ricerca del "sé" attraverso il linguaggio dell'arte. Lo spazio, un vero e proprio "contenitore culturale", situato nel cuore di Lecce in un'antica struttura che fa da scenario perfetto a un progetto innovativo, si propone di promuovere la scoperta di "talenti", di ospitare mostre di artisti già affermati e di dare spazio all'Arte, in tutte le sue innumerevoli forme, colori e sfumature.

 

 

SCHEDA TECNICA

 

Titolo: Architetture di luce

Mostra personale: Mary Obering

Curatore: Marina Pizzarelli

Periodo mostra: dal 31/10 al 03/12 2012

Vernissage: mercoledì 31 ottobre ore 18:30 | ingresso libero

Conferenza stampa e preview: lunedì, 29 ottobre ore 11:00

Orario e giorni apertura: lun-sab | 09:00 – 20:00 | ingresso gratuito

Sede: E-lite studiogallery | Corte San Blasio 1c | Lecce

In collaborazione con: Comune di Lecce - Settore Cultura, Maison de Créatife

Sponsor: Vestas Hotels & Resort

Mary Obering: www.maryobering.com


 

E-lite studiogallery

Web: www.elitestudiogallery.com Mail: info@elitestudiogallery.com Mobile: 338_1674879

 

Ufficio stampa: FLPress

Flavia Lanza Mail: flpressartnews@gmail.com Flavia.Lanza.Press@gmail.com Mobile: 3409245760






FLPress

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email: flpressartnews@gmail.com artnews@flpress.eu
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Padiglione Tibet - Museo Diotti

Finissage: 14 ottobre 2012 ore 16.00

 

Padiglione Tibet

il padiglione per un paese che non c'è

 

Prosegue fino a domenica 14 ottobre 2012 presso il Museo Diotti di Casalmaggiore (CR) "Padiglione Tibet", progetto ideato e curato da Ruggero Maggi con la partecipazione di noti artisti contemporanei italiani. L'installazione collettiva ottenuta con queste opere – ospitata anche dal Padiglione Italia della Biennale di Venezia nella magnifica Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni di Torino - ha concretizzato finalmente un pensiero, una speranza dando, attraverso l'arte, ufficialità al Tibet e quindi al suo Padiglione Nazionale. L'idea di creare un ponte sensibile che induca i visitatori di questa mostra, dai profondi risvolti non solo artistici, ad una maggiore conoscenza di questo popolo che rischia di perdere il proprio patrimonio culturale e soprattutto spirituale, fondato su concetti di pace e non violenza, è all'origine di questo nuovo appuntamento  Casalmaggiore presso il Museo Diotti, sotto l'egida del Comitato Padiglione Tibet.

 

Artisti partecipanti:

Dario Ballantini, Piergiorgio Baroldi, Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Carla Bertola – Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi – Franco Ballabeni, Nirvana Bussadori, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Stefano Cerioli, Marzia Corteggiani, Teo De Palma, Albina Dealessi, Anna Maria Di Ciommo, Marcello Diotallevi, Dario Fo, Annamaria Gelmi, Luciano G. Gerini, Gino Gini - Fernanda Fedi, Antonella P. Giurleo, Isa Gorini, Oronzo Liuzzi, Gian Paolo Lucato, Ruggero Maggi, Gianni Marussi – Alessandra Finzi, Paolo Nutarelli, Marisa Pezzoli, Benedetto Predazzi, Nadia Presotto, Tiziana Priori, Angela Rapio, Sergio Sansevrino, Elena Sevi, Roberto Testori, topylabrys, Micaela Tornaghi.

 

Padiglione Tibet

22 settembre – 14 ottobre 2012

Finissage: domenica 14 ottobre 2012 ore 16.00

 

Orari: da martedì a venerdì 8.00/13.00

Sabato domenica e festivi 15.30/18.30

 

Per informazioni:

Museo Diotti – Via Formis 17 _ Casalmaggiore (CR)

0375 - 200 416

www.museodiotti.it

info@museodiotti.it

 

Padiglione Tibet:

320.9621497

ruggero.maggi@libero.it

www.padiglionetibet.com

Museo del Novecento | 5x10 con MARCO BELPOLITI | 18 ottobre, ore 19.00 - Sala Fontana





5x10 – Cinque parole per raccontare un decennio, il 1970

 

Continua, un giovedì al mese in Sala Fontana, il ciclo 5x10 – Le parole del Novecento, organizzato in collaborazione con la rivista online Doppiozero.com e ideato e prodotto da Storyville.

 

Cinque parole per raccontare dieci anni è un gioco che facciamo con studiosi ed esperti che raccontano le parole che, secondo ognuno di loro, hanno caratterizzato i decenni del Novecento. Ogni studioso racconta un decennio del secolo, una volta al mese, per dieci volte.

I video di tutti gli incontri sono disponibili sul sito www.doppiozero.com, al pubblico il divertimento di interpretare le parole scelte, di trovarne di nuove, di confutarle: spazio libero ai commenti.

 

Giovedì 18 ottobre, ore 19.00 - Sala Fontana, Museo del Novecento

 

Marco Belpoliti parlerà di:

 

Sacrificio - Rivolta - Carnevale - Intellettuale - Iper-romanzo

 

Marco Belpoliti è scrittore e saggista e insegna all'Università di Bergamo. Tra i suoi ultimi libri: Il corpo del Capo (Guanda 2009), Senza vergogna (Guanda 2009), Pasolini in salsa piccante (Guanda 2010), La canottiera di Bossi (Guanda 2012); dirige con Elio Grazioli la rivista Riga, con Stefano Chiodi il progetto editoriale non-profit doppiozero.com










mercoledì 10 ottobre 2012

Enpleiair di Pino Boresta

Un ArtBlitz Enpleinair di Pino Boresta



Parole, parole, parole.


Appuntamento:
CHIAMATA PER L’ARTE
Roma sabato 29 settembre 2012 dalle 12.00 alle 18.00
MAXXI Museo delle arti del XXI secolo.


Appello:
Importante giornata di mobilitazione nazionale organizzata per discutere della gravità della situazione che tutti insieme ci troviamo a dover affrontare.


Hanno parlato en plein air :
Marco Altavilla, Giuseppe Appella, Stefano Arienti, Patrizia Asproni, Lorenzo Benedetti, Frida Carazzato, Fabio Cavallucci, Laura Cherubini, Marina Covi, Giacinto Di Pietrantonio, Raffaele Gavarro, Lorenzo Giusti, Guido Guerzoni, Alberto Guidato, Salvatore Lacagnina, Luigi Martini, Anna Mattirolo, Beatrice Merz, Massimo Minini, Alessandro Montel, Nomas Foundation, Chiara Parisi, Cristiana Perrella, Mario Pieroni, Bartolomeo Pietromarchi, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Adriana Polveroni, Ludovico Pratesi, Antonella Renzitti, Angela Rorro, Pierluigi Sacco, Giuseppe Stampone, Massimo Sterpi, Teatro Valle Occupato, Angela Tecce, Massimiliano Tonelli, Daniela Ubaldi, Valentina Vetturi.


Ha dipinto en plein air:
Pino Boresta.


Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai.


Qui sotto le foto dell’azione:






martedì 9 ottobre 2012


DEBORAH DANCY: Dear Giotto
Acrylic & Gouache on Paper


16 ottobre – 24 novembre, 2012
Inaugurazione: Martedì 16 Ottobre ore 18

www.deborahdancy.com




La SACI Gallery in Via Sant’Antonino, 11, Firenze, è lieta di presentare una mostra di arte di Deborah Dancy.

Dear Giotto è una collezione di opere su carta che ho creato durante la mia residenza a Firenze tra Settembre ed Ottobre 2012. Il titolo è un omaggio ad un’artista capace di trascendere il tempo e la storia, mentre la mostra rappresenta una meditazione sull’astrazione di colori, memoria ed immobilità.

Scrive William Gass nel volume On Being Blue, A Philosophical Inquiry “Ḕ la pallida e profonda infinità del cielo, durante certi mezzogiorni talmente intensa che la brillantezza si sfalda come un affresco. Poi al tramonto, è il modo in cui il colore si diffonde tra noi, non come rugiada ma come polvere nell’atto di posarsi…”

Secondo Deborah Dancy, “La mia mostra racconta di colori tutt’ora vibranti in affreschi antichi, di impalcature immaginarie che raggiungono altezze impressionanti per sostenere sia l’artista che il suo assistente; di scorci di colore tra edifici illuminati dal sole mentre attraversavo la città e del luccicante verde di cipressi distanti sulle colline circostanti. Il peso della storia e l’architettura delle forme hanno illuminato la mia consapevolezza. Queste opere sono i miei messaggi al Caro Giotto.”
Deborah Dancy è un’astrattista che ha ottenuto la propria Laurea in Belle Arti presso la Illinois Weslyan University nel 1973, il proprio MS in incisione presso la Illinois State University nel 1976, ed il proprio Master in pittura presso la Illinois State University nel 1979. Deborah Dancy fa parte della facoltà del Dipartimento di Arte e Storia dell’Arte dell’Università del Connecticut sin dal 1981. La sua carriera professionale è contrassegnata da numerosi premi e riconoscimenti, tra cui: una Fellowship presso la John Simon Guggenheim Foundation, una Borsa di Studio presso la Connecticut Commission of the Arts, una Borsa di Studio per Artisti Individuali presso la New England Foundation for the Arts/NEA, il premio Nexus Press Artist Book Project, la Borsa di Studio Visual Studies Artist Book Project Residency, la William Randolph Hearst Fellowship presso The American Antiquarian Society, l’appartenenza al YADDO, la Borsa di Ricerca del Rettore dell’Università del Connecticut, la Residenza presso la Women’s Studio Workshop, oltre ad una nomination per l’assegnazione del Connecticut Book Award per illustratori.

Le sue opere sono state esibite in numerose gallerie e in molti musei, quali: Wright State University, Purdue University, The Rye Arts Center, Liz Harris Gallery, LewAllen Contemporary, The Fuller Museum, The Housatonic Museum, The Mattatuck Museum, The College of Saint Rose, The University of Rhode Island, Hobart and William Smith Colleges, The Spencer Museum, Mobius, The Mead Art Museum e The DeCordova Museum. Suoi lavori fanno parte di numerose collezioni permanenti, tra cui: The Boston Museum of Fine Arts, The Birmingham Museum of Art, The Baltimore Museum of Art, The Montgomery Museum of Art, The Spencer Museum of Art, The Hunter Museum of Art, Vanderbilt University, Grinnell College, Oberlin College Museum of Art, Davidson Art Center, The Detroit Museum of Art, Wesleyan University, Hallmark, General Electric Company, Chemical Bank, Capri Capital, The Bellagio Hotel, e l’Ambasciata degli Stati Uniti in Camerun. La sua produzione artistica è gestita da: Sears-Peyton Gallery, New York; G.R.N’Namdi Gallery, Chicago; e da Charles Young Fine Prints and Drawings, Portland. Al momento l’artista vive e lavora a Storrs, CT.
La SACI Gallery è aperta dal Lunedì al Venerdì ore 9-17, sabato e domenica ore 13-19. Ingresso gratuito.
SACI Gallery
Via Sant’Antonino, 11
50123 Firenze
www.saci-florence.edu

lunedì 8 ottobre 2012

Mostra Monica Taveri Sulla pelle del colore


COMUNICATO STAMPA

Sulla pelle del colore | mostra di pittura | 14-21 ottobre 2012 | di Monica Taveri

 

Si inaugura domenica 14 ottobre, presso la Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce, la personale di pittura SULLA PELLE DEL COLORE di Monica Taveri. Questa volta, non più nelle vesti di gallerista ma di artista, la leccese Monica Taveri, presenterà le sue opere, frutto di sperimentazione e ricerca degli ultimi anni. Passione per l'arte coltivata nel tempo fin da giovanissima e per la prima volta esposta al pubblico in una personale. Quindici tele di medio e grande formato dove la pittura sembra incisa sulla pietra antica, i graffiti tagliano la sabbia e dal fondo informale il colore  diviene pelle facendo affiorare figure che emergono in un contrasto affascinante di luci e ombre. Superfici ruvide, create da alchemiche misture di gesso, polveri di marmo, ossidi e sabbie colorate, sulle quali le macchie di colore del tutto casuali diventano pretesto per immagini di volti persi nella memoria e che sembrano attraversarle. Scrive di lei l'amico artista Maurizio Muscettola: "Non urlano i suoi colori, bisbigliano parole terrose, quasi spente; ma in quel quasi c'è la differenza di tutto un universo interiore. Non sono muti quei volti e se la nostra percezione non va oltre il silenzio, forse è perché non siamo ancora in grado di ascoltare un sussurro o forse, semplicemente, perché non conosciamo Monica."

La mostra sarà visitabile fino al 21 ottobre.

 

SCARAMUZZA ARTE CONTEMPORANEA | via Libertini 70 – Lecce | orari galleria: tutti i giorni 18.00 – 20.30 | info:monicataveri@gmail.com | mob. 320 9654542

 

 

 

Museo del Novecento | 5x10 con MARCO BELPOLITI | Giovedì 18 ottobre, ore 19.00 - Sala Fontana






5x10 – Cinque parole per raccontare un decennio, il 1970

 

Continua, un giovedì al mese in Sala Fontana, il ciclo 5x10 – Le parole del Novecento, organizzato in collaborazione con la rivista online Doppiozero.com e ideato e prodotto da Storyville.

 

Cinque parole per raccontare dieci anni è un gioco che facciamo con studiosi ed esperti che raccontano le parole che, secondo ognuno di loro, hanno caratterizzato i decenni del Novecento. Ogni studioso racconta un decennio del secolo, una volta al mese, per dieci volte.

I video di tutti gli incontri sono disponibili sul sito www.doppiozero.com, al pubblico il divertimento di interpretare le parole scelte, di trovarne di nuove, di confutarle: spazio libero ai commenti.

 

Giovedì 18 ottobre, ore 19.00 - Sala Fontana, Museo del Novecento

 

Marco Belpoliti parlerà di:

 

UTOPIA | POTERE | LUCCIOLE | SACRIFICIO | TRAGEDIA

 

Marco Belpoliti è scrittore e saggista e insegna all'Università di Bergamo. Tra i suoi ultimi libri: Il corpo del Capo (Guanda 2009), Senza vergogna (Guanda 2009), Pasolini in salsa piccante (Guanda 2010), La canottiera di Bossi (Guanda 2012); dirige con Elio Grazioli la rivista Riga, con Stefano Chiodi il progetto editoriale non-profit doppiozero.com




domenica 7 ottobre 2012

evento performativo e mostra di fotografia

La Galleria Frammenti D’Arte presenta, nell’ambito della mostra “Works” del fotografo Massimo Capellani,  la proiezione di due performance di arte contemporanea

"Fogli 2.0" e "In-tensioni reciproche".

Sabato 13 ottobre dalle ore 18 alle 20:30 in Via Paola 23,Roma

 

 

massimo cappellani

WORKS _ 2010-2012

di silvia sfrecola romani

 

“Arte nata da un raggio e da un veleno”

Arrigo Boito

 

Sebbene frutto dell’immenso sforzo tecnologico ottocentesco, la vera natura della fotografia è sempre rimasta ambigua ed ineffabile, prodigiosamente sospesa tra arte e magia, scienza ed alchimia. Il fotografo, checché se ne dica, non ha mai perso l’aurea di “magicien”, di stregone, di veggente capace di individuare l’attimo prima che accada.

“Una fotografia” – per dirla con Diane Arbus– “è un segreto intorno a un segreto”: questo è il terreno, l’area di caccia su cui si muove felinamente Massimo Cappellani. Come il custode indifferente di un Luna Park di periferia, Massimo ti invita a entrare in una delle sue personalissime stanze degli specchi.

Ma, una volta dentro, dovrai cavartela da solo, accettando di collocarti là dove lui decide e diventare una di quelle due persone indispensabili per una fotografia. Confrontarsi con l’ambiguità della visione, l’apparenza delle cose e l’ambivalenza delle proprie certezze: è lì che Massimo ti conduce, verso luoghi misteriosamente evidenti, dove la realtà si rifrange sulle pagine dei quotidiani (Fogli, 2011) e si infrange su centinaia di sottili elastici in trazione (In-tensioni reciproche, 2012). L’esistenza non è che luce che passa attraverso prismi sensibili, subendo deviazioni, spezzando le traiettorie originarie, costruendo angoli di incidenza inaspettati e scoprendo prospettive insolite, in un interminabile gioco di rimandi e resistenze, di andare e venire, di prima e dopo, di al di là ed al di qua.


“Possiamo sì rappresentare uno stato di cose che vada contro le leggi della fisica, ma non uno che vada contro le leggi della geometria” Ludwig Wittgenstein


Dal 2010 Massimo va alla ricerca di quegli scarti – nel senso di variazioni - che ombre, persone, fatti, condizioni operano sullo e nello spazio, compromettendone l’identità, l’ordine dei rapporti, la struttura organica. Lavoro precario (2011) è un reticolo geometrico indifferenziato, una scacchiera rettangolare su cui allenare le proprie capacità combinatorie ma anche – il titolo è illuminante – un sistema di vivere-lavorare-esistere secondo modalità di organizzazione contemporanee in contesti sociali e logistici che conducono, inevitabilmente, ad alterazioni psico-motorie degli individui: in tal senso, la precarietà sembra più legata ad uno stato esistenziale che non ad una condizione lavorativa. Modificare lo spazio di partenza non è mai stato così facile se bastano un paio di piedi sospesi in primissimo piano (Geometrie variabili 03, 2010) per avviare lo scarto, individuando uno spazio altro, parallelo, alternativo, una estensione rispetto al luogo in cui si svolge l’azione o, piuttosto, una delle azioni. Nella serie Human Rights, inquadrature ardite, prospettive dall’alto (DAI-Diritto all’ideologia, 2012) ed isolamento delle figure (Nuovo Angelus Novusix, 2010) inseguono l’obiettivo di “muovere il pensiero”. Si genera così un punto di vista inconsueto, alternativo ma possibile, che conduce a ri-misurare la scena, a ri-leggerla e soprattutto a ri-pensarla in termini non solo spaziali ma anche interpretativi, formali, simbolici e, su tutto, visivi.
"La televisione ha portato l'omicidio nelle case, il posto con cui l'omicidio ha più attinenza" Alfred Hitchcock
In Seven (2010-12) la collaborazione con Caterina Di Rienzo, splendida interprete e coautrice del progetto, sfocia in una serie di scatti che sarebbero probabilmente piaciuti ad Alfred Hitchcock: le linee affilate che sezionano lo spazio scandendolo in orizzontali e verticali, i bianchi e i neri assoluti, le ombre nette e la luce attentamente dosata per rendere la materia
ora gelida ora incandescente, sempre e comunque misteriosa ma palpabile e reale. Su tutto, la costruzione della scena, a metà tra sogno e miraggio, incubo e visione: spostamento, condensazione, ambivalenza ed identificazione, meccanismi freudiani di censura onirica – ed innegabilmente capisaldi del lavoro del regista di Psyco – qui però non sfociano in angoscia ma piuttosto in riflessione, penosa e tagliente ad un tempo, in cui il simbolo gioca con l’ironia e la drammaticità con la lucidità della logica. L’oggetto ”televisione”, che ha preso il posto non solo del focolare domestico intorno al quale si riuniva la famiglia, ma di amico, confidente, compagno, fedele ed infido consigliere, ammaliante e seducente serpe in seno, insostituibile prolungamento protesico fisico-emotivo, diventa perfetto interprete ed esegeta contemporaneo dei vitia: l’ira, l’invidia, l’accidia, la superbia, l’avarizia, la gola, la lussuria sono gli splendidi “abiti del male” che Caterina indossa o piuttosto che indossano Caterina, attorcigliandosi su ogni possibilità di difesa, soffocando ogni qualsivoglia capacità di reazione, in un gioco solipsistico di auto-celebrazione, tristemente ed inevitabilmente autoreferenziale.


“Meraviglie senza fine saltano fuori da semplici regole, se queste sono ripetute all’infinito” Benoit Mandelbrotxii


Massimo Cappellani - non va dimenticato – è un matematico. Le sue fotografie sono prima di tutto luoghi geometrici le cui coordinate soddisfano un’unica equazione: la visione è conoscenza e la conoscenza è visione. Ecco perché il suo metodo – prima che la sua fotografia – non può che essere analogico ovvero prediligere la chiarezza e la tonalità della pellicola (più vicina alla percezione visiva umana) alla luminanza del sensore digitale. Dove andrà il lavoro di Massimo? Quale dimensione potrebbe essere al centro delle sue future ricerche? Da Escher a Mobius, da Mandelbrot a Michele Emmer fino a Steve Jobs, sono in tanti ad aver celebrato le nozze tra arte e matematica, filosofia e geometria, logica e meraviglia, tecnologia ed emozioni. Certo è singolare notare come il linguaggio, non riuscendo a tenere il passo della scienza, sia costretto a ricorrere ad una terminologia di natura diametralmente opposta: così i fotoni sono particelle “miracolo” che come “fantasmi” possono passare attraverso un muro e “basterebbero pochi bit quantistici per creare un computer quasi magico” D’altronde se già Pitagora affidava ai numeri il compito di tenere unito l’universo ….

 

 

 

sabato 6 ottobre 2012

PENTAMORFOSI: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall’Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio

COMUNICATO STAMPA

 

"PENTAMORFOSI"

CLAUDIO ASSANDRI, FRANCESCO BOTTAI, DAVIDE DALL'OSSO, ROBERTO FERRI, PIERA SCOGNAMIGLIO

 

A cura di Simone Schiavetta
Presentazione di Carlotta Monteverde
Organizzazione e comunicazione Takeawaygallery

 

Testi critici di: Maria Arcidiacono, Viana Conti, Maurizio Scaparro, Vittorio Sgarbi, Claudio Strinati

 

Pentamorfosi, cinque diverse maniere di declinare la forma: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall'Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio; una rassegna mirata, dedicata al linguaggio figurativo contemporaneo, che si propone di approfondire e mettere a confronto il lavoro di questi cinque artisti, scelti come emblematici di una sensibilità tutta nuova, la cui ricerca pone le proprie fondamenta nel recupero e rinnovato valore della rappresentazione, intesa sia come ricostruzione che come reinterpretazione. Le opere, una ciascuno, si alterneranno di due settimane in due settimane, dal 13 ottobre al 22 dicembre, nello spazio/vetrina della Galleria Opera Unica, in via della Reginella a Roma.

Dissimili e distanti per tecniche e materiali utilizzati, risultati espressivi e poetica, nei dipinti e nelle sculture degli autori in questione si possono rintracciare punti di tangenza e contatto, frutto di una progettualità comune, che riesce a mettere in relazione e creare connessioni tra approcci tanto lontani. La forte estetizzazione, la teatralità del gesto, la riscoperta di un'armonia ed un equilibrio compositivo, nonché una risolta dicotomia tra tradizione ed innovazione ed un uso della figura come fine e fondamento, avvicinano soluzioni in apparenza discordi, risposte parallele ad una necessità di revisione del linguaggio figurativo nel profondo.

Inaugura la rassegna Claudio Assandri, con una introduzione di  Claudio Strinati.

 

"La scultura di Assandri si chiama Lava ed è effettivamente in pietra lavica. Su intervento dell' artista, con un abile marchingegno, da essa escono fiamme che testimoniano dell'origine stessa di quella materia. Una testa che brucia può produrre reazioni diverse in chi osserva il singolare fenomeno, anche perché la testa in se stessa è modellata con l'energia e la sobrietà che si addicono piuttosto alla forma classica, che normalmente è pura, bianca e intoccabile. E questo culto della classicità c'è veramente nel nostro artista che modella da par suo anche il marmo e che calibra la struttura dell'immagine su principi antichi di equilibrio, armonia, stabilità. Ma il fuoco quando invade la testa provoca invece una sensazione di squilibrio, di disarmonia, di instabilità. Le due anime ci sono veramente in lui: un estro libero e bizzarro e una regolarità maestosa. E' indubbio, peraltro, che una curiosa inquietudine promani sempre dalle elaborazioni di questo artista che spazia anche nel campo della pittura e che colpisce a fondo chiamando a sé l'osservatore dell'opera fino a costringerci quasi a seguirlo con la perentoria energia della sincerità e della felicità creativa. Arde di passione ma collocandosi nello spazio con la fermezza imperturbabile di chi sente di avere la situazione sotto controllo, quale che sia".

Claudio Strinati


Info:  

mostra di pittura e scultura


PENTAMORFOSI: Claudio Assandri, Francesco Bottai, Davide Dall'Osso, Roberto Ferri, Piera Scognamiglio


CLAUDIO ASSANDRI, testo critico di Claudio Strinati: 13 - 22 Ottobre
ROBERTO FERRI, testo critico di Vittorio Sgarbi: 27 Ottobre - 8 Novembre

PIERA SCOGNAMIGLIO, testo critico di Maria Arcidiacono: 10 - 22 Novembre
FRANCESCO BOTTAI, testo critico di Maurizio Scaparro: 24 Novembre - 9 Dicembre
DAVIDE DALL' OSSO, testo critico di Viana Conti: 11 - 22 Dicembre

 

INAUGURAZIONE: sabato 13 ottobre ore 18.30

Dal 13 al 22 ottobre 2012

 

Galleria Opera Unica

Via della Reginella 26, Roma - 06.68809645

L'opera è visibile 24 ore su 24

 

Contatti: takeawaygallery@gmail.com


martedì 2 ottobre 2012

INVITO A PALAZZO 2012 ALLA FONDAZIONE CARICHIETI




LA FONDAZIONE CARICHIETI
E LA CARICHIETI S.p.A.

presentano

"INVITO A PALAZZO 2012"

un’occasione unica per scoprire i tesori d’arte di Palazzo de’ Mayo e per visitare i mondi di Federico Spoltore

SABATO 6 OTTOBRE ORE 10 | PALAZZO DE’ MAYO, LARGO MARTIRI DELLA LIBERTÀ| CHIETI

“Invito a Palazzo” è l’appuntamento dedicato all’annuale apertura delle più belle sedi di banche e di fondazioni di origine bancaria d’Italia che, per un giorno, aprono le loro porte mettendo in mostra i propri capolavori d’arte, non ad un pubblico di clienti, ma di visitatori.

L’iniziativa è promossa dall’ABI - Associazione Bancaria Italiana, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, e si riserva l’obiettivo di far conoscere il notevole patrimonio architettonico e artistico delle banche italiane.
A questa manifestazione, giunta ormai alla sua undicesima edizione, partecipa ancora una volta la Fondazione Carichieti, che accoglierà i visitatori nella nuova e prestigiosa sede di Palazzo de’ Mayo, esempio di eccellenza del barocco abruzzese, indice del forte e costante impegno che la Fondazione rivolge alla cultura.

La manifestazione aprirà sabato 6 ottobre dalle ore 10 alle ore 20 e avrà ingresso gratuito. Un’occasione unica in cui professionisti del settore e storici dell’arte faranno da guida al pubblico attraverso i tesori d’arte esposti nelle sale della Fondazione.
Per l’occasione, saranno aperte e visitabili con orario continuato tutte le sale del Palazzo; il pubblico potrà ammirare la splendida collezione di argenti, un vero e proprio scrigno di capolavori dell’arte orafa dal XVII al XX secolo, provenienti dalle più prestigiose manifatture e collezioni europee. A fare da contorno lo splendido giardino e l’anfiteatro adiacente.
Saranno altresì visitabili le mostre permanenti, tra le quali “La collezione d’arte della Fondazione Carichieti e della Carichieti S.p.a.” un percorso nell’Ottocento europeo composto da oltre 40 opere, tra cui spiccano capolavori di Giovanni Fattori, Francesco Paolo Michetti, Luigi Gioli, Costantino Barbella.
A Palazzo de’ Mayo non mancherà neppure un percorso nel contemporaneo: fra le nuove acquisizioni della Fondazione Carichieti spiccano infatti lo “Sguardo di Garibaldi” di Luca Vernizzi e la straordinaria “Prima Neve” di Omar Galliani.
Da visitare anche l’altra grande permanente “Nel segno dell’immagine. Da Sassu a Ortega”, una raccolta di 130 opere di 90 artisti del XX secolo, messa a disposizione da Alfredo e Teresita Paglione.
Nel S.E.T. – lo spazio dedicato alle esposizioni temporanee sarà possibile ammirare l’esposizione dedicata al centenario della nascita di Aligi Sassu, dal titolo “Sassu e Corrente 1930-1943. La rivoluzione del colore”.

La CariChieti non sarà ovviamente da meno: la sede centrale della banca, situata in Via Colonnetta 24, resterà infatti aperta dalle 10 alle 19 del 6 ottobre e ospiterà presso gli uffici della Direzione Generale la mostra “I mondi di Spoltore”, nella quale saranno esposti 190 dipinti dell’artista abruzzese Federico Spoltore, custoditi nella bella collezione d’arte che la banca è andata componendo nel corso degli anni. Ad accompagnare i visitatori attraverso l’esposizione, ancora una volta ci saranno guide specializzate ed esperti del settore. I festeggiamenti per l’Open Day si uniranno inoltre a quelli per il 150° anniversario della nascita della CariChieti.

Agenzia di Comunicazione:


Culturalia di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11 
tel : +39-051-6569105
mob: +39-392-2527126




lunedì 1 ottobre 2012

OTTAVA EDIZIONE GIORNATA DEL CONTEMPORANEO A PALAZZO DE' MAYO


La Fondazione Carichieti è orgogliosa di annunciare la sua prima adesione alla Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI, Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, prevista per sabato 6 ottobre, e giunta quest’anno alla sua ottava edizione.

In occasione della manifestazione saranno aperte le porte di Palazzo de’ Mayo, che accoglierà il suo pubblico con una duplice esposizione: presso il SET, (spazio dedicato alle esposizioni temporanee) sarà visitabile la mostra Sassu e Corrente 1930-1943. La rivoluzione del colore, esposizione che ripercorre e documenta organicamente il movimento di Corrente.
Al secondo piano sarà invece possibile ammirare la collezione permanente che si compone di 130 dipinti di 90 artisti del XX secolo, prestito della Collezione Alfredo e Teresita Paglione, più una sezione dedicata a “Gli Argenti di Palazzo de’ Mayo”.

Per tutta la giornata l’ingresso sarà gratuito e verranno offerte visite guidate ogni ora a partire dalle 10 fino alle 19.


La nuova sede della Fondazione Carichieti, con la sua meravigliosa architettura neo-barocca, rappresenta una realtà museale di straordinario rilievo che ha preso campo non solo sul territorio abruzzese, ponendosi sin da subito come polo di riferimento per la cultura nel centro-sud e riuscendo in breve tempo ad estendere la sua influenza su tutto il territorio nazionale.

L’adesione all’Ottava Giornata del Contemporaneo, che coinvolgerà molte realtà in tutta Italia tra gallerie, musei e fondazioni, al fine di promuovere l’arte del nostro tempo, si innesta a pieno titolo nel progetto di promozione culturale tenacemente sostenuto dalla Fondazione Carichieti, costantemente caratterizzato da un occhio di riguardo anche per il recupero e la valorizzazione del territorio.


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Culturalia di Norma Waltmann
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