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venerdì 19 ottobre 2012

Setup, la nuova fiera d'arte contemporanea. Bologna, 25 - 27 gennaio 2013



Dal sito www.culturaliart.com sarà possibile scaricare la cartella stampa e le immagini in alta risoluzione.

Comunicato stampa

Da oggi sarà on-line ufficialmente il sito di Setup, la new entry nel panorama delle fiere internazionali d’arte contemporanea. Si sveleranno finalmente tutti i dettagli che finora sono rimasti top secret. A partire dalla location, l’Autostazione di Bologna in Piazza XX Settembre 6, angolo Via dell’Indipendenza, spazio unico per centralità, dimensioni e traffico di utenze. Area cruciale di collegamento e scambio tra l’Italia e il resto d’Europa, l’Autostazione è il luogo ideale per la nascita di Setup, che vedrà la prima edizione a Bologna dal 25 al 27 gennaio 2013. E proprio la scelta della sede, mai utilizzata per eventi analoghi, è indice di una volontà strategica di offrire un nuovo spazio di riferimento per l’arte e la cultura a livello internazionale.

All’indirizzo www.setupcontemporaryart.com saranno consultabili tutte le informazioni per il pubblico e sarà inoltre possibile scaricare l’application form per partecipare.

Ideata, organizzata e promossa da Simona Gavioli, Marco Aion Mangani e Alice Zannoni, Setup inserisce il capoluogo emiliano nel panorama internazionale di iniziative simili quali The Others (Torino), Just Mad (Madrid), Liste e Volta (Basilea), Zoo (Londra), Slick (Bruxelles), Pulse (New York) e molte altre.

La particolarità di Setup sta nel suo format innovativo. Ogni espositore (Gallerie, Associazioni culturali, Fondazioni, Premi d’arte, Accademie di Belle Arti) dovrà proporre il lavoro di un giovane artista emergente, under 35, sul quale ha già rivolto l’attenzione, ma con cui non ha mai precedentemente collaborato, presentandolo insieme agli artisti in organico con il supporto critico di un giovane curatore. Setup propone di mettere in relazione le tre figure chiave del mondo dell’arte (artista, curatore-critico, gallerista) facendole collaborare anche in ambito fieristico, dove normalmente la sinergia è esclusa o non contemplata.

Il comitato scientifico, composto da Martina Cavallarin, Valerio Dehò, Viviana Siviero, Giulietta Speranza, vaglierà le proposte degli espositori.

Setup conferisce due premi. Un premio al miglior artista under 35 e un premio al miglior curatore under 35. Valorizza la galleria che ha proposto il duo omaggiando l’espositore con uno stand per la seconda edizione di Setup.

L’apertura sarà serale, dalle ore 18.00 alle 01.00 e il biglietto d’ingresso costerà 3 Euro.

Vernissage il 24 gennaio su invito, con apertura al pubblico a dal 25 al 27 gennaio 2013.


Informazioni:

Simona Gavioli
+39 339 3290120
Marco Aion Mangani
+39 392 6031331
Alice Zannoni
+39 329 8142669


Agenzia di Comunicazione:

Culturalia di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11
tel : +39-051-6569105
mob: +39-392-2527126
email: info@culturaliart.com - web: www.culturaliart.com

giovedì 18 ottobre 2012

PINO DEODATO IN MOSTRA ALLA GALLERIA ROCCATRE DI TORINO


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GENT.MI, LA PRESENTE ANNULLA LA PRECEDENTE, SE POSSIBILE, DATO CHE L'INVIO PRECEDENTE ERA STATO FATTO SENZA TENERE PRESENTE LE INDICAZIONI RIPORTATE SUL VS SITO. GRAZIE.

La galleria d'arte Roccatre di Torino presenta sabato 10 novembre 2012 la mostra di Pino Deodato, artista milanese che ha esposto in prestigiosi spazi espositivi all'estero e in Italia.
La mostra prende il titolo, Lo scultore innamorato della Scultura, da una installazione collocata in uno spazio intimo e raccolto della galleria, composta da innumerevoli piccole sculture in terracotta che raccontano l'amore dell'artista per la materia. Una materia che assume una funzione primordiale, quasi terapeutica, per lo scultore che diventa una sola cosa con la scultura. E' un amore fisico e metafisico, un affetto che si trasforma in opera d'arte.
Vengono presentate sculture in bronzo, in terracotta, quadri ad olio e disegni che narrano le problematiche, i piaceri, i sogni e i disagi  dell' uomo contemporaneo con una particolare ricerca per il dettaglio che, elemento narrativo peculiare dell'opera di Deodato, si condensa in una riflessione di carattere universale.
Metafore e allegorie sono linguaggi espressivi costantemente utilizzati dall'artista, acuto osservatore della società contemporanea, al fine di dare un senso ai fenomeni della sua e della nostra quotidianità.
Altra opera presente in mostra è San Tommaso che se non vede non crede, scultura in terracotta, personaggio intento a curiosare in un piccolo anfratto, come il san Tommaso caravaggesco curiosa nella ferita del Cristo.
Mentre in un'eterea installazione, Pensierini, piccole e grandi sfere colorate costellano le pareti della galleria, piccoli lavori quali Ho perso la testa, Quello che vede lontano, Chiodo Fisso, Il Padrone del Mondo vengono collocati su  mensole come  sospesi nello spazio.
L'artista espone infine alcune teche nella cui intimità, con la pittura e con la scultura, vengono racchiuse piccole idee.
Pino Deodato racconta in modo semplice ed essenziale contenuti profondi immedesimandosi nei suoi poetici personaggi e attingendo a ricordi e memorie personali.

Inaugurazione il 10 novembre 2012 alle ore 18,30 in Via della Rocca, 3. La mostra sarà visitabile dal martedì al sabato con orario 10,30-12,30/15,30-19,30, dal 10 novembre al 29 dicembre 2012.

FROM SUPERHEROES TO SUPERSIZED in mostra a Roma da sabato 20 ottobre



Dal 20 ottobre al 2 novembre 2012
FAT LAB
presenta
“From SuperHeroes to SuperSized – Dai SuperEroi ai SuperCiccioni”
Opere: Giancarlo Caracuzzo e Mauro Caracuzzo
Illustrazioni: Flavia Caracuzzo
Racconto illustrato: Giancarlo Caracuzzo e Katia Ravaioli

GALLERIA INTERNO ROSSO
Roma - Via dei Banchi Vecchi, 32
    
Ma chi l’ha detto che i ciccioni sono tutti infelici e sgradevoli? E’ quanto cercherà di confutare la mostra/evento “From SuperHeroes to SuperSized - Dai SuperEroi ai SuperCiccioni”, dal 20 Ottobre al 2 Novembre 2012 presso la Galleria Interno Rosso, in via dei Banchi Vecchi a Roma. Due padrini d’eccezione per la serata inaugurale: Marco Presta e Paolo Restuccia, rispettivamente il conduttore e il regista della trasmissione cult “Il ruggito del Coniglio” in onda tutta le mattine su Rai Radio2, oltre allo scrittore Carlo D’Amicis,  che ha  “prestato” il suo romanzo al pennello di Giancarlo Caracuzzo.
La mostra raccoglierà diciotto opere di Giancarlo Caracuzzo - www.giancarlocaracuzzo.com -,illustratore di fama mondiale, che ha delineato personaggi del calibro di Martin Mystere,  Nick Raider, Iron Man e Spiderman, e che negli ultimi anni ha collaborato al successo di serie e miniserie di genere horror, fantasy e underground, lavorando per la Marvel America e per alcuni dei suoi più noti sceneggiatori.
Caracuzzo espone qui le sue ultime opere, giocate sul paradosso grasso/leggero, creando connubi originali e scandalosi in quest’epoca di fondamentalismo contro i mezzi chili di troppo.
Saranno presenti anche illustrazioni e opere di Mauro Caracuzzo - www.maurocarac.com -, artista e designer a tutto tondo, la cui creatività si esprime attraverso forme e materiali diversi, e di Flavia Caracuzzo,  giovanissima ma già in possesso di una sua spiccata personalità.
Il 27 Ottobre verrà presentato il racconto “Ernesto e Mirella”, scritto da Katia Ravaioli e illustrato da Giancarlo Caracuzzo, da cui prende nome un blog: http://ernestoemirella.blogspot.com , già seguitissimo sui social network. E’ la storia di due disadattati che si incontrano ballando il tango, e che mentre imparano a ballare si innamorano uno dell’altro,  e alla fine anche di loro stessi.  Molto interessante anche l’esperimento di Mauro Caracuzzo, che presenterà il suo e-book, , dal titolo: “Storia d’amore in bianco e nero e storia d’amore a colori”, incentrata su un amore lungo una vita.
Nata come provocazione del Fat Lab (Fabrica Art Time), “Dai Supereroi ai Superciccioni” dissacra non solo l’immagine scattante e muscolosa dell’eroe, ma soprattutto la religione del fashion. Liberi dal giudizio, dalla schiavitù dell’immagine e da qualsiasi stereotipo, i personaggi dei Caracuzzo raccontano un mondo di diversi finalmente non infelici, non dileggiati e non arrabbiati, anzi, addirittura irresistibili, che siano una ballerina, un gufo, una modella, o, perché no, un supereroe”.
Contributi video di backstage -  http://www.youtube.com/watch?v=EunQzScNLGo - racconteranno gli step antecedenti alla realizzazione della mostra, presentandoci il network di artisti che fa capo al Fat Lab, mentre il 20 Ottobre il gruppo the 23ers presenterà alcuni brani Calypso e i l 27 lo scrittore Michele Fianco presenterà la serata insieme a un duo jazz. Per gli amanti di accessori esclusivi i-Paint produrrà delle Cover per iPhone a tiratura limitata, recanti immagini delle opere esposte.

Ufficio Stampa Carla Fabi e Barbara Ghinfanti 06 83608336 – 83608335
info@fabighinfanti.it

martedì 16 ottobre 2012

inCollectionthree- Humanity




 
COMUNICATO STAMPA
 
inCollectionthree
Humanity
 
 
Dopo la mostra inCollectionone_La Collezione di un Sardo, con opere di Peter Belyi, Blue Noses, Oleg Kulik, Darren Almond, Robert Gligorov, Matteo Basilè, Li Wei e Zhang Huan e la mostra inCollectiontwo_Periferie dell'Impero con le opere degli artisti Ale De La Puente, Maria Magdalena Campos-Pons, Carlos Garaicoa, Francis Naranjo, Paolo Bianchi e Danilo Sini, l'attitudine multietnica, polimorfa e attenta al sociale del collezionista Antonio Manca, sardo e cosmopolita, trova conferma anche nella selezione presente nella mostra inCollectionthree_Humanity, terzo e ultimo tassello della trilogia inCollection.
           
 
La mostra Humanity, prodotta dal Comune di Oristano e curata dal critico Ivo Serafino Fenu, prende in prestito il titolo della celebre e apocalittica canzone degli Skorpions del 2007, incentrata su un'umanità vittima e carnefice di se stessa, afflitta da una profonda perdita di valori, colpevole dell'inarrestabile degrado del pianeta e destinata, per sua stessa mano, all'estinzione, tanto che il testo chiude con un verso cupo e sconsolato, senza speranza: Humanity goodbye. Tuttavia il sostantivo "Umanità" e, allo stesso modo, il vocabolo inglese Humanity, trascendono il loro valore collettivo e abbracciano una pluralità di significati che, se da un lato identificano i caratteri essenziali e distintivi del genere umano, dall'altro evocano l'essere "contingente", la fragilità e la precarietà del singolo, le responsabilità individuali per un disastro giocoforza globale.
            Di quest'immensa fragilità l'arte contemporanea ha dato conto in modo impietoso, talvolta in forme cinicamente crudeli, individuando nel corpo, nella sua ostensione e nella sua ostentazione, il luogo privilegiato, il Sancta Sanctorum del conflitto. Tutto questo perché, per dirla con le parole di Francesca Alfano Miglietti, «il corpo è, per il potere, la sede privilegiata su cui far transitare i bisogni e i desideri, processi fisiologici e metabolismi, attitudini da controllare e reprimere»: corpo come sede del controllo sociale e della repressione, corpo come "carnaio di segni" (M. Foucault) e, per l'arte contemporanea, segno per antonomasia.
            Questo corpo di segni, questi segni del corpo e sul corpo sono, pertanto, i protagonisti della mostra Humanity, attraverso opere di Franko B, Sandy Skoglund, Luigi y Luca, Entang Wiharso, Orlan, Wang Qingsong, Erwin Olaf, Robert Gligorov, Susan Paulsen, Nobuyoshi Araki, Matteo Basilé, Fx Harsono, Greta Frau, Nan Goldin, Daniele Buetti, Yasumasa Morimura, Chiara Dynys, Pietro Sedda, Marc Vincent Kalinka e Gregory Crewdson, a ribadire, tutte, con linguaggi e accenti diversi: Humanity goodbye.
 
 
La mostra inaugurerà venerdì 19 ottobre alle ore 18.00
presso la Pinacoteca Comunale "Carlo Contini" a ORISTANO in Via Sant'Antonio,
rimarrà aperta fino sabato primo dicembre, dal lunedì al sabato
dalle ore 10.30-13.00 e dalle ore 17.00-19.30.
Ingresso libero.
 




VASCO BENDINI/MATTEO MONTANI COSÌ LONTANI, COSÌ VICINI


30 novembre 2012 - 20 gennaio 2013
Palazzo de’ Mayo - S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee
Corso Marrucino, 121 | Chieti

Dal sito www.culturaliart.com sarà possibile scaricare la cartella stampa e le immagini in alta risoluzione.

Comunicato stampa

Un dialogo fra generazioni sotto il segno dell’arte contemporanea chiude l’operoso 2012 della Fondazione CariChieti, presieduta dal Presidente, Prof. Francesco Sanvitale. A partire dal 30 novembre e fino al 20 gennaio 2013 il S.E.T., lo Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo a Chieti, ospiterà la mostra intitolata “Vasco Bendini/Matteo Montani. Così lontani, così vicini”, con il dialogo fra due artisti anagraficamente lontani ma vicini per una comune visione originaria, cosmogonica, sorgiva. La mostra, ideata e curata da Gabriele Simongini, presenterà complessivamente più di trenta opere dei due artisti, separati da cinque decenni: proprio nel 2012 Vasco Bendini (classe 1922), riconosciuto dalla critica come uno dei padri dell’informale italiano, ha festeggiato novant’anni, mentre Matteo Montani (classe 1972), artista di spicco fra gli emergenti italiani, ne ha compiuti quaranta.
L’esposizione ospiterà un’opera storica di Bendini del 1951, due suoi strepitosi oli su alluminio del 1980 ed una serrata scelta di opere degli anni duemila. Montani presenterà tutte opere degli ultimi sei-sette anni (fra cui la spettacolare “Soglia”, dalla base di sei metri) oltre ad un’inedita “red room”. E sarà interessante mettere a confronto i dipinti realizzati negli stessi anni da due artisti così lontani anagraficamente ma spesso, pur nelle reciproche differenze, sintonizzati su lunghezze d’onda simili. Come scrive Gabriele Simongini, le opere di Bendini e Montani sono animate da “un soffio vitale che forse è anche pneuma, respiro, aria. E che ci appare come una sorta di principio originario inveratosi in immagini sorgive. Le loro opere, nel complesso, sono forse sismografi, elettrocardiogrammi dell’universo, della natura naturans che racchiude ed innerva anche la loro interiorità. Bendini e Montani, in qualche modo, sono forze della natura ma simili ad un tramonto, all’alba, ad una natura generatrice più che a quella matrigna e distruttiva”.
Sono vicini, Bendini e Montani, anche sotto il segno di un nome storico per l’arte italiana del ‘900, quello dei Sargentini e della galleria L’Attico: se Bendini è stato legato da un lungo sodalizio a Bruno Sargentini, Montani deve molto agli impulsi e agli stimoli ricevuti da Fabio Sargentini, a partire dalla sua personale tenutasi a L’Attico nel 2007. E andando a ritroso nel tempo, esattamente cinque decenni prima, il 25 novembre 1957, Vasco Bendini partecipava alla collettiva che inaugurava a Piazza di Spagna proprio L’Attico di Bruno e del giovanissimo Fabio Sargentini. Insomma, ancora cinquant’anni di vicinanza-lontananza (1957-2007).
Un malinteso senso della novità ad ogni costo domina tuttora molte delle ricerche sostenute dal sistema dell’arte internazionale, fino al punto di disprezzare e seppellire nell’oblio un patrimonio plurisecolare di esperienze che si è trasmesso di generazione in generazione. Proprio per questo è fondamentale sostenere e rafforzare un dialogo fra generazioni anche lontane che spesso si realizza nel modo più convincente attraverso l’arte, come questa mostra intende ribadire.
Il catalogo, edito da Allemandi e curato da Gabriele Simongini, può vantare la presenza di contributi degli stessi artisti, del curatore e del grande gallerista Fabio Sargentini, oltre alle riproduzione delle opere esposte, alle immagini dell’allestimento e alle biografie di Bendini e Montani.


Vasco Bendini
Nato nel 1922, il bolognese Vasco Bendini, dopo aver studiato con Giorgio Morandi e Virgilio Guidi, si impone sulla scena artistica degli anni cinquanta come uno dei maggiori e più originali interpreti del clima Informale. Di grande importanza è stato l’incontro, ancora negli anni cinquanta, con il critico Francesco Arcangeli, col quale intrattiene un lungo sodalizio che attraversa la carriera di entrambi. Innumerevoli le sue mostre personali e le partecipazioni alle maggiori esposizioni nazionali ed internazionali.

Matteo Montani
Classe 1972, diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma, inizia la sua carriera artistica alla fine degli anni Novanta. L’incontro con Fabio Sargentini nel 2005, sancito dalla personale tenuta a L’Attico nel 2007, è un momento fondamentale per il percorso artistico di Montani. Di grande rilievo, nel 2011, la personale “Seelenlandschaft: due regimi dello sguardo” al Museum Am Dom di Wuerzbug, in Germania.

Agenzia di Comunicazione:

Culturalia di Norma Waltmann
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