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sabato 30 marzo 2013

La ricerca nella moda d'epoca per la moda futura: a Bologna un workshop di lavoro con esposizione-vendita in concomitanza con fiera Lineapelle

©All rights reserved to Vintage Workshop®
©All rights reserved to Vintage Workshop®
Il Vintage Workshop è di scena a Bologna, dal 3 al 4 aprile, per scoprire e ispirare le tendenze moda della futura stagione Primavera/Estate 2014. Tra borse, scarpe, accessori di pelletteria, il Vintage Workshop offrirà il privilegio ai propri visitatori di visionare, ed eventualmente acquistare o noleggiare, accessori ad elevatissimo contenuto stilistico e creativo nonché di poter vedere, cosa assai rara, una selezione d'archivio accessori che, sempre in progress, presenterà le nuove acquisizioni dell'ultima ricerca effettuata in un'anno e mezzo di viaggi e studi da parte degli aderenti all'Associazione culturale organizzatrice "Ricercatori Moda d'Epoca".

Non é una fiera o un mercato, bensì un evento tecnico molto originale, brevettato con marchio registrato secondo il format del workshop di lavoro e formazione che offre il privilegio ai propri visitatori di visionare ed eventualmente acquistare o noleggiare accessori ad elevatissimo contenuto stilistico e creativo impossibili da vedere altrove.
L'esposizione-vendita, unica nel suo genere in tutta Europa, arrivato alla sua 35a edizione nei vari format presentati a Milano, Bologna, Firenze, offrirà l'opportunità di vedere esemplari straordinari e con molteplici spunti creativi, borse, scarpe, cinture, piccola pelletteria, accessori estivi di ogni genere ed epoca, di materiali diversi e provenienti da tutto il mondo ma con un'attenzione speciale per gli esemplari artigianali Vintage europei e soprattutto “made in Italy”.
Sarà inoltre possibile prendere visione anche di una nuovissima e inedita selezione delle più recenti acquisizioni dagli ARCHIVI VINTAGE WORKSHOP®, esemplari rari o unici e di difficile reperibilità, disponibili per l'immediato noleggio in loco.
Un'esposizione, un punto d'incontro per i "main actors" della moda, un'officina e osservatorio di idee, moods e creatività dal passato, uno spazio incubatore per la moda futura, insomma, un'occasione imperdibile per vedere da cosa origina la moda di lusso per le collezioni future.
Sarà una grande opportunità per guardare, imparare, chiedere, approfondire per tutti gli appassionati di moda d'epoca, per i neo-diplomati e studenti degli Istituti e Università per la moda e stilismo che desiderano introdursi nel mondo Vintage o nel design e product management per il settore Fashion.


UN’ ATTENZIONE IN PIÙ PER I VISITATORI:  wireless+Internet point gratis nel lounge dell’hotel. L’organizzazione dell’evento omaggerà gli ospiti anche di due servizi extra: deposito dei bagagli e parcheggio custodito gratuito per tutti, basterà ritirare una contromarca quando si presenteranno per la registrazione presso hospitality desk di Vintage Workshop che sarà allestito appositamente in loco. Personale poliglotta, specializzato in Vintage di ricerca, sarà a disposizione di tutti i visitatori per informazioni e approfondimenti in ordine alla merceologia esposta nonché per raccogliere domande di consulenze stilistiche nel settore degli accessori Vintage, per richieste di presentazioni a breve termine e per committenze richiedenti mostre, istallazioni ed esposizioni di moda d'epoca.

MODALITÀ D’INGRESSO, ORARI, NOVITÀ E SCONTI:
Ammissione plenaria al pomeriggio:
gli operatori non clienti e gli appassionati interessati a visitare l'evento, potranno acquistare direttamente in loco il titolo d’ingresso che darà loro diritto alla visita in fascia oraria 14/21 il 3 oppure il 4 aprile, potendo trattenersi per tutto il tempo desiderato.

Ingresso a gadget: €20/persona/giorno.
L'ingresso a prezzo regolare oltre a ricevere un elegante gadget che sarà consegnato direttamente in loco (fino ad esaurimento scorte).
Ridotto: €16 per Seniors over 65 e studenti degli Istituti e Università per la moda (dietro esibizione di documento d’identità e libretto scolastico per gli studenti).

Si segnala in particolar modo l’opportunità imperdibile per studenti e neo diplomati delle scuole di stilismo di partecipare ad un workshop ad un costo d’ingresso irrisorio ed inoltre, per tutti, la possibilità di rivalsa del gettone d'ingresso su spesa minima di €70.
LOCATION: Salone espositivo de-luxe al piano terra di SAVHOTEL, moderna struttura alberghiera 4 stelle nelle immediate vicinanze della Fiera, a poche centinaia di metri dall’ingresso “Costituzione”. L’Hotel si trova in Via Ferruccio Parri,9 40128 Bologna.
PER RAGGIUNGERE IL SAVHotel Bologna:
http://www.vintageworkshop.it/comearrivarebologna.php
Street View in Google maps: http://goo.gl/maps/zHsI1

Vintage Workshop® si svolge a Bologna semestralmente, in aprile e ottobre, in corrispondenza con le date della fiera Linea Pelle per dare una seconda chance di visita e approfondimento al target della clientela internazionale che visita Vintage Workshop® anche on demand e nella sede milanese (a febbraio e settembre, in concomitanza con MilanoUnica e Anteprima).
Vintage Workshop é partner del progetto di Milanofashioncity.

ORGANIZZAZIONE:
Associazione Culturale Ricercatori Moda d'Epoca (Vicenza) Ufficio di Programmazione e Sviluppo
Contatto:  espositori (chiocciola) vintageworkshop (punto) it
Infoline last-minute di cortesia per richieste via sms: 339-6729704.
Infoline durante l’evento a Bologna, centralino Savhotel: Tel. 051-361361 (chiedere dello staff Vintage Workshop)
Ulteriori informazioni sul sito ufficiale dell'associazione culturale organizzatrice "Ricercatori Moda d'Epoca": http://www.vintageworkshop.it/

A cura di: Uff. stampa Comunicazione e Marketing Perla, Vicenza 26.03.2013 

lunedì 12 marzo 2012

DARK ISLAND di GUY LYDSTER


a cura di Lodovico Pignatti

21 aprile – 9 giugno 2012


Galleria B4 | Via Vinazzetti, 4B | Bologna












Comunicato Stampa

Sabato 21 aprile 2012 sarà inaugurata alla Galleria B4 di Bologna “Dark Island”, grande personale dello scultore neozelandese Guy Lydster, a cura di Lodovico Pignatti. Dopo il successo ottenuto in occasione di Arte Fiera OFF 2012, che l’ha visto protagonista di importanti spazi espositivi come lo Spazio Fabrizio Cocchi, la splendida cornice di Villa Hercolani, dimora cinquecentesca appena fuori le mura medievali di Bologna e la Galleria Art to Design, tappe che l’hanno reso ancor più noto a livello nazionale, Lydster rinnova l’unicità intrinseca e figurativa della sua opera con gli Headscapes inediti di Dark Island.

Dark Island, evoluzione naturale del lavoro dell’artista e delle sue continue sperimentazioni, si compone di una ventina di Headscapes - unione di Head e Landscapes (teste-paesaggi) - che evocano un viaggio metaforico verso la riscoperta di quel terreno oscuro chiamato infanzia.

La mostra si articola negli spazi della galleria che scandiscono i tre momenti del viaggio verso: la ricerca di un luogo, l’approdo alla meta e la separazione. L’esposizione è da considerarsi percorso completo nell’opera di Lydster; sono rappresentati tutti i momenti di produzione dell’opera, dalla fase iniziale più espressionista e abbozzata, che grazie all’uso della creta cruda giunge ad effetti sorprendenti, attraverso quella più dura e ricca di dettagli, fino alla fase ultima, in cui primeggia la linea compiuta del bassorilievo. Compare per la prima volta la colorazione, realizzata con pigmenti rossi, gialli e verdi, che mescolati alla creta ancora cruda stimolano in maniera sorprendente l’espressività.

Nella prima sala, il viaggiatore-spettatore è accolto da un gruppo di Headscapes che indicano un percorso da navigare.
Sono raffigurate diverse isole, rappresentazioni di possibili mete da raggiungere, tra cui un’opera fondamentale dal titolo Land of the Long White Cloud, (terra dalla lunga nuvola bianca), traduzione della parola in lingua maori “Aotearoa”, termine che indica la Nuova Zelanda. In contrasto con tali immagini di mare e isole sparse, realizzati in creta bianca, si erge centrale l’opera Dark Island, approdo del viaggiatore. Circondata da un mare mosso e verdastro, l’isola scura esercita una forza di attrazione sullo spettatore come se fosse lui stesso un nuotatore che attraversa torbide acque. Accanto, disposte a terra, un arcipelago di teste/isole si stende sul mare del pavimento.

Nella seconda sala il viaggio continua verso il cuore del terreno raggiunto. L’occhio del viaggiatore esplora la riva e si muove verso le forme organiche e i colori che fioriscono all’interno dell’isola. In questa dimensione originaria l’artista stabilisce un rapporto pacifico con i luoghi della memoria, la presenza della barriera naturale, il dolore nell’asprezza del paesaggio, e perfino la morte (è significativa la simbolica presenza di un gatto nero in agguato, bello, ma inquietante).


Il percorso si chiude nello spazio esterno della Galleria con gli Headscapes che simboleggiano gli emigranti, la partenza verso l’ignoto, in cui i viaggiatori sono muniti solamente di nostalgia e di proprie memorie. Incisi sui volti di un grappolo di grandi teste, vari squarci naturali dell’isola vengono conservati e spediti verso l’orizzonte e forse verso un’altra isola. L’esperienza straziante dell’emigrante è la metafora della difficile separazione fisica e spirituale dal viaggio ed emblema del forte legame uomo-natura. L’artista ci invita a scoprire quanto la natura sia una forza non solamente più grande di noi, ma anche una forza che cresce in noi.

A completare il percorso, una decina di disegni dell’artista che esprimono la percezione dell’ambiente visto dal mare; ossia la rigida geometria dell’immenso paesaggio, risultato delle diverse congiunzioni naturali e marine.

La mostra segna anche il percorso della vita che ci vede protagonisti di un viaggio interiore in cui la natura è il mezzo che ci conduce all’essenza e invita ad una riflessione sulla nostra presenza nel mondo.



Guy Lydster scultore neozelandese nasce a Auckland nell’aprile del 1955, ma si trasferisce con la famiglia a Vancouver molto presto.
Già da bambino scopre l’amore per l’arte, inizia a studiare teatro, poi si dedica alla pittura e infine arriva alla forma simbolica a lui più congeniale: la scultura.
Nei primi anni 80 si trasferisce a Bologna per studiare all’Accademia delle Belle Arti e finito il suo percorso universitario decide di rimanere a vivere e lavorare nel capoluogo emiliano.

Per Guy Lydster sono stati di fondamentale importanza per lo sviluppo del suo percorso di scultore il riferimento e lo studio di Henry Moore, Constantin Brancusi e Alberto Giacometti entrambi, come lui, intrisi di naturalismo e essenzialità; ma ancora di più si nota la forte ispirazione primitiva che ha trovato nei suoi luoghi di origine. L’arte eschimese, quella indiana e quella imponente e spirituale dell’Isola di Pasqua trovano nella scultura di Guy un importante sviluppo.

Inizia il suo lavoro cercando una pietra che possa fargli da bozzetto per l’opera, quando l’idea è chiara crea una base sulla quale innalza un asse verticale e alla quale aggiungerà materiale fino a creare una testa. Quando la forma è finita inizia a svuotarne il cranio, tagliandola con piccole e controllate incisioni da neurochirurgo. Lo svuotamento collabora anch’esso alla creazione della forma che si plasma dall’interno non seguendo un canonico modellamento anatomico. Le parti del cranio vengono poi ricomposte; aggiungendo materiale per la memorizzazione del paesaggio, lo scultore procederà ad un secondo svuotamento fino al raggiungimento della giusto equilibrio tra mente e corpo.
I materiali utilizzati sono creta, argilla, marmo, pietra e travertino.


Agenzia di Comunicazione:
Culturalia di Norma Waltmann
Agenzia di comunicazione
Bologna - Vicolo Bolognetti 11
tel : +39-051-6569105
fax: +39-051-2914955
mob: +39-392-2527126
email: info@culturaliart.com
web: www.culturaliart.com

lunedì 5 dicembre 2011

"All Tomorrow's Parties-Andy Warhol, la Factory e i Velvet Underground"


Comunicato Stampa

Giovedì 15 dicembre 2011 alle ore 18.00 verrà inaugurata a Bologna la mostra “All Tomorrow’s Parties - Andy Warhol, la Factory e i Velvet Underground” ideata, realizzata e promossa da ONO Arte Contemporanea con il patrocinio, non oneroso, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna.
Molte sono state le mostre su Andy Warhol e sul suo lavoro ma poche si sono incentrate su di lui; è per questo che la mostra bolognese racconterà per la prima volta in maniera intima e quotidiana il personaggio e l’uomo, non l’artista. Verrà descritto attraverso più di 85 scatti a opera di fotografi di fama internazionale come per esempio David McCabe, che sono allo stesso tempo amici, artisti e membri della Factory, l’epicentro creativo della New York degli anni ‘60.
Oltre al materiale fotografico, arricchiranno l’esposizione video di repertorio, documentari e materiali cartacei originali. Le opere, documentano la vita personale di Andy Warhol, ma anche il suo rapporto di amicizia con i Velvet Underground, un sodalizio intellettuale e creativo breve, ma intenso, che va dal 1965 al 1970 anno in cui Lou Reed lascia il gruppo. Un viaggio elettrizzante nella storia dell’arte e del rock, studiato appositamente per un pubblico preparato e non.

Andy Warhol è il “principe della pop art”, ma non solo: è noto anche come creatore di opinioni, costume e spettacolo. Nel 1962 dà vita alla Factory, uno studio permanente che è allo stesso tempo centro di cultura, arte e feste all’ avanguardia, il luogo in cui sperimentare le sue intuizioni e testarle sulla pelle dei suoi collaboratori, dei suoi collezionisti e dei suoi ammiratori, creativi di ogni genere, pittori, fotografi, musicisti, filmmakers. La mostra documenterà proprio quegli anni, il dietro le quinte, i rapporti di amicizia, le confidenze di un mondo sfrenato e geniale, di un uomo che ancora oggi risulta attuale e innovativo.
Il percorso espositivo documenta anche il primo incontro di Andy con i Velvet Underground: siamo nel 1965, al “Cafè Bizarre” nel quartiere del Greenwich Village a New York quando il gruppo, dopo l’esibizione, viene licenziato su due piedi perché considerato scandaloso e volgare dagli organizzatori; al contrario, l’ Andy spettatore ne rimane folgorato. Iniziano così gli anni di collaborazione alla Factory, che sarà messa a disposizione da Warhol come sala di prova.
Warhol li lancerà in performances multimediali d’impatto devastante e farà loro da supervisore estetico. Produrrà il primo LP dei Velvet Underground dal titolo “The Velvet Underground and Nico”, (chiamato anche "banana album" per via dell’immagine in copertina disegnata da Andy Warhol) registrato nella seconda metà del ‘66 e pubblicato nel ‘67. Sarà Andy stesso a proporre ai Velvet la cantante tedesca Nico, che apporterà al disco un’anima ancora più metropolitana.
“All Tomorrow’s parties, scelto per rappresentare la mostra bolognese, è una delle tracce di questo primo album, e rappresenta già la frizione tra Nico e Lou Reed, le due anime all’interno del gruppo, e l’incrinarsi di un fragile equilibrio. Questo brano era il preferito da Andy Warhol, che lo considerava la riscrittura della favola di Cenerentola, nonché, come avrebbe detto Lou Reed, la perfetta descrizione della gente che frequentava la Factory in quel periodo, ed è proprio per questo che è stato scelto come titolo della mostra. Andy Warhol seppe unire la sensibilità musicale dei Velvet alla sua sensibilità visiva, la trasgressione dei testi a quella dell'immagine. I Velvet Underground, Nico e Warhol, moderni come nessun altro loro contemporaneo, crearono uno stile. Il loro album è considerato uno dei più importanti e influenti nella storia del rock."

Gli artisti presenti in mostra: Anton Perich, i suoi lavori, nella maggior parte ritratti, mostrano tutto quel mondo di personaggi che orbitavano attorno a Warhol, alcuni resi celebri solo grazie a lui, come nel caso delle sue Superstar, altri invece artisti già affermati attirati comunque dalla sua magnetica personalità. Anton Perich era anche pittore, video artista e fotografo per la rivista “Interview” di Andy Warhol e fu colui che nel 1977 inventò la macchina per la pittura meccanizzata, il trait d'union tra la Pop Art e l'arte digitale.
Fred McDarrah “documentarista ufficiale” dell’espressionismo astratto e di tutta quell’avanguardia degli anni ’50 e ’60 che prese poi il nome di “New York School”; i suoi lavori sono quelli che ritraggono con più oggettività i giorni, ma soprattutto le notti della Factory di Andy. McDarrah documenterà anche lo spettacolo “The Exploding Plastic Inevitabile” evento multimediale ante litteram che debuttò nel 1966 al Trip di New York.
David McCabe documenta per un anno, il 1964, la vita privata di Andy Warhol su richiesta dell’artista; Ugo Mulas che frequenta anche lui la Factory e la riporta nei suoi “click” e molti altri tra cui Ron Spencer, Elliot Landy, e Jarry Schatzembergher.
Saranno gli scatti di Lisa Law e Adam Ritchie, quest’ultimo parteciperà anche all’inaugurazione della mostra, ad immortalare quella che fu molto di più di una collaborazione tra Andy Warhol e i Velvet Underground. Un altro importante contributo alla mostra è stato dato da materiale di archivio del critico americano Johan Kugelberg, autore del libro The Velvet Underground – music ed arte a New York.


Oltre alle opere fotografiche la mostra sarà arricchita da alcune opere della Collezione Rosini Gutman, opere concesse da Gianfranco Rosini della Rosini Gutman Gallery di Riccione e Marco Zanardi di Orea Malià a Bologna.
Le opere saranno visibili da ONO sino al 18 Gennaio, data dopo la quale torneranno all'interno della “Collezione Rosini Gutman” per essere esposte nella Grande Mostra dedicata ad Andy Warhol, con oltre 70 opere del Grande Andy ed il contributo straordinario di un ritratto fotografico di Greg Gorman.
La Mostra nello Spazio Orea Malià si svolgerà dal 29 Gennaio al 31 Marzo 2012, in via Ugo Bassi 15, con entrata libera ed orario continuato dalle 10 alle 18.

lunedì 31 maggio 2010

Nicola Bertuzzi: Mostra "La Via crucis ritrovata"

Nicola Bertuzzi e la Via crucis ritrovata

a cura di Pietro Di Natale

Museo della Sanità e dell'Assistenza

Oratorio di Santa Maria della Vita

Bologna, via Clavature 8

Telefono: 0039 0516569777

21 maggio 2010 – 30 giugno 2010

da martedì a domenica

10.00-12.00 15.00-19.00



La Via crucis ritrovata

Dei preziosi "Quadretti della Via Crucis" di Nicola Bertuzzi si erano perse le tracce dal 1792, anno in cui furono registrati per l'ultima volta al terzo altare della Chiesa dell'Ospedale di San Biagio a Bologna, dove si trovavano da almeno dieci anni.

Collocato su via Santo Stefano all'angolo con vicolo Pusterla, l'Ospedale di San Biagio, detto anche di Santa Maria del Servi (dal nome della Confraternita che vi aveva sede) era assieme a quello di San Francesco il più importante ricovero per pellegrini della città. La Confraternita venne soppressa il 28 luglio 1798 e la chiesa definitivamente chiusa il 16 agosto 1808. Nel frattempo, l'Ospedale della Vita era stato unito a quello della Morte costituendo nel 1801 il Grande Ospedale della Vita e della Morte (nucleo originario dell'Ospedale Maggiore), cui furono annessi da subito gli ospedali della Santissima Trinità, di San Francesco e di San Biagio.

Nel 1933 Arfelli schedò la nostra Via crucis tra le opere custodite nel Santuario di Santa Maria della Vita e la riferì significativamente alla "maniera di Gaetano Gandolfi" sottolineandone "i ricchi sfondi, le figure ampie e i colori delicati e sfumati". Con ogni probabilità, nel periodo compreso tra la soppressione del complesso di San Biagio e questa data la splendida serie dipinta da Nicola Bertuzzi fu custodita, assieme ai beni provenienti dalle chiese degli ospedali, presso l'Ospedale Maggiore, fondato nel 1814 in via Riva Reno nell'edificio che dal 1725 aveva ospitato il nuovo Ospedale della Vita.



La mostra

In questa prima retrospettiva sul pittore anconetano s'intende rappresentare la sua poliedrica attività affiancando all'inedita Via crucis ritrovata una serie di opere significative all'interno suo fortunato percorso artistico. La selezione dei dipinti in mostra (importanti quadri "da stanza", opere di tema sacro, vivaci bozzetti e dipinti nei quali in Bertuzzi interviene in veste da figurista) esemplifica al meglio l'eterogenea produzione pittorica dell'Anconitano, del quale si propone nel volume sia la ricostruzione della vicenda biografica, sino ad oggi sconosciuta, sia l'esame critico dell'ampio catalogo, arricchito dalla Via crucis ritrovata e da altre significative prove, ampiamente riprodotte all'interno del testo.



Nicola Bertuzzi detto l'Anconitano (Ancona, 1715 circa – Bologna, 1777)

Figlio di Giovanni Battista, Nicola Tommaso Bertucci, volgarizzato Bertuzzi dai bolognesi, nasce ad Ancona verso la metà del secondo decennio del Settecento. Dal novembre del 1732 frequenta a Bologna i corsi in Accademia Clementina, vincendo i premi nelle classi di Figura nel 1734 e nel 1735. Dal 1742 è domiciliato assieme alla famiglia della sorella Anna Maria in Borgo delle Tovaglie. Nella prima metà degli anni Quaranta, sotto l'ala protettrice del suo maestro Vittorio Bigari, campione del rococò locale, il giovane Bertuzzi si fa conoscere in città partecipando agli apparati dei "Sacri sepolcri" allestiti per la Settimana Santa (1742-1743) e alle decorazioni nell'ex Collegio di Santa Lucia (1743) e nella Chiesa di San Mattia (1744).

Tra il 1746 ed il 1750 l'Anconitano si allontana da Bologna per raggiungere verosimilmente Venezia, dove, come rivelano le sue scelte stilistiche successive, rimane intimamente segnato dallo studio della pittura locale. Nei decenni successivi, dopo la nomina di Accademico (1751), si concretizza la sua escalation all'interno dell'istituzione bolognese dove ricopre le prestigiose cariche di Viceprincipe (1765, 1775) e di Principe, subentrando nel 1774 proprio a Bigari. Durante la sua intensa carriera licenzia molte opere destinate alle chiese e ai palazzi di Bologna e provincia (Medicina, Crevalcore, Bagnarola di Budrio), pur mantenendo vivi i rapporti con le Marche e Ancona, dove conserva parenti e committenti e fa recapitare svariati dipinti.

Il suo nutrito catalogo comprende decorazioni murali, pale d'altare, quadri "da stanza" di soggetto biblico, storico e letterario, composizioni autonome di piccolo formato, tra cui battaglie e straordinari bozzetti, nei quali esprime al meglio la sua conclamata foga pittorica, esibita attraverso scattanti colpi di pennello carichi di bella materia. Rimarchevole è inoltre la sua attività di figurista accanto ai maggiori pittori di paesaggio e di capricci architettonici. Tra i migliori e più fecondi interpreti della vivace parabola del barocchetto bolognese, l'Anconitano partecipa costantemente alle vicende dell'Accademia Clementina sino al 2 gennaio 1777, quando muore improvvisamente in casa Rossi Marsigli in Strada Maggiore, dove si era trasferito quindici anni prima.


Specifiche tecniche della mostra:

Nicola Bertuzzi e la Via crucis ritrovata

a cura di Pietro Di Natale


Museo della Sanità e dell'Assistenza

Oratorio di Santa Maria della Vita

Bologna, via Clavature 8

21 maggio 2010 – 30 giugno 2010


da martedì a domenica

10.00-12.00 15.00-19.00


Il volume e la mostra sono un progetto del Museo della Sanità e dell'Assistenza – Complesso monumentale di Santa Maria della Vita.


Il volume e il restauro della Via crucis rientrano nei progetti culturali voluti e finanziati dalla Fondazione Carisbo a seguito della Convenzione tra la Fondazione stessa, l'Azienda USL di Bologna e la Curia Arcivescovile.

Fondazione Carisbo – Museo della Città di Bologna s.r.l

Coordinamento: Angela Nardi, Benedetta Dolcini

Ufficio stampa: Annalisa Bellocchi


Il progetto rientra nelle manifestazioni celebrative dei 750 anni di vita dell'Ospedale Maggiore promosse dall'Azienda USL di Bologna.


La ricerca storica, la catalogazione e la realizzazione del volume rientrano nelle attività previste dal "Progetto di valorizzazione dei beni culturali delle Aziende Sanitarie Regionali" delibera regionale n.889 del 01/06/2008


Il restauro della Via crucis di Nicola Bertuzzi è stato realizzato dal Laboratorio di Restauro Silvia Baroni, in collaborazione con Sara Cuppini ed Elena Regazzi.


Si ringraziano i prestatori privati, le istituzioni e i musei per le opere d'arte gentilmente concesse e la Sovrintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena per la preziosa collaborazione (Direttore dei lavori: Gian Piero Cammarota)

Catalogo

P. Di Natale, Nicola Bertuzzi e la Via crucis ritrovata, BUP, Bologna 2010

Trasporti

Borghi Fine Arts – Bologna

Assicurazioni

Axa Art

Enti prestatori

Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio

Bologna, Ritiro di San Pellegrino

San Giovanni in Persiceto, Museo d'Arte Sacra

Bologna, Fondantico di Tiziana Sassòli


col sostegno di

Fondantico di Tiziana Sassòli

Polfil

lunedì 23 novembre 2009

Mostra Moana Pozzi, Casta Diva


MOANA - CASTA DIVA
Fotografie inedite di Gianfranco Salis
a cura di Valerio Dehò



23 Gennaio - 27 Marzo 2010
Contemporary Concept – Bologna



Dal 23 Gennaio al 27 Marzo 2010 si tiene a Bologna presso la galleria d'arte Contemporary Concept la mostra "Moana - Casta Diva" di Gianfranco Salis, prima esposizione fotografica di taglio artistico dedicata a Moana Pozzi.
La mostra, curata da Valerio Dehò, presenta ventidue fotografie di posa a figura intera realizzate tra il 1988 e il 1990. Gli scatti, di cui quindici del tutto inediti, immortalano uno dei personaggi italiani più controversi e affascinanti degli ultimi decenni mostrando con raffinatezza e gusto non solo la rara bellezza di una donna ma anche la sua spiccata personalità e il suo carisma.

Esistono migliaia di fotografie di Moana ma ben poche possono attestare l'alto profilo estetico e artistico di quelle realizzate da Gianfranco Salis, celebre ritrattista di soggetti femminili che nel corso degli anni Ottanta ha immortalato alcune delle più belle donne del cinema, della moda e della nobiltà romana tra cui: Margaux Hemingway, Sofia Loren, Laura Morante - fotografata per la prima campagna pubblicitaria di profumi femminili Armani - Anna Galiena e molte altre.
Nato professionalmente sotto la guida di Tazio Secchiaroli, tra i principali fotografi italiani del Novecento, Salis esordisce come fotografo sui set di film d'autore come Amarcord e I clown di Federico Fellini, e Il Viaggio di Vittorio De Sica. Parallelamente al lavoro di documentazione cinematografico inizia la serie dei ritratti femminili ed è proprio con uno di questi che nel 1988 vince il "The professional photographer's showcase" all'Epcot Center di Orlando.
La particolarità e il successo dei ritratti di Salis deriva sia dalla piena autonomia nella scelta dei soggetti - che denota l'ispirazione e lo spessore artistico degli stessi - sia dalla pratica di una tecnica - assolutamente inedita all'epoca - che prevede l'uso del colore su stampe in bianco e nero. Il risultato è un effetto quasi pittorico che riscuote un enorme successo e numerosi riconoscimenti nel mondo dell'arte, della moda e dell'editoria.

Il primo incontro con Moana Pozzi avviene nel 1988 su espressa richiesta dell'attrice. In questo periodo il fotografo, conclusa la lunga serie di ritratti a tre quarti che lo ha reso famoso, decide di dedicarsi allo studio della figura intera, del corpo nella sua totalità, e da questo studio nascono le tre serie su Moana esposte per la prima volta in esclusiva presso Contemporary Concept, galleria bolognese che si distingue per innovazione e qualità delle proprie produzioni.
Il secondo incontro risale al 1989 quando Moana chiede al fotografo di ritrarla in uno splendido vestito da sera rosso, da lei particolarmente amato. L'ultimo shooting è del 1990, pochi anni prima della prematura morte della donna.
Colpito dalla bellezza e dall'eleganza di Moana, dal suo fascino fuori dal tempo, Salis contravviene alla propria abitudine di non fotografare mai lo stesso soggetto più di una volta e realizza oltre trecentocinquanta scatti.
La particolare alchimia che questo fotografo riesce ad instaurare con i propri soggetti è proverbiale e si fonda sulla convinzione che esista un preciso momento, subito dopo l'incontro con il soggetto, in cui si riesce a cogliere l'essenza della persona e a fermarla con uno scatto.
Questo spiega perché Salis lavori velocemente e preferisca essere solo di fronte al soggetto da fotografare. Nel caso di Moana tali condizioni si sono verificate in maniera eccezionale grazie anche alla sua profonda consapevolezza di sé e del proprio corpo.

L'esposizione di queste fotografie, in gran parte mai pubblicate, ha carattere artistico e lontana da qualsiasi intento scandalistico si propone di restituire l'immagine di una donna bellissima, elegante, mai fuori luogo, che ha vissuto le proprie scelte rendendole pubbliche e che oggi, a quindici anni dalla propria morte, è diventata un'icona.

Ufficio Stampa
Culturalia di Norma Waltmann, Tel 051 6569105, Fax 051 2914955 info@culturaliart.com
dal sito www.culturaliart.com è possibile scaricare la cartella stampa completa





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Postato da Servizio Diffusione Comunicati su CorrieredelWeb.it L'informazione fuori e dentro la Rete.


martedì 3 novembre 2009

FRAGILE PROGETTI: ernestvirgola presenta peppe fiore


quasi quaderno 2010
è una rassegna che nasce dall'esperienza dell'etichetta indipendente ernestvirgola, attiva soprattutto nel campo del fumetto, e della casa lettrice malicuvata. Unisce due spazi, l'artshop Fragilecontinuo e l'enolibreria Zammù, e due tipologie di pubblico, gli appassionati d'arte e gli appassionati di letteratura cercando appunto di portare la letteratura ultra contemporanea nei luoghi dell'arte e il fumetto d'autore nei circoli letterari.



venerdì 6 novembre, ore 21.30
primo appuntamento

ernestvirgola presenta
peppe fiore

@ Fragilecontinuo
Vicolo De Facchini, 2/a
Bologna

+ aperitivo dalle 19.30




Il suo ultimo libro, La futura classe dirigente (Minimum Fax, 2009), è il ritratto di una generazione, la nostra, e leggendolo è impossibile non identificarsi con il protagonista, Michele Botta. Una scrittura di altissima qualità per una vicenda tragicomica come sapeva esserlo solo la vecchia commedia all'italiana, il tutto per parlare del mondo in cui ci muoviamo noi oggi.
Il libro non è ancora stato presentato ufficialmente a Bologna. Questa in realtà non sarà neanche una presentazione del libro, non ne avremo nemmeno una copia in vendita. Ma avevamo la possibilità di portare qui l'autore e dovevamo farlo. Per noi è un dovere morale e civile. Poi su di lui girano opinioni discordanti, c'è chi lo adora anche come persona e chi non lo sopporta. Sarà una serata memorabile, non l'ennesimo noiosissimo reading, Un incrocio tra un cabaret sgangherato, una terapia di gruppo improvvisata, una telefonata tra amiche e una festa delle medie con annesso gioco della bottiglia.

PS. Se avete una maglietta di cotone di colore chiaro portatela con voi, realizzeremo live le tshirt ricordo della serata con il simpatico stencil che trovate in allegato.


--  laboratorio fragilecontinuo vicolo dè facchini 2/a 40126 bologna fragilecontinuo.blogspot.com T: 3279927746  

venerdì 2 ottobre 2009

Mostra Christian Ghisellini - Agnese Skujina.




Christian Ghisellini
Agnese Skujina



all'interno della quale verranno presentati i lavori di

Sarah Aluisi e Francesca Guerra

classe V D sez. Pittura e Decorazione Pittorica del
Prof. Antonio Borzì
ISART
Istituto Superiore Artistico


9 ottobre - 9 dicembre


a cura di
Caterina Morelli

Inaugurazione
venerdì 9 ottobre ore 18.30





un progetto di
INA ASSITALIA PER I GIOVANI




INA Assitalia
Agenzia Generale Bologna Centro
Via de' Pignattari, 3 Bologna Telefono: 051 6405217 • 051 6405282 E-mail: relazionipubblico@inabologna.it
Orari: lunedì-giovedì, 9.00-13.00 14.30-17.30, venerdì, 9.00-13.00


giovedì 17 settembre 2009

Nel clima di Artelibro a Fragilecontinuo



Nel clima di Artelibro:

i racconti verbo-visuali di Linda Rigotti a Fragilecontinuo


Dal 19 settembre al 3 ottobre 2009 "E appropriamento ipotetico di una città", narrazioni per immagini su carta


Anticipa e accompagna Artelibro, ma ne espande anche i confini, la mostra organizzata da Fragilecontinuo. Dal 19 settembre al 3 ottobre 2009 verranno infatti esposti i lavori di Linda Rigotti, il cui nucleo centrale è rappresentato da quello che potremmo definire semplicisticamente come "libro d'artista", ma che sconfina e si completa nella narrazione attraverso altri linguaggi.


"E appropriamento ipotetico di una città" il titolo della mostra, ad indicare il filo conduttore che percorre libro, immagini e video esposti. Un titolo che chiama in causa il concetto di luogo e, con sé, quello di viaggio, percorso. I lavori esposti mettono infatti in relazione due luoghi simbolo per Linda – le Dolomiti, dov'è nata, e Bologna, dove ha vissuto e vive – in un susseguirsi di frammenti che si traducono in litografia, foto, parole che scorrono. Il tutto elaborato e trasformato graficamente, per poi essere fissato su carta in un atto sapientemente artigianale di manipolazione del supporto.


Il lavoro verbo-visuale che trova espressione nel libro si completa con un video/documentario che racconta in immagini in movimento quanto è stato fissato su carta, di cui saranno esposte anche le litografie e le fotografie originali. La congiunzione "e" al principio del titolo della mostra suggerisce invece la presenza di altri lavori sul suppoto carta.



INFORMAZIONI GENERALI


Chi Linda Rigotti

Cosa "E appropriamento ipotetico di una città" - Personale

Dove Fragilecontinuo

http://fragilecontinuo.blogspot.com

Vicolo de' Facchini 2/a (angolo via Mentana), Bologna

Quando Vernissage 19 settembre 2009, dalle 19.00

Mostra 19 settembre – 3 ottobre 2009

Contatti press.fragile@gmail.com

335.7413307



sabato 12 settembre 2009

Mostra: libro d' artista


Gent.mi Amici, in occasione della sesta edizione di ARTELIBRO, Festival del Libro d'Arte,
ho il piacere d'inviarvi alla mostra:



libro d'artista


24-30 settembre

Sarah Aluisi - Eleonora Civadda
Vanessa Ferrando - Francesca Guerra
Chiara Marzaduri - Luigi Naldi
Marta Proietti - Giancarlo Rosetti
Elisa Savoia - Erika Semprevivo
Giulia Valentino - Marta Zaccarini

classe V D sez. Pittura e Decorazione Pittorica del
Prof. Antonio Borzì

a cura di
Caterina Morelli

Inaugurazione
giovedì 24 settembre ore 18.30


un progetto di
INA ASSITALIA PER I GIOVANI
in collaborazione con
ISART
Istituto Superiore Artistico



Ina Assitalia
Agenzia Generale Bologna Centro
Via De' Pignattari, 3 Bologna Telefono: 051 6405217 • 051 6405282 E-mail: agenzia@inabolognacentro.it
Orari: lunedì-giovedì, 9.00-13.00 14.30-17.30, venerdì, 9.00-13.00

giovedì 19 marzo 2009

FRAGILECONTINUO RELOAD


SABATO 21 MARZO 09


FRAGILECONTINUA NEL NUOVO
SPAZIO



DI
VICOLO DE' FACCHINI 2 / A BOLOGNA


DALLE ORE 19.00



APERITIVO + ELECTRIC FLAG TRIO LIVE


INFO

vicolo de' facchini 2/a bologna
fragilecontinuo.blogspot.com
flickr.com/fragilecontinuo
fragilecontino@gmail.com

mercoledì 11 marzo 2009

Inaugurazione: Patrizia Anedda – Lucia Arena

Gent.mi Amici,

ho il piacere d'invitarvi all' inaugurazione della mostra


Patrizia Anedda
Lucia Arena

dal 20 marzo al 20 maggio


a cura di
Caterina Morelli


Inaugurazione
venerdì 20 marzo ore 18.30

Ina Assitalia – Agenzia Generale Bologna Centro
Via De' Pignattari, 3 – Bologna
Telefono: 051/6405275
E-mail: agenzia@inabolognacentro.it

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giadalomi@interfree.it

venerdì 20 febbraio 2009

CONCERTO PER IPHONE A BOLOGNA

Suonare l'iPhone
Il telefonino multimediale della Apple diventa uno strumento musicale

Domenica 22 febbraio, ore 21
Wolf Music Club, Via Massarenti, 118 - Bologna (BO)
051 342944 www.bar-wolf.it

Pochi sanno che l'iPhone, uno dei gadget tecnologici più di moda degli ultimi tempi, oltre ad essere un eccellente telefono multimediale, nasconde al suo interno una serie di funzioni capaci di generare un campionario di suoni e un mix di strumenti musicali digitali da fare invidia ai più sofisticati sintetizzatori.
Con questa intuizione, il pianista Teo Ciavarella, docente di Jazz presso i conservatori di Bologna e Ferrara, propone per la prima volta un vero e proprio "Concerto per iPhone", a cui si aggiungono pianoforte, sax, contrabbasso, percussioni e voce. Una performance live, in cui l'iPhone interagisce con gli altri strumenti musicali creando sofisticate atmosfere ambient, dove la musica elettronica si fonde con il mondo dell'improvvisazione.
Il concerto si terrà domenica 22 febbraio, alle ore 21, presso il Wolf Music Club di Bologna.

"Concerto per iPhone"
Teo Ciavarella, pianoforte e iPhone
Stefano Scippa, sax
Felice Del Gaudio, contrabbasso
Flavio Piscopo, percussioni


Per info:
Teo Ciavarella
393 9933922 teociavarella@fastwebnet.it www.teociavarella.it

CULTURALIA di Norma Waltmann
Bologna - Vicolo Bolognetti 11 tel : +39-051-6569105fax: +39-051-2914955mob: +39-392-2527126 email: info@culturaliart.com web: www.culturaliart.com


lunedì 16 febbraio 2009

inguine.net: SUBject 3 giorni di fumetto, grafica e cartoons. Bologna, 20/21/22 febbraio





Bologna, 20/21/22 febbraio
SPAZIO CAPODILUCCA via Capo di Lucca 12, Bologna
LA PILLOLA, Via Mascarella, 37, Bologna
LIBRERIA MODO, Via Mascarella 24/b, Bologna


www.inguine.net


SUBject_MOTIONS

Venerdi 20 febbraio, dalle 17, inaugura all'interno dello spazio espositivo CAPODILUCCA (via Capo di Lucca 12, Bologna) la mostra delle opere originali di Paolo Bacilieri, Gianluca Costantini, Angelo Mennillo, Eugenia Monti, Enciclopedia Magazine, Pornografica e, per la prima volta a Bologna, le vignette di Naji Al-Ali, disegnatore palestinese, creatore del personaggio Handala, il piccolo bambino palestinese con le spalle voltate allo spettatore che in moltissimi paesi arabi è una sorta di mascotte venduta in ogni spaccio.
La mostra rimarrà aperta venerdi, sabato e domenica dalle 17 alle 21. Ingresso grauito.


Alle 18 avrà luogo la proiezione di una selezione di corti animati che trattano con tecniche e uno sguardo non convenzionale il tema del conflitto e della guerra. Realizzati da alcuni dei più importanti maestri dell'animazione, come Norman MacLaren e Bruno Bozzetto, i cartoons della rassegna, curata e introdotta da Andrea Martignoni, offrono inoltre la possibilità di conoscere le tecniche utilizzate e scoprire le innumerevoli possibilità del racconto animato. Come in "God on our side" di Michal Pfeffer e Uri Kranot, in cui gli autori trattano il tema del conflitto israeliano - palestinese con disegni animati per i quali si sono ispirati a Guernica di Picasso, oppure come nell'ironico "Balablok" del maestro polacco Bretislav Pojar, dove un cubo e una palla non riconoscendosi come uguali e non avendo molti argomenti in comune decidono di attaccarsi... La battaglia sarà totale.


Al termine della proiezione, Andrea Martignoni incontra e presenta Saul Saguatti, autore bolognese di film animati, vincitore con "Basmati" nel 2006 del primo premio alla "Mostra Internazionale del Cinema Astratto", Filippo Pirini, artista che spazia dal disegno alla scultura e autore del book-trailer animato dedicato al libro/mostra Pornografica, e Michela Donini e Roberto Paganelli dell' Associazione Ottomani che presenteranno le attività ed i laboratori sul cinema di animazione dedicati ai ragazzi nelle scuole.


In serata, dalle 21, il programma di SUBject prosegue in via Mascarella 27, presso la Galleria LA PILLOLA con la mostra/installazione di Alessandro Baronciani. A pochi passi da li, poi, presso la LIBRERIA MODO INFOSHOP, l'autore parlerà del suo nuovo libro "Quando tutto divento blu", edito da Black Velvet: la storia di una ragazza che scende nelle profondità delle proprie paure, affrontata con un disegno che non rinuncia alla leggerezza del tratto per raccontare l'ansia della protagonista.

SUBject_COMIX

Sabato 21 febbraio, alle 17,30 presso CAPODILUCCA aprono la serie di incontri dedicati ad autori e produzioni editoriali a fumetti, Angelo Mennillo e Eugenia Monti, che presentano rispettivamente "Strawberry" e "Mozziconi", editi da Edizioni del Vento. Dario Morgante, direttore editoriale di PURPLE PRESS presenterà il catalogo e le prossime uscite della casa editrice romana, che annovera tra i suoi autori anche Miguel Ángel Martín, definito dalla rivista "TIME" uno dei migliori disegnatori europei.


Alle 18,30, Thar Lamri, intellettuale e scrittore algerino da molti anni residente in Italia, incontra Gianluca Costantini ed Elettra Stamboulis, autori per Comma 22 di "L'ammaestratore di Istanbul" romanzo a fumetti sulla straordinaria figura di Osman Hamdi, intellettuale ottomano vissuto a cavallo di '800 e '900. Primo pittore che ritrasse con modi naturalistici le donne, Osman Hamdi fu il fondatore del Museo Archeologico di Istanbul, lo scopritore delle tombe regali di Sidone (tra cui quella considerata all'epoca di Alessandro Magno) e Nemrut Dagh, primo archeologo dal nome orientale ad essere accolto nella Società degli archeologi europei, fu anche l'ideatore della legge che protegge il patrimonio artistico turco. Negli ultimi anni della sua vita organizzò anche la prima Accademia d'Arte dell'impero ottomano, divenuta poi la Mimar Sinan. Eppure il suo nome non compare nei libri d'arte o di storia culturale dell'occidente.


Alle 19.30, Giovanni Mattioli (Kappa edizioni) e Cristina Maiocchi (Galleria Mio Mao), presentano "Canzoni in A4" di Paolo Bacilieri. L'autore della saga di Zeno Porno – i cui libri hanno vinto numerosi premi e che è riconosciuto come uno dei migliori autori di fumetto della sua generazione – raccoglie quasi duecento disegni in un libro; un insieme di ritratti, paesaggi, impressioni sul mondo e l'Italia di oggi, scanditi da altri disegni ispirati al mondo della musica e nati dalla fascinazione per una canzone o per il viso strambo di un cantante. Sara presente l'autore.

SUBject_GRAPHIC

Domenica 22 febbraio, dalle 17, negli spazi di CAPODILUCCA (via Capo di Lucca 12, Bologna), l'associazione Ciclostile propone !TXT, la nuova tappa del progetto di scrittura visiva che nasce dalla collaborazione tra creativi e visual/graphic designer, scrittori, musicisti e finalizzato alla realizzazione di narrazioni visuali dove la parte di scrittura vera e propria si intreccia di continuo con l'illustrazione e le immagini in movimento. Il progetto è aperto ai contributi di visual designer ed artisti della parola ed è strutturato per percorsi paralleli pronti a subire improvvise deviazioni ed intersezioni.


Orari di apertura MOSTRA
venerdi 20 feb: dalle 17 alle 21
sabato 21 feb: dalle 17 alle 21
domenica 22 feb: dalle 17 alle 21

Luoghi
SPAZIO CAPODILUCCA via Capo di Lucca 12, Bologna
LA PILLOLA Via Mascarella, 37, Bologna
LIBRERIA MODO Via Mascarella 24/b, Bologna

Info e programma completo
www.inguine.net inguine@email.it




GianlucaCostantini <gianlucacostantini@mirada.it>

mercoledì 14 gennaio 2009

Inaugurazione galleria d'arte Enrico Astuni

venerdì 23 gennaio 2009 dalle ore 19 alle 22
inaugurazione del nuovo spazio bolognese Galleria Enrico Astuni
e vernice della mostra
sci-art
con performance di Nick Laessing e Athanasios Argianas


GALLERIA ENRICO ASTUNI

SCI.ART
Ursula Berlot, David Claerbout, Attila Csörgö, Christoph Keller, Robert
Kusmirowski, Tobias Putrih, Thomas Zipp


<<>> Primo Levi (n “Primo Levi/Tullio Regge – Dialogo”, Oscar Mondadori, 1994, pag. 13-14)

Arte e scienza sono comunemente considerate diametralmente opposte: la prima mossa da emozioni, quindi irrazionale dubbia; la seconda seria, razionale, dunque fredda. Eppure, tale distanza non è sempre esistita, persiste in gran parte per via di pregiudizi, ed e dal punto di vista teorico già ridotta. Il Rinascimento e figure come Leonardo da Vinci sono esemplari di un'epoca in cui le discipline non erano chiaramente distinte, e l'arte era considerata come strumento di cognizione. Dall'avvento della meccanica newtoniana, applicabile alla fisica delle medie dimensioni che caratterizza l'esperienza quotidiana, la cultura occidentale è stata permeata da sequenze deterministiche di causa ed effetto. Dura e assolutistica,la fisica classica ci pone nella posizione d'osservatori obbiettivi e stranei ai fenomeni presi in considerazione come se non ne facessimo parte. Ma epistemologi e scienziati riconoscono quanto l'estetica influenzi il loro pensiero, e ammettono che le teorie non sono lo specchio di fenomeni naturali, ma piuttosto formule inventate per predirli, riduttive idealizzazioni della realtà valide solo fino a prova contraria. Il padre della meccanica quantistica Niels Bohr, confessa di essere arrivato ai suoi modelli intuitivamente, sotto forma d'immagini. Numerose teorie della cosmologia moderna (superstringhe, wormholes, baby universi) non sono empiricamente sperimentabili e si basano unicamente su cognizioni matematiche e tendenze statistiche. Alcuni scienziati aspirano ad abbracciare una scienza più "artistica". Altri paragonano il futuro della fisica alla botanica: una vasta collezione di dati empirici tenuti insieme da teorie. Fatto sta, che la scienza dei nostri pregiudizi è terminata e un'altra scienza ha preso piede; meno riduttiva e polarizzante, che segue modelli binari ravvicinandosi alla biologia. Numerosi artisti, fra cui Ursula Berlot, David Claerbout, Attila Csórgó, Christoph Keller, Robert Kusmirowski, Tobias Putdh e Thomas Zipp presentati nella mostra SCI-ART, traggono ispirazione dalla scienza riuscendo a trasformare le idee astratte delle teorie scientifiche in esperienze sinestetiche che s'imprimono profondamente nella nostra mente. Alla luce delle teorie della relatività e della meccanica quantistica, non è più possibile separare il tempo dallo spazio, tanto meno mantenere una prospettiva lineare o cognizioni di tempo progressive sequenziali. David Claerbout riprende un momento di svago di una famiglia con più telecamere contemporaneamente. La scena, svolta in un attimo, è “osservata” da molteplici punti di vista che, mostrati in sequenza, necessariamente la dilatano nel tempo. Se viaggiassimo alla velocità della luce, percepiremmo la curvatura dello spazio tempo e vedremmo oltre l'oggetto, di fianco e dietro. Robert Kusmirowski ricostruisce in cartone oggetti appartenenti a epoche precedenti alla nostra, contraffacendone persino la patina. Ritardi, accelerazioni, reversibilità riportano a una concezione
ontologica piuttosto che lineare del tempo. Christoph Keller paragona lo scienziato classico a un fotografo che vede il mondo attraverso la lente, come fosse un osservatore esterno dallo sguardo obbiettivo, che non interferisce sullo scenario esaminato. Dal canto suo, ha modificato una macchina fotografica in modo che funzioni come uno scanner. La pellicola viene esposta tirandola davanti a una fessura che amplia la panoramica oltrepassando i 180" di un obbiettivo normale e libera il fotografo dalla prospettiva fissa e lineare di una concezione del mondo pre- relativistica. Ill risultato è un diagramma di movimento, dove gli oggetti che si muovono velocemente appaiono compressi, i lenti elongati.

GALLERIA ENRICO ASTUNI
Pietrasanta 55045 (Lu) - Piazza Duomo, 37 - tel. e fax 0584 7 I 760
M a r i n a d i Pietrasanta55045(Lu)-ViaSparta,54-te1.058420623-fax0584266014
www.galleriaastuni.com - e-mail: galleria.astuni@libero.it

GALLERIA ENRICO ASTUNI
Via Iacopo Barozzi 3
40126 Bologna
tel. +39 051 4211132
fax +39 051 4211242
info@galleriaastuni.it
www.galleriaastuni.com

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