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mercoledì 14 gennaio 2009
Inaugurazione galleria d'arte Enrico Astuni
inaugurazione del nuovo spazio bolognese Galleria Enrico Astuni
e vernice della mostra
sci-art
con performance di Nick Laessing e Athanasios Argianas
GALLERIA ENRICO ASTUNI
SCI.ART
Ursula Berlot, David Claerbout, Attila Csörgö, Christoph Keller, Robert
Kusmirowski, Tobias Putrih, Thomas Zipp
<<>> Primo Levi (n “Primo Levi/Tullio Regge – Dialogo”, Oscar Mondadori, 1994, pag. 13-14)
Arte e scienza sono comunemente considerate diametralmente opposte: la prima mossa da emozioni, quindi irrazionale dubbia; la seconda seria, razionale, dunque fredda. Eppure, tale distanza non è sempre esistita, persiste in gran parte per via di pregiudizi, ed e dal punto di vista teorico già ridotta. Il Rinascimento e figure come Leonardo da Vinci sono esemplari di un'epoca in cui le discipline non erano chiaramente distinte, e l'arte era considerata come strumento di cognizione. Dall'avvento della meccanica newtoniana, applicabile alla fisica delle medie dimensioni che caratterizza l'esperienza quotidiana, la cultura occidentale è stata permeata da sequenze deterministiche di causa ed effetto. Dura e assolutistica,la fisica classica ci pone nella posizione d'osservatori obbiettivi e stranei ai fenomeni presi in considerazione come se non ne facessimo parte. Ma epistemologi e scienziati riconoscono quanto l'estetica influenzi il loro pensiero, e ammettono che le teorie non sono lo specchio di fenomeni naturali, ma piuttosto formule inventate per predirli, riduttive idealizzazioni della realtà valide solo fino a prova contraria. Il padre della meccanica quantistica Niels Bohr, confessa di essere arrivato ai suoi modelli intuitivamente, sotto forma d'immagini. Numerose teorie della cosmologia moderna (superstringhe, wormholes, baby universi) non sono empiricamente sperimentabili e si basano unicamente su cognizioni matematiche e tendenze statistiche. Alcuni scienziati aspirano ad abbracciare una scienza più "artistica". Altri paragonano il futuro della fisica alla botanica: una vasta collezione di dati empirici tenuti insieme da teorie. Fatto sta, che la scienza dei nostri pregiudizi è terminata e un'altra scienza ha preso piede; meno riduttiva e polarizzante, che segue modelli binari ravvicinandosi alla biologia. Numerosi artisti, fra cui Ursula Berlot, David Claerbout, Attila Csórgó, Christoph Keller, Robert Kusmirowski, Tobias Putdh e Thomas Zipp presentati nella mostra SCI-ART, traggono ispirazione dalla scienza riuscendo a trasformare le idee astratte delle teorie scientifiche in esperienze sinestetiche che s'imprimono profondamente nella nostra mente. Alla luce delle teorie della relatività e della meccanica quantistica, non è più possibile separare il tempo dallo spazio, tanto meno mantenere una prospettiva lineare o cognizioni di tempo progressive sequenziali. David Claerbout riprende un momento di svago di una famiglia con più telecamere contemporaneamente. La scena, svolta in un attimo, è “osservata” da molteplici punti di vista che, mostrati in sequenza, necessariamente la dilatano nel tempo. Se viaggiassimo alla velocità della luce, percepiremmo la curvatura dello spazio tempo e vedremmo oltre l'oggetto, di fianco e dietro. Robert Kusmirowski ricostruisce in cartone oggetti appartenenti a epoche precedenti alla nostra, contraffacendone persino la patina. Ritardi, accelerazioni, reversibilità riportano a una concezione
ontologica piuttosto che lineare del tempo. Christoph Keller paragona lo scienziato classico a un fotografo che vede il mondo attraverso la lente, come fosse un osservatore esterno dallo sguardo obbiettivo, che non interferisce sullo scenario esaminato. Dal canto suo, ha modificato una macchina fotografica in modo che funzioni come uno scanner. La pellicola viene esposta tirandola davanti a una fessura che amplia la panoramica oltrepassando i 180" di un obbiettivo normale e libera il fotografo dalla prospettiva fissa e lineare di una concezione del mondo pre- relativistica. Ill risultato è un diagramma di movimento, dove gli oggetti che si muovono velocemente appaiono compressi, i lenti elongati.
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