Cento xilografie di Salvador Dalì raccontano il viaggio metaforico di Dante nei regni ultraterreni.
Tre città pugliesi ospitano la sua mostra, invitando il visitatore a ripercorrere il viaggio di Dante: l'Inferno ad Acquaviva delle Fonti, il Purgatorio a Sammichele di Bari e il Paradiso a Turi.
L'opera è una delle maggiori espressioni del metodo pittorico "paranoico-critico" dell'artista surrealista.
L'immaginario viaggio di Dante nelle cantiche della Divina Commedia rivive nelle tre città che ospiteranno la mostra "DALÌ. LA DIVINA COMMEDIA".
Dal 16 dicembre al 5 marzo prossimo Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari e Turi esporranno le opere di un grandissimo artista del secolo scorso: Salvador Dalì, nell'ambito dell'operazione "Opere fuori contesto".
La mostra è organizzata dalla Società Sistema Museo, gestore del SAC Ecomuseo di Peucetia.
"Dalì. La Divina Commedia" prende il nome dall'omonima serie di xilografie nate dal genio dell'estroso artista spagnolo e ispirate al capolavoro dantesco.
Composta da cento opere a colori, firmate, numerate e pubblicate da Les Heures Claires a Parigi nel 1960, "La Divina Commedia" riunisce trentatre trittici, ognuno dei quali è composto di tre tavole riferite rispettivamente al Paradiso, al Purgatorio e all'Inferno danteschi.
L'opera fonde simboli, allusioni, magia e allegorie in un connubio perfetto, diventando una delle maggiori espressioni del metodo pittorico "paranoico-critico" caratteristico dell'artista surrealista.
Le tre cantiche di Dante troveranno posto distribuite nelle tre città pugliesi, rispettivamente l'Inferno ad Acquaviva delle Fonti a Palazzo de' Mari, il Purgatorio al Castello Caracciolo di Sammichele di Bari e il Paradiso nella Chiesa di Sant'Oronzo a Turi.
Dalì creò questi capolavori nel suo periodo illustrativo migliore e lavorò per quasi nove anni alla realizzazione dei cento acquerelli.
In seguito all'esposizione al Musée Galliera di Parigi nel 1960, furono trasposti in altrettante xilografie, dopo quattro anni di assiduo lavoro con il maestro stampatore Raymond Jacquet. Il risultato è eccellente, sia dal punto di vista tecnico che artistico.
Il soggetto della Divina Commedia, illustrato in precedenza da Botticelli, Blake, Bocklin e Doré, diventa per Dalì un viaggio nella memoria della sua poliedrica sperimentazione e rappresenta una summa della propria arte.
Il maestro spagnolo ha raggruppato qui vari aspetti della sua ricerca stilistica, dalla cosiddetta "estetica del molle" alla curiosità verso i miti classici, dall'interesse per la costruzione michelangiolesca delle figure al gusto per l'incisione circolare che dona loro una forma dinamica.
Nell'uso del colore ci si trova davanti ad una vera e propria antologia di modi, dal tratto fragile e guizzante all'uso plastico, come nei panneggi pesanti e materici.
Come nella Divina Commedia anche nell'opera di Dalì si respira un'atmosfera di grandezza, di ostentazione consapevole del sublime.
La mostra "Dalì. La Divina Commedia" si pone all'interno di un più ampio progetto di valorizzazione del territorio, dei suoi beni culturali e paesaggistici che rientra dell'operazione "Opere fuori contesto" del progetto SAC Ecomuseo di Peucetia.
Affiancano la mostra numerose attività collaterali, tra cui visite guidate e laboratori didattici rivolti ai più piccoli con l'obiettivo di far conoscere il linguaggio espressivo di Dalì.
I bambini tra i 7 e i 14 anni potranno sperimentare di persona la metamorfosi degli oggetti e dei corpi partendo dalle immagini bidimensionali delle xilografie, fino ad arrivare alle immagini create da loro stessi.
Per la fascia d'età tra i 10 ed i 14 anni il momento pratico sarà dedicato anche alla lettura delle opere di Dalì tramite il "Gioco dei cadaveri squisiti" inventato dai Surrealisti.
L'attività didattica e le visite guidate sono a cura della Società Sistema Museo.
Informazioni mostra:
Call Center 199 151 123
callcenter@sistemamuseo.it
www.sistemamuseo.it
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