TERRITORI INSTABILI
Confini e identità nell'arte contemporanea
Artisti:
Kader Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler, Adam Broomberg &
Oliver Chanarin, Paolo Cirio, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard
Mosse, Paulo Nazareth, Jo Ractliffe, The Cool Couple
A cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori
11 ottobre 2013-19 gennaio 2014
Anteprima stampa: giovedì 10 ottobre 2013, ore 12.00 / Inaugurazione: giovedì 10 ottobre 2013, ore 19.00
Centro di Cultura Contemporanea Strozzina
Palazzo Strozzi, Firenze
Territori instabili. Confini e identità nell'arte contemporanea, a cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori, propone opere di dieci artisti internazionali (Kader
Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler, Adam Broomberg & Oliver
Chanarin, Paolo Cirio, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard Mosse,
Paulo Nazareth, Jo Ractliffe, The Cool Couple)
che permettono di ripensare l'idea di territorio nel mondo
contemporaneo, sempre più caratterizzato da un superamento di concetti
come nazione o confine, ma anche da un ritorno a nuovi nazionalismi e a
una riflessione sull'individuo in rapporto a un territorio o una
comunità specifici.
Viviamo
in un'epoca in cui lo straordinario sviluppo della mobilità di persone
e beni, la digitalizzazione dei mezzi di comunicazione e della
conoscenza, flussi migratori e processi economici sempre più globali
hanno radicalmente trasformato la percezione di territori, limiti e
confini. Sulla base dell'instabilità di questi concetti fondamentali
per la definizione dell'identità dell'uomo, sembrano aprirsi due
strade, non necessariamente contrapposte. Da una parte il rifugio nella
sicurezza e nella vicinanza micro-territoriale, regionale, o
addirittura familiare, dall'altra, come teorizzato dal sociologo Ulrich
Beck, un nuovo concetto di cosmopolitismo nella sua accezione più
democratica ed egualitaria.
Che
cosa significa allora parlare di "territorio" oggi? Questo termine non
indica solo una nozione geografica o un'area spaziale ma fa
riferimento anche a un concetto di appartenenza che si estende a una
dimensione personale, psicologica e mentale, e, in un contesto ancora
più ampio, sociale, culturale e identitaria. Le
opere degli artisti in mostra forniscono differenti attitudini, modi
di vivere e pensare il rapporto instabile tra identità, territorio e
confine in un'era di grandi aspettative (e illusioni) su una borderless society,
una "società senza confini", un territorio globale condiviso.
Fotografie, video, installazioni danno lo spunto per riflessioni
sull'idea di frontiera come scoperta o barriera, sulla ibridazione tra
cosmopolitismo e rivendicazione territoriale, sulla figura dell'artista
stesso nella sua condizione di viaggiatore, nomade o sperimentatore in
bilico tra territori fisici e simbolici.
Artisti come Sigalit Landau (Israele, 1969) e Paulo Nazareth
(Brasile, 1977) pongono al centro della loro ricerca il proprio corpo e
la sua relazione con territori, confini e limiti. Protagonista di
lunghi viaggi a piedi in luoghi diversi del mondo, dal Brasile agli
Stati Uniti fino all'India, le eterogenee opere di Nazareth testimoniano
una riflessione sulla sua figura di artista nomade, che gioca e scopre
la sua identità multietnica tramite azioni performative,
fraintendimenti linguistici e paradossali incontri con persone e spazi
diversi. Nei video DeadSee e Barbed Hula, Sigalit Landau
propone invece due azioni performative che riflettono sul tema del
confine fisico e simbolico e sulla contrapposizione tra vita e morte,
conquista e perdita dell'identità: da una parte la creazione di una
suggestiva spirale costituita dal proprio corpo e innumerevoli angurie
che galleggiano sul Mar Morto, dall'altra un hula hoop a corpo nudo con
un filo spinato su una spiaggia di Tel Aviv.
Nato e cresciuto in Francia ma con origini algerine, Kader Attia
(Francia, 1970) esplora contraddizioni e complessità del rapporto tra
Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo, in una ricerca pluriennale
fatta di opere che permettono una riflessione sull'idea di
riappropriazione culturale e identitaria. Per la mostra, Attia presenta
una nuova grande installazione in cui i visitatori saranno chiamati a
muoversi in percorsi costretti e popolati di frammenti di specchi
infranti e ricuciti, riflettendo sul rapporto tra spazio esterno e
identità, territori fisici e psicologici.
In occasione della mostra, Tadashi Kawamata
(Giappone, 1953) realizza una installazione site specific articolata
in più punti di Palazzo Strozzi, esaltando la sua tipica riflessione
sulla contrapposizione/compenetrazione di luoghi e architetture
diverse. Simili a nidi di uccelli ma anche a piccole abitazioni di
fortuna, alcune costruzioni effimere in legno (le cosiddette Tree Huts,
"Capanne sugli alberi") creeranno un innesto "abusivo" nella solida e
potente struttura rinascimentale del Palazzo, creando un forte contrasto
tra materiali transitori e strutture permanenti, architettura storica e
installazione temporanea.
Affrontando un tema di grande attualità per l'Italia, la mostra presenta il video The Right of Passage di Oliver Ressler (Austria, 1970) e Zanny Begg
(Australia, 1972) che affrontano il tema dei diritti di cittadinanza e
dell'identità nazionale, soffermandosi sullo strumento giuridico
principale del movimento e della permanenza in un territorio: il
passaporto. Interviste a persone comuni e a teorici della migrazione si
succedono a sequenze animate, conducendo a una riflessione sulla
difficoltà o l'impossibilità di ottenere diritti politici elementari che
determinano la vita di ciascun individuo in una società.
Facendo
emergere le contraddizioni della globalizzazione finanziaria, basata
sul superamento (o aggiramento) del concetto di nazione a livello
giuridico ed economico, Paolo Cirio (Italia, 1979) presenta il progetto Loophole for all
("Scorciatoia per tutti") che unisce hacking digitale e azione
artistica. Giocando sulle "scorciatoie" fiscali legalmente riconosciute
dalla legislazione delle Isole Cayman, Cirio ha creato una piattaforma
online in cui mettere in vendita, al costo di soli 99 centesimi,
certificati di partecipazione a reali società registrate in questo
celebre paradiso fiscale, con un obiettivo: rendere l'evasione fiscale
legale e possibile a tutti, non solo a celebri hedge fund o imprese
multinazionali.
Adam Broomberg e Oliver Chanarin (Sud Africa, 1970; Regno Unito, 1971) presentano un nuovo sviluppo del progetto Chicago,
un'installazione video e fotografica di un non-luogo, un territorio
reale e irreale allo stesso tempo come la finta cittadina araba
Chicago, costruita nel deserto di Negev in Palestina dall'esercito
israeliano per poter creare simulazioni ed esercitazioni di azioni di
guerra e di controllo della popolazione araba.
Sulla scia di una
riflessione sullo statuto della fotografia come documento di territori
contraddittori, si pongono anche le opere in mostra di Jo Ractliffe (Sud Africa, 1961) e The Cool Couple
(Niccolò Benetton e Simone Santilli, Italia, 1986 e 1987). Il duo
italiano presenta una nuova produzione che ha per soggetto un
territorio di confine come la Carnia in Friuli Venezia Giulia ed evento
storico poco noto e dimenticato da molti: la storia della presenza
forzata della comunità cosacca nel 1944-45. Fotografie odierne del
paesaggio e materiali d'archivio permetteranno un cortocircuito nella
riflessione sulla sovrapposizione di tradizioni, lingue, costumi e sulle
tracce e le censure di questa contaminazione. Nella serie fotografica
in bianco e nero As Terras do Fim do Mundo, Ractliffe propone
invece una silenziosa e poetica ricognizione sui luoghi che sono stati
teatro della sanguinosa guerra civile in Angola, durante la quale le
lacerazioni nazionali si unirono a logiche sovranazionali della guerra
fredda, che portarono allo scontro tra l'esercito sudafricano e i
soldati delle Forze Armate Rivoluzionarie inviate da Cuba.
Altra riflessione sul ruolo dell'immagine nel rapporto con un territorio segnato dalla guerra è quella di Richard Mosse (Irlanda, 1980) che propone la videoinstallazione a sei canali The Enclave,
risultato del suo lungo lavoro nel Congo orientale e recentemente
presentata nel Padiglione irlandese della Biennale di Venezia. In un
atmosfera di grande impatto, Mosse permette ai visitatori di porsi
davanti a paesaggi di straordinaria e straniante bellezza ma segnati
duramente dalla guerra civile che in oltre vent'anni ha causato più di
cinque milioni di morti. Tramite una particolare pellicola sviluppata
a scopi militari negli anni '40, il colore verde di foreste e prati si
trasforma in un rosa acceso. Soldati e devastazioni diventano
fluorescenti e stranianti elementi che insieme a una forte componente
sonora coinvolgono il visitatore in una forte esperienza emotiva.
Il catalogo bilingue (italiano/inglese),
che accompagna la mostra, è pubblicato da Mandragora e contiene i
testi critci dei curatori Walter Guadagnini (curatore indipendente) e
Franziska Nori (direttore CCC Strozzina) affiancati dai contributi di
Ulrich Beck (Università di Monaco di Baviera e London School of
Economics) e Francesco Careri (Università di Roma).
In contemporanea si svolge L'Avanguardia russa, la Siberia e l'Oriente. Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova (Palazzo Strozzi, Firenze, 27 settembre 2013-19 gennaio 2014) a cura di John Bowlt, Nicoletta Misler, Evgenia Petrova, la
prima mostra internazionale a riconoscere l'importanza fondamentale
delle fonti orientali ed eurasiatiche nel Modernismo russo,
sollecitando il visitatore a seguire il percorso degli artisti
dell'Avanguardia nella loro scoperta di nuove sorgenti d'ispirazione.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi. Con il supporto di:
Comune
di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze,
Associazione Partners Palazzo Strozzi – Regione Toscana – Ataf, Unicoop
Firenze.
Coordinate della mostra
Sede:
Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Fondazione Palazzo Strozzi
Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi, 50123 Firenze
Orari:
martedì-domenica, 10.00-20.00; giovedì 10.00-23.00; lunedì chiuso
Ingresso: (biglietto valido 30 giorni)
€ 5,00 intero; € 4,00 ridotto convenzioni; € 3,00 studenti e altre riduzioni; ingresso gratuito giovedì 18.00-23.00.
Speciale biglietto congiunto con la mostra Avanguardia russa: € 10,00 intero; € 9,50 gruppi prenotati; € 5,00 ridotto (ragazzi dai 7 ai 18 anni, studenti universitari e altre riduzioni).
Informazioni:
T. 055 2645155 / www.strozzina.org