Ecolamp: come riciclare le lampade a basso consumo
In occasione del vivace Carnevale di Venezia il
consorzio ECOLAMP per il recupero e lo smaltimento di apparecchiature d'illuminazione colora le calle di Venezia con il neon a basso consumo VOLTONIO e il contenitore verde di Ecolamp BIDONIA (vedi foto), al fine di promuovere il riciclo delle lampade a basso consumo.
Le imprese coinvolte nel
Consorzio (General Electric, Filometallica, Leuci, Osram, Philips e Havells Sylvania), produttori delle stesse lampade, s'impegnano a riciclare i materiali delle lampade una volta esaurita la loro funzione d'illuminazione grazie ai raccoglitori di Ecolamp, affidati alle 6000 isole ecologiche distribuite in tutt'Italia. Verifica cliccando
qui qual è l'isola ecologica più vicina a casa tua.
È necessario buttare in appositi raccoglitori le lampade a basso consumo poiché contengono sostanze tossiche come il mercurio ad argon. Perciò non bisogna disperdere le lampade a basso consumo nell'ambiente perché possono diventare seriamente dannose per l'ambiente e per la nostra salute.
Le lampade a basso consumo, durante il loro funzionamento non sono nocive alla nostra salute: ma attenzione, l'inquinamento elettromagnetico generato da tali lampadine può però diventare dannoso in caso di prolungate esposizioni a pochi decimetri di distanze.
Nei contenitori Ecolamp si possono o meglio si devono gettare:
• i tubi fluorescenti lineari e non;
• le lampade fluorescenti compatte non integrate;
• le lampade fluorescenti compatte integrate a risparmio di energia;
• le lampade a scarica ad alta intensità, ad alta e a bassa pressione.
Per maggiori informazioni sull'iniziativa di Ecolamp vi consiglio di visitare il
sito oppure di andare a Venezia!
In realtà nelle lampade cosiddette a basso consumo c’è qualcosa di poco chiaro. La prima cosa riguarda la loro durata. Ci viene sempre raccontato che durano più a lungo, addirittura 8 volte ma noi consumatori le stiamo usando ormai da anni e sappiamo benissimo che questo non è vero. Le lampadine più vecchie che in questo momento ho in casa funzionanti sono quelle a incandescenza. Altra cosa molto importante, quanto costa energeticamente produrre le lampade a basso consumo? e quanto costa poi smaltirle? sono rifiuti tossici, contengono mercurio resine e metalli pesanti. Una lampadina ad incandescenza è sufficiente frantumarla passarci sopra un magnete e separare così il metallo dal vetro. Sono di produzione semplicissima, sarebbe possibile fabbricarle a chilometro zero, le altre no le possono costruire solo le multinazionali dell’elettronica. Altra cosa che non si dice è quante materie prime servono e quali tragitti e lavorazioni subiscono per produrre una lampada a basso consumo? Ad esempio il silicio necessario per costruire i semiconduttori interni viene dal sud America (immaginatevi già il danno ambientale delle cave), poi viene trasportato in Francia dove con un elevato dispendio energetico diventa ultrapuro, a questo punto va in Asia dove viene costruito il semiconduttore utilizzando arsenico, cadmio ed altri metalli pesanti. Solo per fare il circuito stampato occorre utilizzare un mucchio di veleni, parlatene con chi lavora le resine. Le materie prime utilizzate sono tantissime e subiscono molte lavorazioni. Tutto questo per una lampadina che tra l’altro quando la gettiamo si è esaurito solo il tubo, il resto funziona ancora, cioè quello che ci è costato di più in termini di spesa ed in termini energetici per l’ambiente, è ancora funzionante. Questa è la cultura del usa e getta, dello spreco, queste lampadine sono tutto fuorché ecologiche.
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