OFFICINE FOTOGRAFICHE
PRESENTA
A MUNDZUKU KA YINA "IL NOSTRO DOMANI"
Progetto della Onlus Basilicata/Mozambico per i giovani delle baraccopoli di Maputo
Dal 6 al 20 febbraio 2010
Inaugurazione sabato 6 febbraio ore 19
Interverrà Daniele Testa fotografo e volontario del laboratorio in Mozambico
Un laboratorio di fotografia nella discarica di Maputo, in Mozambico. Per tornare a sognare il futuro.
Qualcuno forse diventerà reporter, altri muratori, qualcuno falegname.
I più fortunati. Molti invece torneranno alla vita di sempre perché l'uovo marcio di oggi è una garanzia per la sopravvivenza di domani.
A Barrio di Hulene, alla periferia di Maputo in Mozambico, è sorto un agglomerato di baracche attorno alla Lixiera: grande discarica di cui la gente e la città ogni giorno si nutre.
Nel 2008 Roberto Galante con il sostegno dell'Associazione Basilicata Mozambico di Matera ha ideato e condotto il progetto A Mundzuku Ka Yina, nome scelto dai ragazzi del laboratorio che in lingua shangan significa "il nostro domani".
Tra cumuli di spazzatura e baracche è nato così un laboratorio di comunicazione nel quale si insegna fotografia, video ed elaborazione digitale.
Non solo opportunità di formazione per chi insegna e chi viene a imparare ma luogo di incontro e scambio tra due mondi lontanissimi dove si sedimenta la memoria di un posto che a dispetto di tutto esiste.
Officine fotografiche dal 6 al 20 febbraio ospiterà il lavoro fotografico che prende il nome dal progetto "Il nostro domani".
Il lungo e difficile percorso vede protagonisti le opere realizzate dai ragazzi della lixeria. L'inizio non è stato dei più semplici.
I ragazzi chiaramente guardavano il tutto con sospetto. Il laboratorio è partito dalla pratica sul campo, dal lavoro fianco a fianco dei maestri volontari con i ragazzi.
In una prima fase i volontari hanno cercato di sviluppare le potenzialità degli allievi attraverso il gusto innato che ognuno di noi possiede da cui sviluppare un proprio modo di operare e leggere la realtà.
In contemporanea nel laboratorio si lavorava su diverse forme espressive: composizione, foto, narrazione e riprese video ricavando da ognuna di esse quelle "regole universali" che accomunano le varie forme di espressione artistica e umana che sono alla base di ogni composizione.
Oltre ad apprendere le tecniche fotografiche e di ripresa, i ragazzi, partendo dalla propria esperienza di vita e dalla propria potenzialità espressiva hanno cominciato a comprendere cosa significa narrare e costruire una storia.
Le immagini raccontano, comunicano storie e fatti, hanno una propria struttura narrativa, un proprio andamento e un proprio ritmo come le parole o la musica. Il tema del laboratorio è stata la vita, i rapporti umani, i desideri e i sogni che attraversano Barrio Hulene: universo della discarica.
Sono così usciti lavori che tralasciano il pietismo con cui siamo abituati a guardare queste realtà.
Le loro immagini hanno restituito un mondo pieno di pulsioni attive, a suo modo solidale, colorato ma sopratutto denso di ispirazione umana.
I ragazzi esprimono in prima persona l'intensa vitalità racchiusa nel loro intimo, malgrado la loro poca esperienza hanno saputo scegliere il momento, il luogo e l'evento da raccontare e imprimere.
Attraverso storie di vita, raccontano dinamiche umane fatte di amore, eccessi e speranze.
La quotidianità dei luoghi è espressa mediante fili sottili che legano i protagonisti al degrado: una ripresa diretta sul panorama che lì circonda carica di umanità
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