Gianpaolo Cono
Personale
1 – 8 ottobre 2009
Galleria d’Arte Salvatore Serio
Via Oberdan,8 – Napoli – ore 16,30 – 19,30 /domenica chiuso
www.galleriaserio.com
“Brutte Pitture
Cattive Sculture”
Christian Iorio “Parole Relative”
Gianni Nappa – Curatore
Nell’arco di un anno solare dalla prima personale a Napoli e Londra dell’artista napoletano, si è compiuto un percorso in comune per presentare un nuovo linguaggio artistico denominato TafArt.
Un approccio concreto alla condivisione libera, alla partecipazione senza imposizioni culturali e come scritto nel documento che accompagna la mostra di Christian Iorio, “La TafArt non mostra i valori condivisi, in quanto non riconosce quelli che mediamente vengono imposti come valori e formano la cultura della passività, del nichilismo, dello stare ai margini, dell’esternalizzazione negli oggetti di consumo. Rifiuta questi valori, rifiuta gli spazi concessi e mostra quelli naturali occultati dalle forme incantate. La TafArt pensa liberamente.”
Una personale dove i mille spunti di riflessione per le tante modalità scelte dall’artista pongono altrettanti dubbi in chi guarda, e la mostra diventa un percorso di ipotesi e linguaggi, di soluzioni installative e segni liberi, ma tutte nel segno delle Brutte Pitture e Brutte Sculture, nel solco di un nuovo modello ancora da venire e dove il comune senso non trova riferimenti.
Opere su tela e piccole teche di plexiglass dove il pensiero è libero, sono il frutto da cogliere nel segno della condivisione dei risvolti della nostra società per saperli interpretare senza imposizioni formali – sono coscienza della pace tra i popoli, sono sostenitrici del valore umano, sono libera espressione di cui tutti abbiamo bisogno.
Se c’è un etica nell’arte, la TafArt ne possiede una aperta che si compie nel momento in cui le opere si fondono con gli osservatori e tanti osservatori corrispondono a uguali opere, non per un adesione ai modelli, di cui l’artista non ne offre confini, piuttosto per il dubbio costante di essere in quel preciso momento parte del mondo e che ruolo averne.
Ad ogni osservatore viene chiesto di mettere in dubbio ogni aspetto osservato: l’estetica delle forme, delle dimensioni, delle immagini. La mostra richiede partecipazione.
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