CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Mostre ed Esposizioni

Cerca nel blog

domenica 8 gennaio 2017

Inaugurazione mostra SOTTOPELLE di Rachele Moscatelli



Teatro comunale San Teodoro di Cantù

RACHELE MOSCATELLI

SOTTOPELLE



a cura di Elisa Fusi

Inaugurazione: domenica 15 gennaio 2017 ore 19


In mostra fino al 10 febbraio 2017


Il Teatro comunale San Teodoro di Cantù è lieto di presentare SOTTOPELLE, mostra personale dell'artista Rachele Moscatelli (Cantù, 1993) a cura di Elisa Fusi. 



Dal 15 gennaio al 10 febbraio 2017 gli spazi del teatro canturino presentano la recente produzione della giovane artista: tredici opere di medie e piccole dimensioni realizzate su carta e tela, appartenenti alla serie Collezione di Madonne; una grande installazione fotografica dal titolo Nuotare è come volare; un'installazione site-specific allestita sul palco del teatro esclusivamente per la serata di inaugurazione, che metterà in scena una Crocifissione al femminile ambientata in un salotto borghese.

L'esposizione testimonia l'interesse dell'artista per la rappresentazione della figura femminile indagata da un lato come icona di bellezza pubblicitaria e dall'altro come depositaria dell'affetto ma anche deldolore materno, come avviene nell'iconografia sacra


Nella volontà di unire apparenza e sostanza, contemporaneità e tradizione, voleri e valori, Moscatelli affronta con un linguaggio semplice e diretto l'aspetto estetico, sociologico e antropologico della questione dell'identità femminile, accantonando gli ideologismi a favore di una presa diretta con la realtà e l'esperienza personale.


La mostra si apre con la serie Collezione di Madonnesei opere realizzate tra il 2015 e il 2016 con il collage, la stampa digitale e la stampa calcografica su carta. 


Come il ragno perde la sua pelle e il baco da seta il suo involucro, queste Madonne nate dalla contemporaneitàperdono le loro sembianze per diventare simboli di maternità e disofferenza. 



Sono figure perturbanti ed enigmatiche, prelevate dalle pagine patinate delle riviste di moda e dalle pubblicità e poi manipolate e distorte nella loro fisionomia attraverso diverse tecniche tra cui l'incisione e il collage per far emergere il dolore del loro vissuto. 

Soffocate, lacerate e incise in superficie, si ergono solitarie in primo piano con colli allungati, sorrisi stridenti e sguardi insani.


Una sofferenza del tutto femminile che caratterizza anche l'installazione che trova luogo sul palco del teatro:  una Crocifissione che rovescia la tradizionale iconografia mostrando come il dolore della vergine per la morte del figlio sia così forte da diventare lei stessa oggetto dellacrocifissione. 


La crocifissione è però un'allusione simbolica e metaforica: non siamo su un monte e non ci sono croci, ma pochi elementi ambientano la scena all'interno di un salotto; non ci sono personaggi dalle sembianze umane ma una serie di fantocci realizzati dall'artista con calzamaglie ricolme di ovatta o di bachi da seta ormai estinti (il protagonista), quali interpreti della fecondità materna ma allo stesso tempo dell'aborto

La loro disposizione richiama la Crocifissione di Matthias Grünewaldun'opera del Cinquecento che colpisce per la resa efficace dell'agonia dei personaggi, e di cui troviamo un dettaglio tra le pagine del libro d'artista Rachele aperto al centro del palco

Si tratta di un libro di memorie, appunti e paragoni visivi che racchiude l'intero processo di ideazione di questa mostra e l'indagine svolta negli anni sull'identità femminile. 

Ed è da queste pagine, dall'associazione visiva tra una Crocifissione dipinta da Francis Bacon e una statua raffigurante la Madonna sofferenteche nasce l'idea di una crocifissione al femminile, in cui il dolore della Madonna diventi altrettanto forte e universale

Un intreccio di riferimenti iconografici storico-artistici ma anche autobiografici, nati da una presa diretta con la realtà. 

Su un secondo piano di lettura, infatti, l'approccio alla sofferenza è intimo e personaleproveniente dalla perdita di una familiare. E quindi il body, il cassetto, le fotografie: elementi di una storia privata che circoscrivono all'ambito personale un'iconografia di portata universale.


La sofferenza trova infine pace nell'ultima opera, una composizione di grande formato che chiude concettualmente la mostra proponendo una sorta di catarsi, di resurrezione. 

Nuotare è come volare è un'installazione composta da una sequenza di 30 fotogrammi prelevati in ordine non consequenziale dal cortometraggio The land of men(1966) del regista armeno Artavazd Peleshyan

Con il procedimento della cianotipia, i fotogrammi prescelti sono stati impressi dall'artista mediante la luce solare su carta fotografica scaduta, poi fissata in camera oscura. 

La disposizione finale dei fotogrammi propone un'analogia visiva tra le immagini di nuotatori, paracadutisti e un astronauta immersi nell'acqua o nell'aria, circondati dal vuoto

E con questa condizione di leggerezza si chiude la mostra, aprendo una via verso l'ascensione e la ricongiunzione con qualcosa che era primalontano e inafferrabile.


Note biografiche

Rachele Moscatelli è nata a Cantù (CO) nel 1993. Dopo essersi diplomata all'Istituto d'Arte Fausto Melotti di Cantù, si laurea in Grafica all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove attualmente frequenta il biennio di specialistica nello stesso indirizzo di studio. 

Ha partecipato a diverse mostre collettive e collaborato con studi di visualdesign per installazioni e progetti espositivi. Questa è la sua prima mostra personale.


----------------
Rachele Moscatelli
SOTTOPELLE
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione domenica 15 gennaio 2017, ore 19
In mostra fino al 10 febbraio 2017
Teatro Comunale San Teodoro, via Corbetta 7, Cantù (CO)
Ingresso libero
La mostra è visitabile negli orari di apertura del teatro, in presenza di spettacoli teatrali e durante gli aperitivi della domenica. 
www.teatrosanteodoro.it | www.rachelemoscatelli.it
Mail. mostre@teatrosanteodoro.it | Tel. 347 8086566


--

www.CorrieredelWeb.it

sabato 7 gennaio 2017

Quando c'era "ARIA"

Quando c'era "ARIA" una rivista che non era come tutte le altre, che non faceva quello che fanno tutte le altre, che non si finanziava come tutte le altre, che non sceglieva chi pubblicare come tutte le altre, la cui redazione non era composta come tutte le altre, che non mostrava le opere come tutte le altre, che non mostrava gli artisti di tutte le altre, che non parlava come tutte le altre. Una rivista d'arte che non si presentava mai come tutte le altre, ma che era fatta sopratutto per tutti gli altri, per tutti quegli altri artisti che questo lo hanno capito e per questo ci hanno apprezzato.


Non-si-sa-poi-cosa



All’inizio fu “Rosso” poi “Non-si-sa-poi-cosa” questi i temi dei primi 2 numeri della nuova rivista “ARIA underground” che è stata presentata alla Fondazione Volume a luglio. 

Questa iniziativa editoriale nata dal gruppo ARIA “Artisti Romani Riuniti in Assemblea” riunitosi intorno a due artisti romani (Alfredo Pirri e Cesare Pietroiusti), ha deciso di portare avanti il proprio progetto anche quando del gruppo ARIA non-si-è-più-saputo-nulla. 

I componenti della redazione quasi tutti artisti (Angelo Bellobono, Arianna Bonamore, Pino Boresta, Tania Campisi, Carlo De Meo, Franco Nucci, Cristiana Pacchiarotti, Gianni Piacentini, Mario Tosto) sono presenti tra le pagine della rivista a dire ogni volta la loro con immagini, brevi testi o altri linguaggi insieme a tutti gli artisti di cui sono state selezionate le opere tra le molteplici spedite alla redazione, senza discriminazioni di sorta e nel tentativo di dare spazio ai lavori migliori. 

È questa una rivista dove a farla da padrone è l’immagine e le parole e i testi non mancano ma anzi sono ricercati e voluti, l’unica cosa che viene evitata sono le pippe mentali dei critici che spiegano quanto è bella e importante una certa opera. 

In questa rivista invece sono gli artisti (più o meno famosi) a dire la loro, a parlare di arte con scritti ed immagini inviando il loro inedito contributo in linea con il tema ogni volta scelto. 

Si vengono così a formare delle pagine magistralmente composte che sono quasi delle opere assestanti a tiratura limitata ed in alcuni casi addirittura uniche, come per le dieci copie riprodotte su lucido dove su una pagina predisposta viene chiesto di volta in volta ad altrettanti generosi artisti affermati di realizzare un intervento unico. 

È questa, infatti, l’unica fonte di sostentamento dato che la rivista viene distribuita gratis e in alcuni casi spedita a musei fondazioni e gallerie. 

Titolo e tema del prossimo numero “A reason to go out of home”, spedite il vostro lavoro (redazionearia@gmail.com) e non siate permalosi se non verrete scelti al primo tentativo perché chi la dura la vince (così almeno dicono). 

pino boresta



































Pubblicato su;  ("Juliet" n. 198  October - November  2012)



















































In foto: 
- Invito della Presentazione di ARIA alla Fondazione Volume.
- Presentazione del primo numero di ARIA al MACRO. 
- Pino Boresta durante la presentazioni di un nuovo numero di ARIA.
- Fotocomposizione dei componenti della redazione di ARIA in ordine da sinistra a destra: I fondatori, Tania Campisi, Arianna Bonamore, Pino Boresta, Gianni Piacentini (non fondatore), Cristiana Pacchiarotti, Carlo De Meo, Giorgio de Finis (non fondatore). Mancano Mario Tosto socio fondatore ritiratosi, e mancano Angelo Bellobono, Franco Nucci e Roberto Piloni che in qualche modo hanno collaborato per un breve periodo.
- Alcune foto della redazione finale durante un incontro al MAAM.

mercoledì 4 gennaio 2017

A CONVERSATION WITH RAY JOHNSON AND JOHN HELD, JR. (DECEMBER 2, 1977)

martedì 3 gennaio 2017

Mostra "Carlo Migliorini. C'est la Vie" | Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia | Con il Patrocinio del Comune di Pavia | Gennaio 2017


Carlo Migliorini. C'est la Vie
inaugurazione 13 gennaio 2017, ore 18

Spazio per le Arti contemporanee del Broletto
Piazza della Vittoria, Pavia



La mostra prosegue fino al 29 gennaio 2017
Venerdì 13 gennaio 2017, alle ore 18, inaugura nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia la mostra C'est la Vie, personale dell'artista Carlo Migliorini.

L'esposizione, che rimane aperta al pubblico fino al 29 gennaio 2017, è organizzata da Made4Art in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, è curata da Elena Amodeo e Vittorio Schieroni, e presenta una selezione di opere di varie dimensioni che testimoniano la più recente produzione dell'artista.

Si tratta di lavori pittorici dove le geometrie, le linee e i colori, le inclusioni di materiali e di oggetti fondono astrazione a figurazione, Cubismo a Surrealismo, dotte citazioni a ricerca artistica.


Irriverente e colto sperimentatore, Carlo Migliorini – che ha scelto come nome d'arte Sélavy, gioco di parole e pseudonimo utilizzato anche da Marcel Duchamp – conduce lo spettatore nel suo inusuale universo artistico, ricco di riferimenti e omaggi ai grandi maestri dell'arte moderna e contemporanea, con un approccio ludico e autoironico, che fa emergere tutta la forza e la freschezza della sua creatività.

Osservando attentamente le opere in mostra – scrivono i curatori Elena Amodeo e Vittorio Schieroni nel testo critico di presentazione – si scoprono dettagli inediti, particolari di una personalità diversamente caratterizzata, che fonde e supera i capisaldi della storia dell'arte, elaborando un linguaggio nuovo, colto e raffinato. 

Scoprire il Migliorini artista è una sorpresa e un piacere visivo e mentale, come sfogliare un libro di storia dell'arte completamente rinnovato e ricco di spunti inediti e inaspettate rivelazioni. 

Il Novecento fa capolino dalle sue opere con tutti i colori, le forme, le geometrie, le lezioni che è stato capace di impartire trascinando l'arte a un punto di non ritorno e a infiniti modi di produrre creatività. 

L'arte non nasce dal nulla, da sempre è frutto dell'insegnamento di un passato assimilato, rivisto ma anche affrontato di petto e alla fine superato. 

Migliorini mastica questi elementi fondamentali, li rielabora attraverso il proprio carattere e la propria personalità, attraverso la propria fantasia, lasciando il compito a Sélavy di dare vita alla sua personalissima idea di arte.

Biografia
Carlo Migliorini, antiquario, gallerista ed esperto di arte antica e moderna vive e lavora a Pavia. 

Dal 1980, dopo un'intensa esperienza lavorativa nel mondo del caffè come contitolare di un'azienda del settore, si è dedicato con passione al mondo dell'arte antica con una galleria antiquaria nel centro storico di Pavia all'interno di una chiesa barocca del Seicento. 

La passione per l'arte antica prima, poi per l'arte moderna, lo ha portato a curare pubblicazioni, cataloghi e mostre monografiche. 

Da anni affianca alla sua attività professionale quella di artista con lo pseudonimo di Sélavy. 

Nell'ottobre del 2016, in occasione della Dodicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, si è svolta presso lo spazio M4A - MADE4ART di Milano una sua mostra personale.

Orari: giovedì e venerdì ore 16-19, sabato e domenica 10.30-12.30 - 16-19
Catalogo in mostra: disponibile in versione cartacea o scaricabile gratuitamente dal sito www.made4art.it
Ingresso libero
Per info: info@made4art.it
tel. 338.1071862
E-mail: chiara.argenteri@comune.pv.it


--
www.CorrieredelWeb.it

domenica 1 gennaio 2017

!esroF















!esroF
Ho appena terminato di leggere "L'androide Abramo Lincoln" di Philp K. Dick e anche se non ha soddisfatto completamente le mie aspettative l'ho trovato bello ed interessante come tutti i suoi libri, e si! Perché una volta che scopri (dopo aver letto i suoi migliori capolavori) uno scrittore come PKD, se possiedi una certa forma mentis, vieni praticamente stregato e non puoi più fare a meno di leggere tutti i suoi libri al di la del fatto che siano dei best seller o meno. Per alcuni lettori diventa necessario nutrirsi di qualsiasi cosa abbia scritto PKD perché vieni non solo conquistato da quell'incredibile scrittore che è stato, ma vieni affascinato da suoi pensieri e da come questi prendono corpo senza aver paura di essere esposti. Pensieri che a volte sembrano ingenui e ai quali spesso nessuno darebbe peso, ma lui non è nessuno e per lui hanno peso, per cui lui fa quello che non verrebbe in mente quasi a nessuno di fare, li scrive e ci fa un libro. Credo che sia questo uno dei motivi per il quale Dick sia diventato un vero e proprio scrittore di culto, adorato da molti lettori. Ma se sei uno di quei lettori a cui piace leggere racconti, emozionarsi mentre li legge, e arrivare fino alla fine del libro per scoprire come finisce, lascia stare PKD non è per te..., nei libri di Philip spesso la storia di per se non ha nessun valenza, il finale è spesso inesistente come pure l'inizio. 
Scrive Philp Dick: Non ha senso scrivere un romanzo di fantascienza se si è convinti che 'ciò che si descrive sia vero, perché allora la fantascienza è una sorta di codice, uno stratagemma per dire ciò che non si è in grado di dire e che in realtà non si riesce ad affrontare', e non è così, perché si può dire qualsiasi cosa senza rischio di diffamazione. Se penso che una grande organizzazione di riabilitazione spacci stupefacenti, dovrei denunciarla alle autorità - se ho delle prove, e se non le ho dovrei lasciar perdere. Questa idea mi è venuta mentre cercavo un modo di convertire le mie esperienze in un romanzo; non avevo preconcetti, niente da rivendere alla gente, da predicare, niente di cui convincere le persone. Non ho fatto altro che tirare fuori quella che mi sembrava una nuova, brillante idea fantascientifica basata su esperienze che avevo vissuto, usare ciò che mi era accaduto e che poteva tornarmi utile nella mia vita di scrittore, in modo tale che non tutto andasse sprecato, in un certo senso.
Dopo che ho letto questo sua affermazione mi è venuto spontaneo pensare;
Non è quello che spesso fanno alcuni artisti?
Non è per questo che io non riuscirei mai a scrive libri di fantascienza?
Non è per questo che io tento di fare l'artista?
Non è per questo che a volte non riesco a essere artista?
Non è per questo che a volte riesco ad essere artista?
Non è per questo che non è importante se si è artisti o no? Forse?
Forse, forse, forse
Quel "forse" tanto presente in tutti i libri di PKD.
Quel "forse" tanto presente in tutti i testi di PKD.
Quel "forse" tanto presente nella vita di PKD.
Quel "forse" tanto presente nella morte di PKD.
Quel "forse" tanto presente nelle morti di PKD.
Quel "forse" tanto presente nelle vite di PKD.
Quel "forse" presente in me.
Quel "forse" presente in voi.
Quel "forse" presente ovunque.
Quel "esrof" di:
Idee
Esperienze
Rivendere
Predicare
Convincere
E poi:
Vivere
Accadere
Potere
Utilizzare
Sprecare
Sprecare in un certo senso?
Forse! !esroF
atserob onip
ps
Qui un mio vecchio articolo anche su PKD:
http://pinoboresta.blogspot.it/search/label/Artribune

venerdì 30 dicembre 2016

Mostra SFACCIATI. Ragusa, 22 Dicembre 2016 - 25 Febbraio 2017


© Alfonso Siracusa

22 Dicembre 2016 - 25 Febbraio 2017

TITOLO: Sfacciati
LUOGO: Palazzo Zacco - RAGUSA
CURATORI: Andrea Guastella

ENTI PROMOTORI:
* Comune di Ragusa - Associazione Culturale Aurea Phoenix

COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito
E-MAIL INFO: andreguast@yahoo.com


L'esposizione raccoglie oltre cinquanta autoritratti d'artista che l'Amministrazione Comunale di Ragusa è lieta di ospitare nelle splendide Sale di Palazzo Zacco, dove potranno incontrarsi «con le sculture di Carmelo Cappello» offrendo ai ragusani e ai tanti turisti che ogni giorno visitano il museo «una riflessione su un genere – l'autoritratto – che forse più di tutti contraddistingue la nostra civiltà, ma che gli artisti sono ben lungi dall'aver esaurito quanto a forza e potenzialità». 

I visitatori potranno inoltre soffermarsi su un video di Giancarlo Busacca con interventi critici di Andrea Guastella dedicato al tema dell'autoritratto. Il corto, presentato in occasione dell'inaugurazione della mostra, sarà proiettato a ciclo continuo nell'aula video di Palazzo Zacco. 

Dal testo in catalogo (Aurea Phoenix Edizioni) di Andrea Guastella: 

<selfie la memoria del cellulare, salvo scaricarla periodicamente, con tante grazie a Facebook, sul proprio profilo. 
In realtà questa esigenza nasconde forse un vuoto, un'inquietudine di fondo che i "selfisti" provano a curare attirando su di sé l'attenzione degli altri. Non è però solo di questi Sfacciati che ho intenzione di parlare. Da prima che Internet fosse, gli artisti si cimentano nell'autoritratto. (...) 
Nel mondo classico l'autoritratto era roba da zitelle vanitose o da bimbi mal cresciuti. Bisognerà aspettare il Velo della Veronica, il Mandylion – insomma, il tanto bistrattato Medioevo – perché l'autoritratto, con sì illustri ascendenti, acquisti quella dignità che gli sarà conferita a pieno titolo solo nel Rinascimento, quando nascono le prime gallerie di autoritratti e si scovano autoritratti di artisti ovunque (...)
 È da allora che l'autoritratto diventa, con Dürer e Tiziano, Rembrandt e Courbet, un genere a sé, immagine di assoluta indipendenza ma anche sintomo di una cultura – la nostra – che ha fatto di Narciso, dell'uomo innamorato di se stesso, il suo nume tutelare. (...) 
Stando ai dati oggettivi, il tempo dell'autoritratto, rispetto a quello del selfie, è molto dilatato. 
Di solito l'autoritratto non è un prodotto estemporaneo: nella sua lentezza sono compresi l'attesa dello sguardo, lo sguardo stesso e la fatica necessaria a tradurlo, con le innovazioni che la pratica e la meditazione suggeriscono. 
Vi è però in comune, tra autoritratto e selfie, un elemento essenziale: non tanto l'assenza del pubblico, cercato dall'uno e dall'altro, quanto quella del committente. Selfie e autoritratti si creano anzitutto per se stessi, per soddisfare un'esigenza personale. 
Perciò è invalsa l'abitudine di considerarli la chiave di accesso al segreto degli autori. (...).>> 

In mostra: Giuseppe Alletto, Salvatore Aquino, Arturo Barbante, Salvo Barone, Antonio Bruno, Momò Calascibetta, Sebastiano Caldarella, Calusca, Carmelo Candiano, Mavie Cartia, Salvo Catania Zingali, Giulio Catelli, Salvatore Chessari, Carmelo Cilia, Franco Cilia, Giuseppe Colombo, Margherita Davì, Giuseppe Diara, Salvatore Difranco, Angelo Diquattro, Angelo Distefano, Giorgio Distefano, Atanasio Giuseppe Elia, Franco Filetti, Alessandro Finocchiaro, Sergio Fiorentino, Bruna Fornaro, Franco Fratantonio, Salvatore Fratantonio, Giovanna Gennaro, Alessandra Giovannoni, Sebastiano Grasso, Angelo Guastella, Mariella Guastella, Giovanni La Cognata, Giovanni Lissandrello, Massimo Livadiotti, Guglielmo Manenti, Sebastiano Messina, Milena Nicosia, Michele Nigro, Miriam Pace, Alida Pardo, Maurizio Pierfranceschi, Ettore Pinelli, Franco Polizzi, Francesco Rinzivillo, Giovanni Robustelli, Piero Roccasalvo Rub, Manlio Sacco, Franco Sarnari, Ruggero Savinio, Alfonso Siracusa, Marco Stefanucci, Paolo Strano, Luciano Vadalà, Giampaolo Viola, Amir Yeke.

Info
Orario: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 8-14 / 15-19; 
sabato ore 9-13 / 15-19. 
Giorno di chiusura: domenica, lunedì e festivi



--
www.CorrieredelWeb.it

giovedì 29 dicembre 2016

L'arte che risorge dal terremoto

MARIO VESPASIANI

MARA AS MUSE

Storie di viaggiatori, memorie e messaggi

Ha destato grande interesse la mostra di Mario Vespasiani "Mara as Muse - Storie di viaggiatori, memorie e messaggi" appena inaugurata presso lo Studio Vespasiani - One Lab in Ripatransone, che in continuità con le precedenti serie tematiche, presenta in anteprima una selezione di opere inedite prodotte dall'artista nel 2016.

La mostra si apre con dipinti di piccolo formato che ritraggono paesaggi e architetture, inseriti all'interno di involucri di vetro per conferire una sorta di protezione ad una visione che si scopre tridimensionale. Ciascuna opera vuole essere un'osservazione silenziosa di un panorama che non si svela immediatamente, ma che attraverso i colori e il senso di rotazione, porta a riconoscere i tratti fondamentali di luoghi che emergono dalla memoria e dal fluire del tempo.

Ogni paesaggio, spunta dal fondo con una immediatezza propria e con la stessa delicatezza sembra svanire nel medesimo istante. Le opere toccano un altro di grande emotività se collegate al terremoto che ha colpito di recente le popolazioni del centro Italia, in quanto rispecchiano quella bellezza millenaria che resiste agli assalti esterni, dove perfino gli elementi naturali, imbiancati dalla neve o dalla polvere, svettano anche se feriti.

I cilindri di vetro alterano la visione tradizionale dell'opera bidimensionale, per offrire più punti d'osservazione, per mettere in intimità col quadro, attraverso un maggiore ascolto scatenato dagli eventi estremi: dalle situazioni imprevedibili da un lato e dalla consapevolezza di un'esistenza pienamente vissuta dall'altro.

Per tale ragione a queste opere si aggiunge la serie inedita di disegni su carta, che sembrano fatti della polvere dei crolli, in cui è una donna la co-protagonista del viaggio a due, nella vita e nell'arte. Il racconto si svolge nelle sfumature di nero del carbonicino, dove ciascun foglio mostra la musa Mara ritratta dal vero oppure nella posa che Mario le ha chiesto di interpretare. Senza distinguere quali delle due situazioni, il punto è da farsi sull'evanescenza del tratto e delle forme che evidenziano una sensualità mai scontata, ma da scoprire in ciò che rimane accennato.

La ricerca dell'eleganza nel segno, mostra ancora una volta come la direzione intrapresa da Mario Vespasiani, sia completamente personale e per nulla condizionata dalle tendenze provocatorie e scandalose di cui l'arte contemporanea sembra non riuscire a fare a meno.
Un grande ritratto della Madonna col Bambino come quelle che abbiamo visto salvate e sistemate di fretta fuori dalle chiese, completa il collegamento con le altre opere presenti nelle sale, aumentandone la componente emotiva.


STUDIO VESPASIANI - ONE LAB
Corso Vittorio Emanuele II, 32-34
63065 Ripatransone AP

Fino al 22 gennaio 2017
Apertura su appuntamento: info@mariovespasiani.com - 333.6361829



CURRICULUM


Mario Vespasiani nasce nel 1978, vive e lavora a Ripatransone e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. La sua ricerca espande il concetto di pittura in varie modalità espressive: indaga lo studio della componente luminosa del colore e predilige esporre in spazi inusuali, che esulano dalle tendenze e dalle proposte tradizionali, per purificare la percezione del lavoro e far emergere la sua natura contemplativa. 

Fin dall'esordio ha adottato un linguaggio simbolico, rivolgendosi ad un più vasto itinerario dell'anima, incentrandosi sul mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito di un sentire che unisce il sapere occidentale alle filosofie orientali.
Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse e a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore

Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali. 

Nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. 

Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica ai nuovi materiali e alle tecnologie, viene inviato nello stesso anno dall'Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Nel 2013 intraprende un lungo viaggio che lo porterà ad approfondire la ricerca nella pittura intesa come pratica di vita e con un simile atteggiamento, vicino alle tradizioni d'Oriente, la sua tecnica assume le caratteristiche di un'arte marziale, che coinvolge la mente come il corpo. Si dedica così allo studio di una certa calligrafia, alle pratiche di meditazione e gli insegnamenti che coniugano i gesti quotidiani con le tensioni spirituali. A seguito di ciò si astiene per tutto il 2013 dalle mostre, documentando l'esperienza nella pubblicazione del libro Moto Perpetuo.

Dal 2013 si dedica al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima di un'antica torre e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro di scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta e contemporaneamente presenta la personale Empireo

La città di Santa Vittoria in Matenano, luogo dove espose non appena diplomato, gli dedica la mostra che raccoglie per la prima volta una selezione di opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di uno dei fotografi più incisivi del '900. Nel mese di novembre la rivista Panorama.it gli dedica un importante articolo dal titolo: Mario Vespasiani. La nuova generazione dell'arte italiana.

Nel 2016 espone nella pinacoteca di Montefortino le sue opere inedite in dialogo con i capolavori presenti al suo interno, in un progetto che mette in evidenza l'aspetto più misterioso della pittura che dall'informale si apre a visioni figurative. Nello stesso periodo il suo progetto ispira il primo festival del pensiero contemporaneo "La Sibilla e i nuovi visionari" a cui partecipa con la relazione "Dall'immagine infranta alla ricostruzione della forma" seguita da quella tenuta all'Accademia Internazionale Malibran" di Altidona dal titolo "Dalla distruzione della forma al fondamento spirituale"

Il 10 luglio presso il Duomo di Fermo si unisce in matrimonio con la sua musa Mara e dopo la cerimonia religiosa insieme agli invitati danno vita alla performance "Matrimonio del Cielo e della Terra"  che presenta la coppia alla natura come parte di un unico corpo. Nello stesso mese a San Severino Marche in occasione dell'anno della Divina Misericordia con Vittorio Sgarbi e Walter Scotucci inaugura la mostra "I pilastri della terra" con opere di grande formato realizzate in vari periodi, dedicate all'iconografia di alcuni santi. Nel mese di dicembre presenta a Catania "Sì Sì Lì" la nuova serie di opere, tutte di forma circolare insieme ad alcuni mappamondi, che fanno eco alla condizione centrale e contraddittoria che riveste ancora oggi la Sicilia nel Mediterraneo.

Dal 1998 le sue mostre personali sono state documentate con altrettanti volumi, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.



--
www.CorrieredelWeb.it

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *