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venerdì 18 marzo 2016

GRANDE MOSTRA > Street Art - Banksy & Co. > 18 marzo - 26 giugno 2016 > Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna

Street Art - Banksy & Co.
dal 18 marzo al 26 giugno 2016
Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna

Sane Smith
, Untitled, 1990 ca. Inchiostro su carta. Museum of the City of New York, Gift of Martin Wong


Sul finire degli anni Sessanta del '900, nuove pratiche artistiche urbane sono apparse in diverse città del mondo occidentale, con l'intento di ridefinire la nozione di arte nello spazio pubblico. Sotto l'etichetta street art, riuniamo oggi diverse forme di arte pubblica indipendente, che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo, utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente innovative.

Dopo dieci lustri, il fenomeno socio-culturale del graffitismo urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività contemporanea: le opere di artisti come Banksy hanno invaso le maggiori città del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come punto di riferimento per molti artisti - da Cuoghi Corsello a Blu, passando per Dado e Rusty - che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro segno sui muri.


Dal 18 marzo questa forma d'arte è raccontata nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna con una grande mostra intitolata Street Art - Banksy & Co.


L'evento porterà inoltre per la prima volta in Italia parte della collezione del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della Città di New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from the Martin Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e fotografie del Museo.


Come mostra dentro la mostra, la sezione vuole individuare la New York del 1980, nella quale si potranno ammirare lavori dei più grandi graffiti writers e street artists statunitensi come Dondi White, Keith Haring e Lady Pink.

La mostra, prodotta e organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia Group, curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende spiegare il valore culturale e l'interesse artistico della street art.


Il progetto nasce dalla volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro con l'obiettivo di avviare una riflessione sui principi e sulle modalità della salvaguardia e conservazione di queste forme d'arte.

Il progetto di "strappo" e restauro, una sperimentazione condotta dal laboratorio di restauro Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri bolognesi di Blu - uno dei dieci street artists migliori al mondo come riporta una classifica del The Guardian del 2011 -, quali il grande murale delle ex Officine di Casaralta (Senza titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex Officine Cevolani (Senza titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è parso come un'occasione propizia per una mostra che vuole contribuire all'attuale dibattito internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica pone l'attenzione sul problema della salvaguardia di queste testimonianze dell'arte contemporanea e della loro eventuale e possibile "musealizzazione" a discapito dell'originaria collocazione ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri.

La mostra Street Art - Banksy & Co. racconta per la prima volta le influenze sulle arti visive che la street art ha avuto e continua ad avere, passando per quell'estetica che nacque a New York negli anni '70 grazie alla passione per il lettering e il name writing di giovani dei quartieri periferici della città. Espone le opere di autori associati al graffiti writing e alla street art, per creare lungo il percorso le assonanze tra le diverse produzioni e spiegare il modo in cui sono state recepite dalla società.


Il patrimonio artistico è protagonista dell'inedita esposizione ospitata a Palazzo Pepoli, che con la sua corte coperta riproduce quella che potrebbe essere una porzione di città, luogo ideale per raccontare una tappa importante della storia di Bologna. 


Il fine utopistico e l'intento sono proteggere e conservare questa forma d'arte e portare le attuali politiche culturali a riconoscere l'esigenza di una ridefinizione degli strumenti d'intervento nello spazio urbano perché i graffiti - oggi più di ieri - influenzano il mondo della grafica, il gusto delle persone, l'Arte intera di questo secolo.





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giovedì 17 marzo 2016

MOSTRA di MARIA MIRARCHI

Vernissage al Castelli

MARIA MIRARCHI


Mostra personale
Via Cerano 15 - Milano
venerdì 18 marzo 2016
19.00- 21.00 APERITIVO CON L’ARTISTA (€ 10)
Per chi desidera fermarsi con noi dopo le 21.00
CENA CON L’ARTISTA (MENU’ DEGUSTAZIONE € 20)
Per prenotazioni: Telefono 02 58109367 - info@castelligourmet.it
Castelli Gourmet - Via Cerano, 15 - 20144 Milano

MARIA MIRARCHI

Fra le pieghe di un’infanzia murata dalle regole centenarie della cultura contadina, Maria intravede nuovi orizzonti. I pensieri si arrampicano sui pali della luce e corrono lungo i fili spronati dalla corrente che anima aspettative incontenibili. La grafite della matita inizia a tracciare disegni di realtà alternative ben presto arricchiti dai colori ottenuti stemperando materiali naturali: petali di fiori e terre impastate con l’acqua.
Il giallo dei tramonti fa da sfondo a figure controluce sulla riva del mare con lo sguardo rivolto verso un futuro migliore.
La ricchezza della vita si circonda di eredi nella gioia domestica desiderata e cercata con tenace determinazione. Quando il destino sottrae il sorriso del figlio, i pennelli si affastellano in un angolo e le tempere seccano come gli occhi senza più lacrime. Dal profondo remoto del dolore rinasce pian piano la confidenza dei colori e dell’amore per regalare al mondo il respiro di una nuova emozione. E lo stupore della vita si dipana fra gli alterni umori in un cromatismo infinito di scenari interiori mai vinti, dove il segno costante è pura passione.
Roberto Agosti
Consegue il Diploma presso il Liceo Artistico di Catanzaro nel 1973 mentre a Milano, nel 1979, le viene attribuito il Diploma di Idoneità agli Studi Universitari. Si iscrive quindi all’Accademia delle Belle Arti di Brera dove frequenta la Scuola degli Artefici e, successivamente, passa al Politecnico di Milano: qui, conciliando studio e lavoro, si laurea in Architettura (1996).
   I suoi primi lavori -disegni a china- vengono pubblicati sulla dispensa “Il medio corso dell'Adda”, frutto di una ricerca di archeologia industriale per la Provincia di Milano. Gli stessi compaiono poi in due mostre, organizzate presso il Comune di Segrate ed il villaggio operaio di Crespi D'Adda, inserito dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità. I disegni sono apparsi anche sulla rivista “Spazio e Società”.
   Ha collaborato, con alcune illustrazioni, ai Quaderni di informazione della Cooperativa Sociale “Cerchi d'acqua” e alla rivista “Tribù” del Politecnico. Nel frattempo prosegue un'intensa produzione di opere a china, matita e tempera ispirate al mondo contadino e ai paesaggi del Sud.
   Nel 2013 aderisce all’Associazione di Volontariato “Amici della Mente” che, in convenzione con l’ospedale Sacco di Milano, affronta il tema del disagio psichico. Un’esperienza che suggerisce nuovi spazi espressivi e la spinge ad organizzare, insieme allo psicoterapeuta Gabriele Catania, percorsi didattici orientati a far esprimere, attraverso l’arte, le emozioni legate ai vissuti più dolorosi. Con l'Associazione partecipa alla prima Rassegna di Arte Negletta dedicata alle vittime dell’esclusione sociale che sono riuscite a dare forma creativa alla propria sofferenza. Successivamente organizza il corso di pittura che culmina nella mostra “Espressione delle Emozioni” (2014).
   Attualmente è impegnata in un altro corso, denominato “Le pieghe delle emozioni” presso lo Spazio Alda Merini nella “Casa delle Artiste”. Partecipa anche al progetto per adolescenti “La mimica del volto” promosso dall’Associazione “Amici della Mente” e dal Dipartimento Salute Mentale dell'Ospedale Sacco di Milano che prevede un corso di formazione e una mostra conclusiva.
   Di recente ha esposto proprie opere in occasione di due esposizioni: “Il Segno” (Palazzo del Senato, Milano) e “Mediterraneo: un mare d’arte e cultura” (Centro Polifunzionale della cultura di Davoli – CZ). Ha realizzato, infine, lavori per il Convegno “Educazione, riabilitazione e cura con l’aiuto degli animali” (febbraio 2016) e per la Mostra “Matemartiamo: la matematica si fa arte” promossa dal Politecnico di Milano. Presso la Galleria Castelli Gourmet sempre nel capoluogo lombardo, è in programma la sua prima retrospettiva.

mercoledì 16 marzo 2016

Punti di vista: tre artiste giapponesi a confronto / 29 marzo - 11 aprile/ Simultanea Spazi d'Arte/ Firenze

Simultanea Spazi d'Arte

Tsubasa Fukusaki /Mika Hoshi /Chihiro Taki
Punti di vista: tre artiste giapponesi a confronto

Dal 29 marzo all'11 aprile 2016     Opening martedì 29 marzo ore 17.30

Dal 29 marzo all'11 aprile Simultanea Spazi d'Arte, realtà curatoriale ideata e diretta da Roberta Fiorini e Daniela Pronestì, ospita la mostra Punti di vista: tre artiste giapponesi a confronto. Le opere di Tsubasa Fukusaki, Mika Hoshi e Chihiro Taki invitano ad un percorso nell'arte contemporanea giapponese, a cui si uniscono contaminazioni tecniche ed espressive dovute ai contatti delle tre artiste con l'arte europea e in particolare con quella italiana. Diverse per stile e per formazione, Mika, Chihiro e Tsubasa hanno in comune un periodo di studio a Firenze che ha permesso loro di approfondire la conoscenza della pittura italiana. Il risultato di questa contaminazione tra culture sono opere che legano ad una visione tipicamente nipponica del mondo naturale e della figura umana una sensibilità pittorica e disegnativa che dialoga  con i grandi esempi dell'arte occidentale.

Nei disegni di Tsubasa Fukusaki, giovane artista iscritta all'Accademia di Belle Arti di Firenze, il regno animale offre lo spunto per trascrivere in chiave fantastica il tema naturalistico. I suoi animali possono dirsi ibridi nati da strani esperimenti: conigli con le ali, orsi maculati come ghepardi, gatti vestiti come bambole da salotto. Combinazioni visionarie che nascondono dietro un sorriso velato d'ironia una riflessione sul rapporto tra naturale e artificiale nel nostro tempo: la tecnologia non si limita più solo a perfezionare la natura, ma addirittura a sostituirla, riproducendo artificialmente i suoi prodotti. E' così che il mondo naturale, brutalmente sfruttato dall'uomo, perde la sua sacralità e divinizzazione. I dipinti di Miha Hoshi, realizzati su carta giapponese o su tela, evocano visioni e atmosfere ispirate ad un concetto ben radicato nella cultura nipponica, il "wabi sabi". Un principio estetico secondo cui la bellezza non è ciò che permane nello spazio e nel tempo o ciò che risponde ad un'ideale di perfezione e d'immutabilità della forma come in Occidente, ma è una condizione inscritta nel naturale evolversi dei fenomeni naturali, nel passaggio del tempo e nei suoi effetti sull'uomo e sulla natura. Come spiega l'artista, il significato del "wabi sabi" è racchiuso nei fiori di ciliegio che raggiungono il massimo della loro bellezza al momento della piena fioritura, il quale però coincide anche con l'inizio della loro caduta. In altre parole, la bellezza si esprime non a prescindere ma in funzione della sua caducità, che la lega al tempo in un perenne alternarsi di morte e rinascita. Un concetto reso con immagini di straordinaria forza evocativa che vanno dal paesaggio naturale alla figura umana per comunicare un'idea di bellezza che si regge sulla complementarietà degli opposti: staticità e movimento, perfezione ed imperfezione, attimo ed eterno, ombra e luce. Un equilibrio raggiunto sia sul piano compositivo che su quello cromatico, spaziando dalla tempera grassa, tecnica appresa dall'artista durante i suoi studi fiorentini, alla foglia d'argento applicata su tela. Chihiro Taki, anche lei studentessa all'Accademia di Belle Arti di Firenze, espone un ciclo di disegni ispirati al mondo della natura e alcune installazioni realizzate in legno dipinto. Nelle opere disegnate, il soggetto si sviluppa senza soluzione di continuità da un foglio ad un altro per immortalare i movimenti di una figura che corre o di un insetto che vola. Una continuità che coinvolge anche lo spazio bianco del foglio, ponendolo come una dimensione generativa da cui nascono idea, azione e segno. Le opere sono accompagnate da un video che "anima" i disegni montandoli in successione veloce, proprio come i fotogrammi di un cartone animato (anime) giapponese. Per quanto riguarda le installazioni, si va dal recupero di un mobile d'epoca che l'artista ha trasformato in un piccolo "teatro" popolato di figure ad un'opera interattiva che riconosce la presenza dell'osservatore grazie alla presenza di un sensore.  

Simultanea Spazi d'Arte    
Spazio curatoriale, Ass. artistico - culturale
via San Zanobi 45 rosso, Firenze –
Orari di apertura dal lunedì al venersì 16.00-19.00
Fb: Simultanea Spazi d'Arte e Simultanea Spazi d'Arte (Official English and Spanish)
Twitter: arte@simultanea



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Fino al 21/03 Romaest ospiterà "Siamo la Roma", per festeggiare la squadra giallorossa. DOMANI presenti due giocatori della A. S. Roma, mentre il 18/03 arriva il pullman ufficiale

Fino al 21 marzo Romaest ospiterà
"Siamo la Roma", eventi, spettacoli e tante iniziative per festeggiare la squadra giallorossa
 

Per la prima volta in mostra tutte le figurine Panini dedicate al Capitano Francesco Totti.

Un mese ricco di appuntamenti da non perdere a Romaest per i tifosi della As Roma. Fino 21 marzo il Centro Commerciale di Via Collatina, 858, ospiterà 'Siamo la Roma', manifestazione organizzata dalla G.e.co Animation.


Tra gli eventi principali, il 17 marzo, alle ore 17:00 circa, due giocatori della A.S. Roma saranno ospiti di Romaest e giocheranno al calcio biliardo allestito nel Centro Commerciale.

Previsto anche l'arrivo a Romaest del pullman della As Roma, che i tifosi più appassionati potranno visitare il 18 marzo dalle 16:00 alle 20:00; il 19 marzo dalle 10:00 alle 14:00 e il 20 marzo dalle 10:00 alle 20:00. Per prenotare la visita sul pullman basterà presentarsi al desk fronte As Roma Store (secondo piano, ingresso sud) con la Welcome Card e uno scontrino.

Il 21 alle ore 16,30 sarà la volta della Roma Primavera.

E le iniziative non finiscono qui: al secondo piano, ingresso sud, fino al 21 marzo, è possibile visitare la mostra di figurine Panini dedicata al capitano della Roma, Francesco Totti. 


Per la prima volta la Panini ha fornito tutte le figurine originali, che ripercorrono la carriera del Capitano, per la mostra sono state riprodotte  nel formato 40 x 63. Sarà possibile, inoltre, ricevere gadget e scambiare figurine.

Fino al 21 marzo (secondo piano, ingresso nord) sarà, inoltre, aperta al pubblico anche la mostra 'Vecchi Glorie', una galleria dei giocatori che hanno reso grande la As Roma.


Per i più sportivi sarà possibile giocare al calcio biliardo con Snookball (Lun - Ven 16:00 - 20:00 Sab - Dom 10:30 - 13:30; 15:30 - 19:30, primo piano, ingresso nord). Prevista anche un Area tecnica per gare di tiri di precisione, potenza e foot bowling e il Subbuteo con tornei e gare di abilità (secondo piano, ingresso nord).


Per i tifosi anche un divertente Face in Hole, nella quale mettendo la faccia potranno fotografarsi gratuitamente vicino ai propri beniamini.

Infine nei  giorni 27/ 28 febbraio, 5/6/12/13/19/20 marzo la mascotte Romolo della As Roma sarà disponibile per una foto ricordo.

Romaest:  GRA uscita 14 - 15 - Autostrada A24 uscita Ponte di Nona - Roma Lunghezza


martedì 15 marzo 2016

A PLACE TO BE | LATO 2016 | FUTURE IN MY MIND - Enrico Vezzi




FUTURE IN MY MIND
Enrico Vezzi

19 marzo – 6 maggio
19 march – 6 may

inaugurazione | opening  19 marzo 2016 h. 19.00

ph: Luca Gambacorti

Abito-Habitus secondo l'etimologia è prima di tutto un modo d'essere, una disposizione d'animo, secondariamente vale come vestimento; dunque quanto ci è necessario contro i fattori esterni ma anche un'affermazione d'identità che può divenire motivo di avvicinamento o di separazione. Si tratta allora di una possibilità e di una responsabilità insieme; spogliarsi di qualcosa e restare con minore difesa è condizione per penetrare dentro al reale in modo vivo, con il proprio presente, e per porsi in apertura verso gli altri.

Ci possono essere molti punti d'osservazione per Future in my mind, poiché vi hanno concorso vari elementi seguendo una processualità costante; intuizioni, scoperte, casualità, scambi, riferimenti, idee a gravitare lungo un'orbita non prestabilita fino a che, al momento giusto, tutto ha assunto una forma che si è avvertita come giusta. In riferimento al ciclo a cui appartiene e che essa stessa ha contribuito a determinare, si può ritenere il progetto di Enrico Vezzi come un percorso che da un'orizzonte utopico, attraverso spostamenti progressivi denotati da condivisione e collaborazione, conduce a una possibilità concreta d'intervento nel reale.




Inhabit-Habitus according to the etymology is first of all a way of being, a soul disposition. Secondly it might be used as a way of clothing; therefore how much we need it against external factors, but also as an affirmation of identity that might turn up a reason of approach or separation. Then we are dealing not only with a possibility but also a responsibility; being exposed to something and lowering the veil of defense is a condition to penetrate inside the reality in an active way, through our present, and introduce ourselves more openly to others. 

There may be many observation viewpoints for Future in my mind, since a variety of elements following a constant process like: intuition, discoveries, casualty, exchange, reference, ideas lead to an orbit a place not yet established until everything has taken shape at the right moment, that has been perceived as just (fair/right). In reference to the cycle that it belongs and has contributed to determine it, we may consider the project of Enrico Vezzi as a path (itinerary) that leads to a utopic horizon, through progressive movement denoted from sharing and collaboration that brings to a concrete possibility of intervention in reality.


a cura di | edited by Matteo Innocenti
in collaborazione con |  in collaboration with Luca Gambacorti 


In prospettiva differente potremmo provare a compilare una storia dell'arte come storia dei luoghi.
Ogni opera ha necessitato di uno spazio – spazio di creazione e spazio di osservazione; la dimensione di accoglimento non è soltanto testimone di un artista e del suo stile, ma di esigenze più ampie: del costruire che ad essa stessa ha dato forma, delle persone che l'attraversano e di chi vi risiede, del pensiero e dell'organizzazione sociale di un periodo, dei modi in cui si è deciso di formare e di abitare il mondo.
Considerare un luogo in tutte le sue componenti e per tutte le sue condivisioni è assumere un'ottica di responsabilità. L'area disponibile a contenere ogni cosa indistintamente, pur in una sua apparente utilità finisce per rivelare i meccanismi di una mediocre cognizione - anche la situazione più sterile resta in vita solo per le esperienze umane che vi avvengono.
A PLACE TO BE è un ciclo composto da progetti d'artista con riferimento allo spazio architettonico, appositi per Lato, sviluppati nel corso del 2016.
Differenti ricerche e punti di vista che si rapportano al luogo non quale contenitore ma in termini d'identità, per farne emergere i caratteri specifici. Un approccio differente d'esposizione come incontro con una storia già avviata e alla cui continuazione s'intende partecipare, per la coscienza che ogni nuovo atto, ogni nuova opera, da individuo a individuo, è un contributo alla definizione della realtà.

Il primo progetto è FUTURE IN MY MIND di Enrico Vezzi.

LATO è studio di architettura e spazio espositivo fondato da Luca Gambacorti nel 2006 con il recupero di un ex fabbricato industriale all'interno della cerchia muraria di Prato; oltre l'attività professionale il fine è di avviare e consolidare collaborazioni tra le varie dimensioni territoriali legate in vario modo alla cultura. A PLACE TO BE è in relazione al decennale dalla fondazione.




In a different prospective we can try to write an art history like a history of places.
Every artwork needs a space - a space to be created and a space of observation; the dimension of recognition is not only a testimonial of the artist and his style, but of greater needs: of construction that itself has given shape, of people that cross it and reside it, of thinking and of social organization during a period, of ways in which has been decided to create and live in the world.
Considering a space with all its components and sharings is assuming things with a responsible outlook. The available space that may contain any vague object/thing, also if we consider its visible function, ends up revealing mechanisms of a mediocre awareness (knowledge/cognition) - even the purest situations remain alive thanks to human experiences that  take place.
A PLACE TO BE is a cycle composed from three artists projects referring to the architectural space, suitable for Lato, developed during 2016.
Different researches and points of view that are associated with the place, not on the physical level (where the artworks are placed), but on identity terms; so that specific characters may emerge. A different approach of exhibiting as an encounter of a story already going on and that we continuously intend to participate, with the conscious that any new act, any new artwork, from individual to individual, is a contribution of defining the reality.

The first project is FUTURE IN MY MIND  of Enrico Vezzi

LATO  is an architecture studio and exposition space founded by Luca Gambacorti in 2006 recovering an ex industrial building inside the city walls of Prato. Besides the professional activity the objective is to keep going and consolidating collaborations from various territorial dimensions linked in different ways with the culture. A PLACE TO BE is in relation to the tenth anniversary from its foundation.




Piazza San Marco 13 59100 Prato
Tel: 0574071696  Fax: 0574070041
www.lato.co.it


orari mostra: dal lunedì al venerdì 10.00_13.00 | 15.00_19.00
ingresso gratuito


opening hours: Monday to Friday 10.00_13.00 | 15.00_19.00
free entry




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GRANDE MOSTRA > I Macchiaioli. Le collezioni svelate > Chiostro del Bramante, Roma > 16 marzo - 4 settembre 2016

I Macchiaioli. 
Le collezioni svelate
16 marzo – 4 settembre 2016
Chiostro  del Bramante, Roma


Cristiano Banti, Ritratto della figlia Alaide. Olio su tavoletta, 30x42 cm. Collezione privata



La mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate apre al Chiostro del Bramante di Roma dal 16 marzo e ha il pregio di presentare al pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo, collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li ospitarono.
Le opere che appartenevano a grandi collezioni del passato - come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli, Enrico Checcucci, Camillo Giussani, Mario Borgiotti - oggi sono confluite per lo più in collezioni private e rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano del XIX Secolo.

In mostra oltre 110 opere che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell'epoca, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d'affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in difficili momenti, queste opere - in grado di assecondare il piacere estetico e arricchire le più grandi quadrerie - sono diventate capolavori ricercati anche dai grandi intenditori d'arte dei nostri giorni.

In un percorso di 9 sezioni - ciascuna intitolata alla collezione di provenienza - il visitatore ha la possibilità di scoprire i Macchiaioli, il movimento pittorico  più importante dell'Ottocento italiano e il clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi, ai contenuti e ai personaggi  di questo rivoluzionario movimento: si potranno ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco Signorini - fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso (1895) di Federico Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde (1875) e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide Banti in giardino  (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse (1863) di Odoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.
In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di pittori.

Con il Patrocinio dell'Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, la mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate curata da Francesca Dini è prodotta e organizzata da Dart - Chiostro del Bramante e Arthemisia Group.

La mostra vede come sponsor Generali Italia. L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira.


Informazioni e prenotazioni
T. +39 06 916508451


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