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lunedì 28 settembre 2015

Al Teatro Valle Occupato (Roma 2011)

 ArtBlitz del 11/12/2011 di Pino Boresta

Teatro Valle Occupato (Roma 2011)









Testo dell’ArtBlitz compiuto l’11 dicembre 2011 alle ore 17:30 in occasione della Giornata del disorientamento dal titolo “da mezzogiorno a mezzanotte” tenutasi al Teatro Valle di Roma da A.R.I.A. al Valle Occupato.




C’è troppo silenzio nei MUSEI


Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Al Museo non si urla ma Nel museo forse si…. e poi qui siamo al Teatro pertanto:
AhooooooooooooooooooooooooooooooooooooOOOooo!

Il silenzio degli artisti nuoce gravemente all’arte contemporanea e uccide anche te digli di smettere.

Il silenzio è mafioso.

Il silenzio è spesso sopravvalutato.

VELODICO: “Scoprire è importante ma capire è ancora più importante”

VELODICO: Intendo con il mio intervento creare uno spazio di riflessione che metta in discussione la natura dell’arte e dell’artista tentando di aggiungere se fosse possibile ancora più disorientamento.

Ma Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Non fatelo sapere in giro qualcuno potrebbe aver paura.
Paura di quello che non si conosce.
Paura di quello che non si capisce.
Paura di chi è diverso.
Ma chi ha paura muore tutti i giorni mentre chi non ha paura muore una volta sola.

PERTANTO!

Io sono PIǓ sereno, perché non devo PIǓ dimostrare niente, non devo PIǓ raggiungere nessun obbiettivo, non mi aspetto PIǓ niente da nessuno, non voglio PIǓ ascoltare chi è contro di me, ma devo solo continuare di PIǓ a fare quello che so fare perché so di farlo bene, PIǓ di molti altri, tutto il resto non conta PIǓ e non mi interessa PIǓ, ho imparato ancora di PIǓ a godere di tutto quello che faccio senza piangere PIǓ, senza rimpiangere PIǓ tutto ciò che non arriverà PIǓ, se qualcosa in PIǓ arriverà quando arriverà bene, se non arriva non importa PIǓ, voglio vivere con PIǓ gioia quello che faccio ogni giorno di PIǓ, e tutto il resto non conta PIǓ, e non ho PIǓ nulla da dire.

MA TUTTO QUESTO NON È VERO

PER QUESTO














Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutte le stelle del mondo e questa pioggia di mostre
Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutto l’amore del mondo e questa pioggia di esposizioni…. quando mi guardate così.
Quanti sogni diventano grandi…. elevarsi e cadere è tutto uguale, tutto il resto è rumore, disordine.
Qual è il peso della tua libertà? io conosco il mio.
Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutto l’amore del mondo e questa pioggia di rassegne.
Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutte le stelle del mondo e questa pioggia di vetrine… quando mi guardi così, quando mi guardi così.

MA ANCHE QUESTO NON È VERO














Aria nuova:
Gramsci “Posso dire che se è vero che un vecchio ordine sta morendo è altrettanto vero che un nuovo ordine non è ancora nato, questo è il momento in cui possono apparire dei mostri.”

SciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiSottovoceSottovoceSottovoce

Cari ragazzi mi dispiace deludervi ma non è vero che chi l’ha dura la vince, non è vero che se hai tenacia e costanza prima o poi avrai successo, se sei fortunato forse con queste caratteristiche potrai raggiungere qualche tappa intermedia, ma quello che è indispensabile più di ogni altra cosa per riuscire nei propri intenti è un eccezionale proposta artistica. Per riuscire, il valore della propria opera deve essere alto, molto alto, ma sappiate che avvolte anche essendo altissimo potreste non riuscire nei vostri propositi in quello che vi siete prefissati e solo se riuscirete a mettere in conto anche questo nei vostri piani allora potrete affrontare con più serenità il vostro percorso senza dare credito a tutti quei coglioni che vi dicono che bisogna solo essere caparbi e ostinati ed il resto verrà da se.

Un coglione…. io:
I veri artisti sono coloro che si ostinano a fare delle cose anche quando nessuno le capisce, quando nessuno ne comprende il valore…. e se a decidere la carriera di un artista continuerà ad essere la politica interna all’arte secondo criteri di appartenenza e conoscenza piuttosto che la capacità e meriti acquisiti sul campo, presto nessuno avrà più voglia di impegnarsi per dare il meglio di sé al reale dibattito artistico, e le cose andranno sempre peggio.

E se avesse ragione Fiume? (il fiume in piena) che ha detto:
“Io credo che si deve prendere in particolare considerazione chi viene denigrato, diffamato e ostacolato perché è assai probabile che si tratti di un genio.”

È successo a Venezia
È successo alla Biennale
È successo durante la conferenza
È successo mentre parlavano
È successo in maniera rapida
È successo che………….
Ma è successo, questo è importante.

Il successo postumo di Vincent Van Gogh non è quello di uno sfigato a cui ha detto culo, ma quello di uno sfigato ultraiellato.













La prima cosa che imparano tutti i nuovi avventori dell’arte e frequentatori dei vernissage è quello di non salutare mai per primi, anzi possibilmente non salutare proprio, ma aspettare sempre che siano gli altri a salutare per primi o quanto meno ad accennare un saluto. È come se fosse in atto una sorta di duello dove ognuno dei due pensa cosi di valutare la stronsaggine di chi ha fronte, in quanto si tende a pensare che quanto più uno sia stronzo tanto più sia un personaggio importante

In “Cosmogonia e cosmologia” Philip K. Dick sostiene che forse noi tutti siamo degli artefatti (probabilmente un po’ stronzi aggiungo io) visto che teniamo all’oscuro il nostro artefice, (Urgrund) che ci aveva creato prima che se ne dimenticasse, ai fini della comprensione di sé. Insomma in buona sostanza e come dire che non siamo nella merda ma siamo la merda.

Noblesse oblige
Noblesse oblige
Noblesse oblige
Noblesse oblige
Noblesse oblige insomma sta cosa significa:
Espressione francese che significa "la nobiltà obbliga", e che significa che chi ha un determinato rango è costretto a mantenere un atteggiamento adeguato. Viene spesso usata in modo ironico.

Vecchioni
Non si può dire ad una persona si te stesso perché spesso ciò non è possibile per molteplici motivi ma più giustamente bisognerebbe dire
“Si correttamente simile a te stesso”

Cooper
…. ma se da una parte manca il bersaglio fa centro dall’altra, perché anche le parole sono pietre, pietre di altro tipo, scagliate, indietro nel tempo fino al ricordo del dolore oppure in avanti, fino al momento della nostra lettura, e più lontano ancora, nel futuro delle letture a venire.













I’am a real artist

I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up
I don’t give up

I’am a real artist

I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up
I do not give up

Ma ora i miei 10 minuti di notorietà sono finiti quindi vi ringrazio e vi saluto cosi!....

“Sono un eroe perché lotto tutte le ore”
Caparezza

“E un'altra possibilità io la voglio, non posso farne a meno”
La Cruz

“E l’ho pagata cara la mia presunzione ma io volevo solo essere il migliore”
Venditti

“Cosa si prende cosa si da quando si muore davvero”
Ruggeri

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua nel paese delle mezze verità
Fibra

“Quante volte io dovrò morire per sentirmi ancora vivo?”
Masini

Si! “Sono solo canzonette” dice Eduardo Bennato, ma se avesse ragione
Philip K. Dick che in “Valis” sostiene che il senso della rivelazione di molte verità potrebbe essere contenuto proprio tra queste?
Io non voglio correre il rischio di perdere questa possibilità, e voi?






















FINALE - THE END

Ninetto
“A papà me sa che la vita è niente”

Totò
“E certo! La morte è tanto…”

Accattone
Scena finale
“Ecco mo’ sto bene”







Pino Boresta


In foto: Il Teatro Valle di Roma, alcuni momenti del mio ArtBlitz (pittura digitale), Philip K. Dick (disegno digitale), alcune scene dei film di Pier Paolo Pasolini “Accatone” ed “Uccellacci e uccellini” (disegni digitali.)

Tra pittura e improvvisazione, omaggio di Giovanni Robustelli a Carmelo Bene. Modica (RG), domenica 11 ottobre

Domenica 11 ottobre alle ore 19.00 nella Galleria Lo Magno di Via Risorgimento n. 91/93 si inaugura una mostra personale di Giovanni Robustelli dal titolo "Il più cretino", a cura di Giuseppe Lo Magno, con testi critici di Elisa Gradi.

Il titolo della mostra, tratto da un monologo dell'attore e drammaturgo Carmelo Bene nel film "Nostra Signora dei Turchi" da lui diretto (1968), allude a quello stato di semplicità e innocenza, di istupidimento che sconfina nell'abbandono e nella contemplazione visionaria e mistica. Non solo. «Il titolo di questa mostra – aggiunge l'autore - è anche riflesso su di me, sullo stesso auspicio di Carmelo Bene, giocando anche sulla provocazione del ridicolizzarmi, per mostrare il fianco, per non scherzare come gli adulti ma giocare come i bambini».

Quindici le opere in mostra, per lo più acquerelli. I lavori di Robustelli, come scrive la curatrice Elisa Gradi nel testo che accompagna la mostra, si muovono tra pittura figurativa e astrazione.

La sua scrittura «non segue [...] un partito pittorico prestabilito, segnando un punto di congiunzione con la precisa volontà non-rappresentativa del teatro di Carmelo Bene. Né altrimenti si potrebbe restituire la fedeltà dell'esplorazione di un territorio pittorico che inglobi spazio, tempo e movimento, aprendosi fino allo sconfinamento nel campo dell'astrazione. Si tratta, dunque, di una sfida di sintesi fra pittura ed improvvisazione che il pittore tenta di far emergere in ogni composizione: della prima, egli conserva l'importanza del gesto, legato alla liricità della forma; della seconda, l'eco del movimento e del suono, in quanto portatori di valori trascendentali. Dal loro incontro scaturisce un concerto di sensi, le cui impressioni si rimandano l'una all'altra in un crescendo di variazioni e incrinature, che il pubblico sarà invitato a vivere nella piena libertà interpretativa, apprezzando la ricerca di un autore per cui non nel quadro finito si esaurisce lo sforzo creativo, ma da questo, tutto ha inizio».

Giovanni Robustelli (Vittoria, 1980), pittore, illustratore, sperimentatore si è formato artisticamente a Genova, avviando proficue collaborazioni con gallerie d'arte, curatori e critici tra la città della Lanterna e Milano. Di recente la sua ricerca artistica si è orientata verso performance cinestesiche, dove le note del sax del jazzista Francesco Cafiso o l'orchestra di sapori nei piatti dello chef Ciccio Sultano si fondono con il suo gesto pittorico. Le sue opere fanno parte di varie collezioni private italiane ed estere.

La mostra resterà aperta fino al 14 novembre (visite tutti i giorni, ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, chiuso la domenica).


Info e contatti
Galleria Lo Magno,
Via Risorgimento, 91-93, Modica (RG)
tel. 0932 763165
mail: gallerialomagno@virgilio.it
web: www.gallerialomagno.it

"Preghiere nel vento" mostra personale Miriana Bonazza (Cividale del Friuli)

PREGHIERE NEL VENTO A CIVIDALE

Dal 3 al 21 ottobre 2015
Chiesa Santa Maria dei Battuti, via Borgo di Ponte 5, Cividale del Friuli (UD)
SITO UFFICIALE: http://preghierenelvento.weebly.com

Il giorno 3 ottobre 2015, alle ore 18.00, presso la chiesa Santa Maria dei Battuti (via Borgo di Ponte 5, Cividale del Friuli - UD), inaugura la mostra della fotografa Miriana Bonazza Preghiere nel vento. Presentazione di Enea Chersicola. L'esposizione raccoglie una selezione di scatti che la viaggiatrice-fotografa triestina ha eseguito nel suo recente viaggio in Tibet, dove ha avuto modo di conoscere la pesantissima situazione che il popolo tibetano è costretto a vivere in conseguenza all'occupazione cinese.

Così ci invita il curatore: Tante volte siamo rimasti affascinati dal suono prodotto da una bandiera accarezzata o sbattuta dal vento; più questa vibrazione si ripete e più la bandiera si consuma, si lacera, si consegna fisicamente al vento che a colpi di piccoli fili la porta via, lontano. Proviamo ad immaginare che su quella bandiera ci sia intriso il più sacro e profondo dei pensieri, un'altissima espressione di fede, rivolta al mondo. Immaginiamo che questa venga posta sulle cime più alte, sul "Tetto del mondo". Ogni colpo prodotto dal vento sarà un'eco protratta all'infinito, una preghiera consegnata alle bufere che la porteranno in luoghi lontanissimi. Queste sono le preghiere nel vento.

Dopo un intenso incontro avvenuto a Polava (UD) con il Ven. Sogan Rimpoche, Miriana ha concretizzato il suo desiderio di dedicare il proprio lavoro alla divulgazione della questione tibetana e ad una raccolta fondi in favore della Sogan Foundation (http://www.sogan.org/); la fondazione investe le proprie risorse in favore del popolo tibetano con progetti come quello che ha portato all'apertura del Kunsel Kyetsal (Istituto Superiore Tibetano della Scienza e della Tecnica). 

La mostra, che è stata ripetuta in diverse sedi espositive, si pone pertanto lo scopo di raccogliere fondi attraverso la vendita delle fotografie, per contribuire all'operato di questa fondazione in Tibet.

Durante il periodo della mostra sono previsti alcuni interventi di Paolo Brescacin, esperto suonatore di campane tibetane ad uso terapeutico, nei giorni 4,10 e 17 ottobre alle ore 11.30 e alle ore 18.30. 

All'interno della sede espositiva Brescacin condurrà dei momenti esperienziali di condivisione.

Inoltre il giorno 18 ottobre alle ore 17.30  Alessando Groppo Conte, consigliere dell'Associazione Italia-Tibet, Organizzerà la proiezione del cortometraggio "Sons of Tibet" curando la successiva conversazione sulla storia del del popolo tibetano.



Il Circolo Aziendale Assicurazioni Generali ospita “Canneti”, mostra personale di Claudia Raza dal 2 al 21 ottobre 2015

Si inaugura venerdì 2 ottobre alle ore 18.00 presso il Circolo Aziendale Assicurazioni Generali la mostra personale della pittrice triestina Claudia Raza.

L’esposizione proporrà ai fruitori un ciclo di acquerelli inediti che Raza ha realizzato a partire da alcune visite fatte alle foci dell’Isonzo e del Timavo.

“La protagonista delle opere è la quiete che rallenta il tempo dilatandolo in una dimensione inavvertibile” spiega il curatore, Enea Chersicola, che ci suggerisce di godere della suggestione di quei luoghi quasi spirituali. In quel tempio naturale che è la foce di un fiume l’artista amplifica la sua percezione e sembra ritrarre, nascosti fra i canneti, i suoi segreti più cari. 


Il pubblico ne avvertirà il fascino e, immerso nei canneti, potrà perdersi nel torpore e nella quiete che seguono il rallentare del corso del fiume.

Canneti
di Claudia Raza
 

Circolo Aziendale Assicurazioni Generali, VI piano
Piazza Duca degli Abruzzi 1, Trieste

Dal 2 al 21 ottobre 2015

Inaugurazione: venerdì 2 ottobre alle ore 18.00
Orari: lun-ven 9.00-12.00 e 16.30-18.30
Info: 347.6091354

domenica 27 settembre 2015

La mostra dei mostri. Domenica 4.10 ore 19 | Inaugurazione

Domenica 4 ottobre il Teatro San Teodoro di Cantù (CO) apre la nuova stagione espositiva dedicata all'arte contemporanea con l'inaugurazione di una mostra collettiva dal titolo  

La Mostra dei Mostri. I nove artisti che prendono parte alla collettiva sono: Ruggero Asnago, Elena Campa, DEM, Hurricane, Silvia Mauri, Gio Pistone, Senz'h, Spugna e Danilo Vadis.
 
I mostri rappresentano un eterno soggetto di meraviglia e stupore per l'uomo. Già dal Medioevo l'attrazione verso l'elemento mostruoso si lega al mistero della creazione e al potere metamorfico della natura. Nei cicli dell'Inferno, in margine alle pagine miniate o dall'alto dei capitelli delle chiese romaniche e delle decorazioni gotiche (vedi le garguglie), i mostri si moltiplicano assecondando il gusto per il meraviglioso leggendario e assumono in sè le più bizzarre combinazioni di connotati animaleschi e umani. Contenute nei bestiari medievali, le descrizioni fantasiose dei mostri ne immaginano i lineamenti a partire dai racconti di viaggiatori di terre lontane abitate da animali esotici. Nel mondo cristiano si procede poi a una moralizzazione del mostro, che, differenziato in esemplare buono o cattivo, diventa veicolo di un insegnamento etico e teologico.

Il mostro abita l'immaginario di molti artisti del Rinascimento, come Bosch o Bruegel il Vecchio, i cui mondi favolosi e grotteschi risentono dell'interesse per il meraviglioso che caratterizza l'intero periodo. Nel Cinquecento nascono infatti le prime Wunderkammern, ovvero camere delle meraviglie dove si raggruppano oggetti straordinari ed esotici e interessanti da un punto di vista scientifico. Il Barocco e il Rococò ricorrono anch'essi a elementi bizzarri e misteriosi nelle decorazioni e negli stucchi, mentre il Neoclassicismo ricorre a una mostruosità più pacata, che si rifà a forme ispirate alla mitologia. Ma è con l'Ottocento che il soggetto mostruoso si rinnova, nutrendosi di temi angoscianti e visioni oniriche (Füssli), accompagnando la descrizione degli orrori della guerra e della follia dell'uomo (Goya), o ancora esprimendo l'irrazionalità della psiche (Munch).

Arrivando ai giorni nostri, nuove mitologie e iconografie si sono sviluppate nel tempo, dalle creature di Dracula, a Frankenstein, a mister Hyde, e le incontriamo nel cinema, nel fumetto, nei videogiochi e nell'arte. Nuovi mostri si sono inventati, riscoperti, modellati, ma nonostante il cambiamento le loro fattezze straordinarie e irrazionali non smettono di suscitare meraviglia e interrogazione.

Così gli artisti in mostra declinano il tema della mostruosità secondo un'interpretazione personale e stilistica originale, liberando il proprio inconscio attraverso la pittura, l'illustrazione, l'acquerello, il disegno. Figure fantastiche e grottesche, personaggi mitologici e caricature dalle forme bizzarre si susseguono in un omaggio al tema del mostruoso che da sempre attraversa le forme artistiche suggestionando e ispirando la fantasia creatrice.


Ruggero Asnago è nato nel 1984 a Seveso, vive e lavora a Milano. www.erugiery.com | Elena Campa è nata a Lecce nel 1985, vive e lavora a Milano. www.elenacampa.com | Marco Dem Barbieri è nato nel 1987 a Codogno, dove vive e lavora. www.demdemonio.org | Ivan Hurricane Manuppelli è nato nel 1985 a Milano, dove vive e lavora. www.hurricaneivan.blogspot.it | Giovanna Gio Pistone è nata a Roma, dove vive e lavora. www.giopistone.it | Debora Senz'h Giudici è nata nel 1988 a Meda, vive e lavora a Monza. senzh.illustra@gmail.com | Silvia Mauri è nata nel 1984 a Cantù, vive e lavora a Milano. www.silviamauri-illustration.tumblr.com | Tommaso Spugna di Spigna è nato a Brescia nel 1989, vive e lavora a Milano. www.tommasodispigna.tumblr.com | Danilo Vadis è nato nel 1981 a Como, vive e lavora ad Albese con Cassano. vaiz.danilo55@gmail.com

­***

La Mostra dei Mostri

Ruggero Asnago, Elena Campa, DEM, Hurricane, Silvia Mauri, Giò Pistone, Senz'h, Spugna, Danilo Vadis

a cura di Elisa Fusi

Inaugurazione domenica 4 ottobre 2015 ore 19

In mostra fino al 31 ottobre

Teatro San Teodoro - via Corbetta 7, Cantù (CO)

Ingresso libero

info: mostre@teatrosanteodoro.it; elisa.fusi90@gmail.com

sabato 26 settembre 2015

Ivana Spinelli, "Décou(r)âge", Nomos, Roma 30 set, h. 18.30


​INTERZONE: tre mostre su spazio/tempo
a cura di Christian Caliandro
 2_Ivana Spinelli, Décou(r)âge

Nomos Value Research, viale Gorizia 52 – 00198 Roma
Inaugurazione: mercoledì 30 settembre 2015, ore 18.30
  
La serie di tre mostre INTERZONE, curata da Christian Caliandro presso gli spazi Nomos, luoghi di vita professionale, di scambio creativo e di ricerca sul presente, si propone di svolgere una riflessione articolata sui temi legati alla storia individuale e collettiva, al rapporto con la memoria - e soprattutto ai diversi modi in cui il tempo si concretizza nello spazio. 

Il secondo progetto espositivo, concepito e realizzato da Ivana Spinelli, si intitola Décou(r)âge: con questa puntata ci spostiamo in un territorio al confine tra il testo, la decorazione, la pittura e il linguaggio. La mostra parte dal découpage, tecnica nata nel Medioevo e diffusa a partire dal Settecento dai mobilieri veneziani come tecnica per velocizzare la decorazione di mobili laccati (in Italia era infatti conosciuta come "lacca povera", o anche "arte povera"); tecnica semplice e diffusissima, impiega una varietà di colle, carte, pennelli e motivi decorativi. 

Da qui l'artista costruisce un complesso e raffinato gioco di parole: In questo modo le parole (découpage- découragé-déco-courage-âge), che normalmente definiscono l'identità di oggetti, persone, contesti – i "nomi" delle cose – e a ben guardare la nostra stessa posizione nella realtà e nel mondo, tendono a farsi sfumate e indefinite. Così, all'interno di questo gioco, le definizioni si sovrappongono e si fondono l'una con l'altra, rendendo possibile – e desiderabile – il passaggio da un concetto all'altro, opposto (coraggio-scoraggiamento) entro i limiti di una parola che è (quasi) la stessa. Lavoro dopo lavoro, vediamo e sentiamo all'opera uno slittamento. Questo processo, se da una parte sottrae le nostre certezze, dall'altra ci offre possibilità e prospettive nuove: Décou(r)âge dimostra dunque come proprio l'assenza di confini precisi (e solo questa assenza) sia in grado di costruire una significativa apertura di sguardo: "Ciò che appartiene a un gioco linguistico è un'intera cultura" (Ludwig Wittgenstein,Lezioni di estetica, 1938).

Il motivo a découpage dipinto ad acquerello, scomposto nei singoli petali, riprodotto sulle scatole che a loro volta contengono i libri, accostato alle citazioni, crea un ambiente che al tempo stesso riflette su se stesso e sul senso intero della decorazione: dall'idea del découpage si raggiunge dunque una sorta di non-decorazione, strutturata come una rete di relazioni e di significati. Come recita uno dei testi citati in mostra: "Un testo, teoretico e scientifico o letterario, è un punto di contatto tra momenti differenti nello spazio e nel tempo, tra livelli diversi, tra gradi, forme e configurazioni dei processi del pensiero. Un testo è un'entità mobile, velocità assoluta. Il pensiero e la scrittura, come il respiro, non possono essere costretti nel modello della linearità o nei confini della carta stampata, ma si spostano verso l'esterno, al di là delle restrizioni, in una rete di incontri con le idee, gli altri, i testi. Il significante linguistico è solo uno dei punti della catena degli effetti, non il suo centro o la sua fine" (Rosi Braidotti, Il postumano, Derive Approdi 2014).


Ivana Spinelli (1972) vive tra Berlino e l'Italia, dove dal 2012 insegna all'Accademia di Belle Arti. Tra le mostre personali più recenti: Kaboom, doppia personale (Artcore, Bari 2014); Baustelle (BeoProject, Belgrado (2013); Art Goes City (Postaja Raumau, Slovenj Gradec 2013); Loverrs/Fuckerrs (OltreDimore Gallery, Bologna 2012). Tra le pubblicazioni che includono sue opere: Manon Slome, The Aesthetics of Terror (Charta 2009); Raffaele Gavarro,Caos #2Global Fight Club di Matthias Reichelt, Distilleryed, 2011. Nel 2012 è stato pubblicato dalla Revolver Books di Berlino il suo libro di disegni Global Sisters - The Contradictions of Lovewww.ivanaspinelli.net

***
INTERZONE è parte del Programma Cultura di Nomos Value Research che nel 2015 ha come tema dominante il rapporto spazio/tempo. Un tema di grande importanza per chi si occupa di impresa, per chi ogni giorno cerca di sviluppare un programma e di definire progetti da condividere con altri. Tutto si regge sul rapporto spazio, tempo e azione; elementi fortemente interconnessi, dove lo spazio sembra dare origine agli altri due. Chi progetta spazi, come imprenditore, architetto o artista non può non porsi ogni volta una domanda: ma questo spazio che tempo genera? Questo vale per un'impresa, così come per un territorio. Ecco dunque il punto di partenza del Programma Cultura di Nomos per il 2015.

La mostra è visitabile su prenotazione a partire dal 1 ottobre, dal lunedì al venerdì 
dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00.
06.94365200
info@nomosvalueresearch.it
www.nomosvalueresearch.it

***

INTERZONE: three exibitions on space/time

curated by Christian Caliandro
2_Ivana Spinelli, Décou(r)âge

Nomos Value Research, Viale Gorizia 52- 00198 Rome
Opening:  Wednesday, September 30, 2015, 18:30
  
INTERZONE, the series of three exhibitions , curated by Christian Caliandro, at Nomos spaces - which are places of life, of creative exchange and research on present time-  it is proposed to carry out an articulated reflection on issues about  individual and collective history, to the relationship with memory - and especially the different ways in which time is concretized in space.

The second exhibition, conceived and developed by Ivana Spinelli, is titled Décou(r)âge: in this occasion we move into a territory situated at the borders between text, decoration, painting and language. The exhibition starts from the decoupage, a  technique invented during  the Middle Ages and widespread in the eighteenth century by the Venetian furniture makers as a technique to speed the decoration of  lacquered furnitures (in Italy was in fact known as "lacquer poor" or "poor art"); a simple and widespread technique, which employs a variety of glues, papers, brushes and decorative motifs. 

Starting from here the artist builds a complex and sophisticated pun: thus the words (découpage- découragé-déco-courage- âge), which normally define the identity of objects, people, situations,  and, on closer view, our own position in the reality and the world, tend to be blurred and indefinite. So, in this game, definitions overlap and merge with each other, making possible - and desirable - the passage from one concept to another, opposite (dare-discouragement) within the limits of a word that is (nearly) the same. Work after work,  we see and hear a shift happening. This process, while subtracts us certainties, at the same moment  offers  us new possibilities and perspective: therefore Décou(r)âge shows how just the lack of exact boundaries (and only this lack) is able to build a significant opening of  look: "What belongs to a language game is a whole culture" (Ludwig Wittgenstein, Lectures on Aesthetics, 1938).

The decoupage pattern painted in watercolor - broken up into individual petals and reproduced on boxes that in turn contain books and juxtaposed to quotations - creates an environment that reflects at the same time on itself and on the whole sense of decoration:  from the idea of decoupage is reached then, a kind of non-decoration, structured as a network of relationships and meanings. As stated in one of the texts cited in the exhibition: "A text, theoretical and scientific or literary, is a point of contact between different moments in space and time, between different layers, between grades, shapes and configurations of thinking processes. A text is a mobile entity, absolute speed. Thinking and writing, as breathing, can not be forced into the model of linearity or within the borders of the printed paper , but  they move to the outside, beyond the restrictions, in a network of meetings with ideas, others , texts. The linguistic signifier is only one of the points on the chain of effects, not its center nor its end "(Rosi Braidotti, The posthuman, Derive Approdi 2014).
  
Ivana Spinelli (1972) lives in Berlin and Italy, where since 2012 teaches at the Academy of Fine Arts.  Among the most recent solo exhibitions: Kaboom, double staff (Artcore, Bari 2014); Baustelle (BeoProject, Belgrade (2013); Art Goes City (Postaja Raumau, Slovenj Gradec 2013); Loverrs / Fuckerrs (Gallleria+ OltreDimore Gallery, Bologna 2012).  Among the publications that include her works:  Manon Slome, The Aesthetics of Terror (2009 Charta ); Raffaele Gavarro Chaos # 2; Global Fight Club by Matthias Reichelt, Distilleryed, 2011. In 2012 hes book of drawings  Global Sisters - The Contradictions of Love  was published by Revolver Books in Berlin. www.ivanaspinelli.net

*** 
INTERZONE  is a part of the Culture Programme of Nomos Value Research which in 2015 has as its main theme the relationship between space and time. An issue of great importance to anyone involved in business, for people who every day try to develop a program and define projects to share with others. Everything is based on the relationship between space, time and action; strongly interlinked elements, where the space seems to giving rise the other two. Who projects spaces, as a entrepreneur, architect or artist can not ask every time a question: what kind of time is generated by this space? This applies to an enterprise, as well as for a territory. Here is the starting point of the Culture Programme of Nomos for 2015  



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www.CorrieredelWeb.it

venerdì 25 settembre 2015

JAN FABRE - KNIGHT OF THE NIGHT | Galleria Il Ponte, Florence - Opening October 2nd, 2015 H 6.30 PM


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Jan Fabre
Knight of the Night

Curated by
Bruno Corà

Galleria Il Ponte - Florence
2 October – 18 December 2015

Opening
Friday 2 October, 6.30 pm
The artist will meet the press at 1.00 pm in the gallery

Galleria Il Ponte is pleased to present the solo exhibition Knight of the Night by Jan Fabre,  with a set of works created in different periods (1997 - 2013), which for the first time form a single narrative corpus centred around the courtly romance, one of the pivotal themes of the artist's whole oeuvre.


The film Lancelot (2004), interpreted by Jan Fabre himself, depicting the hero's battle against himself, constitutes the narrative plot of this Flemish saga. In its scenes, it is as if the marvellous sculptures in the panoply created by Fabre come to life through the magical intersecting of scarabs, which reverberate in and refract the light. In Salvator Mundi, giving shape to the courtly ideal, the human armour and the shell of the beetles become one. The human skulls – whose features are also built and traced by a layer of beetles, clasping prey, whips or penetrated by the keys of hell – are the materialisation of the dreams and nightmares that hover inside this night-time fairytale.


This exhibition reveals all of the images conjured up by the artist, as he takes his own body into the work and compares it with that of other individuals, in the attempt to metabolise them: "I want to become what I live, becoming what I want by modifying myself, freeing myself from known sensations and emotions, seeking a new body", he states.


The works weave a dialogue with the spectators. They can't just contemplate them, they have to transcend themselves, go beyond their mental and physical limits to enter the body of the work. In other words, they are invited to become the main subject of a metamorphosis. In order to demonstrate the individual's endless potential, it is always metamorphosis – in this show of the tragic knightly hero – that Fabre sets out to investigate: that is, the undefined dimension of permanent change  lived by man.

Next show by Jan Fabre
Mount Olympus - Rome
17.10 Romaeuropa, Teatro Argentina, Rome, Italiy


Galleria Il Ponte arte moderna e contemporanea
Via di Mezzo, 42/b, 50121 Firenze
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