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martedì 10 marzo 2015

Fino a domenica 15 marzo la mostra "Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso" > Reggia di Monza, Serrone della Villa Reale











Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso





ULTIMI GIORNI > Fino a domenica 15 marzo 2015
Reggia di Monza, Serrone della Villa Reale

Giovedì 12 marzo, ore 17.00
Speciale visita guidata gioco GRATUITA per tutti i bambini!



Venerdì 13 marzo, ore 20.30
"Nel teatro delle Ombre", speciale visita guidata d'autore GRATUITA a cura del Professor Italo Bressan



Domenica 15 marzo, ore 15.00
Attività didattica "Storie metafisiche" GRATUITA  per le famiglie!



Mostra "Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso", Serrone della Villa Reale di Monza





C'e ancora tempo fino a domenica 15 marzo 2015 per visitare la mostra "Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso" allestita presso il Serrone della Villa Reale di Monza. 
Ultimi giorni per partecipare agli speciali eventi gratuiti, per adulti e bambini, alla scoperta delle opere e dell'arte del Maestro metafisico:

> Giovedì 12 marzo, ore 17.00
Speciale visita guidata gioco GRATUITA per tutti i bambini
I piccoli visitatori potranno partecipare a "Il mistero dei silenziosi oggetti parlanti" una speciale visita guidata gioco alla scoperta delle opere e degli oggetti misteriosi di Giorgio de Chirico.
L'attività è gratuita, si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra (gratuito fino ai 6 anni, 5,00 euro per i bambini dai 6 agli 11 anni e 7,00 euro per gli adulti accompagnatori). La visita dura 45 minuti circa ed è necessaria la prenotazione info@dechiricomonza.com oppure Tel. 039.2312185 / Tel : +39 02 36638600.

> Venerdì 13 marzo, ore 20.30
"Nel teatro delle Ombre", speciale visita guidata d'autore GRATUITA a cura del Professor Italo Bressan
L'ombra quale evocatrice di: memoria, nostalgia, luogo e tempo, magia, mistero, sogno, attesa, sospensione, condizione esistenziale, oppressione, distinzione tra segno e simbolo. Questi sono i concetti chiave che condurranno al racconto nell'opera di Giorgio de Chirico. Alla visita guidata d'autore si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 20.00.

> Domenica 15 marzo, ore 15.00
Attività didattica "Storie metafisiche" GRATUITA  per le famiglie
Un'ottima occasione per trascorrere insieme una giornata all'insegna dell'arte e per consentire anche ai più piccoli di scoprire e comprendere l'arte del Maestro metafisico attraverso attività creative e stimolanti. Dopo una speciale visita guidata gioco in mostra alla scoperta delle opere di Giorgio de Chirico, bambini e genitori potranno partecipare al laboratorio didattico "Storie metafisiche". La durata complessiva dell'attività (visita+laboratorio) è di 1h e 30 minuti circa ed è necessaria la prenotazione info@dechiricomonza.com oppure Tel. 039.2312185 / Tel : +39 02 36638600.  L'attività è gratuita, si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra (gratuito fino ai 6 anni, 5,00 euro per i bambini dai 6 agli 11 anni e 7,00 euro per gli adulti accompagnatori).



I bambini più "smart" potranno scoprire le opere di Giorgio de Chirico anche attraverso un percorso didattico e stimolante sviluppato grazie ad un'App interattiva.

Giochi, indovinelli e suoni accompagneranno i piccoli visitatori lungo le sale della mostra alla ricerca degli oggetti misteriosi raffigurati nelle opere di Giorgio de Chirico. L'app è disponibile in modalità gratuita e può essere utilizzata sui dispositivi mobili forniti dalla biglietteria della mostra oppure sul proprio smartphone o tablet. 

L'utilizzo dell'App è molto semplice e intuitivo. Inquadrando con un dispositivo mobile alcuni dettagli delle opere disposte lungo il percorso espositivo, partirà una vera e propria caccia al tesoro che condurrà i bambini alla scoperta di alcuni "giochi e giocattoli" presenti nei dipinti di Giorgio de Chirico. Al piccolo visitatore saranno fornite tutte le indicazioni utili per proseguire la sua ricerca e una serie di schede di approfondimento permetterà al bambino di comprendere l'artista e le sue opere in maniera attiva. Una volta terminata la caccia in mostra, il bambino potrà continuare il percorso a casa con altre attività creative scaricando un activity book dal sito web della mostra.
L'iniziativa è promossa e resa possibile grazie al contributo del Bice Bugatti Club, associazione culturale di Nova Milanese che organizza eventi di carattere nazionale e internazionale, sempre alla ricerca di nuove e stimolanti collaborazioni.  L'app è stata realizzata da Metropolink e Around New Media, società che da oltre vent'anni lavorano nel mondo dell'informatica e della comunicazione applicata alla grande industria, in collaborazione con ViDi, società che produce e organizza grandi mostre d'arte e Stonex, partner tecnico dell'evento. I contenuti, le attività didattiche e l'activity book sono stati ideati e redatti da Artkids, arte a misura di bambino, una realtà specializzata nello sviluppo di progetti editoriali e didattici nel campo dell'arte dedicati ai bambini. 




Per informazioni
Tel. 039.2312185 / 02 36638600 




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La mostra









Dopo uno straordinario lavoro di restauro, le splendide sale della Reggia di Monza sono pronte ad accogliere un ricco programma di attività culturali. Ad inaugurare la stagione delle grandi mostre sarà "Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso" ospitata nel Serrone della Villa Reale dal 27 settembre 2014 fino al 15 marzo 2015.
La mostra, promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza in collaborazione con il Comune di Monza, è ideata, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

L'esposizione, a cura di Victoria Noel-Johnson con la collaborazione di Simona Bartolena, presenta oltre trenta opere della collezione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico dagli anni Quaranta fino alla metà degli anni Settanta, con l'obiettivo di illustrare il ruolo che l'oggetto misterioso gioca nella produzione artistica del Maestro.

Il percorso della mostra è iconografico, per meglio approfondire il rapporto del pittore con alcune tematiche della sua ricerca, in particolare con la presenza ricorrente di alcuni oggetti.  
Il microcosmo artistico di Giorgio de Chirico, fatto di visioni, fantasie e ricordi, ci offre un punto di vista inconsueto su oggetti comuni e molto famigliari che pensiamo di conoscere, ma che all'interno dell'opera assumono un significato diverso nel momento in cui vengono combinati tra loro in modo inaspettato o illogico. Il pubblico potrà immergersi nei mondi metafisici del Maestro attraverso straordinarie tele come "Interno metafisico con pere", "Sole sul cavalletto", "La meditazione di Mercurio", "Il poeta e il pittore" e molti altri.

Lungo il percorso espositivo le opere sono accompagnate da video e racconti suggestivi per un'immersione completa nella vita e nell'opera di Giorgio de Chirico. Attraverso i suoi ricordi, le sue fantasie e le sue visioni il pubblico avrà la possibilità di scoprire la straordinaria personalità artistica e umana del Grande Metafisico che ritroviamo in tutti i suoi lavori e che ha avuto un ruolo fondamentale nello scenario artistico internazionale del Novecento.
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Titolo
Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso

Date
27 settembre 2014 – 15 marzo 2015

Sede
Reggia di Monza, Serrone della Villa Reale 
Viale Brianza, 2 - 20090 Monza

Orari
Dal lunedì al giovedì: 10.00-13.00 / 14.00-19.00
Venerdì: 10.00-13.00 / 14.00-22.30
Sabato e domenica 10.00-20.00

Biglietti
Intero: 10,00 euro
Ridotto: 8,00 euro 
Scuole: 5,00 euro
Tariffa famiglia: 7,00 euro a persona (1 o più adulti con almeno un bambino sopra i 6 anni) #

Prevendita biglietti

Informazioni
Tel. 039.2312185 / 02 36638600 
Info e prenotazioni scuole e gruppi
Tel. 039.2312185 / 02 36638600

IncastoNatura: opere d'arte e natura


Giovedì 19 marzo 2015, ore 19

IncastoNatura

personale di Roberto Sangineto

Musée du Croco

via privata Cascia 6 - MI

 

 

Siediti lungo la riva del fiume e aspetta… Roberto Sangineto ha fatto suo il proverbio cinese riscrivendone il finale e reinterpretandone gli scopi: è proprio in prossimità dei corsi d'acqua che accoglie dalla natura la materia prima per le sue sculture-gioiello.


Alcuni alberi, trascinati dalle intemperie nei fiumi con le loro radici potenti e con le evoluzioni dei loro rami, inglobano nelle loro anime legnose metalli, detriti, sassi: è in questo scenario ambientale che l'artista vicentino ritrova l'abbraccio universale dell'esistenza, il legame inevitabile ma talora instabile delle cose, l'inclinazione artistica degli elementi, vicina all'arte orafa, alla sua capacità di plasmare forme grezze e di impreziosire materiali già splendidi.


Sangineto imita, trasforma e completa l'opera della Natura, restituendo la vitalità ad elementi apparentemente inerti e creando sculture che sfidano le leggi della gravità e dell'equilibrio e che richiamano alla mente allegorie, simboli e suggestioni provenienti dalla storia, dalla mitologia e dall'immaginario popolare.

Giovedì 19 marzo 2015 dalle ore 19, nella cornice polivalente del Musée du Croco, prendono vita, con un evento di vernissage dedicato alla cittadinanza, le incastonature di Roberto Sangineto.

 

 

Roberto Sangineto deriva la sua ispirazione dalle due discipline che hanno caratterizzato la sua formazione personale e professionale, ovvero l'oreficeria ed il video. Della prima ha imparato da ragazzo le tecniche nella capitale mondiale dell'oro, la sua città, Vicenza, ed in particolare l'arte dell'incastonatura, l'inserimento di pietre nei gioielli; la seconda tecnica artistica gli ha consentito di guardare alla natura con occhio ammirato, ma soprattutto attento.

 

Musée du Croco è uno spazio espositivo inaugurato nel 2012 da Enzo Bollani a partire da un'idea di Lucio Dalla. Situato nello scenario avanguardista di via privata Cascia 6 (Milano), ospita artisti emergenti e idee innovative.


lunedì 9 marzo 2015

Giovedì 12 marzo, alle ore 19.30 Mostra di pittura a Nardò (Le)

particolare dell'opera "Piccolo notturno su S., K. 525", 2015 
Tecnica: acrilici, pigmenti e oro su tela di cm. 116 x 166



Giovedì 12 marzo, alle ore 19.30 Mostra di pittura dal titolo:
"... della notte prima che fosse e dell'ultima notte, è l'urto della luce che lo dissolve"

 di Angelo Lupi Tarantino, a cura di Paolo Marzano

presso lo Spazio Ex_Post, via Generale Cantore, 3 - Nardò (Le)



Varianza in trasparenza; la pittura è di scena!

Vedere, percepire, conoscere, non è forse 'attraversare' strati, patine, trasparenze?

Angelo Lupi Tarantino presenta a Nardò, nell'ambito della mostra dal titolo: "... della notte prima che fosse e dell'ultima notte, è l'urto della luce che lo dissolve", dal 12 al 31 marzo 2015, una serie di nuovi lavori.

Risultato vivifico della sua passionale ed intensa attività pittorica, sono delle figure che appaiono sempre in equilibrio tra un tempo storico (mitologico) e un senso dell'esistenza (concettuale), come d'altronde avviene alla forma, nel momento in cui si stacca visivamente dal fondo. Angelo Lupi Tarantino nei suoi ultimi lavori, ambisce a perseguire, proprio adottando una 'fenomenica' stratificazione di colore, impaginando superfici sovrapposte e differentemente rarefatte, un personale e colto 'principio di verità'. Una trasposizione poetica del pittore/cantore che, testimone diretto dell'immanente atto eroico, 'compone' un'ode, da consegnare al mito.

Quanta apparenza è necessaria perché si stabilisca il controllo del dispositivo che consegna trasparenza, al significato della sostanza? Per Angelo Lupi Tarantino si tratta di sperimentare, desiderare, sognare e, dunque, stratificare colore per produrre realtà; sono intinti nei pensieri, i pennelli con cui poter esprimere la vita.

Avvicinarsi al suo lavoro certo vorrebbe dire, attuare una ricognizione cromatica, nella sua ricerca pittorica, dove la variazione del blu al verde, gela immense profondità e indica tenui parvenze di spazi, appena percepibili. Dai neri, invece, ripartire per ricomporre passionali e vibranti gialli-rosa elargendo chiarori, scanditi secondo un fraseggio fantastico di arancioni e rossi che sentiamo proporsi con forza e, incredibilmente, ardere.

La serie di apparati simbolici che fanno parte della sua lunga esperienza figurativa, riabilita la varianza performativa, data dal dosaggio delle diverse densità di colore. Proprio il colore trattato con questa tecnica giunge a realizzare trasparenze che non lasciano vuoti, ma definiscono l'allestimento di un susseguirsi di quinte, secondo distanze ancora da sperimentare.

Altri luoghi, quindi, altri strati, altri mirabolanti fondi… altra coscienza di sé.

Ritengo, infatti, la pittura di Angelo Lupi Tarantino, capace di creare 'ambientazione', allude a scenografie immaginifiche, 'atti' in compimento.

Essa corrobora, apre confronti, racconta spazi, diventa scena.

Il manifestarsi di un'emozione, 'piega' secondo regole riconoscibili? Segue percorsi preordinati? Rilegge soggetti già scritti?

Nient'affatto, Tarantino scioglie i suoi apparenti profili classici fluidificandone la plasticità, sfiora senza intersecare mai, i riferimenti tardo-cubisti, anzi ne sfida le accezioni con forme taurine riferite a forze istintive e primigenie. Abbozza sinopie e segna tratti che delimitando campiture, solidificano incarnati. Angelo Lupi Tarantino non dissimula neanche l'eloquenza metafisica delle figure acefale che determinano maggiormente il concetto di attesa/assenza. Elenca con esperienza le colte 'disarticolazioni' che, prima di essere anatomiche, concedono alla composizione letture espressioniste, coinvolgendo interpretazioni e concetti pregevolmente informali. Un linearismo potente che ritaglia figure 'galleggianti' distinguendole da paesaggi tumultuosi emersi da scuri magmi.

Prestando attenzione ed 'ascoltando' queste opere, quindi la materia, i colori, le forme, si può percepire e davvero sentire l'antico racconto che si perde nella notte dei tempi, di imperscrutabili amanti, quali il nero e la luce, di cui, la varianza in trasparenza, diventa, per questa pittura, la condizione necessaria alla loro lunga, epica, storia d'amore.

di Paolo Marzano

Londra in Arte 2015. Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea. Londra, 14-20 marzo 2015



Londra in Arte 2015

Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea



Dal 14 al 20 marzo 2015

Vernissage Sabato 14 marzo dalle ore 17 alle 19

Presso Birla Art Gallery, Londra

Espongono gli artisti:
Pier Luca Bencini, Antonella Bucci, Lucia Calleri, Riccardo Dametti, Aldo Falchi, Luca Marchetti L M Art, Christiane Parmentier-Renoult, Roberto Re, Anselmo Rossanino (AnRo), Jeannette Rutsche Sperya, Carmela Scialò, Georgeta Stefanescu, Stefano Torrielli, Domenico Zora

Gli artisti della Galleria Sabrina Falzone di Milano approdano a Londra con una monumentale mostra d'arte contemporanea che sarà ospitata nella suggestiva Birla Art Gallery nel quartiere di lusso del Kensington.


Il progetto espositivo "Londra in Arte 2015", curato dal critico d'arte Sabrina Falzone con allestimenti artistici dell'ingegnere Giuseppe Di Salvo, sarà dedicato alla valorizzazione delle espressioni artistiche europee: dalla pittura alla fotografia fino alla scultura con novità tecniche e stilistiche.


Per la pittura figurativa il progetto-mostra annovera i nomi di Pier Luca Bencini da Milano, di Christiane Parmentier-Renoult dalla Costa Azzurra, di Carmela Scialò da Napoli  e di Lucia Calleri da Genova.


Il medico-artista Pier Luca Bencini, nato a Firenze ma residente a Milano, è un affermato chirurgo specializzato in Dermatologia; in ambito artistico è stato allievo di William Congdom e le sue opere sono conservate presso il Monastero cistercense trappista di Valserena, presso l'Arcivescovado di Milano e di Ferrara.


Christiane Parmentier-Renoult, pittrice e scultrice francese che lavora nel proprio atelier di Mandelieu-La Napoule, ha studiato all'Accademia Belle Arti di Amiens e Havre e si è laureata in Arti Plastiche alla Sorbonne di Parigi.


Carmela Scialò, pittrice autodidatta ispirata ai grandi maestri italo-francesi dell'arte del XIX secolo, ha esposto nelle sale del Carrousel al Louvre di Parigi e in sedi di alto pregio per l'eccellenza esecutiva delle sue opere.


Lucia Calleri, artista di talento che ha lavorato in Versilia, ha dedicato gran parte della sua ricerca artistica alla raffigurazione di animali intesi come veri e propri autoritratti emozionali.

Nell'ambito dell'astrazione pittorica figurano i nomi degli artisti Georgeta Stefanescu dalla Svizzera, Stefano Torrielli da Genova e dalla provincia di Parma provengono Roberto Re e Riccardo Dametti.


Georgeta Stefanescu, innovativa artista concettuale di origine franco-romena, nata a Bucarest, dove si è laureata in Arti Plastiche e dove è stata professoressa di disegno all'Institut d'Arts Plastiques "N.Grigorescu"; dal 1992 si è affermata come artista a livello internazionale.


Stefano Torrielli, medico-artista che indaga i concetti di spazio, materia e colore; si distingue in ambito pittorico per uno stile tattile e particolarmente materico e un tono inaspettatamente ironico.


Roberto Re, pittore autodidatta residente a Casaltone, si è diplomato all'ITIS Leonardo Da Vinci, si dalla tenera età ha manifestato una particolare inclinazione per l'arte e la creatività.


Riccardo Dametti da Fidenza, si è formato all'Istituto d'Arte Paolo Toschi di Parma, ha esposto in sedi prestigiose nella Fondazione Renzo Cortina e Fondazione Radice a Milano, nella Fondazione Battaglia di Venezia, nel Museo G. Caproni di Trento, nel Museo d'Arte Contemporanea di Calice Ligure, nella Biblioteca Angelica di Roma e in molte altre città del mondo.


Una sezione della mostra "Londra in Arte 2015" è dedicata alla fotografia con gli scatti di Antonella Bucci da Roma e Luca Marchetti L M Art da Terni.


Antonella Bucci, nata in Belgio, ha studiato presso la Scuola Romana di Fotografia; il suo linguaggio visivo si arricchisce grazie ai numerosi viaggi e a un'accurata ricerca sull'immagine.


Luca Marchetti L M Art è un fotografo professionista, creativo e reporter dal curriculum internazionale; i suoi lavori fotografici, a tiratura limitata, sono contrassegnati dal marchio registrato L M Art.


In mostra saranno visionabili anche due bandiere nautiche di Jeannette Rutsche Sperya da Milano, nata a Zurigo in Svizzera, realizzate con la geometria frazionaria su foto digitale.
 

Si potranno ammirare nel percorso espositivo persino le sculture di Aldo Falchi e di Domenico Zora e le inedite pitto-sculture di Anselmo Rossanino (AnRo) da Torino.


Aldo Falchi nasce il 30 November 1935 a Sabbioneta (MN). Scultore internazionale, ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti a Brera, si distingue per uno stile figurativo.


Lo scultore siciliano Domenico Zora vanta una carriera ultra quarantennale internazionale, ha realizzato più di 400 opere, tra le quali di proprietà di Giovanni Paolo II e dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


Una novità assoluta è data dalla produzione artistica di Anselmo Rossanino, in arte AnRo, al confine tra pittura e scultura; l'autore acuto e ironico rappresenta una promessa del panorama artistico contemporaneo.


Info:
Vernissage: 14 marzo h.17:00/19:00
Indirizzo: 4a Castletown Road, London W14 9HE

Orari di apertura: h.11:00/15:00 sempre aperto (h.15:00/19:00 su appuntamento prenotabile almeno un giorno prima), chiuso mercoledì

Ingresso libero

www.galleriasabrinafalzone.com

Grande mostra > ESCHER > a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea > 12 marzo – 19 luglio 2015, Palazzo Albergati - Art Experience, Via Saragozza 28, Bologna


Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935, litografia, 31x21,3 cm – M.C. Escher Foundation © The M.C. Escher Foundation, Baarn, Netherlands M.C. Escher  ® is registered trademark of M.C. Escher Foundation  
Escher
a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea

12 marzo – 19 luglio 2015
Palazzo Albergati - Art Experience,
Bologna



Dal prossimo 12 marzo Bologna e l'Italia avranno una nuova e prestigiosa sede espositiva: Palazzo Albergati.
Nel capoluogo emiliano si respira aria di novità e di futuro e si scommette sul turismo culturale.


Lo splendido edificio cinquecentesco, nel cuore del centro storico bolognese, diventa un importante e moderno contenitore di mostre d'arte destinate al grande pubblico nazionale ed internazionale, ed apre le sue porte con la mostra di Escher, che a Roma ha battuto ogni record di visitatori.
A credere nell'impresa e a investire è Arthemisia Group, società leader in Italia e all'estero per la produzione di grandi mostre d'arte, artefice di tutte le esposizioni di maggior successo degli ultimi anni, incluse le recentissime Chagall e Van Gogh a Palazzo Reale a Milano, che hanno fatto scrivere ai maggiori media italiani che puntare sulla cultura e sul turismo è una carta vincente e che, nonostante la crisi, le esposizioni sono sempre più visitate da italiani e stranieri.
"Investire in proprio sull'apertura di un nuovo spazio espositivo in Italia può sembrare folle, e probabilmente lo è" – dice Iole Siena, a capo di Arthemisia Group – "ma senza coraggio, visione e un pizzico di sana follia, non si va avanti. Piuttosto che continuare a piangere su quello che non funziona in Italia, abbiamo deciso di fare il primo passo e di usare le nostre energie per creare un modello nuovo di fruizione dell'arte, che parte da Bologna e si svilupperà in tutto il mondo.
"Il nostro obiettivo – continua Iole Siena -
è quello di far diventare Bologna una mèta culturale dell'immaginario collettivo, una di quelle città dove ogni anno torni perché sai che troverai qualcosa di bello e interessante".

L'INCENDIO E LA RINASCITA
Palazzo Albergati, la cui costruzione è attribuita all'architetto Baldassarre Peruzzi (1481-1536), nel 2008 fu gravemente e clamorosamente danneggiato da un incendio che causò la perdita d'ingenti parti della struttura, compresi gli affreschi del '600 e del '700 di Francesco Gessi, Andrea Sirani e Bartolomeo Cesi. Dopo lunghi di lavori di restauro, ricostruzione e riqualificazione, il palazzo è tornato a nuova vita nel 2014 ed oggi apre le sue porte a tutti.

LA MOSTRA DI ESCHER
Costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse: il meraviglioso mondo dell'artista che più di ogni altro trasforma l'ambiguità visiva in ambiguità di significato, che seduce e incanta con disegni e litografie che col passare del tempo sono entrate nell'immaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati - copertine di famosi long playing, (33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti d'auguri e piastrelle. Escher è ovunque.

La retrospettiva su Maurits Cornelis Escher, aperta dal 12 marzo al 19 luglio 2015, a Bologna, è stata arricchita e viene presentata in una forma inedita, ponendo l'accento su aspetti mai affrontati prima d'ora, con oltre 150 opere del famoso artista olandese.

Con il patrocinio del Comune di Bologna, la mostra e prodotta ed organizzata da Arthemisia Group ed è curata da Marco Bussagli e da Federico Giudiceandrea.
Realizzata in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, si avvale del supporto di Sky Arte HD e ArteFiera.

Tra le opere esposte ci sono i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Giorno e notte, Nastro di Möbius II, Casa di scale (relatività), Altro mondo II, Vincolo d'unione, e la serie degli Emblemata.
Una sezione del tutto nuova sarà quella della Eschermania che racconta la vasta e molteplice influenza dell'artista.

Il percorso espositivo si articola in sei sezioni:

•    La formazione: Escher, l'Italia e l'ispirazione Art Noveau
•    Superfici riflettenti e metamorfiche
•    Metamorfosi
•    Dall'Alhambra alle tassellatura
•    Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
•    Economia escheriana ed Eschermania

ESCHERMANIA
Poco nota, ma qui approfondita in maniera illuminante, è l'influenza che Escher ha avuto ed ha ancora sull'editoria, sulla grafica, sull'oggettistica, per non parlare della pubblicità, della moda, dei fumetti e del cinema: il rigore delle sue straordinarie immagini inventate ben prima che fosse commercializzato il computer, nulla hanno da invidiare a quelle realizzate oggi con le più sofisticate tecniche digitali.
La grandezza di un genio si misura anche dalla capacità d'influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. La lezione di Escher ha dimostrato che, sebbene non abbia avuto allievi diretti, questi due parametri sono stati del tutto soddisfatti.
La beat-generation s'innamorò presto delle creazioni di Escher che, soprattutto in America, "rubava" la sua arte per stamparla su magliette, sui poster tinteggiandole con i colori psichedelici allora di moda, suscitando le ire dell'artista che, per questo motivo, fondò la Escher Foundation alla quale, ancora oggi, si deve la tutela dei suoi diritti. Così, le sue incisioni finirono anche sulle copertine dei long playing, come si chiamavano a quell'epoca i 33 giri incisi dalle grandi band della musica pop, non sempre con il gradimento dell'artista. 


È noto l'episodio di Mick Jagger che non riuscì a pubblicare Verbum sulla custodia dell'ultimo LP dei Rolling Stones che nei primi giorni del 1969 sarebbe stato lanciato sul mercato con il titolo di Let it Bleed. Tutto questo può ben essere definito "eschermania" a cui viene dedicata un'intera sezione che racconta come, ancora oggi, in maniera sempre crescente, persone di ogni estrazione sociale, dai curiosi ai matematici, dagli eccentrici ai trasgressivi, fino a tutti quegli artisti che, pur non avendolo mai conosciuto, a lui s'ispirano per le loro opere, siano profondamente affascinati dal mondo caleidoscopico di Escher. C'è infatti una lunga schiera d'imitatori che hanno "imparato" il "metodo-Escher" e hanno prodotto una serie di variazioni sul tema. Si va così da David Hop, pubblicitario e grafico statunitense, al francese Dominique Ribault che ultimamente ha utilizzato il metodo della tassellatura anche per le sue sculture.


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GALLERIA BIANCONI: Un amore asimmetrico. Ricerche per un’identità pittorica | Opening giovedì 12 marzo, ore 18



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UN AMORE ASIMMETRICO.
Ricerche per un'identità pittorica

Paola Angelini, Francesco De Grandi, Matteo Fato, Francesco Lauretta, Luigi Massari, Luigi Presicce.
Testo di Andrea Bruciati

12 marzo - 30 aprile 2015
opening: giovedì 12 marzo, ore 18.00-21.00
Galleria Bianconi, via Lecco 20 Milano



Scarica l'invito all'opening


Il 12 marzo alle ore 18.00 inaugura alla Galleria Bianconi di Milano la mostra "Un amore asimmetrico. Ricerche per un'identità pittorica", che pone in dialogo le opere di sei  artisti contemporanei italiani, Paola Angelini, Francesco De Grandi , Matteo Fato, Francesco Lauretta, Luigi Massari e Luigi Presicce. Diverse generazioni, ma legate da intrecci biografici comuni e dalla stessa complessità e profondità nell'approccio alla ricerca artistica come identità e linguaggio.
La mostra intende offrire uno spunto di riflessione intorno al ruolo della pittura quale recupero di un'identità culturale e di una sapienzialità del "fare arte", riletta e restituita attraverso uno sguardo contemporaneo che si fa carico di quella lezione che, dagli anni '50 in poi, supera i limiti di questo linguaggio affrontando nel territorio pittorico questioni proprie di linguaggi scultori o performativi.
Come scrive Andrea Bruciati, nel testo che accompagna la mostra, a proposito degli artisti invitati: "[…] tutti abbracciano l'intenzione di dare un nuovo significato a ciò che quella tradizione comporta: i loro lavori sono prodotti di un'attività scardinata che scompone all'infinito ciò che significa essere un quadro".
E' cosi che in Il quadro ha bisogno di un pezzo di muro da difendere: Festa 1&2, di Francesco Lauretta, i dipinti raffiguranti i cavalieri di Scicli sono posti a difesa di un muro in mattoni forati e cemento a sottolineare il valore "struttivo" e fondante della pittura. Allo stesso modo nelle opere di Paola Angelini e Francesco De Grandi la pittura non è più mezzo, ma scopo ultimo e primo, la tecnica non è più forma ma sostanza: l'immagine di San Giorgio della grande tela Drawing of St.George di Paola Angelini, altri non è che il pretesto per rappresentare, attraverso una composizione frammentata e unitaria allo stesso tempo,l'universo dei diversi linguaggi espressivi della pittura, divenendo così luogo di ricerca d'identità. Ugualmente gli archetipici paesaggi di Francesco De Grandi divengono, come dice il pittore stesso, "le gemme base della conoscenza", del modo di porsi nel mondo, nonché finestra su quell'atto performativo e misterico che è il movimento che il pittore compie nel suo studio nel momento della creazione.
Il ruolo esoterico e misterico della pittura e dell'artista raggiunge la sua sintesi massima nelle figure dei Maghi dipinti da Luigi Presicce. Maghi questi che, come scrive Davide Ferri in un suo precedente testo al riguardo, "[…]  appartengono ad una dimensione di pittura prenarrativa, disincarnata, come le immagini apotropaiche, le icone, o – direbbe l'artista – i dipinti di Malevic (di Malevic mi vengono in mente quegli ultimi, folli, ritratti di contadini. Come descriverli, classificarli?). I maghi di Presicce resistono alla possibilità di essere compresi fino in fondo. Esistono, indipendentemente dal controllo che si è in grado di esercitare su di loro. Emergendo dall'oscurità custodiscono qualcosa, guardano, respingono."
I confini spaziali e territoriali della pittura sono travalicati nei lavori di Matteo Fato e Luigi Massari. Nelle opere di Matteo Fato la pittura si sustanzia e si scompone, metamorfizzandosi, divenendo altro da sé, appropriandosi della terza dimensione: spazio e tela, contenuto e contenitore, pigmento e figura, concorrono tutti allo stesso modo per trovare una possibile risposta ad un'unica e fondamentale domanda "il perché dell'immagine" quale il suo significato ultimo? Quale la sua forma?
Contrariamente in Luigi Massari l'immagine pittorica si disgrega, si liquefà, dando vita ad una visione della realtà rarefatta e frammnatria. L'artista trasporta attraverso immagini mitologiche, in una dimensione "ultrasensibile", sonora, della pittura, fino a dar vita, in opere come Vettore, a dispositivi pittorici in cui il suono, la vibrazione musicale diviene insieme strumento e d'immagine, forma e sostanza allo stesso tempo.

La mostra sarà visibile alla Galleria Bianconi, in via Lecco 20 Milano, fino al 30 Aprile 2015



UN AMORE ASIMMETRICO.
Ricerche per un'identità pittorica
Paola Angelini, Francesco De Grandi , Matteo Fato, Francesco Lauretta, Luigi Massari, Luigi Presicce.
Testo di Andrea Bruciati


13 marzo - 30 aprile 2015
Lun –Ven. 10.30 – 13.00, 14.30 –19.00
sabato su appuntamento

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Galleria Bianconi
Via Lecco 20, 40125 Milano
Tel. +39 02 22228336
info@galleriabianconi.com
www.galleriabianconi.com
 
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domenica 8 marzo 2015

LA JEUNE - FILLE personale di Manuel Pablo Pace | Amsterdam Café Padova | 11 aprile ore 19.00 ingresso libero

La Jeune Fille è una menzogna che culmina nel viso 
Tiqqun




Manuel Pablo Pace (vicentino classe 1977, Accademia delle Belle Arti) è uno tra gli autori più interessanti nel panorama del contemporaneo.  

Non solo perché é un virtuoso del pennello che ha saputo riattualizzare e rivitalizzare senso e forma della ritrattistica classica. 

Ma anche perché intreccia a questo suo rigore estremo (la sua è una pittura puntuale, raffinatissima, di grande precisione, faticosa e con lunghi tempi di realizzazione) un ammicco divertito, gentilmente irriverente, che si insinua, felpato, nei toni smaccatamente vintage, tra le illustrazioni e i manifesti di vecchie pubblicità. 
 
Testimoniando un gusto forse retrò nell'ambientazione, ma che consente di dare alla sua opera una lettura che va ben oltre la divertita notazione di costume. 

Manuel Pablo Pace ci fa leggere un presente inquieto. 
E il suo rigore diventa critica sociale. 

Mai gridata, mai sguaiata, sempre e solo provocatoriamente accennata e, proprio per questo, ancora più incisiva.  

"La Jeune Fille" è il titolo di questa mostra padovana a cura di Barbara Codogno che inaugura l'11 aprile alle 19.00 all'Amsterdam Café


 
Titolo che vuole necessariamente chiamare in causa il collettivo francese Tiqqun e il loro celebre manifesto: "Elementi per una teoria della Jeune - Fille"; laddove il concetto di Jeune - Fille non è meramente un concetto sessuato. 

Così come per Klossowski "La moneta vivente" era motivo di esplorazione filosofica - e sociologica - della mercificazione del corpo, i Tiqqun riaffrontano la questione in senso più diffusamente politico: la Jeune - Fille, che ha sembianze femminili per praticità di vendita, in realtà altri non è che il cittadino modello: un'umanità riformattata dallo Spettacolo e biopoliticamente neutralizzata dal consumo.  

Perennemente in posa tragica, disperatamente hollywoodiana.


Barbara Codogno 

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